Parrocchia di s. maria di lourdes dedicazione della chiesa cattedrale 15 ottobre 2006 Sia lodato Gesù Cristo! Nella nostra vita ci sono state e ci sono tante cose belle, che noi ricordiamo volentieri: il volto della nostra mamma, il volto dei tuoi bambini, il volto di una Madonna che ti ha commosso per la tenerezza ci sono anche tante cose belle che abbiamo visitato: un santuario, un tramonto, una montagna, una cascata oggi la liturgia ci invita a guardare a una cosa molto bella perché è l anniversario della sua dedicazione, il nostro duomo. Spesso le pietre servono per ricordare una storia o perché sono simbolo della vita di una comunità. La festa di oggi, per es.: festa delle dedicazione della cattedrale, del nostro duomo, della chiesa madre di tutte le chiese della diocesi, della chiesa dove il nostro Vescovo ha l altare della sua Eucaristia e la cattedra del suo magistero. La festa di oggi vuole educarci a sentirci in comunione con il nostro Vescovo e con le sue direttive pastorali, a sentirci in comunione con tutti i fratelli credenti cristiani della diocesi di Milano. Il nostro duomo. Una montagna di bellezza, di pietre collocate secondo un progetto, un armonia, una bellezza. Da questa immagine è più facile comprendere che una chiesa di pietre è immagine della chiesa fatta di uomini e di donne, discepoli credenti di Gesù Salvatore. Una chiesa di pietre è immagine di quello che dovrebbe essere ogni comunità di discepoli del Signore: popolo ordinato nell armonia delle relazioni, nella fraternità solidale, nella stima gli uni degli altri, nell affetto gli uni per gli altri. Io penso anche alle vostre case: sono belle le vostre case. Sono costate e costano sacrificio. La casa però è la prima certezza che un uomo e una donna cercano nella propria vita. Per vivere bene nella comunità cristiana, nella nostra parrocchia, nel nostro Oratorio, dobbiamo trasferire qui gli affetti e i sentimenti buoni, le buone virtù che si vivono in casa. Gli affetti e le virtù della famiglia sono affetti e virtù costruite nella fatica e nella fedeltà di tutti i giorni. Quando venite a Messa, non dimenticatevi dei vostri figlioli, dei vostri papà e delle vostre mamme La comunità cristiana si costruisce come vera comunità fraterna se qui noi viviamo i rapporti fraterni che viviamo già in casa, in famiglia. In questo modo la parrocchia diventa una grande bella cattedrale, fatta di tante pietre l una diversa dall altra, ma ciascuna splende al suo posto nella sua bellezza ed è lieta di fare bella la comunità assieme a tutte le altre. Che cosa fa di noi un popolo unito, fraterno, solidale? Dice Gesù nel Vangelo: Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Se tu ascolti qualcuno, hai fiducia di lui. Chi ascolta Gesù, ha fiducia di Gesù, lo segue Gesù. Chi ascolta il pastore, ha fiducia nel pastore e il pastore ha fiducia in lui e lo conosce. Diventeremo un popolo unito, fraterno e solidale se ascolteremo Gesù, la sua voce, la sua Parola, il suo Vangelo. Diventeremo una vera comunità fraterna se il Vangelo di Gesù diventerà il pane per la nostra vita quotidiana. A noi Gesù e il suo Vangelo ci danno la certezza nelle nostre scelte e la radice delle nostre speranze. Noi non siamo più bravi degli altri. Gesù, però, sì: Lui sì, è il più bravo di tutti. E noi siamo contenti di fidarci di Lui, delle sue parole, delle sue promesse. È bello ascoltare Gesù, seguire Gesù, affidarci a Gesù. Lui ha dato la sua vita per noi perché noi abbiamo la sua stessa vita. Dà sicurezza, da forza, dà coraggio stare con Gesù, si vince ogni paura perché nessuno vi rapirà dalla mia mano e nessuno può rapirvi dalla mano del Padre mio, perché il Padre nostro che sta nei cieli è più grande di tutti. Il Padre e solo il Padre! Gesù e solo Gesù! Di loro ci fidiamo; di nessun altro vogliamo fidarci. Di nessun altro dio, di nessun altra divinità. Il Padre è più grande di tutti.
