Roma: La Leggenda delle Origini
Dopo la distruzione di Troia un principe troiano, Enea, fu costretto dalla madre, Venere, a fuggire dalla città in fiamme con il padre Anchise e il figlio Ascanio, essendo destinato a imprese più grandi. P.G. Batoni, Fuga da Troia
Enea fuggì da Troia con i suoi compagni e con 3 navi e si diresse verso l isola di Delo per consultare l oracolo W. Turner, Tempesta
P. da Cortona, Enea sbarca alla foce del Tevere:. Una volta arrivato a Delo Enea consultò l oracolo per conoscere il suo destino. Questi gli rivelò che era destinato a fondare una grande città nella terra dei suoi antenati
Enea riprese il suo viaggio per mare, ma fu sorpreso da una tempesta provocata da Giunone, nemica dell eroe, e naufragò a Cartagine W. Turner, Il Naufragio
Qui il principe troiano fu accolto molto calorosamente dalla regina Didone che, grazie a un intercessione di Venere, si innamorò di lui G. Tiepolo, Didone ed Enea.
Claude Lorrain, Didone mostra Cartagine ad Enea
Grazie ai complotti di Giunone e Venere, i due si unirono in matrimonio in una spelonca Anonimo, Enea e Didone
Rendere felice la Regina, tuttavia, non era il destino di Enea, che, per realizzare il proprio destino, abbandonò Didone Pompeo de Batoni, Enea Abbandona Didone
Didone, non spportando l abbandono, si uccise nella disperazione e nella rabbia: <<Che il mio popolo non trovi pace fino a che la discendenza di Enea non sarà distrutta! Che per i popoli non ci siano alcun amore e patti!>> Anonimo, Morte di Didone
Dopo ulteriori peregrinazioni per mare Enea arrivò a Cuma dove la Sibilla gli svelò gli ultimi misteri del suo destino:<< già un altro Achille è stato genreto nel Lazio!>> G. Cerrini, Enea e la Sibilla
Al colloquio con la Sibilla seguì la discesa negli Inferi, nei quali entrarono corrompendo Caronte il traghettatore di anime. G. Crespi, Enea, Sibilla e Caronte
Qui Enea incontrò il vecchio padre, Anchise che predisse che una forte popolazione sarebbe nata da Enea. Anonimo, Anchise
Arrivati nel Lazio i troiani furono accolti calorosamente dal re del luogo, Latino, che diede in sposa a Enea la figlia Lavinia. F. Bol, Enea alla corte di Latino
Tiepolo, Enea e Lavinia
L arrivo di Enea e il suo matrimonio, però, non furono ben visti da un altro popolo del luogo: i Rutuli. Il loro re, Turno, dichiarò immediata mente guerra a Enea P. Rubens, La battaglia delle Amazzoni
Dopo molte battaglie sanguinose la guerra si concluse con uno scontro tra i due comandanti che vide come vincitore Enea L. Giordano, Il duello di Enea e Turno
Romolo e Remo
Dopo 4 secoli dalla vicenda di Enea a Albalonga, fondata da Ascanio, il dio Marte, invaghitosi di una vestale Rea silvia, la rese madre di due gemelli:romolo e Remo. P. Rubens, Marte e Rea Silvia
Rea Silvia era la figlia del re di Albalonga, Numitore, appena spodestato dal fratello Amulio. Per questo motivo i bambini, che rappresentavano un pericolo per lo zio, furono da questi abbandonati nel Tevere. Fortunatamente una lupa li salvò e li nutrì. P. Rubens, Romolo e Remo
Dopo alcuni mesi i due bambini furono trovati dal pastore Faustolo che li crebbe insieme a suoi figli. Diventati adulti il pastore rivelò le loro origini e questi non persero tempo a vendicarsi dello zio e a rimisero sul trono Numitore. P. da Cortona, Romolo e Remo raccolti da Faustolo
Romolo: Roma! Remo: Remora! I due ragazzi, non volendo restare a Albalonga senza governare, decisero di fondare una nuova città, ma iniziarono subito dei dissidi: Romolo la voleva sul Palatino e con nome Roma mentre Remo sull Aventino e con nome Remora.
Decisero di lasciare la scelta agli dei. Remo avvistò per primo sei avvoltoi sopra l Aventino e Romolo subito dopo ne avvistò dodici sul Palatino. Non riuscendo a mettersi d accordo su chi avesse visto il presagio migliore decisero di fondare due città separate. V. Van Gogh, Campo di grano con volo di corvi
Remo, per beffarsi del fratello, passò il pomerium, il solco sacro che determina il confini di Roma, e Romolo in uno scatto d ira lo uccise diventando l unico re di Roma. Remo passa il solco sacro, che determina i confini di Roma.
