VIVERE E CRISTO. Riflessioni sulla Lettera di Paolo ai Filippesi di Enzo Bianchi. ritardo ritardo

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VIVERE E CRISTO Riflessioni sulla Lettera di Paolo ai Filippesi di Enzo Bianchi

<<Il vostro amore abbondi in conoscenza e in discernimento>> Fil 1,1-11 1. Conoscenza della parola di Dio. 2. Discernimento tra il bene e il male.

PAROLA e DISCERNIMENTO Geremia 15,16 1. La conoscenza della parola è solo una questione di volontà. 2. Ogni credente, è abilitato al discernimento dall unzione efficace dello Spirito santo.

SERVI DI DIO Indica il legame più stretto e profondo tra Dio e il credente. Si tratta di una condizione eminente di comunione con il Signore. L apostolato, così come ogni compito della chiesa, consista nell essere servi del Signore Gesù. I servi di Dio diventano necessariamente servi di Cristo Gesù, perché Gesù il Messia è il mediatore unico tra Dio e gli uomini, è la definitiva e decisiva rivelazione di Dio agli uomini.

IL SERVIZIO DEL CREDENTE Va rivolto solo al Signore, che ne è l unico destinatario; e anche se si compie nella chiesa, a favore della chiesa, mai ha come termine la chiesa: essa stessa, infatti, non e domina, ma serva del Signore.

EVANGELIZZARE La vera evangelizzazione, ben prima di ogni parola sull Evangelo, consista nell annunciare l Evangelo con la propria vita. L evangelizzatore per eccellenza è Gesù Cristo. La prima forma di testimonianza è la vita stessa del missionario.

Predicare l Evangelo E possibile predicare l Evangelo in modo corretto, assumendo però un comportamento non sempre capace di amicizia, di accoglienza e di compassione verso gli altri. Non basta aver presente l oggetto della predicazione, occorre prestare attenzione anche all intenzione e al modo in cui si predica! Un atteggiamento che contraddica lo spirito cristiano, mina gravemente l annuncio.

Sosteniamoci con la preghiera Nella comunione dei santi c è la preghiera reciproca (cfr. At 12,5; 2Cor 1,11), e chi si trova nella prova non è mai solo. La preghiera, è azione efficace, perché è richiesta delle cose buone al Padre (cfr. Mt 7,11).

Morire è un guadagno (Fil 1,21) Ciascuno di noi può realmente comprendere il senso della propria vita solo se si pone di fronte alla prospettiva della morte che lo attende. Per un cristiano, inoltre, la meditazione sulla morte coincide esattamente con quella sulla vita eterna, il <<guadagno>> della sua esistenza. Se esiste la vita eterna, come amore senza contraddizioni, allora anche il senso della nostra vita sulla terra può trovare un senso.

<<Vivere è Cristo>> (Fil 1,21) Chi è in vita, deve continuare a vivere nella fede in Gesù, il Figlio di Dio (cfr. Gal 2,20), e a testimoniare così che per lui <<vivere è Cristo>>.

<<saremo sempre con il Signore>> 1 Ts 4,17 E certo che il cristiano resta in comunione con Cristo. Sia che vive, sia che muore. Dal battesimo alla vita eterna. Chi potrà separarci dall amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore?

Vivere da cristiani nel mondo 1. E una grande lotta contro le tentazioni, contro i pensieri. Più la fede cristiana è matura, approfondita, più è segnata dalla fatica della lotta contro idoli presenti nell ambiente e nell epoca in cui si vive. 2. Significa assumere uno stile di vita distinto da quello degli altri uomini, così che appaia naturalmente la differenza cristiana.

Vivere da cristiani nel mondo 3. Nessun atteggiamento ostile, nessuna volontà di scontro anche con chi non vive l Evangelo o ad esso si oppone. 4. I cristiani non devono porsi come avversari di nessuno. 5. Siamo chiamati a nutrire simpatia per l umanità intera, per tutti gli uomini, che sono figli di Dio, e che Dio stesso vuole che siano tutti salvati. (A Diogneto 5,1-2.5.11-16).

Vivere da cristiani nelle comunità 1. All interno delle comunità non ci sia presenza di conflitti e divisioni, di vanagloria e di orgoglio di alcuni che pretendono di essere superiori agli altri (Fil 2,2-4). 2. L etica cristiana non si nutre di precetti e comandi, di prescrizioni e proibizioni, ma si fonda sulla partecipazione per fede e per amore ad avere gli stessi sentimenti di Cristo Gesù.

Per fede e per amore Avere la sua stessa fede, che significa vivere nella fede di Cristo (cfr. Gal 2,19-20). Il cristiano può credere solo innestando la propria incredula fede sulla fede salda di Gesù e, in tal modo, partecipa alla sua obbedienza pienamente fedele. La via dell obbedienza è l ascolto, che si trasforma nella libertà in amore, come l obbedienza di Gesù, un uomo che ha liberamente amato Dio e noi uomini.

Il SIGNORE PADRE MISERICORDIOSO Dio ci ama quali suoi figli anche nel peccato, anche nelle nostre infinite resistenze alla conversione. La chiesa è chiamata a vivere la piena solidarietà con gli uomini, in qualsiasi situazione infernale essi si trovino, a donare loro la misericordia che essa stessa riceve dal suo Signore.

