Admiel Kosman, Siamo giunti a Dio

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Admiel Kosman, Siamo giunti a Dio Admiel Kosman, Davide Mano To cite this version: Admiel Kosman, Davide Mano. Admiel Kosman, Siamo giunti a Dio. Nuovi argomenti, Mondadori, 2007, Schiavi e Schiavitù, 37. <hal-01389607> HAL Id: hal-01389607 https://hal.archives-ouvertes.fr/hal-01389607 Submitted on 28 Oct 2016 HAL is a multi-disciplinary open access archive for the deposit and dissemination of scientific research documents, whether they are published or not. The documents may come from teaching and research institutions in France or abroad, or from public or private research centers. L archive ouverte pluridisciplinaire HAL, est destinée au dépôt et à la diffusion de documents scientifiques de niveau recherche, publiés ou non, émanant des établissements d enseignement et de recherche français ou étrangers, des laboratoires publics ou privés.

Nuovi Argomenti, vol. 37: Schiavi e Schiavitù, January-March 2007. ADMIEL KOSMAN SIAMO GIUNTI A DIO Traduzione dall ebraico di Davide Mano Nato a Haifa nel 1957, Admiel Kosman è docente presso il Dipartimento di Studi Religiosi dell Università di Potsdam, e direttore accademico del Geiger College, Seminario liberale per rabbini di Berlino. Ha pubblicato 7 libri di poesia e curato (con Meiron Eizakson) un antologia di poesia religiosa ebraica. Kosman scrive regolarmente sul quotidiano israeliano Ha aretz, dove la sua colonna Otzar Katan (Piccolo tesoro) propone in chiave postmoderna un analisi di testi e racconti tratti dalla tradizione ebraica rabbinica. Con la collezione Smartutim Rakim (Soffici stracci, 1990) ha riscosso il primo grande successo a livello nazionale. Nel 1992 ha ricevuto il Premio del Primo Ministro per l opera letteraria, nel 1998 ha vinto il Premio Brenner per la collezione Higa nu le-elohim (Siamo giunti a Dio). Le sue poesie sono state tradotte in diverse lingue. Suoi componimenti sono apparsi su Modern Poetry in Translation, Poetry International, Lyric, Leviathan Quarterly e altri periodici. Una scelta di sue poesie in traduzione inglese è stata inclusa nell antologia No Sign of Ceasefire (Skirball, Los Angeles), apparsa nel 2002 a cura di Warren Bargad e Stanley Chyet. In qualità di autore rappresentativo della poesia ebraica religiosa, Kosman è stato invitato da Czeslaw Milosz e Wislawa Szymborska a Cracovia per il meeting intitolato Tra Canto e Preghiera. Nel corso degli anni ha pubblicato diversi articoli su aggadah, halakhah e pensiero religioso, in riviste accademiche tra cui Harvard Theological Review, Hebrew Union College Annual e Jewish Studies Quarterly. Il suo libro Masekhet Gevarim (Trattato degli Uomini: Rav e il macellaio e altri racconti a proposito di umanità, amore e autenticità nei racconti aggadici e hasidici) è uscito in ebraico nel 2002 per la casa editrice Keter. Tra rotture e ricostruzioni, con la poesia di Admiel Kosman è nato in Israele il tentativo ardito di creare un nuovo stile di scrittura per il poetare religioso, un piyyut ebraico anarchico, in conflitto con le formalità della sintassi rabbinica e lontano dalle gerarchie delle accademie. Le poesie qui pubblicate in traduzione italiana sono tratte dalla raccolta Siamo giunti a Dio (1998). (D.M.)

