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65 Boll. Mus. reg. Sci. nat. Torino Vol. 28 - N. 1 pp. 65-84 31-10-2011 Gianfranco Curletti 1 e Georg Goergen 2 Sugli Agrilini dell Africa tropicale, con particolare riferimento alla fauna del Togo e del Benin (Coleoptera, Buprestidae) abstract On the tribe Agrilini (Coleoptera Buprestidae) from tropical Africa, with most attention to the Togo and Benin fauna. New taxa are described: Phthyotis n. gen., Bellamyus guineensis n. sp., Bellamyus camerounensis n. sp., Malawiella regina n. sp., Agrilus (Xenagrilus) klotinus n. sp., Agrilus (Robertius) luciolus n. sp., Agrilus (Robertius) lampyrus n. sp., Agrilus (Pantherina) chloris n. sp., Agrilus (Agrilus) polyphemus n. sp., Agrilus (Agrilus) acoenonoetus n. sp., Agrilus (Agrilus) interdictus n. sp., Agrilus (Agrilus) rwandae n. sp. Furthemore, a list of species found for the first time in Togo and Benin follows. Keywords: Coleoptera, Buprestidae, Agrilini, new genus, new species, Africa. Introduzione Una ricerca entomologica in Benin e Togo (Africa occidentale) effettuata nel maggio del 2009 e l opportunità di poter studiare il materiale conservato nella collezione dell IITA di Cotonou, hanno permesso di chiarire alcuni problemi inerenti la tribù in oggetto e di scoprire diverse specie nuove per la scienza che sono qui descritte. 1 Museo Civico di Storia Naturale, Carmagnola 2 International Institute of Tropical Agriculture, Cotonou, Benin

66 Materiali e Metodi La parte preponderante del materiale studiato è stato reperito nella collezione entomologica dell IITA di Cotonou, risultato di ricerche approfondite sul territorio ad opera di raccoglitori locali. Il restante materiale è stato in parte rinvenuto grazie all impiego di trappole cromotropiche gialle (sticky traps) già positivamente collaudate in precedenti ricerche. Questo tipo di trappole dà risultati soddisfacenti solamente in periodi molto limitati nel tempo, che coincidono con il massimo di presenze di adulti e alla condizione di essere posizionate nei luoghi adatti frequentati dalle femmine. Le specie sono state studiate su esemplari preparati a secco e, ove necessario, rammorbiditi in camera umida per l estrazione degli organi genitali maschili. Gli edeagi estratti sono stati incollati a fianco dell esemplare e sullo stesso cartellino, per evitare possibili confusioni all atto dello studio. Le fotografie sono state scattate a mezzo di apparecchio digitale adattato a un microscopio binoculare. Per ovviare alla mancanza di profondità di campo, ci si è serviti di un programma in grado di sovrapporre più fotogrammi selezionando le parti più a fuoco. I soggetti sono stati fotografati a luce diffusa per ovviare al riflesso causato dai tegumenti metallici. Acronimi impiegati IITA International Institute of Tropical Agriculture, Cotonou, Benin. MCCI Museo Civico di Storia Naturale, Carmagnola, Italia. Elenco delle specie Phthyotis n. gen. Specie-tipo: Phthyotis opacus (Curletti & Bellamy, 2005). Altre specie appartenenti al gen. Phthyotis nov.: P. acutiformis (Curletti, 2002). Alla luce di recenti ritrovamenti, un approfondito esame delle specie attribuite all afrotropicale gen. Bellamyus Curletti, 1997 specie-tipo B. fulgidus Curletti, 1997 genere che contava quattro specie (Curletti, 1997, 2002; Curletti & Bellamy, 2005), ha evidenziato una sostanziale differenziazione morfologica tra due gruppi: B. fulgidus e B. maddalenae da un lato, B. opacus, e B. acutiformis dall altro. Tali differenze, elencate qui di seguito, permettono di affermare che si tratta di due generi distinti, per cui per il secondo gruppo si propone il nome di Phthyotis n. gen., maschile. Le differenze distintive tra i due generi si possono riassumere nella seguente tabella:

67 gen. Bellamyus Corpo più cilindrico, elitre più allungate Capo emisferico in visione dorsale Vertice ampio, occhi appena visibili superiormente gen. Phthyotis n. gen. Corpo più appiattito, elitre più brevi. Capo non emisferico, vertice solcato Occhi grandi, ben visibili in visione dorsale Scutello di forma circolare Scutello di forma rettangolare Bellamyus guineensis n. sp. Fig. 1 Holotypus : Togo, Kloto forest area, May 2002, leg. G. Goergen (MCCI). Paratypi: 1, idem (MCCI); 1, idem, May 2001 (MCCI); 1, idem, Apr. 2002 (MCCI); 2, idem. Sept. 2004 (IITA); 1, idem, Jan. 2006 (IITA); 1, Ghana, Wati, Feb. 2003, leg. G. Goergen (MCCI). Lunghezza 9,4 mm. Corpo allungato, glabro, capo e elitre verde scuro quasi nero, pronoto dorato ai lati, bronzo scuro in mezzo. Lato ventrale giallo dorato metallico, poco pubescente. Capo arrotondato in visione dorsale, occhi grandi, ma appena visibili superiormente. Fronte glabra, concolore. Clipeo rilevato rispetto al piano frontale. Antenne piccole e brevi. Pronoto con larghezza maggiore nella parte medio-anteriore, angoli posteriori ottusi. Disco con scultura fitta poco marcata, con strie poco evidenti. Carinula preomerale del pronoto assente, sostituita da un rilievo arrotondato caratterizzato da scultura concentrica. Carene laterali divergenti in avanti e riunite ad 1/3 dalla base. Sclerite sottogolare piccolo con margine anteriore arrotondato. Placca prosternale appuntita. Scutello tondeggiante, liscio, levigato, senza carena trasversale. Elitre allungate, subparallele, con apici arrotondati e denticolati. Apice dello sternite apicale impercettibilmente e largamente sinuato. Zampe con unghie bifide. Margine interno dei femori non denticolato. Metatarso più breve della metatibia. Metatarsomero basale appena più lungo del secondo (1<2+3). Edeago fortemente sclerificato, con apice del lobo mediano ovalare (Fig. 11). Descrizione dei paratipi Lunghezza da 9,9 mm a 10,8 mm. Tre esemplari (2 e il ) hanno addome e lati del pronoto verde invece di giallo dorato ed elitre nere. Non si sono evidenziati caratteri sessuali secondari. Etimologia La specie è stata rinvenuta in Togo e in Ghana, due Stati che si affacciano sul golfo di Guinea.

