COMUNE DI ANDEZENO Criteri comunali per l Insediamento degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande

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1 Elab. 1: RELAZIONE ILLUSTRATIVA 1 RELAZIONE ILLUSTRATIVA

2 0 1 INDICE PREMESSA 0.1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO 0.2 CRITERI COMUNALI : FINALITÀ E OBIETTIVI 0.3 CONTENUTI E METODOLOGIA REDAZIONALE DEI CRITERI COMUNALI RELAZIONE MOTIVATA CON VALUTAZIONE CONGIUNTA DEGLI ASPETTI ECONOMICI, STRUTTURALI, TERRITORIALI E SOCIALI DEL COMUNE 1.1 I CARATTERI DEL COMUNE ASPETTI TERRITORIALI E STRUTTURALI ASPETTI SOCIALI: DINAMICA DEMOGRAFICA ASPETTI ECONOMICI: CENNI OCCUPAZIONALI 1.2 LA RETE DISTRIBUTIVA LOCALE 2 3 ZONIZZAZIONE TERRITORIALE RACCORDO TRA CRITERI COMUNALI E STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI 4 INDIVIDUAZIONE DEI LIMITI DI INSEDIAMENTO DELLE NUOVE ATTIVITÀ DI SOMMINISTRAZIONE, DEI TRASFERIMENTI DI SEDE, DEGLI AMPLIAMENTI DI SUPERFICIE 4.1 FABBISOGNO PARCHEGGI 4.2 VERIFICA DI IMPATTO SULLA VIABILITÀ 4.3 TUTELA DEI BENI CULTURALI, AMBIENTALI E PAESAGGISTICI 2 RELAZIONE ILLUSTRATIVA

3 0 PREMESSA 0.1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO La redazione dei Criteri comunali per l insediamento delle attività di somministrazione di alimenti e bevande (di seguito denominati criteri comunali ) è un adempimento normativo previsto dall art.8, comma 4 della LR n.38 del 29 dicembre 2006 (pubblicata sul BUR n. 8 del 25 febbraio 2010) Disciplina delle attività di somministrazione di alimenti e bevande. Indirizzi per la predisposizione, da parte dei comuni, dei criteri per l'insediamento delle attività", come confermato dall art.1, comma 3 della DGR n dell 8 febbraio 2010, che recita: I Comuni entro 180 gg. dall entrata in vigore del presente atto e nel pieno rispetto dei contenuti, adottano, sentito il parere delle organizzazioni delle imprese del settore, dei consumatori e delle categorie dei lavoratori più rappresentative a livello provinciale, i Criteri per l insediamento delle attività di somministrazione di alimenti e bevande. È compito di ciascun Comune definire le proprie scelte e azioni di programmazione che, a differenza di quanto avveniva in passato, oggi non sono più basate su una pianificazione meramente quantitativa dell offerta (ossia sul rispetto di limiti riferiti a quote di mercato predefinite), ma si fondano anche su criteri di liberalizzazione e concorrenza, sulla base delle linee guida dettate dal provvedimento della Giunta Regionale, facendo emergere la necessità di favorire la modernizzazione della rete, con lo scopo di mantenere una presenza diffusa e qualificata del servizio, orientando l insediamento degli esercizi in zone e aree idonee alla formazione di sinergie con la rete del commercio fisso. I limiti alle nuove aperture, ai trasferimenti di sede e agli ampliamenti delle superfici di somministrazione sono guidati da princìpi di tutela degli interessi pubblici dominanti, quali le ragioni di salute pubblica, di sicurezza e di tutela dell ambiente. Per ciascuna attività insediata è necessario che venga dimostrato il rispetto di: destinazione d uso commercio al dettaglio per il locale d esercizio; possesso di parcheggi secondo standard calcolabili; norme sull impatto sulla viabilità; norme che tutelano i beni culturali, ambientali e paesaggistici; norme sull impatto acustico; norme sull atmosfera; norme sulla tutela del paesaggio; norme sulla sicurezza degli impianti e sulla prevenzione incendi; norme sulla raccolta e sull evacuazione dei rifiuti; norme sull assenza di barriere architettoniche. 