1) Laguna di Grado: Oasi delle Barancole Banco D Orio (GO e UD).



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Analisi e pianificazioni speciali: Proposta per la istituzione di aree di tutela faunistica (Oasi di protezione della flora e della fauna di cui alla LN 157/92), eventualmente da identificare con Riserve naturali di cui alla l.r. n. 42/96. 1) Laguna di Grado: Oasi delle Barancole Banco D Orio (GO e UD). La zona si estende indicativamente dal canale navigabile Ausa Corno a Porto Buso; da Porto Buso all esterno del Banco d Orio fino al porto di Grado; dal Porto di Grado lungo la Idrovia Litoranea Veneta fino a S. Giuliano e da qui verso nord fino al margine di conterminazione lagunare: la zona comprende l area portuale alla confluenza Ausa Corno ivi inclusa, in particolare La Valletta nell ambito dell Azienda Torvis. Qualora l area di cui si tratta apparisse eccessivamente estesa e di difficile realizzazione sarà possibile formulare, eventualmente, alcune ipotesi minori. Va tuttavia tenuto conto del fatto che, oltre alle principali valli lagunari, attualmente incluse in aziende faunistico venatorie (Morgo e Noghera) e già inserite dalla Regione nell Area di Reperimento detta del Banco d Orio di cui alla lr 42/96, appaiono di grande rilevanza faunistico ambientale le zone di laguna comprese tra la idrovia litoranea veneta ed i banchi esterni di cui sopra, che ospitano grandi stormi di specie rilevanti come ad esempio Calidris alpina, Pluvialis squatarola, Numenius arquata, Tadorna tadorna ecc. Sono di rilevante importanza, altresì, le aree ad est del canale navigabile che unisce Porto Buso a Porto Nogaro dove si fermano in inverno grandi stormi di anatidi in sosta diurna. La zona proposta, inoltre, include alcune aree alla confluenza dei fiumi Ausa e Corno e le zone lagunari prossime, dove si nota una eccezionale presenza di Aythya marila (Moretta grigia) svernante ed altre specie di notevole rilevanza. Una ipotesi che tiene conto degli elementi sopra esposti è quella sotto riportatache interessa anche una piccola porzione della laguna di Marano a cavallo del canale navigabile (circa 3.500 ha). 204

2) Foci del Timavo, ivi inclusa la cassa di colmata di Monfalcone (GO e TS). Si tratta essenzialmente dell area SIC individuata alla foce del Timavo e comprendente la parte allagata della Cassa di colmata di Monfalcone nonché le piane di marea fangose di fronte al Villaggio del pescatore. L area comprende anche una porzione di territorio individuata a suo tempo quale sito di importanza nazionale (SIN) e già tutelata dal Consorzio industriale di Monfalcone (Isola del Balo). L importanza faunistica potenziale del sito è notevole, particolarmente se si provvederà a creare una separazione fisica tra la zona di cassa di colmata compresa nel SIC e le aree adiacenti in via di completamento e successivo utilizzo da parte del Porto di Monfalcone. Anche allo stato attuale si segnala le presenza sempre più frequente di specie di grande rilevanza internazionale quali ad esempio: Phoenicopterus ruber, Recurvirostra avocetta, Ardea alba ecc. Alla foce del Timavo sono state osservate, nel recente passato, specie eccezionalmente rare quali ad esempio Egretta gularis; Oxyoura leucocephala ecc. 205

3) Laghetti delle Noghere (TS). Tale area corrisponde al Biotopo omonimo recentemente istituito dalla Regione. 4) Bosco Farneto (TS). Si tratta del cosiddetto Boschetto, di proprietà del Comune di Trieste ed inserito in buona parte all interno della cerchia cittadina. 5) Punta Ronco nel Comune di Muggia (TS). E una zona di macchia il lirico mediterranea prospiciente il mare. Località individuate e trattata nel presente lavoro (*) (Valutazione ecologica attraverso l analisi delle comunità ornitiche nidificanti) 1. Punta Ronco (Comune di Muggia - TS) 2. Stagni delle Noghere (Comune di Muggia - TS) 3. Bosco Farneto (Comune di Trieste) L'avifauna nidificante è composta da specie legate per tutta o buona parte dell'anno al territorio, per cui ne costituiscono il vero e proprio "patrimonio" e sono le uniche in grado di evidenziarne lo "stato di salute", cioè di valutare il diverso grado di valore naturalistico-ambientale delle singole aree. 206