68 Commenti Le sostanziali differenze morfologiche che separano B. guineensis n. sp. dall affine B. fulgidus Curletti, 1997 descritto del Congo, sono riassunte nella seguente tabella: Bellamyus guineensis n. sp. Forma più larga, elitre più brevi. Elitre di colore verde scuro o nero. Bellamyus fulgidus Forma più stretta, elitre più allungate. Elitre di colore rosso vino o violetto. Margine anteriore del pronoto più prominente tra gli occhi, disco regolarmente convesso. Margine anteriore del pronoto meno prominente nella parte mediana, con disco depresso nella parte anteriore. Apice dell ultimo sternite visibile fortemente inciso. Apice dell ultimo sternite visibile troncato o appena lievemente sinuato Bellamyus camerounensis n. sp. Fig. 2 Holotypus : Cameroun, Mbalmayo forest area, 11-26 Mar. 2000, leg. G. Goergen (MCCI). Lunghezza 10,6 mm. Pronoto e vertice rosso rame, elitre nere nella metà apicale, verde oliva scuro nella metà basale, particolarmente visibile di profilo. La descrizione della parte dorsale, se si esclude la colorazione del pronoto e quella elitrale quest ultima attribuibile forse a una variazione individuale potrebbe adattarsi perfettamente a quella di B. guineensis n. sp. a cui si rimanda. Sostanziali differenze si riscontrano invece sul lato ventrale, che è nero con macchie di pubescenza bianca ai lati degli sterniti, sulle metacoxe e sui metaepisterni, mentre B. guineensis presenta sterniti dorati metallici senza macchie di pubescenza. Zampe nere, con tarsi brevi. Metatarsomero basale più lungo della somma dei due seguenti (1>2+3). Malawiella regina n. sp. Fig. 3 Holotypus : Togo, Kloto forest area, Aug. 2001, G. Goergen leg. (MCCI). Lunghezza 7,5 mm. Interamente verde smeraldo metallico brillante. Vertice sporgente rispetto alla linea oculare, nettamente solcato in senso longitudinale, largo la metà circa del margine anteriore del pronoto. Occhi piccoli, poco visibili

69 superiormente. Fronte glabra con scultura grossolana e disordinata, ad eccezione di quella basale, dove forma una serie di strie orizzontali. Clipeo quadrangolare e in rilievo rispetto al profilo frontale. Antenne brevi, dentate a partire dal quarto antennomero. Pronoto gibboso, convesso, più largo a metà, con margini laterali regolarmente arcuati e angoli posteriori ottusi. Scultura discale grossolana, profonda e irregolare. Carinula preomerale assente, mentre è presente, eccezione per il genere, una carena submarginale, saldata a quella marginale ad 1/3 circa dalla base. Sclerite sottogolare appena accennato, con margine anteriore lievemente sinuato. Placca prosternale grande e gibbosa in visione laterale. Scutello concavo, senza carena trasversale. Elitre glabre, con apice arrotondato e microdenticolato. Ventriti glabri, laterotergiti pubescenti di bianco. Margine apicale dell ultimo sternite visibile inciso. Zampe con le unghie mucronate. Metatarsomeri brevi, con il primo lungo quanto la somma dei due seguenti (1=2+3). Commenti Il carattere morfologico che permette una netta distinzione di M. regina n. sp. da tutte le altre specie congeneri, è la presenza di due carene marginali, anziché di una sola, tanto che si è rimasti a lungo indecisi se attribuire la specie al gen. Agrilus Curtis, 1825. Tuttavia si è propeso ad attribuire la specie al gen. Malawiella Bellamy, 1990 per l estrema affinità con M. divina (Obenberger, 1825) descritta del Cameroun, ma presente anche in Benin (cfr. Bellamy, 2003), presenza confermata per recenti rinvenimenti (forêt de Makrou, 21.V.2009, Curletti leg.). Da quest ultima specie è distinguibile, oltre che per il carattere suddetto, solamente per la scultura del pronoto e del vertice, più rada, marcata e regolare, tanto da poter essere considerata una sua sottospecie qualora la presenza della carena submarginale del pronoto dovesse risultare un carattere individuale. Agrilus (Xenagrilus) klotinus n. sp. Fig. 4 Holotypus : Togo, Kloto forest area, May 1999, G. Goergen leg. (MCCI). Lunghezza 11,6 mm. Tegumenti verde scuro uniforme e opaco. Vertice nettamente solcato nel mezzo, formante due protuberanze pronunciate e coniche. Occhi sporgenti sui lati in visione dorsale, debordanti i lati del pronoto. Fronte con pubescenza sparsa su tutta la superficie, anche se sono individuabili due grossolane bande trasversali di pubescenza più addensata, poste rispettivamente a metà e alla base. Clipeo rilevato rispetto al piano frontale. Tra questo e le guance è visibile un solco dove presumibilmente si posizionano gli articoli basali delle antenne in stato di riposo. Antenne brevi, dentate a partire dal quarto antennomero. Pronoto più largo nella parte basale, con lati arrotondati e angoli basali ottusi. Disco rivestito di sottile pubescenza bianca non ricoprente i tegumenti. Sono visibili due depressioni mediane poco marcate: una alla base, davanti allo scutello, di forma tondeggiante, e una anteriore, a forma di V. Scultura composta

