Consiglio di Amministrazione dell E.A.R. Teatro di Messina. presidente Luciano Ordile. vicepresidente Daniela Faranda

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2 Consiglio di Amministrazione dell E.A.R. Teatro di Messina presidente Luciano Ordile vicepresidente Daniela Faranda consiglieri Carmela David Carmelo Ietto Gustavo Ricevuto Francesco Rizzo

3 Teatro significativo in chiave messinese di Maurizio Marchetti La Casa degli Artisti è una sezione dei nostri cartelloni ospitati presso la Sala Laudamo, il ridotto del Teatro Vittorio Emanuele non per questo meno importante e significativo nell ambito della qualità della vetrina teatrale che abbiamo la responsabilità di proporre al giudizio del nostro pubblico. Tale sezione, dedicata ai teatranti messinesi (attori, registi, autori, produttori, scenografi o quant altro) che si sono distinti con la loro attività nell ambito nazionale, sta per concludere la sua seconda edizione con uno spettacolo, produzione del Teatro di Messina, cui teniamo particolarmente: Patri i famigghia, novità assoluta di Dario Tomasello. In queste quattro stagioni da me dirette, in totale sintonia con il Consiglio di Amministrazione e con la Sovrintendenza, abbiamo portato avanti progetti, sia di produzione che di ospitalità, che privilegiassero gli artisti e le compagnie messinesi e, tra i nuovi autori, Tomasello è risultato tra i più interessanti non solo nell ambito cittadino ma anche a livello nazionale. Con Ultimo giorno (già coprodotto dal nostro Ente con il Teatro Stabile del Friuli) Tomasello ha descritto il dramma di una famiglia musulmana, invece con Patri i famigghia il giovane autore messinese si confronta con una tematica e con una struttura drammaturgica completamente diversa che affronta, in chiave ironica e leggera e con un linguaggio in parte dialettale, il traumatico ma inevitabile passaggio di una famiglia siciliana dalla propria origine contadina ad una opportuna, se non forse opportunistica, acquisizione di una struttura familiare più cinicamente borghese. Lo spettacolo sarà realizzato da un gruppo di giovani ma affermati artisti messinesi di assoluto rilievo e di grande talento quali Roberto Bonaventura, sensibile regista, ed Angelo Campolo, Annibale Pavone ed Adele Tirante, bravissimi interpreti. In bocca al lupo a tutti! 3

4 la famiglia al centro del disfacimento di Dario Tomasello Patri i famigghia è un apologo sul senso di desolazione e di sradicamento, vissuto da una generazione che non riesce ad assumersi la responsabilità più delicata: quella della cura paterna dei propri cari, del proprio tempo. In un gioco ambiguo di ricognizione memoriale, tramato in dialetto messinese, tre cugini, Angelica, Rino e Nando, ritrovatisi per necessità alla morte del padre di quest ultimo, tessono la tela, amara e divertita, dei ricordi di un infanzia dolcissima, crudele e smarrita. L esito di quel ritrovarsi inatteso trascina echi di perduti rancori e tessere maliziose di un mosaico impossibile da ricomporre. L età adulta si è compiuta senza costrutto, senza ipotesi di salvezza. Non resta che rifugiarsi nel passato, le cui ombre fanno meno paura dell evidenza brutale della realtà odierna. Il prezzo di questo viaggio a ritroso vale comunque i rischi che esso comporta. Tutti si sottomettono alla sfida e più riaffiora viscerale la natura antica e radicale del rapporto più, come in un affresco verghiano, la roba, la terra, diviene l oggetto di un astiosa contesa. Ancora una volta, secondo una linea privilegiata della drammaturgia meridionale (da Eduardo a Spiro Scimone), è la famiglia la chiave cruciale del disfacimento che ci è toccato in sorte. Il progetto intende fare riferimento ad una genealogia teatrale fortemente inscritta nel contesto territoriale e, per questo stesso motivo, dotata di respiro universale. 4