Per ciascuna delle zone oggetto di proposta di oasi in provincia di Trieste (Stagni delle Noghere, P.ta Ronco, Bosco Farneto ) vengono fornite indicazioni di carattere gestionale atte a conservare, migliorare o recuperare la situazione attuale in relazione ai dati qualitativi e quantitativi sull'avifauna nidificante, cioè di quel complesso di specie che costiuiscono le comunità ornitiche che caratterizzano le varie tipologie ambientali. L'avifauna nidificante in provincia di Trieste è conosciuta dagli anni '80 grazie ai contributi di Benussi (1983) e di Perco e Utmar (1989), dai quali si ricavano esclusivamente, salvo casi particolari, dati di carattere qualitativo. Altri lavori prendono in considerazione singole aree o situazioni di particolare interesse, come gli "Stagni delle Noghere" (Benussi 1985; 1993). Nel Piano Faunistico della Provincia di Trieste (1997) è stata già proposta la costituzione di oasi per le tre località ritenute di notevole interesse naturalistico. Per ogni zona indagate vengono indicati i seguenti parametri in relazione alla presenza della fauna ornitica nidificante: - ricchezza specifica, espressa come numero di specie rilevate - valore medio, ricavato dividendo il valore totale delle specie per il loro numero - punteggio totale, ricavato sommando valore medio e numero di specie - specie dominanti, considerando tali le specie che superano dal punto di vista quantitativo il 5% del totale. COMPOSIZIONE E CARATTERISTICHE DELL'AVIFAUNA NIDIFICANTE Elenco in ordine sistematico per categorie fenologiche - Specie sedentaria nidificante: SB - Specie migratrice nidificante (= estiva): MB - Nidificazione localizzata: loc - Nidificazione irregolare: irr - Nidificazione possibile: poss - Nidificazione accertata in passato ma non riconfermata nell ultimo triennio: + Punta Ronco Elenco delle specie nidificanti rilevate SPECIE FENOLOGIA VALORE Fagiano comune Phasianus colchicus SB, ripopolato 26,0 Tortora dal collare or. Streptopelia decaocto SB 18,0 Tortora Streptopelia turtur MB 34,0 Cuculo Cuculus canorus MB 36,4 Assiolo Otus scops MB 53,1 Torcicollo Jynx torquilla MB 42,3 Calandro Anthus campestris MB 53,0 Usignolo Luscinia megarhynchos MB 31,0 Merlo Turdus merula SB 17,7 Canapino Hippolais polyglotta MB 39,8 Sterpazzolina Sylvia cantillans MB, loc, + 46,2 Occhiocotto Sylvia melanocephala SB, loc 39,9 Sterpazzola Sylvia communis MB 37,8 Capinera Sylvia atricapilla SB 22,9 Cincia bigia Parus palustris SB 39,8 Cinciarella Parus caeruleus SB 32,8 207

