Da un ramo all altro



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Transcript:

Da un ramo all altro EDIZIONI B

3 Circolo Didattico Scuola elementare statale I. Calvino via Liguria 11 Cologno Monzese - Mi - insegnanti Maurizia Carnevale Nadia Ponci ottobre 1998 In copertina disegno di Lubna Ammoune

Da un ramo all altro EDIZIONI B

AUTORI Lubna Ammoune Angelo Aprile Marco Armetta Luca Astolfi Eleonora Bressanin Alessandro Calvitto Costanzo D Errico Ilaria Debernardis Martina Di Luca Jacopo Di Stefano Federica Ferrazzano Marta Mirabella Angela Oliva Dario Pettoni Alessandro Russo Daniela Russo Mauro Russo Stefania Valentino

Quale personaggio vuoi scegliere per la tua fiaba? Se Coniglietto rosa vai a pagina 8 Se Formichina nera vai a pagina 9 7

Coniglietto rosa C'era una volta un tenero e paffuto coniglietto rosa sempre in cerca di nuove avventure. Il pelo era di un rosa raggiante come la prima luce dell'alba, perché da piccolo era caduto in un secchio di vernice rosa mentre stava curiosando nel magazzino di un imbianchino. Aveva delle orecchie così lunghe che ciondolavano ad ogni passo; gli occhi erano cangianti come l'arcobaleno e rotondi come oblò; sotto il naso, piuttosto piccolo e schiacciato, partivano candidi baffi lunghi e dritti; dalla piccola bocca fuoriuscivano robusti denti bianchi. Indossava un piccolo gilet di pelle, un papillon con carote ricamate, dei jeans scoloriti toppati qua e là e degli anfibi neri. Dove andrà il nostro personaggio? Se decidi di mandarlo in Fattoria vai a pagina 10 Se decidi di mandarlo nel Bosco vai a pagina 11 8

Formichina nera C'era una volta una formica nera nera, perché amava nuotare nell'inchiostro. Aveva una testa a palla, gli occhi grandi e brillanti come diamanti; le antenne, più lunghe del normale, si posizionavano a forma di cuore ogniqualvolta si invaghiva. Era snella con due bei fianchi e zampe sottilissime. Non osava mangiare più di una briciola al giorno per mantenere la linea. Era vanitosa, esuberante e all'occorrenza impavida. Indossava abiti attillati, gioielli e tacchi a spillo. Dove andrà il nostro personaggio? Se decidi di mandarlo in Giardino vai a pagina 12 Se decidi di mandarlo nel Deserto vai a pagina 13 9

Fattoria Percorse la campagna in lungo e in largo, finché giunse in una fattoria recintata da alberi dove ci si poteva anche perdere se non si conosceva la strada. Era una specie di labirinto di vecchi fabbricati con al centro un'aia molto grande. Vi vivevano molti animali: c'erano maiali puzzolenti, mucche pettegole, pecore schizzinose, polli petulanti, cavalli brontoloni, galli prepotenti, cani arroganti, asini scalcianti, oche impiccione, conigli smorfiosi e gatti solitari. 10 Chi incontrerà il coniglietto? Se scegli il Gallo vai a pagina 14 Se scegli il Cane vai a pagina 16

Bosco Un brutto giorno finì in un bosco impenetrabile, buio buio come se lì fosse sempre notte. C'erano molti alberi secolari che sembravano non avere fine, svettavano fino alle nuvole e intrecciavano i loro rami in un lugubre abbraccio. Le fronde proiettavano ombre spaventose che ad ogni folata di vento prendevano vita e terrorizzavano tutti gli abitanti del bosco. Gobbe di radici serpeggiavano nel terreno intralciando il passo ad ogni essere vivente. Si udivano fruscii e ululati vaghi. Nell'ombra penetravano alcune volte cupi e pallidi raggi di sole che illuminavano mostruose creature. Chi incontrerà il coniglietto? Se scegli il Lupo vai a pagina 18 Se scegli il Bracconiere vai a pagina 20 11

