COMUNE DI OLIVETO LUCANO PROVINCIA DI MATERA. Regolamento sulle Sanzioni disciplinari
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- Gina Bertoni
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1 COMUNE DI OLIVETO LUCANO PROVINCIA DI MATERA Regolamento sulle Sanzioni disciplinari Giugno
2 INDICE Art. 1 Oggetto e organi ufficio contenzioso 3 Art. 2 Soggetti interessati...3 Art. 3 Sanzioni disciplinari...3 Art. 4 Attività propedeutica al provvedimento disciplinare...6 Art. 5 Riservatezza dati..7 Art. 6 Procedura e contenuto della contestazione di addebito...7 Art. 7 Titolari dell azione disciplinare..7 Art. 8 Ricusazione 8 Art. 9 Impugnazione delle sanzioni..8 Art. 10 Ricorso all arbitro unico...8 Art. 11 Tentativo di conciliazione obbligatorio.8 Art. 12 Procedimento disciplinare ed eventuale procedimento penale...9 Art. 13 Norma di rinvio..9 Art. 14 Entrata in vigore.9 2
3 Art. 1 Oggetto e organi ufficio contenzioso Il presente regolamento dispone sulla responsabilità, sulle sanzioni disciplinari e relativi procedimenti, sul contenzioso del lavoro e sull ufficio del contenzioso del lavoro che si costituisce ai sensi dell art.12 del D.Lgs 165/2001 presso il Comune di Oliveto Lucano, di cui fanno parte i Responsabili dell Area Amministrativa e Contabile ed il Segretario Comunale in qualità di Presidente. All ufficio del contenzioso è affidato il compito di assicurare tutte le attività stragiudiziali e giudiziali in materia di lavoro che insorgono tra il personale ed il Comune di Oliveto Lucano, come prevede la legge, il C.C.N.L. Enti Locali, l art.56 del D.Lgs 165/2001, l art. 412 ter del c.p.c.. Art. 2 Soggetti interessati I dipendenti comunali devono rispettare le norme comportamentali dell art. 3 del CCNL e quelle del codice di comportamento che è stato a loro notificato; se contravvengono alle norme di cui al precedente comma, sono sottoposti a procedimento disciplinare secondo le modalità del presente regolamento. Art. 3 - Sanzioni disciplinari Le violazioni, da parte dei lavoratori degli obblighi disciplinati e sanciti dal presente regolamento, danno luogo, secondo la gravità dell infrazione, previo procedimento disciplinare, all applicazione delle seguenti sanzioni disciplinari : a) rimprovero verbale; b) rimprovero scritto ( censura ); c) multa di importo e fino ad un massimo di 4 ore di retribuzione; d) sospensione dal servizio e dalla retribuzione fino ad un massimo di dieci giorni; e) sospensione dal servizio e dalla retribuzione da 11 giorni fino ad un massimo di sei mesi; f) licenziamento con preavviso; g) licenziamento senza preavviso. 1. A norma dell art. 3 (codice disciplinare ) del CCNL del , e in conformità a quanto previsto dall art. 55 del D. Lgs. n. 165 del 2001 e successive modificazioni ed integrazioni, il tipo e l entità di ciascuna delle sanzioni sono determinati in relazione ai seguenti criteri generali: a. intenzionalità del comportamento, grado di negligenza, imprudenza o imperizia dimostrate, tenuto conto anche della prevedibilità dell evento; b. rilevanza degli obblighi violati; c. responsabilità connesse alla posizione di lavoro occupata dal dipendente; d. grado di danno o di pericolo causato all ente, agli utenti o a terzi ovvero al disservizio determinatosi; e. sussistenza di circostanze aggravanti o attenuanti, con particolare riguardo al comportamento del lavoratore, ai precedenti disciplinari nell ambito del biennio previsto dalla legge, al comportamento verso gli utenti; f. al concorso nella mancanza di più lavoratori in accordo tra di loro. 2. La recidiva nelle mancanze previste ai commi 4, 5 e 6, già sanzionate nel biennio di riferimento, comporta una sanzione di maggiore gravità tra quelle previste nell ambito dei medesimi commi. 3. Al dipendente responsabile di più mancanze compiute con unica azione od omissione o con più 3
