I VANGELI DELLA RERSURREZIONE Gv. 20

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I VANGELI DELLA RERSURREZIONE Gv. 20 Nel giorno dopo il sabato: il primo della settimana; un tempo nuovo inizia dalla Pasqua di Gesù, una nuova creazione. Maria di Magdala: Lc. 8 dice: In seguito se ne andava per le città e i villaggi c'erano con lui i dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Magdala, dalla quale erano usciti 7 demoni, Giovanna Susanna... Maria appare per prima nell'elenco delle persone che hanno vissuto con Gesù e condiviso con lui la stessa esperienza di vita. Nel testo di Gv. 20, Maria è presentata sola, non vengono menzionate altre donne come nei Sinottici; questo ne fa lei, l'immagine della Sposa del Cantico dei Cantici (3, 1-2), che esce di notte a cercare il suo amato, guidata dal profumo di lui ancora vivo in lei; Maria rappresenta la comunità-sposa, che ha accolto Gesù, quello che lui annunciava e si è messa in cammino dietro a lui. si recò al sepolcro di buon mattino, quando era ancora buio: coraggio, libertà e forza dell'amore, fanno uscire Maria per andare in cerca del suo amato. Nel testo, non viene specificato come negli altri vangeli, perché si reca al sepolcro; cosa si porta dentro nel cuore Maria? Il buio, tenebre, indicano la situazione in cui si trova la Comunità, dopo la morte di Gesù. Maria lo va a cercare al sepolcro, un luogo di morte; non ha con sé il profumo, ha dimenticato quanto aveva detto Gesù a Betania: conservatelo per la mia sepoltura ; Gesù aveva chiesto di ricordare quel gesto e di farlo con lui: un gesto di fede nella vita. e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro: le tenebre in cui si trova la comunità, non permettono di vedere nella pietra tolta dal sepolcro, il segno già visto nell'esperienza di Lazzaro; se la pietra fosse stata al suo posto, avrebbe significato che la morte di Gesù sarebbe stata definitiva. Corse allora, e andò da Simon Pietro e dall altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l hanno posto! : Maria va dai discepoli con una domanda: non sappiamo... un segno di vita: la pietra tolta del sepolcro, viene interpretato come segno di morte. Uscì allora Simon Pietro insieme all altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende a terra, ma non entrò: correvano più veloce: la fretta di chi ha fatto l'esperienza dell'amore di Gesù. Vede i teli che avvolgevano il cadavere, sciolti, ma non capisce; con Lazzaro Gesù aveva detto: scioglietelo e lasciatelo andare. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte: è il discepolo amato che indica la strada, è l'amico di Gesù a segnare il cammino, quello che è rimasto fedele fin sotto la croce; Pietro lo aveva rinnegato. Le bende sono sciolte e il sudario riposto a parte perché non serve più. - 1 -