70 di rughe fitte e disordinate. Carinula preomerale assente. Carene laterali unite alla base, con quella submarginale sinuata nella metà posteriore. Sclerite sottogolare piccolo con margine anteriore arrotondato. Placca prosternale con lati paralleli. Scutello trasversale, triangolare, privo di carena. Elitre con apici troncati, grandi, spessi, denticolati. Disco con pubescenza bicolore bianca e gialla (quest ultima prevalentemente nella parte apicale) disposta a macchie disordinate, con eccezione di una banda trasversale bianca poco prima dell apice. Lato ventrale con pubescenza bianca e uniforme. Apice dell ultimo ventrite visibile squadrato. Zampe con tutte le unghie mucronate. Femori poco denticolati sul margine interno, con i denti mascherati dalla pubescenza. Metatarso breve, con il metatarsomero basale lungo poco più della somma dei due seguenti (1>2+3). Etimologia Dalla località tipica, il monte Kloto. Commenti Il subgen. Xenagrilus Obenberger, 1924 contava finora due sole specie: A. (X.) binderi Obenberger, 1924 del Congo e A. (X.) gianfrancoi Bellamy, 2004 (= distinctus Cobos, 1967) della Costa d Avorio. In occasione della descrizione di questa seconda specie, Cobos (1967) propone la sinonimia di Xenagrilus con Agriloides Kerremans, 1903 della fauna neotropicale, sinonimia che parrebbe non accettata da Bellamy (2008) e di cui si condivide l opinione. A. (X.) distinctus, di cui non è stato possibile trovare il tipo, è la specie geograficamente più vicina a A. (X.). klotinus. Sulla base della descrizione, questa specie differirebbe da A. (X.) klotinus n. sp. per l apice elitrale arrotondato, lo sclerite sottogolare troncato, la pubescenza bianca e rosata, senza traccia di macchie gialle. Resta da chiarire la posizione sistematica del genere Agrilacanthus Théry, 1940 la cui descrizione si adatta bene a quella del sottogenere in oggetto. La sola specie attribuita a questo genere è Agrilacanthus lloydi Théry, 1940 ed è stata descritta del nord Nigeria. Agrilus (Robertius) luciolus n. sp. Fig. 5 Holotypus : Benin, Niaouli forest area, Sept. 2003, G. Goergen leg. (MCCI). Paratypi: 2, idem, rispettivamente Oct. 2002 e 6 Apr. 2003; 1 Togo, Kloto forest area, Aug. 2003, G. Goergen leg. (MCCI e IITA). Lunghezza 5,4 mm. Colore dorsale nero piceo. Vertice poco più largo di 1/3 del margine anteriore del pronoto, sporgente in avanti, solcato poco percettibilmente nella parte mediana. Occhi ovalari, situati nella parte inferiore del capo. Fronte di colore bronzato brillante, divisa dal clipeo da una carena trasversale. Pubescenza regolarmente diffusa, bianca, non velante i tegumenti, particolarmente visibile di profilo. Antenne del medesimo colore della fronte, dentate a

71 partire dall articolo 4. Pronoto più largo anteriormente, con margini laterali poco arcuati, appena percettibilmente sinuati davanti agli angoli posteriori che sono subacuti. Disco rivestito di pubescenza bianca sparsa. Scultura composta da strie oblique superficiali. Carinula preomerale non intera, arcuata, lunga, giungente fino a metà della lunghezza del pronoto. Carene marginali subparallele, divise fin dalla base. Sclerite sottogolare con margine anteriore intero ma non arrotondato. Scutello con carena trasversale posta nella parte posteriore. Elitre brevi, poco allungate, con apici, presi singolarmente, arrotondati e microdenticolati. Disco con la medesima pubescenza bianca presente sul pronoto, ma formante quattro coppie di macchie più concentrate poste rispettivamente nel callo omerale, a 1/3, a 2/3 e all apice. Le macchie ai 2/3 sono congiunte a ridosso della sutura e formano una sola grande macchia tondeggiante ben visibile. La macchia distale è per contro allungata e ricopre tutto l apice. Una sottile linea di peli lungo la sutura unisce la prima coppia di macchie alla seconda, mentre un altra medesima unisce la terza alla quarta. Sterniti neri, con pubescenza bianca brillante, ma breve e regolarmente distribuita. Apice dell ultimo sternite visibile arrotondato. Zampe con riflessi bronzati, similmente alle antenne. Unghie anteriori bifide, mediane e posteriori mucronate. Metatarso più breve della metatibia; metatarsomero basale più lungo della somma dei tre seguenti (1>2+3+4). Femori, in particolare i mesofemori, muniti di una serie di denti sul lato interno. Edeago con profilo parallelo; lobo mediano con apice appuntito (Fig. 12). Descrizione dei paratipi Lunghezza 5,3 e 5,5 mm. Le differenze riscontrate sono di carattere sessuale: fronte, antenne e zampe nere, unghie anteriori mucronate come le mediane e le posteriori. Etimologia Il nome della specie deriva dalle due grandi macchie di pubescenza bianca alla ¾ elitrale, molto evidenti anche a occhio nudo, che spiccano sul fondo nero elitrale. Commenti Pochissimi sono i Robertius africani con quattro serie di macchie elitrali di cui l ultima allungata e ricoprente l apice. Quella che più si avvicina a A. luciolus n. sp. è A. mundanus Obenberger, 1935 del Congo, ma presente anche in Cameroun e Gabon (Curletti, 2000). Quest ultima specie è differenziabile grazie alle dimensioni maggiori (mediamente di 6,5 mm), alla forma più allungata, alla diversa scultura del pronoto, alle elitre più glabre attorno alle otto macchie pubescenti. Agrilus (Robertius) lampyrus n. sp. Holotypus : Togo. Kloto forest area, Jun. 2006. G. Goergen leg. (MCCI). Paratypi: 3, idem, Apr. 2003, Jun. 2006 (2 ex.) (MCCI e IITA).

