Docente: Raffaella Riva Tutor: docente Alessandra Catalano
L affresco è una delle tecniche pittoriche più difficili. Il colore deve essere steso sopra uno strato di calce ancora fresca. Solo in questo modo, durante l essiccamento, forma una crosta inalterabile nel tempo. Si comincia così: sul muro da affrescare, che deve essere molto asciutto, viene steso l arricciato, uno strato di malta spesso circa 1 cm. Poi, su una porzione corrispondente a una giornata di lavoro, viene messo l intonaco di calce. Si può quindi cominciare. Durante l esecuzione dell affresco non sono ammessi errori: una volta che il colore viene assorbito, non si può rimuovere. Non solo: i contorni delle porzioni di intonaco corrispondenti a diverse giornate di lavoro restano visibili. Bisogna dunque nasconderli, per esempio facendo in modo che corrispondano alla piega di un mantello, o a un orizzonte. Per questo motivo l opera va pianificata in anticipo, calcolando già a partire dal bozzetto quanto tempo sarà necessario per eseguire le varie parti del disegno e come suddividere l intero soggetto.
Andrea Mantegna Pittore e incisore italiano. Data di nascita: 1431, Isola di Carturo ora denominata Isola Mantegna. (frazione del comune di Piazzola sul Brenta in provincia di Padova Italia). Data di morte: 13 settembre 1506, Mantova
ANDREA MANTEGNA (Isola di Carturo, Padova 1431-Mantova 1506) Andrea Mantegna nacque a Isola di Carturo verso la fine del 1430, inizi del 1431. Verso i 10 anni si trasferisce a Padova dove entra nella bottega di Francesco Squarcione. In questa città, operavano artisti come Paolo Uccello, Filippo Lippi e Donatello quindi un panorama culturale ricco e stimolante per un giovane artista come Mantegna. Nel 1448 viene chiamato a far parte della squadra di artisti che decoravano la cappella Ovetari della chiesa degli Eremitani a Padova dove dipinse: Storie di San Giacomo e San Cristoforo. La Cappella (andò in gran parte distrutta durante la Seconda guerra mondiale), in questa occasione manifestò già la sua predilezione per le ricerche di scorci inconsueti: le figure vi appaiono in pose monumentali e le architetture sono colte di sotto in su", cioè dal basso. Si afferma in breve tempo come il più inventivo sperimentatore di sorprendenti impostazioni prospettiche. Nelle affascinanti allegorie e nei quadri di soggetto religioso, Mantegna reinterpreta l'antico in senso eroico. Nel 1460 si trasferisce a Mantova accogliendo l'invito di Ludovico III Gonzaga dove diventerà artista di corte, con cui condivide interessi antiquari, e vi rimane come pittore di corte fino alla morte. Per il duca affresca la Camera degli Sposi, che celebra la famiglia Gonzaga con varie allusioni simboliche e ritratti di corte. Nella volta dipinge il famoso oculo circolare aperto verso uno splendido cielo dipinto, e dal quale si affacciano figure e animali. Gli affreschi per la camera degli sposi vengono terminati probabilmente nel 1474. Dipinge in questo periodo anche una serie di ritratti dei personaggi di corte e affresca una cappella del castello di San Giorgio oggi il tutto però è andato perduto.
La Camera degli Sposi è un esempio chiarissimo della tendenza, da parte degli artisti del Quattrocento, a realizzare effetti di illusionismo pittorico. Per ampliare percettivamente il piccolo ambiente. Mantegna dipinge architetture che simulano perfettamente l ambiente reale, attraverso una raffinata finzione scenica. Dal 1460 Andrea Mantegna è a Mantova come pittore di corte dei Gonzaga. Qui dipinge ad affresco le parte e il soffitto della Camera degli Sposi. Nel piccolo vano, quasi cubico, le pareti ed il soffitto sono dipinti in modo da simulare un padiglione sostenuto da pilastri, aperto sul paesaggio esterno. Due pareti sono nascoste da finti tendaggi, mentre le altre due mostrano una scena di corte e l incontro tra il duca Ludovico e il figlio, cardinale Francesco.
Ludovico III Gonzaga chiamò alla sua corte Andrea Mantegna (1431-1506) e gli commissionò la decorazione della Camera degli Sposi. La sala aveva una duplice funzione: quella di sala delle udienze (dove il marchese trattava affari pubblici) e quella di camera da letto di rappresentanza, dove Ludovico si riuniva coi familiari. La Camera degli Sposi, è chiamata anche Camera picta (dipinta) 1465 1474 Affresco Castello di San Giorgio Mantova
La Camera degli Sposi, è una stanza collocata nel torrione nordest del Castello di San Giorgio di Mantova. È celebre per il ciclo di affreschi che ricopre le sue pareti capolavoro di Andrea Mantegna. La decorazione inizia il1465 e si conclude il 1474. Mantegna studiò una decorazione ad affresco che coprisse tutte le pareti e le volte del soffitto. Il tema generale è una celebrazione politico-dinastica dell'intera famiglia di Ludovico Gonzaga, con l'occasione dell'elezione a cardinale di Francesco Gonzaga. All architettura dipinta, realizzata con uno straordinario gioco illusivo si sovrappongono alcuni elementi reali: il camino, i peducci, due porte. Il peduccio è un capitello pensile sul quale si appoggia un arco o una volta.
Andrea Mantegna, Camera picta (dipinta), particolare della parete settentrionale in cui è ritratta la famiglia di Ludovico Gonzaga
Schema dei personaggi: 1. Il segretario Marsilio Andreasi 2. Il marchese Ludovico Gonzaga 3. Figli Gianfranco e Ludovico 4. Barbara di Brandeburgo 5. La figlia Paola 6. Il figlio Rodolfo 7. La figlia Barberina 8. La nutrice (donna che allatta un bambino) 9. La nana 10.I segretari
La luce è studiata in modo da accentuare la fusione tra ambiente reale e immaginario Il vaso d aranci e il pavone, o in putti giocosi posti Sulla balaustra circolare possono essere letti come simboli nuziali
Il soffitto affrescato della Camera degli Sposi. Andrea MANTEGNA L oculo nel soffitto della Camera degli Sposi Una prospettiva aperta verso il cielo
La Camera degli Sposi è un esempio chiarissimo della tendenza, da parte degli artisti del tardo Quattrocento, a realizzare effetti di illusionismo pittorico. Per ampliare percettivamente il piccolo ambiente, Mantegna dipinge architetture che simulano perfettamente l ambiente reale, attraverso una raffinata finzione scenica. Nel piccolo vano, quasi cubico, le pareti ed il soffitto sono dipinti in modo da simulare un padiglione sostenuto da pilastri, aperto sul paesaggio esterno. Due pareti sono nascoste da finti tendaggi, mentre le altre due mostrano una scena di corte e l incontro tra il duca Ludovico e il figlio, cardinale Francesco.
Al centro del soffitto della sala, un oculo apre il piccolo ambiente verso il cielo, in un audace scorcio prospettico. Alcuni particolari possono essere letti come simboli nuziali: il vaso d aranci e il pavone, sporgenti dall oculo, o i putti giocosi, abilmente posti nella balaustra circolare. Dal centro del soffitto, la luce sembra inondare la stanza in una calcolatissima gradazione chiaroscurale, lasciando in penombra le due pareti con le tende abbassate. La luce è studiata in modo da accentuare la fusione tra ambiente reale e ambiente immaginato.