5 Un girotondo di scelte sbagliate di Roberto Bonaventura Patri i famigghia è una cassapanca di legno piena di ricordi, è il tentativo di tenerla chiusa per divenire grandi, è la voglia di riaprirla per restare protetti. Il nostro lavoro è partito dall assenza del padre, del capo della famiglia, di colui che tiene tutto e tutti uniti. Ci siamo scontrati con una forte sensazione di smarrimento, con l impossibilità di avere una direzione, con la percezione di essere adulti che non riescono a smettere di essere figli. Queste dinamiche hanno dato vita ad un gioco che rende i tre personaggi grottesche caricature di adulti malriusciti, in un girotondo talvolta patetico, talaltra lento e spietato, in cui inesorabile scorre il tempo. I figli sono allora costretti a guardare la loro vita fatta di scelte sbagliate, di atavici conflitti per un pezzo di terra, di esistenze che si trascinano senza coraggio. Triste e innaturale è dunque quell immaturità che avvertiamo quando occorrerebbe divenire un po più saggi. Avvilente e mortificante è quella sensazione di sicurezza perduta per sempre in nome di falsi ideali. L alone di insondabili certezze, che avvolge chi davvero ha compiuto un cammino da padre, finisce con lo schiacciare i tre figli, caricature che danzano sul palco pezzi di umanità povera e cieca. Chistu è u nostru problema! Non avemu patri, non semu patri! Sulu figghi sapemu esseri. Proponiamo tutto questo in un tono di commedia, che, a tratti e volutamente, diviene surreale. Siamo partiti dalla nostra tradizione dialettale e l abbiamo contaminata e sporcata con elementi teatrali diversi, quasi a sottolineare la mancanza di coerenza, l indecisione, la mancanza di reali e convincenti punti di vista, l impossibilità di una generazione di essere all altezza dei Padri. La scenografia è pensata come memoria, un ricordo filtrato dagli occhi di un bambino, che morbosamente vorrebbe sempre tornare, forzatamente sempre aprire la sua scatola dei giochi 5

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8 Dario Tomasello Autore È nato a Messina il 20 gennaio Insegna Discipline dello Spettacolo e Letteratura italiana contemporanea presso l Università degli Studi di Messina. Coordina, nell ambito della stagione di prosa del Teatro di Messina, la rassegna Paradosso sull autore, riservata alla nuova drammaturgia italiana. È autore di Sua Maestà Siciliana (presentato a Primavera dei teatri nel 2008); Babele ovvero non lasciate che passi l età (presentato al Festival di Taormina Arte nel 2007); Ultimo giorno (prodotto dal Teatro di Messina insieme al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia nel 2009). 8

9 Roberto Bonaventura Regista Laureato con lode in lettere moderne presso l università di Roma2 con una tesi sul teatro di Beniamino Joppolo, inizia a lavorare in teatro nel 1996 come aiuto regista di Ninni Bruschetta con il quale collabora fino al Partecipa a varie tournée teatrali, ricoprendo diversi ruoli tecnici e artistici, con Nutrimenti Terrestri, Massimo Romeo Piparo, Walter Manfrè, Vetrano-Randisi e altri. Collabora stabilmente con la compagnia Scimone Sframeli (La Busta e Pali). Dal 1999 lavora a numerosi progetti col regista attore Giovanni Boncoddo. A novembre del 2002 debutta nella regia al Teatro S. Leonardo di Bologna con il monologo Oratorio tratto da Retablo di Vincenzo Consolo, interpretato da Antonio Alveario. Nel 2003 fonda l associazione culturale Il Castello di Sancio Panza, della quale è direttore artistico, con cui realizza diversi spettacoli. Dal 1999 al 2007 lavora nell organizzazione del Festival di Santarcangelo dei teatri. Al suo attivo anche diversi cortometraggi e collaborazioni con il regista Francesco Calogero. Dal 2007 dirige una serie di laboratori con Universiteatrali e il progetto Officina Performativa del Teatro di Messina. È direttore artistico del ForteTeatroFestival, giunto alla quarta edizione, che si svolge ogni estate al Parco ecologico S. Jachiddu in Messina e ospita gruppi di ricerca teatrale provenienti da tutta Italia. Dopo lo spettacolo Oratorio, con la sua regia ricordiamo: La leggenda di Colapesce, Il testamento di Don Chisciotte, tratto dal celebre romanzo di Cervantes, Metamorphoseon libri XI, da Apuleio, Mamma. Piccole tragedie minimali di Annibale Ruccello con Gianluca Cesale, I Microzoi di Beniamino Joppolo prodotto dall Ente Teatro di Messina. Realizza con la sua compagnia anche spettacoli di Teatro ragazzi tratto dalle tradizioni popolari, da Ende, Cervantes e altri autori. 9