72 Lunghezza 4,6 mm. La descrizione dell olotipo ricalca fedelmente quella dell olotipo di A. luciolus n. sp., con pochi caratteri differenziali: vertice e pronoto con riflessi rosso-vino, vertice largo quanto la metà del margine anteriore del pronoto, occhi più tondeggianti e meno allungati, scultura del pronoto più superficiale, edeago con lobo mediano più acuminato e parameri più dilatati e maggiormente sinuati a metà lunghezza (Fig. 13). Descrizione dei paratipi Lunghezza da 5 mm a 5,6 mm. Tre esemplari sono completamente neri. Le femmine hanno tutte le unghie mucronate. Commenti Siamo stati a lungo indecisi se descrivere il taxon come specie distinta o come semplice sottospecie di A. luciolus n. sp., alla fine si è optato per la separazione a livello specifico alla luce della simpatria delle due forme. Le differenze sostanziali di A. lampyrus n. sp. risiedono nell ampiezza della fronte e soprattutto nella forma degli occhi che sono meno allungati e posizionati più trasversalmente rispetto alla linea frontale (Figg. 14-15). Agrilus (Pantherina) chloris n. sp. Fig. 6 Holotypus : Nigeria, Ibadan IITA forest campus, Mar. 2002, G. Goergen leg. (MCCI). Paratypi: 1, Benin, Sérou, Jul. 2008, beating trap forest, G. Goergen leg. (IITA); 1, Benin, Angaradebou, sweepnetting forest, May 2008, G. Goergen leg. (MCCI). Lunghezza 10,7 mm. Dorso interamente verde metallico brillante. Vertice stretto, ¼ del margine anteriore del pronoto, solcato longitudinalmente in mezzo. Occhi grandi ma non sporgenti, contornati alla base da una serie di peli bianchi squamosi. Fronte rivestita di sottile pubescenza bianca non ricoprente i tegumenti. Clipeo lievemente rilevato rispetto alla linea frontale, senza carena trasversale. Antenne allungate, verdi, dentate a partire dall articolo 4. Pronoto più largo nel quinto anteriore, con margini laterali ampiamente sinuati a partire dalla metà, formanti angoli posteriori acuti. Disco fortemente depresso ai lati, con scultura trasversale regolare. Angoli anteriori rivestiti ciascuno di due piccole macchie di pubescenza bianca ben visibili, poste in successione. Carinula preomerale intera, rilevata, confluente nel margine laterale alla metà anteriore. Carene marginale e submarginale saldate al quarto posteriore. Sclerite sottogolare con margine anteriore ampiamente sinuato. Placca prosternale larga con apice arrotondato, munita di lunga pubescenza bianca. Scutello trasversale, con carena evidente. Elitre ristrette posteriormente, fortemente denticolate, col mucrone mediano appena più

73 lungo, gli apici formanti un arco rientrante sul lato interno. Superficie con 4 coppie di macchie di pubescenza poste lungo la sutura, rispettivamente negli omeri, a 1/3, ai 2/3 e all apice. Quest ultima coppia di forma più allungata. Ventre di colore nero, con macchie di pubescenza bianca ai lati dei ventriti, alla base di ogni singolo laterotergite, sulla metacoxa e sul metaepisterno. Apice dello sternite apicale tronco. Zampe verde metallico, con le unghie anteriori e mediane bifide, anche se con il dente interno meno lungo di quello esterno. Metatarso lungo quanto la metatibia; metatarsomero basale più lungo della somma dei quattro seguenti (1>2+3+4+5). Edeago testaceo, fusiforme, con apice del lobo mediano appuntito (Fig. 16). Descrizione dei paratipi Lunghezza dei da 9,5 a 10,9 mm. Gli esemplari del Togo sono meno verdi dorsalmente, quasi neri. La pubescenza frontale è più ordinata e presenta tre macchie tondeggianti ben definite: una alla base sopra il clipeo e due ai lati della fronte, all altezza della metà della linea oculare. La ha la placca prosternale praticamente glabra, con le unghie dei tarsi mucronate, il metatarso leggermente più breve della metatibia e lo sternite apicale con margine sinuato. Etimologia La specie è dedicata a Chloris, la dea romana dei fiori. Commenti Nessun altra specie afrotropicale presenta l insieme dei seguenti caratteri morfologici: colore verde, quattro coppie di macchie pubescenti elitrali, due coppie di macchie pubescenti sul pronoto, carinula intera. Agrilus (Agrilus) polyphemus n. sp. Fig. 7 Holotypus, Togo, Kloto forest area, Sept. 2007, G. Goergen leg. (MCCI). Paratypi: 2, idem, rispettivamente May 2000 e May 2009 (MCCI e IITA). Lunghezza 13,9 mm. Colore dorsale e ventrale nero, con vaghi riflessi verde scuro sulle elitre e sui ventriti se osservati con forte illuminazione. Vertice concavo, largo 1/3 del margine anteriore del pronoto. Occhi grandi, ma non sporgenti. Fronte profondamente solcata in senso longitudinale, glabra, rosso rame brillante. Antenne brevi, nere, dentate dall articolo 4. Clipeo separato dalla fronte da una carena trasversale. Pronoto con larghezza massima ai 4/5 basali: margini laterali poco arcuati, sinuati alla base con angoli posteriori retti. Disco con una profonda e larga doccia longitudinale mediana. Scultura composta da ride trasversali sottili, fitte e regolari. Carinula preomerale intera, spessa, fortemente pronunciata, confluente con la carena marginale a circa metà della lunghezza del pronoto. Carene marginali altrettanto ben pronunciate, saldate ad 1/5 dalla base. Sclerite

