SCD. Comunicazione. Sistemi distribuiti: comunicazione. UniPD - SCD 2010/11 - Corso di Sistemi Concorrenti e Distribuiti 1. Evoluzione di modelli

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1 Evoluzione di modelli Comunicazione Anno accademico 2010/11 Sistemi Concorrenti e Distribuiti Tullio Vardanega, tullio.vardanega@math.unipd.it SCD Remote Procedure Call (RPC) Trasparente rispetto allo scambio messaggi necessario per supportare l interazione cliente-servente a livello applicazione Remote (Object) Method Invocation (RMI) L interazione a livello applicazione avviene attraverso oggetti distribuiti Scambio messaggi a livello middleware Con paradigmi espliciti a livello applicazione Stream o comunicazioni a flusso continuo Flusso di dati che richiedono continuità temporale Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 1/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 2/39 Visione a livelli 1 Visione a livelli 2 Livelli 5-7 del modello OSI TCP/IP Messaggio a livello applicazione Connessione punto a punto tra sottoreti Connessioni mittente-destinatario Composizione del messaggio in transito sul mezzo fisico Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 3/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 4/39 Visione per analogie Scambio messaggi Programmazione non strutturata Scambio messaggi via socket Chi definisce sintassi e semantica della comunicazione? Chi ne garantisce la corretta interpretazione? Programmazione strutturata RPC Programmazione a oggetti RMI Paradigmi più avanzati Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 5/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 6/39 UniPD - SCD 2010/11 - Corso di Sistemi Concorrenti e Distribuiti 1

2 RPC 1 Consentire a un processo C residente su un elaboratore (nodo) E1 di invocare ed eseguire una procedura P residente su un nodo E2 Durante l invocazione il chiamante viene sospeso I parametri di ingresso viaggiano da chiamante a chiamato I parametri di ritorno viaggiano da chiamato a chiamante Chiamante e chiamato non sono coinvolti nello scambio di messaggi sottostante Trasparenza! Chiamata di procedura locale Stack del processo Variabili locali dell unità principale del programma (main) Read(fd,buf,nbytes) RPC 2 Stack del processo Variabili locali dell unità principale del programma (main) 1 a posizione libera Il linguaggio C pone nbytes i parametri sullo stack buf in ordine inverso fd Area libera Indirizzo di ritorno Ogni linguaggio ha le sue proprie convenzioni Variabili locali di Read di chiamata 1 a posizione libera Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 7/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 8/39 RPC 3 I parametri di procedura locale possono essere inviati per valore (call-by-copy) o per riferimento (call-by-reference) Un parametro inviato per valore viene semplicemente copiato sullo stack del chiamato Le modifiche apportate dal chiamato non hanno effetto sul chiamante Un parametro passato per riferimento fornisce un accesso (puntatore) a una variabile nello spazio del chiamante Le modifiche apportate dal chiamante hanno effetto sul chiamato La variante call-by-value-return produce questo effetto solo al ritorno Chiamata di procedura remota RPC 4 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 9/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 10/39 RPC 5 Trasparenza di locazione di chiamante e chiamato Le procedure invocabili in remoto nello spazio del chiamante sono descritte da una procedura fittizia detta client stub invocabile con le convenzioni locali Questa procedura svolge le azioni necessarie (invio chiamata e acquisizione ritorno) per effettuare la chiamata remota e riceverne il ritorno Tali azioni avvengono tramite scambio messaggi trasparente all applicazione L arrivo del messaggio nello spazio del chiamato attiva una procedura fittizia detta server stub Questa procedura trasforma il messaggio in chiamata locale alla procedura invocata, ne raccoglie l esito e lo invia al chiamante come messaggio RPC 6 Il client stub trasforma la chiamata in una sequenza di messaggi da inviare sulla rete Parameter marshalling Relativamente agevole con parametri passati per valore Occorre solo assicurare trasparenza di accesso Rappresentazione dei valori secondo le convenzioni di chiamante e chiamato Molto difficile con parametri passati per riferimento Il server stub esegue una trasformazione analoga e opposta Parameter unmarshalling Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 11/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 12/39 UniPD - SCD 2010/11 - Corso di Sistemi Concorrenti e Distribuiti 2