0.2 CRITERI COMUNALI : FINALITÀ E OBIETTIVI GENERALI Sebbene il Comune possa personalizzare i criteri comunali in base alla conoscenza della propria specifica realtà locale, tuttavia il lavoro operato a livello comunale deve comunque sempre ricondursi alle finalità proprie degli indirizzi regionali esposti all art.1, comma 2 della DGR n dell 8 febbraio 2010, riportato di seguito: art.1 (omissis ) 2. Gli indirizzi generali ed i criteri si ispirano ai seguenti principi: a) la trasparenza del mercato, la concorrenza, la libertà d impresa e la libera circolazione delle merci; b) la tutela del consumatore, con particolare riguardo all informazione, alla fruibilità dell offerta ed alla sicurezza dei prodotti; c) l evoluzione tecnologica dell offerta al fine di un innalzamento della qualità dell offerta; d) il pluralismo e l equilibrio tra le diverse tipologie di esercizi di somministrazione di alimenti e bevande con particolare riguardo al riconoscimento e alla valorizzazione della qualità e della professionalità delle imprese; 3 RELAZIONE ILLUSTRATIVA

4 e) la valorizzazione e la salvaguardia del servizio nelle aree urbane, rurali e montane; f) la sostenibilità dell offerta rispetto al contesto ambientale, economico, sociale e territoriale, della tutela della sicurezza urbana e dell ordine pubblico. Per quanto riguarda gli obiettivi, i criteri comunali devono mettere in evidenza la necessità di favorire la modernizzazione della rete, con lo scopo di mantenere una presenza diffusa e qualificata del servizio, orientando l insediamento degli esercizi in zone e aree idonee alla formazione di sinergie con la rete del commercio fisso. Costituisce riferimento l art.3, c.1 della DGR n dell 8 febbraio 2010, riportato di seguito: 1. Nel rispetto di quanto prescritto dalla legge regionale di disciplina delle attività di somministrazione di alimenti e bevande, i presenti indirizzi generali e criteri, perseguono i seguenti obiettivi: a) favorire la modernizzazione della rete in modo che si realizzino le condizioni per il miglioramento della sua produttività, della qualità del servizio e dell informazione al consumatore; b) favorire il mantenimento di una presenza diffusa e qualificata del servizio nei centri urbani, nei piccoli comuni, nelle frazioni e nelle aree già scarsamente servite o prive di servizio, in modo che sia facilitato l accesso per tutte le fasce della popolazione anche attraverso la presenza di esercizi di somministrazione di alimenti e bevande riconducibili a differenti tipologie di offerta; c) orientare l insediamento degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande in zone ed aree idonee alla formazione di sinergie con la rete del commercio in sede fissa e degli altri servizi pubblici e privati, al fine di migliorare la produttività del sistema e la qualità del servizio reso ai consumatori, nel rispetto dell integrità dell ambiente e del patrimonio storico-artistico regionale e promuovendo la rivitalizzazione dei centri urbani; d) favorire la formazione di un sistema di offerta, articolato sul territorio in modo tale che i consumatori, potendo scegliere tra differenti alternative di localizzazione e di tipologie di esercizi, esercitando le loro preferenze, inneschino la dinamica concorrenziale nel sistema; e) coordinare la programmazione della rete con le norme urbanistiche, ambientali, igienico-sanitarie, di pubblica sicurezza e sicurezza urbana, nonché i procedimenti relativi al rilascio dei permessi a costruire e denunce inizio attività in materia edilizia, sia per favorire la trasparenza e la semplificazione dei procedimenti amministrativi nel quadro di un sistema decisionale condiviso, sia per evitare situazioni di offerta immobiliare contrarie ai principi della libera concorrenza. 