74 sottogolare con margine anteriore arrotondato. Placca prosternale grande, larga, con apice arrotondato. Scutello concavo, con una sottile carena trasversale. Elitre allungate, ristrette posteriormente, anche se con l apice arrotondato e fortemente denticolato. Sulla superficie elitrale si nota una depressione perisuturale in cui sono presenti 2 coppie di piccole macchie di pubescenza bianca brillante, rispettivamente poco prima della metà della lunghezza e ai 2/3 apicali. La depressione perisuturale è delimitata da coste lisce e rilevate. Lateroterga con macchie basali di pubescenza bianca. Pubescenza bianca è situata anche alla base di ogni singolo ventrite, sul metaepisterno e sulle metacoxe. Margine dello sternite apicale arrotondato. Zampe con le unghie mucronate. Metatarso appena più breve della metatibia. Metatarsomero basale molto allungato: formula tarsale (1=2+3+4+5). Descrizione dei paratipi Lunghezza 13,9 e 14,4 mm. Un esemplare non ha riflessi verdi sulla zona ventrale e sulle elitre, mentre il secondo ha il verde elitrale più evidente. Etimologia Per le sue grandi dimensioni, la specie è dedicata al nome del mitico gigante dell Odissea accecato da Ulisse. Commenti L aspetto generale di A. polyphemus n. sp. ricorda quello del subgen. Nigritius Curletti, 1998, ma la mancanza di mucrone sul tergite apicale, la lunghezza dei metatarsomeri e la mancanza di denti ben definiti al margine interno dei femori lo fanno attribuire al sottogenere nominale (cfr. Curletti, 1998). Non risultano altre specie con tali caratteristiche morfologiche. Agrilus (Agrilus) acoenonoetus n. sp. Fig. 8 Holotypus : Benin, Angaradebou, sweepnetting forest, May 2008, G. Goergen leg. (MCCI). Paratypi: 13, idem (MCCI and IITA). Lunghezza 5,8 mm. Interamente nero piceo. Vertice solcato longitudinalmente, largo circa 1/3 del margine anteriore del pronoto. Occhi non sporgenti, sulla stessa linea della fronte in visione dorsale. Fronte quasi glabra, separata dal clipeo da una carena trasversale che congiunge le due fossette antennali. Antenne brevi, dentate a partire dal quarto antennomero. Pronoto più ampio anteriormente, con margini laterali dritti fin quasi alla base, dove sono appena percettibilmente sinuati e formano un angolo basale subacuto. Una macchia tondeggiante di pubescenza bianca sui lati, nel terzo anteriore. Carinule preomerali poco nette e non intere. Carene marginali saldate tra loro a poco più di 1/3 dalla base. Margine anteriore dello sclerite sottogolare intero e poco arrotondato. Processo prosternale a forma di losanga. Scutello marcatamente trasverso, con carena mediana

75 sottile anche se evidente. Elitre brevi e poco allungate posteriormente, con apici arrotondati e microdenticolati. Disco con tre coppie di macchie pubescenti, poste rispettivamente nel callo omerale, poco prima della metà lunghezza, lungo la sutura e ai 2/3 apicali; le prime due coppie tondeggianti e separate, la terza unita e cuoriforme. Macchia bianca pubescente alla base del primo laterotergite. Sterniti praticamente glabri. Margine apicale dell addome arrotondato. Zampe con le unghie mucronate. Metatarso più breve della metatibia, con l articolo basale più lungo della somma dei tre seguenti (1>2+3+4). Descrizione dei paratipi Lunghezza da 5,6 mm a 7,7 mm. Non sempre le macchie pubescenti, in particolare quella sul laterotergite, sono visibili, fatto dovuto forse a una conservazione non ottimale all atto della cattura. I margini laterali del pronoto in alcuni esemplari sono più arrotondati e di conseguenza più sinuati davanti all angolo basale. Etimologia Dal rispettivo aggettivo latino che significa inetto. Commenti Anche Agrilus histrio Kerremans, 1914 descritto del Congo (Elisabethville, ora Lubumbashi) presenta colore dorsale nero come A. acoenonoetus n. sp., tre coppie di macchie dorsali pubescenti elitrali alla medesima distanza, pubescenza al laterotergite basale e ai lati del pronoto. La specie descritta da Kerremans differisce principalmente per le dimensioni minori (5 mm di lunghezza), per la pubescenza laterale del pronoto diffusa su tutta la sua lunghezza, per le carene marginali non saldate alla base, subparallele. Agrilus (Agrilus) interdictus n. sp. Fig. 9 Holotypus : N Benin, Tanguieta dint., 10 39 37 N 01 17 47 E, 10.V.09, G. Curletti leg. (MCCI); Paratypi: 3, idem (MCCI). Lunghezza 4,1 mm. Pronoto, fronte e vertice marrone scuro, elitre nere, con pubescenza giallo pallida formante una banda longitudinale lungo i margini laterali del pronoto, due bande trasversali sulle elitre, rispettivamente nel callo omerale e ai 2/3, nonchè una coppia di grandi macchie tondeggianti ad 1/3 della lunghezza. Vertice ampio, largo oltre la metà del margine anteriore del pronoto. Fronte con pubescenza bianca uniforme, leggermente più addensata alla base, ma mai ricoprente i tegumenti. Clipeo sulla stessa linea della fronte, senza carena trasversale apparente. Antenne brevi, concolori, dentate a partire dall articolo 4. Pronoto con larghezza massima al quinto anteriore, con margini laterali regolarmente arrotondati e angoli posteriori ottusi. Disco poco convesso, con due vaghe

