Effetti a lungo termine delle radiazioni non ionizzanti
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1 Esposizione dei lavoratori ai campi elettromagnetici e alle radiazioni ottiche alla luce del D. Lgs.. 81/2008 Bolzano, giugno 2010 Effetti a lungo termine delle radiazioni non ionizzanti Alessandro Polichetti Dipartimento di Tecnologie e Salute Istituto Superiore di Sanità,, Roma alessandro.polichetti@iss.it
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3 Campi elettrici e magnetici a frequenze estremamente basse Extremely Low Frequencies (ELF) Hz
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5 Evidenziato un raddoppio del rischio di leucemia infantile statisticamente significativo (cioè con bassa probabilità dovuto a semplici fluttuazioni statistiche) negli esposti a più di 0.4 µt T rispetto agli esposti a meno di 0.1 µt.
6 L associazione statistica, osservata per mezzo di studi epidemiologici, tra alti livelli residenziali di campi magnetici ELF e un aumentato rischio di leucemia infantile è stata giudicata come evidenza limitata (giudizio intermedio tra quello di evidenza inadeguata ed evidenza sufficiente). Evidenza limitata: : l associazione l riportata dagli studi epidemiologici può essere credibilmente interpretata in termini di relazione causa-effetto tra esposizione e malattia, ma non è possibile escludere altre spiegazioni dell associazione osservata.
7 Spiegazioni alternative per le associazioni epidemiologiche osservate: effetto del caso (poco probabile, essendo le associazioni statisticamente significative); fattori confondenti (fattori di rischio associati sia alla patologia che all esposizione, che possono essere noti o ignoti); distorsioni connesse al reclutamento dei soggetti studiati (bias( di selezione).
8 Gli studi su animali da esperimento non hanno mostrato un consistente effetto cancerogeno o co- cancerogeno delle esposizioni ai campi magnetici ELF (evidenza inadeguata). Sebbene molte ipotesi siano state avanzate per spiegare possibili effetti cancerogeni dei campi magnetici ELF, non è stata individuata nessuna spiegazione scientifica attendibile.
9 I campi magnetici ELF sono stati classificati dall International Agency for Research on Cancer come possibilmente cancerogeni (Gruppo 2B). A causa dell'insufficienza dei dati, i campi magnetici statici e i campi elettrici statici ed ELF non possono essere classificati in relazione alla loro cancerogenicità (Gruppo 3).
10 La classificazione della IARC 1 L agente è cancerogeno per l uomol 2A L agente è probabilmente cancerogeno per l uomol 2B L agente è possibilmente cancerogeno per l uomol 3 L agente non è classificabile per quanto riguarda la cancerogenesi nell uomo 4 L agente è probabilmente non cancerogeno per l uomo
11 Campi a radiofrequenze e microonde Radiofrequenze: 300 Hz < f < 300 MHz Microonde: 300 MHz < f < 300 GHz
12 Dati scientifici sulla distribuzione del cancro nella popolazione possono ottenersi soltanto con studi epidemiologici accuratamente pianificati ed eseguiti. Negli ultimi 15 anni, sono stati pubblicati vari studi che esaminavano una possibile relazione tra trasmettitori a radiofrequenza e cancro. Questi non hanno fornito nessuna evidenza che l'esposizione ai campi generati dai trasmettitori aumenti il rischio di cancro.. Così pure, gli studi a lungo termine su animali non hanno accertato aumenti nel rischio di cancro dovuti all'esposizione a campi a radiofrequenza, nemmeno a livelli molto più alti di quelli prodotti dalle stazioni radio base.
13 Scopo della direttiva 2004/40/CE Protezione dei lavoratori dagli effetti a breve termine accertati. La direttiva non riguarda ipotizzati effetti a lungo termine. La direttiva non riguarda i rischi risultanti dal contatto con i conduttori in tensione.