Giardino Capitò per caso nel giardino della villa del signor Zozzò. Zozzò non amava pulire il giardino, infatti vi si trovavano scarafaggi, bruchi, vermi, zecche, ragni e cavallette La villa era diroccata, piena di crepe e ragnatele; un tempo era lussuosa con tanto di decorazioni in oro. Il giardino era utilizzato come discarica: tra le erbacce folte spuntavano lattine schiacciate, putridi avanzi di cibo, untuose scatolette di sardine e cacca di cane. In ogni dove ronzavano mosconi, vespe e zanzare. Per fortuna cresceva anche la Budleia Davidii, il cespuglio mangia-rifiuti. Gli alberi che riuscivano a sopravvivere erano sbilenchi e storti. Nessun fiore osava far capolino fra le ortiche. Chi incontrerà la formica? Se scegli il Signor Zozzò vai a pagina 22 Se scegli il Ragno vai a pagina 24 12

Deserto Dopo un estenuante cammino arrivò in un deserto cocente, un mare di sabbia dove si ergevano imponenti rocce dalle forme più strane, bucherellate come groviera. Qua e là spuntavano cactus tra la sabbia finissima che penetrava ovunque e s'innalzava col vento; all'orizzonte le dune ondeggiando disorientavano chiunque. A volte tempeste di sabbia oscuravano il cielo come se improvvisamente fosse calata la notte; ogni animale cercava riparo nella propria tana, solo carovane di cammelli impavidi avanzavano lentamente sfidando la tempesta. Chi incontrerà la formica? Se scegli il Formichiere vai a pagina 26 Se scegli lo Scorpione vai a pagina 28 13

Gallo 14 Tra i galli ve n'era uno particolarmente arrogante, molto brutto e dispettoso. Era spennacchiato e le poche piume rimaste sfumavano dal color rosso a quello marrone; della coda restavano solo tre penne, una più conciata dell'altra. Aveva un beccaccio da tucano, robusto e acuminato che era il terrore della fattoria; era strabico e, quando si arrabbiava, gli occhi diventavano due limoni. La cresta cascante era di un rosso sbiadito. Saltellava per tutta la fattoria su zampacce storte e rugose, lanciando striduli kikkirikì che rimbombavano per tutta la valle. Coniglietto rosa si divertiva a prendere in giro tutti gli abitanti della fattoria, ma un giorno il

gallo si arrabbiò e decise che, col suo verso malefico e il suo possente becco, avrebbe costretto il coniglietto rosa a pentirsi. Iniziò a lanciare stridii sempre più acuti, il suo strano kikkirikì s'insinuava ovunque e ogni timpano ne era colpito. Nella fattoria c'era un fuggi fuggi generale e coniglietto rosa si rifugiò nel garage del fattore, ma lo stridio, penetrando dal buco della serratura, continuava ad assordarlo fino a stordirlo. Il coniglietto pensò allora di scappare dalla fattoria, ma, appena mise il naso fuori dalla saracinesca, fu colpito più volte dal lungo beccaccio del gallo. Il coniglietto, già stordito, rimase anche spelacchiato. Puoi scegliere tra due finali. Se preferisci Cuffie rock vai a pagina 30 Se preferisci Ultima moda vai a pagina 32 15

Cane 16 Per la fattoria gironzolava sempre un cane nero dall'aspetto terrificante, era grande e grosso, a vederlo da lontano sembrava un orso affamato. Dal lungo pelo spiccavano occhi di fuoco che avevano il potere di ipnotizzare chiunque osasse guardarlo. Era perfido e crudele, voleva soggiogare tutti gli animali della fattoria e su di essi sfogava la sua voglia di vendetta. Si nascondeva nel grande labirinto per tendere agguati, inseguiva i poveri malcapitati e con i suoi denti affilati azzannava pecore, strozzava galline, intrappolava i gatti e soprattutto cacciava i conigli per la loro carne prelibata. Il coniglietto rosa era l'unico che riusciva ad evitare le angherie del terribile cane.