10 Angelo Campolo Nando Classe 1983, si è diplomato nel 2005 alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano fondata da Giorgio Strehler e diretta da Luca Ronconi. Come attore ha lavorato in diverse produzioni del Piccolo, tutte per la regia di Ronconi. Dal 2009 al 2011, incontra Antonio Calenda che lo dirige in Edipo Re, tra i protagonisti di Ultimo giorno e in Picasso e la ragazza rapata, di Dacia Maraini. Nel 2008 ha recitato come protagonista per il Piccolo Teatro di Milano ne La barca dei Comici, dai Memoirés di Goldoni, diretto da Stefano De Luca. Dal 2005 al 2009 ha lavorato con registi come Robert Karsen in Madre Coraggio e Armando Pugliese in Chantecler. Nel 2007 e nel 2008 ha interpretato nelle stagioni di Taormina Arte, diretto da Giampiero Cicciò, il ruolo di Diego in Stato d assedio e quello di Giovanni Battista in Salomè. Per il cinema è stato autore del corto A domani, vincitore del premio della giuria presieduta da Abbàs Kiarostami al Taormina film festival del 2002 e nel 2009 di Un altra mattina, vincitore del premio del pubblico al programma tv La25ora. Come attore ha debuttato nel 2009 in La Prima Linea, diretto da Renato De Maria. In tv nel 2008 è stato protagonista di puntata in Distretto di Polizia 8, per la regia di Alessandro Capone, proseguendo nella stessa fiction l anno successivo diretto da Alberto Ferrari. Nel 2010 ha preso parte al cortometraggio Il volo diretto da Wim Wenders ed è stato co-protagonista del film TV su Raiuno Tutti i padri di Maria!, diretto da Luca Manfredi. Dal 2002 è direttore artistico di Daf Teatro dell esatta fantasia, associazione per la quale scrive, dirige e interpreta spettacoli, tra i quali: Le regole del giuoco del tennis (2006), Lo chiamavano Giufà (2008), Trafficu ppi nenti (2010), ed inoltre cura, insieme ad Annibale Pavone, il laboratorio di ricerca teatrale Il gioco più serio. 10

11 Annibale Pavone Rino Dopo il diploma alla Bottega Teatrale di Firenze diretta da Vittorio Gassman, inizia a lavorare, sempre in ruoli di spicco, con registi come Walter Pagliaro (Gli attori in buonafede di Marivaux), Giancarlo Cobelli (Re Giovanni di Shakespeare), Federico Tiezzi (Amleto di Shakespeare), Mariano Rigillo (Enrico IV di Luigi Pirandello), Ninni Bruschetta (Giulio Cesare di Shakespeare), Giampiero Cicciò (Lo stato d assedio di Albert Camus e Perthus di Jean-Marie Besset). Ma per la sua carriera è fondamentale il sodalizio che lo lega al regista Antonio Latella con il quale da quasi vent anni condivide un percorso professionale rivelatosi tra i più innovativi per il teatro italiano contemporaneo. Diretto da Latella, è da ricordare soprattutto nei ruoli di Starbuck in Moby Dick da Herman Melville (accanto a Giorgio Albertazzi e Marco Foschi), Estragone in Aspettando Godot di Samuel Beckett, Julian in Porcile di Pier Paolo Pasolini, Totò in Totò il buono dal racconto di Cesare Zavattini (su Antonio De Curtis) andato in onda su Rai Radio Tre nel Nell ultimo anno ha recitato in Lear, sempre diretto da Latella, e in Mamma Mafia di Letizia Russo, per il teatro Schauspielhaus di Colonia, in Germania. Dal 2010 cura a Messina il laboratorio di ricerca teatrale Il gioco più serio per il gruppo DAF - teatro dell esatta fantasia. 11

12 Adele Tirante Angelica È attrice, cantante e autrice di testi e canzoni. Si forma presso il laboratorio teatrale del teatro Vittorio Emanuele di Messina, con il maestro Donato Castellaneta, (Pupetto), tra gli altri, partendo da una precedente esperienza di teatro presso la compagnia Pubblico incanto diretta da Tino Caspanello, dal 1997 al Ha frequentato laboratori con: Lina Wertmuller, Davide Enia, Emma Dante, Vincenzo Pirrotta, Franco Scaldati, Gaetano Bruno e Sabino Civilleri. Matura esperienza come cantante in formazioni musicali di diversa estrazione, specializzandosi nel blues e nella musica popolare, dopo un periodo di lezioni di impostazione jazz con Rosalba Bentivoglio. Ha lavorato con vari registi tra cui Antonio Calenda, Donato Castellaneta, Maurizio Marchetti, Walter Manfré, David Gallarello, Luciano Melchionna, con cui da un po di anni collabora in varie produzioni, tra cui Dignità autonome di prostituzione, premio Golden Graal 2009 e Muraglie (Taoarte 2010). Fa parte del gruppo di ricerca Compagnia divano occidentale orientale diretto da Giuseppe L. Bonifati. Finalista del Premio Riccione per il teatro anno 2005, con il testo teatrale Scantu che debutta al Festival interculturale di narrazione teatrale di Roma (2008) con la compagnia Cosa sono le nuvole, fondata con Nella Tirante e altri attori con cui collabora di frequente; vince un premio di produzione all interno de I teatri del sacro (Eti-Federgat) 2009 con Euphoria. Come cantautrice partecipa nel 2010 alla rassegna Gli ascoti del Tenco col duo Le scarpette rosse, come una delle proposte cantautorali più interessanti del panorama nazionale. viene segnalata con un premio speciale della giuria a Musicultura (Premio Recanati) anno 2006, finalista al Biellafestival (2006); selezionata per la trasmissione di Radio Uno Rai Demo (2006); si esibisce costantemente nel duo Le scarpette rosse fondato con Cristiana Giustini, in club e locali. Nel 2009 ha debuttato nel cinema con Giuseppe Tornatore in Baaria (Venezia 06) nel ruolo di Rosalia. Ultimamente è stata protagonista del cortometraggio Salvatore dei fratelli Bruno e Fabrizio Urso, nella cinquina finalista dei David di Donatello 2011 e selezionato alla Fiera del Festival di Cannes Ha una profonda passione per le lingue e il loro mistero, per la cultura popolare: la sua sapienza essenziale costituisce il nutrimento della propria dimensione umana e artistica. 12