Allora entrò anche l altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette: vede gli stessi segni che ha visto Pietro e capisce: la morte non ha interrotto la vita di Gesù; adesso è testimone della vita, come lo è stato per la morte. Pietro non interpreta allo stesso modo, i segni visti. Non avevano infatti ancora compreso la scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti: si riferisce certamente al testo di Is. 26, 19 21, che rimanda ad un testo di Gv. 16, 16: tra poco non mi vedrete, ma poco più tardi mi rivedrete ; un testo della Scrittura non compreso dai discepoli, ora il Discepolo amato, vedendo i segni capisce; è un capire legato alla fede, un piccolo cammino nella memoria delle scritture. I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa: non annunciano nulla, non hanno visto Gesù, ne hanno soltanto constatato l'assenza. Per dare testimonianza, non basta sapere che Gesù è vivo, occorre sperimentarne la presenza. Tornano in silenzio, anche loro non hanno risposte. Si torna come prima; questo rimarca come è stato difficile per le prime Comunità, scoprire la vita nella morte. Maria invece stava all esterno vicino al sepolcro e piangeva: Maria non se ne va a casa, rimane al sepolcro e piange. Aveva creduto a quello che Gesù aveva detto e vivendo insieme a lui e alla Comunità, aveva potuto sperimentare che è possibile una vita diversa: le 7 guarigioni (demoni) del testo di Luca. Il n 7 non è casuale, esprime la totalità di un coinvolgimento e cambiamento fin nel più profondo di sé stessi. Gesù arriva sino a quel punto, scende fin nell'intimo di Maria, nella profondità del suo male, della sua sofferenza; e lì la guarisce. Questo può avvenire solamente quando tra due persone c'è grande amore, accolto e donato, l'unico e il solo capace di aprire la strada per una profonda intimità e conoscenza reciproca. La guarigione è frutto di un atto di amore. La guarigione è un atto che riporta la persona a sé stessa, nella sua autenticità e originalità, una ri-creazione di quella forza interiore generatrice di slancio e vita nuova: la Ruah, alito di vita di Dio, soffiato dentro l'umanità, da Lui voluta e creata da sé stesso. Gesù il Maestro, seguito ed amato, che conosce tutte le sofferenze interiori, accompagna, attraverso una relazione d'amore, la persona alla risurrezione. Gesù è passato in mezzo alla sua gente, annunciando una novità: la venuta del regno di Dio; e ha operato prodigi, indicando in questa pratica di liberazione e guarigione, il segno della presenza del Regno. Ora Gesù non c è più; ma non può essere tutto finito. Maria non se ne va a casa, testardamente rimane, quasi a custodire il sogno che porta dentro di sé. E piange in un sepolcro, non si può incontrare Gesù vivo. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro: per capire il mistero, Maria deve entrare dentro il sepolcro; lì Dio inizia a parlare; e vide due angeli in bianche vesti seduti l uno dalla parte del capo e l altro dei piedi dove era stato posto il corpo di Gesù: ora non vede i segni di morte, ma angeli, segno di Dio che parla e lei ascolta. Vestiti di bianco, il colore della gloria divina. Inizia il cammino di Maria; ma non basta l'annuncio degli angeli per credere. - 2 -

Ed essi le dissero: Donna perché piangi?. Rispose loro: Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto. Perché piangi? Non c'è motivo. Qual è il tuo problema? Come per i discepoli di Emmaus. La risposta di Maria, esprime la grande difficoltà dei discepoli a prendere coscienza della resurrezione di Gesù. Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi, ma non sapeva che era Gesù: non un semplice voltare lo sguardo, ma un vero e proprio segno di conversione, senza il quale, non è possibile l'incontro con il Risorto. Maria, tolto lo sguardo da un luogo di morte, tolto lo sguardo dal passato, inizia a percepire la realtà del presente e intravvedere il futuro. Ma il condizionamento della morte è ancora molto forte in lei e non riconosce Gesù vivo; il sepolcro vuoto non necessariamente porta alla fede. Giovanni, al culmine del giorno del Messia, aveva posto l'episodio di Lazzaro, proprio per questa grande difficoltà della Comunità a staccarsi da una concezione della morte come fatto definitivo. Le disse Gesù: Donna, perché piangi? Chi cerchi?. Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: Signore, se l hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo : il giardino: - ancora il linguaggio del Cantico dei Cantici, luogo dell'incontro della sposa con il suo sposo; - il nuovo Eden, dove ci sono un uomo e una donna all'inizio di una nuova relazione. Chi cerchi: se è il vivente non lo puoi trovare in un sepolcro; dove lo hai posto: la Comunità ha perso Gesù. Gesù le disse: Maria : non più donna, ma il nome. Il nome esprime la persona tutta intera, nella sua totalità. Gesù la chiama per nome, come il pastore chiama le sue pecore ad una ad una, perché le conosce ed esse riconoscono la sua voce. (Gv. 10, 1-4) Il riconoscersi, attraverso il sentirsi chiamata per nome, denota il rapporto particolare di Maria con Gesù: un lungo vissuto di esperienze, emozioni, sentimenti; un accompagnare nel cammino della vita, nel profondo dei disagi, difficoltà, fallimenti, isolamento, per riemergere insieme, quali nuove persone rigenerate nella relazione con sé stesse, gli altri, Dio. Maria si sente chiamare per nome: il Maestro si fa vivo, presente e reale. Essa allora, voltatasi verso di lui gli disse in ebraico: Rabbunì, che significa: Maestro!: quante volte mi hai chiamata e anche adesso mi chiami, come allora! Ora ricordo! La memoria si fa viva, il passato si fa presente; la relazione è rinnovata. Si riapre il cammino. Ora non guarda più al sepolcro, luogo di morte, ora guarda al Maestro fonte della vita; e Maestro è tutto ciò che ha detto, fatto, il suo modo di vivere e di relazionarsi. Io ho vissuto con lui! No, quello che c è stato tra di noi è stato troppo importante, non può essere tutto finito! La morte non può distruggere la vita nuova che Gesù ha portato e che Maria ha potuto sperimentare. quello che c'è stato non può essere morto; nemmeno la croce può distruggere la vita nuova che Gesù a portato dal Padre Io Sono uscito dal sepolcro... dice Gesù a Maria - 3 -