SALMO Amen, che Tu ci voglia fare minuscoli. Piccolissimi, per favore, al di sotto delle Tue giganti galassie. Amen, che Tu ci voglia fare piccolissimi, una spanna, sotto le galassie, i soli, le vie lattee, le acque e la Tua possente luce. Amen, che Tu ci voglia fare di un altra misura, piccolissimi, quasi impercettibili, incapaci di capire e di vedere cosa c è in Te e cosa no. Perché dovrebbe disturbarti tanto? Potresti farci piccini piccini, una spanna, noi per questo Ti sapremo lodare in eterno, Amen. POETI Per chi non ci conosce, eccoci qua, con permesso: noi pisciamo. Sono anni che insieme, dall alto, pisciamo un concentrato sul mondo intero, su terre, su mari, sui colli che stanno intorno, sui monti imperiosi, pisciamo con arco gioioso, su tutte le nubi bianche, pisciamo con arco triste, spruzziamo succo giallo concentrato. Devi sapere che l urina è come un enorme specchio, l immagine riflessa, traslucida e veritiera delle trame del nostro vivere, - sin dalle interiora, da dentro, dal profondo e dal nascosto - dell essenza prima; sin dal principio della nostra esistenza, è l atomo, la base, la nostra vitalità, il tutto. Al momento stiamo pisciando da destra a sinistra. In piccoli cerchi, come avvoltoi, giriamo sopra di voi. Con delicatezza, grazia, fluida destrezza, un unica goccia - alla fine, al termine, all ora ultima di tutta l esistenza umana, dondolando nell aria, piacevole e leggera, comodamente, come veleno molto concentrato, come una bomba lanciata da una torre, cadrà una goccia di poesia, sul lago di sotto.

POESIA Ecco, il silenzio si scioglie tra i seni della sera, un ingombro possente di grandi e soffici nubi sopra il lenzuolo dell orizzonte. Poco più giù, in basso, come a dividere il mondo in due con una linea rossa, arde la fila temeraria delle mutande appese della giornata. In cielo con l inchiostro dei segreti son già scritte le proibizioni. I dieci detti incisi che sono stati dati in dono al popolo. Espliciti. Espliciti e complicati come mai ce ne furono. Nessuno può più sbagliarsi quanto a territori pericolosi! Ma sotto, ascolta, proprio da sotto e oltre le recinzioni, sotto il naso di Dio, c è un poeta. Tremante. Magro. Pallido. Striscia come una piccola lucertola sotto la recinzione, dentro l oscurità che scambia i colori. Scala lento la parete, perché è cieco. Su un enorme stupefacente graffito, segna parola per parola tutta la poesia. Sotto il naso di Dio. Hai capito? Sotto il Suo naso passeranno quei versi maledetti! SIAMO GIUNTI A DIO Siamo giunti a Dio. Del tutto per caso. Di fatto, l abbiamo incrociato. Eravamo nel mezzo del cammino, nel declivio del monte, con tutto il grosso bagaglio degli asini, quando ad un tratto, nel curvare della via, volgendo lo sguardo, l abbiamo incrociato. Anch Egli ci cercava, come si cerca una pietra preziosa, disse, una perla, proprio come un oggetto smarrito. Quando così, del tutto per caso, per pura coincidenza, nel mezzo del cammino, siamo giunti alla Terra Promessa, vale a dire, siamo giunti a Dio, e ci siamo presi assoluto riposo dalla vita. È stato del tutto per caso, ovvero, nel mezzo del cammino, quando siamo scesi dal monte, gli asini con le bisacce sono rimasti indietro, hanno ceduto, piegate le ginocchia nel cantone angusto. Il caldo era pesante e insopportabile.

