Anno VI - Numero 10 - Venerdì 13 gennaio 2017 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40

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Transcript:

Anno VI - Numero 10 - Venerdì 13 gennaio 2017 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Attualità Metodo Di Bella, nuove speranze Vignola a pag. 3 Economia Padoan difende banca rossa Calvo a pag. 4 Dalla capitale Stadio Roma, la Raggi dorme Sarra a pag. 6 PRIMA SEMPLIFICAZIONE POLITICA NEL NOME DELLA SOVRANITÀ NAZIONALE. DIECI ANNI INSIEME DAL 2007 di Francesco Storace scrivemmo dieci anni fa sui manifesti che pubblicizzavano la Finalmente, Costituente de La Destra, che nasceva al Palazzo dei congressi di Roma, per iniziativa dei fondatori, in primis l indimenticabile Teodoro Buontempo. Fummo anticipatori di un messaggio che oggi è al centro del dibattito nel centrodestra, quello della sovranità nazionale. Che non è tema su cui dividere le forze. E ieri, in conferenza stampa, La Destra e Azione nazionale, con Alemanno e Menia assieme a noi, hanno annunciato il congresso nazionale che dovrà portare a fondere i due movimenti. La Destra terrà la sua assise sfidando la scaramanzia, dal mattino di venerdì 17 febbraio (il nostro amuleto si chiama Buonasorte...) e ragioneremo su questi splendidi dieci anni di una comunità che ha puntato a resistere contro le mode dominanti: nascemmo mettendo sotto accusa una linea politica che vedeva An orientarsi verso il Partito popolare europeo e il partito unico del centrodestra, senza alcuna attenzione ai valori di fondo. Azione nazionale nasce in questi tempi, con la volontà di riaggregare quanto disperso a destra: An veleggiava sui sei milioni di voti, ce ne sono ancora cinque in libera uscita. Il 18 e 19 febbraio ci vedremo insieme, ripartirà la scintilla, ci abbracceremo e per quel che ci riguarda vogliamo perseguire con forza l obiettivo che intendiamo darci e proporre alla Nazione, con un appello esplicito alla Lega di Salvini, a Fratelli d Italia della Meloni e ai Conservatori e Riformisti di Fitto: basta apparati, puntiamo a far nascere il Partito della Sovranità, magari prima con un polo e poi con una forza politica unitaria. Che dovrà avere opzioni programmatiche ben precise: dal rapporto con una moneta che odiamo alla lotta all invasione migratoria; alla FINALMENTE A febbraio, il 17, La Destra a congresso. Poi, il 18 e il 19 la nascita del nuovo soggetto unitario assieme ad Azione nazionale battaglia aperta a quel relativismo etico e culturale che sta cancellando le nostre migliori tradizioni. Ai militanti de La Destra voglio dire grazie per questi anni orgogliosi. Con alcuni la strada è continuata fino ad ora, con altri ci sono state liti, ma tutti siamo stati insieme perché sentivamo un vuoto nella politica nazionale. Da ora, e soprattutto dal congresso di febbraio, ci proviamo, più forti, senza personalismi, puntando su rinnovamento ed esperienza da far marciare assieme. Non ci vedrete impegnati in scontri furiosi per una poltrona; vogliamo le Primarie per scegliere; auspichiamo una legge elettorale maggioritaria per governare questo Paese. Mettiamocela tutta, anche se costerà a ciascuno di noi un piccolo sforzo economico per la tre giorni di febbraio. Lo dobbiamo a tutta una comunità che ci ha seguito e che abbiamo il dovere di indirizzare compatti verso la nuova rotta. Ai nostri compagni di strada assicuriamo lealtà, che è il valore assoluto del nostro impegno in politica. Il nostro Giornale d Italia seguirà con passione il nuovo percorso aprendo sempre più le pagine al dibattito sulle scelte da compiere. Non lo nascondiamo: siamo emozionati. Ma non impauriti: sono le sfide più belle quelle che ci motivano. (Altro servizio a pag. 2) TENTATIVO DI COLPO DI STATO Libia di nuovo nel caos Fruch a pag. 5 PROBLEMI CON LE EMISSIONI DIESEL. PER MARCHIONNE IN ARRIVO UNA MEGA MULTA A rischio il sogno americano della Fiat Apochi giorni dall annuncio di nuovi e massicci investimenti negli Stati Uniti, arriva un duro colpo alla love story tra Fca (la sigla nata dall unione tra Fiat e Chrysler) e il mercato americano. L Agenzia statunitense per la Protezione ambientale, infatti, si appresterebbe (il condizionale è ancora d obbligo, ma la notizia viene data per certa negli ambienti economico-finanziari d oltre oceano, dopo che le prime indiscrezioni sono state riportate dall Associated Press ) ad accusare la Fca di aver usato un software per consentire emissioni diesel sopra i limiti. In pratica, potrebbe paventarsi un altra vicenda molto simile a quella della Volkswagen e che non più tardi di due giorni fa ha portato l azienda automobilistica tedesca a patteggiare la cifra-monstre di 4,3 miliardi di dollari con le autorità americane. E la Cnbc ha subito fatto i conti in tasca alla Fiat americana, ma anche al fisco di quelle parti, arrivando a calcolare sanzioni a carico della Fca addirittura più pesanti di quelle applicate alla Casa tedesca, per una cifra di 4,63 miliardi di dollari. Eventualità rispetto alla quale Sergio Marchionne ha detto (battuta o altro?): Sopravviveremo anche se multati di 4,6 miliardi. Fatto sta che già ieri la sensibilissima Borsa di New York ha reagito davvero male alle indiscrezioni di stampa e il titolo Fca ha perso di botto quasi il 20% del valore, attestandosi di poco oltre i 9 dollari ad azione. Per la Fca Us, invece, è tutto a posto e nella serata di ieri ha fatto sapere che "i propri sistemi di controllo delle emissioni rispettino le normative applicabili. La intende collaborare con la nuova Amministrazione per presentare i propri argomenti e risolvere la questione in modo corretto ed equo, rassicurando l'epa e i clienti di Fca Us sul fatto che i veicoli diesel della società rispettano tutte le normative applicabili". Vedremo dunque come andrà a finire, ma di certo il fronte aperto sui nuovi sogni di gloria americani di Sergio Marchionne corre adesso il rischio di far sgretolare l avanzata verso quei mercati (anche quello canadese è strategico per Fca). E soprattutto potrebbe far vedere i sorci verdi ai sogni di ripartenza dell industria che in Italia produce automobili. E che ogni settimana vede partire bastimenti carichi di auto, prodotte negli stabilimenti italiani della Fiat, alla volta dei porti americani e canadesi. Igor Traboni

82 ATTUALITA ROMA: DAL 17 AL 19 FEBBRAIO LA COSTITUENTE Per aggregare la destra e governare ecco che nasce il Polo sovranista Alemanno, Storace, Menia, Buonasorte e altri esponenti di Azione nazionale e La Destra annunciano la creazione di un nuovo soggetto politico di Cristina Di Giorgi Un Polo sovranista in grado di dare all Italia le risposte di cui ha bisogno. E questo il fulcro del progetto presentato ieri da Gianni Alemanno, Francesco Storace, Roberto Menia, Roberto Buonasorte, Gabriella Peluso e Carlo Perrella. Un progetto al quale si sta già lavorando e che porterà, dal 17 al 19 febbraio prossimi, alla creazione di un nuovo soggetto politico che nascerà innanzitutto dalla fusione di Azione Nazionale con La Destra ma che sarà aperto anche ad altre sigle della stessa area politica. E ora di rimettere insieme i cinque milioni di voti dispersi ma non dando vita all ennesimo cartello elettorale. La nostra idea è di creare un soggetto politico che vada oltre le vecchie categorie di destra e sinistra, qualcosa che ha detto Francesco Storace riesca ad attrarre tutti gli orfani di un messaggio politico chiaro ed orientato su questioni fondamentali come sovranità, identità. Un soggetto politico non più affetto dai soliti personalismi, in grado di recuperare tutte le energie e i voti che in questi anni si sono dispersi ma soprattutto di dare all Italia il governo di cui ha bisogno. Noi siamo pronti a fare la nostra parte. Anche Gianni Alemanno sottolinea l importanza di questo nuovo Polo, precisando che non vogliamo fare l ennesimo partito chiuso in sé stesso, ma dare vita ad un soggetto identitario sovranista che sia unitario, inclusivo, pluralista e con cultura di governo, aggregato questa volta a destra e non al centro. Per LA PROPOSTA - Molti amici hanno già scelto questa immagine per corredare la copertina dei profili facebook: fatelo anche voi... questo facciamo appello a tutti coloro che non si riconoscono più nel Partito popolare europeo di Angela Merkel, con volti e metodi nuovi dice rivolgendosi a Fratelli d Italia, alla Lega e ai Conservatori e riformisti di Fitto. Quanto a Berlusconi, non siamo noi ad escluderlo. E lui che non ha ancora detto chiaramente di essere alternativo a Renzi. Vogliamo una scelta di campo. L ambiguità dice l ex sindaco di Roma ha fatto male alla destra. Non si costruisce il centrodestra del futuro se non si è alternativi alla sinistra. Roberto Menia, fondatore di Azione nazionale, aggiunge: Questo Polo non nasce contro qualcuno, non è una guerricciola interna al centrodestra: vogliamo essere il quid suppletivo che consente alla destra di vincere. Perché c è un grande vuoto nella Politica intesa come servizio nobile al proprio popolo. Un vuoto che con il nostro progetto, aperto a tutto il centrodestra, intendiamo colmare. Nel progetto, che inizialmente sarà una federazione di forze ed in seguito potrebbe divenire un unico Partito sovranista, La Destra e Azione Nazionale portano le istanze tipiche della destra italiana: il Presidente della Repubblica eletto dal popolo per rappresentare il vertice della sovranità nazionale, la solidarietà sociale, l umanesimo del lavoro e la difesa dei redditi popolari e del ceto medio, il riscatto del Sud come elemento indispensabile dell unità nazionale, la difesa della famiglia e del diritto alla vita. Vogliamo andare oltre gli slogan si legge nel documento che anticipa i contenuti del nuovo movimento per sostanziare le scelte sovraniste con una cultura di governo e un programma serio e responsabile. Il Polo Sovranista di prossima formazione, inoltre, dovrà essere radicato nel territorio, caratterizzato da una partecipazione dal basso e da trasparenza organizzativa e decisionale. A proposito di trasparenza, Alemanno e Storace chiedono che nel centrodestra sia immediatamente fissata una data per le primarie. Scegliere