76 depressioni centrali, dietro al vertice e davanti allo scutello. Scultura superficiale, formante ride trasversali. Carinula preomerale assente. Carene marginali unite ai 4/5 basali. Sclerite sottogolare con margine anteriore intero, lievemente concavo. Scutello fortemente carenato. Elitre brevi, con apice microdenticolato, formante un angolo grossolanamente ottuso. Laterotergiti interamente pubescenti di bianco. Stessa pubescenza sulle metacoxe, sui metaepisterni e sugli sterni addominali, ad eccezione di quello basale, dove la pubescenza è meno addensata. Zampe con le unghie mucronate. Metatarso breve, col metatarsomero basale lungo quanto la somma dei due seguenti (1=2+3). Edeago fusiforme, base poco sclerificata, apice del lobo mediano acuminato (Fig. 17). Descrizione dei paratipi Lunghezza da 3,9 mm a 4,3 mm. Escludendo le dimensioni, non sono osservabili differenze sostanziali con l olotipo. Etimologia Dal latino interdire = vietare. Gli esemplari sono stati rinvenuti in una località dove uno degli autori era stato diffidato dal compiere ricerche entomologiche. Commenti La specie fu raccolta ombrellando alcune specie di Acacia. Agrilus interdictus n. sp. è morfologicamente vicino a A. fasciosus Obenberger, 1935 descritto del Cameroun, ma segnalato anche per il Gabon (Curletti, 2000). Si differenzia immediatamente per le dimensioni quasi dimezzate (7 mm la specie del Cameroun), la mancanza di carinule preomerali e lo sclerite sottogolare intero, non sinuato sul margine anteriore. Agrilus (Agrilus) rwandae n. sp. Fig. 10 Holotypus : Rwanda, P.N. Nyungwe Pindura, 1850 m, 2.30S 29.13E, 15-27 Sept. 2007, Leonard & Schultz legg. Sticky traps (MCCI). Paratypi: 3 e 2, idem (MCCI). Lunghezza 4,8 mm. Forma allungata, colore dorsale verde, ma con le elitre più scure. Vertice ampio, largo più della metà del margine anteriore del pronoto. Occhi poco visibili superiormente, fronte appiattita, verde, glabra. Clipeo ampio, separato dalla fronte da una rudimentale spessa carena trasversale che unisce le due fossette antennali. Margine inferiore del capo, all altezza degli occhi, in rilievo, formante un solco atto a ricevere le antenne in riposo. Antenne brevi, verdi, dentate a partire dal quarto antennomero. Pronoto più ampio anteriormente, con margini laterali poco e regolarmente arrotondati e angoli posteriori ottusi. Disco depresso ai lati e con una vaga depressione centrale posta davanti allo scutello. Carinule preomerali interrotte a 1/3 circa della lunghezza del pronoto. Carene

77 marginali divise anche alla base. Sclerite sottogolare con margine anteriore arrotondato, intero. Scutello ovoidale, carenato trasversalmente. Elitre allungate, con gli apici, presi singolarmente, arrotondati e microdenticolati. Superficie con pubescenza bianca uniforme, breve, ma comunque ben visibile. Lato ventrale lievemente più bronzato, quasi glabro. Zampe anteriori con le unghie bifide. Metatarso più lungo della metatibia, con i metatarsomeri molto allungati, di cui il basale meno lungo della somma dei seguenti grazie alla lunghezza del quinto, lungo quanto il secondo (1<2+3+4+5); (2=5). Edeago, sottile ed allungato, con margini laterali paralleli (Fig. 18). Descrizione dei paratipi Lunghezza da 4,8 mm a 5,4 mm. Le femmine hanno fronte più bronzata, unghie anteriori mucronate e metatarso meno lungo della metatibia, col metatarsomero basale più lungo della somma dei seguenti (1>2+3+4+5). Commenti I caratteri più significativi che, presi nel loro insieme, rendono unica la specie, sono le dimensioni, il colore, la pubescenza e soprattutto la conformazione delle metatibie del maschio, che da sole creano problemi nel collocamento del sottogenere di appartenenza. Infatti, facendo riferimento al già citato lavoro di Curletti (1998), per la lunghezza dei metatarsomeri maschili la specie potrebbe essere attribuita al sottogenere Pantherina Curletti 1998, ma le misure tarsali della femmina, la mancanza di mucroni elitrali e le piccole dimensioni parrebbero escludere tale ipotesi. Per questo motivo la specie viene attribuita provvisoriamente al sottogenere nominale. Specie di nuova segnalazione per la fauna del Benin o del Togo Agrilus (Agrilus) bonvouloiri Murray, 1868 Oltre che nel già segnalato Benin, è presente anche in Togo: Kloto forest area (IITA). Agrilus (Agrilus) viridator Obenberger, 1923 Una piccola serie di esemplari appartenenti a questa specie, gia segnalata per il Congo, Cameroun e Guinea è stata trovata a Goutansoukpa in Benin (IITA). Agrilus (Agrilus) kassaigena Obenberger, 1931 Specie descritta del Kasai (Congo), presente sia in Benin (Niaouli e Lokoli) sia in Togo (Kloto forest area) (IITA). Agrilus (Agrilus) conradti Obenberger, 1935 Descritto del Cameroun, è presente anche in Benin: Angaradebou (IITA).

