IL CONCERTO CAMPANARIO DELLA CHIESA PARROCCHIALE DI SANTA LUCIA IN LOBIA DI SAN BONIFACIO di Luca Chiavegato 5 campane in SOLb3 Sistema di suono alla veronese CAMPANA NOTA Ø MM PESO KG FONDITORE E ANNO DI FUSIONE Grossa (5) SOL b 3 1013 582 Cavadini Ettore, rifusione,1930 Seconda (4) LA b 3 897 390 Cavadini Achille ed Ettore, 1908 Terza (3) SI b 3 803 286 Cavadini Ettore, rifusione 1928 Quarta (2) SI 3 750 232 Cavadini Achille ed Ettore, 1908 Quinta (1) RE b4 668 162 Cavadini Achille ed Ettore, 1908 *n.b. : la numerazione delle campane fra parentesi è quella classica dei campanari che partono dalla campana piccola con il numero inferiore.
NOTIZIE STORICHE Il piccolo paese di Lobia, all estremo confine della provincia di Verona con quella di Vicenza, ha la sua popolazione divisa tra San Bonifacio e Lonigo. Da sempre appartenente alla diocesi vicentina i suoi pastori si sono sempre rivolti alla fonderia Cavadini di Verona per adornare la chiesa con le sue degne campane. La prima informazione utile per questa ricerca ce la da il censimento redatto dal grande maestro suonatore di campane Pietro Sancassani (1881-1972) di Verona, dove nel suo lungo e appassionato percorso di vita ha avuto modo di ricercare presso gli amici fonditori Cavadini le informazioni anche su queste campane. Pietro Sancassani ha scritto un diario pubblicato dall Associazione Suonatori di Campane a Sistema Veronese (A.S.C.S.V.) nel 2001. Nella seconda parte troviamo in sintesi la base della nostra ricerca. A pag 194 il campanaro veronese scrive : Lobbia Erano tre del 1872 in LA. Cavadini nel 1909 diede al nuovo campanile cinque campane in FA. In due semplici e sintetiche affermazioni ha sintetizzato quarant anni di storia locale. Con questa piccola ricerca cercheremo di riscoprire il folklore di questo intenso periodo storico. Il primo registro delle fusioni della fonderia Cavadini annota, come afferma il Sancassani la fusione delle tre prime campane che erano state poste sul vecchio campanile. I sacri bronzi sono stati acquistati dal parroco don Adriano Cugato, il quale nel suo grande lavoro di ristrutturazione della chiesa parrocchiale ha pensato bene di dotare la sua parrocchia di un bello e armonioso concerto a tre voci. Nel registro sono segnati i pesi delle campane e dagli stessi si possono ricavare le note dei bronzi. Nel 1872 le campane erano ancora pesate alla vecchia in pesi veronesi (= 8,332 kg), libbre sottili (= 0,333 kg), once (= 0,0277 kg) e pesavano rispettivamente: 31 pesi, 21 libbre, ½ oncia; 22 pesi, 17 libbre; 16 pesi, 08 libbre. Convertendo queste cifre in kilogrammi possiamo dire che le tre vecchie campane di Lobia suonavano in SI bemolle DO naturale e RE naturale e pesavano 265,4 kg, 188,9 kg, 135,9 kg. Come si vede c è una piccola differenza di nota musicale tra il dato riportato dal Sancassani e quello dedotto dai calcoli presenti, ma non c è da meravigliarsi in quanto le rilevazioni musicali di fine XIX secolo erano diverse dalle moderne tecnologie di rilevazione. Confrontando campane simili per epoca di fusione e peso prodotto dalla fonderia si può con certezza affermare che la nota espressa era la stessa ma letta in modo da farla sembrare più grave (es: LA crescente = SI bemolle calante). Questi primi tre bronzi hanno lavorato diligentemente per trent anni quando la loro sorte è stata segnata dall esigenza della parrocchia di modificare la chiesa per renderla più capiente Marchio della fonderia Cavadini visibile sulla campana grossa dovendo sacrificare il vecchio e modesto campanile che stava dietro l altare per costruire il nuovo coro. In queste grandi opere, guidate dal parroco don Giovanni Bergamasco, le campane non sono state le ultime ma bensì un passaggio obbligato dopo la demolizione della vecchia torre campanaria. Nel 1904 infatti, assieme all Ing. Toffanin, si costruì la nuova torre campanaria dalla quale tronarono a suonare le tre vecchie campane. Ma l ambizione del parroco andava ben oltre alla costruzione della nuova torre, infatti voleva dotare la sua parrocchia di un concerto di campane più grande, almeno come quelle di Locara se non più grandi. Questa ambizione però sarebbe costata troppo tanto che il progetto ha finito per essere ridimensionato nelle dimensioni ma come vedremo non nei contenuti. Così nel 1908 arrivano le nuove e luccicanti cinque campane in scala armonica maggiore SOL Bemolle calante del peso