4 azioni od omissioni tra loro collegate ed accertate con un unico procedimento, è applicabile la sanzione prevista per la mancanza più grave se le suddette infrazioni sono punite con sanzioni di diversa gravità. 4. La sanzione disciplinare dal minimo del rimprovero verbale o scritto al massimo della multa di importo pari a 4 ore di retribuzione si applica, graduando l entità delle sanzioni in relazione ai criteri del comma 1, per: a. inosservanza delle disposizioni di servizio, anche in tema di assenze per malattia, nonché dell orario di lavoro; b. condotta non conforme ai principi di correttezza verso superiori o altri dipendenti o nei confronti del pubblico; c. negligenza nell esecuzione dei compiti assegnati, nella cura dei locali e dei beni mobili o strumenti a lui affidati o sui quali, in relazione alle sue responsabilità, debba espletare attività di custodia o vigilanza; d. inosservanza degli obblighi in materia di prevenzione degli infortuni e di sicurezza sul lavoro ove non ne sia derivato danno o disservizio; e. rifiuto di assoggettarsi a visite personali disposte a tutela del patrimonio dell ente, nel rispetto di quanto previsto dall art. 6 della legge 20 maggio 1970 n. 300; f. insufficiente rendimento, rispetto ai carichi di lavoro e, comunque, nell assolvimento dei compiti assegnati. L importo delle ritenute per multa sarà introitato dal bilancio dell ente e destinato ad attività sociali a favore dei dipendenti. 5. La sanzione disciplinare della sospensione dal servizio con privazione della retribuzione fino ad un massimo di 10 giorni si applica, graduando l entità della sanzione in relazione ai criteri di cui al comma 1, per: a) recidiva nelle mancanze previste dal comma 4, che abbiano comportato l applicazione del massimo della multa; b) particolare gravità delle mancanze previste al comma 4; c) assenza ingiustificata dal servizio fino a 10 giorni o arbitrario abbandono dello stesso; in tali ipotesi l entità della sanzione è determinata in relazione alla durata dell assenza o dell abbandono del servizio, al disservizio determinatosi, alla gravità della violazione degli obblighi del dipendente, agli eventuali danni causati all ente, agli utenti o ai terzi; d) ingiustificato ritardo, non superiore a 10 giorni, a trasferirsi nella sede assegnata dai superiori; e) svolgimento di attività che ritardino il recupero psico-fisico durante lo stato di malattia o di infortunio; f) testimonianza falsa o reticente in procedimenti disciplinari o rifiuto della stessa; g) comportamenti minacciosi, gravemente ingiuriosi, calunniosi o diffamatori nei confronti di altri dipendenti o degli utenti o di terzi; h) alterchi negli ambienti di lavoro, anche con utenti o terzi; i) manifestazioni ingiuriose nei confronti dell Ente, salvo che siano espressione della libertà di pensiero, ai sensi dell art. 1 della legge n. 300 del 1970; j) atti, comportamenti o molestie, anche di carattere sessuale, lesivi della dignità della persona; k) violazione di obblighi di comportamento non ricompresi specificatamente nelle lettere precedenti, da cui sia derivato disservizio ovvero danno o pericolo all ente, agli utenti o ai terzi; l) sistematici e reiterati atti o comportamenti aggressivi, ostili e denigratori che assumano forme di violenza morale o di persecuzione psicologica nei confronti di un altro dipendente. 4
5 6. La sanzione disciplinare della sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da 11 giorni fino ad un massimo di 6 mesi si applica per: a) recidiva nel biennio delle mancanze previste nel comma precedente quando sia stata comminata la sanzione massima oppure quando le mancanze previste al comma 5 presentino caratteri di particolare gravità; b) assenza ingiustificata ed arbitraria dal servizio per un numero di giorni superiore a quello indicato nella lett. c) del comma 5 e fino ad un massimo di 15; c) occultamento, da parte del responsabile della custodia, del controllo o della vigilanza, di fatti e circostanze relativi ad illecito