CONFERENZA DEL CARDINALE LORENZO BALDISSERI

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1 CONFERENZA DEL CARDINALE LORENZO BALDISSERI sul tema: I Vescovi nel cammino dall Assemblea Straordinaria all Assemblea Ordinaria del Sinodo sulla famiglia Palermo, 16 gennaio 2015

2 2 INTRODUZIONE Sono particolarmente lieto di trovarmi oggi insieme alle Vostre Eccellenze, nella condivisione della stessa fede e dello stesso desiderio di servire nel miglior modo possibile il Signore e il popolo di Dio che ci è stato affidato. Permettetemi di ringraziare in modo particolare Sua Eminenza, il Cardinale Paolo Romeo, Presidente della Conferenza Episcopale della Sicilia. E grazie al Suo invito che ho l occasione e la gioia di essere qui per riflettere e per approfondire insieme con voi il valore e il significato delle tematiche emerse nell Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia, tenutasi nell ottobre scorso, in questo periodo nel quale siamo in cammino verso l Assemblea Generale Ordinaria che si terrà nell ottobre Il tema che intendo sviluppare e che orienterà quindi il nostro incontro è: I Vescovi nel cammino dall Assemblea Straordinaria a quella Ordinaria del Sinodo sulla famiglia. Tutti comprendiamo la particolare rilevanza di questo tema. Esso ci coinvolge direttamente e sollecita tutti noi a metterci in un atteggiamento di riflessione e di ricerca per rendere quanto più fecondo e proficuo possibile questo tempo che ci accompagna verso l Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo. 1. Il ruolo e il compito dei Vescovi nella Chiesa Ci ritroviamo in questo incontro di Vescovi e può essere opportuno richiamare alcuni elementi fondamentali legati al ministero episcopale. Ovviamente non dirò cose nuove. Voi conoscete molto bene ciò che è parte integrante della Vostra vita e della Vostra consacrazione. Quanto dirò ci aiuterà, però, ad inquadrare lo sviluppo del discorso. Il Concilio Vaticano II insegna che con la consacrazione episcopale viene conferita la pienezza del sacramento dell Ordine, quella che (. ) viene chiamata sommo sacerdozio (.). E continua affermando che la consacrazione episcopale conferisce pure, con l ufficio di santificare, gli uffici di insegnare e governare, i quali, però, per loro natura non possono essere esercitati se non nella comunione gerarchica con il Capo e con le membra del Collegio (Lumen Gentium, 21). In base a ciò che il Concilio afferma si viene strutturando il ruolo dei Vescovi e il loro compito nella vita della Chiesa. Essi hanno innanzitutto il dovere di annunziare a tutti il Vangelo di Dio (Presbyterorum Ordinis, 4). L annunzio del Vangelo si esprime anche attraverso il loro insegnamento, per mezzo del quale contribuiscono alla santificazione di tutto il popolo di Dio e concorrono alla salus animarum. Il Catechismo della Chiesa Cattolica mette in evidenza che il compito pastorale del Magistero è (.) ordinato a vigilare affinché il popolo di Dio rimanga nella verità che libera. (Catechismo della Chiesa Cattolica, 890).