2. Gli obiettivi di cui al comma 1 si realizzano attraverso il completamento e la riqualificazione della rete attuale. Gli articoli normativi sopra citati (art.1 e art.3) ripropongono l intelaiatura della DCR e smi in materia di commercio in sede fissa e tendono ad allineare i principi e gli obiettivi di entrambi i settori d esercizio. I criteri commerciali, in recepimento delle direttive regionali, ferme restando le caratteristiche soggettive che deve possedere il responsabile dell'esercizio, definiscono le condizioni per poter aprire, trasferire, subentrare o modificare un esercizio di somministrazione, individuando gli adempimenti con particolare riferimento al fabbisogno delle aree a parcheggio (e la possibilità di monetizzazione alternativa alla cessione), alle verifiche di impatto sulla viabilità, e alla tutela ambientale e paesaggistica. Le nuove aperture, i trasferimenti di sede, le variazioni della superficie degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande non sono soggette ad alcuna limitazione quantitativa, per comune e per zona, nel rispetto dei principi e degli aspetti contenuti nell art. 41 della Costituzione e nella legge n. 287/1991. Ferma restando la vigente normativa nazionale e regionale in materia, nell esercizio dell attività e per il rilascio delle autorizzazioni all esercizio della somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, nonché nei casi di trasferimento e di ampliamento della superficie di somministrazione si applicano i criteri comunali. 4 RELAZIONE ILLUSTRATIVA

5 0.3 CONTENUTI E METODOLOGIA REDAZIONALE DEI CRITERI COMUNALI I Criteri Comunali sono costituiti dai seguenti elaborati: 1. relazione illustrativa che evidenzia l assetto della rete (sistema della somministrazione di alimenti e bevande sul territorio comunale all interno di addensamenti e localizzazioni commerciali riconosciuti), i luoghi di insediamento esistenti e previsti degli esercizi di somministrazione e la linea di raccordo tra i criteri e la pianificazione urbanistica; 2. elaborato cartografico che evidenzia la posizione della rete (mappatura delle attività) sul territorio e le zone di insediamento individuate; 3. articolato normativo della programmazione comunale (disposizioni di settore, ossia i criteri comunali veri e propri); I criteri comunali si applicano a: 1. nuove aperture (anche stagionali) soggette ad autorizzazione di cui all articolo 9 della LR 38/2006; 2. trasferimenti di sede (anche stagionali) soggetti ad autorizzazione di cui all articolo 9 della LR 38/2006; 3. ampliamenti della superficie di somministrazione (anche stagionali) soggetti a SCIA come previsto dall articolo 12 della LR 38/2006. Non sono invece soggette all applicazione dei criteri comunali le istruttorie relative a: 1. sub ingressi o meglio ai cambi di titolarità; 2. autorizzazioni temporanee; 3. attività di somministrazione di alimenti e bevande elencate nell art.8, c.6 della LR 38/ RELAZIONE ILLUSTRATIVA

6 1 RELAZIONE MOTIVATA CON VALUTAZIONE CONGIUNTA DEGLI ASPETTI ECONOMICI, STRUTTURALI, TERRITORIALI E SOCIALI DEL COMUNE 4. LA RETE DEGLI ESERCIZI DI SOMMINISTRAZIONE DI ALIMENTI E BEVANDE IN ANDEZENO 1.1 I CARATTERI DEL COMUNE ASPETTI TERRITORIALI E STRUTTURALI Il Comune di Andezeno, nel settore Est della Città Metropolitana di Torino, si trova a circa 20 km dal capoluogo regionale. Esso si estende su una superficie di kmq 7,50 ed è posto ad un altitudine di 306 m sul livello del mare; è compreso nella Zona 11 Chierese- Carmagnolese tra le Zone omogenee istituite ai sensi della Legge 56/2014, approvate con Deliberazione della Conferenza Metropolitana prot. n /2015 del 14 aprile Andezeno fa parte dell Ambito 2 di approfondimento sovraccomunale del Chierese, ai sensi dell art. 9 delle NdA del PTC2. Confina con Arignano, Chieri, Marentino e Montaldo T.se. Il Comune presenta un territorio collinare di origine antica, con un economia basata sulle attività agricole e industriali. Nello specifico, il settore economico primario è presente con la produzione di uva e del vino Freisa, di cereali, ortaggi, frumento, foraggi e con l allevamento