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40 Atlante Politico Indagine Demos & Pi per la Repubblica Rapporto, ottobre 2013

NOTA INFORMATIVA L Atlante Politico è realizzato da Demos & Pi per La Repubblica ed è curato da Ilvo Diamanti, insieme a Fabio Bordignon e Roberto Biorcio, con la collaborazione di Martina Di Pierdomenico. La rilevazione è stata condotta nei giorni 2-4 ottobre 2013 da Demetra (metodo CATI). I campioni nazionali intervistati sono tratti dall elenco degli abbonati di telefonia fissa (Italia: N=1013, rifiuti/sostituzioni 4076), ed è rappresentativo per i caratteri socio-demografici e la distribuzione territoriale della popolazione italiana di età superiore ai 18 anni (margine di errore 3.1%). Documentazione completa su www.sondaggipoliticoelettorali.it 2

IL PDL CRESCE AL 32% E FORZA ITALIA CROLLA di Ilvo Diamanti "Si è chiuso un ventennio", ha sostenuto, ieri, Enrico Letta. Affermazione impegnativa e un po' rischiosa. Perché Berlusconi, in questi vent'anni, è stato dato per finito altre volte. Almeno quattro, se i miei conti sono esatti. Salvo risollevarsi e "mordere ancora", come ha rammentato Eugenio Scalfari, nell'editoriale di ieri. Meglio dire che si è chiusa una "settimana decisiva", nella biografia del Pdl-Forza Italia. Segnata, questa volta, non dalla ribellione di un leader, ma dal dissenso aperto di una componente molto ampia, in Parlamento. Fino a ieri, fedele a Berlusconi. Così il centrodestra appare diviso. Senza un partito né un leader di riferimento. Mentre il Centrosinistra è in crescita, unito intorno al Pd. Il governo, peraltro, esce rafforzato e il premier, Enrico Letta, legittimato. È il quadro che emerge dal sondaggio dell'atlante Politico di Repubblica, condotto da Demos nei giorni scorsi. Le stime di voto, al proposito, offrono indicazioni chiare. Il Pd sale oltre il 32%, 4 punti più del mese scorso. Mentre il Pdl scivola al 20%: 6 punti meno di un mese fa. Una caduta pesante, che favorisce il sorpasso del M5S. Stabile, intorno al 21%, diventa, dunque, il secondo partito (nei sondaggi, almeno). La maggioranza degli elettori (intervistati) ritiene, d'altronde, che la crisi di governo abbia rafforzato l'esecutivo e, parallelamente, indebolito (in misura molto più ampia) il Pdl-FI e, ancor più, Berlusconi. Non a caso, la fiducia nel governo è cresciuta, nell'ultimo mese. Insieme alla convinzione circa la sua durata. Solo poche settimane fa, il 41% degli elettori pensava che non sarebbe durato più di sei mesi e solo il 26% gli attribuiva più di un anno di vita. Oggi le proporzioni si sono invertite. Meno di un elettore su tre scommette sulla crisi di governo nei prossimi sei mesi. Oltre il 40%, invece, crede che durerà molto più a lungo. Almeno un anno e forse più. 3