<<Operate con tremore e timore alla vostra salvezza>> Fil 2,12 Impegnatevi comunitariamente a conseguire la salvezza. Con atteggiamento di chi si dispone a servire Dio. Con quella vigile tensione che consente di rimanere perseveranti nell attesa.

La mormorazione E sintomo di una doppiezza interiore, di un cuore diviso che porta ad avere labbra doppie (Sal 12,3). E il grande peccato che affligge le generazioni, già dall esodo, spingendole a mormorare contro Mosè e contro Dio. E veleno che disgrega la comunità.

Il dissenso Che può scaturire in una comunità cristiana, quando però non sono in gioco la fede e la comunione; tale dissenso, in ogni caso, deve essere leale, aperto, pronto al confronto, e sempre obbediente alla logica della carità e dell unità necessaria.

La vera liturgia Non si tratta di offrire a Dio doni materiali o prestazioni, ma di offrirgli la fede, la lode, l adorazione tutta la propria vita! Il vero culto è costituito da un esistenza quotidiana vissuta <<in Spirito e Verità>> (Gv 4,23), ossia nello Spirito santo e in Cristo Gesù.

Il sacrificio gradito a Dio L offerta della propria vita è l unico culto realmente gradito a Dio. Il primato è quello di una vita realmente cristiana, in vista della quale i sacramenti sono solo un mezzo, il rimedio alla nostra debolezza. Come Gesù ha consegnato la sua vita per gli uomini, così ogni cristiano deve donare la propria vita per i fratelli. Così i gesti liturgici non saranno una vuota ripetizione di formule e riti.

<<Gioisco con voi gioite con me>> Fil 2,18 Il cristiano ha il dovere di gioire. La tristezza è un peccato grave, perché ostacola la relazione con Dio e con i fratelli. Essere gioioso non solo rallegra il cuore dei fratelli, ma significa anche aprire uno spazio alla relazione.

La speranza della resurrezione (Fil 3,12-16) Il credente è già risorto nella speranza, ma ciò non è ancora per lui realtà effettiva. Paolo sa di non avere ancora ottenuto lo scopo, di non avere raggiunto la meta, la pienezza, e per questo è proteso in avanti verso la ricompensa finale.

La salvezza La giustificazione è data per la fede e non per le opere della legge! (cfr Rm 3,28; Gal 2,16) Viene solo da Dio! E per grazia che veniamo salvati!

<<Il Signore trasfigurerà il nostro corpo di miseria>> Nell ora della parusia il Signore Gesù trasfigurerà il corpo dell uomo e gli darà la forma del suo corpo glorioso. I cieli e la terra nuovi che Dio prepara per noi, sono il luogo della corporeità trasfigurata dove non ci sarà più la morte. (Cfr Ap 7,16-17)

La riconciliazione fraterna E normale che nella chiesa esistano tensioni; l importante è che il conflitto non degeneri in divisioni definitive. Sempre si acceda alla riconciliazione, al perdono reciproco. Solo in un secondo momento ci si rivolga a un membro autorevole della comunità perché faccia opera di pace.

<<Gioite nel Signore sempre; ripeto, gioite>> La gioia non è solo un dono del Signore, ma anche uno stato da ricercare. Essa nasce dall unione con il Signore. Deve essere continua, come la pace va ricercata con tutte le proprie forze. E il terreno in cui può fiorire la carità. E escatologica, il pensiero della parusia del Signore è motivo per rallegrarsi.

<<Non preoccupatevi di nulla>> Il cristiano non deve essere preda dell affanno. Il cuore del credente sia unito al Signore senza distrazioni. L assiduità con il Signore, nutrita dall ascolto obbediente della sua parola, gli consente di affidare a lui le proprie richieste.

<<Tutto io posso in colui che mi da forza>> Tutto questo io potrò realizzare solo se rimango con Cristo. E lui che mi darà la forza della sua resurrezione. Ecco la ragione profonda che muove il cristiano nel suo agire: Cristo Gesù!

La comunità cristiana, luogo dello scambio gratuito All interno della comunità cristiana deve vigere la logica dello scambio gratuito, ciascuno secondo i doni spirituali e le sue possibilità. Questo è sacrificio gradito a Dio!

Saluti e benedizione finale Paolo si congeda dai cristiani di Filippi, definendoli <<santi in Cristo Gesù>>. La grazia del Signore Gesù Cristo, l amore di Dio fonte di ogni dono, siano custoditi nel vostro spirito fino al <<giorno di Cristo Gesù>>.

RIFLESSIONI Come approfondisco la Parola e la capacità di discernimento? Mormoro? Gioisco? Attualizzo la riconciliazione fraterna? Dono gratuitamente? Il mio servizio ai fratelli è un sacrificio gradito a Dio? Mi affanno e trascuro l ascolto? Penso di essere sulla via della santità?

Parrocchia Santa Maria della Guardia Catania Frati Minori Fine A cura degli Animatori Pastorali : Filippo e Graziella Anfuso www.parrocchiadellaguardia.it