VEGLIA DI PREGHIERA ECUMENICA PER LA LIBERTÀ E LA DEMOCRAZIA IN CALABRIA



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1

2 VEGLIA DI PREGHIERA ECUMENICA PER LA LIBERTÀ E LA DEMOCRAZIA IN CALABRIA Canto: Passione per la nazione C è una nuova generazione Con il fuoco di Dio nel suo cuore Appassionata per la visione Di vedere un risveglio in questa nazione Tutti giovani e adolescenti Calpesteranno scorpioni e serpenti Stanno gridando senza timore Che Gesù Cristo è il Signore Di questa nazione C è una passione nel nostro cuor Per la nazione (2x) Riempici, rivestici Della tua potenza per testimoniare Cambiaci, trasformaci Vogliamo brillare della tua gloria Saluto di coloro che presiedono la veglia Saluto degli organizzatori Preghiera iniziale C1. Re Celeste Consolatore, Spirito di Verità, Tu che sei ovunque presente e tutto riempie, tesoro di tutti i beni e sorgente di vita, viene ad abitare in noi. Purificaci da ogni peccato e salva le nostre vite, Tu che sei bontà. T. AMEN! 1) ANNUNCIARE Canto: Come la pioggia e la neve, Come la pioggia e la neve scendono giù dal cielo e non vi ritornano senza irrigare e far germogliare la terra, così ogni mia parola non ritornerà a me, senza operare quanto desidero, senza aver compiuto ciò per cui l'avevo mandata. Ogni mia parola. Ogni mia parola. Lettura biblica L1. Dal Libro del profeta Isaia (capitolo 61) Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l anno di misericordia del Signore, un giorno di vendetta per il nostro Dio, per consolare tutti gli afflitti, per allietare gli afflitti di Sion, per dare loro una corona invece della cenere, olio di letizia invece dell abito da lutto, canto di lode invece di un cuore mesto.

3 Essi si chiameranno querce di giustizia, piantagione del Signore per manifestare la sua gloria. Ricostruiranno le vecchie rovine, rialzeranno gli antichi ruderi, restaureranno le città desolate, devastate da più generazioni.[...] Voi sarete chiamati sacerdoti del Signore, ministri del nostro Dio sarete detti. Vi godrete i beni delle nazioni, trarrete vanto dalle loro ricchezze. Perché il loro obbrobrio fu di doppia misura, vergogna e insulto furono la loro porzione; per questo possiederanno il doppio nel loro paese, avranno una letizia perenne. Poiché io sono il Signore che amo il diritto e odio la rapina e l ingiustizia: io darò loro fedelmente il salario, concluderò con loro un alleanza perenne... Coloro che li vedranno ne avranno stima, perché essi sono la stirpe che il Signore ha benedetto. Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia, come uno sposo che si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli. Poiché come la terra produce la vegetazione e come un giardino fa germogliare i semi, così il Signore Dio farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutti i popoli. Canto: Iskra Menarini Lettura:Testo della Gaudium et Spes (n 26) L2. Dall'interdipendenza sempre più stretta e piano piano estesa al mondo intero deriva che il bene comune - cioè l'insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente - oggi vieppiù diventa universale, investendo diritti e doveri che riguardano l'intero genere umano. Pertanto ogni gruppo deve tener conto dei bisogni e delle legittime aspirazioni degli altri gruppi, anzi del bene comune dell'intera famiglia umana. Contemporaneamente cresce la coscienza dell'eminente dignità della persona umana, superiore a tutte le cose e i cui diritti e doveri sono universali e inviolabili. Occorre perciò che sia reso accessibile all'uomo tutto ciò di cui ha bisogno per condurre una vita veramente umana, come il vitto, il vestito, l'abitazione, il diritto a scegliersi liberamente lo stato di vita e a fondare una famiglia, il diritto all'educazione, al lavoro, alla reputazione, al rispetto, alla necessaria informazione, alla possibilità di agire secondo il retto dettato della sua coscienza, alla salvaguardia della vita privata e alla giusta libertà anche in campo religioso. [...] Per raggiungere tale scopo bisogna lavorare al rinnovamento della mentalità e intraprendere profondi mutamenti della società. Lo Spirito di Dio, che con mirabile provvidenza dirige il corso dei tempi e rinnova la faccia della terra, è presente a questa evoluzione. Il fermento evangelico suscitò e suscita nel cuore dell'uomo questa irrefrenabile esigenza di dignità. Musica: Sandro Cerino C1. Breve commento C1. Preghiera Signore, mostraci la sofferenza del più povero;