Cinciallegra Parus major SB 27,8 Rigogolo Oriolus oriolus MB 29,7 Ghiandaia Garrulus glandarius SB 29,4 Averla piccola Lanius collurio MB 45,1 Fringuello Fringilla coelebs SB 26,9 Verzellino Serinus serinus SB 31,9 Verdone Carduelis chloris SB 31,0 Zigolo nero Emberiza cirlus SB, loc 40,0 Zigolo muciatto Emberiza cia SB 37,5 Strillozzo Miliaria calandra SB 37,2 Considerazioni sul "valore" avifaunistico-ambientale e sulle misure di gestione e conservazione Dal punto di vista ornitologico quest area si evidenzia per l'elevata ricchezza specifica (27 specie), soprattutto se si considera la sua ridotta estensione. Il valore medio è di 35,4 mentre il punteggio totale di 62,4. La comunità ornitica è caratterizzata da specie xero-termofile, tra le quali le più tipiche sono: Calandro, Canapino, Occhiocotto, Sterpazzola, Sterpazzolina, Zigolo nero, Zigolo muciatto, Strillozzo. Le specie dominanti, in ordine di importanza numerica, sono: Canapino, Capinera, Merlo, Rigogolo. La specie più comune in assoluto è risultata il Canapino, che in tale zona raggiunge densità molto elevate difficilmente riscontrabili in altre regioni italiane. L'interessante osservazione di un individuo maschio del II anno, di Ciuffolotto scarlatto (specie non segnalata in precedenza per la provincia di Trieste) effettuata il 2 giugno 1995 (Benussi E. ined.), evidenzia l'importanza di tale area per la sosta dei migratori. Interessante area di transizione tra bosco e macchia radurata, ricca di specie ornitiche tipiche degli ambienti aperti xero-termofili, il cui equilibrio ecologico appare del tutto fragile a causa dell'evoluzione della vegetazione arborea e arbustiva che tende progressivamente ad invadere le zone aperte erbose. Si tratta di un querceto secco a Roverella con Sesleria nello strato erbaceo, presenza di erosione superficiale e praterie a Crhysopogon. E' presumibile che nell'arco di 10-15 anni la copertura vegetazionale tenda a banalizzarsi evolvendo verso la boscaglia carsica, già ben rappresentata nelle aree limitrofe. Ciò determinerà una riduzione sensibile della ricchezza specifica a livello floristico e faunistico. L'impoverimento avifaunistico riguarderà proprio le specie che attualmente caratterizzano e valorizzano tale area. Sono pertanto auspicabili interventi di estirpazione e limitazione della vegetazione arborea e arbustiva, soprattutto nelle radure di minori dimensioni poste ai margini esterni del bosco d'alto fusto. Una delle specie da controllare dovrà essere la Robinia. Stagni delle Noghere Elenco delle specie nidificanti rilevate SPECIE FENOLOGIA VALORE Tuffetto Tachybaptus ruficollis SB, loc 50,9 Tarabusino Ixobrychus minutus MB, loc, + 62,9 Germano reale Anas platyrhynchos SB, loc 52,3 Porciglione Rallus aquaticus SB, loc, + 58,0 Gallinella d acqua Gallinula chloropus SB, loc 37,4 Folaga Fulica atra SB, loc 47,2 Corriere piccolo Charadrius dubius MB, loc 53,4 Tortora Streptopelia turtur MB 34,0 208

Cuculo Cuculus canorus MB 36,4 Assiolo Otus scops MB 53,1 Upupa Upupa epops MB 53,1 Picchio verde Picus viridis SB 47,3 Picchio rosso Picoides major SB 36,1 maggiore Usignolo Luscinia megarhynchos MB 31,0 Merlo Turdus merula SB 17,7 Cannaiola verdognola Acrocephalus palustris MB, loc, + 53,8 Cannaiola Acrocephalus scirpaceus MB, loc, + 58,8 Cannareccione Acrocephalus MB, loc, + 64,6 arundinaceus Capinera Sylvia atricapilla SB 22,9 Pigliamosche Muscicapa striata MB 33,6 Codibugnolo Aegithalos caudatus SB 36,3 Cincia bigia Parus palustris SB 39,8 Cinciarella Parus caeruleus SB 32,8 Cinciallegra Parus major SB 27,8 Picchio muratore Sitta europaea SB 33,1 Rigogolo Oriolus oriolus MB 29,7 Fringuello Fringilla coelebs SB 26,9 Verzellino Serinus serinus SB 31,9 Verdone Carduelis chloris SB 31,0 Zigolo nero Emberiza cirlus SB, loc 40,0 Migliarino di palude Emberiza schoeniclus SB, poss, + 66,6 Considerazioni sul "valore" avifaunistico-ambientale e misure di gestione e conservazione Anche quest area si evidenzia per l'elevata ricchezza specifica (31 specie), dovuta principalmente alle caratteristiche ambientali. Il valore medio di 41,7 è decisamente elevato e pone tale area tra le più importanti della provincia di Trieste; lo stesso dicasi per il punteggio totale di 72,7. La comunità ornitica, considerando le specie rilevate, risulta caratterizzata da specie tipicamente paludicole: Tuffetto, Tarabusino, Germano reale, Porciglione, Gallinella d'acqua, Folaga, Usignolo di fiume, Cannaiola verdognola, Cannaiola, Cannareccione. Le specie dominanti, in ordine di importanza numerica, sono: Merlo, Capinera, Cinciallegra, Usignolo, Corriere piccolo, Tortora, Usignolo di fiume, Codibugnolo, Rigogolo. Interessante, in quanto unica per l'intera provincia di Trieste, la presenza regolare di 1-2 coppie di Corriere piccolo nidificanti nel deposito di Idrati di Calcio. La specie più comune in assoluto è risultata il Merlo. L ambiente è caratterizzato da una serie di specchi d'acqua circondati da vegetazione arborea e arbustiva, con rive localmente bordate da sottili cinture di canneto (Phragmites australis); presenza di boschetti golenali a Ontano nero e pioppi, con saliceti a Salix purpurea e Salix cinerea e con presenza di Fraxinus oxyphilla. La diffusione di una consistente popolazione di Nutria (Myocastor coypus) (osservati fino a 2-3 individui per laghetto) sta determinando da un paio di anni la scomparsa quasi generalizzata della vegetazione acquatica emergente, con conseguente rarefazione o scomparsa delle specie ornitiche tipiche del canneto. In effetti durante i censimenti del 1995 non sono state rilevate molte specie tipicamente paludicole accertate in precedenza (per es. Tuffetto, Tarabusino, Germano reale, Folaga, Cannaiola, Cannareccione). Per sfruttare al meglio le potenzialità di questi ambienti acquatici e recuperare la ricchezza specifica pregressa, si dovrà programmare un piano di 209