un leader e poi andare alle elezioni. Con il Mattarellum dice l ex sindaco di Roma rispondendo ad una domanda sulla posizione del nuovo Polo sovranista sulla legge elettorale. Quanto alle prossime fasi del percorso, Storace spiega che La Destra terrà il suo ultimo congresso il giorno prima di quello di fondazione de nuovo movimento. Lo faremo perché riteniamo arrivato il momento di fare qualcosa di più grande e impegnativo. Guardandomi indietro comunque aggiunge Storace - ho l orgoglio di dire che in questi dieci anni siamo rimasti vivi. Ed ancora: Con Azione Nazionale ci riuniremo, da qui ad un mese, in un unico soggetto politico. Che può e deve vincere le prossime elezioni politiche. L INTERVENTO - ECCO COME, CON UNA NUOVA MONETA NAZIONALE Dall Euro si può uscire. Anche adesso Va anzitutto scartata l ipotesi referendaria. A parte l impraticabilità giuridica di indire referendum abrogativi sulla moneta oltre a qualsiasi tipo di referendum consultivo (in quest ultimo caso occorrerebbe una legge costituzionale ad hoc), dal punto di vista politico sarebbe un vero e proprio boomerang: sia perché durante la campagna elettorale, avendo come Paese perso sovranità monetaria, saremmo sotto continuo attacco dei mercati finanziari e della BCE, sia perché a causa di tale offensiva - il popolo sarebbe spinto a votare in favore della permanenza nell eurozona, legittimando così il crimine. Dall euro, se questo non implodesse prima, si esce con decreto legge facendo leva sui casi straordinari di necessità e d urgenza di cui al secondo comma dell art. 77 della Costituzione, che il Parlamento dovrebbe convertire in legge nei successivi sessanta giorni (anche se, in pratica, tale conversione sarebbe meglio se avvenisse nell arco di brevissimo tempo). Con il decreto di uscita, oltre ad introdurre la nuova moneta nazionale (che potrà chiamarsi in qualsiasi modo, come ad esempio Nuova Lira ), si dovrà provvedere sia a fissare il tasso di conversione uno a uno tra nuova moneta nazionale ed euro (il tasso di cambio verrà invece di volta in vota stabilito dal mercato), sia a convertire il nostro debito pubblico in Nuova Lira. A tal proposito occorre ricordare che il nostro debito pubblico, benché espresso in euro, è per circa il 96% del suo ammontare regolato ancora da giurisdizione nazionale. Ciò premesso, nel caso in cui implodesse prima l Eurozona, troverebbe applicazione l art. 1277 del codice civile, quindi senza particolari problemi nell attuazione pratica e nelle conseguenze. Se invece ad uscire fosse solo l Italia (uscita unilaterale) troverebbe applicazione l art. 1278 del codice civile, che è una iattura, infatti il peso della svalutazione della Nuova Lira inciderebbe negativamente sulla maggior parte dei rapporti di debito e credito fin lì contratti (come ad esempio sui mutui a tasso variabile, che vedrebbero un impennata connessa alla svalutazione della moneta). Ma attenzione! E qui che entra in gioco il primo comma dell art. 1281 del codice civile, il quale richiama il principio lex specialis derogat generali ( la norma speciale deroga quella generale ): cioè il Governo, con quello stesso decreto di uscita (o con decreto immediatamente successivo), dovrebbe necessariamente stabilire che i rapporti di debito e credito espressi in euro debbano essere disciplinati in nuova moneta nazionale al cambio previsto alla data di uscita (il changeover, cioè 1:1), e non a quella del termine di scadenza previsto per il pagamento (che includerebbe, appunto, la svalutazione della Nuova Lira ). E questo il Governo non potrebbe non farlo, altrimenti provocherebbe un disastro per milioni di cittadini e imprese! Tutto ciò rientra nel principio della Lex Monetae, ma in tv e sui giornaloni non se ne parla. Giunti a questo punto, la Nuova Lira subirebbe una svalutazione di circa il 25-30% rispetto all euro (cioè la stessa percentuale di svalutazione dell euro sul dollaro avvenuta a causa del Quantitative Easing), e ciò sarebbe una manna dal cielo per le nostre esportazioni (soprattutto nei confronti del nostro maggior competitor continentale nell export, che è la Germania), con positive ripercussioni sull occupazione, che certamente aumenterebbe! Dal quel momento in poi, godendo nuovamente di sovranità monetaria, non saremmo più costretti a scaricare il peso della competitività sul lavoro, potendolo scaricare sulla moneta. A completamento, occorrerebbe inoltre debellare lo scellerato divorzio Tesoro-Banca d Italia (avvenuto nel 1981), rendendo quest ultima prestatrice di ultima istanza. Con buona pace dei mentitori seriali di regime. avv. Giuseppe Palma autore de Il tradimento della Costituzione, Il male assoluto ed EuroCrimine Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599-06 84082003 Fax 06 85357556 email: redazione@ilgiornaleditalia.org Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Società editrice Amici del Giornale d Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624-06 37517187 mail: daniele.belli@hotmail.it ------------------ Autorizzazione del Tribunale di Roma n 286 del 19-10-2012

3 ATTUALITA NUOVE E VECCHIE SPERANZE NELLA MEDICINA Metodo Di Bella: eppur si muove Domani a Bologna il congresso sugli ultimi successi del rivoluzionario protocollo per combattere il cancro di Robert Vignola Continua nell indifferenza a produrre i suoi miracoli il Metodo Di Bella. Che taglia il traguardo del dodicesimo congresso nazionale, in programma domani a Bologna presso il Royal Hotel Carlton di via Montebello 8 (inizio alle ore 9.30). Un appuntamento scientifico al durante il quale saranno presentate 26 pubblicazioni su 756 pazienti, cui si aggiungono 72 pubblicazioni e relazioni a congressi nazionali e mondiali del professor Luigi Di Bella sugli aspetti biochimici, molecolari e risposte cliniche della melatonina e somatostatina. Il tutto, nel solco degli oltre 200 lavori scientifici già pubblicati da Di Bella. I risultati e i progressi conseguiti nella cura dei tumori col Metodo Di Bella sono stati presentati a congressi nazionali, europei e mondiali, tra gli ultimi dei quali quello a Bologna del 2 luglio 2016. Complessivamente 12 congressi di cui due mondiali, rispettivamente a Singapore nel 2010 e Dalian (Cina) nel 2011, uno europeo a Milano nel 2011, due a San Marino (nel 2010 e 2011) e ben sette in Italia. Come spiegano dalla Fondazione Di Bella, questi dati scientifici documentano la grossolana falsificazione sul Metodo Di Bella, la censura sui reali e documentati risultati ottenuti e smentiscono radicalmente la sperimentazione ministeriale del 1998, invalidata da 11 evidenti e gravi anomalie documentate con rapporti dei Nas dichiarazioni verbalizzate al ministero della salute in commissione oncologica. Oltre alle pubblicazioni di casi clinici è sufficiente, per verificare la scientificità del Metodo Di Bella, accedere alla banca dati mondiale ufficiale www.pubmed.gov e digitare ogni componente del protocollo: digitando Somatostattin o Octreotide in cancer, appaiono 32mila pubblicazioni, idem per Retinoid in cancer e per ogni componente del metodo, di cui è testato, pubblicato e confermato, l effetto antitumorale in assenza di tossicità. Esistono pertanto conferme sull efficacia antitumorale dei singoli componenti del Metodo Di Bella e sul loro effetto sinergico. Non solo, perché la Fondazione Di Bella sta sviluppando le linee guida tracciate dal professor Luigi Di Bella pubblicando sulle banche dati ufficiali i risultati e presentandoli a congressi nazionali e mondiali. Attualmente con il concorso di importanti istituzioni scientifiche come il Cnr e Cattedre universitarie di biologia molecolare, collegate a centri di ricerca interuniversitari, si sono conseguiti progressi presentati al congresso del 14 gennaio: un potenziamento dell efficacia antitumorale della Somatostatina mediante nanoemulsioni della somatostatina stessa, di cui si è ottenuto un incremento dell emivita da 3 minuti a 4 ore, oltre ad un effetto sui fosfolipidi delle membrane cellulari tumorali. Verrà presentato anche un altro risultato innovativo, la differenziazione delle più aggressive cellule tumorali, le staminali tumorali, riprogrammandole con componenti del Metodo Di Bella come retinoidi, vitamina D3, Melatonina in determinate frequenze programmate. Verranno presentati anche aspetti fondamentali nell ambito della ricerca del cancro. La programmazione di diete adatte per i pazienti oncologici e scientificamente testate, la gestione degli aspetti psicosomatici, ansia, stress, angoscia paura che accompagnano queste e altre gravi patologie, oltre alla innovativa tecnica che consente una diagnosi precoce, con anticipo anche di oltre un anno rispetto ad esami strumentali, Tac, Ecografie, Risonanze M, mediante l individuazione di cellule tumorali nel sangue. Il professor Luigi Di Bella spiega dal canto suo che diversi relatori del congresso sono noti a livello internazionale e collaborano con la Fondazione Di Bella nell ambito di progetti di ricerca finanziati dalla fondazione stessa. Saranno presentate da medici che applicano il Metodo Di Bella e dal sottoscritto casistiche di neoplasie positivamente trattate. Ancora, è in arrivo anche un documentario filmato che approfondirà con dovizia di particolari i progressi del protocollo: merito di un importante centro di ricerca, Vff Marenostrum (onlus europea ufficialmente riconosciuta). Dopo essersi a lungo interessata al metodo e aver esaminato l ampia documentazione (dai casi clinici guariti alla scientificità e razionale del metodo, fino alla totale mancanza di scientificità e attendibilità della sperimentazione ministeriale del 1998), ha prodotto e sta diffondendo senza scopi di lucro, a livello internazionale, un film documentario, con interviste e dirette testimonianze di molti casi guariti con Metodo Di Bella, tutti i dati scientifici disponibili e sulla nullità della sperimentazione ministeriale. Continua la bufera. Con tanti cittadini, sia semplicemente iscritti alla piattaforma che eletti nelle varie istituzioni, che si chiedono se la direzione presa sia quella giusta, e soprattutto dove si stia realmente andando. Il Movimento Cinque Stelle