CIRCOLARE N.26 PROT:3357 DEL 12/12/2005 ALLE SOPRINTENDENZE PER I BENI CULTURALI ED AMBIENTALI ALLA SOPRINTENDENZA DEL MARE

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1 Repubblica Italiana REGIONE SICILIANA Assessorato Regionale BB.CC.AA. e P.I. Dipartimento Regionale BB.CC.AA. ed E.P. Servizio Patrimonio Archeologico Architettonico e S.A.I. Unità Operativa XII Patrimonio storico artistico ed etnoantropologico.musei e gallerie regionali.gestione degli interventi strutturali Via delle Croci, PALERMO PROT:3357 DEL 12/12/2005 OGGETTO : Cap Spese per la tutela, il restauro e la conservazione delle opere d arte mobili, spese per accertamenti e documentazione storica e tecnica dei lavori : PREMESSE: CIRCOLARE N.26 ALLE SOPRINTENDENZE PER I BENI CULTURALI ED AMBIENTALI ALLA SOPRINTENDENZA DEL MARE AI MUSEI,GALLERIE, BIBLIOTECHE E CENTRI REGIONALI ALLA RAGIONERIA CENTRALE A TUTTI I DIRIGENTI DEI SERVIZI E DELLE U.O. DEL DIPARTIMENTO LORO SEDI La presente circolare disciplina gli adempimenti e le procedure connessi alle Spese per la tutela, il restauro e la conservazione delle opere d arte mobili, spese per accertamenti e documentazione storica e tecnica dei lavori avvalendosi delle provvidenze offerte dal Bilancio regionale Cap : con il quale, si provvede ad assumere impegni per le finalità relative all esecuzione dei lavori finalizzati appunto alla tutela, restauro e conservazione delle opere d arte mobili di proprietà pubblica e/o ecclesiastica, sempre su proposta delle Strutture intermedie, secondo quanto contemplato nell art.13 della legge regionale 01/08/1977 n. 80, che individua i compiti istituzionali delle Soprintendenze. U.O.XII_06Circ_Cap _doc 1

2 1. IDEA FORZA-OBIETTIVI Nell ambito delle Linee guida per la valorizzazione e gestione dei beni culturali in Sicilia, individuate con la direttiva assessoriale Identità è/e futuro, pubblicata sul sito Internet di questo Dipartimento, assume rilievo, ai fini della programmazione degli interventi da finanziare con le risorse disponibili sul capitolo per il prossimo esercizio finanziario, l obiettivo di trasformare il patrimonio artistico in museo diffuso da rendere produttivo sul territorio. Com è noto, già l articolo 14 dell Intesa stipulata l 11 giugno in attuazione dell articolo 12 dell Accordo di modificazione del Concordato lateranense - tra questo Assessorato regionale dei beni culturali e la Regione Ecclesiastica Siciliana per la salvaguardia la valorizzazione e il godimento dei beni culturali di interesse religioso appartenenti ad Enti e Istituzioni ecclesiastiche, nell auspicare l istituzione di Musei Diocesani, al fine di assicurare l ottimale valorizzazione del patrimonio storico artistico, aveva escluso, al tempo stesso, la concentrazione delle raccolte in unico luogo e il distacco del bene dalla sua collocazione originaria, tranne che nelle ipotesi di assoluta necessità. Concettualmente tale impostazione corrisponde alla tipologia del museo diffuso, il cui scopo è quello di valorizzare le singole realtà territoriali evitando di.. depauperare le comunità locali del loro patrimonio culturale ecclesiale, con il rischio di perdere le proprie radici storiche e la propria identità ( cfr. Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa Lettera circolare sulla funzione pastorale dei musei ecclesiastici 15 agosto 2001). Il suo oggetto è costituito, oltre che dal contenitore, dal complesso delle opere d arte mobili, sia singoli manufatti (quadri, sculture, suppellettili ) sia complessi apparati decorativi: ciò che li accomuna è la circostanza per cui il loro mantenimento nel contesto originario, o divenuto tale nel corso del tempo, costituisce una premessa metodologica irrinunciabile. Rispetto ai musei tradizionali, pertanto, il museo diffuso si contraddistingue per i seguenti aspetti: "Diffusione" dei beni ; Mantenimento in situ dei beni; Valorizzazione della relazione