uso, manomissione, distrazione o sottrazione di somme o beni di pertinenza dell ente o ad esso affidati; d) persistente insufficiente rendimento o fatti, colposi o dolosi, che dimostrino grave incapacità ad adempiere adeguatamente agli obblighi di servizio; e) esercizio, attraverso sistematici e reiterati atti e comportamenti aggressivi ostili e denigratori, di forme di violenza morale o di persecuzione psicologica nei confronti di un altro dipendente al fine di procurargli un danno in ambito lavorativo o addirittura di escluderlo dal contesto lavorativo; f) atti, comportamenti o molestie, anche di carattere sessuale, di particolare gravità che siano lesivi della dignità della persona; g) fatti e comportamenti tesi all elusione dei sistemi di rilevamento elettronici della presenza e dell orario o manomissione dei fogli di presenza o delle risultanze anche cartacee degli stessi. Tale sanzione si applica anche nei confronti di chi avalli, aiuti o permetta tali atti o comportamenti; h) alterchi di particolare gravità con vie di fatto negli ambienti di lavoro, anche con utenti; i) qualsiasi comportamento da cui sia derivato danno grave all Ente o a terzi. Nella sospensione dal servizio prevista dal presente comma, il dipendente è privato della retribuzione fino al decimo giorno mentre, a decorrere dall undicesimo, viene corrisposta allo stesso una indennità pari al 50% della retribuzione indicata all art. 52, comma 2, lett. b) (retribuzione base mensile) del CCNL del nonché gli assegni del nucleo familiare ove spettanti. Il periodo di sospensione non è, in ogni caso, computabile ai fini dell anzianità di servizio. 7. La sanzione disciplinare del licenziamento con preavviso si applica per: a) recidiva plurima, almeno tre volte nell anno, nelle mancanze previste ai commi 5 e 6, anche se di diversa natura, o recidiva, nel biennio, in una mancanza tra quelle previste nei medesimi commi, che abbia comportato l applicazione della sanzione massima di 6 mesi di sospensione dal servizio e dalla retribuzione, fatto salvo quanto previsto al successivo comma 8, lett. a); b) recidiva nell infrazione di cui al comma 6, lettera c); c) ingiustificato rifiuto del trasferimento disposto dall ente per riconosciute e motivate esigenze di servizio nel rispetto delle vigenti procedure, adottate nel rispetto dei modelli di relazioni sindacali previsti, in relazione alla tipologia di mobilità attivata; d) mancata ripresa del servizio nel termine prefissato dall ente quando l assenza arbitraria ed ingiustificata si sia protratta per un periodo superiore a quindici giorni. Qualora il dipendente riprenda servizio si applica la sanzione di cui al comma 6; e) continuità, nel biennio, dei comportamenti rilevati attestanti il perdurare di una situazione di insufficiente rendimento o fatti, dolosi o colposi, che dimostrino grave incapacità ad adempiere adeguatamente agli obblighi di servizio; f) recidiva nel biennio, anche nei confronti di persona diversa, di sistematici e reiterati atti e comportamenti aggressivi ostili e denigratori e di forme di violenza morale o di persecuzione psicologica nei confronti di un collega al fine di procurargli un danno in ambito lavorativo o addirittura di escluderlo dal contesto lavorativo; 5
6 g) recidiva nel biennio di atti, comportamenti o molestie, anche di carattere sessuale, che siano lesivi della dignità della persona; h) condanna passata in giudicato per un delitto che, commesso fuori dal servizio e non attinente in via diretta al rapporto di lavoro, non ne consenta la prosecuzione per la sua specifica gravità; i) violazione dei doveri di comportamento non ricompresi specificatamente nelle lettere precedenti di gravità tale secondo i criteri di cui al comma 1, da non consentire la prosecuzione del rapporto di lavoro; j) reiterati comportamenti ostativi all attività ordinaria dell Ente di appartenenza, comunque tali da comportare gravi ritardi e inadempienze nella erogazione dei servizi agli utenti. 