COMUNE DI SAN CIPRIANO D AVERSA Provincia di CASERTA

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1 COMUNE DI SAN CIPRIANO D AVERSA Provincia di CASERTA TARI TASSA SUI RIFIUTI Metodo normalizzato per definire le componenti dei costi e determinare la tariffa di riferimento - Anno

2 Questo elaborato descrive la metodologia ed i risultati dell applicazione del metodo normalizzato per definire le componenti dei costi e determinare la tariffa di riferimento. In particolare, vengono esplicitati i presupposti e le scelte che hanno portato all individuazione dei dati tecnici per il calcolo della tariffa. Per l elaborazione della presente ipotesi di Piano Tariffario è stato adottato il Piano Finanziario di cui si riporta di seguito il prospetto riassuntivo dei costi preventivati per l anno I costi del servizio, così come dettagliati nel piano finanziario 2014, redatto secondo le indicazioni di cui all articolo 8 del D.P.R. 158/1999, ammontano a complessivi ,05. La tariffa di riferimento a regime, come previsto dal D.P.R. 158/1999, deve coprire tutti costi afferenti al servizio di gestione dei rifiuti e dovrebbe rispettare la seguente equivalenza: T n = (CG + CC) n-1 (1 + Ip n X n ) + CK n È da premettere che il Comune di San Cipriano d Aversa fino al 2013 è stato in regime di Tarsu. Pertanto, in prima stesura, le procedure connesse alla trasformazione tariffaria hanno comportato l evidenziazione analitica dei costi di gestione rifiuti presenti all interno del bilancio comunale e di ulteriori costi prima non contemplati, di cui il D.P.R. 158/1999 impone la copertura totale attraverso la tariffa. Pertanto, non è stato possibile rapportarsi in modo puntuale alla formula di cui sopra, a cui potrà farsi riferimento eventualmente negli anni successivi alla prima applicazione del metodo normalizzato di cui al citato D.P.R. 158/1999. La scomposizione della tariffa nella parte fissa e nella parte variabile viene effettuata secondo quanto definito da D.P.R. citato. L articolo 3, comma 2 ha disposto che la tariffa, di tipo binomio, è composta essenzialmente da: una quota fissa, riferita alle componenti essenziali del servizio quali il costo del servizio, gli investimenti e i relativi ammortamenti; una quota variabile, rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all entità dei costi di gestione. Le voci di costo da attribuire rispettivamente alla parte fissa e alla parte variabile della tariffa, elencate dettagliatamente al punto 3 dell allegato 1 al D.P.R. 158/1999, sono quelle della indicate di seguito: QUOTA FISSA CLS CARC CGG CCD AC CK QUOTA VARIABILE CRT CTS CRD CTR Il metodo normalizzato così come impostato dal D.P.R. 158/99 è molto preciso nel definire la ripartizione delle voci di costo tra la quota fissa e la quota variabile della tariffa, concedendo così margini di manovra molto contenuti. 2

3 L unico elemento discrezionale lasciato all Ente preposto all applicazione della tariffa, consiste nella scelta di imputazione dei costi del personale. Infatti, ai sensi del punto 2.2 dell allegato 1 al D.P.R. 158/99, vanno ricompresi nei costi generali di gestione (CGG) quelli relativi al personale...in misura non inferiore al 50% del loro ammontare. In base all analisi dei dati di costo e dei parametri a disposizione, è risultata, come riportato nella tabella seguente, una ripartizione tra la quota fissa e variabile della tariffa pari rispettivamente al 9% e 91%. Prospetto riassuntivo CG - Costi operativi di Gestione ,29 CC- Costi comuni ,85 CK - Costi d'uso del capitale - Minori entrate per riduzioni ,00 Agevolazioni - Contributo Comune per agevolazioni - Totale costi + tasso di IP Xn (1,50%) ,05 Riduzione RD ut. Domestiche - COSTI VARIABILI RIPARTIZIONE COSTI FISSI E VARIABILI CRT - Costi raccolta e trasporto RSU ,00 CTS - Costi di Trattamento e Smaltimento RSU ,00 CRD - Costi di Raccolta Differenziata per materiale ,00 CTR - Costi di trattamenti e riciclo - Riduzioni parte variabile ,76 Totale + tasso di IP Xn (1,30%) ,92 COSTI FISSI CSL - Costi Spazz. e Lavaggio strade e aree pubbl ,85 CARC - Costi Amm. di accertam., riscoss. e cont. - CGG - Costi Generali di Gestione ,85 CCD - Costi Comuni Diversi ,00 AC - Altri Costi ,44 Riduzioni parte fissa ,00 Totale parziale ,13 CK - Costi d'uso del capitale - Totale + tasso di IP Xn (1,30%) ,14 Totale fissi + variabili ,05 3