di bovini, suini, caprini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da aziende che si occupano principalmente di comparti: alimentare, tessile, delle confezioni, della lavorazione del legno, della carta, della stampa, chimico, della lavorazione di articoli in gomma e in plastica, del vetro, metallurgico, della fabbricazione dei macchinari per l agricoltura, edile ed elettronico. Il settore terziario è composto da una rete distributiva che soddisfa le esigenze primarie della popolazione. Le strutture scolastiche garantiscono la frequenza delle classi materne, elementari e medie; inoltre è presente anche il museo Balbiano con numerosi oggetti della vita quotidiana contadina. Non sono presenti strutture per lo sport e il tempo libero rilevanti. Oltre al capoluogo comunale, dove vive la maggior parte della popolazione, sono presenti aggregati urbani minori: Fraiteria, Ramea e Sant Anna. Il territorio è attraversato da canali e rii: Canale di San Rocco e di Montaldo; Rii Monte Rosso, Bussetto, Aneravagne e Baldissero, Santena, Movano e di Carmera. Le infrastrutture varie e di trasporto principali sono la S.P.119 di Moriondo, la S.P. 122 di Chieri e la S.P. 98 di Marentino, a cui si aggiungono gli oltre 1,8 km di piste ciclabili. 6 RELAZIONE ILLUSTRATIVA

7 ASPETTI SOCIALI: DINAMICA DEMOGRAFICA L analisi della struttura demografica rileva in questa sede in quanto la popolazione residente costituisce il potenziale bacino di utenza delle attività commerciali e dei pubblici esercizi, influenzando le tipologie distributive insediate e la composizione merceologica dell offerta commerciale. Negli ultimi anni si è registrato un costante aumento della popolazione, che ha raggiunto abitanti nel 2011 (ultimo censimento). La popolazione di Andezeno presenta una distribuzione per fasce di età che evidenzia una percentuale relativamente bassa di persone con più di 65 anni. Andamento demografico della popolazione residente nel Comune di Andezeno nel decennio intercensuario (fonte: Dayi Istat elaborazione Tuttitalia) Anno Data rilevamento Popolazione residente Variazione assoluta Variazione percentuale dicembre dicembre ,17% dicembre ,34% dicembre ,33% dicembre ,91% dicembre ,25% dicembre ,83% dicembre ,84% dicembre ,65% dicembre ,05% 2011 (¹) 8 ottobre ,05% 2011 (²) 9 ottobre ,14% 2011 (³) 31 dicembre ,44% dicembre ,33% dicembre ,70% dicembre ,05% dicembre ,80% dicembre ,11% dicembre ,05% (¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento (²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento (³) la variazione assoluta e percentuale si riferiscono al confronto con i dati del 31 dicembre RELAZIONE ILLUSTRATIVA

8 Variazione percentuale della popolazione: le variazioni annuali della popolazione di Andezeno espresse in percentuale a confronto con le variazioni della popolazione della provincia di Torino e della regione Piemonte. (fonte: Istat al 31 dicembre di ogni anno elaborazione Tuttitalia.it) Flusso migratorio della popolazione: il grafico in basso visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il comune di Andezeno negli ultimi anni. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'anagrafe del comune. Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative).fonte: Istat elaborazione Tuttitalia ASPETTI ECONOMICI: CENNI OCCUPAZIONALI COMUNE ANDEZENO Quota s.l.m. (in metri) 306 Superficie (kmq) 7,49 Popolazione residente (Censimento 2011) ab. Popolazione residente (stime 2017) ab. TOTALE LOCALIZZAZIONI D IMPRESA (2015), di cui: 239 Attività manifatturiera 60 Costruzioni 38 Commercio 49 Attività di alloggio e di ristorazione 7 Altre attività 85 Fonte: Sul territorio comunale di Andezeno risultano insistere (al 2015) 239 imprese di cui: 60 basate sull attività manifatturiera con circa 781 addetti annui; 38 prettamente legate ad attività di costruzione con circa 71 addetti annui; 49 legate ad attività di commercio con circa 128 addetti annui; 7 per attività di alloggio e ristorazione con circa 21 addetti annui; 85 per altre attività e servizi. 1.2 LA RETE DISTRIBUTIVA LOCALE I criteri comunali devono favorire la modernizzazione della rete, con lo scopo di mantenere una presenza diffusa e qualificata del servizio, orientando l insediamento degli esercizi in zone e aree idonee alla formazione di sinergie con la rete del commercio fisso. 8 RELAZIONE ILLUSTRATIVA