8. La sanzione disciplinare del licenziamento senza preavviso si applica per: a) terza recidiva nel biennio, negli ambienti di lavoro, di vie di fatto contro dipendenti o terzi, anche per motivi non attinenti al servizio; b) accertamento che l impiego fu conseguito mediante la produzione di documenti falsi e, comunque, con mezzi fraudolenti, ovvero che la sottoscrizione del contratto individuale di lavoro sia avvenuta a seguito di presentazione di documenti falsi; c) condanna passata in giudicato: 1) per i delitti già indicati nell art.1, comma 1, lettere a), b) limitatamente all art. 316 del codice penale, c), ed e) della legge 18 gennaio 1992 n. 16; per il personale degli enti locali il riferimento è ai delitti previsti dagli artt. 58, comma 1, lett. a), b) limitatamente all art. 316 del codice penale, lett. c), d) ed e), e 59, comma 1, lett. a), limitatamente ai delitti già indicati nell art. 58, comma 1, lett. a) e all art. 316 del codice penale, lett. b) e c) del D.Lgs.n. 267 del ) per gravi delitti commessi in servizio; 3) per i delitti previsti dall art. 3, comma 1 della legge 27 marzo 2001 n. 97; d) condanna passata in giudicato quando dalla stessa consegua l interdizione perpetua dai pubblici uffici; e) condanna passata in giudicato per un delitto commesso in servizio o fuori servizio che, pur non attenendo in via diretta al rapporto di lavoro, non ne consenta neanche provvisoriamente la prosecuzione per la sua specifica gravità; f) violazioni intenzionali degli obblighi non ricompresi specificatamente nelle lettere precedenti, anche nei confronti di terzi, di gravità tale, in relazione ai criteri di cui al comma 1, da non consentire la prosecuzione neppure provvisoria del rapporto di lavoro; g) l ipotesi in cui il dipendente venga arrestato perché colto, in flagranza, a commettere reati di peculato o concussione o corruzione e l arresto sia convalidato dal giudice per le indagini preliminari. 9. Le mancanze non espressamente previste nei commi da 4 a 8 sono comunque sanzionate secondo i criteri di cui al comma 1, facendosi riferimento, quanto all individuazione dei fatti sanzionabili, agli obblighi dei lavoratori di cui all art. 23 del CCNL del 6/7/1995, quanto al tipo e alla misura delle sanzioni, ai principi desumibili dai commi precedenti. Art. 4 Attività propedeutica al provvedimento disciplinare Ogni provvedimento disciplinare, ad eccezione del rimprovero verbale, può essere adottato solo previa contestazione scritta dell addebito al dipendente. Il responsabile dell area dove si è verificato l evento suscettibile di contestazione disciplinare segnala il fatto al Segretario Comunale. Successivamente il responsabile dell area contesta l addebito al dipendente stesso, istruisce il procedimento ed applica la sanzione del rimprovero verbale direttamente senza contestazione scritta, e 6
7 della censura per iscritto, dopo aver sentito le giustificazioni del dipendente, a sua difesa, direttamente in presenza di adeguate motivazioni. Art. 5 Riservatezza dati Per tutti gli atti formali, in partenza ed arrivo inerenti i procedimenti disciplinari, si istituisce un protocollo riservato, a cura dell Ufficio di Segreteria. Gli atti formali sono inviati tramite notificazioni in plico chiuso con ricevuta. Art. 6 Procedura e contenuto della contestazione di addebito Il responsabile dell area, d intesa con il Segretario Comunale, provvede alla contestazione scritta dell addebito entro 5 giorni da quando è venuto a conoscenza del fatto. La contestazione deve contenere: a) la descrizione precisa e circostanziata dei fatti oggetto di rilievo disciplinare e la relativa modalità di accertamento; b) il richiamo alle norme disciplinari violate; c) l avvertenza che il dipendente può inviare controdeduzioni scritte entro i 5 gg. successivi. La convocazione per l audizione del dipendente deve essere fatta