4 RIPARTIZIONE TRA UTENZE DOMESTICHE E NON DOMESTICHE Il comma 6 dell art 49 del D. Lgs. 22/97 stabilisce che la tariffa sia articolata per fasce di utenza. L articolazione per fasce di utenza consiste nella suddivisione del gettito tariffario, e di conseguenza dei relativi costi, tra utenze domestiche e utenze non domestiche. Il D.P.R. 27 aprile 1999 n. 158 dispone in merito alla ripartizione dei costi tra le utenze domestiche e quelle non domestiche quanto segue: art. 4 comma 2 L ente locale ripartisce tra le categorie di utenza domestica e non domestica l insieme dei costi da coprire attraverso la tariffa secondo criteri razionali, assicurando 4 l agevolazione per l utenza domestica di cui all art. 49, comma 10 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22. art. 5 comma 1 Stabilito, ai sensi dell art. 4 comma 2, l importo complessivo dovuto a titolo di parte fissa dalla categoria delle utenze domestiche, la quota fissa da attribuire alla singola utenza domestica viene determinata secondo quanto specificato nel punto 4.1 dell allegato 1 al presente decreto, in modo da privilegiare i nuclei familiari più numerosi e le minori dimensioni dei locali. art. 5 comma 2 La parte variabile della tariffa è rapportata alla quantità di rifiuti indifferenziati e differenziati, specificata per Kg. prodotti da ciascuna utenza. art. 5 comma 4 La quota variabile della tariffa relativa alla singola utenza viene determinata applicando un coefficiente di adattamento secondo la procedura indicata nel punto 4.2 dell allegato 1 al presente decreto. Criteri di ripartizione dei costi fissi e costi variabili tra UD e UnD In sede di elaborazione del Piano Tariffario, come previsto dall'art. 49, comma 10 del D. Lgs. 22/97 e dall'art.4, comma 2 del D.P.R. 158/99, l'insieme dei costi del Piano Finanziario devono essere suddivisi secondo criteri razionali assicurando comunque l'agevolazione per le Utenze Domestiche: ripartizione costi fissi: la suddivisione tra UD e UnD è stata effettuata utilizzando la medesima percentuale derivante dalla produzione specifica di rifiuti delle utenze stesse, come esplicitato nel capoverso successivo; ripartizione costi variabili: dalla normativa sopra richiamata si desume quindi che per la ripartizione dei costi fissi del servizio di igiene urbana bisogna adottare criteri razionali, mentre per la parte variabile occorre fare riferimento alla produzione media procapite di ciascuna utenza così come elaborata dalla Sezione nazionale del Catasto Rifiuti. Allo stato attuale non risulta che siano mai state pubblicate queste produzioni medie procapite. In mancanza di tali dati la suddivisione dei costi potrebbe essere effettuata utilizzando le indicazioni della Circolare del Ministero dell Ambiente n. gab/99/17879/108 del 7/10/1999, la quale dispone che l attribuzione avvenga stimando che: 1. i rifiuti prodotti dalle utenze non domestiche, moltiplicando le superfici a ruolo per gli indici di produzione Kd previsti dall Allegato 1 al D.P.R. 158/99; 4

