I Lupi. Angelo Longoni PERSONAGGI



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Transcript:

I Lupi di Angelo Longoni PERSONAGGI

LUPI 70 anni circa LUPI Figlio di Giovanni, 40 anni circa LUPI Figlio di Giovanni, 40 anni circa LUPI Figlio di Giovanni, 20 anni circa AMBIENTE Uno spazio che vive solo di oggetti e che può diventare qualsiasi luogo, principalmente la casa di campagna della famiglia Lupi. Un angolo composto da un divano, due poltrone, un mobile bar, un pianoforte. Altri elementi potranno essere aggiunti in alcune scene per indicare ambienti esterni. Un fondale di PVC servirà per proiezioni di immagini fisse o in movimento: fotografie, primi piani degli attori, film della loro infanzia, ambienti esterni, ricordi, suggestioni e personaggi esterni. Nota per il lettore Alcuni momenti della vicenda fanno parte dei ricordi e del passato dei protagonisti, queste parti di testo sono evidenziate graficamente in neretto per facilitare la lettura.

SCENA 1 Luca in proscenio parla a un telefono cellulare. Durante tutta la scena alle sue spalle scorrono immagini e fotografie di bambini che giocano. Poi le fotografie di Luca e di sua moglie ripresi nella vita normale e al loro matrimonio. Immagini e fotografie di Luca con sua figlia, una bambina di circa nove anni. Guarda ti dico da non crederci è una tipa pazzesca siamo entrati in questa specie di tempio tutto aperto nel parco, sì. Le ho messo una mano nelle mutande, ma ho sentito il filo del tampax. Aveva le mestruazioni, cazzo e io non avevo il preservativo. Allora non si può scopare? le ho detto Lei s è messa a ridere e m ha baciato. Non voleva rinunciare, qualcosa voleva fare Allora inizio a masturbarla e lei inizia a dare i numeri. Si alza il maglione, si alza il reggiseno e mi porta la testa alle tette gliele tocco, le bacio, le lecco. Poi si slaccia la cintura dei jeans per farmi lavorare meglio con la mano. Intorno c erano dei ragazzi che giocavano a pallone, mamme con le carrozzine, signori che passeggiavano. Lei se ne fregava, ce l aveva tutta bagnata, malgrado il tampax. Mi slaccia i pantaloni, mi abbassa le mutande e me lo prende in mano. Poi come se non ci capisse più niente si siede su una lastra di marmo e inizia a succhiarmelo. I pantaloni si sono abbassati e sono rimasto con il culo nudo in mezzo al parco La gente intorno niente nemmeno se ne accorgeva Io ci do dentro con la mano e lei viene subito. Mentre ha questo orgasmo fortissimo e me lo agguanta come se fosse il manico di una racchetta da tennis un male Andava veloce, velocissima Le prendo la testa e le dico di guardare. Guardalo. E lei l ha guardato

Il primo schizzo le è finito sul mento, il resto sulla mano e poi sul marmo insieme al mio sangue. M ha consumato l uccello. S è messa a ridere, ha preso una salviettina profumata e me l ha data per asciugarmi s è macchiata di rosso Poi siamo tornati verso la macchina stando un po distanti uno dall altro certo perché lei aveva paura che qualcuno la vedesse per via del marito e io pure C era pieno di bambini che giocavano, dell età di mia figlia non ci ha visti nessuno. Poi lei m ha fatto l occhiolino e si è allontanata senza più voltarsi. Ride, ascolta le parole all altro capo della comunicazione. Che fai? Ci vediamo stasera? Sì, sono solo No, non ho voglia di stare a casa volevo uscire ah, stai con tua moglie bè peccato, volevo farti vedere la BMW nuova è bellissima guarda adesso sta a più di trenta metri prendo il telecomando aziono l apertura cazzo, le frecce lampeggiano e le porte si sbloccano te lo dico sempre io le auto tedesche sono perfette. La luce sfuma su Luca e va ad illuminare Max.

SCENA 2 Max sta parlando ad una platea di studenti di veterinaria Sullo sfondo immagini sacre, un crocifisso, Abramo e Isacco di Caravaggio, immagini di una processione tutto alternato con immagini di animali che corrono, che cacciano e che si accoppiano. Una famiglia di scimpanzè. Una leonessa che azzanna una gazzella. Il parto di una mucca, il parto di una donna. Una macellazione. Una esecuzione capitale. Un incidente stradale, un funerale. Alcune immagini al microscopio di batteri e esseri unicellulari. Tutti noi qui abbiamo deciso di fare i veterinari: io ci sono riuscito, molti di voi prenderanno la laurea, altri forse rinunceranno. Ma a me interessa sapere perché. Perché volete occuparvi degli animali? Breve pausa come se ascoltasse le risposte. Certo perché vi piacciono perché li amate perché fanno tenerezza perché vi piace la natura, un lavoro all aria aperta e poi? Altra pausa. Vi dirò perché io ho fatto questa scelta. Perché gli animali se ne fregano di Dio. C è da imparare dagli animali. Non si domandano mai se Dio esiste. Se Lui esistesse, loro non sarebbero diversi da quello che sono. Non avrebbero comportamenti diversi da quelli che hanno. Pausa Per quanti di voi è la stessa cosa? Se qualcuno vi dicesse: Dio c è!

Di sicuro. Avete un mese per prepararvi poi arriva Dio, e se non vi trova pronti sono affari vostri. Bè sarebbe fantastico poter dire: Sono pronto, può arrivare anche adesso. Per me non cambia niente, io sono così, la mia vita e la mia morale non cambiano se c è Dio e nemmeno se non c è. Max sorride alla sua platea. Pausa. Per gli animali è così. Sono molto più fortunati di noi non hanno coscienza di Dio, e non sanno che esiste la morte. Io invece ci penso. Voi no? Pausa. Perfino gli animali superiori, quelli più evoluti hanno una coscienza molto parziale della morte. Gli elefanti hanno il loro cimitero degli elefanti, dove vanno a nascondersi quando stanno per morire ma questo basta per affermare che hanno coscienza della propria morte? O della morte dell altro? Il babbuino femmina porta con sé il suo piccolo morto come se fosse vivo per settimane, fino a che si decompone. Alcuni babbuini maschi penetrano le femmine morte e fanno una guardia sessuale vicino ai loro corpi. Anche se sono imparentati con noi uomini non riconoscono la morte e trattano i loro compagni morti come se fossero passivi ma vivi. L uomo è l unico animale che teme la morte, che tenta di sfuggirla, di allontanarla, di elaborarla mediante riti collettivi e di sopravvivere nella memoria di chi rimane. Ma per quanto tempo? Moriranno anche i figli, moriranno anche i nipoti e poi non rimarrà più nessuno a ricordare. Chi di voi alimenta amorevolmente il ricordo del suo trisnonno? Sorride alla platea. Ma attenzione la morte non è una proprietà di ogni organismo. Negli organismi unicellulari la morte virtualmente non esiste. Riproducendosi per scissione si sdoppiano all infinito. I batteri che si coltivano in laboratorio sono praticamente lo stesso unico batterio che vive dal paleozoico. Qualunque batterio ci sopravvivrà. Triste eh? Chissà qual è il dio dei batteri, sicuramente un dio potente e

magnanimo. Sorride recitando una pausa. Un dio al quale non si può evitare di credere. I batteri devono essere molto religiosi, non credete? A noi invece nessuno ci consolerà mai dal fatto di non essere nati batteri. La luce sfuma su Max e va ad illuminare Francesco e Giovanni.