dei beni con il contesto storico -culturale di origine ; Maggiore visibilità e fruibilità dei beni e partecipazione aperta del pubblico. In altre parole, la caratteristica principale del museo diffuso è rappresentata dal diverso approccio metodologico di intervento sul bene culturale: non più bene isolato, ma bene inserito in un sistema organizzato e finalizzato ad una più efficace tutela e fruizione. Uno strumento privilegiato per l attuazione del museo diffuso consiste nell individuazione di itinerari tematici integrati, finalizzati a collegare i beni diffusi nel territorio secondo criteri di omogeneità culturale e di rispetto per la loro collocazione originaria. In tal modo si supera la frammentarietà dell'azione di tutela e, nello stesso tempo, si mettono in evidenza i cambiamenti avvenuti nel tempo in ciascun territorio e la continuità della tradizione. In concreto, l individuazione di "itinerari tematici" presuppone l analisi preliminare delle realtà e delle potenzialità culturali presenti nell area prescelta, la profonda conoscenza delle caratteristiche del patrimonio culturale locale e delle sue sedimentazioni storiche, a cui fa seguito l elaborazione di un piano coordinato di interventi finalizzati al recupero ed alla valorizzazione del patrimonio oggetto dell itinerario, nonché al potenziamento del relativo sistema di fruizione. I criteri sulla base dei quali possono essere formulati degli itinerari tematici possono essere di diversi tipi e in genere si rifanno ai principali criteri di ordinamento dei musei d arte tradizionali; essi sono: - il criterio storico/cronologico: che organizza le opere avendo riguardo alla loro appartenenza ad una stessa epoca di produzione ed a uno stesso contesto culturale ; - il criterio della tipologia degli oggetti: ( suppellettili, dipinti, sculture, paramenti ); - il criterio tematico: che ha riguardo ad alcuni temi specifici, quali ad esempio la committenza; - il criterio dell autore: individuato in base alla presenza significativa di personalità artistiche in un determinato territorio. Tra loro, poi, gli itinerari tematici possono essere complementari, sussidiari o contigui, quando si trovano in successione temporale. U.O.XII_06Circ_Cap _doc 2

3 Premesso quanto sopra, le SS. LL. potranno trasmettere entro il 31 gennaio 2006 le richieste di finanziamento, che privilegino i suddetti obiettivi ed idea forza sulla base di una scheda allegata alla presente, per la valutazione e l eventuale successivo finanziamento. Nella stesura delle schede si raccomanda, inoltre, tenuto conto che la capienza del capitolo si è di molto ridimensionata nel corso degli ultimi anni, e per una più efficace istruttoria: la stesura secondo un ordine di priorità, una previsione della spesa il più possibile realistica e coerente con le finalità del capitolo di spesa. La responsabilità di tali procedure è intestata al Servizio per il Patrimonio archeologico, architettonico, archivistico, bibliografico, etnoantropologico, e storico- artistico- Unità Operativa XII- Patrimonio storico artistico ed etnoantropologico. Musei e Gallerie regionali.gestione degli interventi strutturali. Le perizie di spesa eventualmente già inoltrate dovranno essere adeguate alle presenti direttive. Nel caso di proposte non inserite nel programma di spesa, le stesse potranno essere riproposte nell esercizio finanziario successivo. Sarà cura dell U.O. competente, dopo la definizione del programma finanziario, darne comunicazione alle Strutture intermedie che provvederanno a trasmettere i progetti secondo le indicazioni che saranno fornite più avanti nella presente, per consentire la prenotazione della spesa. 