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15 Le normative per la prevenzione dei rischi da esposizione ai campi elettromagnetici sono differenziate rispetto a: 1) lavoratori 2) popolazione generale In ambiente lavorativo sono rilevanti le norme specifiche per entrambe queste due categorie infatti
16 la legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici (Legge 22 febbraio 2001, n. 36) definisce l esposizione l dei lavoratori come ogni tipo di esposizione dei lavoratori e delle lavoratrici che per la loro specifica attività lavorativa sono esposti a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, quindi
17 in ambiente lavorativo devono essere applicate le norme particolari per la sicurezza dei lavoratori,, ma anche le norme per la protezione della popolazione generale per quanto riguarda i lavoratori che non hanno motivo di essere esposti per la loro particolare attività lavorativa.
18 Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici (Legge 22 febbraio 2001, n. 36) Prevede la protezione sia dei lavoratori che della popolazione, introducendo: limiti di esposizione valori di attenzione obiettivi di qualità
19 D.P.C.M. 8 luglio 2003: Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti (G.U. n. 200 del 29 agosto 2003). Limiti di esposizione: 100 µt, 5 kv/m Valore di attenzione: 10 µt Obiettivo di qualità: 3 µt
20 D.P.C.M. 8 luglio 2003: Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 khz e 300 GHz (G.U. n. 199 del 28 agosto 2003). Limiti di esposizione: 60 V/m 100 khz - 3 MHz 20 V/m 3 MHz - 3 GHz 40 V/m 3 GHz GHz Valore di attenzione e obiettivo di qualità: 6 V/m
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22 Corte d Appello d di Brescia, Sezione Lavoro. Sentenza del 10/12/2009 Secondo il CTU In letteratura gli studi sui tumori cerebrali per quanto riguarda il neurinoma considerano il tumore con localizzazione al nervo acustico che è il più frequente. Trattandosi del medesimo istotipo è del tutto logico assimilare i dati al neurinoma del trigemino.
23 Corte d Appello d di Brescia, Sezione Lavoro. Sentenza del 10/12/2009 Orbene: nei soggetti esposti a 1Gy di RI, come i sopravvissuti alle esplosioni atomiche giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, è stato accertato un rischio relativo di tipo oncologico di 1,39 per tutti i tumori con un minimo di 1,22 per i tumori di utero e cervice ed un massimo di 4,92 per la leucemia,, il che significa che il rischio oncogeno medio delle RI è inferiore a quello che si ha per l esposizione l alle radio frequenze in riferimento ai neurinomi endocranici (da perizia di parte, citata nella sentenza)
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25 Interphone dovrebbe essere considerato uno studio preliminare dettagliato che ha identificato fondamentali limitazioni metodologiche che necessitano di essere affrontate in studi successivi, per esempio non facendo affidamento sulla memoria delle persone ma seguendo l utilizzo l effettivo dei cellulari in un grande gruppo di persone per molti anni.
26 Radiazione non coerente Radiazione coerente (laser)
27 Effetti nocivi della radiazione ottica
28 Radiazioni ottiche coerenti e non coerenti: quali differenze in relazione ai rischi per la salute? A parità di potenza emessa, un laser può dare luogo a rischi molto maggiori di una sorgente non coerente in quanto, grazie alla coerenza spaziale, la potenza è concentrata in un fascio di piccole dimensioni: se il corpo umano intercetta il fascio, anche a distanze relativamente grandi, ne può derivare un danno immediato. D altra parte, la probabilità di essere esposti ad un fascio laser è bassa (esposizioni accidentali) mentre le sorgenti non coerenti, in linea di massima, danno luogo ad esposizioni anche di lunga durata, ma che non sono necessariamente dannose.
29 Effetti della radiazione UV sull uomo uomo Effetti a breve termine Pelle: eritema, ispessimento strati esterni della pelle, pigmentazione (immediata e ritardata), sintesi vitamina D Occhio: fotocheratocongiuntivite, fotoretinite in soggetti afachici Effetti a lungo termine Pelle: fotoinvecchiamento cutaneo, carcinomi (basalioma( e spinalioma), melanoma maligno Occhio: cataratta
30 Effetti deterministici Eritema, fotocheratite, fotocongiuntivite Esiste una soglia per il fenomeno La gravità aumenta con l esposizionel Effetti stocastici Tumori cutanei (carcinomi, melanoma maligno) Non esiste una soglia per il fenomeno La probabilità dell effetto effetto aumenta con l esposizionel
31 I limiti di esposizione ICNIRP, relativi a periodi di 8 ore giornalieri, sono limiti assoluti per l occhio, l e corrispondono ad una dose efficace di 30 J eff /m 2 calcolata per mezzo dello spettro d azione d UV ICNIRP. Per la protezione dell occhio deve anche essere rispettato un limite sull esposizione radiante fisica nella regione degli UVA pari a 10 kj/m 2. Per quanto riguarda la pelle, individui esposti anche ripetutamente al valore di 30 J eff /m 2 non sono a rischio di effetti a breve termine, e presentano un rischio trascurabile di effetti a lungo termine.