3 3 Al Vescovo spetta anche il compito di guidare i fedeli nei sentieri a volte tortuosi della vita. Egli ha a cuore il bene di quanti la Provvidenza divina ha affidato alle Sue cure. La Lumen Gentium sottolinea la modalità in cui il Vescovo esercita questo Suo compito: (.) mandato dal Padre di famiglia a governare la sua famiglia, tenga innanzi agli occhi l esempio del Buon Pastore, che è venuto non per essere servito, ma per servire (cfr. Mt 20,28; Mc 10,45) e dare la Sua vita per le pecore (cfr. Gv 10,11). Assunto di mezzo agli uomini e soggetto a debolezze può benignamente compatire quelli che peccano per ignoranza o per errore (cfr. Eb 5,1-2) (Lumen Gentium, 27). Nell assolvere il loro dovere di annuncio del Vangelo, i Vescovi trovano nelle parole dell Evangelii Nuntiandi del Beato Paolo VI una indicazione chiara del modo di procedere, lì dove si afferma che: è assolutamente necessario metterci di fronte ad un patrimonio di fede che la Chiesa ha il dovere di preservare nella sua purezza intangibile, ma anche di presentare agli uomini del nostro tempo, per quanto possibile, in modo comprensibile e persuasivo (Evangelii Nuntiandi, 3). Il Papa ha ricordato nel Suo discorso conclusivo dell Assemblea Straordinaria: La Chiesa è di Cristo (.) e tutti i Vescovi, in comunione con il Successore di Pietro, hanno il compito e il dovere di custodirla e di servirla, non come padroni, ma come servitori. Il Papa, in questo contesto, non è il signore supremo, ma piuttosto il supremo servitore -il servus servorum Dei ; il garante dell ubbidienza e della conformità della Chiesa alla volontà di Dio, al Vangelo di Cristo e alla tradizione della Chiesa, mettendo da parte ogni arbitrio personale. Ogni Vescovo, infatti, non esercita il suo ministero in maniera isolata. Il Codice di Diritto Canonico recita al canone 336: Il Collegio dei Vescovi, di cui è capo il Sommo Pontefice e membri sono i Vescovi in virtù della consacrazione sacramentale e della comunione gerarchica con il Capo e con i membri del Collegio, e nel quale continua ininterrottamente il corpo apostolico, in unione con il suo Capo e non mai senza di lui, è anche soggetto di suprema e piena potestà su tutta la Chiesa (Codice di Diritto Canonico, 336). Nel Discorso conclusivo Papa Francesco ha sottolineato questa dimensione, quando ha ricordato che il Sinodo si svolge cum Petro e sub Petro, e la presenza del Papa è garanzia per tutti. 2. L impegno dei Vescovi siciliani a favore della famiglia Nello svolgimento concreto del loro ministero episcopale, soprattutto negli anni successivi al Concilio Vaticano II, i Vescovi siciliani hanno sicuramente profuso non poche energie nell esercitare il loro servizio a favore della famiglia. Mi limito semplicemente a richiamare alla memoria qualcuno dei momenti in cui i Vescovi siciliani sono intervenuti sul tema in questione. Quelli che ricorderò forse non saranno i più significativi. Li cito solo a titolo di esempio e per sottolineare la bontà e la validità dell impegno che è stato dimostrato.

4 4 Nel dicembre del 1980 la Conferenza Episcopale Siciliana pubblica il documento: Pastorale catechistica in Sicilia. Oggetto specifico del documento è la catechesi. In esso viene riconosciuta l importanza della famiglia nell attività catechetica. Cito alcune frasi tratte da due numeri del documento. In esse ritroviamo aspetti e concetti relativi alla vita della famiglia che sono risuonati anche nella recente Assemblea Straordinaria del Sinodo. Al numero 9 si dice: Un altro dato positivo emergente è (.) l assunzione diretta da parte della famiglia nell impegno catechistico. Molte coppie vanno prendendo coscienza della sacramentalità ed ecclesialità del proprio matrimonio e scoprono la propria vocazione catechistica come servizio di educazione alla fede dei propri figli (.), impegnandosi nella catechesi parrocchiale. Viene inoltre rilevato che la famiglia va diventando soggetto e centro unificatore di pastorale. Ci si rammarica del fatto che molte coppie di fidanzati avvertono l esigenza di un autentico cammino di fede e non sempre hanno una risposta pastorale adeguata. Il numero 25 proclama che la famiglia ha un compito fondamentale in ordine all evangelizzazione e alla catechesi. Sottolinea che l impegno catechistico della famiglia cristiana si rivolge anche alle altre famiglie e all