estirpazione della Nutria. La stessa consistente presenza di tartarughe esotiche della specie Clymiotis australicus, dovuta ad immissioni volontarie od involontarie, non giova certamente a quella rilevata in anni precedenti dell'autoctona Testuggine d'acqua (Emys orbicularis). Bosco Farneto Elenco delle specie nidificanti rilevate SPECIE FENOLOGIA VALORE Sparviere Accipiter nisus SB 38,6 Fagiano comune Phasianus colchicus SB, ripopolato 26,0 Tortora dal collare Streptopelia decaocto SB 18,0 Cuculo Cuculus canorus MB 36,4 Assiolo Otus scops MB 53,1 Allocco Strix aluco SB 42,6 Succiacapre Caprimulgus europaeus MB 40,1 Torcicollo Jynx torquilla MB 42,3 Picchio verde Picus viridis SB 47,3 Picchio rosso Picoides major SB 36,1 maggiore Pettirosso Erithacus rubecula SB 36,1 Usignolo Luscinia megarhynchos MB 31,0 Merlo Turdus merula SB 17,7 Sterpazzola Sylvia communis MB 37,8 Capinera Sylvia atricapilla SB 22,9 Luì piccolo Phylloscopus sibilatrix MB, loc, + 31,5 Pigliamosche Muscicapa striata MB 33,6 Codibugnolo Aegithalos caudatus SB 36,3 Cincia bigia Parus palustris SB 39,8 Cincia dal ciuffo Parus cristatus SB 50,8 Cincia mora Parus ater SB 40,8 Cinciarella Parus caeruleus SB 32,8 Cinciallegra Parus major SB 27,8 Picchio muratore Sitta europaea SB 33,1 Rigogolo Oriolus oriolus MB 29,7 Averla piccola Lanius collurio MB 45,1 Ghiandaia Garrulus glandarius SB 29,4 Cornacchia grigia Corvus corone SB 24,6 Storno Sturnus vulgaris SB 21,8 Fringuello Fringilla coelebs SB 26,9 Verzellino Serinus serinus SB 31,9 Verdone Carduelis chloris SB 31,0 Frosone Coccothraustes MB 57,6 coccothraustes Cardellino Carduelis carduelis SB 27,9 Zigolo nero Emberiza cirlus SB, loc 40,0 Migliarino di palude Emberiza schoeniclus SB, poss, + 66,6 Considerazioni sul "valore" avifaunistico-ambientale e sulle misure di gestione e conservazione 210