SCENA 3 Fotografie di famiglia, Francesco con il suo cane Dick, Francesco con suo padre, Francesco con i suoi, fratelli, Francesco con sua madre. Alcune foto della madre da giovane. Francesco è in proscenio, guarda verso il pubblico come se fosse a una finestra. Parla con una leggera balbuzie. Alle sue spalle, seduto su di una poltrona con lo schienale rivolto al pubblico, è seduto Giovanni, fuma un sigaro. Si vede solo il fumo alzarsi lento nell aria e una mano che spunta per depositare la cenere. In scena c è anche un vecchio pianoforte. Come te l ho suonata? Quasi come la mamma, eh? No come lei no. Potrebbe essere meglio, però non era male. Francesco sorride. Poi si dirige a lato della scena e guarda in quinta come se stesse osservando fuori da una finestra. Il tempo è bruttissimo mi sa che tra un po nevica. Francesco sembra agitarsi, guarda fuori dalla finestra con grande agitazione. E se nevica? Come fa Dick? Ho paura che non la trova la strada per tornare a casa non ce la fa non è abituato con la neve non li sente più gli odori tu cosa dici? Si sente un lontano abbaiare. Francesco vi presta attenzione. No questo non è lui però magari è insieme ad altri cani e sono gli altri che abbaiano tu cosa dici? E colpa mia gli lanciavo il boomerang e lui gli correva dietro. Il boomerang è tornato e lui no. Sono un cretino sono un cretino-deficiente come al solito non dovevo lasciarlo libero. Dovevo tenerlo al guinzaglio come faccio sempre.

La medaglietta ce l'ha solo che se lo trovano io non lo so se ci chiamano qui in campagna se ne fregano dei cani è pieno di cani. Tu cosa dici? Se ne fregano? O ci chiamano? Dici che ci chiamano? Francesco si volta in direzione della poltrona. Papà se nevica come due anni fa ti ricordi? Come due anni fa mi arrivava qui Francesco indica il ginocchio. Papà cosa dici? Ce la fa Dick a tornare? Papà Francesco si avvicina alla poltrona. Papà Francesco guarda oltre alla poltrona. Papà dormi? Papà Francesco sorride. Ecco perché ti è piaciuta la musica eh? Papà papà. Francesco guarda l uomo sulla poltrona con più attenzione, capisce che c è qualcosa che non va, scuote il padre il quale non da segni di vita. Papà svegliati svegliati Francesco cerca di sollevare il corpo del padre, i suoi movimenti sono convulsi, il corpo dell uomo pesa troppo, Francesco ci riprova più volte ma non può fare altro che rendersi conto che il padre è morto. Papà papà

Francesco guarda il corpo del padre e inizia a piangere silenziosamente. Poi si dirige velocemente verso il telefono. Compone un numero. Pronto Luca Luca sono io In un altro angolo della scena appare Luca illuminato in primo piano e con un telefono cellulare. Franceschino come stai? Devi devi venire subito subito papà papà siamo in campagna Cos è successo stai calmo Subito vieni subito papà è morto è morto. Ma cosa dici? Subito ho paura ho paura chiama anche Max venite subito subito. Arrivo Tu stai calmo però arrivo. Francesco interrompe la comunicazione e la luce su di lui si spegne. Luca compone un numero e in un altra zona della scena si illumina il viso di Max. Max sono Luca mi ha chiamato Francesco dalla campagna è successo qualcosa a papà Cosa?

Non so io parto adesso è meglio se vieni subito anche tu. Arrivo. Ci vediamo là. BUIO

SCENA 4 Al centro della scena c è il cadavere di Giovanni. Di fianco a lui Francesco è sconvolto, tremante. Sullo sfondo le immagini di una donna che suona il pianoforte, si sente la music ache proviene da quell piano. Tu lo sai papà lo sai io non ho mai fatto male a nessuno mai Da piccolo io non ho mai strappato le ali alle mosche. Non ho mai legato barattoli alla coda dei gatti. Non ho mai imprigionato i grilli nei tappi di sughero. Non ho mai picchiato nessuno. Non ho mai detto bugie. Francesco si guarda attorno come se vedesse qualcosa che lo terrorizza. Andate via non vi voglio vedere andate via perché siete tornati? Io io non ho fatto niente niente Il mio cane dov è il mio cane Dick Dick Anche lui è un cane buono non ha mai fatto niente di male se non mi obbediva era colpa mia. Solo le persone forti si sanno far obbedire dai cani. Vero papà? Dick a te obbediva. (rivolgendosi a presenze inesistenti) Via via! Andate via Dick Dick Che cosa devo fare? Papà cosa devo fare? Io non ho mai fatto male a nessuno tutti dovrebbero volere il mio bene. Io sono solo stupido lo sai sono stupido, non cattivo Papà, ti ricordi quando ero piccolo? Smontavo tutto quello che mi capitava in mano volevo capire come erano fatte le cose, ma non l ho mai capito sono uno stupido uno stupido che si fa male in continuazione mi faccio male ma agli altri mai mai vero papà? Io faccio male solo a me. Mi rompo un dito per essere sicuro di avere tutta la mano. BUIO

SCENA 5 Max e Luca sono seduti, ai lati opposti della scena, ognuno in uno scheletro di automobile, stanno guidando. Immagini di una strada ripresa dal parabrezza di un auto in movimento. Le immagini sono velocizzate al fine di dare una sensazione di vertigine. Alle loro spalle si muove Giovanni, o meglio il ricordo che entrambe hanno del padre. L uomo parla e si muove in modo disordinato come se costituisse il flusso di pensieri incrociati dei due figli. Giovanni inizia a parlare rivolgendosi prima a uno e poi all altro. (a entrambi come se si rivolgesse a loro bambini) Il cavallo del bambino va pianino va pianino Il cavallo del vecchietto va zoppetto va zoppetto Il cavallo del gradasso va di passo va di passo Il cavallo del giovanotto va di trotto va di trotto Max e Luca sorridono mentre ricordano il padre. (diventando serio) Voi non lo sapete cosa vuol dire stare vicino alla mamma ma non da figli da uomo. Da uomo è diverso La sua bellezza la bellezza di tutto quello che la riguarda. La paura di perderla di non meritarla. La gelosia di tutto una malattia continua anche la sua età, la mia età quando l ho sposata era così giovane, così bella e voleva me, proprio me e mi domandavo sempre perché e anche adesso perché proprio me che potrei essere suo padre? Io la amo da pazzi (a Max improvvisamente arrabbiato) Tu non devi permetterti di rispondere male né a me, né soprattutto alla mamma Rispetto! Capito? Stai zitto! Zitto! (a Luca) Anche tu! Vai in camera tua, via! Zitti zitti!