2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO La progettazione ed esecuzione dei lavori riguardanti il restauro dei beni mobili rimane soggetto alle norme contenute nella legge regionale 2 agosto 2002 n.7 recante Norme in materia di opere pubbliche, disciplina degli appalti pubblici, di fornitura, di servizi e nei settori esclusi, e successive modifiche ed integrazioni, nonché nel Decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 30 come recepito con l art.81 della legge regionale 31 dicembre 2004 n. 17. La normativa avente per oggetto gli interventi sui beni culturali soggetti alla norme di tutela è uno dei settori su cui l'attenzione del legislatore si è più spesso concentrata negli ultimi anni, che con l introduzione del Decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 30 ne ha puntualizzato, ancora una volta, i contenuti, mediante l'introduzione di una nuova disciplina. Da una prima quasi completa assimilazione all interno della normativa generale sui lavori pubblici dei contratti aventi ad oggetto interventi sui beni culturali mobili ed immobili, con la L. 18 novembre 1998, n cd. Merloni ter, leggermente attenuata dalla norme contenute nel Titolo Tredicesimo del D.P.R 21 dicembre 1999, n. 554, si è difatti passati, con l'approvazione della legge 1 agosto 2002, n. 166 (cd. Merloni quater) alla individuazione, sempre nel "corpus" della legge quadro in materia di lavori pubblici di una disciplina derogatoria, anche se riferita alle sole attività di restauro e manutenzione dei beni culturali mobili e superfici decorate. L'entrata in vigore del citato Decreto Legislativo n. 30/2004 ha modificato ancora una volta la disciplina della materia, nella sua portata complessiva, comprendente cioè sia beni immobili sia beni mobili e superfici decorate, che fa ancora parte dell'ordinamento generale dei lavori pubblici solo per quanto non disciplinata dalle norme derogatorie speciali di cui al citato decreto legislativo. Sotto questo profilo, il suddetto D.L.vo n. 30/2004 è il primo e particolare testo normativo disciplinante ogni intervento materiale sui beni del patrimonio culturale sottoposti alle disposizioni di tutela, soggetto però ad integrazioni ad opera della legge quadro in materia di lavori pubblici (per quanto non oggetto di interventi abrogativi ex art. 12 del decreto) e dal relativo regolamento attuativo (che dovrà essere oggetto di specifico adeguamento ex art. 11 del Decreto n. 30), per quanto in esso non regolato. In altri termini, il D.L.vo n. 30/2004 non introduce un sistema del tutto autonomo rispetto a quello relativo ai lavori pubblici di cui all'art. 2, comma 1, della legge n. 109 del 1994 e s.m.i., di modo che la disciplina di tale tipologia di interventi, anche se specialistica, deve, comunque, essere ricondotta alla materia dei lavori pubblici. U.O.XII_06Circ_Cap _doc 3

4 Sotto un profilo generale, il principale aspetto di novità è la sottoposizione al Decreto Legislativo n. 30 del 2004 degli appalti riferiti sia a beni mobili - ai quali sono assimilate le superfici decorate dei beni architettonici - sia ai beni immobili, fatta salva la previsione di alcune disposizioni applicabili soltanto ai beni mobili ed assimilati, (artt. 4, comma 1; art. 5, comma 5; art. 6, comma 5; art. 7, comma 1; art. 8, comma 3) ovvero ai soli immobili (art. 7, comma 2), per cui trova applicazione in via residuale "la disciplina legislativa statale e regionale in materia di appalti di lavori pubblici" (art. 1, comma 5). Nell ottica della valorizzazione del ruolo dei restauratori, l'art. 6 del D.L.vo 30/2004, introduce la previsione della redazione, a cura di un restauratore o di un professionista con specifica competenza, di una "scheda tecnica", quale documento facente parte del progetto preliminare, stabilendone l obbligatorietà per gli interventi su beni mobili e superfici decorate. Il comma 5, poi, per i lavori sui beni mobili ed assimilati, richiede la presenza di un soggetto con qualifica di restauratore nell'ufficio di direzione dei lavori, con funzioni di direttore operativo, purché in possesso di specifiche competenze coerenti con l'intervento. Le disposizioni sopra cennate sono tuttavia, temperate dalla previsione, contenuta nel IV comma, secondo cui tali attività possono essere espletate dai funzionari tecnici in possesso di adeguata professionalità in relazione all intervento da attuare; si ricorda che sulla materia, questo Dipartimento ha fornito numerose direttive, da ultimo con la nota n del 5 agosto 2004, alla quale si rinvia. 