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Transcript:

Riunione N 24 Lunedì 6 marzo 2017 Ristorante Al Migò a Cà del Galletto, Conviviale Mario Botter, il folle di Dio relatrice Natalina Botter, figlia di Mario Botter Soci presenti 21: Francesco Albrizio, Francesco Bandiera, Mario Bassetto, Lucia Bressan, Guido Darsiè, Luigi Gazzotti, Giovanna Mazzer, Giovanni Monti, Paolo Pat, Alessandro Perolo, Alberto Petrocelli, Michele Piana, Elia Sbrissa, Claudio Scarpa, Renzo Secco, Alessandro Sericola, Andrea Scopelliti, Piero Tenderini, Mario Tonini, Federico Vianelli, Alessandro Zanet, Ospiti dei soci 6: Silvia Michelato, Priscilla Mazzoli ed Ezio Colombo (Albrizio), Giuseppe Baldan (Pat), Marisa Mattiuzzo (Monti), Laura Bandelloni (Scarpa) Ospiti del Club 1: Laura Serchiani Cari tutti, nel bollettino precedente vi raccontavo che ero molto rammaricato di dover scrivere su qualcosa che non mi aveva visto presenza partecipe e attiva, da qui il rammarico di non poter parlare di emozioni vissute, di sensazioni provate, di dettagli percepiti, di atmosfera respirata. 2

Tutta un altra storia per quanto riguarda la conviviale di lunedì scorso 6 marzo, c ero e e ne sono contento avevo con me anche Silvia, la moglie mia, e altri due amici ospiti. Serata magica per l argomento trattato e per la passione ed il trasporto del relatore, che è riuscito a farci toccare con mano quanto andava spiegando a parole e immagini con, talvolta, la voce rotta e le lacrime pronte a scendere dalle ciglia degli occhi. Ho avuto modo di dire, a fine serata, che non so cosa darei, per avere anch io la possibilità di avere un giorno la figlia mia amatissima, che possa parlare di me in pubblico con i modi, con il tono, con l affetto, la stima e la riconoscenza che Natalina Botter ha riservato al papà Mario Botter, spiegando quale contributo ha saputo dare e alla città di Treviso e a tutti quanti famigliari e amici lo hanno accompagnato nella sua avventura umana. Natalina, complice la necessità di usare il mouse per passare da un immagine all altra della sua presentazione, ha voluto sedersi discretamente nell angolo della sala dove era installato il PC e, rinunciando alla presenza scenica di un relatore che si rivolge al pubblico in piedi e bene eretto, ha 3

cominciato a parlare in un rapido crescendo di buone vibrazioni che è amichevolmente riuscita a trasmettere a tutti noi velocemente coinvolti. Questo lo so, perché più volte, durante l esposizione di Natalina, mi sono girato verso gli amici seduti al mio e agli altri tavoli e, incrociando casualmente lo sguardo di qualcuno, spontaneo veniva sempre l ammicco, il piccolo gesto di ammirazione, di stupore, di riconoscimento, allo spessore di quanto andavamo ascoltando: una rapida intesa che accumunava tutti i presenti consapevoli che si stavano ascoltando parole non banali su avvenimenti e persone non banali. Sono state 147 le immagini che Natalina ha proiettato e commentato, forse inconsapevolmente sono tutte servite a scolpire a tutto tondo la figura del papà, del suo coraggio, della sua caparbietà, della sua costanza nel voler recuperare, salvare, documentare, archiviare quanto di artistico nel tessuto urbano di Treviso, non doveva assolutamente andare perduto. Ci vuole infatti coraggio, indomabile volontà e grande fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità per non ascoltare chi, di fronte ad edifici devastati dai bombardamenti, andava dicendo che l unica cosa da fare era demolire tutto e procedere allo sgombero. E invece no, si doveva recuperare ogni mattone, ogni pietra, ogni frammento, qualsiasi cosa non fosse ridotta in polvere per ricomporre, riaggiustare, restaurare, riadattare e rimettere al suo posto. E questo è stato capace di fare Mario Botter, operando dove l incuria degli uomini aveva creato un desolante stato di abbandono, dove condizioni climatiche avverse avevano portato estesi guasti e dove l urto della guerra con i suoi bombardamenti aveva sistematicamente demolito e distrutto. In modo instancabile - ho pensato infatti che dormisse giusto qualche ora per notte, una o due, non di più - per eseguire schizzi, acquarelli, disegni tecnici, per annotare informazioni e appunti, per documentare, per tramandare, per far sapere, per non far dimenticare. 4