4 perché conosciamo davvero la condizione della mia gente. Rendici liberi di pregare per gli altri; perché Tu sei presente in ogni persona. Aiutaci ad assumere la responsabilità delle nostre vite affinché possiamo essere liberi finalmente. Concedici coraggio per servire gli altri perché è nel servizio che si ha la vera vita. Dacci onestà e pazienza, affinché lo Spirito viva in mezzo a noi. Fa che lo Spirito fiorisca e cresca, perché noi non ci si stanchi mai di lottare. Fa che ricordiamo coloro che sono morti per la giustizia, perché ci hanno dato la vita. Aiutaci ad amare anche coloro che ci odiano, perché è così che noi potremo cambiare il mondo. T. Amen. (César Chavez, Preghiera delle lotte bracciantili). Canto: O Signore fà di me uno strumento O Signore fà di me uno strumento fa di me uno strumento della tua pace, dov'è odio che io porti l'amore dov'è offesa che io porti il perdono dov'è dubbio che io porti la fede dov'è discordia che io porti l'unione dov'è errore che io porti la verità a chi dispera che io porti la speranza. O maestro dammi Tu un cuore grande che sia goccia di rugiada per il mondo che sia voce di speranza che sia un buon mattino per il giorno di ogni uomo e con gli ultimi del mondo sia il mo passo lieto nella povertà, nella povertà. O Signore fa di me il tuo canto fa di me il tuo canto di pace a chi è triste che io porti la gioia a chi è nel buio che io porti la luce. E' donando che si ama la vita è servendo che si vive la gioia perdonando che si trova il perdono è morendo che si vive in eterno. Rit. 2) DENUNCIARE Lettura biblica L3. Dal Primo Libro dei Re (capitolo 21, 1-16 ) In seguito avvenne il seguente episodio. Nabot di Izreèl possedeva una vigna vicino al palazzo di Acab re di Samaria. Acab disse a Nabot: Cedimi la tua vigna; siccome è vicina alla mia casa, ne farei un orto. In cambio ti darò una vigna migliore oppure, se preferisci, te la pagherò in denaro al prezzo che vale. Nabot rispose ad Acab: Mi guardi il Signore dal cederti l eredità dei miei padri. Acab se ne andò a casa amareggiato e sdegnato per le parole dettegli da Nabot di Izreèl, che aveva affermato: Non ti cederò l eredità dei miei padri. Si coricò sul letto, si girò verso la parete e non volle mangiare. Entrò da lui la moglie Gezabele e gli domandò: Perché mai il tuo spirito è tanto amareggiato e perché non vuoi mangiare?. Le rispose: Perché ho detto a Nabot di Izreèl: Cedimi la tua vigna per denaro o, se preferisci, te la cambierò con un altra vigna ed egli mi ha risposto: Non cederò la mia vigna!. Allora sua moglie Gezabele gli disse: Tu ora eserciti il regno su Israele? Alzati, mangia e il tuo cuore gioisca. Te la darò io la vigna di Nabot di Izreèl!.