9 A questo proposito, in relazione alle caratteristiche della rete distributiva considerata nel suo complesso, della dotazione di servizi, delle condizioni socio-economiche e di consistenza demografica, il Comune di Andezeno è inserito tra i Comuni Minori, appartenente all Area di Programmazione commerciale di Chieri. In base all allegato 2 della DCR del Indirizzi generali e criteri di programmazione urbanistica per l insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa in attuazione del D.Lgs. 114/98 del , come modificata e integrata dalla DCR del dalla DCR del e dalla DCR del 20 novembre 2012, sono definiti Minori quei Comuni con popolazione inferiore a abitanti, con un offerta commerciale spesso non completa nelle dotazioni di base. Per quanto riguarda la rete degli esercizi commerciali, si rimanda alla TAV.1 Mappatura degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande sulla quale è riportata la mappatura delle attività al dettaglio in sede fissa presenti sul territorio. La rete degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, integrata nell ambito di quella degli esercizi commerciali, è costituita da complessivi n.6 esercizi di somministrazione di alimenti e bevande (come si ricava dai dati forniti dall Ufficio Commercio del Comune, aggiornati ad Ottobre 2018), suddivisi nelle seguenti tipologie igienico sanitarie (ai sensi del DPGR n. 9/R del 21 luglio 2003 e smi): - n.3 esercizi di tipologia 1: somministrazione di bibite, caffè, panini, tramezzini, brioches surgelate sottoposte a doratura e/o fine cottura, toast, piadine e prodotti similari, cioè alimenti che richiedono una minima attività di manipolazione e un eventuale riscaldamento; - n.3 esercizi di tipologia 4: attività di preparazione alimenti, configurabile come attività di ristorazione tradizionale. Un solo esercizio è dotato di dehors (20 mq.) 9 RELAZIONE ILLUSTRATIVA

10 2 ZONIZZAZIONE TERRITORIALE Al fine di individuare le zone di preferibile insediamento degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande è necessario rifarsi alle Zone di insediamento commerciale già individuate in sede di definizione dei Criteri commerciali per l insediamento di medie strutture di vendita (ai sensi della DCR e smi e oggetto di separata procedura approvativa). I criteri commerciali sono stati approvati dal Comune con DCC n.22 del 22/04/2009 (presa d atto della Regione Piemonte 25/5/09 prot. n.3795/db1701). L allineamento della programmazione del commercio al dettaglio in sede fissa con quella della somministrazione di alimenti e bevande ha come obiettivo quello di favorire l integrazione delle funzioni di servizio al consumatore e gli equilibrati sviluppi della rete. Le Zone di insediamento commerciale già definite dal Comune costituiscono ambiti preferenziali di insediamento per gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande; tuttavia si evidenzia come, ferma restando la conformità urbanistica, l insediamento di attività di somministrazione sia possibile anche in altre zone del territorio. Nel rispetto dei criteri fissati dalla Regione, il Comune di Andezeno ha riconosciuto nei propri criteri commerciali comunali un Addensamento Storico rilevante di tipo A1, corrispondente ad un tratto dell arteria stradale SP119, dove si riscontra l