Riconoscenza eterna a Mario Botter, questo deve tributare la città di Treviso a questo suo concittadino appassionato, perché ha dell incredibile, la fiducia dimostrata a sé stesso e l amore per la sua città, nel voler ricreare, nel voler mettere a posto quanto farebbe cadere le braccia a chiunque che, impotente di fronte ad uno sforzo che non reputa possibile mettere in atto, rinuncia desolato all azione. Avreste dovuto esserci tutti, tutti vi sarete spellati le mani nell applaudire Natalina e nel tributare la sincera e partecipata standing ovation che tutti i presenti, in piedi e variamente commossi, hanno voluto tributare a Mario Botter. Bellissima serata, partecipata, allegra, commovente a tratti, colta e incuriosente. Cento di queste serate, ne saremmo tutti felicissimi. Grazie Natalina, grazie Claudio. Mario Botter, il folle di Dio" Come Giovanni Comisso definì Mario Botter, un uomo che ha contribuito a salvare il patrimonio artistico di Treviso nei momenti più bui.. e non solo.. e a cui la Città di Treviso deve e dovrà portare eterna riconoscenza. In verità è tutta la Famiglia Botter che ha intrecciato il suo destino con quello della nostra amata città: prima Girolamo Botter, poi Mario - tema della serata - poi i figli, Natalina e in particolare Memi Girolamo, morto nel 2010, detto il rabdomante degli affreschi, che, già tradicenne, era con il padre in mezzo alle macerie del 7 aprile a cercare di salvare affreschi e quant altro. 5

Mario Botter nasce a Treviso nel 1986 da Teresa Grespan e Girolamo Botter: quel Girolamo, in trevigiano detto Memi, artista e in particolare restauratore, che a 25 anni, nel 1883, collabora con l Abate Bailo allo stacco del Ciclo di San Orsola di Tomaso da Modena appena scoperto in Santa Margherita, costruzione destinata alla demolizione in quanto trasformata in maneggio. E poi un buon pittore che però produce poco: sopravvivono, tra gli altri, alcuni preziosi acquerelli commissionatigli dal Bailo, assieme al Carlini e al Sala, per salvare il ricordo di celebri palazzi trevigiani con decorazioni ad affresco. Peraltro, pur dovendo fare il decoratore-restauratore nelle case dei ricchi trevigiani, Girolamo tiene, in un certo senso, una sua scuola di pittura, decorazione e scultura: il piccolo Mario Botter cresce alla scuola artistica del padre, rivelando una precoce abilità nel disegno e nell amore per le cose belle ed antiche. Combattente di valore, come Granatiere meno che ventenne, sul fronte del Carso nella Grande Guerra, viene fatto prigioniero dopo Caporetto e internato in un lager in Germania. Vita da fame fino a quando gli austriaci cercano un pittore e poi un esperto in archeologia, e questo gli consente di migliorare, anche se solo per qualche mese, la sua condizione. Nel novembre 1918, dopo la disfatta dell Austria, parte per Budapest, poi per Karlovac e di lì a Fiume, ove è rapito dalla magica atmosfera di italianità che ivi si respira. Alfine torna a casa, ma per riunirsi alla famiglia sfollata, come la gran parte delle famiglie trevigiane, e quindi deve andare fino in Sicilia. Ma l ansia di Italianità di Fiume gli è rimasta nel sangue e poco dopo ritorna alla sua Brigata di Granatieri, che è stata inviata a presidiare la Città di Fiume. Dopo la conferenza di Pace di Versailles e la vittoria mutilata con l esclusione di Fiume e della Dalmazia dai territori annessi all Italia, Botter, giovane ardente di italianità, aderisce, con 186 commilitoni granatieri, al progetto di D Annunzio di prendersi Fiume con le armi. L avventura Fiumana, che termina nel Natale di Sangue del 1920, lascia per sempre nel suo animo un marchio indelebile. La sua formazione d artista matura poi sotto la guida autorevole del Prof. Luigi Coletti (1886-1961), storico e critico d arte, autore di innumeri saggi anche concernenti Treviso. La prima collaborazione col padre Girolamo la fa nel 22 con lo stacco di una parete dipinta (figura dell invidia) dai ruderi di un palazzetto in piazza S. Leonardo semidistrutto da un bombardamento aereo. Sempre nel 22 la scoperta di una annunciazione di scolari di Tomaso da Modena nella sacrestia di S. Nicolò. Poi scopre e ripulisce dallo scialbo gli affreschi romanico-bizantini (XII sec.) della piccola abside della chiesa di San Vito, indi esegue il restauro degli affreschi a san Francesco e alla decorazione della chiglia della navata (periodo 1923-28). Nel contempo con il padre lavora anni al recupero di Villa Barbaro a Maser, ridotta già nell ottocento ad una ruina abbandonata e acquistata in quegli anni da Sante Giacomelli che fa fare un parziale restauro troppo radicale. Ai primi del 900 il figlio Giuseppe Giacomelli chiama Girolamo Botter e poi il nipote l Avv. Carlo Giacomelli lo richiama nel 22 con il figlio Mario di scoperta in scoperta.. fino 6