sta attraversando in questi giorni uno dei momenti più bassi della sua parabola. Con voci che ormai si fanno sentire per chiedere chiarezza sui tanti, troppi aspetti BUFERA SUI CINQUE STELLE Anche Rousseau sotto attacco La piattaforma della Casaleggio Associati criticata dalla senatrice Bulgarelli. Intanto Grillo in Europa raccoglie i cocci rimasti nell opacità. A cominciare dalla gestione dell intero marchio, perché di ciò si tratta. Ecco allora le parole di Elisa Bulgarelli, ieri, a far rumore. "Ma l'associazione Rousseau è la 'segreteria' del partito 5 stelle o il centro dei cerchi e cerchietti magici del Movimento? E pensa se non stessero lavorando al DDM (Direct democracy movement)... Beppe aiutaci tu!". La senatrice del M5S, dopo la disfatta del fallito accordo tra i grillini e liberaldemocratici di Alde (che ha provocato due defezioni anche in Europa), ha usato ancora Facebook, uno degli strumenti-simbolo, per attaccare la piattaforma software ideata dalla Casaleggio e Associati che conserva nomi e password degli iscritti al Movimento. Non è la sola, il malcontento è palpabile ovunque. A maggior ragione a Bruxelles e Strasburgo. Da dove, come si diceva, è arrivata una doppia defezione. Anche l eurodeputato bergamasco del Movimento 5 Stelle Marco Zanni ha abbandonato il gruppo Efdd, aderendo allo Enf (Europa delle Nazioni e della Libertà), la formazione euroscettica che vede al proprio interno la Lega Nord di Matteo Salvini, il Front National di Marine Le Pen e il Pvv di Geert Wilders. La notizia è stata confermata anche dall ufficio stampa del M5S Europa con una stringatissima nota. Alle 18 di mercoledì scadeva la possibilità di cambiare gruppo politico mantenendo la presenza nelle Commissioni parlamentari di cui era già membro. Nel caso di Zanni, fervente antieuro, si tratta di quella Economica e di quella del Bilancio. In un Europarlamento che non conta molto in fatto di scelte, comunque un luogo particolarmente indicato per dar vita a quelle battaglie anti-sistema che Beppe Grillo ha sempre detto di portare avanti, salvo essere smascherato dall operazione che doveva portare la sua delegazione tra le braccia degli euro-mani dell Alde, quelli alla Mario Monti. Con la diserzione di Zanni, sono due gli eurodeputati pentastellati che abbandonano il gruppo Efdd, prima di lui era stato Marco Affronte ad approdare ai Verdi. Resteranno gli unici? Secondo l agenzia Adnkronos, addirittura altri cinque deputati sarebbero pronti a lasciare il M5s. Ipotesi bollata come priva di ogni fondamento, in una nota sottoscritta da tutti i 15 parlamentari grillini superstiti. IL DIBATTITO Il ritorno nazionalistico, spauracchio di Mattarella Il garante della Costituzione non ha dubbi: il pericolo non è la crisi, non è l eurocrazia imperante, non è l immigrazione incontrollata. Ma il nazionalismo, anzi il ritorno nazionalistico. Ieri a Bologna per il Sigillum Magnum dell Alma Mater, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non è insomma uscito da quel solco retorico e un po stantio che vede nell amore per la propria nazione il seme di chissà quale male. Partendo dagli studi medievali di diritto il Capo dello Stato ha detto che siamo in presenza, in questo periodo, di un altro, diverso, Diritto comune europeo. Siamo tutti consapevoli che la normativa dell'unione europea penetra sempre di più negli ordinamenti giuridici del nostro come degli altri Paesi europei, rendendo sempre più omogenei gli ordinamenti dei vari Paesi dell'unione, influenzando anche fortemente gli ordinamenti dei Paesi europei ai confini dell'unione. È un fenomeno di grande portata, un nuovo e diverso Diritto comune europeo. Allora quell'esperienza fu attenuata e interrotta dal sorgere e dal rafforzarsi progressivo degli Stati nazionali, inevitabile. Un progresso della storia, vedendolo oggi. Oggi il nuovo Diritto comune europeo potrebbe essere messo in discussione da un ritorno nazionalistico che sarebbe una retroguardia della storia, un arretramento. Contro questo arretramento la cultura è decisiva. Eppure c è una parte di mondo, peraltro quella anglosassone e quindi da sempre ammirata da ampia parte del panorama politico italiano, che ha preso un altra strada diversa. Forse perché ritiene proprio quel diritto comune europeo che si preoccupa della curvatura di banane e zucchine e lascia milioni di persone nell indigenza in nome di un inumano sacrificio al Dio bilancio e alla sua Dea, la globalizzazione. Chissà se l arretramento dal progresso sia l espressione del voto popolare che ha iniziato a cambiare faccia al mondo nei mesi scorsi, o invece proprio il vuoto europeismo a prescindere. Ai posteri l ardua sentenza.

4 ATTUALITA BANCHE, IL MINISTRO DELL ECONOMIA CHIEDE L INTERVENTO DELLE TOGHE E DIFENDE A SPADA TRATTA IL MONTE Sanzionare i manager colpevoli, ma i vertici di Mps restano Padoan, ascoltato dalle commissioni Finanze di Camera e Senato, reclama la discesa in campo della magistratura. E su Siena assicura: Verrà risanata e tornerà a trattare in Borsa di Marco Zappa In alcune banche italiane c è stata una gestione da parte di amministratori e manager che possono aver violato norme deontologiche e penali. E arrivata anche l ammissione sorprendente del governo, che attraverso Pier Carlo Padoan chiede l intervento della magistratura: Per tutti questi casi auspichiamo che la giustizia faccia rapidamente il proprio corso e che tutti coloro che hanno provocato danni alla collettività, alle comunità locali, ai risparmiatori e agli investitori vengano sanzionati. Meglio tardi che mai. Nel corso dell audizione sul decreto salvarisparmiatori davanti alle commissioni Finanze di Camera e Senato, il titolare del dicastero di via XX settembre si scaglia contro l operato sospetto di certi manager accusati, dall opinione pubblica (e dalle rivelazioni che continuano a emergere quotidianamente su tv e giornali), di aver contribuito a provocare i dissesti di diversi istituti in difficoltà. Se n è accorto anche Padoan, che agli inquirenti ha chiesto di trovare pure i colpevoli che hanno venduto prodotti a chi non vantava l adeguato profilo di rischio. Invocando sanzioni adeguate. E adesso la palla passa alla magistratura che presto potrebbe far saltare il banco attraverso indagini (per molti imminenti) che rischiano davvero di provocare una bufera giudiziaria-finanziaria dagli effetti devastanti. Tanti gli istituti al collasso. Moltissimi gli impuniti. Per le presunte malefatte di vertici e manager, fino a questo momento hanno pagato solo le vittime del salva-banche. Oltre ai soliti risparmiatori, costretti ad accollarsi i debiti di gruppi peraltro recidivi. Prima Calenda per la vicenda Alitalia e poi Padoan per il caso banche. Dal governo sono arrivati squilli imprevisti, attesi da troppo tempo. Con l esecutivo che a parole ha finalmente risposto presente all appello più volte rivoltogli. Attraverso segni di discontinuità da quel passato targato Renzi in cui la prassi IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DURISSIMO: AZIENDA GESTITA MALE era quella di sorvolare su vicende drammatiche e impietose. Cambio di strategia per il governo Gentiloni. Ma la sostanza ancora non è cambiata. Perché se Padoan ha chiesto sanzioni per i responsabili di questa situazione, per l ennesima volta ha difeso a spada tratta l operato di Mps e dei suoi vertici. L attuale management, che pure ha manifestato la disponibilità a rimettere il mandato, gode della nostra fiducia. Ai manager del Monte toccherà l impegno non derogabile di attuare il piano di ristrutturazione. Sono parole diametralmente opposte a quelle pronunciate da diversi big del Pd (quali Enrico Rossi e Francesco Boccia), che hanno apertamente chiesto la cacciata dell amministratore delegato Marco Morelli, che per il momento resterà dunque al suo posto. Nonostante una ricapitalizzazione (in via autonoma) fallita e le accuse di una non discontinuità con il passato. Per Padoan banca rossa non si tocca. Anzi. Verrà risanata - la promessa - e tornerà a negoziare in Borsa. Prova a voltare pagina il governo. Ma non su certi temi. I soliti, che riguardano le vicende della roccaforte della sinistra. Da Calenda bordate ai vertici di Alitalia Il titolare del Mise all attacco: Serve un piano industriale, non è giusto che paghino i lavoratori - Oltre ad Hogan e Ball rischia pure Montezemolo Se l Alitalia si trova a dover fronteggiare nuovamente lo spettro di un default significa, oggettivamente, che è stata gestita male. Sono parole durissime, ancor di più se a pronunciarle è il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che entra a gamba tesa sulla crisi della ex compagnia aerea di bandiera e si scaglia contro i vertici. E inaccettabile - ha dichiarato senza mezzi termini ai microfoni di Radio Anch io - che una situazione non buona venga riversata sui lavoratori. Questo non è assolutamente giusto e lo dico con la massima chiarezza. Il titolare del Mise ha lasciato intendere che questa volta a pagare non saranno i dipendenti e la sensazione è che a saltare questa volta potrebbero essere diverse teste eccellenti del management di Alitalia, a partire dall amministratore delegato Cramer Ball, sempre più in bilico. A quanto pare starebbe cominciando a vacillare anche la poltrona del presidente Luca Cordero Montezemolo, che dopo aver incassato le critiche del governo potrebbe decidere di farsi da parte. O forse no. La certezza è che questa volta l esecutivo è dalla parte dei lavoratori, che non possono prendersi le colpe di errori commessi di altri. Per questo motivo Calenda ha spiegato che Palazzo Chigi ha chiesto all azienda, totalmente privata, il piano per avere un quadro più chiaro della vicenda e trovare una soluzione. Fino a quel momento ha assicurato - non esiste parlare di esuberi. Perché nessuna società può pensare di salvarsi senza un progetto industriale. L affondo è arrivato a pochi giorni di distanza dall incontro avuto al Mise con il board della compagnia (assente Montezemolo perché ad Abu Dhabi per incontrare gli azionisti di Etihad) e con tutti i rappresentanti degli azionisti. Un meeting che non ha sortito gli effetti sperati. Siamo in