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66 Atlante Politico Indagine Demos & Pi per la Repubblica giugno 2017

NOTA INFORMATIVA L Atlante Politico è realizzato da Demos & Pi per La Repubblica ed è curato da Ilvo Diamanti, insieme a Roberto Biorcio, Fabio Bordignon, Martina Di Pierdomenico e Alice Securo. La rilevazione è stata condotta nei giorni 26-29 giugno 2017 da Demetra con metodo mixed mode (Cati Cami Cawi). Il campione nazionale intervistato (N=1.189, rifiuti/sostituzioni: 5.897) è rappresentativo per i caratteri sociodemografici e la distribuzione territoriale della popolazione italiana di età superiore ai 18 anni (margine di errore 2.8%). Documentazione completa su www.sondaggipoliticoelettorali.it 2

PD E M5S ANCORA GIÙ DOPO IL VOTO E PRODI RITORNA SUL PODIO DEI LEADER di Ilvo Diamanti Il voto amministrativo "locale", anche stavolta, ha avuto effetti politici "nazionali". Era prevedibile e sembra essersi puntualmente verificato, come mostra il sondaggio dell'atlante politico di Demos. In particolare, la cattiva prestazione del centrosinistra, che ha perduto il governo di molte città, ha ridimensionato il consenso verso Matteo Renzi. E verso il Pd. O meglio, il PdR. Il Partito di Renzi. In questi giorni, cioè, all'indomani della consultazione, le stime di voto vedono, infatti, il Pd in calo di oltre due punti. Mentre il M5S, a sua volta attore-non protagonista di questa elezione, ha perduto circa un punto e mezzo. Non molto. A conferma che le logiche del voto cambiano, a seconda del tipo di elezione. A livello locale conta essere presenti con candidati credibili. A livello nazionale è importante farsi sentire. Anche se solo criticamente. I due partiti, peraltro, restano in testa alle preferenze degli elettori. Quasi alla pari. Intorno al 26%. Ma arretrano, entrambi. Il Pd, in particolare, tocca il livello più basso, degli ultimi tre anni. Tuttavia, è ancora il primo partito. Dietro a loro, Forza Italia e Lega risalgono di circa un punto. Uniti, potrebbero competere per il primato. Ma separati restano a oltre dieci punti di distacco da Pd e M5S. I due partiti che, ormai da anni, si fronteggiano. Almeno nei sondaggi. Dietro, c'è molta frammentazione. A destra, al centro, nella sinistra, vecchia e nuova. L'impatto delle amministrative risulta, comunque, forte anche rispetto alla popolarità dei leader. E il prezzo più alto lo paga, di nuovo, Matteo Renzi. Ottiene, infatti, fiducia dal 32% dei cittadini: 7 punti meno di un mese fa. Si tratta del livello più basso dal 2014, quando il "rottamatore" è sceso decisamente in campo. Senza guardare in faccia nessuno. (Sicuramente non Enrico Letta...) Va aggiunto, peraltro, che Renzi non perde posizioni rispetto agli altri leader nazionali. Davanti a lui, ma di poco, vi sono Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Dietro: tutti gli altri, vecchi e nuovi. Di destra, centro e sinistra. Da Pisapia a Berlusconi. Da Di Maio e Grillo fino ad Alfano e Speranza, che chiudono la graduatoria, sotto il 20%. L'unico leader che conferma la propria posizione "di comando" è il premier, Paolo Gentiloni. Sempre primo, con il 45% delle preferenze. Una valutazione che conferma il giudizio nei confronti del governo che egli presiede. In leggera crescita negli ultimi tre mesi, con il 41%. L'orientamento verso Gentiloni e il suo governo è, comunque, 3

