Progettazione di un database. Operazioni sugli archivi. Strutture

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4 Progettazione di un database In informatica il termine database, indica un archivio strutturato in modo tale da consentire la gestione dei dati stessi da parte di applicazioni software. Il db è un insieme di informazioni, di dati che sono suddivisi per argomento in ordine logico(tabelle) e poi tali argomenti sono suddivisi per categorie(campi). Gli aspetti principali della gestione degli archivi sono rappresentati da: La tipologia dei supporti utilizzati per registrare le informazioni; Le attrezzature hardware dedicate alla gestione delle unità di memorizzazione; Gli strumenti software per la costruzione di programmi applicativi e l interfaccia per l utente; La definizione dell organizzazione degli archivi per rendere efficiente l accesso ai dati e veloci le operazioni di ritrovamento; Operazioni sugli archivi Le operazioni che si posso effettuare sugli archivi sono le seguenti: La creazione dell archivio stesso, cioè tutto ciò che riguarda la realizzazione, sul supporto di memorizzazione, dello spazio destinato a contenere i dati; L interrogazione cioè la ricerca all interno del db delle informazioni necessarie per l elaborazione desiderata; Inserimento di nuovi dati dopo che l archivio è stato creato; Aggiornamento dei dati presenti nell archivio; Cancellazione di informazioni che non si vogliono più conservare; Ordinamento dei dati secondo un determinato criterio; Fusione tra due o più archivi; In un archivio le informazioni sono raggruppate secondo una logica. Gli insiemi di informazioni logicamente organizzate e riferite ed un unico soggetto sono chiamati record; le singole informazioni che compongono il record si chiamano campi; l elenco dei campi che lo compongono viene detto tracciato del record. Strutture Le basi di dati possono avere varie strutture, tipicamente, in ordine cronologico: 1. Gerarchica (rappresentabile tramite un albero); 2. Reticolare (rappresentabile tramite un grafo); 3. Relazionale (attualmente il più diffuso, rappresentabile mediante tabelle e relazioni tra esse); 4. Oggetti (estensione alle basi di dati del paradigma "Object Oriented", tipico della programmazione a oggetti); 5. Semantica (rappresentabile con un grafo relazionale). 4

5 Modello E/R Il modello entità/associazione(in inglese Entity/Relationship), è uno strumento per analizzare le caratteristiche di una realtà in modo indipendente dagli eventi che in essa accadono, cioè per costruire un modello concettuale dei dati indipendentemente dalle applicazioni. Gli elementi di un modello E/R sono; Entità Associazioni Attributi L entità è un oggetto che ha significato anche quando viene considerato in modo isolato ed è di interesse per la realtà che si vuole modellare. Esempi di entità sono:una persona,un modello di automobile,un movimento contabile ecc Le entità possono essere classificate secondo un certo criterio di omogeneità definendo il tipo di entità attraverso un nome. Per esempio gli studenti di una scuola sono classificabili nel tipo entità Studente. Ciascun studente rappresenta un istanza dell entità Studente. L associazione è un legame che stabilisce un interazione tra le entità. Ogni associazione ha due versi con specifici significati;ogni verso ha un entità di partenza e una di arrivo;ogni verso ha una descrizione che consente di comprenderne il significato. Per esempio tra l entità Persona e l entità Automobile esiste un associazione che può essere descritta nel linguaggio naturale secondo due versi:una persona possiede una o più automobili e un automobile è posseduta da una persona. Quindi si può dire che tra l entità Persona e l entità Automobile esiste l associazione Possiede; tra l entità Automobile e l entità Persona esiste l associazione posseduta da.. Il simbolo grafico usato è la linea,la quale unisce le due entità interessate;la descrizione compare a fianco della linea e dell entità di partenza del verso. Gli attributi sono le proprietà delle entità e delle associazioni. Gli esempi di attributi per l entità Automobile sono : Modello, Produttore, Cilindrata, Prezzo. Le caratteristiche di ogni attributo sono il formato,la dimensione e l opzionalità: Il formato di un attributo indica il tipo di valori che assume,i tre formati base sono:carattere,numerico,data/ora. La dimensione indica la quantità massima di caratteri o cifre inseribili. L opzionalità indica la possibilità di non essere sempre valorizzato:l attributo è obbligatorio se deve avere valore non nullo(per esempio il nome di una persona in un anagrafica),facoltativo se sono accettabili valori nulli(per esempio il titolo di studio di una persona). Si indica con il nome chiave o chiave primaria (primary key) l insieme di uno o più attributi che consentono di distinguere un istanza dall altra per la stessa entità:esempi di chiavi sono il codice di un prodotto,la matricola di un dipendente ecc Le associazioni tra entità sono obbligatorie o opzionali:obbligatorie quando il legame tra le entità deve essere sempre presente,opzionale quando può essere presente. Il grado di un verso dell associazione è la caratteristica che indica quante istanze dell entità di arrivo si associano all istanza dell entità di partenza. 5