una situazione di stallo, con i sindacati che intanto hanno formalmente aperto vertenza e si preparano a indire uno sciopero entro febbraio. Situazione di allarme rosso in casa Alitalia, che potrebbe presto rimanere a terra. E con lei anche il vicepresidente James Hogan, ormai vicino all uscita d emergenza. Alitalia ma non solo. Perché Calenda s è soffermato pure sull affaire Mediaset e sulla vicenda Almaviva. E sul tentativo di scalata del Biscione da parte di Vivendi il ministro ha parlato di un operazione opaca in quanto il gruppo francese non ha neppure dichiarato per quale motivo stesse comprando le azioni. Se avesse voluto il controllo, avrebbe dovuto lanciare un Opa. Invece così facendo forse ha voluto paralizzare una società con la quale è in causa. Benvenuti gli investimenti esteri, ma l Italia non è un posto per scorrerie. Capitolo successivo. Il comportamento della Rsu di Almaviva Roma, che s è rifiutata di firmare un accordo con l azienda a fronte della minaccia di licenziamenti, è incomprensibile. Si sarebbe potuti andare avanti per un altro mese con le negoziazioni, e invece.... Da Alitalia passando per Mediaset e Almaviva, il ministro Calenda a tutto campo. Con le stoccate rifilate all ex compagnia aerea di bandiera destinate a lasciare il segno. EDILIZIA, DRAMMA OCCUPAZIONE Dal 2008 persi 600mila posti Edilizia, questa sconosciuta. Nei primi mesi del 2016, dal punto di vista occupazionale, il saldo è a dir poco negativo (-4,9%) per un settore quasi dimenticato. A far scattare l allarme i dati dell Osservatorio congiunturale sull industria delle costruzioni dell Ance, che evidenziano come dal 2008 ad oggi i posti di lavoro persi sono stati 600mila. E la situazione rischia di peggiorare ulteriormente. Visto che fino al terzo trimestre dell anno da poco concluso i flussi di finanziamento delle banche hanno fatto registrare un -4,3% nel comparto abitativo e un -14,1% nel non residenziale. Sono i numeri di una catastrofe, anche se alla conclusione del 2017 le cose dovrebbero migliorare sensibilmente per via della Legge di Bilancio che ha posto l attenzione pure all edilizia con misure relative al rilancio degli investimenti infrastrutturali e al rafforzamento degli incentivi fiscali esistenti. Ma il 2016 resterà alla storia come un anno certamente da dimenticare. Al più presto.

5 ESTERI TENSIONE A TRIPOLI Libia, governo Sarraj sotto attacco? Secondo i media locali le forze dell ex-premier Khalifa Ghwell avrebbero occupato tre ministeri. Ma l ambasciatore italiano smentisce: Le sedi istituzionali sono attive di Barbara Fruch Difesa, Giustizia e Economia. Sarebbero i tre ministeri pesi d assalto a Tripoli da gruppi armati libici, finiti quindi sotto il loro controllo. È quanto riportano i media locali, secondo cui si tratterebbe di milizie fedeli a Khalifa Ghweil, l ex premier del dissolto governo libico islamista di salvezza nazionale, che si oppongono al governo di Fayez al Serraj. Secondo fonti libiche interpellate dal sito saudita Al Weeam, avrebbero fatto irruzione anche nella sede del ministro del Lavoro, dei Martiri e dei Feriti. Ghwell ha annunciato un golpe assicurando il ritorno del suo governo e precisando che le sue forze hanno preso il controllo dei tre ministeri sottraendoli alle forze governative. L ex premier libico avrebbe chiesto agli impiegati del governo di unità nazionale di Fayez al Sarraj di lasciare le sedi ministeriali. La situazione a Tripoli è andata di male in peggio, ha detto Khalifa Ghwell, nell anno in cui Sarraj è diventato capo di un governo sostenuto dall Onu che è stato un fallimento. L ambasciatore italiano in Libia Giuseppe Perrone però smentisce qualunque tentativo di colpo di Stato. Non mi risulta alcun golpe in atto, le sedi istituzionali nelle quali opera il governo di accordo nazionale sotto la guida di Sarraj continuano a lavorare ha detto all Ansa il diplomatico Non mi risultano scontri in città, sembra che ci siano dei movimenti di uomini vicini a Ghwell in alcuni uffici, più che in sedi del governo ha aggiunto spiegando, inoltre, che "il ministero della Difesa che Ghwell ha annunciato di aver occupato non è più in quella sede, è stato trasferito da tempo in un altro edifico e tutte le sedi istituzionali sono operative. Fonti diplomatiche di alto livello, citate dal sito Afrigatenews, avevano confermato che le forze che hanno occupato i ministeri erano fedeli all ex primo ministro, precisando che nelle ore successive Ghwell avrebbe letto un comunicato dal quartier generale del ministero della Difesa. La situazione appare dunque confusa nella capitale stando a quanto scrivono i media locali su twitter. Pesanti scontri si starebbero verificando fra le forze governative fedeli del consiglio presidenziale di Fayez al Sarraj, sostenuto dall'onu e dalla comunità internazionale, e milizie armate vicine a Ghwell. Già lo scorso ottobre gli uomini di Ghweil avevano tentato un colpo di stato, occupando il Rixos Hotel nella capitale libica, sede del Consiglio di Stato libico nato dall'accordo siglato in Marocco nel dicembre 2015, che ha dato vita anche all'esecutivo di Fayez Sarraj. In quell occasione era stata presa d assalto anche una stazione tv e le forze armate si erano dette pronto a combattere per rovesciare le autorità della capitale. L INASPRIMENTO DEL CONFLITTO, TRA TALEBANI, GOVERNO, USA E ISIS Afghanistan: una polveriera sempre più instabile Un funzionario americano denuncia: L esercito vende armi ai ribelli, che conquistano a Kabul sempre più territorio acquistano armi, munizioni, carburante ed Italebani equipaggiamento direttamente dal esercito regolare di Kabul. E continuano ad avanzare. E questo il drammatico allarme lanciato da John Sopko, ispettore generale del Sigar (l organismo statunitense che supervisiona la ricostruzione), che ha presentato in queste ore un rapporto sui rischi del processo di stabilizzazione in Afghanistan. Quello da lui fornito è un quadro estremamente problematico, in cui il governo centrale non sembra in grado di garantire nemmeno il controllo del territorio necessario per dare un minimo di stabilità alla vita politicosociale del Paese. Il cui territorio nazionale nel novembre 2015 sostenevano le istituzioni locali era per il 72% sotto controllo: una percentuale questa che nell agosto successivo era calata di quasi 10 punti. Ne risulta che l allarme sulle conquiste territoriali delle forze antigovernative è più che fondato. L ispettore ha infine elencato quelli che a suo dire sono i principali elementi che ostacolano a concreta realizzazione dei programmi di ricostruzione nazionale dell Afghanistan. In primis la corruzione (dato questo che pare direttamente collegato alla denuncia iniziale relativa agli scambi commerciali tra insorti e militari). Quindi l impossibilità di consolidare i successi ottenuti, l incapacità del governo afghano di gestire in maniera efficace il suo budget e la cattiva gestione dei contratti. In tutto questo, a dimostrare la gravità del contesto, una lunga serie di attacchi terroristici ed altrettanto lungo elenco di vittime. L ultima giornata nera è stata quella di martedì 10 gennaio, quando azioni coordinate compiute da attentatori suicidi a Kabul, Kandahar e Lashkargah hanno fatto strage di civili, agenti delle forze di sicurezza e militari. Andando indietro, solo per citare qualche altro episodio, c è stato l attentato di luglio 2016 nella capitale, dove vennero uccise 85 persone (400 i feriti) che stavano partecipando ad una manifestazione organizzata dalla minoranza sciita hazara. E quello di novembre dello stesso anno, sempre a Kabul e sempre contro la stessa comunità sciita (in quell occasione i morti furono 32 e i feriti 85). E se è vero che, quanto alle responsabilità di tali spargimenti di sangue, non vi è univoca attribuzione in parte, tenuto conto anche delle rivendicazioni pervenute, sono stati attribuiti all Isis ed in parte ai talebani lo è altrettanto il fatto che l escalation di violenza si è rivelata purtroppo continua. Ed ha generato, oltre ad un elevato numero di vittime, un situazione estremamente seria dal punto di vista umanitario: l allarme arriva dalle Nazioni Unite, che in un rapporto pubblicato il 9 gennaio, hanno dichiarato che almeno un terzo della popolazione afghana, ossia 9,3 milioni di persone, avrà bisogno quest'anno di assistenza umanitaria. Una cifra questa in netto aumento rispetto al passato, a causa dell estensione geografica e dell inasprimento del conflitto. In tale contesto va registrata un altra notizia, riportata nei giorni scorsi da Reuters che cita fonti militari americane: l invio, da parte degli Usa, di un contingente di 300 marines per il supporto alle forze di sicurezza locali contro i talebani, che verrà dispiegato nella provincia di Helmand (nel sud del Paese). Il ritorno dei militari alleati in prima linea si legge in un articolo del 9 gennaio su Analisi Difesa - sembra confermare il fallimento del programma di ritiro voluto da Barack Obama. Il futuro della presenza Usa in Afghanistan dipenderà dalle decisioni della nuova amministrazione Trump. Che comunque già in campagna elettorale aveva riconosciuto che il ritiro definitivo delle truppe americane avrebbe fatto collassare il governo di Kabul. Ancora per quanto riguarda gli Stati Uniti, va ricordato che ieri è arrivata l ammissione di colpa a proposito dell uccisione di 33 civili durante un bombardamento nella provincia di Kunduz del novembre 2016, contenuta in un comunicato delle forze armate che riferisce della conclusione delle indagini sull episodio. Sempre ieri, infine, al nuovo inquilino della Casa Bianca i due professori rapiti a Kabul nell agosto scorso (uno di loro è americano, l altro australiano) hanno rivolto un disperato appello in cui chiedono di negoziare con i talebani per il loro rilascio: se non lo farà saremo uccisi, siamo nelle sue mani. Cristina Di Giorgi LA STATISTICA È un Europa senza figli: come nella Grande guerra In Europa torna ad aumentare il numero di donne che rimangono senza figli (childless). Una condizione che può arrivare a riguardare oltre il 20-25% di quelle nate negli anni '70, e che è in rapida crescita