Giovanni cambia atteggiamento, si fa preoccupato. (a Luca) Luca... corri... corri Francesco è caduto si è fatto male... corri... (a Max) Max! Chiama la mamma... dille che porto Francesco all ospedale... non preoccuparla però... non è niente... dille che non è niente... Questo bambino... continua a farsi male... io non ho mai visto nessuno farsi male in continuazione così... Che cos ha il nostro bambino? Perchè si strappa i capelli? Perchè si taglia? Perchè cade sempre? Perché non riesce a parlare? No, no mio figlio non è malato non ha niente niente! (a entrambi) Fate giocare un po anche Francesco... state un po con lui... lo so che è piccolo, che ha dieci anni meno di voi... ma è vostro fratello... se per una volta non uscite con i vostri amici non succede niente... In moto? Avete portato Francesco in moto? Siete due cretini, due imbecilli... non dovete farlo... non l avete ancora capito che non potete fare queste cose con lui? Francesco amore ti sei fatto male ancora? Non è niente non è niente adesso passa passa nella piazza c è una pecora pazza che fa bè bè bè (a Luca) Non venire a raccontare a me ste stronzate a diciassette anni uno non capisce niente di politica a diciassette anni uno può pensare a una cosa sola alle ragazze e basta io ti dico solo che se torni a casa con un occhio nero io ti faccio nero anche l altro è chiaro? E chiaro? (a Max) Quante sono le cose che non mi dite? Eh? Quante sono le cose che un padre non saprà mai? Mi credete un cretino? Pensi che non lo sappia cosa fa tuo fratello? E tu perché lo copri? Perché? Perché sei sempre così freddo gelido non parli mai con me perché? (a Max) Io non capisco non capisco potresti stare con me come tuo fratello Luca lavorare con noi, avresti uno studio avviato un attività sicura anche lui adesso ha smesso di avere certe idee l ha capita: bisogna inserirsi. Se tu proprio non vuoi fare il dentista comincia a laurearti in medicina poi

col tempo deciderai ma dopo con calma. Mi volti le spalle così? Per fare cosa poi? Eh? Preferisci gli animali ai cristiani? Perché? Me lo vuoi dire? E poi da solo dove vuoi andare? Io non ti do una lira ricordati non ti do una lira (a Luca) Ti sei accorto che la mamma è sempre più magra? E pallida, di notte non dorme fa fatica a respirare non suona nemmeno più le ho detto di andare dal dottore ma non mi ascolta diglielo anche tu (a Max) Hanno detto tutti che non si può operare si può provare solo con la radioterapia forse con la chemio ma la situazione è grave come faccio io? Come faccio senza di lei? Io senza di lei sono finito finito Ve lo ricordate cosa vi cantava la mamma per farvi addormentare? I sogni son desideri di felicità Se sogni non hai pensieri li esprimi con semplicità se sogni vedrai che un giorno la sorte ti arriderà Tu sogna e spera veramente dimentica il presente e il sogno realtà diverrà La voce di Giovanni sfuma. BUIO

SCENA 6 I tre fratelli sono insieme. Francesco è seduto sullo sgabello del pianoforte, Max e Luca su due poltrone. Cosa gli stanno facendo? Niente, niente. Restano qualche istante in silenzio. Cosa gli stanno facendo? Niente Francesco, niente Cosa gli stanno facendo? Alle loro spalle immagini strette di un corpo che viene vestito. Dettagli di una mano che rade il viso immobile di Giovanni. Un sacchetto di plastica nel quale cadono garze e cotone sporchi. Scvarpe chee vengono infilate ai piedi Lo stanno vestendo stai tranquillo. Perché non l avete vestito voi? Luca e Max si guardano senza rispondere. Potevamo vestirlo insieme. Noi siamo i figli.

Questi signori che sono venuti lo fanno sempre è il loro lavoro sono abituati a farlo sanno farlo bene. Perchè? Noi non sappiamo farlo? Non sappiamo vestire papà? No Francesco no. Ma cosa dici? Siamo arrivati che eri distrutto piangevi, tremavi perché adesso vorresti fare una cosa simile? Francesco resta qualche istante in silenzio. Perché è solo Max e Luca si guardano, poi Max si alza e si avvicina a Francesco, gli mette una mano sulla spalla. Vedi Francesco, quei signori non lo conoscono papà... non soffrono... capisci? Se lo facessimo noi staremmo malissimo. E poi noi non lo sappiamo fare quello che fanno loro non così bene. Perché? Cosa gli stanno facendo? Basta Francesco adesso basta! Noi non vogliamo andare a vestire papà e non vogliamo che lo faccia tu adesso smettila. Francesco rimane colpito dalla fermezza del fratello. Non lo vestono soltanto, vero? I due fratelli si guardano e non rispondono.

Cosa gli fanno? Gli altri due mostrano segni di imbarazzo. (alterato) Voglio saperlo. Fanno quello che si deve fare alle persone che muoiono. Cosa? Non lo so Sì che lo sai! Pausa Dimmelo. Luca si rivolge a Francesco alzando la voce. No, non te lo dice non lo sa e nemmeno io. Ancora qualche istante di silenzio. Cosa gli fanno? Basta! Cosa gli fanno? Cosa gli fanno? Cosa gli fanno? Luca si alza e inizia a fumare una sigaretta. Francesco si alza e si dirige verso un

lato della scena. Voglio vedere cosa gli fanno... Max e Luca si precipitano addosso a Francesco per fermarlo, lo immobilizzano. Lasciatami... lasciatemi... Scoppia a piangere. Franceschino ti prego... stai calmo... ti prego... Francesco abbraccia Max e piange. Max cerca di consolarlo, gli accarezza i capelli. Dài, coraggio... tra poco hanno finito. I due fratelli aspettano che Francesco si calmi e smetta di piangere. Finalmente il ragazzo si placa, poi li guarda serio. Cosa gli fanno? Max e Luca allargano le braccia sconsolati. Se voi mi dite cosa gli fanno io sto calmo ma se non me lo dite non ci riesco. Max e Luca si guardano interrogandosi con lo sguardo. Poi è Max che prende il coraggio di parlare. Lo lavano. Lo lavano? Ma si è fatto la doccia sta mattina. Max e Luca si guardano ancora sconsolati.