6 Il grado può essere a uno oppure a molti e pertanto le associazioni tra due entità si classificano nei seguenti tipi: 6. Associazione 1:1 (uno a uno) o biunivoca Ad ogni elemento del primo insieme corrisponde uno e un solo elemento del secondo insieme, e viceversa. Ogni istanza della prima entità si deve associare ad una sola istanza della seconda entità e viceversa. 7. Associazione 1:N (uno a molti) o semplice Ad un elemento del primo insieme possono corrispondere più elementi del secondo insieme, mentre ad ogni elemento del secondo insieme deve corrispondere uno e un solo elemento del primo insieme. Ogni istanza della prima entità si può associare a una o più istanze della seconda entità, mentre ogni istanza della seconda entità si deve associare ad una sola istanza della prima. 8. Associazione N:N (molti a molti) o complessa Ad ogni elemento del primo insieme possono corrispondere più elementi del secondo insieme e viceversa. Ogni istanza della prima entità si può associare a una o più istanze della seconda entità e viceversa. Le regole di derivazione del modello logico Il modello logico si ricava applicando alcune semplici regole di derivazione: Ogni entità diventa una relazione; Ogni attributo diventa un attributo della relazione; Ogni attributo della relazione eredita le caratteristiche dell attributo dell entità da cui deriva; L identificatore 1:1 diventa un'unica relazione che contiene gli attributi della prima e della seconda entità; L identificatore univoco dell entità di partenza nell associazione 1:N diventa chiave esterna (foreign key); L associazione con grado N:N diventa un nuovo archivio. 6

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8 P.C.M. La tecnica P.C.M. (Pulse Code Modulation) è attualmente la più diffusa per la trasmissione di segnali fonici e dati. Il progresso della scienza nel campo dei fenomeni e dei segnali elettrici, dalla fine del secolo scorso ad oggi, ha dato il via ai primi tentativi di trasmissione dell informazione quale risposta al bisogno di amplificare i canali di trasmissione. Si può dire che la telegrafica e la telefonia siano state le anticipatrici delle attuali tecnologie di trasmissione della informazione. Per dare un significato più reale, è interessante esaminare velocemente una rete telefonica comune, come quella che utilizziamo quotidianamente. La trasmissione di un segnale avviene, in una prima fase, su mezzo fisico (il doppino telefonico con fili bianco e rosso) cioè attraverso la Rete di Distribuzione, per poi impegnare dispositivi elettronici di manipolazione del segnale, che, con il mezzo trasmissivo, costituiscono la Rete di Giunzione (da centrale a centrale). La modulazione P.C.M. è un metodo di elaborazione di un segnale elettrico analogico che ne consente la trasmissione ottimale su apposito mezzo trasmissivo. L elaborazione ha lo scopo di convertire un segnale analogico in uno numerico senza prendere le variazioni che rappresentano l informazione trasportata dal segnale originale. Occorre, quindi, procedere sia a una discretizzazioe nel tempo, che a una in ampiezza. Pertanto il P.C.M. si compone delle tre fasi seguenti: Campionamento Quantizzazione (discretizzazioe in ampiezza) Codifica (per la trasmissione su mezzo fisico) Quantizzatore Quando si misura una grandezza, l'insieme di valori che essa può' assumere in natura è un insieme continuo e composto da infiniti punti. Perché una grandezza sia trasmissibile e codificabile con un numero finito di bit, è però necessario far sì che possa assumere solo un numero finito di valori discreti; ciò avviene tramite la quantizzazione. 8

9 Il valore possibile della grandezza in questione viene innanzitutto limitato tra un massimo e un minimo, che definiscono la dinamica del quantizzatore; inoltre, il suo valore verrà ricondotto al più prossimo di quelli definiti. Con la quantizzazione vengono, però, introdotti degli errori chiamati errori di quantizzazione, dovuti alla differenza tra il valore quantizzato e il suo valore "reale" nel campo continuo. L'errore massimo che verrà introdotto volta per volta sarà pari alla metà del più piccolo intervallo discreto discriminabile, nel caso limite in cui il valore di ingresso si ponga esattamente a metà tra due valori discreti di uscita. L'insieme di questi errori porta al rumore di quantizzazione. Codifica Il segnale P.C.M. così formato non e idoneo ad essere trasmesso su una linea fisica perché è di tipo N.R.Z. (no Return to Zero) cioè poò presentare lunghe sequenze di 1 con valore medio non nullo, cioè con una componente continua che non può essere trasmessa attraverso le induttanze presenti nei rigeneratori di linea. Con successive elaborazioni di tipo digitale si ottiene la cosidetta codifica A.M.I. o codice bipolare alternato, idoneo alla trasmissioni. 9