78 Agrilus (Agrilus) curvus Kerremans, 1899 Specie osservata sulle liane arboree in Costa d Avorio, località tipica. Rinvenuta anche in Togo: M. Kloto e in Benin: Niaouli (IITA). Agrilus (Agrilus) fasciosus Obenberger, 1935 Benin: Lama forest area (IITA). Agrilus (Agrilus) filiformis Gory & Laporte, 1837 Oltre che in Benin è presente anche in Togo: Kloto forest area (IITA). Agrilus (Agrilus) perniger Obenberger, 1931 Benin: Goutansoukpa (IITA). Agrilus (Agrilus) sericeiplagis Obenberger, 1935 Benin: Lokoli (IITA). Agrilus (Agrilus) victoriae Obenberger, 1923 Tre esemplari provenienti dal Togo, Mt. Kloto (MCCI). Agrilus (Agriphylus) jumbo Curletti, 2002 Specie descritta della Costa d Avorio, è presente anche in Benin (forêt de Niaouli, Goergen leg., 3 e 1, IITA e MCCI). Specie inconfondibile, caratterizzata da antenne espanse nel maschio, come il paleartico A. laticornis (Illiger, 1803) e perfoliate, ossia lobate da entrambi i lati, come A. cervus Curletti, 2006, A. dama Curletti, 2006 entrambi della Nuova Guinea o di A. graminis Kiesenwetter,1857 del paleartico occidentale. Curletti (2004) ha proposto una revisione di un gruppo di specie appartenenti al sottogenere Agriphylus, basandosi sulla presenza/assenza della carinula preomerale e dalla pubescenza elitrale. Continuando su questa linea, A. jumbo è caratterizzato dalla presenza di una carinula preomerale intera e da una linea ininterrotta di pubescenza perisuturale, caratteri in comune con altre tre specie: A. bivittiger Obenberger, 1923 del Cameroun, A. rossii Curletti, 1997 della Sierra Leone, A. haafi Curletti, 2002 della Tanzania. Delle quattro specie in oggetto, escludendo A. rossii di cui non si conoscono esemplari di sesso maschile, solamente A. jumbo presenta antenne dilatate e perfoliate nel maschio. Agrilus (Agriphylus) gestroi Kerremans, 1906 Specie tra le più comuni del Golfo di Guinea, vivente sulle Fabaceae, è presente anche in Togo: Kloto forest area (IITA). Agrilus (Agriphylus) harmodius Obenberger, 1935 A questa specie descritta del Cameroun, sono attribuiti diversi esemplari di entrambi i sessi rinvenuti in varie località del Benin e del Togo.

79 Agrilus (Agriphylus) maddalenae Curletti, 1999 Oltre che in Sierra leone, la specie è presente anche in Togo, Kloto forest area e in Benin, Niaouli forest area (IITA e MCCI). Agrilus (Agryphilus) pachycerus Pochon, 1972 Togo: Kloto forest area (IITA). Agrilus (Coroebilus) grandis Gory & Laporte 1837 Specie segnalata di tutta l Africa intertropicale, è stata rinvenuta anche in Togo: Kloto forest area (IITA), e in Benin: Tanguieta (MCCI). Agrilus (Coroebilus) iruwimensis Obenberger 1936 Specie descritta del Congo, è presente anche in Togo: Kloto forest area (IITA). Agrilus (Melagrilus) griseonotatus Kerremans, 1899 Altra specie descritta del Cameroun e presente sia in Benin: Niaouli (IITA) sia in Togo: Mt. Kloto (IITA). Agrilus (Melagrilus) poecilus Obenberger, 1923 Bellissima specie, tra le più vistose dell Africa equatoriale. Descritta del Cameroun, è presente anche in Togo, sul monte Kloto (IITA). Agrilus (Melagrilus) pujoli Descarpentries 1963 Specie descritta della Guinea. Nelle collezioni dell IITA è conservata una lunga serie proveniente dal Togo: Kloto forest area (IITA). Agrilus (Nigritius) gianlucai Curletti, 1997 Specie descritta del Togo, è presente anche in Benin: Calavi (IITA). Agrilus (Robertius) gravedinosus Obenberger, 1935 Specie gia segnalata di Congo, Cameroun, Guinea, è presente anche in Togo: Kloto forest area (IITA). Agrilus (Pinarius) coraebiformis Kerremans, 1908 Benin: Niaouli, Oujdah, Attogon (IITA); Togo: Kloto forest area. Si tratta di uno dei rari casi di specie che si trovano indifferentemente sia nelle savane dell Est Africa che nelle zone forestate dell Africa occidentale; la specie è infatti descritta del Kenya. Agrilus (Robertius) alboluteus Curletti, 1995 Diversi esemplari rinvenuti sul Mt. Kloto in Togo (IITA e MCCI). Agrilus (Robertius) rudissimus Obenberger, 1935 Specie descritta del Congo, è stata rinvenuta anche in Benin: Lokoli forest swamp; Athiémé; Sérou (IITA e MCCI).