3 RPC 7 RPC 8 Tre aspetti chiave caratterizzano lo specifico protocollo RPC Il formato dei messaggi scambiati tra gli stub La rappresentazione dei dati attesa da chiamante e chiamato Encoding La modalità di comunicazione su rete P.es.: TCP, UDP, Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 13/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 14/39 Un servente si rende noto ai suoi clienti tramite registrazione del suo nodo di residenza presso un anagrafe pubblica Il cliente prima localizza il nodo di residenza del servente e poi il processo servente (la sua porta) Binding RPC 9 In ascolto sulla porta del servente può trovarsi un daemon RPC di base è sincrona Ammette però variante asincrona RPC 10 Può avere semantica diversa in presenza di errori di rete At-least-once At-most-once Exactly-once Determinata dal protocollo di richiesta e risposta in uso tra gli stub Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 15/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 16/39 Semantica della comunicazione 1 Semantica della comunicazione 2 Il protocollo di request-reply usa una combinazione di 3 meccanismi di base Lato cliente: Riprova (Request Retry) RR1 Il cliente prova fino a ottenere risposta o certezza del guasto del destinatario Lato servente: Filtra i duplicati (Duplicate filtering) DF Il servente scarta gli eventuali duplicati provenienti dallo stesso cliente Lato servente: Ritrasmetti le risposte (Result Retransmit) RR2 Il servente conserva le risposte per poterle ritrasmettere senza ricalcolarle Fondamentale per calcolo non idempotente (!) Semantica maybe Nessun meccanismo in uso Il cliente non può sapere quante volte la sua richiesta sia stata eseguita Semantica at least once Il lato cliente usa RR1, il lato servente niente Se la risposta arriva il cliente non sa quante volte sia stata calcolata dal servente Semantica at most once Tutti i meccanismi in uso Se la risposta arriva il cliente sa che è stata calcolata una sola volta La risposta non arriva solo a causa di guasti permanenti del servente Semantica exactly once Ha bisogno di meccanismi supplementari per tollerare guasti di lato servente P.es. replicazione trasparente Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 17/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 18/39 UniPD - SCD 2010/11 - Corso di Sistemi Concorrenti e Distribuiti 3

4 RMI 1 Il paradigma RPC può essere facilmente esteso al modello a oggetti distribuiti Soluzioni storiche standard di riferimento CORBA (Common Object Request Broker Architecture) OMG DCOM (Distributed Component Object Model) poi.net Microsoft J2EE (Java 2 Platform Enterprise Edition) poi Enterprise Java Beans Sun Microsystems ora Oracle La separazione logica tra interfaccia e oggetto facilita la distribuzione RMI 2 L interfaccia di un oggetto può essere distribuito senza che lo sia il suo stato interno Al binding di un cliente con un oggetto distribuito, una copia dell interfaccia del servente (proxy) viene caricata nello spazio del cliente Ruolo del tutto analogo a quello del client stub in ambiente RPC La richiesta in arrivo all oggetto remoto viene trattata da un agente (skeleton) del cliente localmente al servente Ruolo del tutto analogo a quello del server stub in ambiente RPC Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 19/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 20/39 Realizzazione di oggetti distribuiti RMI 3 L oggetto remoto vive nello spazio di un servente Oggetti di tipo compile-time RMI 4 Realizzazione completamente determinata dal linguaggio di programmazione Ambiente e protocollo d uso noti e uniformi Oggetti di tipo run-time Quando ciò che si vuole far apparire come oggetto non lo è necessariamente nella sua concreta realizzazione L entità concreta (più spesso solo la sua interfaccia) viene incapsulata in un object wrapper che appare all esterno come un normale oggetto distribuito Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 21/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 22/39 Oggetti persistenti Continuano a esistere anche al di fuori dello spazio di indirizzamento del processo servente Lo stato persistente dell oggetto distribuito viene salvato in memoria secondaria e da lì ripristinato dai processi servente delegati a farlo Oggetti transitori RMI 5 Cessano di esistere insieme al processo servente che li contiene Modelli RMI diversi fanno scelte diverse RMI offre maggiore trasparenza di RPC RMI 6 I riferimenti a oggetti distribuiti hanno scope globale possono essere liberamente scambiati a livello sistema Un riferimento poco scalabile usa un analogo del daemon RPC per interconnettere cliente e servente dell oggetto <indirizzo di rete del daemon; identificatore del servente> Modalità di riferimento Explicit binding Il cliente deve passare attraverso un registro che restituisce un puntatore al proxy dell oggetto servente (Java RMI) Implicit binding Il linguaggio risolve direttamente il riferimento (C++ Distr_object) Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 23/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 24/39 UniPD - SCD 2010/11 - Corso di Sistemi Concorrenti e Distribuiti 4