Il Padre il Padre di Gesù e nostro Una giovane ragazza, divenuta suora di clausura, morta a 24 anni e dichiarata santa e dottore dalla Chiesa, Teresa del Bambino Gesù, un giorno volle spiegare sul suo diario come è grande l amore di Gesù per noi. Scrisse così: Supponiamo che il figlio di un medico abile incontri sul suo cammino una pietra che lo faccia cadere; cadendo, egli si rompe una gamba, e subito il padre corre da lui, lo rialza con amore, cura le ferite impegnando tutte le risorse della sua arte, e ben presto il figlio, completamente, guarito gli dimostra la sua riconoscenza. Certamente questo figlio ha ben ragione di amare suo padre! Ma facciamo un altra ipotesi. Il padre, avendo saputo che sulla strada di suo figlio si trova una pietra, si affretta, va davanti a lui, rimuove la pietra senza che nessuno lo veda. Certamente questo figlio, oggetto della sua tenerezza previdente, non sapendo la disgrazia dalla quale è liberato per mezzo di suo padre, non testimonierà a lui la sua riconoscenza e l amerà meno che se fosse stato guarito da lui. Ma se viene a conoscere il pericolo al qual è stato sottratto, non amerà di più suo padre? Ebbene, io sono quel figlio, oggetto dell amore previdente di un Padre, il quale non ha mandato suo Figlio a riscattare i giusti, ma i peccatori. Vuole che io lo ami perché mi ha rimesso non già molto, ma tutto. Non ha atteso che io lo amassi molto, ma ha voluto che io sappia come Egli mi ha amato di un amore di ineffabile previdenza, affinché ora io ami Lui alla follia! Un popolo che ha un Padre così grande è più bello di una splendida cattedrale; è più bello del cielo pieno di stelle, che brillano e gioiscono e rispondono a Colui che le chiama Eccomi! e brillano di gioia per Colui che le ha create.
All inizio della Messa delle 10.00: Oggi, durante questa Messa, con Gesù, che dà lode al Padre, vogliamo anche noi ringraziare il Padre perché le nostre Suore Carmelitane ci ricordano che sono presenti nella nostra parrocchia da 100 anni. Esse ci invitano a ringraziare il Signore con loro e con loro invochiamo lo Spirito Santo perché susciti anche in mezzo a noi vocazioni di speciale consacrazione al Signore e ai nostri fratelli.
Parrocchia di s. maria di lourdes dedicazione della chiesa cattedrale 15 ottobre 2006 Sia lodato Gesù Cristo! Nella nostra vita ci sono state e ci sono tante cose belle, che noi ricordiamo volentieri: il volto della nostra mamma, il volto dei tuoi bambini, il volto di una Madonna che ci ha commosso per la tenerezza ci sono anche tante cose belle che abbiamo visitato: un santuario, un tramonto, una gita in montagna o sul mare, una cascata Oggi la liturgia ci invita a guardare a una cosa molto bella: il nostro duomo. Oggi è la festa del compleanno del nostro duomo: il duomo è la chiesa madre di tutte le chiese della diocesi, della chiesa dove il nostro Vescovo ha l altare della sua Eucaristia e la cattedra del suo magistero. La festa di oggi vuole educarci a sentirci in comunione con il nostro Vescovo e con le sue direttive pastorali, a sentirci in comunione con tutti i fratelli credenti cristiani della diocesi di Milano. Il nostro duomo. Una montagna di bellezza, di pietre collocate secondo un progetto, un armonia, una bellezza. Da questa immagine è più facile comprendere che una chiesa di pietre è immagine è immagine di quello che dovrebbe essere ogni comunità di discepoli del Signore: popolo ordinato nell armonia delle relazioni, nella fraternità solidale, nella stima gli uni degli altri, nell affetto gli uni per gli altri. Io penso anche alle vostre case: sono belle le vostre case. Sono costate e costano sacrificio. La casa però è la prima sicurezza che un uomo e una donna cercano nella propria vita. Per vivere bene nella comunità