Le persone, quando muoiono... può succedere che si sporchino... Francesco guarda il fratello con aria interrogativa. (con difficoltà) Il corpo... insomma i muscoli non trattengono più... Max guarda Luca come per chiedergli aiuto. No? Sì, Francesco... può capitare... (a Max) Come quando è morto Poldo? Quando gli hai fatto l iniezione? Sì... come quando è morto Poldo... Ha perso la pipì e la cacca... anche papà? Come Poldo? Max annuisce. Francesco si chiude in un intenso silenzio, va a sedersi sullo sgabello del pianoforte. I tre fratelli restano in silenzio. Poi Francesco inizia a suonare per alcuni brevi secondi quindi si interrompe e si rivolge ancora ai fratelli. E successo anche alla mamma? La mamma è morta in ospedale... E allora? Non lo sappiamo se è successo anche alla mamma... hanno fatto tutto quelli dell ospedale... è successo tanti anni fa, non ce lo ricordiamo. Adesso basta però.

Francesco lentamente si volta verso il pianoforte e inizia a suonare poche note, molto distanziate fra loro. Il prete? Gli hai telefonato? Sì, è tutto a posto... domani mattina lo portiamo in città... e nel pomeriggio c è il funerale... Non era meglio farlo oggi? Il trasferimento? Questi delle pompe funebri hanno I furgoni impegnati... Max annuisce. Bisognerà avvisare un po di gente... Ho già detto alla nostra segretaria di fare un po di telefonate... avvisava gli amici... i colleghi di papà... Hai avvisato a casa? Sì... La bambina la fai venire al funerale? No... preferisco di no. E tua moglie? Farà quello che vuole non m interessa.

Restano un attimo in silenzio. Luca cambia argomento. Bisognerà organizzarci per la notte... mettere delle lenzuola nei letti. Mmm... Tanto... chi ci riesce a dormire... Però Francesco deve dormire... Sì... lui sì... se no domani non ce la fa... chissà che giornata... I due restano in silenzio mentre Francesco in modo quasi automatico suona qualche nota. Anche il medico ha detto che non ha sofferto... Mmm... L hai guardato? Max annuisce. Come ti sembrava? Luca... faccio il veterinario... non li vedo i morti... Luca resta in silenzio. Max lo guarda. Comunque mi sembrava tranquillo... come se non se l aspettasse...

Sì... anche a me. Te la ricordi la mamma? Lei era diversa... non era più lei era... Max risponde sbrigativamente come se volesse allontanare da sé un ricordo doloroso. Sì sì Lei sapeva... sapeva tutto... ma lui no. E la morte che voleva. Improvvisamente Francesco fa cadere la copertura del pianoforte che nel silenzio fa molto rumore. I due fratelli si voltano di scatto verso di lui spaventati. Lui li guarda immobile. BUIO

SCENA 7 La bara di Giovanni è al centro della scena. Francesco si avvicina e inizia a parlare al padre. Papà sei sicuro che sei morto? Non è uno scherzo? Eh? Stavi così bene. Alle spalle di Francesco appare Giovanni, il ricordo di Giovanni vivo nella mente di Francesco. Francesco parla sempre al padre nella bara mentre Giovanni si muove attorno a lui. (rabbioso) Ostia... ostia... No papà non bestemmiare no (rabbioso) Ostia... ostia non è una bestemmia. Ho rubato le ostie. Io e i miei amici dell oratorio... stiamo facendo le prove per la prima comunione, rubiamo un sacchetto di ostie al prete e scappiamo... ce le mangiamo tutte tutte. Buone... dolci tipo torrone. Sacrilegio. Abbiamo fatto merenda col corpo di Cristo. Abbiamo giocato a pallone con le ostie nella pancia che non si poteva perché il corpo di Cristo, subito dopo averlo mangiato, deve stare calmo se no è sacrilegio. Sacrilegio peccato Ma quale sacrilegio non crederai davvero a ste cose Ostia è una cosa da mangiare, ostia è il corpo di Cristo, Ostia è una città, ostia è una bestemmia.

Ostia! FRANCECO Ostia è una bestemmia che dicevi con un tuo amico. Dicevi ostia, (pronunciando a denti stretti in modo incomprensibile) cane porco. FRANCECO che erano peggio... ma a me è entrata in testa ostia, non sò perché. Non volevo ripeterlo ma lo ripetevo Ostia, ostia, ostia... Quando bestemmiavi avevo paura perché voleva dire che eri arrabbiato. Avevo paura perché la mamma si dispiaceva e la nonna piangeva e ti malediva. (ridendo) Ma dài smettetela mica penso proprio a Dio quando lo dico... lo dico così... non ci penso... mi scappa mi arrabbio e lo dico... La nonna diceva: se bestemmi Dio si offende e ti punisce. La mamma invece diceva che se bestemmiavi voleva dire che Dio ti aveva già punito. Ma non è vero... a Dio non interessa quello che dico io... comunque vi prometto che non lo dico più... va bene? Non lo dico più ostia! Non lo so perché ma quella parola mi entrava in testa come un martello. Non volevo e invece la ripetevo come te. Ti pestavi un dito ostia. Ti cadeva un bicchiere ostia Ostia non è una bestemmia... La nonna dice di sì dice che se bestemmi Dio si arrabbia... e si vendica. Arrabbiati con me Dio arrabbiati con me e lascia stare il mio papà. Papà non bestemmiare che se no Dio si vendica. La nonna sa tutto di Dio... guardala, sta in un angolo, a insultarti.

Tua nonna non sa un ostia. Tua nonna porta male... è solo superstiziosa... è convinta che Dio prima o poi mi colpirà... ha solo paura che sbagli mira e prenda lei al posto mio. Giovanni ride. Ostia ostia ostia continuo a ripetere anche se non voglio. La maestra Vitali... quella di seconda elementare... è molto religiosa... prega sempre San Francesco, lo ama tanto San Francesco. Bambini, San Francesco quando aveva cattivi pensieri si frustava, si buttava nudo nei rovi di spine fino a quando il cattivo pensiero se ne andava. Ostia ostia ostia. Ostia ostia Dovete fare anche voi come Francesco. Punitevi per i cattivi pensieri. Vedrete che non verranno più. Ostia ostia ostia. San Francesco nudo nei rovi. Ostia ostia Non devo più pensare alle tue bestemmie papà... mi devo punire per non pensarci come San Francesco... devo farmi male. Ostia ostia ostia. San Francesco nudo nei rovi. Ma in città non ci sono i rovi. Allora mi strappo i capelli. Ostia ostia via un ciuffo, ostia ostia via una ciocca. Alla sera a letto tutte le preghiere in ordine come m ha insegnato la nonna, guai a sbagliare il Padre nostro è il più importante poi l Ave Maria oh Gesù d amore acceso angelo di Dio l eterno riposo. Tutti in fila così senza sbagliare. Se sbaglio non vale. Padre nostro che sei nei cieli ostia ostia ostia via i capelli. Oh Gesù d amore acceso, non t avessi mai offeso ostia ostia ostia. Francesco. Hai un buco in testa. Ma cosa ti sei fatto? Sai papà San Francesco la maestra i rovi di spine