nei paesi dell'europa meridionale, come Grecia, Spagna e Italia, dove il tasso è superiore al 20%. Si attesta invece al 15% nell'europa del Nord e al 18% in quella occidentale. A fare il punto è uno studio dell'istituto nazionale di studi demografici francesi. Non si tratta tuttavia di una novità. Un secolo fa, agli inizi del '900, c'era stato un altro picco simile, pari al 17-25%, complice la morte di molti uomini nella I Guerra Mondiale, l'emigrazione di tanti giovani verso paesi ricchi in cerca di lavoro e la crisi innescata dalla Depressione del '29. Da allora, il numero di donne rimaste senza figli ha avuto un andamento a U, con il punto più basso con quelle nate a cavallo tra gli '30 e '40, i genitori della cosiddetta 'baby boom generation', che hanno beneficiato della ripresa seguita alla guerra, la poca disoccupazione e un sistema di welfare generoso. Il tasso di donne childless ha ripreso a salire tra quelle nate negli anni '40 nell'europa occidentale, e negli '60 nell'europa orientale per la combinazione di fattori culturali ed economici. Ora c'è il nuovo picco, su cui incidono il mercato del lavoro precario e la mancanza di politiche per la famiglia a sostegno delle donne lavoratrici. Sono poche le donne che decidono di non avere figli in assoluto (il 3-5% in Francia e negli Usa), mentre la maggior parte continua a rimandare fin quando è troppo tardi. C'è poi un 2-4% di donne che non diventeranno mai madri a causa dell'infertilità. ''Nell'Europa occidentale e settentrionale il tasso dei senza figli si è stabilizzato, mentre continua a crescere velocemente in quella meridionale, dove fino al 25% delle donne nate negli anni '70 può rimanere senza figli, e continuerà a crescere anche nell'area centrale e orientale'', scrive il rapporto.

6 DA ROMA E DAL LAZIO SI ATTENDE LA MOSSA DELL AMMINISTRAZIONE, IN CONTRASTO CON L ASSESSORE BERDINI Stadio, Raggi batta un colpo La conferenza di servizi tornerà a riunirsi il 31 gennaio, alla vigilia del d-day. La Regione Lazio è stufa dell impasse creata dal Campidoglio di Giuseppe Sarra Un nulla di fatto. La conferenza di servizi per il nuovo Stadio della Roma, tornata a riunirsi ieri in sessione plenaria, non ha affrontato i temi caldi legati al progetto, a partire dalle cubature concesse nella delibera di Marino e contro cui s è battuto a lungo Paolo Berdini, assessore all Urbanistica e ai Lavori pubblici della giunta Raggi. Cosa succede quindi? Berdini appare più defilato in questi ultimi giorni. Non c è più tempo per cambiare la delibera di pubblica utilità, vero obiettivo dell Assessore. Se da un lato il Comune di Roma continua a chiedere integrazioni documentali, dall altro il Campidoglio non ha ancora reso, con un atto ufficiale, la sua posizione sul progetto. Tante chiacchiere, pochi fatti, verrebbe da dire. Ma la melina dal Campidoglio infastidisce parecchio, con il passare del tempo, la Regione Lazio. Anche ieri l omologo di Berdini, Michele Civita, non ne ha fatto un mistero: Manca ancora la certezza sulla procedura urbanistica in capo al Comune di Roma. Il tempo sta per scadere perché entro il 31 gennaio il Comune dovrà formalmente produrre degli atti. Non so se una variante ma è chiaro che se non ci saranno atti questo pregiudicherà tutti i lavori della conferenza. I rappresentanti del Comune hanno dato disponibilità a produrre questi atti. Aspettiamo. Ma Civita ha mandato un messaggio al sindaco Virginia Raggi e al suo separato in casa Berdini: Deve essere però chiaro che se non arrivano questi atti urbanistici, se non succede niente da qui al 31 gennaio, la conferenza non può andare avanti, si rischia lo stop. Si entra nel vivo del gioco. Di fatto, queste ultime due settimane saranno cruciali perché il 1 febbraio si chiude la sessione decisoria della conferenza di servizi, che però proseguirà i suoi lavori fino al 6 marzo, impiegando quest ultimo mese per la stesura dei documenti. Ovviamente tutti attendono il passo dei pentastellati, anche perché non si comprenderebbe l ottimismo sbandierato negli incontri informali fra l amministrazione Raggi e i rappresentati dell As Roma e i costruttori. Il taglio di una o più torri è rimasto sullo sfondo mentre sul fronte trasporti c è stata qualche accelerazione. Per la prima volta i rappresentanti del Comune hanno ipotizzato di spostare gli investimenti richiesti alla Roma per il collegamento ferroviario, dalla precedente richiesta della biforcazione della Metro B al potenziamento della Roma-Lido. In sostanza, il Campidoglio potrebbe chiedere al numero uno giallorosso, James Pallotta, di farsi carico dell acquisto di nuovi treni per la linea da terzo mondo, come l hanno soprannominata i pendolari, il cui potenziamento arriverà anche dall investimento di 180 milioni da parte della Regione con i quali si procederà ad un restyling dell'infrastruttura in termini di armamento, linee elettriche e stazioni. Intanto il popolo dei 5 Stelle non sembra digerire le trattative portate avanti dall amministrazione Raggi. Anzi, spezza una lancia a favore di Berdini. Infatti una proposta di delibera sul nuovo stadio giallorosso, che annullerebbe quella approvata sotto la giunta Marino, è stata consegnata dagli attivisti M5S all assessore all Urbanistica. Francesco Sanvitto, coordinatore del tavolo Urbanistica del M5S di Roma, con un post su Facebook ha pubblicato la delibera in cui vengono individuati 7 aspetti di illegittimità del documento approvato dall amministrazione precedente. Al centro della polemica, dunque, sempre il solito balletto sui tagli alle cubature. Ovviamente Sanvitto tiene il fiato sul collo dei nostri portavoce affinché comincino ad ascoltare la voce degli attivisti e ad attuare il programma elettorale. Un progetto che non ha solo spaccato la giunta ma anche i simpatizzanti grillini. Sisma, qualcosa si muove per le stalle Tiene ancora banco la polemica sulla consegna delle 27 stalle mancanti agli allevatori colpiti dal terremoto. Ad alzare la voce era stato nei giorni scorsi Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, il quale ha acceso i riflettori sul ritardo del trasferimento delle strutture da parte della ditta, che si è aggiudicata la gara indetta dalla Regione Lazio per le stalle provvisorie. Una denuncia che ha smosso le acque, scongiurando che la burocrazia penalizzi ulteriormente gli abitanti colpiti dal terremoto. Zero polemica, ci mancherebbe, ha risposto così ai microfoni di Rtl 102.5 Maurizio Martina, ministro per le Politiche agricole, aggiungendo che ci sono alcune situazioni ancora problematiche da risolvere e noi stiamo chiedendo a protezione civile, Regione Lazio, di intervenire rapidamente e lo stanno facendo. Sono stato prima ad Amatrice e poi due giorni fa proprio nelle Marche per fare un punto sulla situazione più specifica delle aree del maceratese, dell ascolano, del fermano, e lì si sta andando avanti. Devo dire che il rimpiazzo delle C È STATA UN ACCELERAZIONE PER L INVIO DEI NUOVI IMPIANTI vecchie stalle terremotate con le nuove strutture sta procedendo, ma ovviamente questo clima non aiuta affatto, ha sottolineato Martina, che ha chiesto alle Regioni di accelerare il più possibile i montaggi delle nuove stalle e, in particolare, sui problemi legati all allaccio degli impianti. Inoltre, il Ministro ha annunciato l invio della seconda tranche di aiuti diretti agli agricoltori colpiti dal terremoto. Si tratta di 11 milioni di euro. Non si è fatta attendere la replica di Pirozzi, che ha ringraziato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, per l accelerazione dei trasferimenti dei nuovi impianti che ospiteranno il bestiame degli allevatori, in questi giorni addirittura sotto la neve. Dieci cantieri partiranno nei prossimi giorni, ha spiegato il primo cittadino, rivolgendo poi un appello alle istituzioni: Noi siamo in tempo di guerra e non vanno bene le procedure applicate in tempo di pace. E ha tuonato: Non è possibile che mi arrabbio per le strade e poi attivano. Oggi, invece, mi arrabbio per le stalle e c è un accelerazione, concludendo: Salvate il soldato Pirozzi, perché non mi posso sempre arrabbiare. Perché ho una certa età e mi si alza la pressione. LA BIMBA SALVATA IN DUE EPISODI DAI MEDICI DEL BAMBIN GESÙ Intossica la figlia per attirare l attenzione del marito Avrebbe tentato di uccidere per ben due volte la figlia di tre anni, ricoverata all ospedale Bambino Gesù di Roma. Motivo? Attirare l attenzione del marito con cui era in un periodo di crisi. Per questo la donna, una 30enne che abita a Napoli, è stata arrestata dai carabinieri con l accusa di tentato omicidio. La somministrazione dei farmaci sedativi hanno provocato alla piccola due episodi di arresto cardiorespiratorio. Le indagini, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma e del comando provinciale di Napoli, sono partite in seguito a referti medici. Miracolosamente, la bimba è stata salvata grazie all intervento immediato dell equipe medica del nosocomio in due distinti episodi avvenuti nel mese di dicembre. Lo scorso 28 dicembre i carabinieri avevano notificato alla donna un provvedimento di sospensione della potestà genitoriale, adottato alla luce dei riscontri acquisiti dal Tribunale per i Minorenni di Napoli, che aveva disposto il divieto di avvicinamento di entrambi i genitori alla bambina e alle due sorelline più piccole, che sono state affidate ai servizi sociali. La trentenne è stata arrestata nei pressi della sua abitazione a Napoli e si trova ora nel carcere di Pozzuoli. Grazie al tempestivo intervento del personale sanitario e alle cure rese possibili dall ambiente ospedaliero la bambina è fuori pericolo e in buone condizioni, si legge in una nota l ospedale Bambino Gesù. La piccola era ricoverata per approfondimenti diagnostici - continua l ospedale - in seguito a una condizione clinica apparentemente molto complessa. Durante il suo ricovero si sono manifestati 2 arresti cardiocircolatori. Le condizioni cliniche hanno indotto i sanitari a verificare la presenza di sostanze tossiche nelle urine. La presenza nelle urine di sostanze psicotrope ha obbligato i medici a segnalare il caso alle autorità giudiziaria.