Il cane aveva al collo anche un potente collare magico con incastonata una pietra rossa che emetteva raggi laser. Una notte il cane decise di usare la sua arma segreta proprio contro il coniglietto rosa. Finalmente lo scovò e lo colpì, il coniglietto rosa sentiva che pian piano si stava irrigidendo come una pietra, cercò di scappare, ma gli occhi del cane lo ipnotizzarono. Puoi scegliere tra due finali. Se preferisci Naso di carota vai a pagina 34 Se preferisci Fulmini energetici vai a pagina 35 17

Lupo 18 Ogni notte un branco di lupi passava per il bosco alla ricerca di un po' di carne da addentare. In quel branco c'era un lupo molto timido, che non faceva paura neanche alle mosche. Era considerato la pecora nera del gruppo, era preso in giro da tutti, persino dai conigli. Era uno spillo: tante ossa e poca carne perché, impacciato com'era, riusciva a cacciare solo qualche uccellino ferito o alcuni topini malandati. Durante le notti di luna piena, però, il lupo timido si trasformava in un mostro feroce dalle mastodontiche mascelle. Solo in quella notte poteva cacciare a sazietà per spegnere la sua infinita fame da lupo e vendicare tutti gli

oltraggi subiti. Già pregustava bistecche di cinghiale, stufato di cervo e bollito di cerbiatto, fegato di scoiattolo e arrosto di coniglio. Cominciava allora a sbavare a più non posso in modo ributtante. Quando ormai il mostro aveva già la pancia piena, il coniglietto rosa commise un'imprudenza: si avvicinò troppo al mostro che lo sommerse nella bava appiccicosa e puzzolente, poi lo azzannò con i suoi vampireschi canini. Puoi scegliere tra due finali. Se preferisci Incantesimo lunare vai a pagina 37 Se preferisci Cespuglio guaritore vai a pagina 39 19

Bracconiere 20 Ogni mattina da lì passava un losco bracconiere che non aveva pietà neppure degli ultimi animali in via di estinzione. Solo a vederlo faceva paura: era possente e muscoloso, ma trascinava faticosamente il piede sinistro facendo scricchiolare le foglie secche in modo minaccioso, aveva una fitta barba nera e uno sguardo assassino; portava a tracolla un fucile a canne mozze e un sacco di pelle di cinghiale con numerose tagliole; infilato nel cinturone, un affilato coltello lanciava bagliori sinistri ad ogni passo. Andava alla ricerca soprattutto di conigli perché a lui piaceva la carne e alla moglie la pelliccia. Il coniglietto rosa, ignaro dei pericoli, mentre

si godeva un meritato riposo, vide comparire tra il verde dei cespugli una canna metallica, la sua curiosità ebbe il sopravvento e uscì allo scoperto per vedere meglio, ma... pam... sentì un acuto dolore al fianco. Il bracconiere senza esitazione rasò il povero coniglio che perse i sensi. Puoi scegliere tra due finali. Se preferisci Fonte di salvezza vai a pagina 41 Se preferisci Rubacuori vai a pagina 42 21

Zozzò 22 Il signor Zozzò era un vecchiaccio diabetico, piuttosto isterico. Con la dentiera ingiallita rosicchiava sempre un ripugnante mozzicone di sigaro. Passava le giornate ad urlare con i vicini che si lamentavano per le nauseabonde esalazioni provenienti dal suo giardino. I vicini, all'insaputa del signor Zozzò, di notte spruzzavano insetticida a più non posso. Il signor Zozzò portava un vecchio cappello di feltro che non toglieva neppure a letto, una camicia scozzese dal colletto scuro e unticcio, una salopette stracciata e scolorita e un paio di scarpe a bocca d'anatra. Nel giardino del signor Zozzò le formiche si

