Pianificazione, monitoraggio, allertamento: stato dell'arte e criticità sul territorio della Regione Abruzzo
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- Edoardo Pace
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1 Il sistema di allertamento nazionale: competenze e tecnologie per la mitigazione dei rischi naturali Bologna, 28 marzo 2019 Regione Abruzzo Servizio Programmazione Attività di Protezione Civile Dott. Geol. Giancarlo Boscaino Responsabile Ufficio Idrografico e Mareografico Ing. Mario Antonio Cerasoli Centro Funzionale d Abruzzo Pianificazione, monitoraggio, allertamento: stato dell'arte e criticità sul territorio della Regione Abruzzo
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5 Pattern costituito da collettori subparalleli fra loro; terreni impermeabili, con un controllo strutturale di fratture subparallele e a sensibile acclività Mare Adriatico
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14 Fiume Pescara
15 Fiume Pescara
16 Fiume Pescara: aprile 1992
17 Fiume Pescara: dicembre 2013
18 La Pianificazione di bacino Aspetti Normativi Direttiva 2000/60/CE D. Lgs. 152/2006 Direttiva 2007/60/CE D.Lgs. 49/2010
19 I Piani di gestione del rischio alluvioni (PGRA) devono prevedere misure per la gestione del rischio di alluvioni nelle zone ove possa sussistere un rischio ritenuto significativo evidenziando, in particolare, la riduzione delle potenziali conseguenze negative per la salute umana, il territorio, i beni, l'ambiente, il patrimonio culturale e le attività economiche e sociali. La direttiva impone agli Stati membri la costruzione di un quadro conoscitivo in merito alla pericolosità da alluvione e al rischio connesso e, quindi, l individuazione di misure di prevenzione (sostanzialmente regole di governo del territorio e di uso del suolo), di protezione (interventi, opere idrauliche e quant altro), di preparazione (sistemi di preannuncio, azioni di protezione civile e di gestione in fase di evento, protocolli di gestione dei sistemi di regolazione, etc.) per la gestione di tale rischio.
20 Si parla di "gestione" e quindi si tratta di trovare quel giusto mix, supportato da una robusta analisi costi-benefici, tra interventi strutturali (opere idrauliche, casse di espansione, dighe, argini, etc.) e non strutturali ed ovvero il governo del territorio, le scelte di sviluppo economico che hanno ricadute sul sistema fisico, le pratiche di forestazione e quelle agricole, le opere di manutenzione, le escavazioni in alveo e nei versanti, le pratiche edificatorie, le regole urbanistiche e le norme di applicazione; ed infine il sistema di allertamento, la pianificazione dell'emergenza e il governo della fase di evento, ovvero la protezione civile. E tutto questo deve essere fatto considerando ed ammettendo anche un rischio residuo, Ma soprattutto ciò va fatto alla scala del bacino idrografico.
21 Sulla carta il D.Lgs. 49/2010 ha fornito lo spunto per creare quella strategia di difesa del suolo per attuare le azioni di prevenzione non solo alle azioni strutturali ma anche a quelle non strutturali. Un buon sistema di allertamento nasce da una buona pianificazione
22 Mare Adriatico
23 Mare Adriatico
24 Gli Enti responsabili della pianificazione di bacino 24
25 L. 183/89 Le indicazioni contenute nella Relazione conclusiva della Commissione De Marchi (1970) avviano il laborioso processo che darà origine, circa 20 anni dopo, alla legge 183/89 sulla difesa del suolo. La Relazione della Commissione introduce per la prima volta in Italia, il concetto del bacino idrografico come unità territoriale per la pianificazione e la gestione delle risorse idriche e per la difesa dalle piene, viste in forma integrata 25
26 Il Decreto legislativo n.152/2006 (cd codice o testo unico ambientale), recentemente modificato dalla L. n. 221/2015, ha previsto - in attuazione della direttiva 2000/60/CE sulle acque - la riarticolazione degli attuali bacini idrografici di rilievo nazionale, interregionale e regionale nella nuova e più ampia dimensione dei distretti, individuandone otto per tutto il Paese, affidati alla direzione di otto Autorità di Bacino distrettuale di emanazione governativa (con la partecipazione delle Regioni interessate), rappresentate nella sottostate figura. 26