Non so se questi elementi siano sufficienti a recitare il de profundis di Berlusconi e del berlusconismo. Sicuramente sottolineano l'avvio di una fase di turbolenza, che investe, anzitutto, il centrodestra. Ma non solo. La fine del ventennio annunciata da Letta, nell'intervista a Maria Latella su Sky, riguarda, infatti, anche il Centrosinistra. La cui identità politica è stata segnata dall'antiberlusconismo. Mentre dal berlusconismo ha ricavato alcuni elementi fondativi. In particolare, la personalizzazione e il ricorso alla comunicazione mediale. Naturalmente, tensioni e cambiamenti, nel centrodestra, mostrano un'intensità maggiore. Anzitutto, sul piano della leadership. Silvio Berlusconi, infatti, è all'ultimo posto nella graduatoria dei leader politici italiani. Gli riconosce fiducia meno del 18% degli elettori. Dieci punti in meno rispetto allo scorso maggio. Il punto più basso da quando l'atlante Politico di Demos conduce i suoi sondaggi. Angelino Alfano, il delfino che ha guidato l'ammutinamento contro il Capo, ottiene un consenso doppio: il 36%. Quasi 10 punti più di un anno fa. Se, fra gli elettori di Fi, Berlusconi è ancora il più apprezzato, nel centrodestra, Alfano prevale, di poco. Il centrodestra, dunque, non ha più "un" solo Capo. Il leader storico, il fondatore: non è più capace di imporre le proprie scelte. Ma, per ora, non c'è un altro Capo in grado di "uccidere" il padre (metaforicamente) e di prenderne il posto (di fatto). Tuttavia, il problema di questo centrodestra è che deriva e dipende dal partito personale di Berlusconi. Senza un riferimento "personale" preciso e riconosciuto, non può avere identità né continuità. Nel Centrosinistra si assiste a un processo simmetrico. Nella graduatoria dei leader, infatti, Enrico Letta è primo (57%). Davanti a Matteo Renzi (53%). Destinato a diventare segretario del Pd. Alle prossime primarie, fra due mesi, non ha avversari. Tuttavia, la fiducia nel premier è legata al ruolo di governo. Mentre Renzi è, sempre di più, leader di partito e, dunque, una figura di "parte". D'altronde, in caso di elezioni, Renzi resterebbe il candidato preferito dal 43% degli elettori di centrosinistra (e dal 45% da quelli del Pd). Anche se un terzo sceglierebbe Letta. Tuttavia, per ora, le elezioni non sono all'orizzonte. E le primarie sanciranno, presto, la scelta di Renzi, come segretario. Il problema si porrà più avanti. Nel corso del tempo. Il tempo... È questo, semmai, il problema che potrebbe appannare l'appeal di Renzi. Ma anche l'immagine di Letta, al governo. 4

D'altronde, il Pd è, da sempre, un partito "impersonale". E ne ha pagato il prezzo, anche di recente. Alle ultime elezioni. Per questo alla fine del ventennio di Berlusconi non è chiaro cosa avverrà. Dopo. Per ora, assistiamo alla perdita dei riferimenti politici e personali. Non c'è, infatti, un soggetto politico capace di "polarizzare" l'opinione pubblica. Di aggregare e di dividere. Non a caso, tutti i leader hanno perso fiducia "personale" negli ultimi mesi. Compresi i più apprezzati - Renzi e lo stesso Letta. Mentre il M5S, lungi dal declinare, ha mantenuto un grado di consensi molto ampio, nei sondaggi. E alle elezioni politiche dello scorso febbraio ha dimostrato di poter superare, nel voto, le stime demoscopiche. Perché il M5S interpreta bene questo passaggio di fine epoca. Senza certezze, senza bussole e senza mappe. Senza tempo. Senza quando, né dove. 5

LETTA SORPASSA RENZI TRA I BIG BERLUSCONI DOPPIATO DA ALFANO di Roberto Biorcio e Fabio Bordignon Oggi Alfano vs Berlusconi, domani Renzi vs Letta? Nella burrascosa settimana appena lasciata alle spalle, le tensioni che attraversano il paese si sono manifestate nelle relazioni fra i leader. Nel Pdl, è stata messa in discussione la ventennale guida di Berlusconi, arrivando a un passo dalla spaccatura dei gruppi parlamentari. La frattura dentro il Pd è invece solo latente: riguarda il futuro, per ora rinviata dalle strette di mano (a favore di telecamere) fra il premier delle larghe intese e il sindaco rottamatore. In realtà, tutti o quasi i principali leader, quanto ad appeal personale, hanno perso qualcosa negli ultimi mesi: un segnale della diminuita fiducia verso la classe politica. Il cambiamento più rilevante riguarda indubbiamente Berlusconi: dopo il voto di fiducia, la sua popolarità è scesa ai minimi storici. 18% di apprezzamento personale: oltre dieci punti in meno rispetto a maggio; il dato più basso tra i principali capi-partito. Alfano, ex-delfino e avversario interno, ottiene circa il doppio. É ancora preceduto dal fondatore (76% vs 63%) nella base - sempre più ristretta - del Pdl/Forza Italia. Mentre prevale in quella frazione di elettorato che si dice pronta ad abbandonare il partito di Berlusconi verso una "nuova" formazione di centro-destra, o è incerta sul voto per un partito post-berlusconiano (o "diversamente berlusconiano"). Il consenso per Alfano supera comunque quello per il segretario del Pd Epifani (33%), per i leader centristi Monti (30%), Casini (24%) e per Grillo (22%). I primi due posti della graduatoria sono occupati dal presidente del Consiglio (57%) e dal sindaco di Firenze (53%), entrambi in calo rispetto a maggio. In particolare, i consensi per Letta sorpassano quelli per Renzi: si invertono così le posizioni rispetto a maggio. L'appeal dei due sembra oggi concentrarsi nell'area di centro-sinistra. Configurando, per i prossimi mesi, una possibile diarchia: una "divisione del lavoro", non esente da tensioni, tra Palazzo Chigi e Largo del Nazareno; ma anche un potenziale confronto per la leadership della coalizione. Una corsa nella quale Renzi parte in vantaggio: il 46% degli elettori Pd (e il 43% di quelli di centro-sinistra) lo 6