5 2. i rifiuti da attribuire alle utenze domestiche si ottengono per sottrazione dal totale dei rifiuti indifferenziati e differenziati (escluso gli imballaggi entrati nella raccolta differenziata). In base a questo criterio, tenendo conto dei Kd adottati, la produzione complessiva dei rifiuti delle utenze non domestiche, applicata sulla totalità delle superfici, risulta pari ,23 kg. Assumendo la produzione totale di rifiuti per l anno 2013 in kg, si ricava che la quantità di rifiuti totale prodotta dalle utenze domestiche è pari a ,78 kg. UTENZE DOMESTICHE - I COEFFICIENTI KA E KB Secondo quanto previsto al punto 4.1 dell allegato 1 al D.P.R. 158/99, la parte fissa per le utenze domestiche è determinata sulla base della superficie dell alloggio, occupato dall utente, corretta mediante l applicazione di un coefficiente di adattamento (Ka) che tiene conto della reale distribuzione delle superfici degli immobili in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare. I valori di tali coefficienti sono quelli indicati nelle tabelle 1a o 1b dell allegato 1 del D.P.R. 158/99 e sono stati elaborati, sulla base dei dati ISTAT, per tre aree geografiche (Nord, Centro e Sud) e per comuni con popolazione superiore e inferiore ai abitanti. Non essendo previsti dalla normativa margini discrezionali nell applicazione di questo coefficiente, si ritiene obbligatorio applicare i valori espressi nella tabella 1b dell allegato 1 al D.P.R. 158/99 e riportati di seguito: N COMPONENTI ka 1 0,81 2 0,94 3 1,02 4 1,09 5 1,10 => 6 1,06 Dal momento che i costi fissi attribuiti alle utenze domestiche sono pari ad Euro ,94 il prospetto successivo mostra il calcolo del costo fisso per metro quadrato di abitazione: per famiglie con 1 componente /mq 0,340 per famiglie con 2 componenti /mq 0,394 per famiglie con 3 componenti /mq 0,428 per famiglie con 4 componenti /mq 0,457 per famiglie con 5 componenti /mq 0,461 per famiglie con =>6 componenti /mq 0,444 Il totale in /mq da addebitare a singolo contribuente viene calcolato moltiplicando la superficie occupata per la corrispondente tariffa. 5

6 Per quanto riguarda la quota variabile della tariffa delle utenze domestiche, l art. 5 comma 2 del D.P.R. 158/99 prevede che deve essere rapportata alla quantità di rifiuti prodotti da ciascuna utenza. Nel caso non siano state effettuate tecniche di pesatura individuale dei rifiuti conferiti, è possibile adottare un sistema presuntivo, prendendo a riferimento la produzione media comunale procapite, desumibile da tabelle predisposte annualmente sulla base dei dati elaborati dalla Sezione nazionale del Catasto dei rifiuti, secondo le modalità indicate al punto 4.2 dell allegato 1 al Decreto e con l applicazione di un Kb quale coefficiente di adattamento che soddisfi ai valori di cui alla seguente tabella: N COMPONENTI Kb min Kb med Kb max 1 0,6 0, ,4 1,6 1,8 3 1,8 2,05 2,3 4 2,2 2, ,9 3,25 3,6 => 6 3,4 3,75 4,1 I costi variabili attribuiti alle utenze domestiche sono pari ad Euro ,68. La normativa prevede per l applicazione di questo coefficiente un certo margine di discrezionalità. L Ente ritiene di applicare i valori Kb espressi nella tabella 2b dell allegato 1 al D.P.R. 158/99 riportati nel prospetto seguente, che mostra il calcolo del costo variabile per nucleo familiare. Coefficienti per l attribuzione parte variabile tariffa utenze domestiche Kb min Kb med Kb max Kb scelto per famiglie con 1 componente 0,6 0,8 1 0,8 per famiglie con 2 componenti 1,4 1,6 1,8 1,6 per famiglie con 3 componenti 1,8 2,05 2,3 2,05 per famiglie con 4 componenti 2,2 2,6 3 2,6 per famiglie con 5 componenti 2,9 3,25 3,6 3,25 per famiglie con =>6 componenti 3,4 3,75 4,1 3,75 Quota variabile da attribuire ad ogni fascia di utenza domestica: per famiglie con 1 componente 198,68 /anno per famiglie con 2 componenti 397,35 /anno per famiglie con 3 componenti 509,11 /anno per famiglie con 4 componenti 645,70 /anno per famiglie con 5 componenti 807,13 /anno per famiglie con =>6 componenti 931,30 /anno 6

