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Transcript:

Racconto inviato da Monica Chiesura email di riferimento: mcshogun62@gmail.com QUANDO SI DICE IL DESTINO! La nostra storia inizia così: in una bella giornata di ottobre, quando la mia migliore amica Sabrina "mamma" di Tobia un piccolo bichon frisee per il quale stravedevo, mi informò che era nata un'altra cucciolata circa un mese prima. Di lì poco sarebbe stato il mio compleanno e in famiglia espressi il desiderio di avere un cucciolo. Conoscendo la mia passione per gli animali ebbi il benestare di tutti. Presi contatti telefonici con la proprietaria per una visita, nel frattempo in internet vedemmo la cucciolata; cinque splendidi batuffoli di pelo, quattro bianchi e neri e uno tutto bianco. La nostra attenzione si concentrò sul piccolino bianco. Il giorno successivo io e mia figlia Sara andammo a vederli. Arrivate alla casa, ci venne subito incontro Bibò il papà dei cuccioli che scodinzolando ci accompagnò in casa dove la mamma Biba stava allattando i piccoli. Quando ebbero finito cominciarono a correre per casa e a rosicchiare tutto quello che gli capitava a tiro; ci incuriosirono da subito due fratellini uno bianco e nero e quello tutto bianco, perché al contrario degli altri loro stavano sempre assieme, qualsiasi cosa la facevano sempre assieme perfino la pipì! Dopo essere rimaste a casa della proprietaria per due ore a guardarli e a coccolare i piccoli, Sara decise di prendere il cagnolino bianco e nero e lo chiamammo Artù. Artù divenne ben presto il re di casa e l'attrazione del nostro negozio, tanto, che più di

qualcuno mi chiese se c'erano ancora cuccioli disponibili. Così una coppia di miei clienti adotto il cucciolo bianco e lo chiamarono Fiocco. Artù e Fiocco ebbero così la fortuna di vedersi tutti i giorni consolidando quell'amore fraterno che li univa. Nel corso del primo anno di vita Fiocco scappò di casa e con grande stupore ce lo ritrovammo scodinzolante in negozio. Poi per sua sfortuna le cose per lui cominciarono a non andare troppo bene. Una mattina mentre passeggiava con la sua proprietaria, si ruppe il guinzaglio e lui fini sotto un'auto riportando la frattura, per fortuna composta del bacino, e sembra impossibile Artù rimase per tre giorni sdraiato come se stesse male ululando. La veterinaria ci disse che probabilmente i due cagnolini erano simbiotici un po come i gemelli e Artù probabilmente avvertiva la difficoltà di Fiocco in quanto non aveva nulla. Per fortuna presto guarì. Poi la coppia che lo adottò si separò, e per Fiocco cominciarono i veri problemi. Diventò l'oggetto del contendere; la moglie lo voleva e il marito per dispetto non glielo voleva dare. Sta di fatto che il poverino venne lasciato come un oggetto in un terrazzino piccolissimo, senza essere accudito e ricevendo anche qualche calcio se il proprietario era di cattivo umore o alticcio. A mano a mano che i giorni passavano la situazione non migliorava. Io e Artù passavamo tutti i giorni sotto quel terrazzino, e in un primo momento quando Fiocco ci vedeva ci abbaiava e scodinzolava felice anche se non capiva perché non poteva più giocare con suo fratello, poi col passare del tempo l'abbaio cominciò ad essere disperato come per cercare aiuto. I vicini mi raccontavano della sua situazione sempre più difficile lasciato fuori di notte sotto la pioggia e con temperature polari. Cercai di intervenire tra i due per il bene del cagnolino ma senza risultato.

Provai a dire al suo proprietario che se non era in grado di tenerlo avrei provveduto io a trovargli una sistemazione il cane aveva bisogno di cure, ma nessuna risposta. Mi rivolsi alle forze dell'ordine ma la risposta fu che non potevano intervenire se il cane aveva una casa e un proprietario. Mi sentivo impotente di fronte a questa situazione! Ogni volta che ritornavo dal giro con Artù era un pianto per l'insensibilità che c'era nei confronti di questo esserino. Poi un giorno passando sotto quel terrazzino, mi accorsi che Fiocco stava diventando apatico. Stava steso tutto sporco con lo sguardo perso, si stava lasciando andare. Cominciai a telefonare tutti i giorni al proprietario, ormai erano passati otto mesi dalla loro separazione, supplicandolo per il bene del cane, indifferenza assoluta! Finché una mattina squilla il telefono in negozio, era lui, e mi disse: "se vuoi vieni a prenderlo, sono quattro giorni che non mangia. Se vuoi è qui." Ci misi dieci minuti ad organizzarmi. Telefonai alla veterinaria che mi disse di portarglielo subito che mi avrebbe aspettato in studio, chiamai mia sorella per farmi accompagnare più velocemente e dopo cinque minuti ero sotto quel maledetto terrazzino. Quando mi aprì la porta mi venne incontro un cagnolino debole e malconcio sporco da morire, mi accorsi che portava un collare strettissimo che ormai era un tutt'uno con il pelo, non glielo aveva mai tolto in tutto questo tempo. Con rabbia glielo sfilai e cercai di trattenermi per non compromettere la situazione. Tolto il collare il cane respirò meglio. Mi scodinzolava felice anche se con poca forza. Mi feci firmare subito le carte per l'adozione prima che gli balenasse in testa qualche altra strana idea. Presi Fiocco e di corsa arrivammo dalla veterinaria. Quando lo vide restò allibita e mi disse:

"se non sapessi chi è direi che ha più di dieci anni". Le sue condizioni non erano buone, per prima cosa dovemmo rasare quel pelo talmente annodato da aver reso la pelle atrofica, per cui eseguimmo una rasatura chirurgica, cioè a pelle cosa che in un cane si fa molto raramente, a maggior ragione su cani a pelo lungo come lui e per farla dovemmo sedare Fiocco. Dopo circa due ore cominciò a svegliarsi, ci scodinzolava come per ringraziarci di avergli tolto quel fastidioso cappotto. La veterinaria mi informò che dopo la sedazione con facilità avrebbe vomitato; e per fortuna lo fece! Vomitò una palla di pelo che lui per disperazione cercava di togliersi, solo che questo gli stava provocando un blocco intestinale, per quello non mangiava povero. Aveva una brutta congiuntivite, un'otite e le unghie talmente lunghe da farlo camminare male. In quelle condizioni avrebbe avuto forse ancora una settimana di vita. Dopo averlo sistemato il più possibile lo riportai in negozio. Era felice completamente pelato ma felice. Quando entrai per mio marito fu uno shock, figuratevi cos'era stato per me! E ora sarebbe arrivato il bello! Ci guardammo e bastarono due secondi per decidere che Fiocco sarebbe rimasto per sempre con noi. L'unica perplessità,che avevamo e che aveva avuto anche la veterinaria, fu quella di pensare a come Artù avrebbe preso la cosa, visto che qualcun'altro sarebbe entrato nella sua casa, nei suoi posti, nella sua vita. A casa lui era il re, c'era il pericolo che potesse far del male a Fiocco o subire lui stesso uno stress. E invece! Fin dal primo momento ebbe per lui una dolcezza ed un amore che forse solo gli animali sanno dare. La prima cosa che Fiocco fece entrando in casa fu quella di accomodarsi sul divano

chiudere gli occhi e dormire. Artù si mise ai piedi del divano e aspettò. Dopo qualche ora preparai la pappa a tutti e due e Artù accompagnò Fiocco alla sua ciotola e aspettò che mangiasse poi mangiò lui. Arrivata sera Fiocco era talmente stanco e stressato che tentava di dormire in piedi come faceva nel terrazzino, ma Artù lo spinse verso la sua grande cuccia a lato del nostro letto, si misero a dormire vicini e Artù ogni tanto leccava la pelle di Fiocco come a proteggerlo. Continuò così finché Fiocco non si ristabilì totalmente, gli portava i suoi giochi, lo invitava a correre, con lui divise tutto e gli insegnò di nuovo dove doveva fare i bisognini. divise le nostre coccole e il nostro amore con lui senza gelosie ed è sempre pronto a difenderlo, e l'altro furbetto un po ne approfitta. Oggi a distanza di due anni da questa avventura, Artù e Fiocco sono inseparabili ognuno ha la sua cuccia ma preferiscono dormire vicini o addirittura uno appoggiato all'altro. Sono diventati le mascotte del nostro negozio con tante persone che li vengono a salutare e loro son sempre pronti a prendersi una coccola. In questi due anni una sola volta abbiamo incrociato il suo vecchio proprietario, Fiocco lo guardò, mi guardò e mi tirò velocemente via. Non sopporta i terrazzini e gli abbaia dietro ed evita ancora oggi la strada della sua vecchia casa. Per il resto è solo un brutto ricordo che passa subito con una grossa coccola. Questa è la nostra storia, Artù e Fiocco inseparabili da piccoli, il destino ha voluto che restassero per sempre insieme. Non so quale abbandono sia peggiore : se abbandonati per la strada o come lui "dimenticati" in casa, sempre abbandono è! Ma chi prende un cane deve essere consapevole di quello che fa e responsabile della sua vita, perché loro chiedono solo di darti tutto l'amore di cui sono capaci.