All estremità del sentiero l abbiamo incrociato. Andava e veniva. Proprio nel mezzo si stagliava. Ma senza alterigia. Andava e veniva, fine come un capello, lungo la linea d angolo, all estremità del sentiero l abbiamo incrociato, era alla disperata ricerca della pietra preziosa. Della perla. Noi, da parte nostra, eravamo a mezza via e avevamo svoltato indietro per il ritorno. Forse avevamo visto una buca. Forse era una cisterna, e abbiamo deviato dal sentiero per un attimo. Ma il caldo era pesante e insopportabile, e il mondo ardeva come una fornace. È stato allora che i cieli interi si sono aperti davanti a noi come lo strappo di una cerniera lampo. E con piacere i nostri occhi riarsi hanno contemplato ciò che nessun essere umano e mortale ha mai visto da quando Dio ha creato l uomo per governare su quest arida terra. PIYYUT Da recitare in occasione dei Giorni Terribili. Basato su un fatto spiacevole accaduto all autore e alla sua consorte nel mese di Tammuz 5745 Ti invierò un fax e sarò molto breve per non infastidire il buon creatore del tempo creatore del passato creatore del futuro creatore di tutto creatore di varietà di frutti creatore del frutto della terra benedetto il creatore delle disgrazie crea tutto bello e secondo il suo tempo benedetto il creatore terribile grande il suo operato creatore di varietà di urlo e lamento creatore dotto scopritore e inventore di forme sottili e delicate di bassezza nelle alte sfere nelle basse sfere in tutto l esistente creatore del legno creatore di ferro creatore di carta creatore bello e rassicurante influenza tutta la comunità creatore del frutto della parola dell amore e della composizione creatore dei ciechi

creatore dei sordi creatore di belle forme di prepotenza sul mercato grandi sane e nuove creatore delle varietà sessuali delle unioni del coito creatore di varietà di posizioni creatore dei toni dei sospiri liberati dal di dentro istinti forti come i venti tutto è bello e secondo il suo tempo benedetto il creatore terribile grande il suo operato creatore di varietà di urlo e lamento creatore dotto scopritore e inventore di forme sottili e delicate di bassezza nelle alte sfere nelle basse sfere in tutto l esistente creatore del legno creatore di ferro creatore di carta creatore bello e rassicurante influenza tutta la comunità creatore di demoni e angeli tutti sudditi dei loro tempi dei loro colori del giorno della notte e dei modi con cui si diffondono sullo specchio sul letto sull armadio sulla cassapanca benedetto benedetto benedetto tu sei benedetto creatore del frutto del silenzio benedetto creatore di varietà di paura terrore tremito di varietà di malvagità del male di vesti e abiti delicati come mussolina di fini astuzie e di pure intenzioni di rotondità e tortuosità di belle taglie e di sottili vestaglie fino alla nudità della vergine spirituale benedetto benedetto benedetto sei tu benedetto creatore del pantano dentro benedetto creatore del fango benedetto il creatore terribile grande il suo operato creatore di varietà di urlo e lamento creatore dotto scopritore e inventore di forme sottili e delicate di bassezza nelle alte sfere come nelle basse sfere in tutto l esistente creatore del legno creatore di ferro creatore di carta creatore bello e rassicurante influenza tutta la comunità IL MOSTRO CHIAMATO FELICITA Il pericolo è qui vicino, ci insegue come in un film, noi fuggiamo impauriti. Ma dietro avanza ancora un pericolo enorme di altra natura. Il pericolo è vicino, ci insegue come in un film.

La paura si fa più intensa, si spande come profumo di rosa. Siamo una pulce nelle intenzioni del mostro. Ci osserva dal vetro l'assassino fatto di specchi, non ha più tempo, sale fin sul tetto saltellando, ha un piede insanguinato, e in mano un fucile con mirino di precisione. Tutto come previsto per chi osserva attento la nostra esistenza, con costanza e completezza, qui, dentro al film, il mostro chiamato felicità che si muove superbo sul tetto, lungo la coda dell occhio, come una leccatina o uno strato di polvere. Di fronte al grassone, e rispettato signore, sembri una piccola pulce, dentro una lente d ingrandimento. Ooooooh -- Dietro lo specchietto gli angeli della disperazione hanno spento la luce in silenzio hanno sussurrato una lieve preghiera per i defunti, allora è venuto il mostro a portare paura, è venuto, è venuto solo per inghiottirci, così, prendendoci da dietro.