Disarmo. ONU - Conferenza sul disarmo: sessione 1986

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ONU - Conferenza sul disarmo: sessione 1986 La sessione annuale 1986 della Conferenza delle Nazioni Unite sul disarmo si è svolta a Ginevra in due parti, rispettivamente dal 4 febbraio al 25 aprile e dal 10 giugno al 29 agosto. L'inizio della prima parte della sessione 1987 è fissato al 3 febbraio. La Conferenza di Ginevra è il più ampio foro di negoziati multilaterali nel settore del disarmo e si compone attualmente di 40 stati, compresi i cinque stati nucleari, e cioè: Cina, Francia, Unione Sovietica, Regno Unito, Stati Uniti, Algeria, Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Bulgaria, Burma, Canada, Cuba, Cecoslovacchia, Egitto, Etiopia, Repubblica Democratica Tedesca, Repubblica Federale Tedesca, Ungheria, India, Indonesia, Iran, Italia, Giappone, Kenia, Messico, Mongolia, Marocco, Olanda, Nigeria, Pakistan, Perù, Polonia, Romania, Sri Lanka, Svezia, Venezuela, Yugoslavia e Zaire. Al suo interno, i paesi neutrali e non-allineati formano il cosiddetto Gruppo dei 21, che si distingue dal Gruppo dei paesi socialisti e dal Gruppo dei paesi occidentali. La Conferenza ha deciso di allargare la propria composizione ad altri quattro paesi: 2 designati dal Gruppo dei 21 ed 1 per ciascuno degli altri due Gruppi. Il Gruppo dei paesi socialisti ha già indicato il Viet Nam e il Gruppo degli occidentali la Norvergia, I temi discussi nella sessione 1986 sono stati i seguenti: divieto degli esperimenti nucleari; cessazione della corsa agli armamenti nucleari e disarmo nucleare; prevenzione della guerra nucleare; armi chimiche; prevenzione di una corsa agli armamenti nello spazio; efficaci accordi internazionali intesi a garantire gli stati con arsenale non nucleare contro l'uso o la minaccia di uso delle armi nucleari; nuovi tipi di armi di distruzione di massa e nuovi sistemi di tali armi; armi radiologiche; programma generale di disarmo. II lavoro su quattro di questi temi è stato svolto anche all'interno di Comitati ad hoc: sulle armi chimiche; sulla prevenzione dì una corsa agli armamenti nello spazio; sulle armi radiologiche; sul programma generale di disarmo. Divieto degli esperimenti nucleari La proposta del Gruppo dei 21, appoggiata dal Gruppo dei paesi socialisti e dalla Svezia, intesa a costituire un Comitato ad hoc su questo tema, non ha trovato il "consensus" necessario per la sua adozione. Il Gruppo dei 21 ha insistito sulla necessità di un trattato sulla totale proibizione di qualsiasi tipo di esperimento nucleare. Il Gruppo dei paesi socialisti ha presentato un Pace, diritti dell'uomo, diritti dei popoli, anno I, numero 1, 1987 115

documento di lavoro su: "Negoziati per un trattato sul divieto assoluto degli esperimenti di armi nucleari". I paesi occidentali si dichiarano disposti in via generale a prendere in considerazione il negoziato per addivenire ad un divieto degli esperimenti. Essi ritengono peraltro che debbano essere risolti in via preliminare i problemi tecnici relativi all'indispensabile prerequisito di un futuro divieto totale degli esperimenti, soprattutto quello che si riferisce alle procedure e ai mezzi di controllo. Gli Stati Uniti hanno ripetuto le loro obiezioni alle moratorie degli esperimenti nucleari, cui è invece favorevole l'unione Sovietica la quale, unilateralmente, ha adottato una decisione di sospensione il 6 agosto 1985. La Conferenza ha adottato il quarto Rapporto del «Gruppo ad hoc di esperti scientifici per esaminare le misure di cooperazione internazionale intese ad indagare e identificare gli eventi sismici». Cessazione della corsa al riarmo e disarmo nucleare II Gruppo dei 21 ha ribadito la propria proposta di costituire un Comitato ad hoc che lavori sul paragrafo 50 del Documento finale della prima sessione speciale dell'assemblea generale sul disarmo (1978) e presenti raccomandazioni alla Conferenza su come iniziare negoziati per: (a) la cessazione del miglioramento qualitativo e dello sviluppo dei sistemi di armi nucleari; (b) la cessazione della produzione di ogni tipo di arma nucleare e loro mezzi di trasporto e della produzione di materiale fissile a scopi militari; (e) la sostanziale riduzione degli attuali arsenali nucleari in vista della loro definitiva eliminazione. Il Gruppo non è contrario a negoziati bilaterali USA-URSS ma ritiene che essi debbano coordinarsi con i negoziati multilaterali. L'Unione Sovietica ha presentato il programma sulla eliminazione per stadi delle armi nucleari entro la fine del secolo, contenuto nel discorso di Gorbachev del 15 gennaio 1986. Il piano prevede che la verifica delle distruzioni o delle limitazioni in ciascuno dei tre stadi sia fatta mediante strumenti tecnici nazionali e internazionali e attraverso ispezioni sul posto. Il Gruppo dei paesi occidentali ha ribadito il proprio punto di vista secondo cui gli attuali negoziati bilaterali USA-URSS sono allo stato attuale il migliore mezzo per conseguire progressi nel campo del controllo e del disarmo nucleare. Esso ha anche insistito nel ritenere che la riduzione e il controllo delle armi nucleari non possono essere affrontati separatamente dalla riduzione e dal controllo degli armamenti convenzionali. Prevenzione della guerra nucleare, comprese tutte le materie ad essa relative Su questo argomento, tutti e tre i Gruppi concordano nel sottolineare l'importanza di quanto dichiarato al vertice di Ginevra da Reagan e da Gorbachev, e cioè che una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta, che ogni guerra tra Unione Sovietica e Stati Uniti, nucleare o convenzionale, deve essere prevenuta, che né Urss né Usa cercheranno di raggiungere la superiorità militare e che lo spirito di Ginevra deve essere tradotto in pratica. Il Gruppo dei 21 ribadisce che il più grande pericolo per il mondo è la minaccia posta alla sopravvivenza umana dalle armi nucleari e che pertanto la prevenzione di una guerra nucleare è materia di priorità assoluta. Il Gruppo riafferma la validità della Dichiarazione di Delhi del 28 gennaio 1985, con la quale i Capi di stato di Argentina, Grecia, India, Messico, Svezia e Tanzania enfatizzano la necessità di una urgente azione preventiva allo scopo di escludere per sempre l'uso delle armi nucleari. Il Gruppo richiama inoltre la successiva Dichiarazione del Messico del 7 agosto 1986 con la quale gli stessi Capi di stato 116