effettiva concentrazione delle attività e dove sono localizzati 4 dei 6 esercizi di somministrazione presenti sul territorio. Gli Addensamenti storico rilevanti sono: porzioni del territorio urbano o extraurbano percepite come omogenee e unitarie che raggruppano un insieme di attività commerciali, paracommerciali e assimilabili ubicate l una in prossimità dell altra in un ambito a scala pedonale nelle quali il consumatore trova un insieme organizzato ed integrato di offerta commerciale e di servizi. Per l articolazione planimetrica dell Addensamento A1 si rimanda ai criteri commerciali approvati o alla TAV.1 Mappatura degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande che costituisce parte integrante della presente pratica. La programmazione commerciale di Andezeno non riconosce ambiti identificati come Localizzazioni commerciali, ma prevede la possibilità di eventuali auto riconoscimenti di Localizzazioni urbane non addensate L1 in sede di rilascio delle autorizzazioni comunali, nel rispetto dei parametri e delle definizioni informative. Localizzazioni commerciali urbane non addensate: Si riconoscono in aree che non hanno le caratteristiche per essere classificate A.1, A.2, A.3, A.4 e A.5. Sono aree totalmente intercluse nel tessuto residenziale nell ambito del centro abitato, preferibilmente lambite o percorse da assi viari di livello urbano. Sono candidate ad ospitare attività rivolte al servizio dei residenti o al potenziamento dell offerta nel quadro del processo di riqualificazione urbana. Sul territorio di Andezeno non si rilevano le condizioni per individuare realtà minori a rischio desertificazione. Le realtà minori a rischio desertificazione sono: a) i comuni con meno di 3000 abitanti che risultano essere caratterizzati da condizioni di marginalità economica e/o di servizi, e che sono privi di esercizi alimentari e di esercizi di somministrazione in un raggio di mt. 500 oppure b) le frazioni e le parti omogenee del territorio comunale urbanizzato con meno di 3000 abitanti che risultano essere caratterizzati da condizioni di marginalità economica e/o di servizi, e che sono privi di esercizi alimentari e di esercizi di somministrazione in un raggio di mt. 500 oppure c) i quartieri di edilizia residenziale, che risultano essere caratterizzati da condizioni di marginalità economica e/o di servizi, e che sono privi di esercizi alimentari e di esercizi di somministrazione in un raggio di mt RELAZIONE ILLUSTRATIVA

11 3 RACCORDO TRA CRITERI COMUNALI E STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI Ai sensi dell articolo 3 della DGR , al fine del raggiungimento degli obiettivi e nel rispetto dei principi della L.R.28 del 12 novembre 1999 Disciplina, sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte, in attuazione del D.Lgs.114 del 31 marzo 1998 e smi e dei contenuti degli Indirizzi regionali ed i criteri di programmazione urbanistica del commercio in sede fissa, di cui alla DCR del 29 ottobre 1999 e smi, i presenti indirizzi e criteri si basano su degli elementi sostanziali quali: il raccordo con la pianificazione urbanistica locale che risulta essere indispensabile per evitare le perdite di efficienza che potrebbero derivare da incoerenze e sfasature temporali tra le richieste di autorizzazioni e di permessi a costruire e tra la realizzazione dell intervento e la costruzione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Si richiamano gli elementi essenziali di coordinamento tra le disposizioni amministrative e quelle urbanistiche che rendono ammissibili i progetti e gli interventi relativi alle autorizzazioni e alle SCIA di settore. In particolare ci si riferisce a: a) Destinazioni d uso: L articolo 6 della DGR specifica che è la destinazione d uso commercio al dettaglio quella che rende conforme gli insediamenti degli esercizi