27 Conclusioni Nel settore centrale della catena appenninica i versanti adriatici presentano caratteristiche del reticolo idrografico naturale e dinamiche evolutive dei versanti, significativamente diverse da quelle dei versanti tirrenici. Pertanto l attuale accorpamento deibacini idrografici nel distretto dell Appennino centrale appare non in linea con i criteri generali per l identificazione dei distretti. Detti criteri infatti, contenuti nella linea guida Identification of River Basin Districts in Member States- Overview, criteria and current state of play-2002 redatta nell ambito della Common Implementation Strategy for the Water Framework Directive 2000/60/EC, suggeriscono un raggruppamento dei bacini di piccole dimensioni sulla base di affinità idrologiche, idrauliche e geomorfologiche oltreché climatiche, ambientali, socio-economiche e amministrative. 27
28 reti meteo-idro-pluviometriche La Rete Regionale in Telemisura Rete Fiduciale Regione Abruzzo La Rete Fiduciale della Regione Abruzzo è composta da stazioni idro-termopluviometriche e multisensore in tempo reale (15 ) con elevati standard di qualità in merito alle caratteristiche dei sensori e dei sistemi trasmissivi installati Le stazioni della Rete Fiduciale sono sottoposti a severi programmi di manutenzione che ne assicurano l efficienza e l efficacia
29 La Rete Regionale in Telemisura - Rete Fiduciale Regione Abruzzo Funzionamento La rete in telemisura opera con due diverse tecnologie di trasmissione dati: RETE SU PONTE RADIO (conforme al D.M. n. 349 del 12/06/1998 che prevede dal 1 dicembre 2006 l'uso di apparati di comunicazione operativi con la canalizzazione a 12,5 KHz) a tecnologia UHF con stazioni automatiche, ripetitori e centrale di controllo; RETE su canali di trasmissione in GSM/GPRS attraverso operatori di fonia/dati commerciali con stazioni automatiche (alcune poste in capannine curate dagli osservatori idrografici) e centrale di controllo. Le stazioni sono impostate per inviare dati ogni 15 minuti salvo la possibilità di interrogare da remoto con intervalli inferiori le singole stazioni. Il delay per la ricezione del dato è di circa minuti Stazioni a campo (ponte radio) RIPETITORI Ponte Radio Regionale PESCARA IDROGRAFICO L AQUILA C.F. Stazioni a campo (rete gsm/gprs) RIPETITORI Operatori gsm/gprs
30 La Rete Regionale in Telemisura - Rete Fiduciale Regione Abruzzo Consistenza della rete fiduciale in telemisura
31 La Rete Regionale in Telemisura MONITORAGGIO SOTTOPASSI
32 La Rete Regionale in Telemisura MONITORAGGIO SOTTOPASSI Fondi del Programma di Cooperazione IPA Adriatico e del Programma POR-FESR Abruzzo 2007/2013 Asse IV - Attività 3.1.d n.5 aree pilota: Comuni della costa abruzzese individuati tra quelli a maggior rischio idraulico e ricadenti nel raggio di azione del radar meteorologico installato nel Comune di Tortoreto (Tortoreto, Giulianova, Montesilvano, Pescara, Francavilla al Mare)
33 La Rete Regionale in Telemisura MONITORAGGIO SOTTOPASSI
34 La Rete Regionale in Telemisura - Rete Fiduciale Regione Abruzzo MONITORAGGIO UMIDITÀ DEL SUOLO N. 19 STAZIONI
35 La Rete Regionale in Telemisura - Rete Fiduciale Regione Abruzzo MONITORAGGIO UMIDITÀ DEL SUOLO Caratteristiche dei sensori UMIDITÀ SUOLO: n. 3 sonde a diversa profondità (-10, -20, -40 cm) I sensori propagano un impulso nel suolo che viene catturato e riflesso da una sonda immersa nel terreno. Il contenuto d acqua è misurato in base al tempo impiegato dall impulso a tornare indietro. Caratteristiche: Range umidità terreno: 0-100% Conducibilità: 0-6dS/m; 6-20dS/m Umidità: 0-40%: ±1% ±2% Umidità: 40-70%: ±2% ±3% Temperatura di funzionamento: -15 C +50 C
36 La Rete Regionale in Telemisura - Rete Fiduciale Regione Abruzzo MONITORAGGIO UMIDITÀ DEL SUOLO Caratteristiche dei sensori
37 La Rete Regionale in Telemisura MONITORAGGIO FRANE 37
38 Mare Adriatico 38
39 La Rete Regionale in Telemisura MONITORAGGIO FRANE
40 La Rete Regionale in Telemisura MONITORAGGIO FRANE SISMA 24 agosto 2016 e successive repliche + EVENTI meteorologici gennaio 2017 STATO DI EMERGENZA D.Lgs. n. 50/2016, Art. 163 Procedure in caso di somma urgenza e di Protezione Civile Sistemi mobili di monitoraggio in tempo reale frane: Ponzano di Civitella del Tronto (TE) (Ponzano 1 e 2) Borrano di Civitella del Tronto (TE) Castelnuovo di Campli (TE) Composizione stazione tipodi acquisizione dati: - Datalogger - Pannello solare - Sistemi di comunicazione (gprs/umts, radio uhf) - Termometro - Pluviometro - Modulo di gestione della rete mesh - Nodi W-Point con sensore di inclinazione integrato per il controllo delle deformazioni del terreno - Clinometri da parete per il controllo delle strutture - Nodi wireless W-Point per l acquisizione e la trasmissione dei dati clinometrici verso la stazione - Eventuali nodi ripetitori per garantire la ridondanza delle comunicazioni.