all inaugurazione della villa nel 27, quando alla conseguente festa la sala riappare come se il grande Paolo l avesse appena dipinta.. Siamo nel 1928 e per Mario Botter è ora di sposarsi. siamo appena all inizio della sua vita, spesa per Treviso e le sue opere d arte, ma è bene che ora io taccia e lasci ancora disponibile molta curiosità per quanto ci dirà mirabilmente la figlia Natalina Venite numerosi e sarete ampiamente ripagati dal profluvio di bellezza che emana dalla conoscenza dell opera instancabile di questo Grande Trevigiano e Grande Italiano. Così, giustamente, è andato a raccontarci il nostro presidente nell allegato alla sua recente mail di caldo invito a partecipare alla serata. Ben fatto, adesso ne sappiamo tutti di più. Ancora una volta: bravo Claudio. Per par condicio, aggiungo anche un breve sunto del cv di Natalina Botter, così come è stato letto da Sandro (Sericola), il nostro bravo prefetto, durante la serata: Natalina Botter, moglie dell ing. Franco Vivian già presidente del RC Treviso (e altre cose interessanti assai, ndr), è nata a Treviso in una famiglia di artisti e di restauratori. Ha imparato la tecnica del restauro di quadri e affreschi dal padre e da Giuseppe Fini, ed ha eseguito per molti anni il restauro di quadri del cinquecento/settecento a fianco appunto di Bepi Fini. 7

Con il padre Mario, ha partecipato al restauro di due ville venete ed è particolarmente orgogliosa di aver restaurato gli affreschi nella casa del Petrarca ad Arquà, nei Colli Euganei. Giuseppe Mazzotti l ha voluta al suo fianco nell allestimento di mostre importanti come quella su Arturo Martini a Treviso nel 1967 e quella sulle Ville Venete a Piazzola sul Brenta nel 1978. Sempre Mazzotti l ha esortata, ancora giovanissima, ad accogliere i turisti italiani e stranieri per illustrare le bellezze del nostro territorio, ancora oggi svolge con passione la professione di guida turistica. Si è laureata il Lingue e Letterature Straniere ed ha insegnato tedesco negli istituti superiori. Si diletta nel preparare e organizzare conferenze di carattere artistico, ama dipingere: bravissima nel dipingere su seta con la suggestiva tecnica del batik. Il 25 marzo inaugurerà una mostra alla Galleria Spazio Paraggi a Treviso. Ama i viaggi e proprio giovedì prossimo partirà per la Lapponia sperando di vedere l aurora boreale. Fine della storia, applausi e tutti a casa felici e soddisfatti. 8

Marzo Sabato 11: Gara di Golf Trofeo 100 anni di Rotary Foundation, presso il Golf Club di Villa Condulmer a Mogliano Veneto, con lo scopo di raccogliere fondi per la Rotary Foundation. Arrivo per i non golfisti alle 14:30 circa e dalle 15:00 gara di Putting Green per tutti i partecipanti. Al termine premiazione dei vincitori in club house e piccolo rinfresco offerto da RC Treviso Nord 13 Marzo: Cà del Galletto, Ristorante Al Migò ore 20:00, conviviale Artigiano per l Arte con relatore Pino Perri, imprenditore titolare di Printmateria. Si parlerà di mecenatismo intelligente in forma contemporanea, con la partecipazione alla realizzazione di giovani registi. Lunedì 20: Consiglio Direttivo di Club presso la sede di Porta Altinia Lunedì 27: Cà del Galletto, Ristorante Al Migò ore 20:00, conviviale Presente e Futuro della città di Treviso, ospite e relatore il sindaco di Treviso Giovanni Manildo. 9

FA 09/03/2017 10