di somministrazione. Nel rispetto delle norme della legge urbanistica regionale la destinazione è individuata negli strumenti urbanistici generali e esecutivi. Per questo si rimanda a quanto previsto nelle Norme di Attuazione del PRGC vigente. b) Individuazione dei beni culturali ambientali e paesaggistici L individuazione dei beni culturali, ambientali e paesaggistici è regolata dall art.7 della DGR del 8 febbraio 2010, ai sensi dell art.24 della LR 57/77, della L.1497/39 (Protezioni delle bellezze naturali) e dalla L.1089/39 (Tutela delle cose d interesse artistico). I Comuni nei propri criteri e nei propri regolamenti stabiliscono norme per la limitazione dell esercizio delle attività di somministrazione anche non assistita, in prossimità dei beni culturali, ambientali e paesaggistici per evitarne lo snaturamento e l espulsione. c) Monetizzazione del fabbisogno dei posti a parcheggio Ai sensi dell art.8, c.5, il fabbisogno dei posti parcheggio, per gli esercizi di somministrazione ubicati negli addensamenti e localizzazioni commerciali urbane A1, A2, A3, A4, L1, è monetizzabile contribuendo alla costituzione di un fondo destinato al finanziamento per la realizzazione di parcheggi di iniziativa pubblica dedicati alla zona di insediamento. Infatti, il Comune deve prevedere apposita normativa nei propri strumenti urbanistici generali o esecutivi. d) Individuazione degli spazi da destinare a parcheggi pubblici e privati funzionali agli esercizi di somministrazione preesistenti e previsti. La norma va appositamente prevista attraverso una Variante al PRGC. 4 INDIVIDUAZIONE DEI LIMITI DI INSEDIAMENTO DELLE NUOVE ATTIVITÀ DI SOMMINISTRAZIONE, DEI TRASFERIMENTI DI SEDE, DEGLI AMPLIAMENTI DI SUPERFICIE 4.1 FABBISOGNO DI PARCHEGGI Il fabbisogno totale di posti a parcheggio e di superficie, da computare in relazione alla superficie di somministrazione (così come definita dall art.4 della DGR del 8 febbraio 2010) è obbligatorio e non 11 RELAZIONE ILLUSTRATIVA

12 derogabile ai fini del rilascio delle autorizzazioni, e dei rilascio dei permessi a costruire e deve essere dimostrato nei casi di SCIA di cui all art. 12 c. 1 e 2 della LR 38/2006 e di SCIA in materia edilizia. La quota di posti a parcheggio e relativa superficie, non soggetta alle norme dell art.21, c.1 e c.2 della L.R.56/1977 smi, e dell art.25, c.1 e c.2 della DCR /99 smi, è reperita in aree private per il soddisfacimento delle norme dell art. 41 sexies della L1150 del 17 agosto 1942, così come modificato dall art. 2 della L122 del 24 marzo Ai fini del calcolo del fabbisogno di posti parcheggio non va computata la superficie di somministrazione esterna, coperta o scoperta, funzionalmente connessa all esercizio e destinata al servizio di ristoro non soggetta a permesso a costruire. Per gli esercizi di somministrazione che si insediano negli addensamenti A1, deve essere dimostrata la disponibilità di parcheggio, anche attraverso apposito convenzionamento con infrastrutture già presenti ed operanti. Per gli esercizi di somministrazione che si insediano negli addensamenti A1, il fabbisogno dei posti parcheggio è monetizzabile in presenza di apposita normativa contenuta negli strumenti urbanistici generali o esecutivi. I trasferimenti di sede degli esercizi di somministrazione nell ambito del medesimo addensamento commerciale e localizzazione commerciale sono esclusi dal rispetto del fabbisogno dei parcheggi. 