ambiente in cui essa è inserita. Nel Maggio 2013 i Vescovi della Sicilia si sono recati in visita ad limina da Papa Francesco. Nell incontro con Lui avete parlato anche della situazione delle famiglie nelle Vostre Diocesi. Avete sottolineato che in Sicilia l istituzione famiglia nel complesso resiste ancora ed ha una sua vitalità. Ed avete messo in evidenza che nuove difficoltà si stanno manifestando. Tra queste, quelle economiche giocano un ruolo molto pesante sulla famiglia, sulla sua serenità e sulla sua crescita. Esse, inoltre, diventano anche causa del ritardo con cui molti giovani arrivano a formare una famiglia. Molteplici sono stati i convegni, i seminari di studio, le conferenze con a tema la famiglia, sia a livello diocesano che regionale. Ricordo solo il Seminario di studi dal tema L esodo della famiglia nel tempo della crisi tenutosi in provincia di Palermo, a Baida, il 9 e 10 ottobre del 2014, in concomitanza e sicuramente in comunionecon i lavori dell Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo. 3. Il Sinodo è in cammino L Assemblea Generale Straordinaria è stata indubbiamente un evento di grazia. Ciò è avvenuto soprattutto per ciò che il Papa ha espresso nel Discorso conclusivo. Egli ha aperto il suo cuore dicendo: Potrei dire serenamente che con uno spirito di collegialità e di sinodalità- abbiamo vissuto davvero un esperienza di Sinodo, un percorso solidale, un cammino insieme. Dopo aver evidenziato che ci sono stati momenti di maggiore fatica ha continuato: Ci sono stati momenti di profonda consolazione ascoltando la testimonianza di pastori veri (cf. Gv 10 e Cann. 375, 386, 387) che portano nel cuore saggiamente le gioie e le lacrime dei loro fedeli.

5 Momenti di consolazione e grazia e di conforto ascoltando le testimonianze delle famiglie che hanno partecipato al Sinodo e hanno condiviso con noi la bellezza e la gioia della loro vita matrimoniale. Un cammino dove il più forte si è sentito in dovere di aiutare il meno forte, dove il più esperto si è prestato a servire gli altri (.). Ed essendo un cammino di uomini, con le consolazioni ci sono stati anche momenti di desolazione, di tensione e di tentazioni. Anche solo ascoltando le parole del Papa ci si accorge che egli ha insistito molto sull idea del cammino. Un cammino che non è terminato con la chiusura dei lavori dell Assemblea Straordinaria. Infatti la riflessione della Chiesa sulla famiglia deve proseguire. L evento stesso del Sinodo è stato pensato come un cammino. Esso si snoda in due momenti fondamentali: l Assemblea Generale Straordinaria, che ha avuto come tema: Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell evangelizzazione e l Assemblea Generale Ordinaria, che avrà come tema: La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo. I due temi scelti gettano una luce su quello che vuole essere un percorso da compiere per arrivare a proclamare la verità della famiglia nel contesto attuale. Il cammino che si è voluto intraprendere ha un suo punto di partenza: la consapevolezza che nella società odierna la Chiesa si trova confrontata da un lato con modelli di società che si pongono in maniera critica verso l istituto familiare e dall altro con culture che presentano caratteristiche diverse per ciò che riguarda il matrimonio e la famiglia (vedi, ad esempio, il matrimonio a tappe o i matrimoni combinati). Si è partiti quindi dalla constatazione della situazione della famiglia nel contesto dell evangelizzazione, focalizzando l attenzione su quelle che sono le sfide pastorali che derivano dalle situazioni concrete vissute dagli uomini e dalle donne del nostro tempo in relazione al concetto stesso di famiglia e alla vita familiare. Questo, in estrema sintesi, è stato il lavoro compiuto durante l Assemblea Straordinaria del Sinodo, preparato dall Instrumentum Laboris, che raccoglieva il frutto delle risposte al questionario inviato con il Documento preparatorio. In tutti i Padri sinodali vi è stata la consapevolezza che il vissuto concreto delle persone è enormemente differenziato al proprio interno e presenta non raramente situazioni pastorali difficili. Sono state espresse in maniera aperta e senza remore le problematiche che si pongono come interrogativi per la Chiesa e in relazione alle quali dobbiamo fare risuonare l annuncio del Vangelo, di quella Buona Notizia che