5 Essa scrisse lettere con il nome di Acab, le sigillò con il suo sigillo, quindi le spedì agli anziani e ai capi, che abitavano nella città di Nabot. Nelle lettere scrisse: Bandite un digiuno e fate sedere Nabot in prima fila tra il popolo. Di fronte a lui fate sedere due uomini iniqui, i quali l accusino: Hai maledetto Dio e il re! Quindi conducetelo fuori e lapidatelo ed egli muoia. Gli uomini della città di Nabot, gli anziani e i capi che abitavano nella sua città, fecero come aveva ordinato loro Gezabele, ossia come era scritto nelle lettere che aveva loro spedite. Bandirono il digiuno e fecero sedere Nabot in prima fila tra il popolo. Vennero due uomini iniqui, che si sedettero di fronte a lui. Costoro accusarono Nabot davanti al popolo affermando: Nabot ha maledetto Dio e il re. Lo condussero fuori della città e lo uccisero lapidandolo. Quindi mandarono a dire a Gezabele: Nabot è stato lapidato ed è morto. Appena sentì che Nabot era stato lapidato e che era morto, disse ad Acab: Su, impadronisciti della vigna di Nabot di Izreèl, il quale ha rifiutato di vendertela, perché Nabot non vive più, è morto. Quando sentì che Nabot era morto, Acab si mosse per scendere nella vigna di Nabot di Izreèl a prenderla in possesso. Allora il Signore disse a Elia il Tisbita: Su, recati da Acab, re di Israele, che abita in Samaria; ecco è nella vigna di Nabot, ove è sceso a prenderla in possesso. Gli riferirai: Così dice il Signore: Hai assassinato e ora usurpi! Per questo dice il Signore: Nel punto ove lambirono il sangue di Nabot, i cani lambiranno anche il tuo sangue. Acab disse a Elia: Mi hai dunque colto in fallo, o mio nemico!. Quegli soggiunse: Sì, perché ti sei venduto per fare ciò che è male agli occhi del Signore. Musica: Sandro Cerino Testimonianze / analisi - nel campo sociale L4. Dal Manifesto di Comunità Libere: Abbiamo compreso che uno dei criteri regolatori più importanti della nostra società calabrese è l'appartenenza. Nei nostri territori non viene valorizzato chi è professionalmente competente o umanamente capace, bensì chi è in grado di esibire una chiara appartenenza a una corrente politica forte, alla massoneria, alla 'ndrangheta, ad una famiglia nota, ad un papà o ad un parente che conta, ecc. L'appartenenza vale più della competenza: questa è l'amara constatazione di molti giovani che, per sentirsi sufficientemente valorizzati, spesso preferiscono emigrare. - nel campo economico L5. Dal Manifesto di Comunità Libere: Nel mondo dell'impresa e dell'economia vige la logica dei valichi. La ricerca di informazioni e opportunità, gli iter burocratici, le richieste di finanziamento, le gare d'appalto, un finanziamento pubblico o da una banca, diventano valichi per oltrepassare i quali è necessario assoggettarsi ad un pesante sistema di appartenenze clientelari. Il mercato privato è pesantemente condizionato dalla 'ndrangheta. Per accedere al mercato pubblico spesso vengono richieste come condizioni di accesso più o meno tacite: tangenti, liste di persone da assumere, pacchetti di voti, scambi di favori, ovvero combinazioni plurime di questi elementi proporzionatamente agli importi in gioco. Essere onesti e coerenti in contesti simili diviene un'anomalia. Esercitare la libera concorrenza e il libero esercizio d'impresa divengono comportamenti eroici. - nel campo politico L4. Dal Manifesto di Comunità Libere: Le nostre problematiche non sono [...] determinate solo da un certo tipo di cultura o di mentalità ma da precisi sistemi di potere o per dirla cristianamente da strutture di peccato, che assoggettano la gente servendosi delle esigenze di sopravvivenza quotidiana. [...] Questo sistema di potere è scientificamente pensato e strutturato per compiere una manutenzione sistematica della precarietà della gente. In quanto solo mantenendo le persone in una situazione di precarietà e dipendenza le si può facilmente controllare in modo da blindare gli enormi privilegi di pochi. Le organizzazioni di potere che governano questo sistema, pur a livelli e con modalità differenti, sono: la 'ndrangheta e le massonerie [deviate], con tutto il loro indotto di cortigiani, consorterie varie e comitati d'affari, anche se non organici certamente collusi. La 'ndrangheta in questi anni è cresciuta in forza, in complessità organizzativa, in radicamento territoriale, in capacità strategica. Ormai dispone di una propria classe dirigente che pretende di divenire anche classe politica di governo locale, regionale e nazionale.