13 Marilisa Busa' Assistente alla regia Nata a Messina, è laureanda in Giurisprudenza con tesi assegnata in diritto dell informatica I contratti telematici nella Pubblica Amministrazione. In teatro ha maturato una lunga esperienza come assistente alla regia e responsabile della segreteria organizzativa. Questi alcuni degli spettacoli per i quali ha lavorato: Sua maestà siciliana, Un Amleto, Il convitato di pietra e Babele ovvero Non lasciate che passi l età, regie di Giovanni Boncoddo; Il drago, regia di Sasà Neri; Don Giovanni e i suoi fratelli, Teatrofestival; Anna Cappelli di Annibale Ruccello, regia di Massimiliano Mecca; Città perfetta, saggio del laboratorio di Universi Teatrali a cura di Giovanni Boncoddo e Roberto Bonaventura; Microzoi di Beniamino Joppolo e Mamma di Annibale Ruccello, regie di Roberto Bonaventura; L altro regno e Il cavaliere povero, regie di Monia Alfieri; Bronte Quale di libertà di Carmelo Causale, produzione del Teatro di Messina, regia di Gianni Scuto. Dal 2007 collabora stabilmente con il regista Roberto Bonaventura e con l associazione culturale Il castello di Sancio Panza. 13

14 Adele Tirante, Angelo Campolo e Annibale Pavone (foto di Domenick Giliberto)

15 Personaggi (in ordine di apparizione) Angelica Rino Nando

16 ANGELICA Mancu sta vota ci veni RINO Mancu l uttima vota ci vinni ANGELICA Chi ci trasi? FURESTERI Rino la guarda dubitativo. ANGELICA L uttima vota muriu to patri! Rino ancora più perplesso. ANGELICA Chi c interessava a iddu giustamenti? RINO Mancu pi to patri ci vinni ANGELICA Appunto! Ma sta vota si tratta i Pippo i so patri RINO Angelica? ANGELICA Ohu RINO Menu mali chi non vinni ANGELICA Picchi? RINO Si vinia parrava o telefoninu tuttu u tempu. Megghiu. Almeno si parra o telefonu aiu na scusa pi non parrarici. L ultima vota chi vinni, p u compleannu i Pippo, stesi a tavola cu telefonu tuttu o tempu mpizzatu a ricchi. Iddu ridia e paria cuntentu di essiri ccà a casa. In realtà cu sapi chi ci stavanu cuntannu dall autra patti du telefonu ANGELICA Non è vero. Picchì a ddiri accussì? Io mi ricoddu che ad un cettu puntu parrau cu mia RINO Sì, picchì nun avia capitu chiddu chi ci avia spiatu u cammareri. Tu ci u dicisti e iddu rispunniu ANGELICA Sale! RINO E u cammareri prima ristau na picca interdetto appoi ci pottau u sale nto cafè ANGELICA Ma iddu stava parrannu u telefonu RINO E infatti ntinnia a Borsa a Borsa sale (ride) minchia chi faccia chi ci vinni mentri bivia ddu velenu, senza stutari ddu cazzu i cellulari, ci u sputau nta facci a matri i to maritu ANGELICA Allura, chidda già è tutta ppuntata chi spinguli RINO Idda ci fici a so maritu: Patrizio che dici, dopo il caffè, potremmo andare no? ANGELICA Pippo n a potti mai supputtari a chidda RINO Ti ricoddi comu a chiamava? ANGELICA No, comu a chiamava? RINO Il paggetto ANGELICA Il paggetto? 16