significativo. Gentiloni piace perché è diverso dagli altri. È il Capo del governo, non di un partito o di una fazione. In tempi arroganti e chiassosi, interpreta il ruolo in modo misurato. E quasi "defilato". D'altronde, è "di passaggio", come il suo governo. Destinato a durare fino alle prossime elezioni. Che non è ancora chiaro quando avverranno. Tanto meno: quale partito vincerà. Ma soprattutto: quale coalizione potrà governare. Visto che, da solo, nessun partito è in grado di vincere. E di governare. Mentre, al tempo stesso, nessuna coalizione sembra abbastanza solida e coesa. Perché ci sono diverse "destre" e diverse "sinistre". Poco compatibili, al loro interno. A Centrodestra: Forza Italia e Lega, con il sostegno dei FdI, potrebbero ottenere consensi molto ampi. Sicuramente, non distanti dal Centrosinistra. Ma poi si incaglierebbero sullo scoglio della leadership. Che Berlusconi non cederà "mai" ad altri. Tanto meno a Salvini. Il quale, però, è deciso a proporre la "sua" Lega Nazionale come forza di governo. Senza la mediazione di altri. Neppure di FI. (Anche se è difficile per una forza apertamente antieuropea). Berlusconi, tuttavia, non trascura il ruolo di "Pronto soccorso", a sostegno di un governo - magari guidato proprio da Renzi. In caso di urgenza. "Per il bene del Paese". Perché mai, dunque, dovrebbe "legarsi" in modo indissolubile alla Lega? Il problema del Centrosinistra è diverso. Ci sono diverse sinistre che faticano a coesistere. Sono divise, concorrenti, sorte, talora, da fratture e divisioni interne. Oggi, d'altronde, a Piazza Santi Apostoli, su iniziativa di Pisapia, le Sinistre a sinistra del Pd sfileranno "Insieme". Di fatto: contro il renzismo. D'altra parte, se consideriamo il consenso di cui disporrebbero le diverse, possibili coalizioni, nessuna appare in grado di andare oltre un terzo dei consensi fra gli elettori. L'ipotesi che gode del favore più ampio si riferisce ai partiti di Centrodestra (37%). Che però, come si è detto, sono divisi sulla leadership. C'è invece più insofferenza verso le intese che comprendano il M5S. E verso un'alleanza fra Pd e FI che vada oltre lo stato di necessità. Rilevante, infine, appare, l'adesione a una coalizione fra Pd, Mdp e altri soggetti di Sinistra: 34%. Anche qui, però, si porrebbe il problema della leadership. Affrontato, negli ultimi tempi, evocando la candidatura di Prodi. Valutata dall'interessato con giusta cautela. E distacco. Prodi, infatti, è figura che unisce, a centrosinistra. Apprezzato dal 57% degli elettori del Pd e addirittura dal 74% da quelli più a sinistra. Ma "osteggiato" dagli elettori di Centrodestra. Soprattutto di FI. D'altronde, è l'unico ad aver battuto per due volte Berlusconi. Per questo, se si considera l'elettorato nell'insieme, ottiene fiducia dal 32% degli elettori. Come Renzi. Molto al di sotto di Gentiloni. Così, Prodi preferisce intervenire 4

"da fuori". Spostando la sua tenda, a seconda del caso e della necessità. Lui, padre fondatore dell'ulivo, perché dovrebbe farsi logorare dalle fratture fra la destra e la sinistra? E dalle divisioni interne che attraversano la destra ma anche la sinistra? Rileggendo le indicazioni di questo sondaggio e, ancor prima, le "dinamiche" e le "statiche" del quadro politico, emerge un Paese dai confini indefiniti. Dai destini incerti. Così, se chiedete agli italiani (indagine Demos) quale sia il carattere che li distingue maggiormente dagli altri popoli, la maggioranza risponde: "L'arte di arrangiarsi". Come stupirsi? 5

IL PREMIER, PISAPIA E IL PROFESSORE TRE NOMI PER IL NUOVO CENTROSINISTRA di Fabio Bordignon e Roberto Biorcio Il cantiere della possibile unità e il gradimento della base, un progetto desiderato, ma non facile da realizzare: così si presenta, oggi, la ricostruzione di un centro-sinistra unitario. Tre persone su quattro, nell'elettorato dell'ex-blocco ulivista, vedono con favore questa prospettiva. Ma le rivalità fra i leader e i diffusi sospetti rendono problematica la creazione di una coalizione, o anche solo di un patto post-elettorale. In base alla rilevazione dell'atlante politico, il Pd è ancora, di gran lunga, la maggiore forza del centro- sinistra. Tuttavia, dopo la sconfitta al referendum e all'indomani delle Amministrative, il partito di Matteo Renzi si ferma, ormai, appena sopra la soglia "Bersani-2013": è sceso, infatti, intorno al 26%. Il segretario è, insieme al premier Paolo Gentiloni, la figura più apprezzata dagli elettori del suo partito. Ma proprio la frattura personale sviluppatasi attorno al leader democratico appare l'ostacolo più ingombrante, sulla strada della convergenza. Si "fida" di Renzi, infatti, appena il 20% degli elettori di Articolo 1-Mdp, Campo progressista e Sinistra italiana. Nell'area a sinistra del Pd sono invece altri i leader più graditi: Romano Prodi (74%), Pier Luigi Bersani (67%) e Giuliano Pisapia (63%). A fare da possibile "collante" potrebbero essere, dunque, soprattutto tre personalità: l'attuale Presidente del Consiglio; il "padre" dell'ulivo; oppure l'ex-sindaco di Milano, che proprio oggi "scende in campo" con il popolo arancione. Pisapia si è posto l'esplicito obiettivo di riunire il centro-sinistra, a partire dalla sinistra. Mettendo Insieme - questo il nome dell'iniziativa nella capitale - il "suo" Campo progressista e Articolo 1- Mdp. Con una riunificazione, queste forze potrebbero più facilmente superare lo sbarramento del 3%, per avere eletti in Parlamento. Sulle chance di tale operazione pesano, tuttavia, molteplici fattori: anzitutto, gli strascichi del recente "divorzio" nel Pd, e i contrasti personali dentro la famiglia allargata del centro-sinistra. L'attivismo di Pisapia è guardato con diffidenza, in particolare, dai vertici e dai sostenitori del Pd. Meno di un quarto degli attuali elettori del partito di Renzi, peraltro, si sente vicino agli altri partiti di centro-sinistra. Tra chi destina il proprio voto a queste formazioni, per converso, il 38% si sente vicino al Pd. In questo segmento elettorale, la ricostruzione di un ampio schieramento di centrosinistra appare, perciò, molto più desiderabile. 6