3. PROCEDURE RELATIVE AGLI IMPEGNI DI SPESA L art.64 della Lr.27 aprile 1999 n. 10 e successive modifiche ed integrazioni recante Misure di finanza regionale e norme in materia di programmazione, contabilità e controllo. Disposizioni varie aventi riflessi di natura finanziaria sostituendo l art.11 della L.r n.47, nella parte in cui si prevede che gli impegni assunti decadano qualora nell esercizio finanziario corrente non vengano assunte e perfezionate le relative obbligazioni giuridiche, ha introdotto rilevanti innovazioni che si richiamano per opportunità. Con la circolare n.16 del l Assessorato regionale al Bilancio e Finanze ha fornito le istruzioni per l applicazione del suddetto articolo 64, disponendo che le Amministrazioni possano assumere gli impegni di spesa, a valere sugli stanziamenti di competenza e nei limiti degli stessi, solo a fronte di obbligazioni giuridicamente perfezionate (contratti) e con l individuazione del creditore certo. Tali impegni comunque devono essere preceduti dalla prenotazione della somma, effettuata sulla scorta del progetto esecutivo approvato tecnicamente dal Responsabile del procedimento. Tali prenotazioni pena la decadenza del finanziamento, andranno confermate con apposito provvedimento generalmente entro il 31 dicembre dell anno di riferimento, salvo diverse disposizioni dell Assessorato Bilancio e Finanze. Qualora le procedure in via di espletamento riguardino gare d appalto bandite entro l esercizio stesso, si potrà, previa acquisizione della documentazione attestante, provvedere a trasformare le prenotazioni in impegni imperfetti, conservandone le somme fino al momento in cui perfezionandosi l obbligazione giuridica, si potrà assumere il formale impegno di spesa, approvando nel contempo il nuovo quadro economico della spesa, dopo l aggiudicazione dei lavori, e versando il relativo ribasso d asta nel capitolo in entrata 4191, con mandato speciale. U.O.XII_06Circ_Cap _doc 4

5 4. REDAZIONE DEI PROGETTI I progetti, da redigersi dopo la comunicazione di finanziamento, dovranno essere predisposti, anche per conto degli enti Ecclesiastici, in conformità alle prescrizioni contenute nella legge regionale n. 7/2002 e successive modifiche ed integrazioni, ed essere sviluppati ad un livello di definizione tale da consentire che ogni elemento sia identificabile per tipologia, forma, qualità, dimensione, prezzo. Le tecniche di intervento, i materiali, le modalità esecutive delle operazioni tecniche, saranno descritte in modo compiuto mediante elaborati descrittivi indicati nel Capo II del Titolo III del Regolamento sui lavori pubblici approvato con D.P.R. 21 dicembre 1999 n 554, e più in dettaglio, si dovranno inoltrare: - relazione storico- artistica - relazione tecnica - analisi dei prezzi - computo metrico- estimativo - elenco dei prezzi unitari - piano di sicurezza (ove necessario) - piano di manutenzione (ove necessario) - capitolato speciale che dovrà contenere tutte le prescrizioni per le esecuzioni dei lavori chiaramente espresse, in modo da non dare luogo ad erronee interpretazioni. Esso dovrà almeno contenere, per la migliore garanzia dell Amministrazione appaltante: Oggetto e ammontare dell appalto, designazione forma e principali dimensioni delle opere, condizioni dell appalto; Osservanza delle leggi, del regolamento e del capitolato generale, documenti che fanno parte del contratto, tempo utile, penali, risoluzione del contratto; Modo di eseguire ogni categoria di lavori e/o opere, qualità e