17 RINO Si picchì è servizievole e avi dda pettinatura a minchia ANGELICA Dai, non ci diri accussì, mancu è giustu però RINO (con lo sguardo perso nel nulla) ma quannu rriva du fissa i Nandu? io annari ncampagna. a campagna si non c era iò ad aiutare a Pippo, si piddìa tutto, ddu fissa i Nandu sempri appressu a Borsa ANGELICA Veru, a Borsa ll azioni RINO Na bona azioni però n a fici mai e intanto si piddìa tuttu i limuna ll aranci ll animali i pianti dopo tutti i sacrifici pi cattarila chi fici Pippo a du passi du mari è un miracolo si non n a espropriaru pi ffarici un lido tanto ormai semu circondati n avemu unu a ddestra e unu a sinistra e iddu, Nandu, si nni futti mancu si nun fussi puru a soi ANGELICA Ma cettu iddu a Milano avia a pinzari o so guadagnu RINO U so guadagnu era cca ma iddu su scuddau chistu e a campagna si nun era pi mmia e pi Pippo s avissi pedduta ANGELICA A Pippo ci piacia assai a campagna RINO Ti ricoddi comu a chiamava? ANGELICA U nostru paradiso! RINO U nostru paradiso! Ma si Nandu nun si movi e nun mi dugna na manu si nni va tuttu allancallaria. Iddu nun penza che a campagna avi bisogno i tempu. Cettu, iddu penza i so guadagni Matri mi sta venennu na fami m a fai a minestra sabbaggia? Ah? M a fai? ANGELICA Ora? RINO E quannu? Cchiù taddu? ANGELICA Ma ora stamu spittannu a Nandu RINO Va, fammilla! comu a facia Pippo a cugghii aieri nta campagna va, fammilla! tu a sai fare comu a facia Pippo ANGELICA No, avi a veniri Carlo mi mmi pigghia RINO Ma picchì t u maritasti a ddu fissa? ANGELICA Ma, n o sacciu. Mi facia sentiri cchiù sicura chiddu chi avia prima non mi dava ricettu RINO U vidi: chistu mi fa scantari ANGELICA Cosa? RINO Chistu stissu chi stai dicennu. Io ti canuscia comu una alternativa chi faci i manifestazioni contra u ponti ANGELICA A Pippo, però, u ponti ci piacia RINO E che ci trasi? Tu eri chidda ca se ne futtia d i reguli. Ci mpiantasti na malaparti a me matri dda vota chi ti vulia puttari o ballu d i debuttanti ANGELICA Cettu, vistuta addamanera! Mi paria na cosa i cannaluvara! 17

18 RINO E n autra vota chi ci mpiantasti na questioni a me soru picchì avia fattu a lista p i so diciotto anni ANGELICA Si unn o giuellieri! Mancu si s avia a maritari! RINO Sì, ma m a fari finiri i parrari però ANGELICA E parra, parra! RINO Bbonu! Tu eri chidda chi facia i campagni contro l immunità parlamentare, contro le multinazionali, contro la globalizzazione girotondi e quant altro e ora ti mittisti ccu ddu imprenditori c a giacca e a cravatta ANGELICA Non fa l imprenditore. Iddu organizza eventi. RINO Peggiu ANGELICA Chi bboi ddiri? RINO È un sensali ANGELICA Non è un sensali RINO Ma si m u ricoddu c avia a cravatta puru a scola media ANGELICA Mutu a stari RINO E facia l eppi aur c a scusa i organizzarici i festini elettorali a so zziu ANGELICA Ti dissi: mutu! RINO E non diri chi tantu non canciasti bannera, picchì a patti politica è sempri a stissa ANGELICA Mutu RINO Bonu: passasti da suffragetta a valletta ANGELICA Ti dissi mutu (in lacrime gli mette una mano sulla bocca per farlo tacere) RINO (divincolandosi) e sì ora mi stutu Angelica si siede trattenendo a stento i singhiozzi. RINO A sai a verità com è? Chiddu chi mi fa scantari è ca paremu furasteri, genti estranei: chi ci ffai tu cu to maritu? E cu to soggera? Cu chiddi? E ccu mmia? ANGELICA Rino ti fai u scattru picchì Pippo non c è si c era Pippo RINO Si c era Pippo, Nandu non vinia ed erumu tu e io comu aieri, comu oggi, comu sempri ANGELICA T a ricoddi dda vota, quannerumu picciriddi che me patri e me matri non c erunu? RINO Quannu? ANGELICA Dda vota RINO Quannerumu picciriddi to patri e to matri non c erunu mai ANGELICA Si vabbeni, raggiuni tu hai 18