avanzano la proposta di un accordo internazionale vincolante che metta fuori legge qualsiasi uso delle armi nucleari. Il Gruppo dei 21 insiste infine - con l'appoggio del Gruppo dei paesi socialisti e della Cina - perché venga costituito un Comitato ad hoc sull'intera questione, dando così attuazione alla risoluzione 40/152Q dell'assemblea generale. Da un punto di vista generale, il Gruppo ritiene inammissibile che la prospettiva dell'annientamento della umana civiltà sia usato da alcuni stati per promuovere la propria sicurezza; esso rigetta quindi le dottrine della deterrenza nucleare reputandole la più pericolosa mistificazione collettiva mai esistita. Gli stati membri del patto di Varsavia, nel loro appello ai paesi membri della Nato e agli altri paesi europei per la riduzione delle forze armate e degli armamenti convenzionali in Europa, dichiarano che «essi non inizieranno mai, in nessuna circostanza, azioni militari contro qualsiasi stato, sia in Europa sia in altre parti del mondo, se essi stessi non saranno vittima di aggressione». I paesi socialisti ritengono che misure parziali o provvisorie, comprese misure su scala regionale, siano importanti per la prevenzione della guerra nucleare. Essi ribadiscono il loro sostegno alla creazione di zone denuclearizzate in varie parti del mondo e richiamano l'appello dell'8 marzo 1986 agli stati d'europa, agli Stati Uniti e al Canada per la creazione di tali zone nell'europa continentale. I socialisti richiamano l'importanza di impegni a non usare per primi le armi nucleari e ribadiscono il loro appoggio alla proposta di concludere una convenzione per il divieto dell'uso delle armi nucleari. Le delegazioni occidentali, dal canto loro, ribadiscono la posizione secondo cui la prevenzione della guerra nucleare non deve essere affrontata isolatamente dalla sottostante basilare situazione di sicurezza e la prevenzione deve avere come oggetto la guerra, qualsiasi tipo di guerra, nell'era nucleare. Le stesse delegazioni tengono a precisare che l'adozione di questo approccio generale non è intesa affatto a sottovalutare le conseguenze catastrofiche e la inammissibilità di una guerra nucleare. I paesi occidentali chiariscono che per "materie collegate" alla prevenzione della guerra nucleare devono intendersi la necessità di prevenire i conflitti "convenzionali" e la interrelazione tra deterrenza nucleare e livelli delle forze convenzionali. La Cina ritiene che la efficace prevenzione della guerra nucleare postula uno stabile assetto internazionale. E importante perché la Comunità Internazionale si opponga alle politiche di aggressione e di espansione, agli egemonismi e alle politiche di potere in tutte le loro forme, rispetti e osservi la Carta delle Nazioni Unite e altre norme delle relazioni internazionali, risolva le controversie con mezzi pacifici e onori in buona fede i principi del reciproco rispetto della sovranità e della integrità territoriale, della reciproca nonaggressione, della non ingerenza negli affari interni, dell'eguaglianza e della reciprocità dei benefici e della coesistenza. La Cina ritiene che la via maestra per la eliminazione della minaccia nucleare e per la prevenzione della guerra nucleare sta nella completa e totale distruzione di qualsiasi arma nucleare, pur costituendo, questo, un obiettivo di lungo termine. Essa ritiene che la prevenzione delle guerre convenzionali è collegata a quella della guerra nucleare dal momento che lo scoppio di guerre convenzionali in aree di alta concentrazione di armamenti nucleari e convenzionali innesca il pericolo di una escalation alla guerra nucleare. Armi chimiche La Conferenza sul disarmo sta negoziando per la stipula di una convenzione multilaterale sul completo ed efficace divieto dello sviluppo, della produzione e dello stockaggio delle armi chimiche e sulla loro distruzione. A questo scopo, la Conferenza si avvale di un Comitato ad hoc, il quale ha a sua volta dato vita a tre Gruppi di lavoro al suo interno. I negoziati sono condotti sulla base di un progetto di convenzione. 117

