Alta Val Susa, Punta Clarì (m.2051), parete Nord-Ovest - via Super Calcaire

Transcript

1 Accesso stradale: da Cesana Torinese seguire le indicazioni verso Claviere, fino al ponte sulla Piccola Dora. All'epoca della nostra ripetizione (luglio 2005) nella zona erano in corso lavori di sistemazione della strada, che rendevano difficoltoso il parcheggio. Poco prima del ponte, sulla sinistra, una stradina segue il torrente, e in condizioni normali si dovrebbe poter sostare al suo inizio. Noi abbiamo proseguito di qualche centinaio di metri lungo la strada, parcheggiando sulla destra e tornando poi indietro a piedi. Avvicinamento: seguire quindi la stradina che costeggia il torrente, e che diviene in breve un sentiero, in parte attrezzato, che passa alla base di una piccola falesia. Proseguire fino ad un canalone che scende dal secondo sperone e risalirlo (segni gialli e blu). Il percorso è in parte segnato, in parte su vaghe tracce. Dove il canale si faceva più ripido ne siamo usciti a sinistra, risalendo per ripido bosco, per riattraversarlo più sopra fino a delle tracce su ghiaioni, che riportano poi verso sinistra. Si arriva così allo zoccolo della parete. Salire ancora per poche decine di metri (roccette) e traversare infine a sinistra su ampia cengia. (0h45) Discesa: a doppie (da cinquanta metri: due corde) sulla via, saltando la sosta dell'ottava lunghezza (si veda la descrizione). E' anche possibile scendere a piedi: si tratta di una soluzione che ovviamente non abbiamo verificato, essendo scesi a doppie, e che riportiamo testualmente dai riferimenti bibliografici indicati: "scendere nel bosco sul versante opposto, raggiungere una conca erbosa. Poi attraversare a sinistra verso un colletto. Scendere lungo una pista di sci e, quando questa svolta decisamente a destra, scendere nel bosco fino a trovare una vecchia mulattiera che consente di raggiungere la strada asfaltata... (1h00)" Difficoltà: 6a (obb. 5c). Sviluppo: 10 lunghezze per circa 300 metri di sviluppo. Attrezzatura: via ben attrezzata a spit, soste di solito attrezzate con cordoni su alberi, eventualmente utile qualche cordino e friend piccolo. Esposizione: nord-ovest. Tipo di roccia: calcare. Periodo consigliato: estate, data l'esposizione e la quota. In estate sole nel pomeriggio. Tempo salita: 4h30/5h00. Primi salitori: F. Michelin, G. Rossetto, B. Canepa, agosto Riferimenti bibliografici: Oviglia M., Michelin F., Passaggio a NordOvest, Edizioni Versante Sud, giugno 2005 Michelin F., Roccia d'autore, Tipolitografia Giuseppini, marzo 1998 Relazione (difficoltà riprese dal primo riferimento bibliografico indicato) Lunghezza 1, 4b: si inizia con una placca appoggiata, poi un passo più ripido e infine placca ben fessurata. Sosta su albero. Lunghezza 2, 5b: salire verso destra per placche non difficili, cui segue un tratto più verticale. Sosta su albero. Lunghezza 3, 6a: salire in obliquo verso destra, poi dritti per placca, fin sotto ad un tratto verticale, leggermente strapiombante, superabile direttamente o parzialmente aggirabile da sinistra. Ancora placca per un paio di metri fino ad uno strapiombo (cordino in uno spit). Passo impegnativo: grossa maniglia un po' a sinistra e notevole spaccata per uscire dallo strapiombo alla placca sovrastante, dove, con difficoltà più contenute, si raggiunge la sosta. Lunghezza 4, 5c: salire per rocce semplici e traversare a sinistra, scavalcando un canale a riprendere la parete retrostante (spit visibili). Superare il muro successivo scavalcando una serie di risalti. In caso di difficoltà l'ultimo risalto è anche aggirabile traversando in orizzontale a destra e salendo per rocce rotte. Lunghezza 5, 5b: traversare verso sinistra su placche semplici, scavalcare un canalino e proseguire in verticale alla sua sinistra su una specie di spigolo ben appigliato. Sosta su catena. Lunghezza 6, 6a: impegnativa lunghezza su placca leggermente concava e via via più compatta. Si sale verticalmente su roccia inizialmente a tacchette, per spostarsi poi a sinistra in corrispondenza di un risalto, e proseguire su placca a piccole tacchette. Ancora leggermente a sinistra su placca che man mano si abbatte fino a rocce più articolate, da cui a destra facilmente alla sosta. Lunghezza ben chiodata ma ugualmente impegnativa. Lunghezza 7, 5c: tiro magnifico e lungo, che risale una placconata leggermente appoggiata a belle tacche (e qualche fessura). Forse la lunghezza più bella dell'intera salita. Difficoltà continue ma non eccessive. Lunghezza 8, 5c: ancora per placca fino ad uno strapiombo, con ingresso eventualmente aggirabile da sinistra. Sosta su piccolo pino. Se si scende a corde doppie questa sosta si salta. Lunghezza 9, 5b: salire a sinistra, con un passo iniziale complicato, poi più semplice. Proseguire per placca fessurata, seguendo inizialmente la fessura di sinistra e poi quella di destra. Molto bella. Libro di via. Lunghezza 10, 3c: volendo arrivare in cima salire a destra, e proseguire poi per saltini elementari nel bosco. Note: anche se si rimane in vista della strada del Monginevro (abbastanza trafficata) l'ambiente è comunque piuttosto selvaggio e solitario, ed alcune lunghezze sono veramente entusiasmanti.

2 Mentre salivamo avevamo osservato con sorpresa come le soste sugli alberi fossero attrezzate con cordini posti non alla base delle piante, ma ad almeno un metro da terra... Facendo le doppie abbiamo capito: serve per evitare di smuovere sassi... quindi, attenzione! Aggiornamento: relazione a cura di Riccardo Girardi, 31 luglio 2005.

3 La punta Clarì dal parcheggio. La via (non visibile) sale le placche sul versante dall'altro lato del primo evidente spigolo.

4 Scendendo a doppie circa a metà della via.

5 Proseguendo lungo la strada per il Monginevro le placconate percorse dalla via (placche al centro) sono ben visibili. Al sole nel pomeriggio.

6 Il libro contiene la narrazione del Raid Scialpinistico svoltosi nel 2015 per celebrare i 40 anni della Scuola Guido Della Torre. Maggiori informazioni su