stavano preparando al trasloco: ormai non c'era più cibo per loro. Intenta a truccarsi formichina nera non si accorse che gli altri erano già partiti. Quando uscì dal formicaio deserto, fu presa dal panico. Quale direzione prendere? Evitò il nord perché soffriva il freddo, evitò il sud perché faceva troppo caldo, evitò l'ovest perché odiava il buio, prese perciò la via dell'est che conduceva, però, verso la casa. Si muoveva cautamente, un po' a causa dei tacchi a spillo, un po' perché temeva di sporcarsi. Il percorso non era dei più facili, ma divenne impossibile quando incrociò il vecchio scarpone che stava per inghiottirla. Cercò di scansarlo, ma la scarpaccia del signor Zozzò l'appiattì. Puoi scegliere tra due finali. Se preferisci Formica rossonera vai a pagina 43 Se preferisci Che bolle! vai a pagina 45 23

Ragno 24 Tra i rinsecchiti rami di una betulla, penzolava un peloso ragno nero. La testa era saldamente attaccata al torace da cui partiva un peduncolo che si collegava ad un enorme addome rigonfio. Le mascelle, che sembravano due lamine aguzze, continuavano a muoversi dall alto al basso in modo aggressivo. Gli otto occhi ripartiti simmetricamente erano immobili. Le quattro paia di zampe segmentate terminavano con un uncino. L estremità inferiore dell addome sputava continuamente sottilissimi fili che formavano una enorme ragnatela a raggiera, una trappola mortale per ogni insetto. Ogni vibrazione avvertiva il ragno che il pranzo era pronto. La formica in cerca di cibo gironzolava per il

giardino incurante dei pericoli. Si arrampicò anche sulla betulla dove stava appartato il ragno; incappò nella ragnatela e vi rimase invischiata. Più si dibatteva, più rimaneva imprigionata nella rete. Il ragno intanto aspettava che la sua vittima fosse sfinita per piombarle addosso e farne un sol boccone. Puoi scegliere tra due finali. Se preferisci Gita turistica vai a pagina 47 Se preferisci Che stile! vai a pagina 48 25

Formichiere 26 Un formichiere regolarmente di cattivo umore vagava solitario per questo deserto. Procedeva sempre a testa bassa. Dal pelo ruvido, duro e arruffato con ciuffi che uscivano da ogni parte, si intravvedevano piccoli occhi inespressivi. Procedeva senza il minimo rumore perché i potenti unghioni da scavo delle zampe anteriori erano ripiegati in dentro e toccava il suolo con il dorso della zampa. Il formichiere gigante era lungo quasi due metri, dalla punta del muso aguzzo, una proboscide, alla coda frangiata che lui teneva sempre orizzontale. Sfoderava i suoi unghioni e rifilava ad ogni termitaio che incontrava zampate tanto potenti da aprire squarci

profondi, dove introduceva il muso affilato, sciabolava la lingua appiccicosa nel brulicare di insetti e subito dopo veniva poi risucchiata in bocca. Il formichiere era goloso anche di formiche che scovava da tutte le parti. Formica nera, preoccupata solo di mettere in mostra la sua eleganza, inavvertitamente intralciò il passo del formichiere che non si faceva scappare neppure le più piccole occasioni. Con i suoi unghioni imprigionò la formica che cominciò allora a tremare dalla paura. Vide la morte che si avvicinava e fece l'ultima preghiera: - Sa sa sa va va va mi mi mi salvami! Poi vide la bocca del formichiere sempre più vicina finché scivolò nel buio. Puoi scegliere tra due finali. Se preferisci Quasi un luna park vai a pagina 49 Se preferisci Solletico provocante vai a pagina 50 27

Scorpione 28 Sotto le rocce si nascondeva uno schivo scorpione che affilava le sue armi solo di notte. Era un incrocio tra uno scorpione asiatico e uno africano. Camminava con la coda inarcata e il pungiglione pronto a colpire eventuali prede, esso serviva anche per difendersi contro uccelli, lucertole e altri nemici. Catturava le sue vittime con robuste chele e il pungiglione ricurvo, alla fine della coda segmentata, iniettava poi il mortale veleno che cominciava a sciogliere la preda. Amava cacciare da solo poiché non voleva dividere il cibo con gli altri. Durante una tempesta di sabbia la formica nera fu scaraventata nella tana dello scorpione che, infastidito, cominciò a controllare ogni

angolo. Appena intravvide uno strano luccichio, si mise sulla difensiva, poi di scatto inarcò il pungiglione e colpì formica nera. Di lei rimasero solo i gioielli. Puoi scegliere tra due finali. Se preferisci Uno strano amuleto vai a pagina 52 Se preferisci Cura velenosa vai a pagina 54 29