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11 Teoria dei campioni Per lo studio di un fenomeno non sempre è possibile eseguire una rivelazione totale sull intera popolazione statistica, cioè sulla totalità degli elementi che possono essere studiati rispetto a uno o più caratteri. Si rende perciò necessario ricorrere ad un insieme più o meno grande di elementi, scelti tra quelli appartenenti alla popolazione statistica presa in esame per costruire un campione. In questo caso la rilevazione viene eseguita raccogliendo i dati solamente su una parte degli elementi della popolazione statistica e viene chiamata rilevazione campionaria. Il campione statistico è quindi l insieme delle unità statistiche indagate. Il numero n delle unità statistiche che formano il campione, scelte fra le N unita statistiche della popolazione, viene chiamato ampiezza o dimensione del campione, ed il rapporto n/n fra l ampiezza del campione e il numero N delle unità della popolazione è detto tasso o frazione di campionamento. Questo rapporto tende ad 1 all aumentare della dimensione del campione. Tanto più alto il tasso di campionamento, tanto più le caratteristiche del campione risulteranno rappresentative delle caratteristiche della popolazione. La rilevazione campionaria è l unica che può essere effettuata su una popolazione infinita,cioè formata da un numero illimitato di elementi,mentre su una popolazione finita,cioè formata da un numero limitato di unità statistiche,si possono eseguire sia rilevazioni totali che campionarie. Lo studio di una parte limitata di una popolazione,cioè di un campione,per estendere i risultati ottenuti all intera popolazione è oggetto di quella parte della statistica chiamata inferenza statistica o statistica inferenziale. Per poter estendere le informazioni ottenute è indispensabile che il campione sia rappresentativo di tutta la popolazione, cioè deve possedere le stesse caratteristiche della popolazione da esaminare. Il problema fondamentale di una rilevazione campionaria consiste perciò nella scelta di un campione che sia rappresentativo della popolazione di provenienza, cioè deve riprodurre le caratteristiche della popolazione. La procedura per formare un campione rappresentativo della popolazione di provenienza è il campionamento. Pregi e difetti di un indagine statistica fatta tramite un campione I motivi per cui è preferibile utilizzare un campione per trarre delle conclusioni sull intera popolazione sono diversi, comunque le rivelazioni sono più convenienti quando: La popolazione è molto vasta, perciò analizzare tutte le unita statistiche risulterebbe troppo costoso e lungo, e i risultati ottenuti potrebbero essere inutili se nel frattempo il fenomeno se fosse modificato. La rilevazione risulta distruttiva perché nell eseguire esperimenti per misurare l affidabilità di oggetti o strumenti, questi vengono usati fino a quando si guastano, quindi fino alla distruzione dell unità, perciò risulta necessario testare un numero limitato di unità. Le unità statistiche non presentano variabilità e in questo caso risulta inutile effettuare molte misure, perché i parametri della popolazione risultano determinanti con poche misure. Non tutti gli elementi della popolazione sono disponibili. 11

12 Le indagini campionarie presentano quindi i seguenti aspetti positivi Riduzione dei costi relativi alla raccolta dei dati su un campione è certamente minore di quello che si dovrebbe sostenere se l indagine fosse estesa all intera popolazione. Riduzione dei tempi di rilevazione e quindi una maggiore rapidità all ottenimento dell informazioni necessarie per studiare il fenomeno sul quale si indaga. Maggiore cure nell eseguire la rilevazione perché quando la rilevazione viene limitata ad un campione è possibile provvedere alla raccolta dei dati con maggior cura e si possono curare meglio aspetti che, nel caso di una rilevazione globale, potrebbero essere anche parzialmente o interamente trascurati. La cosa può essere di notevole importanza quando si tratta di analizzare fenomeni che presentano una certa delicatezza. Possibilità di limitare la distribuzione delle unità statistiche a poche unita, in particolari tipi di indagini. Svantaggi: A fronte dei vantaggi prima elencati emerge subito quello che può essere considerato lo svantaggio più preoccupante delle indagini campionarie. In questo caso le informazioni che vengono raccolte sono limitate ad un campione e certamente sono meno significative di quelle che prevalgono dall intera popolazione, è compito dell inferenza statistica stabilire se le conclusioni che si traggono per il campione esaminato possono essere considerate valide anche per la popolazione dalla quale il campione è stato tratto e con quale attendibilità le conclusioni relative al campione possono essere ritenute valide per la popolazione. 12

