PARROCCHIA S. EUSEBIO Cagliari Incontro di preghiera di Lunedì 9 maggio

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PARROCCHIA S. EUSEBIO Cagliari Incontro di preghiera di Lunedì 9 maggio E DIO DISSE G: Oggi parliamo della Parola di Dio. Ne parliamo sempre, direttamente o indirettamente, tuttavia vogliamo fermarci a riflettere sull importanza che ha per ciascuno di noi, per la nostra vita spirituale, per il cammino della comunità, per la storia degli uomini. Più volte, nella Sacra Scrittura, ci viene ricordata la potenza della Parola di Dio: Lo giuro su me stesso, dalla mia bocca esce la verità, una parola irrevocabile. E Gesù, attribuendo a sé la stessa potenza, afferma: Le parole che vi ho dette sono spirito e vita. Quale effetto avrà su di noi l ascolto della parola di Dio ci viene detto dallo stesso Gesù: Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi. Queste tre citazioni possono essere altrettanti punti - guida per la nostra riflessione: La Parola esprime la potenza e la grandezza di Dio; Gesù incarna la Parola del Padre; l ascolto della Parola è efficace nella crescita della nostra vita spirituale. La piena comprensione della Parola di Dio è possibile solo attraverso lo Spirito Santo, quindi a lui leviamo la nostra preghiera con fiducia. Veni Creator S: O Dio, vieni a salvarci T: Signore vieni presto in nostro aiuto S: Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo T: Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. S: Signore Gesù, noi ti preghiamo di renderci disponibili e docili all ascolto della Parola, affinché essa, penetrando nelle nostre menti e nei nostri cuori, trasformi la nostra vita convertendoci alla volontà del Padre. T: Amen. *** G: Cominciamo con l ascoltare il primo capitolo della Genesi, con cui si apre la Bibbia, e in cui si sottolinea la potenza creatrice della Parola di Dio. Lo leggeremo per intero e, per quanto si tratti di un brano molto noto, ascoltiamolo con partecipazione, come una preghiera di lode a Dio che con la sua parola ha creato la vita, alla quale anche noi siamo stati chiamati. 1 L: In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno. Dio disse: "Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque". Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. Dio disse: "Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto". E così avvenne. Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona. E Dio disse: "La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie". E così avvenne: la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno. Dio disse: "Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni e

servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra". E così avvenne: Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno. Dio disse: "Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo". Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: "Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra". E fu sera e fu mattina: quinto giorno. Dio disse: "La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie". E così avvenne: Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. E Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra". Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra". Poi Dio disse: "Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde". E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. (Gen 1, 1-31) 2 L: S. Paolo, nella lettera ai Romani, dice di Dio che dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità e che quelli che soffocano la verità nell'ingiustizia sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Questo, dunque, è un primo punto sul quale possiamo riflettere: la Parola di Dio ha creato la vita e Dio attraverso le cose create continua a parlarci di sé; sta a noi sapere ascoltare e riconoscere la sua divinità invisibile attraverso il creato visibile. Dice J. Durkin: Quando (Dio) disse: "Sia la luce!", la luce fu. La Sua Parola ha fatto vivere, muovere e alterare le circostanze, ed ha creato la vita. La Bibbia è la Parola di Dio, che è viva oggi, ed il modo in cui la consideriamo determinerà l'effetto che essa avrà nella nostra vita. 3 L: Che dire? Io sono da sempre innamorato di questo primo capitolo della Bibbia. Mi affascina. Quanto a quel che dice S. Paolo, però, Signore, ho qualche difficoltà a credere che basti guardare il creato per arrivare a credere in Dio. Del resto è anche vero che l uomo ha cominciato a cercare Dio sin dalla lontana preistoria, e da che cosa poteva essere spinto se non dall aver riconosciuto nelle creature l impronta del loro creatore? Beh, comunque sia, io so che l artefice di tutto è un Padre a cui devo la vita e il mondo tutto nel quale ha voluto che la vivessi. Mi piace contemplarlo nella bellezza della natura: tutto ciò che ha fatto è meraviglioso. Sono anche persuaso che se imparassimo a osservare la natura con maggior attenzione, il nostro amore per Dio Padre ne verrebbe rafforzato. Tu, Signore Gesù, hai mostrato in tante occasioni una straordinaria sensibilità per tutte le creature: Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Così, Dio Padre continua a parlarmi attraverso le cose create, io lo lodo e lo ringrazio per quello che mi ha dato, e mi piace pensare che tu, proprio tu, Signore, hai condiviso con me questa preghiera.

