TRIBUNALE di MILANO SEZIONE SPECIALIZZATA IN MATERIA D IMPRESA A ORDINANZA

Dimensione: px

Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "TRIBUNALE di MILANO SEZIONE SPECIALIZZATA IN MATERIA D IMPRESA A ORDINANZA"

Tommasa Villa
5 anni fa
Visualizzazioni

N.R.G. 24793/2017 TRIBUNALE di MILANO SEZIONE SPECIALIZZATA IN MATERIA D IMPRESA A Il Giudice dott.

1 N.R.G /2017 TRIBUNALE di MILANO SEZIONE SPECIALIZZATA IN MATERIA D IMPRESA A Il Giudice dott.ssa Silvia Giani, a scioglimento della riserva assunta all udienza del 13 giugno 2017, ha pronunciato la seguente ORDINANZA visti gli atti del procedimento cautelare n. r.g /2017, promosso da CHANEL SRL (C.F ) e CHANEL SAS con il patrocinio dell avv. PERELLI CAZZOLA ALESSANDRA elettivamente domiciliato in Indirizzo Telematico presso il difensore avv. PERELLI CAZZOLA ALESSANDRA RICORRENTI nei confronti di GAETANO MORRA (C.F ) (C.F ) con il patrocinio dell avv. CUCURACHI MARCO (CCRMRC69L05G813H) elettivamente domiciliato in via OLMETTO, MILANO presso il difensore avv. VERGA GIUSEPPE RESISTENTE - Dato atto che, con decreto emesso inaudita altera parte, in data 29 maggio 2017, il Tribunale di Milano, in composizione monocratica, ha emesso le seguenti misure cautelari: 1) ha autorizzato la ricorrente ad eseguire nei confronti del resistente il sequestro dei beni recanti il marchio CHANEL di cui sia vietata la vendita, recando la scritta Demonstration ne peut etre vendu, tester not for sale o scritte simili, dai quali risulti il divieto di vendita, presso la sede della ditta individuale Gaetano Morra in Pagina 1

2 via Satriano 41, Parco Esperanda, Angri (SA), P.IVA e presso ogni altra sede secondaria o unità locale, deposito e/o magazzino facente capo allo stesso, ovunque situata sul territorio nazionale, nonché del materiale pubblicitario ad esso relativo e della documentazione contabile concernente l acquisto, la commercializzazione dei detti beni (da eseguirsi mediante acquisizione in copia dei predetti documenti i cui originali vengano restituiti alle parti all esito delle operazioni), autorizzando le ricorrenti ad assistere alle operazioni esclusivamente mediante i difensori e i tecnici di fiducia all uopo nominati ; 2. ha inibito al resistente l ulteriore commercializzazione, pubblicizzazione, anche a mezzo internet, dei prodotti sopramenzionati; - si è costituito il resistente, eccependo l incompetenza territoriale del Tribunale di Milano e chiedendo la revoca del provvedimento cautelare, invocando il principio dell esaurimento del diritto. A detta del resistente, i beni sarebbero stati immessi in commercio con il consenso del proprietario. - Le ricorrenti hanno chiesto, all esito dell udienza del 13 giugno 2017, la conferma del provvedimento cautelare. Ciò premesso, il Giudice osserva quanto segue. - Sussiste la competenza di questa Sezione Specializzata, quale luogo in cui ha sede la ricorrente, essendo stato il fatto illecito perpetrato a mezzo internet ed essendo la sede della ricorrente il luogo di divulgazione e percezione dell illecito da parte del soggetto danneggiato, che ivi ha anche reperito il bene in oggetto; - le argomentazioni della difesa del resistente, relative alla nota distinzione tra danno/evento e danno/conseguenza e alla vexata quaestio dell applicabilità del criterio del luogo di verificazione del danno/conseguenza, non si attagliano al caso di specie ove la competenza è stata radicata applicando il foro del luogo di verificazione dell evento dannoso e non delle ulteriori conseguenze dannose; - il criterio del luogo di verificazione dell evento dannoso è anche recepito dal reg CE 1215/2012 che all art 7, primo comma n 2, fa riferimento al luogo in cui l evento dannoso è avvenuto o può avvenire. In conformità a quanto affermato ripetutamente dalla Corte di Giustizia dell Unione Pagina 2