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14 X Agosto 1867 San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla. Ritornava una rondine al tetto: l'uccisero: cadde tra i spini; ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini. Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e il suo nido è nell'ombra, che attende, che pigola sempre più piano. Anche un uomo tornava al suo nido: l'uccisero: disse: Perdono; e restò negli aperti occhi un grido: portava due bambole in dono. Ora là, nella casa romita, lo aspettano, aspettano in vano: egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano. E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male! 14

15 Parafrasi San Lorenzo, io lo so perché un così gran numero di stelle nell aria serena s incendia e cade, perché un così gran pianto risplende nel cielo. Una rondine tornava al suo nido: l uccisero: cadde tra rovi spinosi: ella aveva un insetto nel becco: la cena per i suoi rondinini. Ora è là, morta, come se fosse in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano; e i suoi rondinini sono nell ombra, che attendono, e pigolano sempre più piano. Anche un uomo tornava alla sua casa: lo uccisero: disse: Perdono; e nei suoi occhi sbarrati restò un grido: portava con sé due bambole per le figlie ora là, nella solitaria casa, lo aspettano, aspettano invano: egli, immobile, stupefatto mostra le bambole al cielo lontano. E tu cielo, dall altro dei mondi sereni, che sei infinito, immortale inondi con un pianto di stelle quest atomo opaco del male! Commento Tutta la poesia ruota intorno all analogia tra la rondine e il padre di Pascoli. Un inizio tra stupore e meraviglia: notte magica, il nome di un santo, le stelle che attraversano un cielo placido. Ma in realtà si tratta di un pianto di morte: la rondine è stata uccisa. Non c è un colpevole, semplicemente un accadimento. E con essa muore l insetto, muoiono i rondinini, muore un po anche il cielo, che sotto l impressione di tranquilla indifferenza si rompe in un gran lacrimare. Ma ecco l uomo, soggetto alla stessa sorte. Lo differenzia la parola: Perdono, ma non serve certo a salvarlo. Due bambole tra le mani: non un sostentamento necessario come il verme della rondine, ma un simbolo di umanità e di affetto, due giochi che nessuno riceverà. Nel padre che cade, nella rondine che giace crocifissa tra i rovi, c è tutta la sofferenza di chi parte. Nei nidi abbandonati, nell attesa vana del ritorno, c è tutto il dolore di chi resta. Microcosmi di esistenze elevate a valore universale, su quello che è poco meno di un atomo disperso nello spazio. Ma persino il cielo, distaccato e lontano, sembra piangere, senza riuscire a schiarire, con quel riversarsi di stelle, l opacità inspiegabile del male. 15

16 Caratteristiche dominanti della poesia Componimento metrico: la poesia è composta da 6 quartine in cui si alternano endecasillabi e novenari piani in rime alternata(abab CDCD ); Figure retoriche d ordine di significato: metonimia(il suo nido che pigola) e (al suo nido), similitudine(come in croce), personificazione del cielo; parallelismo tra la rondine e il padre; Nella prima strofa: troviamo nei primi due versi una consonanza della lettera L e un assonanza tra le parole arde e cade. Nel primo verso invece troviamo un enjambement; Nella seconda strofa: contrariamente troviamo in tutta la strofa una consonanza della lettera R e nel secondo verso si ha una cesura ad uccisero ; Nella terza strofa: nel primo verso si ha un enjambement; Nella quarta strofa: nel secondo verso ci sono due cesure e una rima interna(mondi/inondi); Ambiente: l ambientazione è il passato con particolare riferimento alla morte del padre; I temi che prevalgono sono: La morte in parallelo alla forte sofferenza; Il sentimento di tristezza nei confronti del presente; 16