complessivo di 1615 kg. Contrariamente alla moda dell epoca non è stata indetta nessuna gara campanaria per la solenne inaugurazione ecco perché il Sancassani non cita nelle sue inaugurazioni e nelle sue vittorie il passaggio da Lobia. Le nuove campane sono state installate secondo il metodo di suono detto alla Veronese in uso nelle diocesi di Verona e Vicenza. Purtroppo però due delle campane originali si sono rotte e sono state sostituite nel corso dei primi anni di attività. La campana terza o mezzana si incrina e viene rifusa nel 1928 e due anni più tardi tocca a quella maggiore rifusa aumentandone il peso nel 1930 queste due fusioni sono state seguite dai parroci don Giuseppe Zuffellato e da don Giuseppe Borga che nel 1937 ha fatto costruire la cuspide in mattoni del campanile sostituendo quella di legno. Con l intervento di elettrificazione totale delle campane sono andati perduti gli originali e artistici ceppi in ghisa della fonderia Cavadini, brevettati negli anni novanta del XIX secolo, sostituiti da quelli odierni anti-estetici brevettati dalla ditta Lorenzi. CARATTERISTICHE DELLE CAMPANE DI LOBIA Le cinque campane di Lobia, essendo state fuse tutte nella fonderia Cavadini di Verona, presentano un omogeneo partito decorativo tipico della fonderia scaligera ma con la particolarità decorativa delle sei immagini per campana che le valorizzano mostrando all osservatore la superiorità della committenza che non bada a spese per la bellezza delle sue opere. La fonderia Cavadini infatti tendeva di prassi a posizionare sul corpo della campana solo quattro immagini disposte secondo i punti cardinali, ma all occorrenza le immagini potevano diventare sei o addirittura otto nelle campane di grandi dimensioni. Tutte queste decorazioni sono state eseguite da abili cesellatori dei secoli passati che hanno incavato in negativo delle piccole assi di legno, riempite poi di cera per creare tutte le decorazioni che erano e sono applicate sulla falsa campana nella lunga fase di produzione del bronzo. Partito Decorativo. Partendo dall alto troviamo le sei maniglie chiamate in gergo trecce che sostengono le campane, disposte sulle diagonali concentriche di un esagono il cui centro è il loro raccordo dal quale si aprono simmetricamente. Queste trecce hanno la forma di un sette il cui angolo esterno è mascherato dai volti dei profeti. Scendendo sulla parte alta del bronzo troviamo delle modanature concentriche che profilano con gobbe e gole la testa e la spalla della campana. Scendendo ancora incontriamo la prima fascia ornamentale con motivi floreali, che chiude la decorazione della parte alta del bronzo. Comincia quindi il primo spazio vuoto del profillo della campana dove gli abili operai della ditta hanno posizionato sei immagini ovali in altrettante eleganti cornici elemento che contraddistingue l elevata cura e dedizione che don Bergamasco ha avuto nel commissionare tali opere. A metà dell altezza del San Maurizio visibile sulla campana grossa corpo bronzeo c è una seconda cornice a greche o oculi floreali, sotto si trova il secondo spazio nel quale viene posizionata la ragione sociale della fonderia e le varie inscrizioni sia in apposite targhette a forma di fuso sia, come nel nostro caso, per esteso essendo inscrizioni appositamente pensate. A metà della grande svasatura incontriamo la terza cornice, quella composta da foglie di acanto disposte allineate con la punta verso il basso. Troviamo quindi l ultimo spazio liscio e poi il labbro della campana anch esso decorato con una cornice dello spessore massimo di due mm. Questa disposizione più o meno ricca di particolari la ritroviamo in tutte le campane della fonderia Cavadini e ne contraddistingue l eleganza e la vistosa sobrietà del suo apparato iconografico.