41 La Rete Regionale in Telemisura MONITORAGGIO FRANE SMARTWEB
42 La Rete Regionale in Telemisura SOGLIE PLUVIOMETRICHE PER IL POSSIBILE INNESCO DI FRANE INDOTTE DALLE PIOGGE
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44 Risposta dell indice CAI per la previsione degli eventi di dissesto idrogeologico CETEMPS Hydrological Model CHyM Alarm Index Indice stress idrologico CAI Modello idrologico a parametri distribuiti sviluppato dal CETEMPS (Tomassetti, B. et al.2005; Coppola, E et al.,2007; Sorooshian, S. et al., 2010). E attualmente applicato in ambito di protezione civile, per la previsione di eventi di piena, e per studi di impatto climatico. L algoritmo di smoothing del DTM, da cui dipende la ricostruzione della rete drenante, si basa su tecniche di interpolazione ispirate agli automi cellulari (Wolfram, 2002). In questo modo, si viene svincolati dall utilizzo di layer GIS ed è possibile ricostruire la rete drenante di qualsiasi dominio geografico del mondo Anche l algoritmo di interpolazione spaziale del campo di precipitazione e temperatura è basato sulla teoria degli automi cellulari, in questo modo il modello è in grado di assimilare contemporaneamente fonti di misura diverse (pluviometri, radar, satellite) e spazializzarle minimizzando le discontinuità. Il codice sorgente si basa su librerie open source e può essere installato su ogni piattaforma UNIX. Δt E il rapporto tra la quantità di precipitazione drenata da un determinato puntogriglia e la corrispondente area drenata a monte. THR1=60.0 mm/day THR2=110.0 mm/day Il grado di stress si basa su soglie, associate a tutti i punti-griglia del bacino idrografico, non solo nei punti-fiume o nei punti-stazione.
45 Gli effetti di un evento flash flood (De Falco et alii, 2016) 20/10/18
46 Gli effetti di un evento flash flood (De Falco et alii, 2016) 20/10/18
47 Gli effetti di un evento flash flood (De Falco et alii, 2016)
48 Gli effetti di un evento flash flood (De Falco et alii, 2016) 20/10/18 Evidenze dell'altezza dell'acqua;
49 Gli effetti di un evento flash flood (De Falco et alii, 2016) 20/10/18 Danni alle pareti esterne.
50 Il modello è stato confrontato in via sperimentale con alcuni casi studio Frane a cinematica rapida colata detritica
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52 Cumulate a 1 e 3 ore
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57 Tabella delle precipitazioni annuali di Massima intensità in 3 ore Calcolo dei tempi di ritorno Anno Prec 3H Anno2 Prec 3H3 Anno4 Prec 3H Nr. Anni Stima Prec 3H Prec. oss mm T_ritorno anni Distribuzione di Gumbel e tempo di ritorno
58 24h Pioggia accumulata osservata, ricostruita col modello CHyM Bollettino di criticità del giorno 15 agosto 2018
59 Mappa di allerta CAI, georiferita su Google Earth L area del Monte Morrone viene allertata dall indice CAI (mm/day) alle 3 UTC del 16/08/2018 Geo-localizzazione frana N ; E
60 PON Governance e Capacità istituzionale POC ReSTART - Resilienza Territoriale Appennino Centrale Ricostruzione Terremoto - Autorità di Distretto dell Appennino Centrale - Regione Abruzzo, Dip. Governo del Territorio - Università D Annunzio Dip. InGeo L obiettivo strategico del Progetto è di rafforzare la capacità di governo delle istituzioni centrali, regionali e locali mediante la messa a punto di un modello di rapporti istituzionali per la definizione dei processi di ricostruzione post-sisma nel più generale sistema delle azioni complessive per garantire la sicurezza idrogeologica e la gestione sostenibile delle risorse idriche.
61 Impatto idrogeologico del terremoto dell Aquila e del Centro Italia sull acquifero del Gran Sasso
62 Dati idrogeologici: monitoraggio bisettimanale Paganica fault R. Adinolfi Falcone, A. Falgiani, M. Manetta, B. Parisse, M. Paolessi, M. Petitta, S. Rusi, D. Sciannamblo, M. Spizzico & M. Tallini Oscillazioni piezomentriche nella mediobassa valle del F. Tirino ( m s.l.m.) Oscillazioni a frequenza bisettimanale (8/2008 oggi) in 4 pozzi: - Variazione istantanea (registrata 8 g dopo) = 30 cm - Variazioni a medio - lungo termine = circa 1,3 m mainshock
63 M. Petitta et al.
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66 Grazie per l attenzione!!!
Rete Integrativa di Monitoraggio nell Area del Cratere Sismico della Regione Abruzzo: l area tipo dell Acquifero del Gran Sasso
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