provenienza dei materiali, ordine da tenere nei lavori; Disposizioni particolari riguardanti l appalto e modo di valutare i lavori, pagamenti, ultimazione lavori, conto finale, collaudo; Consegna e messa in funzione delle eventuali forniture, garanzie; Osservanza condizioni di lavoro- istruzioni personale ; Oneri ed obblighi a carico dell Impresa. I progetti, validati dal Responsabile del procedimento, dovranno pervenire in duplice copia firmati da tecnici abilitati, ai sensi della normativa vigente, e dal Dirigente del Servizio competente, oltre che sul frontespizio, anche nell ultima pagina. Nei casi in cui si dovesse rendere necessaria la stesura di una perizia di variante e/o suppletiva le procedure da seguire sono tutte contenute nella Circolare n.13 del 22 aprile 2003 prot.n.1158 del Servizio Patrimonio, di pari data, relativa alle Varianti in corso d opera. Per le richieste di spendibilità annuali si richiama l osservanza della Circolare n. 14 prot.2086 del 14/07/2003- Modalità per la formulazione delle istanze di accreditamento, delle dichiarazioni di spendibilità e delle richieste di reiscrizione in bilancio, rammentando, pure, che ove si fosse in presenza di fatture emesse dalle Ditte aggiudicatarie ad evitare ogni ritardo ed eventuali richieste di interessi, l Unità competente potrà procedere all emissione di mandati di pagamento in favore delle stesse, su documentazione prodotta in originale,; nel caso di ultimi pagamenti invece, secondo le direttive della Ragioneria Centrale di questo Assessorato, che ha peraltro mosso dei rilievi formali su procedimenti inoltrati con differenti modalità, si dovrà unicamente procedere in tal modo, contestualmente all approvazione degli atti finali e quindi all eliminazione di altre eventuali economie di spesa. U.O.XII_06Circ_Cap _doc 5

6 5. SPESE AMMISSIBILI Nella stesura dei progetti le SS. LL. avranno cura di predisporre i quadri economici degli interventi, secondo l articolazione prevista nel Regolamento sui Lavori pubblici - D.P.R 21 dicembre 1999, n Saranno ritenute spese ammissibili le seguenti: Imprevisti fino al 10%; I.V.A (20%) ed eventuali altre imposte ; Incentivi per tecnici interni - R.U.P.; Missioni connesse alla conduzione dei lavori; Eventuali consulenze tecnico-specialistiche (in caso di comprovata carenza nell organico); Documentazione fotografica; Indagini conoscitive e diagnostiche; Assicurazioni e trasporto opere d arte; Pubblicazioni ; Eventuale attuazione piani per la sicurezza. Sono pertanto spese inammissibili: tutte le lavorazioni che non siano su beni mobili e/o superfici decorate, gli allestimenti, l acquisizione materiale informatico, spese generali, che potranno essere effettuate su altri capitoli di spesa pertinenti. 6. MONITORAGGIO DEGLI INTERVENTI E RICOGNIZIONE DEI LAVORI FINANZIATI NEGLI ESERCIZI FINANZIARI PRECEDENTI Al fine di consentire il monitoraggio dello stato di attuazione degli interventi, attivato presso il Servizio Patrimonio, codeste strutture avranno cura di trasmettere debitamente compilate le schede tecniche allegate alle richieste di spendibilità e/o reiscrizione diffuse con nota n.2086 del , disponibile sul sito Internet, che verranno restituite per la regolarizzazione qualora pervengano incomplete. Nel contempo, codeste Strutture vorranno effettuare una ricognizione completa degli interventi finanziati negli anni precedenti, di modo che, si possa procedere all approvazione degli atti finali ed all eliminazione delle somme non utilizzate. La presente Circolare sarà disponibile nell area riservata del Sito internet di questo Dipartimento all indirizzo beniculturali. IL DIRIGENTE GENERALE Dott. Antonino Lumia L ASSESSORE On.Le Alessandro Pagano Il Dirigente del Servizio Dott.ssa Daniela Mazzarella Il Dirigente dell Unità Operativa XII Arch.Benedetta Cacicia U.O.XII_06Circ_Cap _doc 6

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