6 Contemporaneamente la 'ndrangheta mantiene anche il suo volto tradizionale: in molti ambienti rurali, per molti ceti popolari, spesso rimane l'unica fonte di appartenenza ad accesso (apparentemente) gratuito. [...] Le lusinghe del denaro e del rispetto riservano in realtà una vita d'inferno per la maggior parte della base degli affiliati. Sulle massonerie deviate ovviamente pende l'evidente illegalità. Ma anche la solidarietà esclusiva (cioè che esclude gli altri ) tra i fratelli, nella massoneria legale, pone grossi problemi etici in Calabria, dove il potere da scambiare viene prevalentemente dalla dirigenza o dall'amministrazione della cosa pubblica. - nel campo ecologico L5. Piangono le coste del Tirreno e dello Ionio, i monti delle Serre e della Sila, la Locride e il Vibonese, il Lametino e la Sibaritide, piangono i paesi presepi abbandonati, fuggiti, scansati dai suoi abitanti in cerca di fortuna, quando restare significava povertà e miseria, e adesso ridotti a macerie, a progetti mai realizzati e a piani di sviluppo incompiuti. Povera terra devastata da nuovi barbari arricchiti o in cerca di ricchezza, senza sapere bene come, spesso con la violenza. Senza meriti. Senza altre qualità che quelle dell imbroglio e dell inganno. Povera e bella terra assediata e saccheggiata da chi non fa che esaltarne le bellezze e intanto pensa a profitti facili e veloci. Terra di sole e di mare con i piani per i villaggi turistici organizzati dai dirottatori di denaro pubblico, mentre i turisti fuggono dalle spiagge con le case-palafitte e ridotte ad una pattumiera da depuratori miliardari mai messi in funzione. (V. Teti) C2. Breve commento C2. Preghiera Manda, Signore, ancora profeti, uomini certi di Dio, uomini dal cuore in fiamme. E tu a parlare dai loro roveti sulle macerie delle nostre parole, dentro il deserto dei templi: e dire ai poveri di sperare ancora. Che siano appena la tua voce, voce di Dio dentro la folgore, voce di Dio che schianta la pietra. (David Maria Turoldo, O sensi miei) 3) RINUNCIARE Lettura biblica L6. Dal libro del profeta Isaia (capitolo 58, 1-5) Grida a squarciagola, non aver riguardo; come una tromba alza la voce; dichiara al mio popolo i suoi delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati. Mi ricercano ogni giorno, bramano di conoscere le mie vie, come un popolo che pratichi la giustizia e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio; mi chiedono giudizi giusti, bramano la vicinanza di Dio: Perché digiunare, se tu non lo vedi, mortificarci, se tu non lo sai?. Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui.

7 Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso. È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? Musica: Sandro Cerino Lettura L7. Dalla relazione di P. GianCarlo al Convegno della Caritas calabra 2007 Annuncio e denuncia hanno sempre bisogno di segni concreti, visibili, chiari e forti nella testimonianza. Nulla più dell esempio oggi convince la nostra gente. [...] In questa logica mi pare bello rilanciare la scelta [della] libertà dal denaro nelle nostre chiese e comunità. «Qui siamo attesi, perché dove c è libertà dal denaro, c è fede forte e cristallina. La povertà evangelica resta il grande tesoro della Chiesa [...]. Richiede tanto coraggio, ancora, specie nella amministrazione dei sacramenti e nella gestione delle feste popolari, che sono di fatto ancora occasione di spreco, di fasto, di incongruenze, dove purtroppo la mafia rischia sempre di innestarsi. [...] Questa libertà interiore ed esteriore porta le nostre comunità a vivere con fedeltà il gesto dell accompagnare i nostri giovani, perché reggano la sfida del fascino del facile guadagno, della delega deresponsabilizzante. Accompagnare vuol dire impegnarsi con loro negli Oratori, perché siano spazi di crescita civica e spirituale [...], nei gruppi giovanili, nei circoli culturali, nelle associazioni sportive. Cioè ogni forma di aggregazione che si fa subito responsabile partecipazione anche alla cosa pubblica. L impegno nelle cooperative è poi uno spazio cui ci ha lentamente abituato il Progetto Policoro, così prezioso nella lotta contro la mafia [...]. Non è il lavoro in sé che strappa dalla mafia. È troppo poco, perché anche la mafia dà lavoro. Ma è il lavoro in cooperativa, in una cooperativa motivata e rimotivata eticamente, che rende liberi nei confronti della malavita. Anzi, dalla nostra esperienza, è vitale passare dalla cooperativa al consorzio, che rafforza la singola cooperativa, è anello di congiunzione con altre zone della Calabria e di tutta Italia, in un intreccio che si fa sicurezza, solidarietà anche economica, sostegno conoscitivo dei mezzi di liberazione dalla paura e dallo scoraggiamento. E, infine, bisogna sapersi indignare, come ha fatto Gesù, nel racconto di Marco (3, 5 e 10, 14), quando le cose non vanno. Non c è amore senza indignazione. Cioè senza quella difesa appassionata delle persone, dei valori, della giustizia. Per chiudere, credo che sia commovente richiamare uno slogan, [...]: santità è legalità. Dove l impegno per la legalità è per un cristiano la strada per la santità. E la santità, cercata nel vivere quotidiano in terra del Sud, di fatto diviene scuola di legalità e di verità. Qui, nelle nostre comunità, non si può essere santi senza aver fame e sete della giustizia. C3. Breve commento Canto: Ho fame di te C è un desiderio nel mio cuor Di vedere la Tua gloria E nessuna cosa al mondo potrà Mai soddisfare di più il mio cuor C è grande fame dentro me Che brama la Tua presenza Io dedico la mia vita a te I miei occhi vedranno la Tua gloria Sia distrutta ogni opera d uomo Rimossa ogni iniquità Affinché l opera della Tua mano Rimanga per l eternità Coro: Ho fame di Te, di Te mio Signor Della Tua presenza dentro me

