I conoidi alluvionali in Campania

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1 Università Degli Studi di Napoli Federico II DICEA Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale Corso Tecnici per il presidio idrogeologico del territorio Zona di allertamento 3 I conoidi alluvionali in Campania Prof. Antonio Santo

2 CONTESTI DI CONOIDI ALLUVIONALI I conoidi alluvionali si formano nelle zone di raccordo tra i massicci montuosi e le zone di pianura dove i corsi d acqua, per diminuzione della velocità e quindi di energia, depositano i materiali erosi nel bacino imbrifero a monte. I corsi d acqua subiscono dei continui spostamenti laterali formando delle tipiche morfologie a ventaglio, caratterizzate da un pattern idrografico di tipo dicotomico.

3 Riconoscimento di un conoide alluvionale su carta topografica Un conoide alluvionale si riconosce facilmente per una disposizione convessa e sub-circolare delle curve di livello alla sbocco di un asta valliva.

4 Zona apicale Principali elementi morfologici di un conoide alluvionale Zona distale Canale principale

5 Fasce pedemontane dei massicci carbonatici Conoidi sovrapposte ed incastrate

6 Apice idrografico Variazioni del livello di base locale, innescate da cause climatiche e/o tettoniche, possono determinare la formazione di apparati multipli di conoide. In questo caso il conoide più giovane ed attivo si è sviluppato più a valle (conoidi incastrati). L apice topografico del conoide e l apice idrografico (o punto di intersezione) non coincidono. Tutta la porzione a valle dell apice idrografico va considerata attiva, quella a monte è stabile.

7 In questo secondo caso la crescita del conoide più giovane è localizzata nella zona apicale (conoidi sovrapposti) e apice topografico ed apice idrografico coincidono. Le porzioni attive sono concentrate in zona apicale.

8 Altri fenomeni alluvionali rapidi si hanno nei bacini torrentizi costieri. In questo caso parte del conoide si deposita nel mare. I bacini sono di pochi km 2, hanno un basso tempo di corrivazione (meno di un ora) e sono interessati da frequenti fenomeni alluvionali La Liguria, la Calabria e la Campania hanno molti bacini costieri con queste caratteristiche ISOLA D ISCHIA In nero sono rappresentati i diversi bacini torrentizi costieri che hanno avuto preblemi alluvionali e di trasporto solido

9 Evento del 1910 EVENTI CHE SI RIPETONO CON TEMPI DI RITORNO DECENNALI Bacini torrentizi costieri ad Ischia Evento del 2009 CASAMICCIOLA

10 Conoide alluvionale con recapito a mare Fenomeno prettamente alluvionale Frane ed alluvionamenti (bacino montano) EVENTO DI CASAMICCIOLA AD ISCHIA (2009)

11 Diverse tipologie di depositi di conoide prevalentemente ghiaie in matrice sabbiosa e grandi blocchi

12 Danni causati dai conoidi attivi

13 Huesca Spagna Camping posizionato su lobo attivo conoide. Distrutto in una notte 80 vittime Il paese di Cardoso distrutto per debris flow e conoidi torrentizi durante l alluvione della Versilia.

14 Notevole espansione urbanistica Il caso di Castellammare è un classico esempio di area pedemontana nella quale il centro urbano si è sviluppato talora ricoprendo i corsi d acqua naturali. Numerosi alvei sono stati tombati ed attraversano il centro urbano

15 Valle Caudina Studi geomorfologici e i PAI delle Autorità di Bacino hanno messo in evidenza la presenza di conoidi attivi in diversi comuni della Campania.

16 Sono molti i centri abitati in Campania costruiti in aree di conoidi attivi nei quali spesso si perde la memoria storica degli eventi alluvionali (M.ti Picentini, Matese, Marzano, Maddalena Camposauro etc..)