per iscritto, con l avvertenza che può farsi assistere da un rappresentante sindacale. Il dipendente può chiedere il rinvio, per massimo 15 giorni naturali e consecutivi dal ricevimento della contestazione di addebito. Il dipendente è ascoltato il giorno previsto, dall ufficio del contenzioso, composto dal Segretario Comunale, dal responsabile dell area cui a capo il dipendente. Il fascicolo è trattenuto dal responsabile dell area interessato al procedimento sino al termine dello stesso; successivamente è archiviato nel fascicolo personale del dipendente presso l ufficio personale. L esito del procedimento è notificato per iscritto al dipendente, indicando la modalità per richiedere la riduzione, e l autorità e la modalità per impugnare l atto. Entro 20 giorni dal ricevimento della sanzione, il dipendente può chiedere per iscritto la riduzione della sanzione stessa, che nel frattempo è sospesa. L Ufficio contenzioso valuta la richiesta di riduzione, ne dispone l accoglimento o il rigetto e lo comunica per iscritto al dipendente entro i 15 gg. successivi. Le contestazioni di addebito per iscritto sono effettuate a firma congiunta del Segretario comunale e di un Responsabile dell Ufficio Contenzioso. Art. 7 Titolari dell azione disciplinare Sono i responsabili di area, presso la cui struttura opera il dipendente, per il rimprovero verbale e la censura scritta. Per irrogare la multa, la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione è titolare dell azione il Segretario Comunale con il parere favorevole del responsabile dell area interessato; per il licenziamento con e senza preavviso è titolare dell azione la Giunta, su parere favorevole del responsabile di area interessato e del Segretario Comunale. La censura è inflitta con provvedimento del responsabile di area interessato, al termine del procedimento di cui all art.6. La multa, la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione è inflitta dal Segretario Comunale, sentito il parere favorevole del responsabile di area interessato; il licenziamento con e senza preavviso è irrogato dalla Giunta con motivata deliberazione, sentito il parere favorevole del Segretario Comunale e del responsabile di area interessato. 7
8 Art. 8 Ricusazione Cause che determinano l obbligo di astensione e la facoltà di ricusazione sono quelle previste dal vigente codice di procedura civile; la ricusazione è proposta con dichiarazione sottoscritta dal dipendente interessato dal procedimento disciplinare; sull istanza decide in via definitiva il Segretario Comunale, che, in caso di accoglimento, sostituisce il responsabile dell area. Art. 9 Impugnazione delle sanzioni Se il lavoratore fa richiesta di riduzione, e questa viene accolta, la decisione non può più essere impugnata; nei casi differenti le sanzioni disciplinari possono essere impugnate: - a) deferendo la decisione all arbitro unico; - b) davanti al Giudice del lavoro competente per territorio, previo tentativo obbligatorio di conciliazione, con le modalità dell art. 11. La sanzione deve essere impugnata entro 20 giorni dal ricevimento della nota di sanzione, o dalla comunicazione del rigetto della riduzione, decorso tale termine la sanzione diventa definitiva. Art. 10 Ricorso all arbitro unico Le sanzioni disciplinari possono essere impugnate dal lavoratore mediante richiesta di conciliazione ed arbitrato, deferendo la decisione ad un arbitro unico scelto di comune accordo tra datore di lavoro e lavoratore, designato dal Sindaco o suo delegato. La richiesta del lavoratore di ricorso all arbitro unico per decisione sulla sanzione disciplinare deve essere comunicata all Amministrazione con raccomandata a.r., recante una sommaria esposizione dei fatti e delle ragioni a fondamento della richiesta. La richiesta del lavoratore non è vincolante per l Amministrazione, salvo il caso di sanzione disciplinare risolutiva del rapporto di lavoro. La designazione dell