dà senso alla vita dell uomo e lo fa scoprire amato infinitamente dal Signore. L Assemblea Straordinaria ha voluto innanzitutto riaffermare ancora una volta la bellezza e il fascino attrattivo del matrimonio e della famiglia cristiana. Questi elementi non possono essere messi in discussione e permangono sempre, anche se occorre riconoscere che vi sono situazioni particolari che comportano delle ferite, a volte anche dolorose. Lì dove si sono evidenziati aspetti problematici, possiamo dire che la metodologia di lavoro utilizzata è stata quella della Quæstio disputata, grazie alla quale ognuno ha potuto esprimere con libertà il proprio punto di vista, al fine di arricchire la comprensione di tutti. Gli interventi dei Padri sinodali hanno evidenziato opinioni, pareri e a volte posizioni diverse. Non è superfluo, però, ricordare che questa diversità trovava una 5

6 sua unità nella volontà e nell impegno da parte di ciascuno nel ricercare la verità e il bene della Chiesa e delle famiglie. L intenzione che ha accomunato tutti è stata quella della salus animarum. Tenendo in considerazione il contesto della società attuale e le difficoltà che esso presenta, il dialogo sinodale ha innanzitutto richiamato l urgenza dell annuncio del Vangelo della famiglia per la nuova evangelizzazione (nr. 29). Sono state oggetto di discussione alcune questioni particolari, sulle quali ci soffermeremo in seguito in maniera un po più estesa. Esse hanno riguardato la preparazione al matrimonio dei nubendi in un itinerario di fede (nn. 36 e 39) e l accompagnamento delle coppie sposate, soprattutto nei primi anni dopo le nozze (nr. 40); la cura pastorale di coloro che vivono nel matrimonio civile o in convivenze (nn ); il compito di curare le famiglie ferite (separati, divorziati non risposati, divorziati risposati, famiglie monoparentali) (nn ); l attenzione pastorale da avere verso le persone con tendenze omosessuali (nr.55-56); l importanza della trasmissione della vita e la sfida della denatalità (nn ). L Assemblea Straordinaria ha quindi presentato delle situazioni in cui un certo numero di fedeli già concretamente vive e che hanno bisogno di una particolare attenzione e di una sollecitudine pastorale. In ordine ad esse sono state sollevate alcuni interrogativi e sono state proposte alcune idee, che necessitano di ulteriori approfondimenti. Esse infatti andranno studiate e vagliate per verificare se e come potranno tradursi in linee pastorali, capaci di rispondere, nella verità della fede, a quanto gli uomini e le donne del nostro tempo vivono. Ci troviamo nel periodo inter-sinodale. Nel suo Discorso conclusivo, il Papa si è espresso con queste parole: abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e alle innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie. Un anno per lavorare alla Relatio Synodi, che è il riassunto fedele e chiaro di tutto quello che è stato detto e discusso in (.) aula e nei circoli minori. E viene presentato alle Conferenze episcopali come Lineamenta. Come sapete, i Lineamenta includono 46 domande relative al testo della Relatio Synodi, che servono da orientamento per lo studio e la riflessione. E questo quindi il tempo in cui la Chiesa si sente chiamata a continuare il cammino intrapreso, in continuità con il lavoro fatto finora. L Assemblea Straordinaria, infatti, non ha portato a compimento il processo di discernimento. Non era quello il suo compito. Il lavoro compiuto finora costituisce l avvio di questo processo. Occorre quindi sviluppare le diverse fasi del processo, nella preghiera, nell approfondimento, nella riflessione, nella ricerca in maniera da poter arrivare preparati al momento in cui il processo si compirà nell Assemblea Ordinaria del Sinodo. Comprendiamo tutti, allora, come questo anno che intercorre tra i due eventi ha un importanza capitale. I Vescovi si sentono e sono attivamente impegnati, per attuare nel miglior modo possibile la loro missione di santificare, insegnare e guidare il popolo di Dio. 6