7 Famiglie TARIFFE UTENZE DOMESTICHE TARIFFA QUOTA FISSA /mq TARIFFA QUOTA VARIABILE /Utenza Famiglie di 1 componente 0, ,68 Famiglie di 2 componenti 0, ,35 Famiglie di 3 componenti 0, ,11 Famiglie di 4 componenti 0, ,70 Famiglie di 5 componenti 0, ,13 Famiglie di => 6 componenti 0, ,30 UTENZE NON DOMESTICHE - I COEFFICIENTI KC E KD Il punto 4.3 dell allegato 1 al D.P.R. 158/99 stabilisce che la parte fissa per le utenze non domestiche è determinata sulla base della superficie dei locali (mq) in cui si svolge l attività, corretta mediante l applicazione di un coefficiente potenziale di produzione Kc che tiene conto della quantità potenziale di produzione di rifiuto connesso alla tipologia di attività. Gli intervalli dei valori attribuibili a tale coefficiente, indicati nelle tabelle 3a o 3b dell allegato 1, sono stati elaborati per tre aree geografiche (Nord, Centro e Sud) e per comuni con popolazione superiore e inferiore ai abitanti. Secondo quanto stabilito dall art. 6 comma 2 del D.P.R. 158/99 la parte variabile della tariffa per le utenze non domestiche deve essere rapportata alla quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico di raccolta da ciascuna utenza. Tabella coefficienti kc parte fissa utenze non domestiche Attività Kc min. Kc max. Kc scelto 1 Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto 0,45 0,63 0,54 2 Cinematografi e teatri 0,33 0,47 0,4 3 Autorimesse e magazzini senza alcuna vendita diretta 0,36 0,44 0,4 4 Campeggi, distributori carburanti, impianti sportivi 0,63 0,74 0,685 5 Stabilimenti balneari 0,35 0,59 0,47 6 Esposizioni, autosaloni 0,34 0,57 0,455 7 Alberghi con ristorante 1,01 1,41 1,21 8 Alberghi senza ristorante 0,85 1,08 0,965 9 Case di cura e riposo 0,90 1,09 0, Ospedale 0,86 1,43 1, Uffici, agenzie, studi professionali 0,90 1,17 1, Banche ed istituti di eredito 0,48 0,79 0, Negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta, e altri beni durevoli 0,85 1,13 0,99 14 edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze 1,01 1,50 1,255 7

8 15 Negozi particolari quali filatelia, tende e tessuti, tappeti, cappelli e ombrelli, antiquariato 0,56 0,91 0, Banchi di mercato beni durevoli 1,19 1,67 1,43 17 Attività artigianali tipo botteghe: Parrucchiere, barbiere, 1,19 1,50 1,345 estetista 18 Attività artigianali tipo botteghe: falegname, idraulico, fabbro, elettricista 0,77 1,04 0, Carrozzeria, autofficina, elettrauto 0,91 1,38 1, Attività industriali con capannoni di produzione 0,33 0,94 0, Attività artigianali di produzione beni specifici 0,45 0,92 0, Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, mense, pub, birrerie 3,40 10,28 6,84 23 Mense, birrerie, amburgherie 2,55 6,33 4,44 24 Bar, caffè, pasticceria 2,56 7,36 4,96 25 Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari 1,56 2, Plurilicenze alimentari e/o miste 1,56 2,45 2, Ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio 4,42 11,24 7,83 28 Ipermercati di generi misti 1,65 2,73 2,19 29 Banchi di mercato genere alimentari 3,35 8,24 5, Discoteche, night-club 0,77 1,91 1,34 La norma stabilisce che l Ente preposto all applicazione della tariffa organizzi e strutturi sistemi di misurazione di dette quantità e che, nella fase transitoria, applichi, qualora non abbia provveduto alla misurazione, un sistema presuntivo, prendendo a riferimento un coefficiente potenziale di produzione Kd che tiene conto della quantità di rifiuto minima e massima connessa alla tipologia di attività secondo gli intervalli dei valori attribuibili a tale coefficiente, indicati nelle tabelle 4b dell allegato 1 del D.P.R. 158/99. Tabella coefficienti kd parte variabile utenze non domestiche Attività Kd min. Kd max. Kd scelto 1 Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto 4,00 5,50 4,750 2 Cinematografi e teatri 2,90 4,12 3,510 3 Autorimesse e magazzini senza alcuna vendita diretta 3,20 3,90 3,550 4 Campeggi, distributori carburanti, impianti sportivi 5,53 6,55 6,040 5 Stabilimenti balneari 3,10 5,20 6,040 6 Esposizioni, autosaloni 3,03 5,04 4,150 7 Alberghi con ristorante 8,92 12,45 10,685 8 Alberghi senza ristorante 7,50 9,50 8,500 9 Case di cura e riposo 7,90 9,62 8, Ospedale 7,55 12,60 10, Uffici, agenzie, studi professionali 7,90 10,30 9, Banche ed istituti di eredito 4,20 6,93 5, Negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta, e 7,50 9,90 8,700 altri beni durevoli 14 edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze 8,88 13,22 11,050 8