G: Preghiamo. Recitiamo a cori alterni: Riflettiamo in silenzio I cieli narrano la gloria di Dio, e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento. Il giorno al giorno ne affida il messaggio e la notte alla notte ne trasmette notizia. Non è linguaggio e non sono parole, di cui non si oda il suono. Per tutta la terra si diffonde la loro voce e ai confini del mondo la loro parola. Là pose una tenda per il sole che esce come sposo dalla stanza nuziale, esulta come prode che percorre la via. Egli sorge da un estremo del cielo e la sua corsa raggiunge l'altro estremo: nulla si sottrae al suo calore. La legge del Signore è perfetta, rinfranca l'anima; la testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice. Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore; i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi. Il timore del Signore è puro, dura sempre; i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti, più preziosi dell'oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante. Anche il tuo servo in essi è istruito, per chi li osserva è grande il profitto. Le inavvertenze chi le discerne? Assolvimi dalle colpe che non vedo. Anche dall'orgoglio salva il tuo servo perché su di me non abbia potere; allora sarò irreprensibile, sarò puro dal grande peccato. Ti siano gradite le parole della mia bocca, davanti a te i pensieri del mio cuore. Signore, mia rupe e mio redentore. (Sal. 19) Cantiamo: Le tue meraviglie pag. 8 1 L: Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Non v'è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto. (Eb 4, 12 13) 2 L: Gesù, con la frase: Le parole che vi ho dette sono spirito e vita, attribuisce a sé la potenza della Parola di Dio, egli anzi incarna quella Parola, come dice S. Giovanni nel prologo al suo vangelo: In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini. Nella traduzione della Bibbia si è conservato il termine arcaico latinizzante di Verbo, al posto di Parola, per sottolineare il significato particolare che esso acquista in questo contesto. Proprio partendo dal passo della Lettera agli Ebrei che stiamo prendendo in considerazione, papa Francesco dice: La Parola di Dio è viva e perciò viene e dice quello che vuole dire: non quello che io aspetto che dica o quello che io spero che dica. 3 L: E questo commento del papa ci introduce subito nella concretezza della nostra vita spirituale e ritengo che nessuno di noi può sottrarsi al dovere di verificarle nella propria coscienza. Una parola viva e che quindi viene e dice quello che vuole dire, quindi una parola libera. Questo è bello oltre che importante. Che vita è quella di chi non è libero? Che forza può avere una parola che non è libera? Quando leggiamo la parola di Dio spingendola nella direzione che ci fa più comodo o più

spesso tenendola chiusa dentro i nostri schemi preconcetti, togliendole quindi la sua libertà, essa non può agire dentro di noi, non può cambiare la nostra vita. Ma forse è proprio la paura di cambiare che ci induce a tarparle le ali. Infatti, essa scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. E non sempre siamo disposti a fare luce su i sentimenti e i pensieri del cuore. Noi ci affezioniamo ai nostri schemi, alle nostre abitudini; troviamo mille giustificazioni per adattare Dio a un modo di essere nel quale ci siamo adagiati e che non siamo disposti a mettere in discussione e così: La Parola di Dio è potente perché può trasformare tutto ciò che tocca. Ma se non la consideriamo come viva forza spirituale, capace di trasformare la gente e le circostanze, l'effetto della Bibbia non sarà molto diverso da quello di un normale libro religioso. (J. Durkin) G: Preghiamo. Recitiamo a cori alterni Riflettiamo in silenzio Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti; ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte. Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua, che darà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai; riusciranno tutte le sue opere. Non così, non così gli empi: ma come pula che il vento disperde; perciò non reggeranno gli empi nel giudizio, né i peccatori nell'assemblea dei giusti. Il Signore veglia sul cammino dei giusti, ma la via degli empi andrà in rovina. (Sal 1) Cantiamo: È giunta l ora pag. 60 1 L: Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: "Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?". Avendo udito questo, Gesù disse loro: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori". Ora i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: "Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?". Gesù disse loro: "Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno. Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi". (Mc 2, 16-22) 2 L: La Parola di Dio, ci dice il papa, dice quello che vuole dire, e questo passo ce ne dà un chiaro esempio. È un esempio che viene dai fatti, prima che dalle parole e questo dobbiamo tenerlo ben presente, perché troppo spesso ci compiacciamo delle parole, ci lasciamo trasportare dal loro fascino, ma non le attuiamo poi nei fatti. Commenta un teologo: Allora gli scribi e i farisei vedendo che mangiava con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai discepoli: «Perché mangia con i pubblicani e i peccatori il vostro Maestro?». Ma gli scribi, cioè i teologi, e i farisei, quelli che osservavano tutte le prescrizioni della Legge e che credevano di essere graditi a Dio nella misura delle osservanze praticate, insinuano il dubbio nei suoi discepoli. Vanno dall anello più debole, e dicono: «Vedete? Gesù non è un maestro spirituale serio, guardate cosa fa? Mangia con i peccatori!». (P. A. Magi). E questi siamo noi, quando ci riteniamo a posto per il numero dei rosari