17 Giovanni Pascoli, quarto di dieci figli di Ruggero e Caterina, nasce a san Mauro di Romagna il 31 dicembre Il padre, con il suo lavoro di amministratore della tenuta agricola La Torre dei principi Torlonia, garantisce alla numerosa famiglia un esistenza piuttosto benestante, e il piccolo Giovanni trascorre un infanzia serena. All età di sette anni è mandato insieme ai fratelli Giacomo e Luigi nel collegio di Urbino, appartenente all Ordine degli scolopi, dove rimarrà fino all età di diciassette anni. Il 10 agosto del 1867 la vita del giovane Pascoli è sconvolta dell assassinio del padre, ucciso mentre sta rientrando a casa con il suo calesse dopo un viaggio a Cesena, l omicidio rimane impunito, ed è ancora oggi avvolto dal mistero. A questo straziante dolore si aggiungono altri dolorosi lutti: nel 1868, infatti, muoiono la sorella maggiore Margherita e la madre; e nel 1871 muore anche il fratello Luigi, Giovanni lascia così il collegio di Urbino e completa gli studi liceali tra Rimini, Firenze e Cesena. Il fratello Giacomo prese in mano le redini della casa nonostante la giovane età, mentre le sorelle Ida e Maria sono state accolte da una zia in un paese non molto lontano da San Mauro, e nel 1874 entrarono in un collegio delle monache agostiniane. Dopo aver conseguito la laurea nel 1882, ottiene la cattedra di greco e latino al liceo di Matera. Nel 1884, è trasferito a Massa dove va ad abitare con le due sorelle, Ida e Maria. Successivamente passa a Livorno rimanendovi fino al 1895, intanto, nel 1891, Pascoli ha pubblicato la sua prima raccolta poetica, Myricæ. Trascorre gli ultimi anni della sua vita continuando a dedicarsi all attività letteraria, e nel 1906 pubblica la raccolta Odi e inni. Tormentato da un cancro allo stomaco, lo scrittore muore il 6 aprile 1912 all età di cinquantasette anni. Pascoli ebbe una concezione dolorosa della vita, sulla quale influirono due fatti principali: la tragedia familiare e la crisi di fine ottocento. La tragedia familiare colpì il poeta quando il 10 agosto del 1867 gli fu ucciso il padre. Alla morte del genitore seguirono quella della madre, della sorella maggiore Margherita, e dei fratelli Luigi e Giacomo. Questi lutti lasciarono nel suo animo un marchio profondo e gli ispirarono il mito del "nido" familiare da ricostruire, del quale fanno parte i vivi e idealmente i morti, legati ai vivi da fili di una misteriosa presenza. In una società sconvolta dalla violenza e in una condizione umana di dolore e di angoscia esistenziale, la casa è il rifugio nel quale i dolori e le ansie si placano. L'altro elemento che influenzò il pensiero del Pascoli, fu la crisi che si verificò verso la fine dell'ottocento e travolse i suoi miti più celebrati, a cominciare dalla scienza liberatrice e dal mito del progresso. La condizione umana è rappresentata simbolicamente dal Pascoli, nella poesia I due fanciulli in cui si parla di due fratellini, che dopo essersi picchiati, messi a letto dalla madre nel buio che li avvolge, simbolo del mistero, dimenticano l'odio che li aveva divisi e aizzati l'uno contro l'altro, e si abbracciano trovando l'uno nell'altro un senso di conforto e di protezione, sicché la madre, quando torna nella stanza, li vede dormire l'uno accanto all'altro e rincalza il letto con un sorriso. Il poeta è, per Pascoli, colui che è capace di ascoltare e dar voce alla sensibilità infantile che ognuno continua a portare dentro di sé pur diventando adulto. Myricæ è una raccolta di liriche di argomento semplice e modesto, come dice lo stesso Pascoli, ispiratosi per lo più a temi familiari e campestri. Il titolo è dato dal nome latino delle tamerici ("non omnes arbusta iuvant humilesque Myricæ": non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici). La poetica di Pascoli è espressa nella celebre prosa Il fanciullino, secondo cui vi è in tutti noi un fanciullo che vede tutto con meraviglia, come se fosse la prima volta. Il fanciullo è quello che sogna o sembra di sognare ricordando cose non viste mai; è colui che parla agli alberi, ai sassi, alle nuvole e alle stelle, che piange e ride senza perché, scopre cose che sfuggono ai nostri sensi e alla nostra ragione perché il fanciullo osserva particolari che sfuggono ad un adulto. 17