ANALISI DELLE CAMPANE CAMPANA GROSSA (5) POSIZIONE MUSICALE TONICA DIAMETRO 1013 mm PESO 582 kg NOTA Sol b 3 ANNO DI FUSIONE 1930 rifusione FONDITORE Cavadini Ettore COLUMNA ES IMMOBILIS LUCIA SPONSA CHRISTI, sul dorso, nella parte alta per esteso. REFUSA NELL ANNO 1930, sul dorso e per esteso. IMMAGINI Sant Alessandro Vescovo, Santa Lucia Vergine e Martire, Sant Antonio Abate, San Maurizio, Crocifisso, San Nicola di Bari. NOTE Campana rifusa ed accresciuta di peso, sulla ragione sociale ci sono due stemmi vescovili. CAMPANA SECONDA (4) POSIZIONE MUSICALE SOPRATONICA DIAMETRO 897 mm PESO 390 kg NOTA La b 3 ANNO DI FUSIONE 1908 FONDITORE Cavadini Achille ed Ettore DIFFUSA EST CARITAS DEI IN CORDIBUS NOSTRIS, sul dorso e per esteso. IMMAGINI Maestà, San Lorenzo Martire, San Giuseppe Padre Putativo, San Bernardino da Siena, Sant Agostino Vescovo e Dottore, San Girolamo Cardinale e Dottore.. NOTE
CAMPANA TERZA (3) POSIZIONE MUSICALE MODALE DIAMETRO 803 mm PESO 286 kg NOTA Si b 3 ANNO DI FUSIONE 1928 FONDITORE Cavadini Ettore A MALA MORTE LIBERA NOS DOMINE, sul dorso e per esteso. IMMAGINI San Giuseppe, San Prosdocimo, San Casimiro, San Matteo Evangelista, Santi Fabiano e Sebastiano, San Luigi IX di Francia. NOTE: campana rifusa. CAMPANA QUARTA (2) POSIZIONE MUSICALE SOTTODOMINANTE DIAMETRO 750 mm PESO 232 kg NOTA Si 3 ANNO DI FUSIONE 1908 FONDITORE Cavadini Achille ed Ettore ASSUMPTA EST MARIA IN COELO, sul dorso e per esteso. IMMAGINI Santa Maria Assunta, San Paolo Apostolo, San Michele Arcangelo, San Pietro Apostolo, San Francesco d Assisi, San Marco Evangelista NOTE:
CAMPANA PICCOLA (1) POSIZIONE MUSICALE DOMINANTE DIAMETRO 668 mm PESO 162 kg NOTA Reb 3 ANNO DI FUSIONE 1908 FONDITORE Cavadini Achille ed Ettore COR JUESUS SACRATISSIMUM MISERERE NOBIS, sul dorso e per esteso. IMMAGINI Sacro Cuore di Gesù, San Bonaventura, Santa Teresa, San Giovanni Evangelista, San Zeno Vescovo, Santa Giustina Vergine e Martire. NOTE: la campana presenta numerosi difetti di fusione riempite con stucco metallico per colmare le buche che la fusione ha lasciato. Stuccature visibili sulla campana piccola Rilievo e Relazione storica di Luca Chiavegato ringraziando il segretario Laura Segafredo e il parroco don Gianni Urbani per la disponibilità