17 Un altro esempio e quello dei conoidi alluvionali del vallo di Diano soprattutto di Padula e di Sala Consilina.

18 In arancio e rosso sono riportati i numerosi lobi distributori storici che hanno interessato il Vallo di Diano

19 Gli eventi alluvionali eccezionali che determinano il grosso della crescita di un conoide alluvionale, hanno spesso tempi di ritorno dell ordine delle decine o delle poche centinaia di anni. Questo causa nella popolazione la perdita della memoria storica dell evento e, di conseguenza, lo sviluppo di insediamenti abitativi su corpi di conoidi attivi. La Certosa di Padula, p. es. è stata costruita nella porzione attiva di un conoide ed è stata più volte danneggiata. Certosa di Padula ubicata nel settore apicale del conoide Area di conoide attivo

20 La cinta muraria della Certosa cosi come si presentava agli inizi del 900, sepolta da oltre 8 metri di depositi. La Certosa oggi, dopo i lavori di scavo e di restauro. Scavo Vecchio letto del T. Fabricatore

21 L analisi geomorfologica in contesti pedemontani caratterizzati dalla presenza di conoidi alluvionali deve avvalersi di una cartografia di dettaglio (1:5.000; 1:10.000) mirata a individuare porzioni attive ed inattive. Gli strumenti da utilizzare sono: -Foto aeree -Carte topografiche di dettaglio -Ricerca storica -Controlli sul campo -indagini in sito

22 L analisi stratigrafica dei depositi recenti mostra che tali fenomeni si sono ripetuti frequentemente nelle ultime migliaia di anni Alternanze di depositi ghiaiosi spesso intercalati da paleosuoli o da livelli piroclastici che possono permettere una datazione

23 La ricerca sul campo deve essere mirata soprattutto al riconoscimento di depositi detritico alluvionali e alla loro distribuzione ed età. Settore ad alto rischio Strada in costruzione tra Casetellammare di Stabia e Vico Equense Molto spesso in Campania è stato possibile datare alcuni conoidi recenti per la presenza di paleosuoli e livelli piroclastici Paleosuolo e livello piroclastico olecenici

24 Nelle aree pedemontane è molto importante fare distinzione tra conoidi alluvionali antichi e conoidi recenti ancora attivi. -i fenomeni di esondazione e di trasporto solido possono ripetersi anche con tempi di ritorno di anni e per tale motivo spesso si perde la memoria storica di tali eventi -è opportuno prevedere una espansione urbanistica che tenga contro di tali fenomeni e lasciare spazio ai corsi d acqua naturali evitando restringimenti di alvei, cementificazione e costruzioni in zone di conoidi attivi. -è opportuno prevedere campagne di indagini mirate (soprattutto trincee) finalizzate a verificare la presenza/assenza di antichi depositi alluvionali e di lobi di conoide.

25 Altro esempio recente Il caso di San Gregorio Magno (SA) Aggradazione di circa 4m di detriti in poche ore. Distruzione di automobili, campi coltivati, danni alle case.

26 Conoide sovrapposto: apice nell area del centro abitato San Gregorio Magno La tipologia del conoide e le opere idrauliche possono condizionare molto la distribuzione del danno Conoide incastrato apice a valle del centro abitato.

27 Negli attuali PAI vaste aree di conoide sono perimetrate come aree ad alta pericolosità e rischio. Talora le aree vincolate sono molto vaste per mancanza di studi di dettaglio che dovrebbero essere eseguiti con indagini (trincee) e rilievi topografici degli alvei in scala adeguata. PAI Aut. Bacino NW della Campania

28 Studi di maggiore dettaglio geologici ed idraulici Recenti studi prendono in considerazione nuovi parametri: stratigrafia, urbanizzato, andamento delle strade, punti critici, eventi storici, topografia di maggiore precisione (lidar). Si producono modelli di propagazione e zonazione del rischio più precisi Eventi storici L esempio di Sala Consilina

29 Recente proposta di riduzione delle aree ad alta pericolosità e quindi di rischio nel centro abitato di Sala Consilina.

30 Monitoraggio dei bacini torrentizi -I tempi di corrivazione sono bassi, spesso prossimi ai 30 minuti quindi risulta difficile allertare la popolazione -installazione di pluviometri in quota -misuratori di livello idrico e di portata negli impluvi montani -telecamere, cavi strappo e sismografi che possono indicare piene improvvise in impluvi montani -Piani di Protezione Civile e sopratutto educazione della popolazione che deve essere opportunamente informata e pronta ad affrontare e convivere con gli eventi idrogeologici.

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