X AGOSTO. Giovanni Pascoli

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Giovanni Pascoli. San Mauro di Romagna (1855) Bologna (1912) Autore: prof. Luca Gervasutti

Transcript:

X AGOSTO Giovanni Pascoli

INFORMAZIONI GENERALI SULLA POESIA Scritta da Pascoli nel 1896 Appartiene alla raccolta MYRICAE La poesia è composta da 6 quartine con schema ABAB Il titolo ha un rapporto diretto con la morte del padre Ruggero, avvenuta il 10 agosto 1867. Il 10 agosto è anche il giorno della festa di San Lorenzo, anch egli vittima della malvagità degli uomini. Il 10 agosto è anche il giorno in cui, secondo la tradizione, avviene il fenomeno delle stelle cadenti.

San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla. Ritornava una rondine al tetto: l'uccisero: cadde tra i spini; ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini. X AGOSTO TESTO DELLA POESIA Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido è nell'ombra, che attende, che pigola sempre più piano. Anche un uomo tornava al suo nido: l'uccisero: disse: Perdono; e restò negli aperti occhi un grido: portava due bambole in dono. Ora là, nella casa romita, lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano. E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male!

LA VICENDA PERSONALE La poesia è stata scritta da Pascoli in ricordo di un evento tragico, vale a dire la morte del padre, avvenuta in circostanze misteriose mentre l uomo tornava a casa da una fiera. La vicenda colpì profondamente il giovane Pascoli, soprattutto perché i colpevoli non furono mai scoperti: ciò generò in lui un senso di impotenza di fronte alle ingiustizie del mondo.

ANALISI DEL TESTO PRIMA STROFA San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché sì gran pianto nel concavo cielo sfavilla. San Lorenzo: la morte di Ruggero Pascoli è avvenuta il 10 agosto, giorno in cui si celebra San Lorenzo. Io lo so: questa espressione, collocata al centro del primo verso, sottolinea il forte carattere autobiografico della vicenda. Anche la natura, attraverso il pianto del cielo, manifesta il dolore per il male che c è nel mondo.

ANALISI DEL TESTO SECONDA STROFA Ritornava una rondine al tetto: 5 l'uccisero: cadde tra i spini; ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini. Rondine: Inizia in questa strofa il paragone, che occuperà anche le tre strofe successive, tra il padre di Pascoli ed una rondine, entrambi vittime del male. Tetto: la rondine ritornava a casa e portava ai suoi piccoli la cena, esattamente come Ruggero. L uccisero: a inizio verso, proprio per sottolineare l importanza e la gravità di questo fatto.

ANALISI DEL TESTO TERZA STROFA Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; 10 e il suo nido è nell ombra, che attende, che pigola sempre più piano. Nido: compare al v. 11 uno dei termini più importanti della poesia e della vita di Pascoli. Il nido simboleggia il luogo sicuro, quello degli affetti familiari, distrutto dall uccisione di un membro fondamentale per la vita di tutti gli altri. Pigola sempre più piano: i pulcini sono destinati a morire, il nido è destinato a distruggersi senza chi lo regge. Nel verso è presente l allitterazione della -P-, oltre che l onomatopea indiretta pigola.

ANALISI DEL TESTO QUARTA STROFA Anche un uomo tornava al suo nido: l uccisero: disse: Perdono; e restò negli aperti occhi un grido: 15 portava due bambole in dono. Un uomo: compare qui il secondo termine del paragone iniziato nella seconda strofa. Si tratta di Ruggero Pascoli, paragonato alla rondine. Per sottolineare il paragone, Pascoli utilizza le stesse parole: l uccisero. Nido grido: esattamente a metà poesia, compare di nuovo la parola nido, metafora della casa presso cui Ruggero stava tornando; Pascoli fa rimare nido con la parola grido: non è una cosa casuale, perché con questa rima il poeta mette in evidenza il contrasto drammatico tra la positività dei sentimenti buoni, simboleggiati dal nido, e la negatività della violenza del mondo, espressa dal grido. Portava due bambole in dono: esattamente come la rondine, che portava da mangiare ai suoi piccoli, l uomo viene rappresentato mentre compie un gesto d amore per le figlie.

ANALISI DEL TESTO QUINTA STROFA Ora là, nella casa romita, lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano. 20 Casa romita: la casa è rimasta sola, senza il sostegno indispensabile del padre. Cielo lontano: Pascoli usa le stesse parole che aveva usato per la rondine, per sottolineare ancora meglio il paragone. Nella strofa sono presenti le allitterazioni della -T- e della -D-.

ANALISI DEL TESTO SESTA STROFA E tu, Cielo, dall alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! D un pianto di stelle lo inondi quest atomo opaco del Male! Pianto di stelle: Pascoli ritorna di nuovo all argomento della prima strofa, cioè il pianto del cielo con le stelle cadenti. Atomo opaco del Male: si tratta della Terra, considerata un luogo oscurato dal male.