VIVAISTICA FORESTALE E RIMBOSCHIMENTI CONSERVAZIONE DELLLA BIODIVERSITA FORESTALE

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1 VIVAISTICA FORESTALE E RIMBOSCHIMENTI CONSERVAZIONE DELLLA BIODIVERSITA FORESTALE Prof.ssa Rosanna Bellarosa-DAFNE- Unitus Programma SEMENTI FORESTALI - Cenni della normativa sulla commercializzazione dei materiali forestali di moltiplicazione - Maturazione e raccolta dei frutti e dei semi - Preparazione e conservazione dei semi - Determinazione del valore colturale - Dormienza e metodi per stimolare la germinazione 1

2 Programma IL VIVAIO FORESTALE - Caratteristiche dei vivai forestali - Realizzazione del vivaio forestale - Semenzaio e piantonaio - Metodi di allevamento delle piantine forestali in contenitori - Cenni sulle tecniche di propagazione per innesto e talea - Cenni di biotecnologie forestali Programma IMBOSCHIMENTI PROTETTIVI, PRODUTTIVI E L ARBORICOLTURA DA LEGNO - Principali tipologie di impianti forestali - Analisi della stazione di impianto - Scelta della specie - Preparazione del terreno - Cure colturali post-impianto - Schede informative su alcune specie forestali 2

3 Testi di riferimento - Appunti dalle lezioni - Magini E.- Vivaistica forestale. Cusl (Biblioteca ex Facoltà di Agraria) - Mercurio R., Minotta G.- Arboricoltura da legno. Clueb (Biblioteca ex Facoltà di Agraria) - Conservazione del suolo e meccanizzazione nelle attività di rimboschimento. Società Agricola Forestale (Biblioteca ex Facoltà di Agraria) Dispense: Conservazione delle risorse genetiche forestali La difesa della biodiversità e il successo degli impianti forestali dipendono anche dalla gestione della filiera vivaistica a partire dalla provenienza certificata del materiale di propagazione e dalla sua qualità genetica 3

4 LA VIVAISTICA FORESTALE A DIFESA DELLA BIODIVERSITA La vivaistica forestale si occupa della raccolta e conservazione delle sementi e della produzione di piantine per la realizzazione di impianti forestali L utilizzo di piantine di provenienza sconosciuta porta al rischio di porre a dimora individui non idonei alla situazione pedo-climatica dell area di utilizzo finale E necessario: produrre un elevato numero di specie autoctone di alberi ed arbusti utilizzare materiali di propagazione (semi e talee) per la produzione di piantine ottenuti esclusivamente da popolamenti CONOSCIUTI utilizzare tecniche di produzione e coltivazione che non depauperino il patrimonio genetico delle popolazioni riprodotte in vivaio Acer pseudoplatanus Castanea sativa SEMENTI FORESTALI Quercus ilex Fagus sylvatica 4

5 QUALITA DEL SEME Caratteristiche genetiche Variabilità tra Popolazioni geografiche - caratteristiche fisiologiche - ritmo fenologico - durata del fotoperiodo Variabilità individuale Caratteristiche colturali Percentuale di purezza Capacità germinativa Produzione di piantine vigorose DOVE RACCOGLIERE I FRUTTI E I SEMI ISTITUZIONE DEI BOSCHI DA SEME Emanazione della L. n. 269/73 Disciplina della produzione e del commercio di sementi e piante da rimboschimento 5

6 DOVE RACCOGLIERE I FRUTTI E I SEMI Direttiva 1999/105/CE Stabilisce gli strumenti normativi per la produzione e la commercializzazione del materiale forestale di propagazione DOVE RACCOGLIERE I FRUTTI E I SEMI In Attuazione della Direttiva 1999/105/CE relativa alla commercializzazione dei materiali forestali di moltiplicazione È stato emanato il Decreto legislativo n. 386 del 10 novembre 2003, 6

7 Decreto Legislativo n. 386 / 2003 testo unico contiene: tutti gli elementi della Dir. 1999/105/CE da applicare, dalle definizioni agli allegati gli elementi della vecchia Legge 269/73 ritenuti necessari (ad es. gli articoli relativi a controlli e sanzioni), ma semplificati. La precedente norma viene quindi abrogata senza lasciare troppi vuoti legislativi! Il D.L. n. 386/03 stabilisce che: solo i materiali di base ammessi (cioè iscritti in apposito registro regionale) possano essere utilizzati per la produzione di materiali forestali di moltiplicazione (o propagazione) destinati alla commercializzazione e che tale materiale di propagazione deve essere accompagnato da un certificato principale di identità. Elementi importanti del Decreto Legislativo n. 386/2003 (1) viene attribuito alle Regioni e alle Province Autonome il ruolo di Organismo ufficiale responsabile del controllo della commercializzazione e qualità del materiale di moltiplicazione forestale la norma interessa i materiali di moltiplicazione importanti per fini forestali. Le Regioni potranno individuare ulteriori ambiti di applicazione della legge (rinaturalizzazione, ripristino ambientale con tecniche di ingegneria naturalistica, filari e siepi in ambito extraurbano, etc.) oltre a quelli ormai consolidati di imboschimento, rimboschimento e arboricoltura da legno indicati all art. 2 lett. a; 7