Questa area si evidenzia per una ricchezza specifica piuttosto alta (35 specie) in contrasto con un valore medio di 33,5, il più basso tra quelli rilevati nelle altre due zone. Ciò denota la presenza di numerose specie comuni e diffuse in tutto il territorio. Il punteggio totale è di 68,5. La comunità ornitica è caratterizzata da specie tipiche degli ambienti boscosi, tra le quali le più tipiche sono: Sparviere, Allocco, Torcicollo, Picchio verde, Picchio rosso maggiore, Pettirosso, Picchio muratore, Rampichino, Cincia mora, Cincia dal ciuffo, Cincia bigia, Le specie dominanti, in ordine di importanza numerica, sono: Fringuello, Merlo, Luì piccolo, Capinera, Picchio muratore, Rigogolo, Verzellino. La specie più comune in assoluto è risultata il Fringuello. Di particolare interesse la presenza "urbana" dello Sparviere e del Frosone. Bosco misto di latifoglie dominato da Rovere con presenza sparsa di Pino nero. Presenza di querceto misto di Quercus petraea e Quercus pubescens abbastanza alto con strato erbaceo a Sesleria autumnalis, boschetti a Sorbus torminalis e Ostrya carpinifolia. Sono poche le praterie a Calluna vulgaris e Molinia altissima, pochi pure gli impianti di Pinus nigra. Alcune situazioni di ruderalizzazione ed impoverimento floristico ed ecologico a Robinia pseudoacacia e Rubus ulmifolius ssll. sono favorite dai lavori di riconversione dei primi anni 90, mentre sono ridottissime in percentuale le altre formazioni vegetali presenti sul territorio. Area boscosa integrata nell'ambiente antropizzato cittadino, il cui grado di "naturalità" futuro sarà direttamente collegato a quello di eventuali interventi di carattere antropico o urbanistico. Aree indagate con i rispettivi parametri rilevati. AREA RICCHEZZA SPECIFICA VALORE MEDIO PUNTEGGIO TOTALE Punta Ronco 27 35,4 62,4 Stagni delle Noghere 31 41,7 72,7 Bosco Farneto 39 33,5 68,5 6) Lago di Ragogna (UD). L area prescelta corrisponde al S.I.C. omonimo, situato ai confini dei comuni di S.Daniele e Ragogna (Udine), per una superficie di 83 ettari. Il sito comprende il Lago vero e proprio ed il territorio ad esso circostante. La zona è importante per la presenza di uccelli acquatici in generale e quale sito di sosta per molte specie migratrici, compresi diversi passeriformi. Primo e principale sito di riproduzione a livello regionale dello Svasso maggiore (Podiceps cristaus). Segnalati tra le altre specie acquatiche Podiceps auritus, Botaurus stellaris, Ixobrychus minutus nidificante, Milvus migrans, Sterna Caspia, Sterna hirundo, ecc. Diversi passeriformi sostano nel fragmiteto durante le migrazioni; tra le specie nidificanti da segnalare in particolare la presenza di diverse coppie di Cannareccione (Acrocephalus arundinaceus). La pressione antropica è piuttosto forte in particolare durante al stagione estiva. Andrebbe regolamentato soprattutto l uso dei natanti. La caccia agli uccelli acquatici viene attualmente praticata mediante postazioni fisse dislocate lungo buona parte del perimetro del Lago. 7) Greti del Tagliamento (PN e UD). Si tratta di aree comprese nel SIC omonimo in una zona particolarmente interessante lungo il corso medio del fiume. Il sito corrisponde al S.I.C. omonimo, ed è situato lungo il medio corso del fiume Tagliamento, a cavallo del confine tra le pronvince di Udine e Pordenone. L area in oggetto si estende lungo la 211

fascia golenale dal ponte di Pinzano a quello di Dignano e comprende terreni coltivati, prati, boschi ripariali e ampi greti sassosi. La zona è importante per la presenza di diverse specie acquatiche e di specie legate ai greti sassosi con vegetazione pioniera, rare in tutta la regione. Il corso del Tagliamento rappresenta un corridoio naturale che viene percorso da molti uccelli migratori tra cui diversi passeriformi. Da segnalare la presenza di Burhinus oedicnemus, Actitis hypoleucos, Tringa glareola, Lullula arbore, Calandrella brchydactyla, Lanius collurio, Lanius minor, Emberiza hortulana, ecc. è presente uno dei pochi siti interni della regione in cui si riproduce Sterna hirundo. In alcuni periodi dell anno, il disturbo umano dovuto soprattutto alla presenza di fuori strada e di campeggiatori, può essere anche intenso. 212