Cuffie rock 30 Il gallo, distratto dalle galline che approfittarono subito della sua assenza, abbandonò l'ormai tramortito coniglio. Coniglietto rosa si rialzò traballando con un'emicrania perforante. - Ahi, ahi, ahi... che mal di testa! Per mille carote, quel maledetto gallo mi ha stordito, non ci sento più. Devo cercare qualcosa per proteggere le mie orecchie. Ma che cosa? Idea: delle cuffie mi farebbero comodo! Coniglietto rosa frugò nella cameretta del figlio del fattore finché trovò un paio di cuffie del suo Hi-Fi. Se le mise subito convinto che fosse un'ottima protezione dai terribili stridii del gallo e scappò. Ad un certo punto sentì degli strani suoni: era

musica rock. L'ascoltò con piacere e, spinto dal ritmo, iniziò un frenetico ballo. Aveva scoperto una nuova passione: la musica. Decise di abbandonare la desolata fattoria e tuffarsi nella vita del disk-jockey. Ancora oggi è l'idolo di tutti i dee-jay. 31

Ultima moda 32 Il gallo, orgoglioso della sua eroica impresa, se ne andò impettito. Quando il coniglietto riprese conoscenza, sussultò: - Che spavento! Come sono combinato e uno sguardo infelice si posò sui suoi ultimi peli rimasti. Faticosamente si rialzò e pensò: - Quel brutto gallo come lo odio! Cosa potrei fare? Riattaccare la mia pelliccia! Raccolse i peli sparpagliati e si diresse verso la pineta: la resina era la soluzione al suo problema. Si strofinò contro numerosi tronchi finché diventò un blocco appiccicoso. Si rotolò nei suoi peli, ma il risultato fu piuttosto disastroso: la pelliccia era arruffata, viscosa e rigida. Il coniglietto rosa per la vergogna pensò di nascondersi in città nei sotterranei

della metropolitana. Proprio in una stazione fu sorpreso da cinque bulli di periferia che avevano un aspetto decisamente più stridente del suo. Si fece coraggio, si avvicinò e fu accolto in maniera entusiastica. Da quel giorno venne riconosciuto da tutti come coniglietto punk. 33

Naso di carota 34 Il coniglietto ormai ipnotizzato non riusciva più a muoversi. All'improvviso, però, sentì un sublime odore di sformato di carote, lo stava preparando la moglie del fattore. - Uhm, uhm, uhm... l'intenso profumo di queste carote potrebbe risvegliare anche i morti. Che delizia! E finalmente coniglietto rosa riuscì a distogliersi dall'ipnosi. Balzando felice, fece una pernacchia al cane che, sbalordito, si allontanò con la coda fra le zampe. Ancora una volta le carote furono la sua salvezza. Tutti i conigli vollero conoscere il famoso intenditore di fragranza alla carota. La sua fama girò il mondo e lui diventò un ricco commerciante di carot-parfums.

Fulmini energetici Il coniglietto non dava più segni di vita, era completamente paralizzato, chiedeva disperatamente aiuto a qualche animale che si fermava incuriosito per guardare la scultura di pietra. Passava giorno e notte immobile come una statua in mezzo alla fattoria, ma nessuno immaginava che coniglietto rosa fosse sotto incantesimo. Una notte scoppiò un violento temporale che distrusse tutto: sollevò parecchie tegole e le schiantò a terra, scardinò la porta, frantumò i vetri, sradicò gli alberi e terrorizzò gli animali. Fulmini spaventosi colpivano la fattoria, minacciando e sfiorando più volte il coniglietto pietrificato; poi un fulmine particolarmente potente lo colpì e la pietra si spezzò in mille 35

36 pezzi. Il coniglietto era stato finalmente liberato, ma il fulmine lasciò al coniglio scariche di elettricità. Coniglietto rosa le scaraventò subito contro il maledetto cagnaccio che scappò talmente lontano da non farsi più rivedere. Il coniglietto rosa continuò per molto però a sentirsi un po' strano: era raggiante di luce, perciò si fece assumere in una caroteria come coniglietto al neon.