ora esci anche tu... e Maria esce, risorge con il Maestro; perché il Maestro (l'esperienza) è vivo, anche se Gesù (il corpo) no! La comunità risorge e torna a ri-vivere, quando risorge nel progetto di Gesù. Gesù le disse: Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre, ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro : Gesù non ha ancora compiuto tutta la sua missione, ora occorre quella di Maria. E' importante la tua missione Maria: che tu vada a testimoniare, ai miei fratelli, i discepoli tutti, chi è il nostro Dio; così la mia opera sarà completa. Al desiderio di Maria di rimanere nel passato, Gesù oppone il futuro della Risurrezione; il passato si è fatto vivo e presente e si è aperto al futuro. Gesù non la invia ai discepoli, ma ai fratelli, figli come Gesù, dello stesso Padre. Maria di Magdala andò subito ad annunziare ai discepoli: Ho visto il Signore e anche ciò che le aveva detto: la prerogativa che è sempre stata degli angeli, ora è della donna. La donna, considerata dalla società, l'essere più lontano da Dio è inviata da Gesù a compiere la stessa missione degli angeli, gli esseri più vicini a Dio. La donna, ritenuta la responsabile della morte entrata nel mondo, è la prima testimone e annunciatrice della vita. Essa ora ritorna dagli apostoli, non più con una domanda, ma con una risposta: la fede delle donne nella resurrezione del Cristo, non si fonda su una visione di un sepolcro vuoto, ma nell'incontro con Gesù. L'Evangelista, in questo capitolo, non vuole riportare la cronaca di un evento storico, cioè di come sia realmente accaduto. Il testo è costruito in modo tale da farci intravvedere qualcosa di nuovo per la nostra vita: Gesù dopo essere stato ucciso, come tutti avevano potuto constatare, ora vive di una nuova vita; il Dio della vita, così ha voluto per lui e per tutti i giusti venuti prima di lui e che verranno dopo, sempre. Ma questo non è dimostrabile. La Risurrezione non è la rianimazione di un cadavere. Al corpo visibile e tangibile si sostituisce ora La Parola, da ascoltare e da diffondere. La Risurrezione non risponde al desiderio di annullare gli effetti della morte, ma di dare la forza di andare avanti, oltre la morte, verso una qualità di vita diversa. La Risurrezione non si può provare storicamente, mentre è storicamente provata la fede delle discepole e dei discepoli nella Resurrezione di Gesù. Non ci sono prove che Dio impedisce che la morte fisica sia totale e definitiva; anche Gesù, come un vero uomo, come uno di noi, grida in preda all'angoscia di fronte alla morte: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato (Mc); ma riesce a fermarsi un attimo prima della disperazione, per abbandonarsi a un Dio che ancora chiama Padre, ma che non scende a schiodarlo dalla croce: Padre nelle tue mani consegno il mio spirito (Lc) La Risurrezione è una verità che si può capire solo affidandosi totalmente alla Parola di Dio, che è il frutto dell'esperienza dell'incontro tra i fratelli e dei fratelli con il loro Dio; persone che hanno saputo allargare i ristretti confini della ragione, per seguire sogni, emozioni, sentimenti abbandonandosi all'amore inesausto di Dio e alla forza del suo Spirito, che sempre si rivelano nelle relazioni umane. - 4 -

Davvero difficile deve essere stato per le Comunità colmare il vuoto della morte di Gesù; il vuoto nella casa, del posto a tavola, degli affetti, del tempo dedicato a stare insieme; e ancora di più, raccontare l'esperienza dell'incontro con il Risorto: Emmaus, la Maddalena, sulle rive del lago, il luogo dove stavano chiusi i discepoli; per dire che questa è un'esperienza di tutti, ma non uguale in tutti. Perché la Comunità di Giovanni ha sentito dover scrivere questo racconto della resurrezione? Perché essa stessa ha fatto l'esperienza della resurrezione nell'incontro con il Risorto; e lo testimonia, ben sapendo che la Risurrezione di Gesù non può essere dimostrata, ma solo testimoniata. Spunti di riflessione presi da più testi. - 5 -