8 Ho fame di Te, non posso più vivere Senza vedere la Tua gloria Ho fame di Te, di Te mio Signor Della Tua presenza dentro me Ho fame di Te, non voglio più vivere Senza vedere la Tua gloria Professione di fede e d impegno C1. Sorella, fratello, credi in Dio che è Padre dalle viscere materne, che ha creato l uomo a sua immagine perché fosse libero e libero per amare? T.- Credo! C1. Credi in Gesù Cristo, suo Figlio, che si è fatto uno di noi ed è morto per noi perché fossimo liberati da ogni forma di male e vivessimo nella libertà dei figli di Dio? T.- Credo! C1. Credi nello Spirito Santo Consolatore, che guida i nostri passi nella costruzione del Regno di giustizia, di pace e di amore? T.- Credo! C2. Rinunci a tutto ciò che si oppone all amore di Dio per noi? T. Rinuncio! C2. Rinunci ad ogni forma di violenza, seppure con lo scopo di promuovere la giustizia? T. Rinuncio! C2. Rinunci all accumulo aggressivo di soldi e beni? T. Rinuncio! C2. Rinunci ad esercitare qualsiasi forma di potere che non sia servizio del bene comune? T. Rinuncio! C2. Rinunci all apparire a tutti i costi, al voler primeggiare sugli altri, all invidia che è veleno che corrode ogni cosa? T. Rinuncio! C3. Vuoi impegnarti nella costruzione del Regno di giustizia e di pace? T. Lo voglio! C3. Vuoi lottare per la liberazione di tutti gli oppressi? T. Lo voglio! C3. Vuoi prodigare le tue forze perché ci sia sempre più democrazia responsabile? T. Lo voglio! C3. Vuoi fare strada ai poveri, senza farti strada? T. Lo voglio! Preghiera C3. Signore Gesù Cristo, che ci hai comandato di non rendere male per male, ma di pregare per coloro che ci odiano e ci contraddicono, fà che con l'aiuto del tuo Spirito santo possiamo amare i nostri nemici, far loro del bene e pregare per loro con sincerità. Se in qualche caso siamo stati causa delle offese fatte a noi, correggici e aprici la strada a una santa riconciliazione. Fà che la loro ira non resti sempre accesa contro di noi, ma libera noi e loro dalla cattiva potenza dell'odio, affinché possiamo essere pronti a perdonarci gli uni gli altri. La tua pace regni nei nostri cuori, nelle nostre menti, nei nostri atteggiamenti, ora e sempre. T. Amen. (Presbiterian Board of Publication, Philadelphia 1919) Canto: Iskra Menarini 4) IMPEGNO Lettura L8. Dal libro del profeta Isaia (capitolo 58, 6-14)