Incantesimo lunare Quando il malcapitato coniglietto stava per essere trangugiato, si esaurì l'effetto della luna piena. Il corpo del mostro si stava afflosciando mentre il lupo velocemente riprendeva le sue sembianze, sbadigliando come un ippopotamo. Il coniglietto, approfittando dell'inaspettato colpo di fortuna, si divincolò dalle fauci che con ripetuti cigolii si stavano riducendo. Il coniglietto, sempre più esterrefatto, seguiva senza batter ciglio la metamorfosi del lupo, finché sbottò: - Ma tu chi sei veramente? - Sono un lupo pauroso, vittima di un incantesimo che si ripete ogni plenilunio. - Allora abbiamo qualcosa in comune: la 37

38 paura. Potremmo diventare amici per il pelo! - Buona idea! Non ho mai avuto un amico. Da quel giorno diventarono inseparabili compagni di sventura.

Cespuglio guaritore Il mostro stava affondando i suoi acuminati canini nella tenera carne del coniglietto, quando improvvisamente starnutì scaraventando il povero coniglietto dall'altra parte del bosco. Finì sopra un cespuglio Il coniglio sanguinava copiosamente perché le ferite erano profonde. Era talmente debole che si assopì sul cespuglio stesso. Il giorno dopo si svegliò e, con sua grande meraviglia, vide che le ferite non sanguinavano più, anzi cominciavano a rimarginare. Si accorse che la sua possibile guarigione era dovuta all'effetto curativo delle foglie del cespuglio. Il coniglietto raccolse allora tantis- 39

40 sime foglie da appoggiare sulle ferite che in poco tempo cicatrizzarono. Il coniglietto pensò che ci potessero essere altri vegetali che avrebbero potuto guarire tutte le malattie. Incominciò subito la ricerca. Trovò tantissime erbe curative tanto che diventò un famoso omeopata.

Fonte di salvezza Il cacciatore prese il coniglietto rosa e lo portò a casa sua per farlo in salmì. Non avendo a disposizione il vino, decise di rimandare al giorno seguente il prelibato pranzetto. Il coniglietto, quando si svegliò, si trovò a penzolare appeso ad una corda. Con i suoi denti rosicchiò la corda e tombolò a terra; senza farsi vedere scivolò fuori dalla casa. La ferita continuava a sanguinare; era ormai debole e stava perdendo ogni speranza. Alzando gli occhi vide un cartellone che pubblicizzava la festa del WWF. Raccolse le ultime energie e s'incamminò verso l'oasi più vicina. Arrivò stremato e quasi dissanguato. Fu raccolto da un veterinario che lo curò con tenerezza. Il coniglietto rosa, a cui nel frattempo ricrebbe il pelo, diventò la mascotte dell'oasi. 41

Rubacuori 42 Il cacciatore se ne andò e il coniglietto rimase lì, leggermente ferito, in mezzo a quello spaventoso bosco. Cominciava a calare la sera e sentiva già i primi brividi di freddo sul nudo corpo. Intuì subito che non poteva stare in quelle condizioni per tutta la notte. Pensava e ripensava come poteva ricoprirsi; ad un certo punto gli saltò in mente di andare nella casa della sua ex padrona perché era un'appassionata collezionista di pellicce di lapin. Intrufolatosi in casa, frugò nel gigantesco guardaroba: con le lacrime agli occhi pensò alla triste fine dei suoi simili. Poi abbandonando ogni sentimentalismo, scelse la pelliccia più piccola e la indossò dandosela a gambe. Tutti i coniglietti che incontrava ammiravano la sua folta pelliccia, tanto che le belle conigliette arrivarono a spasimare per il lapin-lover.