Per queste ragioni, è probabile, anche alla luce del ritorno al proporzionale, che i tentativi di (ri)avvicinamento siano rimandati - eventualmente - a dopo le prossime elezioni. Del resto, circa il 75%, sia tra gli elettori del Pd sia tra gli elettori dei partiti di sinistra, vedrebbero con favore la ricomposizione di una coalizione di centro-sinistra. Meno consensi avrebbero, fra gli attuali elettori del Pd(R), le ipotesi di alleanza con Forza Italia (40%) o con il M5s (24%). Scenari che potrebbero però tornare all'ordine del giorno se, dopo le elezioni, i blocchi tradizionali di centro-sinistra e di centrodestra non avranno una maggioranza per governare. 7

STIME ELETTORALI (CAMERA DEI DEPUTATI) Se oggi ci fossero le elezioni politiche nazionali, Lei quale partito voterebbe alla Camera? (valori %) STIME DI VOTO Giugno 2017 Maggio 2017 Marzo 2017 Dicembre 2016 Giugno 2016 Giugno 2015 ELEZIONI EUROPEE 2014 Pd 26.3 28.5 27.2 30.2 30.2 32.2 40.8 M5s 26.0 27.5 28.8 28.4 32.3 26.1 21.2 Forza Italia 14.4 13.3 11.5 12.7 11.5 14.2 16.8 Lega Nord 13.8 12.9 10.6 13.2 11.8 14.0 6.2 Fratelli d Italia- An 4.7 4.0 6.7 4.4 2.7 3.3 3.7 Art. 1 Mdp 4.3 3.8 4.2 -- -- -- -- Sinistra Italiana e altri di sinistra Campo Progressista Alternativa popolare 2.9 2.8 4.3 5.0 5.4 5.2* 4.0 ** 2.3 2.0 2.0 -- -- -- -- 2.1 2.0 2.4^ 3.4^ 2.5^ 3.5^ 4.4^ Altri 3.2 3.2 2.3 2.7 3.6 1.5 2.9 Totale 100 100 100 100 100 100 100 Nota: l area grigia di quanti non rispondono, oppure si dichiarano propensi all astensione, per l ultima rilevazione si attesta intorno al 30% * Sel e altri di sinistra ** L'altra Europa con Tsipras ^ Ncd, Udc Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Giugno 2017 (base: 1189 casi) 8

IL GIUDIZIO SUL GOVERNO: SERIE STORICA Su una scala da 1 a 10 che voto darebbe, in questo momento al Governo Gentiloni? (valori % di quanti esprimono una valutazione uguale o superiore a 6 Serie storica) Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Giugno 2017 (base: 1189 casi) 9

IL GRADIMENTO DEI LEADER Che voto darebbe, su una scala da 1 a 10, a (valori % di quanti esprimono una valutazione uguale o superiore a 6; tra parentesi la % di quanti non li conoscono o non si esprimono Confronto con maggio 2017) NOTA: sono considerati solo i leader di partiti che superano, da soli, il 2%. Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Giugno 2017 (base: 1189 casi) 10

IL GRADIMENTO DELLE POSSIBILI ALLEANZE Se dalle prossime elezioni non dovesse uscire una chiaro vincitore, lei sarebbe favorevole o contrario a una maggioranza formata da (valori % di chi si dichiara favorevole in base alle intenzioni di voto; nel tondo il confronto con maggio 2017) Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Giugno 2017 (base: 1189 casi) 11

LA GRADUATORIA DEI LEADER DI CENTRO-SINISTRA Che voto darebbe, su una scala da 1 a 10, a (valori % di quanti esprimono una valutazione uguale o superiore a 6 in base alle intenzioni di voto) Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Giugno 2017 (base: 1189 casi) 12

LA VICINANZA TRA I PARTITI DI CENTRO-SINISTRA Mi può dire quanto si sente vicino ai seguenti partiti? (valori % di quanti si dicono Molto o Abbastanza vicini in base alle intenzioni di voto) Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Giugno 2017 (base: 1189 casi) 13