preferisce come futuro candidato premier. Circa un terzo degli intervistati preferirebbe invece Letta. In altre parole, la partita appare ancora aperta, legata a doppio filo alle fortune dell'attuale esperienza di governo. Ed entrambi i leader pronti a giocarla. 7

STIME ELETTORALI (CAMERA DEI DEPUTATI) Se oggi ci fossero le elezioni politiche nazionali, Lei quale partito voterebbe alla Camera? (valori percentuali*) STIME DI VOTO 2-4 ottobre 2013 STIME DI VOTO 10-12 settembre 2013 ELEZIONI POLITICHE 2013 Pd 32.2 28.5 25.4 Sel 3.8 4.8 3.2 Pdl-Forza Italia ** 20.0 26.2 21.6 Lega Nord 4.5 3.1 4.1 Fratelli d Italia 2.4 2.2 2.0 Movimento 5 stelle 20.9 20.9 25.6 Scelta civica Con Monti per l Italia 4.1 3.6 8.3 Udc 3.3 2.6 1.8 Altri partiti 8.8 8.1 8.0 Totale 100.0 100.0 100.0 * I risultati delle forze politiche che non raggiungono il 2% sono in altri partiti * * Fino alla rilevazione di settembre la domanda rilevava il voto al Pdl. Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2013 (base:1013 casi) 8

IL GIUDIZIO SUL GOVERNO LETTA Su una scala da 1 a 10 che voto darebbe, in questo momento al Governo Letta? (valori percentuali di quanti esprimono una valutazione uguale o superiore a 6, al netto dei non rispondenti) In base all orientamento politico Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2013 (base:1013 casi) 9

IL GRADIMENTO DEI LEADER Che voto darebbe, su una scala da 1 a 10, a (valori percentuali di quanti esprimono una valutazione uguale o superiore a 6; tra parentesi la % di quanti non li conoscono o non si esprimono Serie storica) Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2013 (base:1013 casi) 10

IL CANDIDATO PREMIER DEL CENTRO SINISTRA Se oggi ci fossero le elezioni politiche, Lei chi preferirebbe come candidato Presidente del consiglio del centro-sinistra? (valori %) Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2013 (base:1013 casi) 11

LE (PIÙ O MENO) LARGHE INTESE Pensa che dopo la condanna di Berlusconi, Pd e Pdl/Forza Italia di Berlusconi debbano continuare ad essere alleati di governo? Lei sarebbe favorevole o contrario ad una alleanza tra Pd e una parte di parlamentari del Pdl/Forza Italia che abbandonasse Berlusconi per sostenere il governo Letta? (valori %) Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2013 (base:1013 casi) 12

LA DURATA DEL GOVERNO Secondo Lei il governo Letta quanto tempo resterà ancora in carica? (valori % - Serie storica) Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2013 (base:1013 casi) 13

LE RAGIONI DELLA CRISI DI GOVERNO Secondo Lei qual è il principale motivo che la scorsa settimana ha spinto Berlusconi a chiedere le dimissioni ai ministri di centro-destra e aprire la crisi di governo? (valori %) ELETTORI PD 85.6 SEL e altri di sinistra Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2013 (base:1013 casi) 81.6 SC, UDC e FLI 85.6 PDL / FI 42.7 LEGA NORD e altri di centro-destra 63.7 M5S 84.9 Altri partiti 52.3 Astenuti, incerti, reticenti 67.5 14

GLI EFFETTI DELLA CRISI DI GOVERNO Secondo Lei, la scelta di Berlusconi di chiedere le dimissioni dei ministri di centrodestra e aprire la crisi di governo che effetti avrà su (valori %) Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2013 (base:1013 casi) 15

LA TRAGEDIA DI LAMPEDUSA Rispetto alla tragedia degli sbarchi a Lampedusa, dove molte persone hanno perso la vita, di chi sono secondo lei le maggiori responsabilità? (valori %) Fonte: Sondaggio Demos & Pi, Ottobre 2013 (base:405 casi) 16