Formica rossonera La formica appiattita si ritrovò tutta rossa come un peperoncino piccante. Cominciò a pensare che se avesse raggiunto le compagne, non l'avrebbero riconosciuta. Perciò si convinse che era meglio unirsi al gruppo delle formiche rosse. Iniziò un lungo viaggio che si concluse sulle colline della costa ligure. Superò le sentinelle sfoderando tutto il suo fascino: lanciava messaggi pacifici con le sue antenne a cuore, e di voce in voce si diffuse la notizia dell'arrivo di una formica davvero speciale. Fu accolta con entusiasmo perché riconobbero in lei la regina appena perduta. Formichina nera raccontò in modo così coinvolgente e con dovizia di particolari le avventure incontrate durante il lungo viaggio, che tutto il formicaio la acclamò regina. Nei suoi 43

44 anni di regno, facendo tesoro della sua esperienza, governò con giustizia e lealtà.

Che bolle! Formica nera non riusciva più a reggersi sulle zampe ormai divaricate, perciò per spostarsi fu costretta a strisciare per il giardino. Finì con lo sbattere il naso contro una bottiglia di plastica semivuota. Approfittò della poca acqua rimasta per riprendersi dallo spavento. Si accorse che, mentre beveva, una inaspettata effervescenza le gonfiava lo stomaco. Le balenò un'idea geniale: se avesse continuato a bere avrebbe potuto ritornare alla normalità. Per affrettare la guarigione, si tuffò nell'acqua per tracannare meglio e continuare a gonfiarsi. Non si accorse però che aveva già superato la sua grandezza naturale: era diventata una palla che, mentre scivolava fuori dalla bottiglia, continuava ad ingrossarsi. Si alzò così in aria come una mongolfiera, volteggiava culla- 45

46 ta dal vento e, in un battibaleno, raggiunse le nuvole. Volava sempre più in alto, da lassù poteva ammirare fiumi, laghi, paesini sperduti fra le montagne, colline, boschi e brulicanti città. Dopo un rigurgito, però, piano piano la formica cominciò a sgonfiarsi e perdere quota finché per fortuna atterrò su un morbido prato. Formica nera era contentissima di essere ritornata con le zampe per terra, ma sapeva che le sarebbe bastato un sorso d'acqua frizzante per ammirare dall'alto, ancora una volta, le bellezze della natura.

Gita turistica La formica cercava di liberarsi mentre il ragno avanzava minaccioso verso di lei. Si dimenò ancora più forte, ma invano. Si preparò alla morte sicura chiudendo gli occhi. Quando li riaprì non vide più il ragno, anzi le sembrava di essere in paradiso. Un colpo di vento vorticoso aveva rotto la ragnatela e catapultato la formica nel vuoto. Si trovò fra nuvole rosa di forme diverse, il sole l'abbracciava con i suoi tiepidi raggi e il vento le accarezzava le antenne. Affascinata dall'esperienza del volo decise di costruire uno strumento che le permettesse di volare: fabbricò così delle ali con cera e piume d'uccello. Finalmente poteva librarsi nel cielo ogni volta che lo desiderava. 47

Che stile! 48 Sfortunatamente per il ragno arrivò un improvviso acquazzone. Nuvoloni neri rabbuiavano il cielo. Incominciarono a cadere grossi goccioloni che ben presto si trasformarono in una pioggia torrenziale. La ragnatela sembrava resistere alla furia della natura, ma, dopo un ennesimo e più violento scroscio d'acqua, la ragnatela si sfibrò tanto da ridursi in brandelli. La corrente d'acqua trascinò vorticosamente formichina nera che cercava di stare a galla. Per sopravvivere migliorò il suo stile di nuoto, ma veramente più che una formica sembrava una rana. La formica nera, al termine dell'acquazzone, aprì una scuola di nuoto nella pozzanghera più grande del giardino.