9 Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l affamato, nell introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne? Allora la tua luce sorgerà come l aurora (gesto dei celebranti: attingono la luce dal cero pasquale) la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà; implorerai aiuto ed egli dirà: Eccomi!. Se toglierai di mezzo a te l oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se offrirai il pane all affamato, se sazierai chi è digiuno, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. (i celebranti distribuiscono la luce ai fedeli) Canto: Su ali d aquila Tu che abiti al riparo del Signore e che dimori alla sua ombra, dì al Signore: 'Mio rifugio, mia roccia in cui confido. E ti rialzerà, ti solleverà, su ali d'aquila ti reggerà, sulla brezza dell'alba ti farà brillar come il sole, così nelle sue mani vivrai. Dal laccio del cacciatore ti libererà e dalla carestia che distrugge. Poi ti coprirà con le sue ali e rifugio troverai. Rit. Non devi temere i terrori della notte né freccia che vola di giorno mille cadranno al tuo fianco ma nulla ti colpirà. Rit. Perché ai suoi angeli ha dato un comando di preservarti in tutte le tue vie ti porteranno sulle loro mani contro la pietra non inciamperai. Rit. E ti rialzerò, ti solleverò, su ali d'aquila ti reggerò, sulla brezza dell'alba ti farò brillar come il sole, così nelle mie mani vivrai. Testimonianze / annunci di speranza - nel campo sociale L9. Dal documento dei vescovi calabresi Se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo Ad una criminalità dai tratti violenti, nascosti e pervasivi, tesa ad assoggettare risorse economiche, relazionali e sociali, opporremo la cultura della vita e della legalità. In questa sfida, nulla sarà d aiuto più che la riscoperta della fede nel Figlio di Dio, che si è fatto uomo ed è venuto tra gli uomini perché abbiano la vita e l abbiano in abbondanza (Gv 10,10). L10. Dal Manifesto di Comunità Libere: Al rispetto della 'ndrangheta noi contrapponiamo la rispettabilità, fondata sull'onestà e sulla capacità di fare il bene per tutti. Proponiamo ai mafiosi di dissociarsi da una vita così assurda e perdente, aiutandoli a costruirsi un lavoro onesto che consenta loro di guadagnare il giusto, vivendo in tranquillità e vedendo crescere serenamente i propri figli.

10 [...]Alla solidarietà esclusiva tra i fratelli noi contrapponiamo il concetto di bene comune che guarda a tutti, massoni e non, che anzi si rivolge prioritariamente a chi è più debole e senza appartenenze, a chi non ha la possibilità di ricambiare in alcun modo. Alla segretezza o riservatezza noi contrapponiamo l'apertura, chiara, sincera, trasparente, verso tutti, ancor di più se si ricoprono responsabilità pubbliche o private. - nel campo economico L9. Lottare contro la povertà, soprattutto nel nostro Sud ricorda Mons. Francesco Montenegro, presidente di Caritas Italiana vuol dire molto di più che dare qualcosa a chi ha meno, ma vuol dire: - "sottrarre a un destino sociale prevedibile di precarietà e marginalità tanti ragazzi e bambini che hanno avuto la sfortuna di nascere nel posto sbagliato, nel quartiere sbagliato, nella contrada sbagliata; - contrastare il predominio di una economia criminale che trova nella povertà di alcuni territori la possibilità di poter disporre di una "armata di riserva" per il proprio mercato del lavoro; - costruire coesione sociale a partire innanzitutto da un senso di appartenenza sociale che le politiche di contrasto alla povertà contribuiscono a creare". - nel campo politico L10. Dal documento dei vescovi calabresi Se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo Contro un potere mafioso che permea di sé sia i singoli sia le istituzioni, deve nascere e diffondersi un senso critico capace di discernere i valori e le autentiche esigenze evangeliche. Se da un lato inquietano certe accuse di connivenza tra settori della criminalità organizzata e responsabili della cosa pubblica ai vari livelli, dall altro risalta, specialmente per il cristiano, la necessità dell impegno nella polis, come espressione della carità e dell amore che il credente vive in Cristo. La carità politica, appunto, e i frequenti casi di corruzione ci spingono non solo a sollecitare la politica al recupero del valore di servizio, ma ancor più ad esortare i cristiani a non disertare questo servizio, pur quando esso significhi sacrificio e rischio per la propria vita. - nel campo ecologico L9. Dalla Charta œcumenica: Credendo all'amore di Dio creatore, riconosciamo con gratitudine il dono del creato, il valore e la bellezza della natura. Guardiamo tuttavia con apprensione al fatto che i beni della terra vengono sfruttati senza tener conto del loro valore intrinseco, senza considerazione per la loro limitatezza e senza riguardo per il bene delle generazioni future. Vogliamo impegnarci insieme per realizzare condizioni sostenibili di vita per l'intero creato. Consci della nostra responsabilità di fronte a Dio, dobbiamo far valere e sviluppare ulteriormente criteri comuni per determinare ciò che è illecito sul piano etico, anche se è realizzabile sotto il profilo scientifico e tecnologico. In ogni caso la dignità unica di ogni essere umano deve avere il primato nei confronti di ciò che è tecnicamente realizzabile... Ci impegniamo a sviluppare uno stile di vita nel quale, in contrapposizione al dominio della logica economica ed alla costrizione al consumo, accordiamo valore ad una qualità di vita responsabile e sostenibile. Canto: Dio una via farà Dio una via farà proprio dove via non c e in modi sconosciuti a noi dio aiuta i figli suoi Nelle avversità Dio ci aiuterà col suo amor, ci sosterrà una via farà, una via farà Dio aprirà una strada nel deserto fiumi d acqua viva lui farà sgorgar Tutto passerà ma la sua parola resterà una cosa nuova lui farà Lettura biblica C2. Dal vangelo secondo Luca (6,17-23) C era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli

11 che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti. Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. Canto: Iskra Menarini Preghiera e gesto conclusivi (Gesto: S innalzano i lumini che si tengono in mano, poi, durante il canto finale si esce con il lumino acceso, segno della nostra volontà di trasmetter a tutti la luce.) Preghiera Corale: Invocazione al Dio di Libertà T. Dio di libertà, liberaci da ogni catena. Dalle catene dell ignoranza, perché solo la verità ci farà liberi; dalle catene dell incoscienza, perché solo la consapevolezza ci farà liberi; dalle catene dell individualismo, perché solo la solidarietà ci farà liberi. In particolare noi oggi ti preghiamo per tutte le regioni della terra in cui il potere è prepotenza, il lavoro schiavitù, la politica affarismo, la famiglia prigione, il sesso peccato, la solidarietà connivenza, il silenzio omertà, la nonviolenza debolezza, la pazienza sottomissione, il dono disinteressato un oggetto di derisione, la giustizia un eccezione, il favoritismo la regola, la morale una maschera ipocrita, la religione un insieme di riti. Ascolta la nostra invocazione, Dio vivente e operante, soprattutto rendendoci, nella storia di oggi e di domani, segno e strumento del tuo Amore tenero e appassionato, dolce e focoso, mite e spietato. d.giorgio Pratesi C3. (introduzione alla preghiera) Preghiera del Padre nostro

12 Canto finale: Ai piedi della croce Ai piedi della croce io starò Contemplando la grandezza del tuo amore Prostrandomi ai tuoi piedi adorerò Ricevendo la tua grazia nel mio cuore Io so che c è potenza nel tuo sangue Che in quel dì i miei peccati hai perdonato Ed io dichiaro Gesù, nome al di sopra di ogni altro nome Non c è, non c è nessun altro Come il mio signore Morto per me, al posto mio, risuscitò Ritornerà, la sua chiesa rapirà Staremo con lui per l eternità Canti di riserva Degno è l Agnel Grazie per la Croce per il sacrificio Tuo e con il Tuo grande amor, la grazia Tua hai tolto il mio timor Grazie per il Tuo amor per i chiodi nelle man e per il Tuo Sangue io salvato son il perdono ora ho Degno è l Agnel che siede sul Suo tron incoronato nostro Re regna in vittoria Noi ti innalziam Gesù il Signor Colui che in croce andò per noi Degno è l Agnel Degno è l Agnel Tutti insieme nel Suo nome Questa generazione brama per un risveglio Vuole vedere la grandezza tua Giovani innamorati della parola Tua Una rivoluzione in mezzo a noi E crediam che si sta avvicinando II tempo che questo arriverà Tutti insieme nel Suo nome Con la gioia dentro il cuore Di lodare il Signore in santità E la Sua unzione scende E la Sua luce splende Dentro ogni cuore di questa città Questa generazione vuole un cuore nuovo Che vuole dedicare a Te Signor

13 Ogni credente spento possa trovare il fuoco E ritrovar di nuovo il primo amor E crediam che si sta avvicinando II tempo che questo arriverà