80 Agrilus (Agrilus) granulosus Gory & Laporte,1837 Specie del Senegal, è presente sia in Benin: Sérou, sia in Togo: Mt. Kloto (IITA). Agrilus (Robertius) holynskii Curletti, 1997 Togo: M. Agou e Kloto (IITA). Agrilus (Robertius) delenitor delenitor Obenberger, 1935 Benin: Niaouli forest area (IITA). Agrilus (Robertius) kiloanus Obenberger, 1935 Togo: Kloto forest area. Benin: Niaouli; Lama forest area (IITA). Agrilus (Robertius) kindianus Curletti, 1995 Togo: Kloto forest area (IITA). riassunto Sono descritte nuove entità per la fauna buprestidologica dell Africa tropicale: Phthyotis n. gen., Bellamyus guineensis n. sp., Bellamyus camerounensis n. sp., Malawiella regina n. sp., Agrilus (Xenagrilus) klotinus n. sp., Agrilus (Robertius) luciolus n. sp., Agrilus (Robertius) lampyrus n. sp., Agrilus (Pantherina) chloris n. sp., Agrilus (Agrilus) polyphemus n. sp., Agrilus (Agrilus) acoenonoetus n. sp., Agrilus (Agrilus) interdictus n. sp., Agrilus (Agrilus) rwandae n. sp. È anche fornito un elenco di specie segnalate per la prima volta in Togo e nel Benin. Gianfranco Curletti Museo Civico di Storia Naturale Parco Cascina Vigna 10022 Carmagnola (TO), Italia email gianfranco.curletti@yahoo.it Georg Goergen International Institute of Tropical Agriculture Biological Control Center for Africa / Biodiversity Centre 08 BP 0932 Tri Postal Cotonou, Republic of Benin

81 bibliografia Bellamy C.L., 2003. Nomenclatural and taxonomic changes, new distribution and biological records for jewel beetles (Coleoptera: Buprestidae). - Insecta Mundi, 16 (1-3): 57-62. Bellamy C.L., 2008. A World Catalogue and Bibliography of the Jewel Beetles (Coleoptera: Buprestoidea), Volume 4: Agrilinae: Agrilina through Trachyini. - Pensoft Series Faunistica No. 79: 1932-2684. Cobos A., 1967. Estudios sobre Bupréstidos de la fauna Etiópica, III Descriptiones y rectificationes diversas. - Arquivos do Museu Bocage, serie 2, I (18): 391-413. Curletti G., 1997. Studi sugli Agrilinae del Museo di Tervuren. - Lambillionea, XCVII: 461-479. Curletti G., 1998. Notes on metatarsal morphology in the genus Agrilus and a proposed redefinition of its subgenera in the afrotropical region. - Bollettino Società entomologica italiana, 130 (2): 125-134. Curletti G., 2000. Gli Agrilus della spedizione Radeau des Cimes - Gabon 1999. - Lambillionea, C, 3: 459-470. Curletti G., 2002. New African Agrilini species belonging to the genera Agrilus and Bellamyus. - Elytron, 15: 4-20. Curletti G., 2004. Contribution à la connaissance du groupe d Agrilus (Agriphylus) dimorphus Obenberger, 1923. - Entomologia Africana, 9 (2): 7-12. Curletti G., Bellamy C.L., 2005. Two new species of African Agrilini. - Folia Heyrovskyana, 12 (2004) (4): 175-178.

82 1 2 3 4 5 6 7 8 Fig. 1 - Bellamyus guineensis n. sp., olotipo. Fig. 2 - Bellamyus camerounensis n. sp., olotipo. Fig. 3 - Malawiella regina n. sp., olotipo. Fig. 4 - Agrilus (Xenagrilus) klotinus n. sp., olotipo. Fig. 5 - Agrilus (Robertius) luciolus n. sp., paratipo, 5,3 mm. Fig. 6 - Agrilus (Pantherina) chloris n. sp., olotipo. Fig. 7 - Agrilus (Agrilus) polyphemus n. sp., olotipo. Fig. 8 - Agrilus (Agrilus) acoenonoetus n. sp., olotipo.

83 9 10 11 12 13 14 15 16 Fig. 9 - Agrilus (Agrilus) interdictus n. sp., olotipo. Fig. 10 - Agrilus (Agrilus) rwandae n. sp., olotipo Fig. 11 - Bellamyus guineensis n. sp., edeago in visione dorsale, 2,1 mm. Fig. 12 - Agrilus (Robertius) luciolus n. sp., edeago in visione dorsale, 1,6 mm. Fig. 13 - Agrilus (Robertius) lampyrus n. sp., edeago in visione ventrale, 1,1 mm. Fig. 14 - Agrilus (Robertius) luciolus n. sp., occhio sinistro. Fig. 15 - Agrilus (Robertius) lampyrus n. sp., occhio sinistro. Fig. 16 - Agrilus (Pantherina) chloris n. sp., edeago in visione dorsale, 2,9 mm.

84 17 18 Fig. 17 - Agrilus (Agrilus) interdictus n. sp., edeago in visione dorsale, 2 mm. Fig. 18 - Agrilus (Agrilus) rwandae n. sp., edeago in visione dorale, 1,4 mm.