8 Elementi importanti del Decreto Legislativo n. 386/2003 (2) viene previsto il raggruppamento dei soprassuoli o fonti di seme di una stessa specie in regioni di provenienza, da delimitare a cura delle Regioni secondo criteri omogenei i materiali forestali di moltiplicazione sono distinti in 4 categorie commerciali: identificati alla fonte, selezionati, qualificati, controllati, i cui requisiti sono indicati negli Allegati II, III, IV, V; è prevista la creazione di una Commissione tecnica composta da rappresentanti delle Regioni, dei Ministeri interessati, del mondo scientifico e dei produttori, con compiti di supporto tecnicoscientifico, raccordo tra Istituzioni ed indirizzo, in particolare per la definizione del sistema di controllo ufficiale e l individuazione delle regioni di provenienza Definizione di Regione di Provenienza D.Lgs. 386/2003 Il territorio o l insieme dei territori soggetti a condizioni ecologiche sufficientemente uniformi e sui quali si trovano soprassuoli o fonti di semi con caratteristiche fenotipiche o genetiche analoghe, tenendo conto dei limiti altimetrici ove appropriato DAF-Unitus Regione.piemonte.it 8

9 Definizioni Materiali di base: 1. Fonti di semi: gli alberi o gli arbusti di una determinata zona dove si raccolgono i semi; 2. Soprassuolo: una popolazione di alberi ed arbusti identificata che presenta una sufficiente uniformità di composizione; 3. Arboreti da seme: le piantagioni di cloni selezionate, isolate contro ogni impollinazione estranea o organizzate in modo da evitare o limitare tale impollinazione e gestite in modo da produrre raccolti frequenti, abbondanti e facili. 4. Genitori: alberi utilizzati per ottenere discendenti tramite impollinazione controllata o libera di una pianta madre identificata, utilizzata come femmina, con il polline di un'altra pianta (fratelli biparentali) o di un certo numero di altre piante identificate o no (fratelli monoparentali); 5. Cloni e miscugli di cloni: insieme di individui (ramet) derivati per via vegetativa da un unico individuo originale (ortet), per esempio per talea, innesto, margotta, micropropagazione. Materiali di moltiplicazione : 1. unità seminali: gli strobili, le infruttescenze, i frutti e i semi destinati alla produzione di postime; 2. parti di piante: le talee caulinari, fogliari e radicali, gli espianti o gli embrioni per la micropropagazione, le gemme, le margotte, le radici, le marze ed ogni parte di pianta destinata alla produzione di postime; 3. postime: le piante derivate da unità seminali o da parti di piante. Categorie commerciali dei materiali di moltiplicazione Le categorie entro cui possono essere commercializzati i materiali di moltiplicazione provenienti dai diversi tipi di materiali di base sono le seguenti: Identificati alla fonte: se i materiali forestali di moltiplicazione provengono da materiale di base costituito con specie elencate nell allegato I di legge, ma non è selezionato (ovvero non è iscritto al Libro Nazionale dei Boschi da Seme-L.N.B.S. o al corrispondente Libro Regionale-L.R.B.S). In questo caso i materiali di moltiplicazione (generalmente sementi) sono certificati con cartellino giallo. Selezionato: se il materiale di base è iscritto nei Libri/Registri nazionale e regionali dei materiale di base, i materiali di moltiplicazione sono commercializzati con il cartellino verde. Qualificato: le sementi che si ottengono da un arboreto da seme, costituito con specie elencate nell allegato I del D.lgs. 386/03, sono commercializzati con cartellino rosa. Controllato: il materiale di propagazione derivante da materiale di base che è stato sottoposto a test comparativi che hanno dimostrato in maniera scientifica la sua superiorità rispetto alla media della specie, il materiale di moltiplicazione deve essere commercializzato con cartellino blu 9

10 PIANTE PORTASEMI Magini, 1977 Piante sane, vigorose Tronco dritto Chioma ampia, di forma regolare, inserita in alto Quadro riassuntivo dei boschi da seme presenti in Italia ordinati per numero di boschi per Regione. Seleziona una Regione o una specie per visualizzare l'elenco dei boschi ad essa associati. Regione Principali specie presenti Trentino-Alto Adige (37) Abies alba (4) Picea abies (9) Larix decidua (8) Pinus nigra (2) Toscana (27) Abies alba (5) Pinus pinea (6) Pinus pinaster (8) Calabria (22) Abies alba (4) Pinus nigra (16) Lombardia (21) Abies alba (1) Quercus petrea (11) Picea abies (2) Larix decidu Piemonte (18) Abies alba (5) Picea abies (1) Larix decidua (2) Puglia (10) Pinus halepensis (10) Veneto (9) Abies alba (4) Picea abies (2) Larix decidua (2) Liguria (9) Abies alba (1) Pinus halepensis (3) Pinus pinaster (3) Abruzzo (4) Pinus nigra (3) Molise (3) Abies alba (2) Emilia Romagna (3) Abies alba (2) Umbria (3) Pinus halepensis (3) Friuli-Venezia Giulia (3) Abies alba (1) Pinus nigra (2) Lazio (2) Abies alba (1) Valle d'aosta (2) Larix decidua (1) Campania (2) Pinus pinea (1) Totale (175) N Nota bene: nel Lazio non vi è nessun bosco da seme di Abies alba. 10

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