5 RMI 7 RMI 8 Invocazione statica Nota al compilatore che predispone l invocazione del proxy dal lato cliente L interfaccia del servizio deve essere noto al programmatore del cliente Se cambia l interfaccia deve cambiare anche il cliente (nuova compilazione) Invocazione dinamica Deve essere costruita a tempo d esecuzione Sia l oggetto distribuito che il metodo desiderato sono parametri assegnati dal programma (ignoti al compilatore) Cambiamenti nell interfaccia non hanno impatto sul codice del cliente I parametri locali vengono passati per valore Quelli remoti per riferimento: la copia dell oggetto può essere troppo onerosa! Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 25/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 26/39 Scambio messaggi 1 Scambio messaggi 2 Comunicazione persistente Il messaggio del mittente viene trattenuto dal MW fino alla consegna al destinatario Comunicazione transitoria Non garantisce consegna del messaggio al destinatario perché è fragile rispetto ai possibili guasti (temporanei o permanenti) Analogo al modello di servizio del protocollo UDP Comunicazione asincrona Il mittente attende solo fino alla presa in carico del messaggio da parte del MW Comunicazione sincrona Il mittente attende fino alla ricezione del destinatario o del suo MW Strato middleware Cosa rende la comunicazione persistente o transitoria? Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 27/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 28/39 Scambio messaggi 3 Scambio messaggi 4 Comunicazione persistente e asincrona Come per la posta elettronica Comunicazione persistente e sincrona Mittente bloccato fino alla ricezione garantita del destinatario Comunicazione transitoria e asincrona Mittente non attende ma messaggio può andare perso UDP Comunicazione transitoria e sincrona 1. Mittente bloccato fino all arrivo del messaggio nel MW del destinatario 2. Mittente bloccato fino alla copia (non garantita) del messaggio nello spazio del destinatario RPC asincrona 3. Mittente bloccato fino alla ricezione di un messaggio di risposta dal destinatario RPC standard e RMI Lo scambio messaggi in ambiente distribuito comporta problemi di persistenza della comunicazione e di sincronizzazione tra mittente e destinatario Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 29/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 30/39 UniPD - SCD 2010/11 - Corso di Sistemi Concorrenti e Distribuiti 5