18 Il Decadentismo Alla fine dell Ottocento, a partire dalla Francia per poi estendersi all Europa intera, si sviluppò il movimento culturale e letterario del Decadentismo. Tale termine deriva dalla parola francese decadènt, usato con significato dispregiativo contro i cosiddetti «poeti maledetti» (l espressione deriva dal titolo di un antologia di Verlaine che a sua volta prendeva spunto da una poesia di Baudelaire, in cui la madre di un Poeta maledice il momento in cui concepì il figlio), che apparivano alla gente come «decadenti», cioè corrotti e viziosi. Oggi il termine Decadentismo non ha più alcun significato negativo, in quanto serve a indicare, sul piano storico culturale, la civiltà sorta dalla crisi del Positivismo. Mentre in Francia, in Inghilterra e in Germania, esso qualifica specificatamente una corrente letteraria del tardo 800, in Italia la parola ha finito per indicare tutta la letteratura e le civiltà del 900. Ciò è avvenuto, da una parte, per l autorità del CROCE, che qualificò decadenti tutte le manifestazioni letterarie e artistiche del 900, che erano lontane dal suo concetto di poesia; dall altra, perché la letteratura del 900 è caratterizzata da uno stato d animo d angoscia esistenziale(e da qui il male di vivre di Eugenio Montale), la critica ha creduto di poterla indicare con termine generico di Decadentismo: infatti, proprio l angoscia esistenziale, costituisce il motivo di fondo del Decadentismo Europeo. La poetica La poetica è strettamente connessa con la visione della vita intesa come mistero: la poesia, infatti, è concepita come strumento di conoscenza, essa resta l unico tramite che possa mettere in comunicazione l ignoto, con l inconscio e l assoluto, ed è così che il Decadentismo vede il poeta come veggente, perché esso non è soltanto abile ad utilizzare le parole, ma perché assume la funzione di un vero e proprio veggente, che non si limita alla superficie delle cose, ma attraverso le sue espressioni supera ciò che si vede ed entra in contatto con l assoluto. Caratteri e temi del Decadentismo Per il Decadentismo appare quindi fondamentale individuare i temi che lo caratterizzano. E per far questo e necessario legarsi strettamente al contesto storico nel quale si diffonde, che è un periodo di crisi in cui: 1. Vengono meno le certezze legate alla fiducia nella scienza e nel progresso, per di più in seguito alla crisi industriale che si sviluppa e che viene indicata come grande depressione ; 2. La realtà e il carattere che circonda l uomo, non appaiono più regolati da leggi ben precise, ma sono dominati dal mistero; Infine, si può individuare alla base del Decadentismo alcune caratteristiche fondamentali. Il rifiuto della scienza come unico strumento per conoscere la realtà. Il tema della malattia e della morte. Se il Decadentismo nasce in un epoca dominata dal senso della fine, non stupisce che fra i temi delle opere realizzate spicchi quello della malattia e della morte. 18

19 Il Decadentismo in Italia Il Decadentismo in Italia penetra e si sviluppa con il ritardo di circa un quarantennio, inoltre, si presenta con aspetti diversi dal modo in cui si è presentato nella restante Europa. Esso assume aspetti diversi nel modo di pesare e di vedere la vita dei poeti decadentisti, infatti, per il Pascoli assume un aspetto simbolico; per Pirandello assume un aspetto dialettico e polemico mentre per Svevo apatico e rinunciatario. La lentezza con cui il Decadentismo fu conosciuto e diffuso in Italia fu dovuta a vari motivi: Il nuovo classicismo di Carducci; Il senso della misura e d equilibrio dello spirito nazionale, secondo il Montale l Italia è ed era il paese nel quale ha fatto minor danno il culto dell irrazionalità e dell Io, in breve tutto quanto s indica con l abusato termine di Decadentismo. 19