19 RINO Picchì? Staiu babbiannu? Cuntimi un compleannu ch i to genitori quanneri picciridda ANGELICA Dda vota nta l 81 quannu ci spararu o Papa! RINO E sintemu: che ti regalaru to patri e to matri? ANGELICA Mercedes! A me bambola preferita! RINO Chidda t a regalau me patri ANGELICA Ma chi stai dicennu to patri non c era nta ddu mumentu avia annatu in Germania a travagghiari nta ddu stabilimento automobilistico RINO Infatti! E secunnu tia a bambola picchì si chiamava Mercedes? ANGELICA Io pinzava pi dda telenovela brasiliana RINO Si va bbonu a telenovela! Pausa Comunque dda vota c era magari Nandu e io ti fici abbidiri u discu i Donatella Rettore ANGELICA Chiddu ch i denti d a tigre? RINO Eh! ANGELICA Chiddu chi ll occhi fosforescenti chi si dumaunu nto scuru? RINO Eh! Minchia d i risati ANGELICA Sì, pi ttia e pi ddu strunzu i to cucinu Nandu a mia mi facistu cianciri RINO Ni scialammu pi ddaveru ANGELICA M ummaginu RINO Allura sì chi nni divettiumu Nandu era simpaticu non avia o telefoninu ANGELICA Era gentile era cchiù gentile i tia iddu infatti nun m u vulia fari o schezzu d u discu RINO Sì non t u vulia fari cu t u dissi? ANGELICA Iddu m u dissi na vota chi ci ficimu a veglia a Nanna Nerina RINO E tu ci cridisti magara magara? ANGELICA Iddu si n avia pentuto, ciancia poverazzu io m umbrazzai e iddu RINO E iddu? ANGELICA Mi desi na gran baciata RINO Capia! Pi chistu ti dissi sta minchiata! ANGELICA No! M a dissi picchì erumu scantati o scuru RINO Comu dda vota d u discu? ANGELICA Cchiù assai! 19

20 RINO E allura? ANGELICA E allura iddu mi cuntau na storia che ci avia cuntatu Pippo RINO Sintemu. ANGELICA Orlando, il paladino, un ionnu va nt un paisi aunni c eruni i fantasimi a ggenti ci spiegau unnera a casa ch i fantasimi e siccome stava scurannu ci diciunu puru, mentre che fujunu p u scantu, chi all una i notti i motti si faciunu vivi sì, insomma, si mustraunu i ggenti. Orlando invece i scantarisi si stipa nto ncantu c a fedele spada durlindana al fianco e spetta spetta che ti spetta RINO E chi spetta? ANGELICA e ora! A aviri pacienza! Dunque, spunta un fantasima ca parìa un cristianu: avia i pedi, i iammi, i brazza, i manu, a testa tuttu va! Sulu a facci era strana era comu si ci ll aviunu cancellata, ma Orlando non si scanta, assecuta u fantasima ca passiava p a casa, arriva nto cottile e u fantasima ci mostra un cespuglio appena iddu fici pi vaddarilu si sbigghiau annau a cchiamari o so scudiero che p u scantu dummia all ostello, chiamanu i ggenti e Orlando ci fa vidiri u cespuglio. A ggente scava, dissotterra un cadavere e un vecchio, nta ddu frangenti, si ricuddau nentimenu d un delittu anticu ca ci avia statu tant anni arreti e d un corpu ca non s avia cchiù trovatu RINO I motti s annu a lassari nta lloro paci ANGELICA No! No, i morti s annu a ssapiri ricuddari. Chista è a vera paci RINO P i motti? ANGELICA No. P i vivi. A MOTTI BUTTANA Bussano alla porta insistentemente. ANGELICA Cu ie? RINO Cu po iessiri? Saravi Nando chi rrivau ANGELICA Rrivau sta vota! Io m u sentia Angelica va alla porta (fuori scena). La porta si chiude. Entrano Nando e Angelica. Rino guarda Angelica compunta e Nando e non può fare a meno di sorridergli nervosamente. Poi torna serio. È visibilmente agitato per qualche motivo. RINO Muriu aieri. ANGELICA Mi dispiaci. Manciasti acchecosa? RINO A lingua! Si manciau a lingua sicunnu mia NANDO (squilla il telefono, dapprima non lo trova, risponde di scatto) lo sai quanto ci ho messo ad arrivare da Catania a qui? Non è pensabile. Sono fuori. Ma che ci stanno a fare in questo posto di merda? Poi hanno fatto 20