8) Laghetti di Cesena (Azzano Decimo Chions; PN). Si propone di istituire una zona di protezione per l avifauna, in particolare per quella acquatica, nel sito noto come Laghetti di Cesena, ricadente quasi per intero nel territorio comunale di Azzano Decimo (una porzione ridotta dell ambito si trova in comune di Chions). Si tratta di ex cave di inerti sfruttate negli anni 70 del secolo scorso per la costruzone dell autostrada Portogruaro-Pordenone, almeno in parte rinaturalizzate, e che occupano una superficie di circa 70 ettari. Le sponde presentano diversi gradi di colonizzazione da parte della vegetazione; nei siti migliori e meno disturbati è presente una ricca avifauna acquatica durante tutto l anno. Si riproducono diverse specie tra quelle segnalate in ambienti simili tra cui, negli ultimi anni è stato censito anche Podiceps cristatus. Importante anche l avifauna svernante con dormitori di aironi e di Phalacrocorax carbo. Dal 1978 viene regolarmente censito anche Phalacrocorax pigmeus. L attuale situazione potrebbe essere notevolmente migliorata limitando il disturbo arrecato attualmente da cacciatori e pescatori. 213

9) Trivignano Udinese: SIC della Confluenza fiume Torre e Natisone. Si propone di ampliare l Oasi di protezione di Trivignano Udinese e farla coincidere con il S.I.C. individuato nella zona di confluenza dei due fiumi. Si tratta di una superficie di 600 ettari comprendenti tutti i greti sassosi presenti, lembi di prateria xerofila, boschetti ripariali e coltivi. L importanza della zona per la fauna e per gli uccelli in particolare, è notevole. Numerose le specie segnalate durante i movimenti migratori; diverse e importanti quelle che si riproducono come ad esempio Burhinus oedicnemus, Caprimulgus europaeus, Merops apiaster, Calandrella brachydactyla, Anthus campestris, Riparia riparia, Lanius minor, ecc. Il sito è inserito in un area dove sono diffuse le coltivazioni di tipo intensivo soprattutto di mais. Altri fattori negativi sono costituiti dalle discariche abusive e dal transito negli ambienti più interessanti di mezzi fuoristrada. 214

10) Oasi di Virco e Flambro (sostituzione di quella esistente di Bertiolo). Si propone di spostare l oasi faunistica di Bertiolo, che attualmente comprende una porzione di territorio caratterizzato dalla presenza di coltivi nella porzione meridionale del comune omonimo, in un area posta a cavallo del confine comunale tra Bertiolo e Talmassons, nelle frazioni di Virco e Flambro. La nuova zona da proteggere ricade all interno del S.I.C. Risorgive dello Stella, e comprende alcuni dei più importanti ambienti di risorgiva ancora presenti in regione; i territori naturalisticamente più importanti sono stati inseriti nei biotopi naturali Risorgive di Virco e Risorgive di Flambro in base alla L.R. 42/1996. Diversi terreni situati all interno dell area proposta sono di proprietà regionale e in più siti sono stati attuati interventi di salvaguardia degli ultimi ambienti umidi presenti, di ripristino ambientale nonché di fruizione, attuati dall ex Direzione Parchi regionale grazie ad un progetto Life-Natura co-finanziato dall Unione europea. Nella zona sono presenti specie botaniche rare ed endemismi. Anche il popolamento animale è assai vario e ricco con presenza di specie rare nel resto della pianura ed esempi di relittismo glaciale post-wurmiano. 215

11) Oasi delle Grave di Malafesta (Morsano al Tagliamento), a cavallo del confine col Veneto (Oasi analoga di pari superficie). L area individuata in questa zona di confine con la provincia di Venezia e situata lungo il corso del fiume Tagliamento, ricade interamente in comune di Morsano al Tagliamento. La provincia di Venezia nel 1996 ha istituito un Oasi di protezione denominata Grave di Malafesta. Il confine orientale di tale area protetta segue il confine regionale che, in questa zona, non coincide con quello che è attualmente il percorso seguito dalle acque del Tagliamento che è situato più est. Si propone di aderire alla richiesta avanzata dalla provincia di Venezia e di costituire un Oasi su un territorio di circa 100 ettari comprendente coltivi, pioppeti, bosco igrofilo e ghiaie di greto. 12) Zona di ripopolamento e di cattura di Trasaghis (UD). Si tratta di una vasta area da molti anni identificata come Zona di Ripopolamento e cattura. All interno di tale zona sono presenti specie di eccezionale rilievo faunistico quali Tetrao tetrix, Tetrao urogallus, Bonasa bonasia, Alectoris graeca, Dtypocopus martius, Glaucidium passerinum, Aegolius funereus ecc. Tra i mammiferi si ricorda la presenza di Cervus elaphus, Capreolus capreolus, Rupicapra rupicapra e recenti segnalazioni di Ursus arctos. La zona inoltre è sede di sperimentazioni di gestione del pascolo a cura della Provincia di Udine e del Comune di Tasaghis in collaborazione con l Università di Udine. 216