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21 La prima guerra mondiale La «grande guerra» Le tensioni nazionalistiche e imperialistiche dei primi quindici anni del XX secolo trovarono sbocco in una guerra che non somigliò a nessuno dei precedenti conflitti, perché provocò circa dieci milioni di morti e coinvolse non solo gli eserciti al fronte, ma le intere popolazioni di quasi tutti i paesi in stato di guerra, anche di quelli sul cui territorio non si svolsero combattimenti. A tutti i paesi coinvolti fu infatti richiesto un impegno totale, nel campo economico, politico e sociale. Anche le donne parteciparono, sostituendo nelle fabbriche, negli uffici e nei campi gli uomini che erano al fronte. Il conflitto ebbe origine nel 28 giugno del 1914, quando, uno studente serbo, Gavrilo Princip l erede al trono d Austria l arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie, mentre facevano visita a Sarajevo, capitale della Bosnia. Questo bastò per suscitare la reazione del governo austriaco, da tempo convinto della necessità di impartire una dura lezione alla Serbia. Nell Europa del 1914, esistevano tutti i presupposti che rendevano possibile una guerra: rapporti tesi con le grandi potenze (Austria contro Russia; Francia contro Germania; Germania contro Inghilterra); corsa agli armamenti; Ma queste premesse non avevano come sbocco obbligato un conflitto europeo. Fu l attentato di Sarajevo a far esplodere tensioni che altrimenti avrebbero potuto restare segreti e, furono le decisioni prese da governanti e capi militari a trasformare una crisi locale in conflitto generale. L Austria, capì la prima mossa inviando, il 23 luglio, un durissimo ultimatum alla Serbia. Il secondo passo lo fece la Russia assicurando il proprio sostegno alla Serbia. Forte dell appoggio russo, il governo serbo accettò solo in parte l ultimatum. L Austria giudicò la risposta insufficiente e, il 28 luglio, dichiarò guerra alla Serbia. La reazione del governo russo fu immediata, e ordinò la mobilitazione delle forze armate, fu interpretata dal governo tedesco come un atto di ostilità e, il 31 luglio, la Germania inviò un ulteriore ultimatum alla Russia imponendole l immediata sospensione dei preparativi bellici. L ultimatum non ottenne risposta e fu seguito, dalla dichiarazione di guerra; la Francia, legata alla Russia da un trattato di alleanza militare, mobilitò le prime forze armate; con la successiva dichiarazione di guerra alla Francia(3 agosto), la Germania rispose con un nuovo ultimatum. Fu l iniziativa del governo tedesco a far precipitare la situazione. Il piano di guerra tedesco, prevedeva in primo luogo un attacco contro la Francia, che avrebbe dovuto essere fuori combattimento in poche settimane. Dopodiché il grosso delle forze sarebbe stato impiegato contro la Russia, la cui macchina militare era lenta a mettersi in azione. 21

22 Il presupposto essenziale per la riuscita del piano era la rapidità dell attacco alla Francia. A questo scopo era previsto che le truppe tedesche passassero attraverso il Belgio. IL 4 agosto, le prime truppe tedesche invasero il Belgio, per attaccare la Francia da Nord-Est. I governi in questa fase iniziale minimizzarono la gravità dello scontro che avanzava. Nell agosto del 1914 la Germania schierò sul fronte occidentale un milione e mezzo di uomini mentre la Francia ne contrappose più di un milione, questi eserciti così imponenti inoltre erano assai meglio armati di qualsiasi esercito dell epoca. La novità più importante era costituita da mitragliatrici automatiche, nonostante tali novità nessuna tra le potenze neutrali aveva elaborato strategie diverse da quelle della tradizionale guerra di movimento. I piani di guerra si basavano sulla previsione di un conflitto di pochi mesi o addirittura di poche settimane. Così comincia una guerra di tipo nuovo, non prevista né preparata ad nessuno dei contendenti: la guerra di logoramento, o di usura. In una guerra di questo genere l iniziale superiorità militare degli imperi centrali passava in secondo piano. Diventata invece essenziale il ruolo della Gran Bretagna. Altrettanto importante si dimostra l aiuto della Russia con suo enorme potenziale umano. Nell agosto del 1914, il Giappone dichiara guerra alla Germania, per impadronirsi dei possedimenti tedeschi in Estremo Oriente. Nel novembre dello stesso anno, la Turchia interveniva a favore degli imperi centrali. Sei mesi dopo, nel maggio del 1915, l Italia entra in guerra contro l Austria Ungheria, quando la guerra era già iniziata, schierandosi affianco dell Intesa(Inghilterra, Francia, Russia) contro l Impero austro ungarico fin allora suo alleato. A guerra appena scoppiata, Antonio Salandra(guida al governo italiano) aveva dichiarato la neutralità dell Italia. Questa decisione, giunse perché l Austria non era stata attaccata, né aveva consultato l Italia prima di intraprendere l azione contro la Serbia e, questo, aveva trovato concordi tutte le principali fortezze politiche. Ma una volta scartata l ipotesi di un intervento a fianco degli imperi centrali cominciò ad essere affiancata l eventualità opposta: una guerra contro l Austria, così riunendo alla patria Trento e Trieste. Così facendo nacquero gli interventisti e neutralisti. Gli interventisti: Alcune forze politiche italiane si battevano per l intervento e volevano, infatti, che esso fosse diretto contro l Austria. Lo schieramento interventista era un anime nel chiedere la guerra contro l Impero austro ungarico, anche se i gruppi che lo componevano si proponevano obbiettivi diversi. I neutralisti: Facevano capo a Giolitti. Egli, infatti, non riteneva il paese preparato ad affrontare la guerra; Era inoltre convinto che l Italia avrebbe potuto ottenere dagli imperi centrali, come compenso per la sua neutralità buona parte dei territori richiesti. Fin dall autunno del 14, Salandra e Sonnino allacciarono contatti segretissimi con l Intesa(Inghilterra, Francia, Russia). Infine decisero, col solo avvallo del re, di accettare le proposte dell Intesa firmando, il 26 aprile 1915, il così detto Patto di Londra, con Francia, Inghilterra e Russia. Le clausole prevedevano che l Italia avrebbe ottenuto, in caso di vittoria, il Trentino ed il Sud Tirolo, la Venezia Giulia e l intera penisola istriana con l esclusione della città di Fiume, e una parte della Dalmazia. Quando, Giolitti, non ancora al corrente del Patto di Londra, si pronunciò per la continuazione delle trattative con l Austria, molti deputati gli dimostrarono solidarietà, inducendo Salandra a rassegnare le dimissioni. Nella notte fra il 6 e il 7 novembre 1917, i bolscevichi presero il potere in Russia. Il governo rivoluzionario guidato da Lenin decise di por fine alla guerra e dichiarò la sua disponibilità a una pace senza indennità, firmando subito dopo l armistizio con gli imperi centrali. La pace fu stipulata il 3 marzo 1918, ai confini con la Polonia, la Russia dovette però accettare tutte le 22