21 tutte ste rotatorie ma che cazzo bisogna saperle usare però sennò si perde solo più tempo (abbassa al voce) no, non ti sto facendo perdere tempo siete già a Linate lo so, lo so che non ci mettete niente a venire giù pronto? Pronto? (la conversazione si interrompe bruscamente) RINO Cadiu a linea? ANGELICA Cu cu parravi? NANDO (squilla di nuovo il telefono) ho capito che ci siete ho capito! (cercando di trovare riparo dai cugini, tuttavia non riesce ad abbassare la voce) Datemi solo un po di tempo, perdio! No no, una settimana, al massimo, dai! Come? Come 12 ore? Ma no, no dai non scherziamo il trucco del bagaglio? sì, sì che me lo ricordo il trucco del bagaglio no, dai, per favore (cade di nuovo la linea. Evidentemente, dall altro capo, qualcuno ha riattaccato. Nando guarda nervosamente nella propria borsa da viaggio, tirandone fuori, alla rinfusa, vari oggetti) RINO Mancu rrivasti e già fai tuttu stu traficu e to patri, Pippo, muriu chi avi mancu un ionnu ANGELICA Nando ti senti bbonu? NANDO No è evidente RINO E ripigghiti! u funerali avissi a iessiri dumani ANGELICA Ancora c è i parrari cu ll agenzia ghiamarici o municipiu capiri c amu a ffari cu sta casa. RINO E ca campagna soprattutto! A campagna si avissi statu pi ttia s avissi pidduta (guardandolo intensamente) Nandu a campagna! Eppi na pinzata. Stai a sentiri. NANDO Non ora Rino. RINO Ma comu nun binisti puru p a campagna? Scusa picchì tunnasti? To patri mancu u vaddasti, ti metti a parrai o telefonu ma si po sapiri picchì tunnasti? NANDO Sono qui per i funerali di mio padre. Facciamoli e facciamola finita. RINO (quasi sottovoce) finiu finiu aieri e tu non c eri tantu pi canciari. NANDO Rino non ti capisco quando parli! RINO Non capisci picchì ti scuddasti i tuttu, i quannerumu picciriddi, d a campagna, i to patri NANDO Non capisco perché non mi guardi in faccia quando parli sempre con la faccia a terra con questo atteggiamento voi avete perso in partenza! RINO (rivolto ad Angelica) Ma che ci trasi io c i staa parrannu d a campagna e iddu mi dici avete perso in partenza ANGELICA Bonu, nun faciti accussì, cammativi 21

22 RINO io ci di dicu dove vai e iddu mi rispunni porto pesci. Nando? Pippo muriu e tu si u figghiu è giustu e poi fari chiddu chi bboi, ma io era ca a travagghiari cu iddu, chi mani nta terra amu a parrari da campagna! NANDO Fottiti tu e la campagna! ANGELICA Si mette davanti a Rino che si sta dirigendo minaccioso da Nando. Rivolta a Rino. Vatinni, ci parru io, avi a salutari so patri. RINO Sì, mi ni vaiu ncampagna ll animali su megghiu i tia! (esce sbattendo fragorosamente la porta) ANGELICA (dopo un lungo silenzio) Tu non ni capisci a nui ma mancu iò capisciu a tia NANDO (le sorride sornione. Poi si avvicina e l accarezza dolcemente) Non è vero, ti sbagli, a te ti capisco ancora. Solo una cosa non ho mai capito: perché ti sei sposata quel minchione di tuo marito ANGELICA Mi sentivo più sicura e protetta. E ora chi non c è Pippo, almeno sacciu che c è iddu. NANDO Quando è successo esattamente? ANGELICA Aieri sira NANDO Perché ieri mattina mi hai detto che stava bene? ANGELICA Picchì veru era. Si manciau magara i pipi chini pi pranzu. NANDO I pipi chini? ANGELICA Eh! Veddura è. Mali non ci putia fari. NANDO Questo era quello che diceva lui per poterli mangiare. Ha sempre inventato scuse. ANGELICA Ora pari chi sta dummennu. U voi vidiri? NANDO Dite sempre che i morti dormono. Non ne posso più di sentire questa storia. ANGELICA Ti ricordi il gioco che facevamo da piccoli? NANDO No. ANGELICA Come? Che tu eri impegnato fuori per lavoro e poi rincasavi e io ti aspettavo così appoggiata al tavolo. Ti ricoddi ah? NANDO Non lo so, mi sento stanco Angelica. ANGELICA E ti ricordi a festa d a Madonna, ah, t a ricoddi a to spada comu chidda i sandokan, gialla, u culuri chi ti piacia, e io chi vulia quella bambola con il foulard rosso e me matri non ma potti cattari? NANDO Non te l ha voluta comprare! ANGELICA Me matri era cuscienziusa mica mi putia spenniri tutti di gran soddi. 22