4.2 VERIFICA DI IMPATTO SULLA VIABILITÀ Quando la superficie di somministrazione, calcolata nel rispetto dell articolo 4 c. 1, della DGR dell 8 febbraio 2010, è superiore a 80 mq., le autorizzazioni per gli esercizi di somministrazione, le SCIA per i casi previsti dall art. 12 c. 1 e 2 della LR 38/06 sono subordinate a valutazione di impatto sulla viabilità il cui studio sottoscritto e asseverato da professionista incaricato, deve redigersi ai sensi dei commi 6, 7 8 dell art.9 della DGR citata. La regola non si applica nell ambito territoriale degli addensamenti commerciali A1. I trasferimenti di sede degli esercizi di somministrazione nell ambito del medesimo addensamento commerciale e localizzazione commerciale sono esclusi dall applicazione della norma sulla regolamentazione delle aree di sosta e verifiche di impatto sulla viabilità. Nel caso di presentazione di studio asseverato, le soluzioni progettuali che rendono ammissibile l insediamento devono essere concertate con il Comune (oppure con la Città Metropolitana di Torino limitatamente agli esercizi di somministrazione ubicati su viabilità provinciale e regionale). Le soluzioni progettuali concertate devono essere oggetto di convenzione o di atto di impegno unilaterale d obbligo. La realizzazione delle opere è propedeutica all apertura al pubblico dell esercizio di somministrazione. Il Comune, in funzione delle caratteristiche degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande così come definite dal Regolamento regionale di igiene e sanità vigente, stabilisce quanto segue: la scelta dell arco orario giornaliero sulla base del quale deve essere calcolato il maggior flusso viario così come previsto al comma 6 sub a) della DGR dell 8 febbraio 2010, è lasciato alla discrezionalità del tecnico redattore, il quale deciderà in funzione del traffico generato secondo il tipo di servizio prevalente di somministrazione offerto e dell ubicazione della zona. la scelta dell arco orario giornaliero del traffico ordinario sulla base del quale deve essere effettuato il calcolo previsto al comma 6 sub b) della DGR dell 8 febbraio 2010 è lasciato alla discrezionalità del tecnico redattore, il quale deciderà in funzione del traffico generato secondo il tipo di servizio prevalente di somministrazione offerto e dell ubicazione della zona. 4.3 TUTELA DEI BENI CULTURALI, AMBIENTALI E PAESAGGISTICI Va applicata attraverso la puntuale applicazione delle normative vigenti. Le domande di autorizzazione e le SCIA per i casi previsti dall art. 12 c. 1 e 2 della LR 38/2006, devono essere corredate da idoneo studio che esamina e valuta le componenti indispensabili a rendere compatibile l insediamento dell esercizio di somministrazione di alimenti e bevande. Lo studio deve essere sottoscritto ed asseverato da un professionista abilitato alla sua redazione. 12 RELAZIONE ILLUSTRATIVA

13 Le componenti ambientali, paesaggistiche e progettuali che rendono ammissibile la nuova apertura, il trasferimento di sede e l ampliamento della superficie di somministrazione oggetto dello studio sono le seguenti: impatto acustico: secondo le disposizioni normative vigenti; atmosfera: secondo le disposizioni elencate nell articolo 10 comma 4 sub b) della DGR del 8 febbraio 2010 paesaggio: qualora l esercizio di somministrazione venga ad insediarsi in contesti paesaggistici di particolare pregio, sottoposti a vincolo paesistico - ambientale o storico - architettonico, oppure in vicinanza di SIC le deve essere asseverato il rispetto delle norme del D.Lgs. 42 del 22 gennaio 2004; progettuali: secondo le disposizioni elencate nell articolo 10 comma 5 sub a.1 a.2 e a.3 della DGR 8 febbraio 2010, n Le mitigazioni e le soluzioni progettuali individuate come ottimali e che rendono ammissibile l intervento sono dettagliate nel progetto municipale per ciascuna componente ambientale e paesaggistica e costituiscono prescrizioni dell autorizzazione dell esercizio di somministrazione e del permesso a costruire, e per i casi di SCIA di cui all art. 12 c. 1 e 2 della LR 38/2006, costituiscono elemento di autoregolamentazione obbligatoria ai fini dell esercizio dell attività. 13 RELAZIONE ILLUSTRATIVA

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