23 durissime condizioni imposte dai tedeschi, che comportavano la perdita di circa un quarto dei territori europei dell Impero russo. Il trattato fu firmato a Versailles il 28 giugno 1919, la parte più pesante del Diktat(definizione tedesca imposizione ) era costituita dalle clausole economiche e militari. Indicata nel testo del trattato come responsabile della guerra, la Germania dovette impegnarsi a rifondere ai vincitori, a titolo di riparazione, i danni subiti in conseguenza del conflitto. Fu inoltre costretta ad abolire il servizio di leva, e a lasciare priva di reparti armati l intera valle del Reno(zona controllata dagli Inglesi, Francesi, Belgi ). Erano condizioni umilianti per la Germania, ma erano anche, agli occhi dei francesi, l unico mezzo per impedire alla Germania di riprendere la posizione di grande potenza che naturalmente le competeva. 23

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25 I Limiti Definizione di limite di una funzione reale. Sia f(x) una funzione definita in un intervallo [a,b] e sia x0 un punto dell intervallo. Diremo che la funzione f(x), per x che tende a x0, ha come limite l e scriveremo: Quando esiste un intorno I0 del punto x0 tale che risulta che: ovvero: Detto in parole semplici, quando più la x si avvicina ad x0 tanto più la f(x) si avvicina al valore l e sarà compresa tra e : 25

26 Quindi per verificare se un valore l è limite oppure no di una funzione, per x che tende ad x0, bisognerà valutare se assegnato un valore e, positivo, esiste un intorno I0 in modo tale che la f(x) sia compresa tra e. Definizione di limite destro Si definisce limite destro se, per ogni intorno li di l, è possibile trovare un intorno destro Ic di c, tale che per ogni x, sia ha che : Definizione di limite sinistro Si definisce limite destro se, per ogni intorno Il di l, è possibile trovare un intorno sinistro Ic di c, tale che per ogni x, accade che: 26

27 27

28 PC Hardware Every PC is built from an array of components, each of which serves a specific function in making the overall machine work. These building blocks are hardware components, built of electronic circuits and mechanical parts to carry out a defined function. Although all of the components work together, they are best understood by examining them and their functions individually. Usually we divide the PC into several major components areas, including the CPU (micro processor), the memory system, the mass storage system, the display system, peripherals, and connectivity features. Each of these major divisions can be, in turn, subdivided into the major components required to form a complete PC. Storage Devices Computer systems can store data internally (in memory) and externally. Internally, instructions or data can be temporarily stored in silicon RAM chips that are mounted directly on the computer s main circuit board. These RAM chips consist of up to a million switches that are sensitive to changes in electric current. RAM chips hold their bits of data as long as current flows through the circuit. Another type of internal memory consists of silicon chips on which all switches are already set. The patterns on these ROM chips form commands, data or programs, that the computer needs to function correctly. RAM chips are like pieces of paper that can be written on, erased and used again; ROM chips are like a book, with its words already set on each page. Both RAM and ROM chips are linked by circuitry to the CPU. Mass storage devices store data as charges on a magnetically sensitive medium, usually a disk coated with a fine layer of metallic particles. The most common external storage devices are so called floppy disks and hard disks. The floppy disks in normal use store about 1.4mb. Hard, or fixed, disks currently use with personal computers can store several GB. 28

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