32 Fototipi cutanei Fototipo Colore della pelle non esposta Sensibilità alla radiazione UV Scottature solari/ abbronzatura MED (J eff /m 2 ) I Bianca Molto sensibile Si scotta sempre facilmente, non si abbronza mai II Bianca Molto sensibile Si scotta sempre facilmente, si abbronza minimamente III Bianca Sensibile Si scotta moderatamente, si abbronza gradualmente (marrone chiaro) IV Marrone chiaro Moderatamente sensibile Si scotta minimamente, si abbronza facilmente (marrone moderato) V Marrone Minimamente sensibile Si scotta raramente, si abbronza intensamente (marrone scuro) VI Marrone scuro, nera Insensibile Non si scotta mai, pigmentato profondamente (nero)
33 Spettri d azione d CIE per l eritema l e per i tumori cutanei non melanocitici
34 Esposizioni con finalità estetiche Le normative per la protezione della popolazione generale e dei lavoratori non si applicano alle esposizioni volontarie di chi si sottopone a trattamenti estetici di abbronzatura artificiale, anche in considerazione del fatto che l effetto desiderato (l abbronzatura) è strettamente connesso ad un danno sulla pelle,, che le normative per la protezione dei lavoratori e della popolazione generale hanno invece il fine di prevenire.
35 Secondo l ICNIRP l l utilizzo di dispositivi per l abbronzatura artificiale aumenta verosimilmente il rischio di cancro, in particolare nei soggetti di fototipo I e II e nei bambini, e pertanto raccomanda di non usare dispositivi che emettono radiazione UV per l abbronzatura o per altri fini non medici. NEL 2009 L AGENZIA L INTERNAZIONALE PER LA RICERCA SUL CANCRO HA CLASSIFICATO I LETTINI SOLARI COME CANCEROGENI ACCERTATI PER L UOMO L (GRUPPO 1).
36 Danni alla retina da luce e IR-A Fotoretinite, danno su base fotochimica dovuto alla luce che raggiunge la retina: massima efficacia attribuibile alla luce blu e viola (danno( da luce blu). Danno retinico di natura termica (visibile( e IR-A). Grandezza fisica rilevante: radianza efficace.
37 Danni alla cornea e al cristallino da IR Ustioni della cornea: IR-B, IR-C Possibili danni a lungo termine per il cristallino (cataratta dei soffiatori di vetro): IR-A, IR-B? Grandezza rilevante: irradianza.. Effetti termici.
38 FAQ
39 FAQ Quando è necessario far partire la sorveglianza sanitaria?
40 Con specifico riferimento alla radiazione ultravioletta e alla luce blu, possono essere messi in atto interventi mirati di sorveglianza sanitaria finalizzata alla prevenzione dei danni a lungo termine quando le esposizioni, anche se inferiori ai valori limite, si possono protrarre nel tempo (mesi, anni)
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44 FAQ Come ci si deve comportare in caso di lavorazioni che espongono al rischio di radiazioni ottiche naturali?
45 L'esplicita esclusione delle radiazioni ottiche naturali dal Capo V lascia un vuoto nell'impianto normativo, soprattutto considerando che la radiazione solare è nel gruppo dei cancerogeni certi per l'uomo indicati dalla IARC (International Agency for Research on Cancer).
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47 In tutti quei casi nei quali il processo lavorativo o la mansione comportino una significativa esposizione del lavoratore alla radiazione solare, si dovrà effettuare una valutazione dei rischi specifica (da intendersi come processo finalizzato ad individuare le adeguate misure di prevenzione e a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza), anche perché gli effetti di questo rischio sono ormai scientificamente noti da tempo.
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