7 DA ROMA E DAL LAZIO I GENITORI DEGLI ALUNNI CORRONO IN SOCCORSO DEI LORO FIGLI. DISAGI ALLE ELEMENTARI E ALLE SUPERIORI, A RISCHIO LE LEZIONI Scuole calde : stufe, coperte e scaldini Manifestazione ad Ostia: Termosifoni spenti, istituzioni assenti, ma a rimetterci sono sempre gli studenti di Giuseppe Sarra Alcune scuole della Capitale sono ancora al freddo, nonostante siano passati ben quattro giorni dal rientro delle vacanze. Le segnalazioni continuano ad arrivare persino dalle scuole primarie e secondarie di primo grado dove si era riusciti ad intervenire. Tant è che i genitori si stanno organizzando con il riscaldamento fai-da-te, fornendo stufe elettrice da casa, coperte e scaldini. Ma la rabbia degli studenti è sfociata in una manifestazione ad Ostia, dove 500 ragazzi dell istituto Faraday hanno deciso di disertare le lezioni e hanno organizzato un corteo per protestare contro l impianto di riscaldamento che ancora non funziona. Termosifoni spenti, istituzioni assenti, ma a rimetterci sono sempre gli studenti, è il messaggio sullo striscione srotolato davanti all istituto e in testa al corteo degli studenti, accompagnato da fumogeni e diversi tricolore, supportato dai ragazzi del Blocco Studentesco (movimento di CasaPound) che può contare un rappresentate d istituto all interno della scuola. Troviamo assurdo - hanno denunciato gli studenti dell ITI Faraday - che nelle aule della nostra scuola, come in altre di questo municipio, i termosifoni siano rimasti spenti proprio al rientro dalle vacanze natalizie a dispetto del clima rigido di queste settimane, creando un disagio a noi studenti e anche al personale scolastico. Nonostante il sindaco Virginia Raggi - hanno ricordato - che nei giorni precedenti al rientro a scuola aveva promosso l operazione scuole calde, la temperatura non permette di svolgere le lezioni. Il bilancio è tratto: Un operazione che si è rivelata un flop, utile solo a fare pubblicità alla sindaca. Non è stata l unica azione di protesta. Anche a Castro Pretorio, infatti, gli studenti del liceo Plinio hanno alzato la voce, mentre all istituto Alberti le famiglie stanno fornendo le coperte ai loro figli. Per legge il termometro all interno dell istituto dovrebbe segnare i 18 gradi, a malapena ne fanno 10, è la testimonianza dei ragazzi, che hanno fotografato quanto avviene all interno delle aule: Nelle classi gli alunni si coprono con le coperte. I professori fanno fatica a svolgere le lezioni. Sui corridoi i collaboratori scolastici fanno addirittura fatica a muoversi. Non è possibile riuscire a stare dentro scuola 7 ore nel gelo. Invece gli studenti del liceo scientifico Aristotele sono stati rimandati a casa per il terzo giorno consecutivo. All Eur Laurentino i genitori sono increduli e non accettano il guasto alla caldaia: Può capitare, ma da lunedì ancora non è stato trovato qualcuno in grado di ripararla. Tensione pure al liceo Farnesina, dove alla sede centrale fa davvero freddo. Qui sembrano aver perso le speranze di un intervento degli uffici della Città Metropolitana, sollecitato dalla dirigente scolastica. Così gli studenti non hanno dubbi: Se dalla prossima settimana la temperatura delle aule non sarà accettabile, resteremo a casa. Dalle coperte alle stufette. Alla primaria Baldini all Aventino, che fa parte dell Istituto comprensivo Regina Margherita, i bimbi sono senza termosifoni e i loro genitori gli hanno procurato delle stufette. L operazione del sindaco Raggi scuole calde non ha prodotto un esito positivo neanche dopo quattro giorni dalla riapertura degli istituti. Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l Innovazione dell Agricoltura del Lazio

8 STORIA & CULTURA LA LETTERA APERTA DEL PATRON DI VILLA CARPENA A FORLÌ La carrozza del Duce, Morosini torna sul tema Se quella su cui viaggiò Mussolini volete tenerla, mandatecene un altra dello stesso vagone, ne faremo un tesoro di Emma Moriconi Il Cavalier Domenico Morosini torna a scrivere al Giornale d'italia e ci propone un'altra lettera aperta diretta a Atac spa. Lieti di potere ancora una volta essere gli interlocutori privilegiati del patron di Villa Carpena a Forlì, con piacere la pubblichiamo: c.a. di Atac spa Dopo aver letto sulla stampa che era intenzione di Atac spa Alla demolire la carrozza su cui viaggiò il Duce nel 1932 in occasione della inaugurazione del tratto ferroviario della Tuscia, inviammo una lettera aperta al Giornale d'italia dichiarando la nostra intenzione di prendercene cura presso il Museo di Villa Carpena a Forlì. Pur non avendo ricevuto una risposta ufficiale da parte di Atac spa, abbiamo appreso, sempre dalla stampa qualche giorno dopo, che Atac non intende più disfarsi di questo pezzo della nostra storia. Abbiamo accolto la notizia con grande piacere e rivolgiamo a Atac spa un plauso per la scelta fatta. Tuttavia ci eravamo ormai affezionati all'idea di poter impreziosire il Parco del Museo con un bene così particolare ed interessante, e dunque torniamo a scrivere ad Atac, per il tramite del Giornale d'italia che sempre tanto gentilmente ci ospita, per rivolgere una nuova richiesta: siamo disposti ad acquistare - pagando il prezzo che Atac risparmierebbe dalla demolizione o l'equivalente di quanto incasserebbe vendendo il materiale di cui è composta - un'altra delle venti carrozze di cui era composto il treno, una qualsiasi, Interno della carrozza usata dal Duce nel 1932 DALL 8 FEBBRAIO A MILANO decidete voi. La nostra intenzione è quella di renderla parte del Museo del quale ci prendiamo cura con tante attenzioni, affinché possa costituire un altro pezzo della nostra storia da far visitare ai numerosi ospiti che ogni anno vengono a trovarci per visitare le stanze che furono della famiglia Mussolini e che oggi costituiscono una meta di interesse storico. Resta nostra intenzione, in caso di risposta affermativa, innanzitutto provvedere al restauro del bene, e poi mettere una targa nei pressi della carrozza che racconterà ai visitatori la disponibilità di Atac nei confronti di un Museo semplice ma certamente unico al mondo. Del resto, sono numerosi - a quanto riferisce la stampa - i convogli storici che Atac spa decise nel 2014 di demolire e l'appuntamento per questo massacro della storia si avvicina. Dunque ci rendiamo disponibili a salvare anche altre carrozze di cui Atac volesse disfarsi: la storia è fatta anche di cimeli, che vanno conservati, tutelati e restituiti agli Italiani e ai turisti che intendano prendere cognizione di pezzi che ciascuno di noi ha il diritto e il dovere di salvaguardare. Invitiamo pertanto l'azienda a contattarci, qualora interessata a venderci una carrozza del treno suddetto o un mezzo di valenza storica, datato nel periodo anzidetto, telefonicamente ai numeri +390543.89507 -+393333052908 oppure per iscritto all'indirizzo: Cav. Domenico Morosini, Villa Mussolini - Casa dei Ricordi, Via Crocetta 24 - Forlì-Cesena. Pensiamo sinceramente che Atac spa avrà ogni buona intenzione di cogliere l'occasione che offriamo, ringraziamo l'azienda per l'attenzione che vorrà riservarci e Il Giornale d'italia per la disponibilità di sempre. Cav. Domenico Morosini, Villa Carpena, Forlì". Insomma, la vicenda della "carrozza del Duce" non è ancora finita, e non sarebbe affatto male se Atac decidesse di vendere un "pezzo di storia" ad un Museo italiano. Anche qui al Giornale d'italia aspettiamo buone nuove. emoriconi@ilgiornaleditalia.org Connessioni invisibili A cura di Dominique Stella, la mostra è stata realizzata in collaborazione con MS Spazio Culturale, Brescia Sarà un'ampia retrospettiva dedicata a Renato Mambor ad aprire la stagione espositiva del 2017 del Gruppo Credito Valtellinese. Gruppo cui fanno riferimento, oltre alla Galleria di Corso Magenta a Milano, Refettorio delle Stelline, dove appunto sarà allestita la mostra su Mambor, gli spazi espostivi di Sondrio, storica sede del gruppo bancario, la Galleria Credito Siciliano ad Acireale, marchio territoriale del Gruppo Credito Valtellinese ed infine quelli di Fano, Galleria Carifano e Spazio XX Settembre. Il programma definito per il 2017 viene sviluppato per il tramite della Fondazione che opera per il medesimo Gruppo bancario nel campo del sociale, della cultura e dell'orientamento ai giovani. Comprende una decina di mostre, tutte connotate da due precisi obiettivi : alta qualità e assoluta originalità. Il campo di indagine continua ad essere quello tradizionale per le Gallerie del Gruppo : il contemporaneo storico, nelle sue diverse espressioni, dall'arte alla grafica, alla fotografia alle arti applicate, arricchito da un nuovo filone di esplorazione: quello dei remake. Il presidente del gruppo Miro Fiordi sottolinea l'importanza dell'attività della Fondazione sui territori in cui opera. Attività rivolta a tutti, gratuita e avente come unica finalità la diffusione della cultura e dell'orinetamento ai giovani. La retrospettiva su Renato Mambor, affidata alla curatela di Dominique Stella, rientra pienamente nel Progetto