La tua maestra è una stronza domani ci parlo io con quell idiota ostia! Ci hai parlato e lei ha smesso di dire cosa faceva San Francesco. Bravo papà bravo. Però adesso non dirlo più ostia non dirlo più se no io ci penso ancora e ci pensa anche Dio e quando muori non ti porta con lui. Non ti porta con lui BUIO

SCENA 8 Luca e Max sono seduti uno su un divano e uno su una poltrona, si sono messi comodi. Stanno bevendo qualcosa di forte e fumano. Luca beve molto di più di Max. Davvero succede anche a te? Sì uguale Ma ti capita spesso? Ormai sempre. Immagini di film in Super8 e fotografie di Max e Luca da ragazzi. Li si vedono in moto, in compagnia di alcune ragazze e con gli amici. A me è iniziato da quando è nata la bambina prima delle sei mi sveglio e resto lì nel letto e il cervello va Anch io stessa cosa Mi vengono in mente cose del passato cose dimenticate. Cazzo è così proprio così. Riesco a ricordare anche fatti che mi sono successi da ragazzo o da bambino persone che ho conosciuto. E le donne? Mmm Mi ricordo di certe donne che avevo dimenticato completamente mi vengono in mente particolari, parole, pezzi di dialogo storie bellissime

Pausa, beve. Certe volte mi diventa duro lì nel dormiveglia (ridendo) L abbiamo sempre avuto duro al mattino. Sì ma prima era l età adesso mi diventa duro se penso. Succede anche a te? Max sorride in segno di assenso. E cosa te l ha fatto diventare duro ultimamente? Si versano ancora da bere. Max riflette. (sorride) Il carnevale di mmm una ventina di anni fa più o meno Luca guarda Max senza riuscire a ricordare. Ero andato a una festa nel locale di Lucio una festa in maschera e chi ho trovato? Chi hai trovato? Dài non ti ricordi? No Ma come no Non me lo ricordo è venuto duro a te mica a me

La gattina. Oddio la gattina no! La gattina. Quanto ti ho odiato per quella storia Era una meraviglia uno splendore aveva un corpetto elastico nero, dei fuseau neri, delle scarpe col tacco nero si era dipinta la punta del naso di nero e intorno al naso dei baffetti sottili poi aveva un cerchietto nero per i capelli con due orecchie da gatto e un pon pon sul culo ballava davanti a me e io ero estasiato me ne stavo lì fermo immobile nella bolgia a guardarla. La gattina era bella devo ammetterlo. A un certo punto è venuta da me, e mi ha chiesto come mi chiamavo. Insomma ci siamo presentati E come si chiamava? Mmm. Non mi ricordo L ho invitata a casa e lei ha detto subito di sì. Che begli anni eh? Mamma e papà erano qui in campagna con Francesco Sull ascensore le ho abbassato il corpetto nero e lei s è lasciata guardare le ho guardato le tette per un eternità Ma se stavamo al quarto piano Al quarto piano eravamo già arrivati ma non mi andava di uscire dall ascensore volevo fotografarla quell immagine quel sorriso quella pelle così bianca

Sì, insomma hai fotografato tutto tranne il nome. Abbiamo scopato tutta notte poi ci siamo visti altre due volte e poi è successa quella sera la sera delle pizze con la sua amica ti ricordi? Me lo ricordo bene purtroppo. Ti rendi conto? Quando si dice culo? Coraggio non culo coraggio. Oggi non ce l avrei più Anche l amica non era male non come la gattina però bella bionda alta e io coglione che mi sono pure offerto di andare a comprare le pizze sei stato una vera merda mi hai mandato a prendere le pizze con la gattina No, era lei che voleva venire con te Quella voleva solo andare a comprare le sigarette è diverso Bé, comunque è stata una sua idea, potevi provarci. Io puntavo alla bionda la gattina era venuta per te con me voleva solo comprare le sigarette e basta. Invece l amica era venuta per me Sì, su specifica richiesta proprio commissionata. Doveva darla a me. E poi scusa, come hai fatto? Solo il tempo di comprare le pizze E le sigarette non dimenticare le sigarette. Siete stati fuori un bel po pensavo che fosse scattata una scintilla Comunque non ho preso io l iniziativa è stata lei la bionda

Si vede che la gattina ti aveva fatto una buona pubblicità. Mi sono detto: avranno voluto fare uno scambio di fratelli Uno scambio di fratelli un bel cazzo io a prendere le pizze e le sigarette con la gattina e tu a darci dentro pure con l amica Che però una volta mangiate le pizze s è fatta accompagnare a casa da te e lì ho pensato: adesso scatta lo scambio. E invece s è fatta portare a casa e basta e tu hai continuato la serata con la gattina te ne sei scopate due. E il bello è che tra noi due oggi quello con problemi alla prostata sono io I due ridono e bevono. Poi come se ritornassero con la mente al presente ritornano seri e restano per qualche istante in silenzio. Ma secondo te al mattino perché ci svegliamo così presto? Forse arrivati a una certa età non è più così piacevole dormire forse è più piacevole ricordare Sai quella stronzata che tutti dicono che prima di morire rivedi tutta la tua vita? Come in un film ma velocissimo hai presente no? Non ci ho mai creduto cioè non credo che vada così secondo me dev essere una cosa più lenta più tranquilla. Tipo che i ricordi li devi cercare con la memoria ci vuole tempo per ricordare tutta la vita e da una certa età in poi inizi a farlo. Prima di morire ti devi ricordare tutto tutto quello che hai vissuto. Anche le stronzate? Tipo la gattina e la sua amica?

E chi l ha detto che sono stronzate? Già chi l ha detto? Eravamo giovani ed era bellissimo Mmm. Ed è bellissimo anche oggi ricordarlo. Secondo me è per questo che non dormiamo più al mattino Dici che abbiamo già iniziato? Voglio dire a rivedere tutta la vita? Stai dicendo che abbiamo iniziato a crepare? Mah? Improvvisamente si sente Francesco urlare. Dick Dick S è svegliato Dick Dick Luca e Max si alzano e si dirigono in direzione della voce. Francesco Francesco entra in scena, indossa solo le mutande e una maglia di cotone. Alla porta alla porta Ma non avete sentito?