Prevenzione della corsa agli armamenti nello spazio In questa materia, la Conferenza si avvale di un Comitato ad hoc il quale ha operato nel 1986 sulla base della seguente agenda: (1) esame e identificazione delle questioni rilevanti ai fini della prevenzione della corsa agli armamenti nello spazio; (2) accordi in vigore che presentino rilievo ai fini della prevenzione; (3) proposte esistenti e future iniziative sulla prevenzione. Nelle conclusioni del rapporto annuale 1986 che il Comitato ha presentato alla Conferenza si legge tra l'altro: «il regime legale applicabile allo spazio ha giocato un ruolo significativo nella prevenzione della corsa agli armamenti nello spazio e occorre pertanto potenziare tale regime. Occorre che gli attuali accordi, sia bilaterali sia multilaterali, in materia siano rigorosamente osservati». Viene fatto un esplicito riferimento al paragrafo 80 del Documento finale della prima sessione speciale dell'assemblea generale sul disarmo, laddove si raccomanda che siano adottate ulteriori appropriate misure e avviati negoziati internazionali conformemente allo spirito del Trattato sui principi che presiedono alle attività degli stati nella esplorazione e nell'uso dello spazio, compresa la luna e gli altri corpi celesti. Programma complessivo di disarmo La presentazione di tale programma è sollecitato dall'assemblea generale delle Nazioni Unite con risoluzione 40/152D del 16 dicembre 1985. Il comitato ad hoc della Conferenza incontra ostacoli, per ora insuperabili, a raggiungere intese sui punti più importanti. Nel suo rapporto, il Comitato si impegna a raggiungere risultati più concreti nella sessione del 1987. Armi radiologiche Il Comitato ad hoc della conferenza opera per elaborare un progetto di convenzione che proibisca lo sviluppo, la produzione, lo stockaggio e l'uso delle armi radiologiche. L'approccio adottato è "unitario", nel senso che vengono trattate contemporaneamente, senza ordine di priorità dell'una rispetto all'altra, le due maggiori questioni relative rispettivamente al divieto delle armi radiologiche nel senso "tradizionale" e al divieto degli attacchi contro le centrali nucleari. A questo scopo, sono stati costituiti tre "gruppi di contatto", rispettivamente su: questioni relative agli scopi e alle definizioni; usi pacifici e cessazione della corsa agli armamenti e disarmo nucleare; verifiche e adempimenti. Nuovi tipi e sistemi di distruzione di massa C'è in materia una proposta del Gruppo dei paesi socialisti, appoggiata dai membri del Gruppo dei 21, intesa a convocare un gruppo di esperti qualificati per individuare qualsiasi nuovo tipo di armi di distruzione di massa e fare specifiche raccomandazioni per l'avvio di concreti negoziati al riguardo. La posizione delle delegazioni occidentali è che, non essendo stati creati dal 1948 nuovi tipi di armi di distruzione di massa, è più opportuno continuare a tenere riunioni informali sulla materia piuttosto che creare strutture permanenti. Non c'è dunque "consemus" su questo punto in seno alla Conferenza. 118

Garanzie per gli stati senza armamento nucleare In argomento i paesi del Gruppo dei 21 continuano a manifestare le loro preoccupazioni e sostengono che fino a quando le armi nucleari non saranno state eliminate, gli stati con armamenti nucleari hanno l'obbligo di garantire, mediante un accordo internazionalmente vincolante, che gli stati senza tali armamenti non saranno né attaccati né minacciati con armi nucleari. Essi sostengono anche che garanzie di "sicurezza negativa" e il ritiro delle forze nucleari dalla vicinanza di una regione, insieme con accordi per la creazione di zone denuclearizzate, possono contenere la minaccia nucleare esterna ad una regione. Sia i paesi del gruppo occidentale sia quelli del gruppo socialista e la Cina ribadiscono le dichiarazioni unilaterali a non usare per primi Tarma nucleare. I paesi socialisti insistono perché dalle dichiarazioni unilaterali si passi ad un accordo multilaterale. I paesi occidentali sottolineano le difficoltà tuttora esistenti per la elaborazione di un simile accordo, (a cura di Marco Mascia) 119