Culturale delle Gallerie del Gruppo Credito Valtellinese, da alcuni anni dirette da Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra. Indaga infatti una personalità tra le più originali e complesse del secondo Novecento Italiano e lo fa mettendo in luce, a tutto tondo,la poliedrica figura dell'uomo e dell'artista. «Voglio fare di tutto, ballare, cantare, scrivere, recitare, fare il cinema, il teatro, la poesia, voglio esprimermi con tutti i mezzi, ma voglio farlo da pittore perchè dipingere non è un modo di fare ma un modo di essere». In una frase Mambor così offre una precisa immagime del suo essere artista. Protagonista della ricerca nelle arti visive dagli ultimi anni '50, é uno dei primi a sconfinare dalla pittura verso altri linguaggi: fotografia, cinema, performance, installazioni e il teatro, per tornare comunque sempre alla pittura. Continuando a lavorare sul linguaggio e sugli elementi costitutivi dell'arte, ha avviato una sperimentazione sul rapporto tra organismo e ambiente, tra arte e vita, sul cambiamento dello sguardo e dei punti di vista, sulle relazioni interne ed esterne, su separazione e unità. Mambor, negli oltre 55 anni di impegno artistico, ha rinnovato instancabilmente le forme e approfondito la conoscenza di sé, inventando dispositivi di comunicazione che coinvolgessero lo spettatore, lasciando opere, anche inedite, di grande valore per la contemporaneità. Dominique Stella, con Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra, ha selezionato per questa retrospettiva circa 80 pezzi, datati dai primi anni sessanta e sino al 2014, con le ultimissime creazioni. Sono opere che documentano le diverse espressioni, i molteplici linguaggi di Mambor: pittura, fotografia, performances installazioni. testimonianze fotografiche del suo teatro sperimentale. Il Progetto Mambor delle Gallerie del Credito Valtellinese è completato dalla proiezione di un documentario sull'artista e da una performance teatrale con Paola Pitagora e Igor Horvat.

9 SOCIETA LA SCOPERTA DEL GRUPPO DI RICERCATORI DELL UNIVERSITÀ LA SAPIENZA DI ROMA Ictus, individuato il killer dei neuroni Si apre la strada verso la prevenzione della malattia, terza causa di morte e prima di invalidità in Italia. L inibizione dell enzima Nox2 può essere la chiave per ridurre notevolmente i danni di Barbara Fruch Prevenire l ictus potrebbe essere presto realtà. Ciò grazie alla scoperta scientifica fatta da un gruppo di ricercatori dell Università La Sapienza di Roma. L équipe di esperti, guidati da Francesco Violi, direttore della Prima Clinica medica del Policlinico Umberto I, ha infatti identificato l enzima che favorisce l arteriosclerosi e quindi l occlusione dell arteria carotide, la principale autostrada che porta il sangue al cervello. Si tratta di Nox2, che produce perossido di idrogeno, in pratica acqua ossigenata, che è tossico e uccide i neuroni. Questa è la causa dei danni, spesso permanenti, che l ictus lascia sul cervello, e quindi della disabilità più o meno grave cui va incontro la persona colpita. La ricerca, che è online su Atherosclerosis Thrombosis Vascular Biology (la rivista scientifica ufficiale dell'american Heart Association) apre nuove prospettive di cura per questa patologia di cui solo in Italia si registrano 200 mila casi l anno. L inibizione dell enzima infatti può essere la chiave per ridurre notevolmente i danni. Lo studio è stato condotto su pazienti affetti da carenza ereditaria di attività di questo enzima. Su questi malati è stato dimostrato che lo spessore della carotide sottolinea Violi - era minore rispetto a chi aveva una normale attività dell enzima al centro della ricerca. Questo Nox2 era noto essere utile per difendersi dalle infezioni. Infatti è presente nei leucociti dove svolge un'azione battericida. Studi recenti hanno, però, dimostrato che è presente anche nelle arterie. Io mi sono chiesto perché e, per tale motivo, ho studiato pazienti con deficit ereditario dell enzima, cioè pazienti con malattia granulomatosa cronica precisa Violi - Questa malattia, che apparentemente non ha nulla a che vedere con l arterosclerosi, in quanto si complica con infezioni spesso letali, ci ha permesso di dimostrare che quando manca questo enzima le arterie si dilatano di più e la carotide è meno spessa rispetto ai soggetti sani. La ricerca è durata 5 anni: gli studiosi hanno esaminato pazienti affetti dalla malattia granulomatosa cronica con deficit completo (che attacca i bambini) e anche le mamme (che non sono malate, ma hanno un deficit parziale con un attività del 50% di questo enzima). La raccolta di dati è avvenuta nei centri italiani che studiano questa malattia molto rara (un caso su un milione Fumare o avere la pressione alta non sono gli unici fattori di rischio per il cuore. Anche lo stress cronico infatti può aumentare le probabilità di esser colpiti da infarti e ictus. A rivelarlo è uno studio apparso sulle pagine di The Lancet condotto dal Massachusetts General Hospital e dalla Icahn School of Medicine di Mount Sinai, negli Stati Uniti. Secondo la ricerca l accresciuta attività della amigdala, la zona del cervello che elabora le emozioni come la paura o la rabbia, stimolano la produzione di molecole infiammatorie nell organismo, che a loro volta finiscono per colpire l intero apparato cardiovascolare. I ricercatori hanno osservato l attività del cervello di 293 individui utilizzando tecniche di imaging come la tac e la pet, e per ciascun soggetto sono andati poi a misurare i livelli di stress percepito. Hanno così osservato che in corrispondenza di elevato stato di stress l amigdala è più reattiva, funziona a regime aumentato. Poi studiando milza e midollo osseo hanno notato che negli individui LA RICERCA Lo stress è il primo nemico della salute con elevati livelli di stress ed elevata attivazione dell'amigdala, anche milza e midollo risultano iperattivi, con conseguente iper-produzione di cellule immunitarie (globuli bianchi) ed eccessivi processi infiammatori a danno delle pareti delle arterie. Ciò pesa sulla salute dei vasi aumentando il rischio di formazione di placche arterosclerotiche. Dopo un periodo di monitoraggio dell intero campione della durata media di quasi 4 anni, è emerso quindi che i soggetti più stressati e con amigdala più attiva sviluppano malattie cardiovascolari con maggiore frequenza. Il collegamento potenziale aumenta la possibilità che ridurre le stress può produrre benefici che vanno oltre il miglior senso di benessere psicologico, scrive Ahmed Tawakol, del Massachusetts General Hospital. Lo stress cronico dunque può essere molto pericoloso, e per questo dovrebbe essere trattato alla stregua degli altri fattori di rischio noti per il cuore, come il fumo e la pressione alta. di persone). I risultati del lavoro italiano, recentemente confermati da un équipe dei National Insititutes of Health (l'agenzia del Dipartimento della Salute degli Stati Uniti), apre la strada per prevenire l occlusione della carotide (dunque l ictus) attraverso l inibizione di Nox2. Attualmente ci sono molecole sperimentate negli animali che hanno dimostrato che inibendo l'enzima si riduce la placca aterosclerotica sottolinea il direttore del Policlinico Umberto I - Adesso bisognerebbe passare allo studio nell uomo. La disponibilità dei bambini malati e quella delle loro famiglie è stata fondamentale per arrivare a questa importante scoperta. L ictus si verifica quando l afflusso di sangue diretto al cervello si interrompe improvvisamente per la chiusura o la rottura di un arteria, che avviene a causa della formazione e dell accumulo al suo interno di una placca aterosclerotica. Capire perché le arterie cerebrali si occludono e prevenirne la cause è un importante obiettivo per ridurre l incidenza di questa malattia. Ciò ha ancor più valore se si pensa che in Italia l ictus è la terza causa di morte (dopo le cardiopatie e il cancro) e la prima di invalidità. Ogni anno, colpisce più di 200.000 persone, di cui l 80% sono nuovi episodi mentre il restante 20% ricadute. Gli individui più a rischio sono gli anziani (il 75% dei casi interessa persone dai 65 anni in su), mentre il rimanente 25% coinvolge persone più giovani (bambini compresi). LO STUDIO CONDOTTO DALL ISTITUTO DI NEUROSCIENZE E DALL ISTITUTO DI FISIOLOGIA CLINICA DEL CNR Demenza senile? Contrastala allenando mente e corpo Attività ludiche, logiche, motorie e sociali aiutano ad ostacolare il decadimento cognitivo dell anziano e l Alzheimer Demenza senile? Per contrastarla è necessario allenare il corpo e la mente. È quanto dimostra uno studio condotto dai ricercatori dell Istituto di neuroscienze (In-Cnr) e dell Istituto di fisiologia clinica (Ifc-Cnr) del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa che ha verificato un chiaro miglioramento dello stato cognitivo e della funzionalità cerebrale nei soggetti anziani con diagnosi di danno cognitivo lieve sottoposti a un programma di allenamento cognitivo e motorio. Proprio l Italia, si legge