arbitro è concordata tra le parti, i termini e le modalità di espletamento delle procedure di conciliazione e arbitrato restano disciplinate dal C.C.N.L. Quadro EE.LL. Art. 11 Tentativo di conciliazione obbligatorio Prima di ricorrere all Autorità giudiziaria ordinaria, il lavoratore deve inviare istanza entro i termini dell art. 9, per mezzo di un procuratore o dell associazione sindacale cui aderisce o conferisce mandato all Ufficio Provinciale del Lavoro e della Massima occupazione, nella cui circoscrizione si trova l Ufficio cui è addetto il lavoratore, inviando nota contestuale a mezzo raccomandata a.r. a: Comune di Oliveto Lucano Ufficio del contenzioso. Il collegio di conciliazione è composto dal Direttore dell Ufficio Provinciale del Lavoro o suo delegato, da un rappresentante del lavoratore e da un rappresentante dell Ente, (il Segretario Comunale o un funzionario individuato dal Sindaco). Il rappresentante dell Ente non può far parte del collegio di conciliazione nei casi previsti dagli artt. 51 e 52 del c.p.c. (se incompatibile o quando è tenuto ad astenersi). La richiesta di conciliazione deve precisare: - il luogo dove devono essere fatte le comunicazioni inerenti la procedura; - l esposizione dei fatti e ragioni poste a fondamento della pretesa; - la nomina del proprio rappresentante nel collegio di conciliazione; - entro 15 giorni il Segretario Comunale predispone l istruttoria formale per la Giunta Comunale, che valuterà e delibererà, in via definitiva, sulla richiesta. Il rappresentante dell Ente provvederà al deposito presso l Ufficio del Lavoro, delle osservazioni scritte e della sua nomina formulate dall Ente 8
9 entro 30 giorni (termine perentorio) dalla data della richiesta del lavoratore. In caso di mancata comunicazione nei termini, la sanzione disciplinare non ha effetto. Nei 10 giorni successivi al deposito il Presidente del Collegio fissa la comparizione delle parti per il tentativo di conciliazione. Se la conciliazione riesce, anche parzialmente, viene redatto un separato processo verbale sottoscritto dalle parti e dai componenti il collegio di conciliazione. Il verbale costituisce titolo esecutivo. Se non si raggiunge un accordo, il collegio di conciliazione formula una proposta per la definizione bonaria della controversia. Se non è accettata, i termini di essa saranno riassunti nel verbale con le valutazioni espresse dalle parti, che saranno oggetto di valutazione da parte del Giudice del Lavoro. La conciliazione della lite, in adesione alla proposta formulata dal collegio, o in sede giurisdizionale ex art. 420 c.p.c. comma 1, 2, 3, non dà luogo a responsabilità amministrativa. Espletato il tentativo di conciliazione, obbligatorio, si osservano i termini previsti dal c.p.c. vigente, per il ricorso al Giudice del Lavoro. Art. 12 Procedimento disciplinare ed eventuale procedimento penale Il procedimento disciplinare è avviato anche nel caso sia connesso con il procedimento penale. Espletata la fase della contestazione degli addebiti e delle controdeduzioni, il procedimento rimane sospeso fino alla sentenza definitiva, Il procedimento disciplinare deve essere riattivato entro 180 giorni dalla data in cui l Ente viene a conoscenza della sentenza definitiva penale (quindi passata in giudicato), altrimenti si estingue. Le risultanze processuali fanno stato nel procedimento disciplinare riattivato ex art. 653 c.p.p. Art. 13 Norma di rinvio Per ogni aspetto non direttamente disciplinato dal presente regolamento si rinvia alle disposizioni dell art c.c., all art. 7 Legge n. 300 del 20/5/1970, al CCNL dell nella parte riguardante il procedimento disciplinare, al Titolo IV del c.p.c. ed al Regolamento degli Uffici e dei Servizi. Art. 14 Entrata in vigore Il presente regolamento entra in vigore con la pubblicazione all Albo Pretorio della relativa delibera di Giunta Comunale. 9
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