cristiana, nella nostra parrocchia, nel nostro Oratorio, dobbiamo trasferire qui gli affetti e i sentimenti buoni, le buone virtù che si vivono in casa. Gli affetti e le virtù della famiglia sono affetti e virtù costruite nella fatica e nella fedeltà di tutti i giorni. Quando venite a Messa, non dimenticatevi dei vostri figlioli, dei vostri papà e delle vostre mamme La comunità cristiana si costruisce come vera comunità fraterna se qui noi viviamo i rapporti fraterni che viviamo già in casa, in famiglia. In questo modo la parrocchia diventa una grande bella cattedrale, fatta di tante pietre l una diversa dall altra, ma ciascuna splende al suo posto nella sua bellezza ed è lieta di fare bella la comunità assieme a tutte le altre. Che cosa fa di noi un popolo unito, fraterno, solidale? Dice Gesù nel Vangelo: Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Se tu ascolti qualcuno, hai fiducia di lui. Chi ascolta Gesù, ha fiducia di Gesù, lo segue Gesù. Chi ascolta il pastore, ha fiducia nel pastore e il pastore ha fiducia in lui e lo conosce. Diventeremo un popolo unito, fraterno e solidale se ascolteremo Gesù, la sua voce, la sua Parola, il suo Vangelo. Diventeremo una vera comunità fraterna se il Vangelo di Gesù diventerà il pane per la nostra vita quotidiana. Noi non siamo più bravi degli altri. Gesù, però, sì: Lui sì, è il più bravo di tutti. E noi siamo contenti di fidarci di Lui, delle sue parole, delle sue promesse. È bello ascoltare Gesù, seguire Gesù, affidarci a Gesù. Lui ha dato la sua vita per noi perché noi abbiamo la sua stessa vita. Dà sicurezza, da forza, dà coraggio stare con Gesù, si vince ogni paura perché nessuno vi rapirà dalla mia mano e nessuno può rapirvi dalla mano del Padre mio, perché il Padre nostro che sta nei cieli è più grande di tutti. Il nostro Dio papà! Il Padre e solo il Padre! Gesù e solo Gesù! Di loro ci fidiamo; di nessun altro vogliamo fidarci. Di nessun altro dio, di nessun altra divinità. Il Padre è più grande di tutti. Il Padre il Padre di Gesù e nostro Una giovane ragazza, divenuta suora di clausura, una suora carmelitana, morta a 24 anni e dichiarata santa e dottore dalla Chiesa, Teresa del Bambino Gesù, un giorno volle spiegare sul suo diario come è grande l amore di Gesù per noi. Scrisse così: Supponiamo che il figlio di un medico incontri sul suo cammino un sasso che lo faccia cadere; cadendo, egli si rompe una
gamba. Subito il padre, informato, corre da lui, lo rialza con amore, cura le ferite impegnando tutta la abilità di medico, e ben presto il figlio, completamente, guarito gli dimostrerà la sua riconoscenza. Certamente questo figlio ha ragione di amare suo padre! Ma facciamo un altra ipotesi. Il padre, avendo saputo che sulla strada che sta percorrendo suo figlio si trova un sasso, un grosso sasso; si affretta, va davanti a lui, rimuove il sasso senza che nessuno lo veda. Certamente questo figlio, non sapendo la disgrazia dalla quale suo padre lo ha salvato, non testimonierà a lui la sua riconoscenza e l amerà meno che se fosse stato guarito da lui. Ma se viene a conoscere il pericolo al qual è stato sottratto, non amerà di più suo padre? Ebbene, io sono quel figlio, oggetto dell amore di Dio Padre, il quale non ha mandato suo Figlio a riscattare i giusti, ma i peccatori. Vuole che io lo ami perché mi ha perdonato non già molto, ma tutto. Non ha atteso che io lo amassi molto, ma ha voluto che io sappia come Egli mi ha amato di un amore di ineffabile previdenza, affinché ora io ami Lui alla follia! Un popolo che ha un Padre così grande è più bello di una splendida cattedrale; è più bello del cielo pieno di stelle, che brillano e gioiscono e rispondono a Colui che le chiama Eccomi! e brillano di gioia per Colui che le ha create.