Quasi un Luna Park Formichina nera aveva l'impressione di essere sulle montagne russe: scivolava, risaliva e si capovolgeva tra l'esofago e lo stomaco del formichiere. Ad un certo punto pensò di essere entrata in un castello stregato: acidi cercavano di assalirla, filamenti tentavano di intrappolarla, fantasmi di termiti la impaurivano, improvvisi terremoti le facevano perdere l'equilibrio. Finalmente uscì dallo stomaco, ma precipitò nell'intestino. Le sembrava di essere finita in un parco acquatico: un brivido le percorse le antenne proprio quando la corrente la trascinò vorticosamente verso il lontano sbocco. Un senso di vuoto la paralizzò. Quando riaprì gli occhi, con suo grande stupore, si ritrovò libera e felice. 49

Solletico provocante 50 Per fortuna formichina nera non fu inghiottita perché rimase intrappolata in una papilla a forma di calice. Si arrampicò lungo i bordi per uscire dalla papilla. Il formichiere percepiva un leggero solletichio che lo infastidiva e gli provocava qualche colpo di tosse. Formichina nera escogitò un piano per darsela a zampe: appena il formichiere avrebbe aperto la bocca, formichina nera, si sarebbe precipitata fuori. Prima che formichina nera studiasse il suo piano nei minimi dettagli una brusca e violenta scossa la travolse. Formichina nera non rendendosi conto di ciò che le stava accadendo serrò gli occhi e rannicchiò la testa nelle spalle preparandosi ad affrontare la sorte. Asfissiata e stordita dal rumore rimbombante, ad un tratto riaprì gli

occhi e capì che il terremoto stava per finire. Vide un fascio di luce che la abbagliava e la sagoma di un cactus: il formichiere con l'ultimo colpo di tosse diede la libertà alla povera creatura che tramortita, ma felice, atterrò nel deserto. Ormai in salvo, organizzò una festa di ringraziamento per soli insetti. 51

Uno strano amuleto 52 Di lei rimase solo la cheratina. Lo scorpione, dopo aver risucchiato le viscere della formichina, abbandonò il suo scheletro esterno. Intanto un archeologo in cerca di fossili da analizzare percorreva il deserto in lungo e in largo. Capitò nei pressi della tana dello scorpione e la sua attenzione fu attratta da un sasso scolpito di forma triangolare. Che strano oggetto, cosa sarà? Un portafortuna di un faraone o un fossile di qualche animale vissuto nella preistoria? si domandava l'archeologo. Potrebbero esserci reperti molto interessanti in questo posto. Circoscrisse l'area di ricerca e cautamente

cominciò a scavare fino a raggiungere la tana dello scorpione. Spostando via via i sassi e scopando i granelli di sabbia, trovò amuleti, gioielli, anfore e frammenti di papiro. L'archeologo era al settimo cielo quando vide anche la formica. La osservò e si rese conto che era rimasta solo la cheratina. Pensò che fosse un raro amuleto di qualche stravagante faraone che agli scarabei preferiva le formiche. L'archeologo raccolse i reperti e li trasferì immediatamente nel museo della sua città. Formichina nera divenne l'attrazione del museo. 53

Cura velenosa 54 Il pungiglione, per fortuna, colpì in realtà formichina nera solo di striscio, un gioiello l'aveva risparmiata. La minima quantità di veleno iniettata le servì come vaccinazione antiscorpione. Grazie agli anticorpi la formica diventò resistente ad ogni tipo di veleno. La notizia passò rapidamente da una formica all'altra. La sua fama oltrepassò i confini del deserto. Formichina nera era riuscita finalmente a capire quale antidoto usare contro gli scorpioni, quante formiche avrebbe potuto salvare! Si

mise all'opera e in pochi giorni recuperò una buona quantità di veleno che utilizzò per vaccinare tutte le formiche che incontrava. Formichina nera diventò famosa per la sua scoperta. 55

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