6 Scambio messaggi 5 Middleware orientato a messaggi Applicazioni distribuite comunicano tramite inserzione di messaggi in specifiche code modello a code di messaggi Eccellente supporto a comunicazioni persistenti e asincrone Nessuna garanzia che il destinatario prelevi il messaggio dalla sua coda Di immediata realizzazione tramite Put non bloccante (asincrona come trattare il caso di coda piena?) Get bloccante (sincrona rispetto alla presenza di messaggi in coda) Un meccanismo di callback separa la coda dall attivazione del destinatario Una risorsa protetta realizza la coda con metodo Put di tipo P e metodo Get di tipo E Realizzando coda proxy presso mittente e coda skeleton presso destinatario Scambio messaggi 6 La coda appare locale sia al mittente che al destinatario (trasparenza). Ciò richiede che il middleware mantenga la corrispondenza tra la coda destinazione e il suo indirizzo di rete Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 31/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 32/39 Scambio messaggi 7 Il middleware realizza una rete logica sovrapposta a quella fisica (overlay network) con topologia propria e distinta Ciò richiede un proprio servizio di instradamento (routing) Una sottorete connessa di instradatori conosce la topologia della rete logica e si occupa di far pervenire il messaggio del mittente alla coda del destinatario Topologie complesse e variabili (scalabili) richiedono gestione dinamica delle corrispondenze coda-indirizzo di rete, in totale analogia con quanto avviene nel modello IP Scambio messaggi 8 L architettura generale di una rete logica scalabile richiede un insieme di nodi/processi specializzati nel servizio di instradamento Un adattatore (broker) fornisce trasparenza di accesso a messaggi il cui formato aderisce a standard di trasporto diversi nel suo percorso La natura del middleware è adattativa e non intrusiva Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 33/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 34/39 Comunicazioni a flusso continuo 1 Comunicazioni a flusso continuo 2 Il contenuto delle comunicazioni scambiate tramite RPC, RMI e messaggi non dipende dal tempo di ricezione Mezzo trasmissivo detto a rappresentazione discreta Adatto a testo, fotografie digitali, file oggetto, eseguibili Vi sono comunicazioni il cui contenuto presenta dipendenze temporali forti Mezzo trasmissivo detto a rappresentazione continua Adatto a video, audio data stream : una sequenza di unità dati collegate Requisiti temporali espressi come Qualità del Servizio (QoS) L invio di data stream è facilitato dal mezzo trasmissivo a rappresentazione continua, ma non ne è dipendente Le pipe di UNIX e le connessioni di TCP/IP forniscono un mezzo trasmissivo a rappresentazione discreta (orientato a [gruppi di] byte) Vincoli temporali sulla modalità trasmissiva Asincrona Preserva l ordinamento, non la distanza temporale tra unità dati Sincrona Preserva l ordinamento e garantisce un tempo massimo di trasmissione di ogni unità dati Isocrona Aggiunge la garanzia di un tempo minimo di trasmissione bounded (delay) jitter Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 35/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 36/39 UniPD - SCD 2010/11 - Corso di Sistemi Concorrenti e Distribuiti 6

7 Comunicazioni a flusso continuo 3 Gli stream possono essere compositi (internamente strutturati) con requisiti temporali tra le parti che li compongono Problema di sincronizzazione Stream come connessione virtuale tra sorgente e destinazione Multicast : più destinatari di uno stesso stream La connessione deve essere configurata in termini di risorse fisiche e logiche dedicate (QoS) Comunicazioni a flusso continuo 4 QoS espressa come specifica di flusso Capacità di trasporto (bandwidth), frequenza di trasmissione, ritardi di trasmissione, ecc. Il Token Bucket Algorithm fissa il contributo dello stream al traffico di rete Un controllore produce gettoni che comprano un diritto d uscita Ogni unità dati in ingresso viene inviata sulla rete se può consumare un gettone Altrimenti resta in coda (o viene scartata a coda piena) Le unità dati vengono emesse sulla rete con la frequenza di generazione del gettone Indipendentemente da possibili irregolarità di lato mittente Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 37/39 Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 38/39 Comunicazioni a flusso continuo 5 Un esempio di sincronizzazione di stream MPEG (Motion Picture Expert Group) Un insieme di algoritmi standard per la compressione di video e audio Per combinare in un singolo stream un insieme illimitato di stream distinti sia discreti che continui Ciascuno stream originario viene trasformato in un flusso di unità dati (frame) la cui sequenza è determinata da un etichetta temporale generata da un orologio unico con caratteristiche fissate (90 MHz) I pacchetti di ciascuno stream vengono combinati mediante multiplexing in una sequenza composita di pacchetti a lunghezza variabile ma con propria etichetta temporale A destinazione si ricompongono gli stream originari usando l etichetta temporale per riprodurre la sincronizzazione tra ciascuna unità dati al suo interno Corso di Laurea Magistrale in Informatica, Università di Padova 39/39 UniPD - SCD 2010/11 - Corso di Sistemi Concorrenti e Distribuiti 7

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