in un comunicato del Consiglio Nazionale delle Ricerche, è uno dei Paesi europei col maggior numero di anziani e oltre un milione di questi presenta un forte deficit cognitivo o forme di demenza senile grave, come la malattia di Alzheimer. Per quest ultima patologia, non esistendo terapie efficaci, è importante attuare interventi di rallentamento del deterioramento cognitivo partendo dagli stadi iniziali della malattia. Un problema, viene sottolineato, destinato ad aumentare a seguito del progressivo incremento della popolazione in età avanzata. I risultati sono pubblicati da Scientific Reports (gruppo Nature). Quando impegniamo il cervello in attività cognitivamente complesse e in un contesto sociale e giocoso, i circuiti neurali vengono stimolati e rimodellati mediante la produzione di fattori neurotrofici che favoriscono la plasticità cerebrale spiega Lamberto Maffei, vice presidente dell Accademia dei Lincei, e coordinatore della ricerca Anche nella terza età non è mai troppo tardi: i neuroni rispondono agli stimoli con effetti sorprendenti per il benessere cerebrale, consentendo di attuare una vera strategia anti-invecchiamento. Questo concetto è stato applicato, nello studio Train the Brain (svolto in collaborazione con l Università di Pisa e l Ircss Stella Maris, finanziato dalla Fondazione Pisa), attraverso uno specifico programma di allenamento, su anziani con diagnosi di danno cognitivo lieve (Mild Cognitive Impairment-Mci), a rischio di evolvere verso forme gravi di demenza. Gli anziani selezionati sono stati accolti, per sette mesi e per tre mattine a settimana, nell Area della ricerca del Cnr di Pisa in una struttura appositamente creata e attrezzata con una palestra, in un contesto ricreativo e rilassante, con ampio spazio per le attività di gruppo e la musicoterapia e con ambienti dedicati alla stimolazione cognitiva basata, per esempio, su compiti di memorizzazione di volti e parole, esercizi di logica, giochi di attenzione spiegano i ricercatori Alessandro Sale e Nicoletta Berardi dell In-Cnr I soggetti, accompagnati dai loro familiari, hanno fin da subito mostrato di gradire molto la partecipazione alle attività proposte e i risultati sono stati sorprendenti: gli stimoli ambientali hanno arrestato il decadimento cognitivo nei partecipanti, con effetti riscontrabili anche a livello dei parametri di funzionalità cerebrale valutati con le più moderne tecniche di imaging. Questi risultati possono avere importanti applicazioni in campo clinico per la malattia di Alzheimer e per altre forme di demenza senile: l arricchimento ambientale costituisce una via molto promettente per stimolare la plasticità in maniera fisiologica e non invasiva, in una fascia di popolazione che spesso vive invece in condizioni inadeguate e povere di stimoli.

10 IL LIBRO NE LA PROSSIMA A DESTRA FRANCESCO STORACE RACCONTA COME VINSE LE REGIONALI DEL 2000 Meno televisione e più marciapiedi Così ribaltammo i 18 punti iniziali di svantaggio e i sondaggi sfavorevoli. Grazie anche a due segnali arrivati dalla Ciociaria Il racconto di Francesco Storace ( La prossima a destra, Minerva Edizioni e su www.minerva.com) con questo capitolo entra nel vivo della conquista della presidenza della Regione Lazio, nel 2000. MARCIA TRIONFALE La campagna elettorale per le Regionali del 2000 mi riempie ancora oggi di orgoglio. Anche perché, come racconterò più avanti in questa narrazione, costò la poltrona - oltre che al povero Badaloni - pure a Massimo D Alema. Il che provoca un certo godimento persino quindici anni dopo. Il popolo contro la spocchia. Partito a metà dicembre, fu una (inaspettata ai più) cavalcata trionfale. Funestata però, il 30 di quel mese, dalla morte improvvisa di mio padre, Giuseppe, ricoverato in ospedale a Ceccano e poi sepolto a Sulmona assieme a mia madre. (Quando la vita è davvero tracciata dal destino: mia madre Lidia se ne andò da questa terra nel 1993, l anno prima che diventassi deputato; mio papà nel 1999, l anno prima che diventassi governatore; mia figlia Marialidia nasce nel 1994, appena eletto alla Camera; mia moglie Rita, la sua mamma Maria, scomparsa un anno dopo, e suo padre Salvatore, Totò, compaiono nella mia vita nel 1983: regalo per il centenario della nascita del Duce, o cadeaux per lo scudetto alla Roma, fate voi...). Tornato a Roma dopo il lutto che mi lasciava d un botto senza entrambi i miei genitori, mi tuffai nella campagna elettorale, in uno stabile che avevamo preso in via Topino, vicino corso Trieste. In pianta stabile c era il comitato per il programma elettorale: ci lavoravano Gianni Alemanno per An, Stefano Zappalà per Forza Italia e Il giornalista Rai Piero Badaloni, presidente uscente e sconfitto da Storace nel 2000 Pietro Giubilo con Armando Dionisi per la galassia democristiana. Un team davvero affiatato, per puntare su una persona nuova alla Regione Lazio. Ovviamente, il primo impatto fu con i sondaggi, che in massima parte venivano inizialmente sciorinati da Nicola Piepoli, mentre Giovanni Blasi - mio primo uomo comunicazione - e Piero Di Lorenzo - coraggioso imprenditore fustigatore della Rai e tra i primi amici del Giornale d Italia di qualche anno dopo assieme a Guido Paglia - curavano a fatica la mia immagine. Con Berlusconi finalmente deciso a sostenermi, nei mesi successivi, entrerà in scena Luigi Crespi col quale furono varate le parole d ordine della campagna elettorale, a partire dalla scelta di campo. Di qua o di là. Il popolo stette di qua. Negli ultimi giorni, quelli prima dell apertura delle urne, vidi come segnale di ottimo auspicio anche un bigliettino di preferenza double face, di un candidato del Partito popolare, che prendeva buoni voti soprattutto tra Anzio e Nettuno, Piero Marigliani: votami e fai così se scegli Badaloni, oppure così se preferisci Storace, con tanto di facsimili atti a soddisfare i palati della destra e della sinistra. Eppure meno 18, era stato il primo responso terribile dei numeretti di Piepoli. Il quale, in una riunione a via Po, diede la sua risposta al problema di consenso che avevo: Sei simpatico, ma pochi lo sanno. Quei dieci secondi di pastone televisivo (la carrellata di dichiarazioni politiche ai Tg della sera) ti fanno apparire un duro, un estremista, scappano le donne. Una sentenza terribile. Hai il vantaggio di essere noto e lo svantaggio di non essere conosciuto. Meno televisione e più marciapiedi fu la ricetta. Piazze, manifestazioni, case, quarantamila chilometri in quattro mesi tra gennaio e aprile sancirono la rimonta. Il primo incontro popolare fu con mille donne scatenate al Parco dei Principi sotto la regia di Lia Cursi, che il marito Cesare aveva chiamato in servizio come solo i veri diccì sanno fare. Ma la certezza che le cose si sarebbero messe per il meglio la ebbi in due occasioni, che definirei ciociare. Il primo incontro con le categorie fu con l Unione industriali di Frosinone, presieduta da Maurizio Stirpe, a cui voglio un gran bene. Rivendico il solo merito di averlo incoraggiato a prendere le redini della squadra di calcio del capoluogo, sulle orme di papà Benito. Maurizio, che ho unito civilmente in matrimonio con Barbara, è una persona straordinariamente leale. Con le sue idee, la sua testardaggine, la sua onestà. Tenetelo d occhio nei prossimi anni, farà parlare e bene di sé. Ebbene, Stirpe mi inquadrò e dopo l incontro sul programma con i suoi associati mi disse all orecchio: Stora, qui siamo tutti stufi della Regione, non c è destra o sinistra che tengano. Per anni abbiamo votato Andreotti, che ci faceva lavorare: quella è la strada per vincere. Conquistaci. Andreotti, il secondo fattore esterno della vittoria. Romanissimo e amato e stravotato in tutto il Lazio, Ciociaria compresa, non poteva certo sostenermi. Sei anni prima avevo maramaldeggiato sul bacio fasullo di Totò Riina, era il 1994 e contro di me alla Camera, nel collegio di Roma Balduina, c era suo genero, Marco Ravaglioli, deputato uscente. Lo strapazzai prendendogli trentamila voti di vantaggio. Ma alle Regionali del 2000, Andreotti diede mostra di non impegnarsi affatto per Piero Badaloni, presidente uscente del Lazio. Diede le sue notevoli preferenze a Enrico Gasbarra - di lui sono stato testimone di nozze, con le ire di mezza sinistra romana - ma se ne fregò del governatore uscente. Dopo la campagna elettorale - in cui non lo disturbai affatto temendo un ovvio rifiuto ad appoggiarmi per via parentale... - gli scrissi un biglietto a mano di quelli che piacevano a lui: Illustre presidente, come immagina, comuni amici mi hanno invitato a disturbarla a più riprese per sollecitare il Suo consenso elettorale alla mia persona. Ma a uno statista non si chiedono voti. Ora, consideri a Sua disposizione il nuovo presidente del Lazio. Una telefonata allunga la vita, prometteva una nota pubblicità. Quel bigliettino ad Andreotti fece crescere la mia reputazione, che da allora ebbe molti estimatori in più. DOMANI IL CAPITOLO IL PALAZZO TI CAMBIA, IL POTERE NON BASTA PIÙ