che recitiamo e di tante altre pratiche religiose, per il rispetto scrupoloso delle regole formali e però poniamo una barriera fitta di ma per giustificare noi stessi davanti all impegno al quale ci richiama la Parola di Dio nella pratica della vita; la carità, la solidarietà, il perdono, l accoglienza, la correzione fraterna: rispetto a queste cose, quanto le permettiamo di penetrare in noi perché scruti i sentimenti e i pensieri del cuore? Spesso lasciamo che ristagni nella soglia della nostra coscienza e però, avendola neutralizzata grazie alla barriera dei nostri ma, possiamo dire ho la coscienza a posto. Come gli scribi e i farisei. Gesù è l uomo dalla fede purissima nella Parola del Padre. Lui vive per ascoltare il Padre. L ascolto è la sua vita. I farisei vivono per ascoltare il loro cuore. Il loro cuore è la loro religione. E noi? 3 L: Sto pensando ai ma, me ne vengono in mente alcuni, però tra tutti uno che salta fuori spesso è: Ma io sono fatto così. Sono fatto così, questo è il mio carattere: quando taglio con una persona è fatta, non torno indietro. Il mio carattere? Ma la Parola di Dio non mi chiede conto del mio carattere, ma del mio dovere di perdonare. Se qualcosa non va nel funzionamento del mio corpo, mi preoccupo di curarmi, non dico: ho un ulcera gastrica, è così, non so che farci ; mi curo, perché l ulcera mi procura dolore. Se anche la consapevolezza di offendere Dio mi procurasse dolore, cercherei il modo di curarmi da questo aspetto del mio carattere che mi impedisce di perdonare e invece sentendomi giustificato dal mio carattere mi rifiuto di mettermi in discussione, impedisco alla Parola di Dio di agire dentro di me. È come se affrontassi il problema dell ulcera neutralizzando il dolore con gli antidolorifici invece che cercando il modo di guarire. G: Papa Francesco vede la libertà della Parola di Dio nella sua novità. Ascoltiamo alcuni passi di una sua omelia. 4 L: Il Vangelo è novità. La Rivelazione è novità. Il nostro Dio è un Dio che sempre fa le cose nuove e chiede da noi questa docilità alla sua novità. Nel Vangelo, Gesù è chiaro in questo, è molto chiaro: vino nuovo in otri nuovi. Il vino lo porta Dio, ma deve essere ricevuto con questa apertura alla novità. E questo si chiama docilità. Noi possiamo domandarci: io sono docile alla Parola di Dio o faccio sempre quello che io credo che sia la Parola di Dio? O faccio passare la Parola di Dio per un alambicco e alla fine è un altra cosa rispetto a quello che Dio vuole fare?. Quando io voglio prendere l elettricità dalla fonte elettrica, se l apparecchio che io ho non va, cerco un adattatore. Noi dobbiamo sempre cercare di adattarci, di adeguarci a questa novità della Parola di Dio, essere aperti alla novità. Saul, proprio l eletto di Dio, unto di Dio, aveva dimenticato che Dio è sorpresa e novità. Aveva dimenticato, si era chiuso nei suoi pensieri, nei suoi schemi, e così ha ragionato umanamente. La libertà cristiana e l obbedienza cristiana sono docilità alla Parola di Dio, è avere quel coraggio di diventare otri nuovi, per questo vino nuovo che viene continuamente. Questo coraggio di discernere sempre: discernere, dico, non relativizzare. Discernere sempre cosa fa lo Spirito nel mio cuore, cosa vuole lo Spirito nel mio cuore, dove mi porta lo Spirito nel mio cuore. E obbedire. Discernere e obbedire. Chiediamo oggi la grazia della docilità alla Parola di Dio, a questa Parola che è viva ed efficace, che discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. (S. Marta 20 01 2014) Riflettiamo in silenzio G: Preghiamo. Recitiamo a cori alterni. O voi tutti assetati venite all'acqua, chi non ha denaro venga ugualmente; comprate e mangiate senza denaro e, senza spesa, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è

pane, il vostro patrimonio per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate e voi vivrete. Io stabilirò per voi un'alleanza eterna, i favori assicurati a Davide. Ecco l'ho costituito testimonio fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni. Ecco tu chiamerai gente che non conoscevi; accorreranno a te popoli che non ti conoscevano a causa del Signore, tuo Dio, del Santo di Israele, perché egli ti ha onorato. Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri. Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata. Voi dunque partirete con gioia, sarete condotti in pace. I monti e i colli davanti a voi eromperanno in grida di gioia e tutti gli alberi dei campi batteranno le mani. Invece di spine cresceranno cipressi, invece di ortiche cresceranno mirti; ciò sarà a gloria del Signore, un segno eterno che non scomparirà. (Is 55) Cantiamo: Come un cervo pag. 51 G: Prima di concludere la nostra preghiera, ascoltiamo un breve passo di S. Paolo sul quale potremo tornare, durante la settimana, con il nostro pensiero, per riflettere e anche per ringraziare Dio del dono grande che ci ha fatto dandoci la su Parola. Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l'hai appreso e che fin dall'infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. (2Tim 3, 14 16) G: Chi vuole, può fare un breve commento o una preghiera.