Max e Luca non capiscono. E tornato Francesco esce nuovamente di scena. Dick Luca e Max sono entrambi spiazzati, restano a guardare quello che fa il fratello minore. Ma è uscito f.s. Dick Dick Francesco torna dentro La voce di Francesco è sempre più lontana. f.s. Dick Dick Andiamo a riprenderlo. I due fratelli escono di scena. BUIO

SCENA 9 Max e Luca sono illuminati in proscenio urlano verso il pubblico. Francesco! Francesco! Francesco dove sei? Francesco! Fa un freddo pazzesco è pure uscito in mutande, gli viene un accidente. Credevo che non le facesse più queste cose. Francesco! Improvvisamente viene illuminato anche Giovanni che è su tutte le furie. Tra il padre e i due figli si materializza una scena che riguarda il passato. Dov è andato? Eh? Ve lo siete persi ancora? Non lo so non era con me Io non l ho visto papà mica posso stargli dietro tutto il giorno. Sei un cretino siete due cretini non l avete ancora capito com è? Non lo sapete? Siete due idioti menefreghesti è vostro fratello, ostia! La mia bicicletta non c è più l avevo appoggiata qui l ha presa lui Ecco ecco adesso quello s ammazza lo sai che la devi chiudere con la catena lo sai o no? Sì ma l avevo appoggiata qui cinque minuti

Dobbiamo trovarlo andate andate a cercarlo Francesco! Francesco! Francesco! Francesco! Le luci su Luca e Max si spengono resta illuminato solo Giovanni che parla verso il proscenio come se stesse parlando alla moglie. Amore mio non piangere stai calma vedrai che adesso lo troviamo non può essere andato lontano. Abbiamo due figli deficienti loro sì loro sì che sono due imbecilli Stai calma amore adesso torna vedrai che non gli succederà niente però tu stai calma La luce su Giovanni si spegne e si riaccendono quelle che illuminano Luca e Max. La scena torna a riguardare il presente. Non ci posso credere papà non me l aveva detto che faceva ancora ste cose che era ancora in queste condizioni Forse con lui non le faceva più Francesco! Francesco Francesco ma dove cazzo è andato? Scende la neve. Io non lo vedo. Ma sta nevicando? Luca alza la testa verso l alto. Si, nevica porca puttana non me n ero accorto.

Dobbiamo trovarlo in fretta. Francesco! Francesco! Le luci illuminano Giovanni, ritorna a materializzarsi una scena del passato. Non l avete ancora trovato? No papà non c è L ho detto che siete due deficienti sulla strada siete andati sulla strada? Sì siamo arrivati fino in paese non c è. Avete chiesto a qualcuno? Sì, ma non l hanno visto Dovete trovarlo la mamma è preoccupatissima cosa fate lì fermi? Andate a cercarlo. Ma dove? Nel bosco o giù al mulino. Ma è lontano abbiamo la partita di pallone facciamo tardi Non me ne frega niente Andateci subito ostia! Veloci La luce su Giovanni si spegne e la scena torna a riguardare il presente.

Che facciamo? Bosco o mulino? Proviamo al mulino? Proviamo. BUIO

SCENA 10 Francesco è seduto a terra, rannicchiato con le ginocchia al petto, sta tremando dal freddo. Mamma dove sei? Tu sei l unica che mi hai insegnato a non spaventarmi mi dicevi di abituarmi di non farci caso Erano andati via ma adesso sono tornati sono verdi, blu e amaranto sono grassi e bassi stanno fermi e mi guardano Io non ho paura di loro ho paura di me. Io lo so che non esistono che sono solo fantasia Un bambino vede tutto quello che vuole può inventarsi storie, amici immaginari, compagnie strane è un bambino va tutto bene anzi la fantasia è la cosa più bella che ha un bambino. Poi si cresce e le fantasie finiscono. A me no, mamma. A me non sono finite. E ai grandi non piacciono gli altri grandi che fanno cose da bambini dicono che sono stupidi o matti. Io lo so che le cose che vedo non esistono. Sono cose di un bambino che non hanno voluto andare via quando il bambino è cresciuto. Mi devo concentrare devo descriverteli come facevamo sempre te li descrivevo e tu ridevi così mi facevi passare la paura Adesso sono quelli verdi sono come dei vecchietti ma piccoli e sorridono stanno molto meglio di me loro non hanno freddo I tuoi mostrini i tuoi vecchietti verdi e blu sono tuoi, solo tuoi. E inutile che lo dici agli altri, tanto loro non li possono vedere e si preoccupano per niente. E io zitto, zitto con tutti tranne con te. Tenevamo il conto dei punti quelli verdi valevano un punto e quelli blu due punti quelli amaranto, che sono i più difficili da vedere, valevano quattro punti. Francesco viene interrotto dalle voci fuori scena di Luca e Max. Francesco! Francesco! Francesco! Sei qui? Rispondi!

Francesco resta immobile e sussurra solo con un filo di voce. Sì sono qui sono qui BUIO

SCENA 11 Francesco è sdraiato sul divano, dorme sotto un paio di coperte. Max e Luca sono con lui, visibilmente stanchi. Luca si versa da bere è visibilmente nervoso. Speriamo che non si prenda una polmonite. Max si avvicina a Francesco e gli tocca la fronte. E caldo forse ha la febbre. Che cazzo possiamo fare di più? L aspirina l ha presa ha bevuto la camomilla calda gli ho dato venti gocce di valium Lasciamolo dormire. Ci voleva pure la neve porca puttana ci saranno già dieci centimetri per terra. Perché non ti prendi anche tu qualche goccia di vallium e vai a letto? Luca fa segno di no con il capo, beve in un sorso il contenuto del bicchiere. A che ora vengono domani mattina quelli delle pompe funebri? Alle dieci dieci e mezza Mmm Tra i due scende un silenzio che dura qualche secondo. Senti ti sei fatto dire quanto costa? Voglio dire il trasporto il funerale

No non l ho chiesto non ci ho pensato poi mi faranno il conto E che in questo periodo sono un po tirato con i soldi Non ti preoccupare Ma poi te li do si tratta solo di anticiparli Non c è problema Altro silenzio. Ah scusa, mi sono dimendicato di dirti una cosa ho chiesto a quelli dell agenzia che volevo una tomba nuova per tutti mamma e papà così stanno insieme pensano a tutto loro Quindi tirano su la mamma e la mettono con papà? Sì sei d accordo, no? Certo. Breve silenzio. Non ti preoccupare per i soldi, pago io. No scusa tu paghi la tua parte e io la mia Va bene

Luca sorride. Visto che ci tieni Max sembra irritato. Visto che ci tieni? Sì per me puoi anche non darmeli non me ne frega niente. Max abbassa lo sguardo Lo so, per te i soldi non sono mai un problema. No, non lo sono Max si rivolge a Luca con sarcasmo. Beato te. Anche Luca si sta irritando. Non me ne frega un cazzo dei soldi. Possibile che devo sempre fare attenzione a come parlo con te? Attenzione? Non mi sembra. Hai rotto i coglioni è dai tempi dell università sono passati vent anni, non te ne sei accorto? E poi non t è andata così male Quanti anni ci hai messo tu a finire l università? E quanti ce ne ho messi io?