23 NANDO Sì e allora mia madre ti ha comprato quella coperta rossa, t a ricoddi, si? ANGELICA Si. Cu sapi chi fini fici. Forse è ancora cca. Angelica cerca in una vecchia cassapanca la coperta rossa, Nando la segue, la trovano. NANDO Chista ma ricoddu ANGELICA Vai va. Va mu saluti e parrici. NANDO Salutare chi? Parrari cu cui? Non c è nessuno di là. Solo la morte! A motti buttana chi ca nuatri si divittiu putu troppu mi pari! ANGELICA Tu m u dicivi sempre! Agli ostacoli si va incontro senza paura, a fronte alta. T a ricoddi dda vota che a fronte alta, senza paura scinniumu d a scola e ddu machinuni mi staa pigghiannu npienu e tu ti mittisti davanti, mi spincisti e u machinuni pigghiau a ttia npienu NANDO Hai visto? Ti ho salvata quella volta. ANGELICA Eh no! Tu non ti facisti nenti, mentri io, a fotti che mi spincisti, annai a sbattiri nterra c a me bedda facci e mi fici stu sguaru nto mentu. Vadda, vaddami bbonu. NANDO Mi dispiace ANGELICA E ora non hai mancu i cugghiuna pi passari dda patti. NANDO Ti prego. Pensi che ce l avesse con me? ANGELICA Si fici taddu. Aunnè c arriva Carlo e mi pigghia. NANDO No, non mi laciare adesso. ANGELICA Povero Pippo si c era iddu a stura ni tinia tutti uniti comu na vota. Esce. Lascia Nando da solo Buio SCAMMOGGHIA NANDO Non dormi vero? Non avresti dormito se avessi visto davvero cosa stava succedendo oppure no dormivi, sempre hai dormito, perché se fossi stato sveglio te ne saresti accorto te ne saresti accorto della fine che facevano i tuoi soldi sempre puntuali, eh! Anzi, grazie, grazie. Non ti ho mai ringraziato. Non ne avevo il tempo. Finivano prima che potessi farlo. Gli esami mai dati, i bonifici per la cooperativa avresti dovuto bonificare le mie giornate se ci fosse stato un assegno in bianco per rendere pulita la mia vita. Una volta l ho sognato sai, ma quello no, non me lo hai mai inviato, sarebbe servito ad azzerare i miei ricordi, il mio ricordo di te, ma posso rimediare adesso. Devo rimediare. I signori che mi hanno prestato i 23

24 soldi, i soldi veri quelli che mi servivano a tirare avanti non i tuoi con cui gestivo a malapena i miei debiti, insomma, sì, quei tizi non scherzano mi faranno il trucco del bagaglio sono già all aeroporto mi daranno qualche ora, forse un paio di giorni, niente di più Sapuppa mi ha spiegato la situazione. È stato chiarissimo, sai? Come aggirare il discorso dell ipoteca sulla campagna. Mi ripigghio tutti cosi, ma a me manera Venderò tutto: le speranze di Rino, la rassegnazione di Angelica e anche la memoria, sì, cancellerò tutto Mi ripigghio tutti cosi, ma a me manera ANGELICA Senti io vaio un minutu nto bagnu. Si arriva Carlo ci dici m i spetta. NANDO Va be ANGELICA Però diccillu. Non fari comu quannerumu picciriddi che uno ti dicia una cosa e tu t a scuddavi subbito. NANDO No. ANGELICA Non t a ricoddi dda vota che ti dissiru i stutarici o focu sutt o latte e tu ti mittisti a leggiri ddu libru e ti bruciasti tutt o brazzu? NANDO (si guarda il braccio e annuisce) ANGELICA Perciò, pozzu stari tranquilla? NANDO Sì. ANGELICA Sicuru sicuru? NANDO Ma sì, Angelica, stai tranquilla, dai. Vai, vai in bagno. ANGELICA E tu cchi ffai nto frattempo? NANDO Eh che faccio. Sto qui. Guardo un po di riviste. ANGELICA Allora iò vaiu NANDO Vai vai. Nando si guarda intorno. C è una vecchia libreria polverosa con delle riviste di storia. Ne apre una, comincia a sfogliarla e a leggerla. La posa. Ne prende una un po più in alto e facendo questo movimento gli cade una pallina da tennis in testa. Riavendosi dal colpo, la guarda ed è come se gli si schiudesse dinanzi un panorama inusitato di ricordi. In quel momento si sente aprire la porta ed entra Rino. Nando nasconde prontamente la pallina, ma non riesce a nascondere un espressione un po colpevole. RINO Chi stavi facennu? NANDO Io? Niente. RINO Nenti? T avissi a vaddari nta stu momentu. NANDO Perché? Che ho? RINO Chi hai? E che nni sacciu? Dimmillu tu. NANDO Già finito il lavoro in campagna? Non dovevi perderci del tempo? RINO Che ffai pigghi p avanti pi non restari arreti? 24

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