13) Oasi di Avedrugno e del Col Gentile (Raveo e Ampezzo; UD). Si tratta dell oasi faunistica esistente da estendere secondo i confini individuati dalla regione FVG per il SIC del Col Gentile, comprendendo alcune aree rocciose nel comune di Ampezzo, rilevanti al fine della conservazione di Tetraonidae, Accipitridae, Strigidae; Picidae (Dryocopus martius, Picus canus); Rupicapra rupicapra ecc. 14) Oasi di Bordaglia (UD). Anche in tal caso si tratta di adeguare i confini dell oasi faunistica esistente a quelli di almeno una parte (quella occidentale) del SIC individuato dalla Regione. La zona è di eccezionale rilevanza per la conservazione delle tipiche specie alpine, tra le quali in particolare Tetraonidae (Lagopus mutus, Tetrao tetrix, Tetrao urogallus, Bonasa bonasia), Accipitridae (Gypaetus barbatus; Gyps fulvus, Aquila chrysaetus, Falco peregrinus ), Strigidae (Aegolius funereus, Glauciduium passerinum); Picidae (Dryocopus martius, Picus canus); Rupicapra rupicapra ecc. 217

15) Magredi del Cellina: SIC omonimo. L area prescelta corrisponde al S.I.C. omonimo. Situata nell alta pianura pordenonese nei territori comunali di Cordenons, S.Quirino, Vivaro e Maniago, comprende gli ultimi frammenti di ambiente steppico periglaciale dell alta Italia. Si tratta di un territorio di grande valore ornitologico per la presenza di molte specie rare e localizzate anche a livello nazionale. Sono nidificanti, ad esempio, Calandrella brachydactyla, Anthus campestris, Emberiza hortulana, Lanius minor, Oenanthe oenanthe (minimo altitudinale), Burhinus oedicnemus, ecc. Molti i rapaci diurni segnalati in zona, alcuni dei quali nidificanti, e con presenze inusuali per territori di pianura come Circaetus gallicus e Aquila chrysaetos. Importante sito anche per molte specie migratrici, non necessariamente legate a questo tipo di ambiente, e per le specie svernanti. L esistenza stessa di questa zona è dovuta al fatto che ricade in buona parte all interno di un poligono militare. Urge una regolamentazione di tutte le attività che vi si svolgono all interno per poter conservare nel migliore dei modi questo particolare ambiente. I confini dell area proposta coincidono con quelli del SIC individuato dalla Regione. 16) Foresta di Tarvisio, bandite regionali, valichi montani. Va mantenuta come tale la zona di tutela corrispondente alla Foresta di Tarvisio nonché le altre aree interdette all esercizio venatorio in quanto bandite regionali. Va in particolare ripristinato il divieto di caccia nella Bandita di Pramosio. Si auspica che la caccia possa essere esercitata in tali zone in futuro esclusivamente nelle forme di un prelievo selettivo sotto il diretto controllo tecnico dello IFR e delle altre autorità scientifiche competenti. La previsione di abbattimenti a carico degli ungulati sarà oggetto di studi e pianificazioni di settore, caso per caso e potrà eventualmente rientrare nei meccanismi della cosiddetta premialità, seguendo l esempio per quanto riguarda la prassi e la procedura legale, dei prelievi che vengono da anni effettuati nell ambito del parco delle Dolomiti Friulane (prelievi giustificati da necessità sanitarie ovvero per il mantenimento dell equilibrio ecologico: cfr comma 5 art. 36 lr 42/96). Si raccomanda che la normativa regionale in vigore sia adeguata in modo tale da prevedere questa opportunità. 218