Oh cazzo ancora? Ci hai messo più tempo di me hai faticato più di me ti sei fatto il culo il triplo di me ma poi hai fatto quello che volevi perché devi scassare il cazzo anche in una situazione del genere? E quanto c è voluto a me per ingranare col lavoro senza le spinte di nessuno? Io farei volentieri a cambio con te, sai? Con il tuo modo di vivere. Non vedi come sono adesso? Guardami sono ricco e insoddisfatto esattamente il contrario di te. Io ho fatto quello che volevano gli altri sempre a partire da papà. E solo per questo che ho i soldi. A te cosa manca? La macchina? La bella casa? La barca? Guardami io ho tutte queste cose eppure ti sembro felice? Un bel cazzo! In barca ci vengo solo con te, visto che mia moglie la odia la barca ce l hai anche tu la barca, la mia è come se fosse tua. La bella casa? Mi rompo i coglioni a stare in casa, sto male in casa... Cosa vuoi da me, eh? Me lo dici? Non voglio niente da te non ho mai voluto niente da nessuno. Sì sottolinealo per qualcuno che non l avesse ancora capito. E colpa mia se tu e papà litigavate? E colpa mia se io ho deciso di continuare il suo lavoro e tu no? Io ho fatto delle scelte quasi tutte sbagliate ma vengo a rompere i coglioni a te? No. Te li ho mai rotti? No. Vuoi menarmela ancora perché io mentre facevo l università andavo a sciare in Svizzera, o alla scuola di vela e tu no? Perchè ho trovato tutto pronto e la strada avviata dal paparino e tu no? Anche tu eri suo figlio, potevi farlo anche tu il dentista. Luca è visibilmente nervoso e beve ancora. Vedo che t incazzi ancora quando ti si ricorda che hai avuto una vita facile. Sei il solito stronzo. E perché sono stronzo? Perché tu hai rinunciato a tutto quello che volevi per far contento papà e io no? O perché ogni tanto ti ricordo quanto sei cambiato? Come ci diceva sempre papà? Si nasce incendiari e si muore pompieri. Se non

sbaglio, a te non piaceva essere pompiere. A te piaceva farli scoppiare gli incendi in tutti i sensi. Combinavi i casini e poi te li facevi risolvere da papà e dai suoi amici quelli con le conoscenze quelli che tu odiavi. Dacci un taglio. Ti ricordi quando andavi in quel posto vicino alla stazione a lavorare gratis? Eri l orgoglio della mamma andavi a curare i denti ai barboni ai poveri agli immigrati com era felice, te la ricordi? Il suo bambino così generoso così altruista e sensibile devo dire che anch io ti ammiravo molto tutti ti ammiravano. Ci vai ancora? Luca non risponde. Non ci vai più? Luca non risponde. No, eh? Bè, certo, eri giovane e da giovani tutti hanno grandi idee, poi si cresce Mmm si nasce incendiari e si muore pompieri. Però mi sa che nemmeno papà aveva ragione in realtà si diventa tutti uguali né incendiari, né pompieri I due restano a guardarsi in silenzio. BUIO

SCENA 12 Luca ha un bicchiere e una bottiglia di whisky in mano, si avvicina alla bara nella quale c è suo padre, beve. Luca guarda all interno della bara. Allunga una mano come per accarezzare il corpo del padre. Io speravo un giorno di dirti delle cose, ma poi, lo sai, io rimando dicevo sempre lo farò lo farò c è tempo e adesso non lo posso fare più E da quando è morta la mamma che non ti parlo di cose importanti Io, io tutto quello che ho fatto nella vita l ho fatto perché me lo dicevi tu ho smesso di essere quello che ero per te e tu lo sapevi, lo sapevi che stavo sbagliando tutto ho sbagliato tutto. Alle sue spalle una luce fa apparire Giovanni come una proiezione della memoria di Luca. Non c era niente, per cui valesse la pena rischiare, niente. Tutta la tua passione, la tua gioventù, la tua ribellione tutto inutile ridicolo stupido. Ancora di più sapendo le cose di oggi. Ti sbagli papà. Per me era importante. Era la mia strada le mie scelte dovevo farle Per chi? Per chi le hai fatte quelle tue piccole guerre? Che fine avete fatto tu e i tuoi amici? A cosa sono serviti quei piccoli morti inutili, quei figli sottratti ai genitori quei sessi sottratti all amore, quelle bocche sottratte ai sorrisi, tutta quell ingenuità che aveva bisogno di tempo per diventare giudizio. Le botte, il sangue sull asfalto, le urla, e correre correre, correre fino a scuola, sederti nel tuo banco da adolescente per seguire la lezione. E la paura, dover andare a pisciare ogni dieci minuti, e guardare in strada per vedere se arriva qualcuno che t ha visto, e fare il compito in classe che qualcuno ti passa perché non hai nemmeno la forza di tenere in mano la penna. Il compito in classe solo la parola fa sentire bambini il compito

in classe non ha niente a che fare con il sangue sull asfalto al mattino presto, non ha niente a che fare e non ce l avrà mai. Io ci credevo io volevo essere diverso da te. Giovanni alza la voce come se iniziasse una litigata. Mentre lui parla Luca si versa da bere e beve. Sognatori del cazzo ecco cosa siete stati buoni solo a scaldare i banchi di scuola e ad aspettare un futuro che invece, lo vedi, è diverso il futuro è sempre diverso da quello che si sogna. Lo sai qual è il tuo futuro? Una vita a guardare nella bocca della gente. No! No! Io non volevo. Una vita a curare piorree e ascessi, a mettere ponti e apparecchi, a respirare aliti puzzolenti a devitalizzare nervi a devitalizzare i sogni, ad anestetizzare tutte le tue ribellioni In cambio di cosa? Eh? Di cosa? Soldi ti fanno schifo? Non mi sembra da quando hai cominciato ad averli ti sono sempre piaciuti. Come si cambia, eh? Si nasce incendiari e si muore pompieri Smettila! La odio questa frase. Tu dovevi lasciami fare, io non volevo scegliere quello che sceglievi tu. Lo dovevo fare dovevo andare fino in fondo dovevi lasciarmi libero.

Libero? Libero di farti togliere da guai dal paparino? La vostra libertà, le vostre rivoluzioni sono finite davanti a una televisione, stanchi e assonnati senza più nemmeno la voglia di farsi una scopata senza nemmeno più la voglia di farsi diventare il cazzo duro. Un futuro di cazzi mosci, rivoluzionari impotenti, tranquilli, pasciuti, ricchi quarantenni, padri e madri, coi figli belli, coi figli affanculo dove cazzo vogliono, al mare, in settimana bianca, dove vogliono basta che non rompano i coglioni. Smettila io non sono così. Moderato eccola la parola che ti faceva tanta paura che ti faceva schifo, moderato non te la si poteva dire non la volevi nemmeno sentire, non immaginavi di diventarlo, anche tu, come me Un dentista moderato, sei un dentista moderato. E colpa tua! Io non volevo. Chi l avrebbe detto, eh? Proprio tu, diventare come me Dove sono tutti i nemici adesso? Dove sono finiti? Chi ti è rimasto da odiare adesso? Sei tu il nemico, sei come me hai visto? Te lo dicevo. Era facile quando il tuo nemico era un altro adolescente con il suo compito in classe. Adesso nessuno ha più paura del dentista. Ecco trovato il problema vero nessuno ha più paura del dentista. Il dentista, è perfetto ormai, anestetizza tutto, anche la vita Tu sei un dentista che non fa paura, che ha lasciato tutto sul banco di scuola. Giovanni scompare.