9 15 Negozi particolari quali filatelia, tende e tessuti, tappeti, cappelli e 4,90 8,00 6,450 ombrelli, antiquariato 16 Banchi di mercato beni durevoli 10,45 14,69 12, Attività artigianali tipo botteghe: Parrucchiere, barbiere, estetista 10,45 13,21 11, Attività artigianali tipo botteghe: falegname, idraulico, fabbro, 6,80 9,11 7,955 elettricista 19 Carrozzeria, autofficina, elettrauto 8,02 12,10 10, Attività industriali con capannoni di produzione 2,90 8,25 5, Attività artigianali di produzione beni specifici 4,00 8,11 6, Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, mense, pub, birrerie 29,93 90,50 60, Mense, birrerie, amburgherie 22,40 55,70 39, Bar, caffè, pasticceria 22,50 64,76 43, Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, 13,70 21,50 17,600 generi alimentari 26 Plurilicenze alimentari e/o miste 13,77 21,55 17, Ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio 38,93 98,90 68, Ipermercati di generi misti 14,53 23,98 19, Banchi di mercato genere alimentari 29,50 72,55 51, Discoteche, night-club 6,80 16,80 11,800 L applicazione degli indici kc e kd del D.P.R. 158/99 è risultata particolarmente penalizzante per alcune UnD mentre altre risultano addirittura agevolate rispetto alla tariffa RSU dell anno precedente, nonostante siano stati applicati per le prime coefficienti mini e per le seconde coefficienti massimi. Gli indici sono stati comunque mantenuti all interno del range previsto dalla normativa. TARIFFE UTENZE NON DOMESTICHE n. Attività QUOTA FISSA /mq Tariffe QUOTA VARIAB. /mq 1 Musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto 0,197 2,006 2 Cinematografi e teatri 0,146 1,482 3 Autorimesse e magazzini senza alcuna vendita diretta 0,146 1,499 4 Campeggi, distributori carburanti, impianti sportivi 0,250 2,551 5 Stabilimenti balneari 0,172 1,753 6 Esposizioni, autosaloni 0,166 1,704 7 Alberghi con ristorante 0,442 4,512 8 Alberghi senza ristorante 0,352 3,590 9 Case di cura e riposo 0,363 3, Ospedale 0,418 4, Uffici, agenzie, studi professionali 0,378 3, Banche ed istituti di credito 0,232 2,350 Negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartoleria, ferramenta, e 13 altri beni durevoli 0,361 3, Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze 0,458 4,666 Negozi particolari quali filatelia, tende e tessuti, tappeti, cappelli e 15 ombrelli, antiquariato 0,268 2, Banchi di mercato beni durevoli 0,522 5,308 9

10 17 Attività artigianali tipo botteghe: Parrucchiere, barbiere, estetista 0,491 4,996 Attività artigianali tipo botteghe: falegname, idraulico, fabbro, 18 elettricista 0,330 3, Carrozzeria, autofficina, elettrauto 0,418 4, Attività industriali con capannoni di produzione 0,232 2, Attività artigianali di produzione beni specifici 0,250 2, Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, mense, pub, birrerie 2,496 25, Mense, birrerie, hamburgherie 1,620 16, Bar, caffè, pasticceria 1,810 18,425 Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi 25 alimentari 0,730 7, Plurilicenze alimentari e/o miste 0,732 7, Ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio 2,858 29, Ipermercati di generi misti 0,799 8, Banchi di mercato genere alimentari 2,115 21, Discoteche, night-club 0,489 4,983 Il totale da addebitare al singolo utente viene calcolato moltiplicando la tariffa unitaria della quota fissa e della quota variabile per la superficie in cui si svolge l attività produttiva. 10