3 Europea, l art. 5, n. 3 cit. va interpretato nel senso che per tale luogo deve intendersi quello in cui è avvenuta la lesione del diritto della vittima, senza avere riguardo al luogo dove si sono verificate o potrebbero verificarsi le conseguenze future di tale lesione (cfr. Cass. Sez. Un., 05/07/2011, n ; Cass. Sez. Un., 27/12/2011, n ; Cass. Sez. Un., 5/5/2006, n ; Cass 28811/11; Cass 8076/2012); - nel caso di specie, di illecito consistente nella promozione e pubblicizzazione dei beni senza autorizzazione del titolare, a mezzo di internet, la lesione del diritto della vittima è stato cagionata nel luogo di visualizzazione della promozione commerciale dei beni; - una diversa interpretazione, che individuasse la competenza ora nel luogo dell inserzionista, ora del server, renderebbe non solo eccessivamente oneroso -se non addirittura impossibile- per la vittima dell illecito stabilire il luogo idoneo a fondare il collegamento, ma anche consentirebbe agli autori degli illeciti, che facessero ricorso al commercio elettronico, di sottrarsi alla giurisdizione italiana, pur operando sul mercato italiano, quando avessero sede all estero, applicandosi, in base al menzionato regolamento europeo, il medesimo criterio dell evento dannoso. In altre parole, si creerebbe un grave vulnus che pregiudicherebbe l efficacia delle norme, per quanto rileva, del diritto industriale e delle direttive europee, qualora fosse consentito l uso di segni distintivi contro la volontà del titolare del diritto, mediante offerta o pubblicità su internet destinata a consumatori che si trovassero sul territorio dello stato, per il solo fatto che il server o il prodotto si trovi in uno stato terzo ( cfr CG caso Oreal cit.). - rilevato che, dall esame della documentazione prodotta, emergono elementi a fondamento del fumus boni iuris della perpetrazione di condotte illecite, per avere posto in commercio prodotti a marchio Chanel in assenza di consenso del titolare trattandosi di beni di cui era vietata la vendita- nonché in assenza di indicazioni degli ingredienti e con alterazione delle confezioni; - ritenuto che, nel caso di specie, è da escludersi l applicazione del principio dell esaurimento del diritto, in quanto i campioni e tester in oggetto non sono stati messi in circolazione dalla ricorrente per la vendita, Pagina 3

4 come emerge ictu oculi dai divieti di vendita apposti sulla confezione e sul bene; - rilevato, invero, che l esaurimento del diritto opera solo in caso d immissione in commercio con il consenso del titolare ( Dir CE 89/104 art 5; Dir 2015/2436 art 10; Reg 207/2009 art 13, come modificato dal reg UE 2424/2015; art 5 CPI; nonché, quanto alla giurisprudenza comunitaria, ex alia, CG 12 luglio 2011 in Oreal v ebay; CG 3 giugno 2010 in Coty Prestige lancaster V Simex Trading); - rilevato che i flaconi di profumo recanti le menzioni «campione» e «vendita vietata» escludono che sia implicitamente riconosciuto il consenso del titolare del marchio alla loro immissione in commercio, come affermato anche dalla giurisprudenza comunitaria richiamata dalla difesa del resistente che, piuttosto, rappresenta una conferma della non esistenza dei presupposti di operatività dell esaurimento del diritto, per carenza del consenso del titolare ( CE 3 giugno 2010, cit.); - rilevato, peraltro, che, quand anche ricorresse l ipotesi nel caso di specie non ravvisabile- dell esaurimento del diritto, per immissione in commercio in uno degli Stati membri con il consenso del titolare, sarebbero configurabili i motivi legittimi che giustificherebbero l opposizione del titolare del diritto, essendo stata fornita la prova che la vendita dei beni, con i segni di cui la ricorrente ha la privativa, non solo è avvenuta in presenza di un divieto della ricorrente, ma anche in violazione delle disposizioni dell etichettatura e con alterazione dei prodotti Chanel nella parte relativa al confezionamento ( doc 8 ric); - ritenuto il fumus boni iuris della illecita commercializzazione di beni con marchi di titolarità della ricorrente; - rivelato che il periculum in mora si evince dalla commercializzazione dei beni in contraffazione dei diritti di privativa della ricorrente e in violazione di disposizioni anche a tutela del consumatore; ritenuto pertanto che, non essendo emersi elementi idonei a determinare una rivalutazione del provvedimento emesso inaudita altera parte, esso vada confermato; tenuto conto che, in considerazione della natura non anticipatoria del sequestro, non si debba provvedere sulle spese; Pagina 4

5 P.Q.M. Visti gli artt. 129, 131 c.p.i., 669 sexies secondo comma c.p.c., il Tribunale di Milano, Sezione Specializzata Impresa, A, provvedendo in via cautelare, sulla domanda proposta da CHANEL SRL, nei confronti di GAETANO MORRA, così provvede: conferma il decreto emesso inaudita altera parte in data 29 maggio Si comunichi Milano, 15 giugno 2017 Il Giudice dott. Silvia Giani Pagina 5

Documenti analoghi

R.G /2017. MONICA BIANCO SRL, in persona del legale rappresentante. nonché MONICA BIANCO

R.G /2017. MONICA BIANCO SRL, in persona del legale rappresentante. nonché MONICA BIANCO R.G. 34739/2017 TRIBUNALE ORDINARIO di MILANO SEZIONE SPECIALIZZATA IN MATERIA D IMPRESA A Il Tribunale, in composizione collegiale nelle persone dei seguenti magistrati: dott. Claudio Marangoni Presidente