Luca rimane a piangere sulla bara del padre. Alle spalle di Luca si avvicina Max che resta per alcuni istanti a guardare il fratello piangere. Luca poi si accorge della presenza del fratello, si volta e quasi istantaneamente, come se si vergognasse, interrompe il proprio pianto. Max si avvicina a Luca e lo abbraccia Luca inizia a parlare con un tono che tradisce un po di commozione nascosta da un sorriso sforzato. Più divento vecchio e più mi vergogno di piangere, sai? Max non risponde ma è evidente che comprende l imbarazzo del fratello. Eppure è una cosa straordinaria piangere. Quando piango poi mi sento così stanco, ma così stanco che mi addormento senza sentire più dolore. Luca ride. Poi indica il bicchiere e la bottiglia. L unica cosa che mi fa lo stesso effetto è bere. Da quanto tempo non piangi tu? Da quando è morta la mamma. Non hai più pianto in tutti questi anni? Mai? No, nemmeno adesso vedi? Se piangessi almeno mi sentirei più Max si ferma non riesce a parlare. Ci pensi ancora? Max annuisce con il capo. Sempre. Quello che succede, non succede mai veramente se gli altri non ti credono o se fanno finta di niente. Io non ho mai fatto finta di niente mai.

Max annuisce, poi si avvicina al fratello, gli mette una mano sulla spalla affettuosamente. BUIO

SCENA 13 Francesco è ancora sdraiato sul divano sotto le coperte, dorme. Max è seduto sulla poltrona mentre Luca parla ad un telefono cellulare in modo concitato. Ma si rende conto di quello che dice? Voi non potete mollarci qui così. Ma non è nemmeno colpa nostra se ci sono quaranta centimetri di neve. E una questione di rispetto qui c è un morto abbiamo il funerale oggi pomeriggio. Ma che ne so? Mettete le catene prendete una jeep un fuoristrada lo pago io. Max scuote debolmente il capo. Francesco si sveglia lentamente. Senta, è da quando sono ragazzino che vengo qui vuole che non conosca la strada? Dall autostrada al paese ormai saranno passati gli spazzaneve. Il problema è solo dal paese a qui lo so che è tutta sterrata e in pendenza no, la mia macchina non ce la fa, non ho le catene ci ho già provato è bloccata dalla neve no quella di mio fratello lo escludo. Francesco si mette a sedere sul divano e guarda i due fratelli. Aspettare cosa? Il tempo fa cagare può anche riprendere a nevicare mica possiamo stare qui ad aspettare il sole qui c è un morto da seppellire, non so se l avete capito?i problemi si superano ve l ho già detto se c è da pagare pago Francesco si alza e va in quinta come se guardasse fuori dalla finestra. Va bene va bene intanto mi dica almeno cosa dobbiamo fare dico per mio papà. Lasciare la finestra aperta? Bè fin lì ci arrivavo anch io. Va bene va bene mi faccia sapere. Luca interrompe la comunicazione. (a Luca) Niente da fare?

Sti stronzi Avete visto? Dobbiamo avvisare il prete. E nevicato tantissimo. Lo chiamo io dobbiamo rimandare il funerale. Ti rendi conto? Tutta la gente che è stata avvisata bisogna richiamarli tutti e dirgli di non venire. Tu chiama la vostra segretaria io chiamo il prete. Anche Max prende un cellulare dalla tasca dei pantaloni, si avvicina a Luca per farsi dare il numero di telefono. Alla mamma piaceva la neve (al telefono) Lisa sono io siamo bloccati per la neve non si fa più il funerale deve richiamare tutti aveva fatto una lista? La prenda. (al telefono) Sì, buon giorno chiamo per il funerale di oggi pomeriggio Lupi sì, Giovanni Lupi esatto sì, aspetto. Lo slittino della mamma chissà se c è ancora in cantina quello che le ha regalato papà (al telefono) Quanti? Trenta? Sì, tutti per forza. Non lo so quando non lo so lei dica che li richiamiamo (al telefono) Giovanni Lupi, sì... Purtroppo per un inconveniente non è possibile

trasportare la salma si tratta di spostarlo a un altro giorno non so ancora quando. Si faceva tutta la strada dal paese a qui con lo slittino (al telefono) Mi annulli tutti gli appuntamenti non lo so faccia lei ci sentiamo. Luca interrompe la comunicazione. (al telefono) Appena sappiamo qualcosa la richiamo o io o mio fratello. Anche Max interrompe. I due fratelli guardano Francesco. Come stai? Francesco non risponde. Max si avvicina a Francesco e gli mette una mano sulla fronte. Sei caldo. Luca prende un termometro e lo porge a Francesco che continua a guardare fuori restando fermo. Luca infila il termometro sotto l ascella di Francesco. Luca e Max si guardano interrogandosi con gli sguardi. Dal paese a qui è tutta discesa mi metteva seduto davanti e lei dietro. Non ci fermavamo mai andavamo veloci e lei rideva rideva poi mi faceva la cioccolata e la bevevo e lei suonava il piano. Franceschino perché non ti siedi? Luca accompagna Francesco fino al divano e lo fa sedere, gli sfila il termometro e legge la temperatura. Trentanove.

Luca e Max si guardano preoccupati. Dobbiamo chiamare un medico. Luca tu sei un medico. Mmm è vero. Vado a vedere che medicine ci sono in casa. Luca esce di scena. Max e Francesco restano soli. Hai freddo? Francesco non risponde alla domanda cambia argomento. Te lo ricordi il gioco che facevamo? Quello di guardare una cosa e vederne un altra? Max sorride. La tela sulle ante dell armadio della nonna c erano disegnati degli alberi ma se la fissavo per un po gli alberi mi sembravano la faccia di una strega lo sapevo che erano alberi eppure io ci vedevo la strega. E i vestiti buttati sulla sedia? Ti ricordi? Il papero malefico che mi guardava. Non dormivo dalla paura Max ride e accarezza i capelli del fratello. Mi succede ancora sai? Vedo cose che non ci sono e non vedo quelle che ci sono. Però papà un po mi aiutava a farmi vedere le cose giuste La mamma invece diceva che non c erano cose giuste o sbagliate che tutti i bambini guardano una nuvola e dentro ci vedono una casa, un fiore, una faccia Aveva ragione la mamma.