11 RIPARTIZIONI RIFIUTI PRODOTTI Quantità rifiuti Kg Utenze domestiche ,78 89,49% Utenze non domestiche ,22 10,51% ,00 Per determinare la ripartizione delle quantità di rifiuti tra le due macrocategorie, non essendo stati adottati dall Ente sistemi di pesatura puntuali, si è fatto ricorso ad una modalità operativa prevista dal metodo normalizzato, ovvero si è giunti a stabilire la quantità di rifiuti prodotta dalle utenze non domestiche Qnd, e per differenza la quantità di rifiuti prodotti dalle utenze domestiche Qd, sulla base dei coefficienti di produttività Kd, che rappresentano coefficienti potenziali di produzione in kg/m 2 anno, misurando in via potenziale o presunta, per ciascuna categoria di utenza la produzione di rifiuti in peso per unità di superficie. Ciascun coefficiente Kd si è moltiplicato per la superficie complessiva imponibile relativa a ciascuna tipologia di attività, ottenendo la quantità di rifiuti presuntivamente attribuibile a ciascuna categoria di utenza. La sommatoria di tutti questi prodotti ha espresso così la quantità di rifiuti complessivamente prodotta dalla globalità delle utenze non domestiche, dando luogo per differenza alla quantità di rifiuti da attribuire alle utenze domestiche. dove: La formula applicata è la seguente: Qnd = Σ Kd(ap). Stot(ap) Qd = QT Qnd Qnd = quantità di rifiuti (in kg) complessivamente prodotta dalle utenze non domestiche; Kd(ap) = coefficiente di produttività attribuito a una determinata tipologia di attività; Stot(ap) = superficie complessiva imponibile relativa a una determinata tipologia di attività; Qd = quantità di rifiuti (in kg)complessivamente prodotta dalle utenze domestiche; QT = quantità di rifiuti (in kg) complessivamente prodotta da tutte le utenze, domestiche e non CALCOLO DELLA QUANTITÀ DI RIFIUTI PRODOTTI DALLE UTENZE NON DOMESTICHE Attività Kd min. Kd max. 1 Musei, biblioteche, scuole, associazioni, 4,00 5,50 luoghi di culto 2 Cinematografi e teatri 2,90 4,12 3 Autorimesse e magazzini senza alcuna vendita diretta 3,20 3,90 4 Campeggi, distributori carburanti, impianti 5,53 6,55 sportivi 5 Stabilimenti balneari 3,10 5,20 6 Esposizioni, autosaloni 3,03 5,04 Kd(ap) scelto Superf. totale per categoria Stot(ap) Kd(ap) scelto *Stot(ap) Qnd 4, , , , , , Alberghi con ristorante 8,92 12,45 10, Alberghi senza ristorante 7,50 9,50 8, Case di cura e riposo 7,90 9,62 8, Ospedale 7,55 12,60 10, Uffici, agenzie, studi professionali 7,90 10,30 9, Banche ed istituti di eredito 4,20 6,93 5,

12 13 Negozi abbigliamento, calzature, libreria, 7,50 9,90 cartoleria, ferramenta, e altri beni durevoli 8, Edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze 8,88 13,22 11, Negozi particolari quali filatelia, tende e tessuti, tappeti, cappelli e ombrelli, antiquariato 4,90 8,00 6, Banchi di mercato beni durevoli 10,45 14,69 12, Attività artigianali tipo botteghe: Parrucchiere, barbiere, estetista 10,45 13,21 11, Attività artigianali tipo botteghe: 6,80 9,11 falegname, idraulico, fabbro, elettricista 7, Carrozzeria, autofficina, elettrauto 8,02 12,10 10, Attività industriali con capannoni di produzione 2,90 8,25 5, Attività artigianali di produzione beni specifici 4,00 8,11 6, Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, 29,93 90,50 mense, pub, birrerie 60, Mense, birrerie, amburgherie 22,40 55,70 39, Bar, caffè, pasticceria 22,50 64,76 43, Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari 13,70 21,50 17, Plurilicenze alimentari e/o miste 13,77 21,55 17, Ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio 38,93 98,90 68, Ipermercati di generi misti 14,53 23,98 19, Banchi di mercato genere alimentari 29,50 72,55 51, Discoteche, night-club 6,80 16,80 11,

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