Età regia di Roma I sette re di Roma (753-509 a. C.) Tra leggenda e storia
Romolo Dopo la fondazione della città Romolo governò fino al 716 a.c. si impegnò a far diventare Roma un vero e proprio stato: Intraprese guerre di conquista contro i Ceninensi, gli Antemnati, i Cristumini e i Sabini, conquistò anche la città di Medullia, i Septem pagi e le Saline, sottratte alla città di Veio; sconfisse inoltre Fidene e Cameria; Costituì un assemblea di 100 Patres, il Senato, che perse importanza quando il re diventò dispotico, e definì il rapporto di clientela tra Patrizi e Plebei; Divise il popolo in tre tribù, a loro volta divise in 10 curie ciascuna; Istituì dei riti sacri, come i Lupercali, i Carmentalia, i Matronalia ed il culto del fuoco; Fece costruire la cinta muraria sacra, il Pomerium, il tempio di Giove Feretrio e quello di Giove Statore.
J. L. David, Il ratto delle Sabine
Numa Pompilio Numa Pompilio (715-673 a. C.) era di origine sabina e cercò di portare a compimento il suo progetto di riforma: Proibì ai romani di venerare immagini divine di forma umana o animale; Istituì il collegio sacerdotale dei Pontefici, quello delle Vestali, quello dei Feziali e dei Salii; Migliorò le condizioni degli schiavi; Unificò i culti e le tradizioni dei Sabini e dei Romani; Fece costruire la Regia, ovvero la sua casa, ed il Tempio di Giano. Numa Pompilio che parla con la Ninfa Egeria
B. Rode, Numa Pompilio Augure P. Rubens, Il tempio di Giano Rovine della Regia
Tullo Ostilio Tullo Ostilio (672-641 a.c.), re sabino della gens Hostilia, attuò una politica espansionistica completamente diversa da quella del suo predecessore, ampliando la Stato romano fino al Massiccio Albano: Favorì l espansione di Roma conquistando Alba Longa, Veio e Fidene; Fece costruire la Curia Hostilia, dove si tenevano le riunioni del Senato. La vittoria sulle città di Veio e Fidene
J. L. David, Il giuramento degli Orazi
Cura Iulia
Anco Marzio Anco Marzio (640-616 a.c.) fu il quarto re di Roma, nipote di Numa Pompilio, appartenente alla gens Marcia: Continuò la politica espansionistica a danno dei Latini, dei Volsci e dei Sabini( annessione di Politorium e Ficana); Venne soprannominato resacerdote, e istituì i sodalizi sacerdotali dei Flamini e Feziali; Furono realizzate molte opere pubbliche e architettoniche: fortificazione di Gianicolo; la fondazione di Ostia; la via Ostiense; il ponte Sublicio; il porto Tiberino. Monete raffiguranti Anco Marzio
Via Ostiense Porto Tiberino Ponte Sublicio
Tarquinio Prisco Tarquinio Prisco (616-579 a.c.) era originario di Tarquinia in Etruria: Combatté contro i Sabini, i Latini, gli Etruschi(delle città di Chiusi, Arezzo, Volterra, Rosselle e Vetulonia); Riformò lo stato: aumento del numero dei membri dell'assemblea Centuriata e del Senato; Fece costruire: Circo Massimo, Cloaca Massima, tempio del Giove Capitolino. Circo Massimo Cloaca Massima
Servio Tullio Servio Tullio (578-539 a.c.) era un etrusco di umili origini: Fu l'autore della più importante modifica dell'esercito: rese possibile il reclutamento anche agli appartenenti degli strati sociali più umili; Si occupò anche della ripartizione della popolazione (fino ad allora era organizzata in tribù): la suddivise secondo il luogo di residenza. Grazie a ciò poté valutare il patrimonio dei singoli cittadini e fissarne la quantità di tributo. Servio Tullio
Tarquinio il Superbo Lucio Tarquinio (539-510 a.c.), detto il Superbo, di origine etrusca, fu l ultimo re di Roma. Venne ricordato come un re crudele e malvagio tiranno: Condusse campagne militari a danno delle città latine verso la Campania; Firmò trattati di alleanza con molte popolazioni ( Volsci, Equi), consolidando il predominio nel sud del Lazio; Tarquinio il Superbo recide le cime dei papaveri
Caduta di Tarquinio il Superbo La caduta di Tarquinio "il Superbo" può essere letta mediante due diverse interpretazioni: Secondo la leggenda, il figlio di Tarquinio il Superbo si rese colpevole dell' atto di violenza nei confronti della moglie di uno dei suoi generali, Lucrezia. Ciò portò al potere Lucio Giunio Bruto, fondatore della Repubblica. Secondo una ricostruzione storica, Roma fu conquistata dagli etruschi capeggiati dal re di Chiusi, Porsenna, che cacciò i Tarquini da Roma costringendoli a firmare un trattato di resa.