7 7 Nel cammino che ci aspetta non siamo soli. Troviamo nel Vangelo di Luca al capitolo 24, nel brano dei discepoli di Emmaus, un icona che può inquadrare in qualche modo il momento che stiamo vivendo e ci conforta nella nostra ricerca e nel nostro approfondimento. Siamo consapevoli che durante il tragitto che dobbiamo percorrere, lo stesso Gesù si affianca a noi e ci accompagna, illuminando la nostra ricerca e la nostra riflessione con la luce dello Spirito. E Lui che dobbiamo ascoltare, perché di sicuro aprirà le nostre menti ed i nostri cuori per comprendere la direzione in cui andare e il modo in cui raggiungere la meta. 4. Il punto di partenza della riflessione: Relatio Synodi 11 Ritengo che il numero 11 della Relatio Synodi sia un buon punto di partenza per attivare la riflessione e una buona base di riferimento per svilupparla. Esso recita così: In questo contesto la Chiesa avverte la necessità di dire una parola di verità e di speranza. Occorre muovere dalla convinzione che l uomo viene da Dio e che l uomo viene da Dio e che, pertanto, una riflessione capace di riproporre le grandi domande sul significato dell essere uomini possa trovare un terreno fertile nelle attese più profonde dell umanità. I grandi valori del matrimonio e della famiglia cristiana corrispondono alla ricerca che attraversa l esistenza umana anche in un tempo segnato dall individualismo e dall edonismo. Occorre accogliere le persone con la loro esistenza concreta, saperne sostenere la ricerca, incoraggiare il desiderio di Dio e la volontà di sentirsi pienamente parte della Chiesa anche in chi ha sperimentato il fallimento o si trova nelle situazioni più disparate. Il messaggio cristiano ha sempre in sé la realtà e la dinamica della misericordia e della verità, che in Cristo convergono (Relatio Synodi, 11). Il testo parte dal presupposto, e lo dice, che le situazioni su cui ci troviamo a dover riflettere sono le più disparate. Riconosce che anche in chi ha sperimentato il fallimento ci può essere la volontà di sentirsi pienamente parte della Chiesa. Tenendo presente tutto ciò, i Padri sinodali si sentono in dovere di esprimere una parola di verità e di speranza. Essi si basano sulla convinzione che nel cuore dell umanità ci sono attese profonde che corrispondono al bisogno di significato presente nel cuore dell uomo e al quale solo Dio è in grado di rispondere, così come la Chiesa insegna. Sono inoltre convinti che i valori del matrimonio e della famiglia cristiana confermano tutta la loro validità anche in questo nostro tempo, qualificato come di crisi generalizzata. In questa crisi vediamo coinvolta anche la famiglia. Permettetemi a questo punto di fare una piccola digressione. A volte ci si dimentica che il termine crisi non ha solo una valenza negativa. Oggi esso suona spesso come una minaccia. Nei vocabolari la crisi viene definita come uno stato transitorio di particolare difficoltà, di sconvolgimento, di forte perturbazione nella vita di un individuo o di una società. Queste parole vengono intese nel senso che la crisi possa solo avere effetti pericolosi e negativi. Ma non è questa l unica accezione possibile del termine crisi e della realtà ad esso soggiacente. Il termine, infatti, deriva dal verbo greco Krino, che significa separare, cernere e, in senso più lato, discernere, giudicare e valutare. Il tempo di crisi, quindi, ci chiama, ci invita, direi

8 8 quasi ci obbliga, a discernere, giudicare, valutare per trarre ciò che è valido, cambiare ciò che nel discernimento si valutasse come giusto cambiare e procedere verso un miglioramento possibile. Si può allora non avere necessariamente paura della crisi, rispondendo ad essa con un atteggiamento di chiusura e, a volte, di difesa ad oltranza. Tutto questo fa parte del cammino che abbiamo intrapreso nel Sinodo. Nel quadro del numero 11 della Relatio Synodi ritengo importante fermare l attenzione sui tre verbi che introducono la seconda parte del testo: accogliere sostenere incoraggiare. Le azioni sottese a questi verbi ci suggeriscono delle indicazioni di notevole rilievo per quanto riguarda l atteggiamento da avere nell annuncio della verità del Vangelo e possono orientare il cammino di riflessione, di ricerca e di approfondimento. Forniscono, inoltre, una modalità di risposta alle sfide con le quali la nostra pastorale si trova a fare i conti in svariate circostanze e in molteplici occasioni. * Accogliere. L accoglienza va rivolta a tutti, a cominciare dalla vita nascente, (vd. Relatio Synodi, 6). Si accoglie la persona in quanto tale, riconoscendo in lei il valore incommensurabile che ha ogni essere umano. Valore che le è dato dall Amore infinito e gratuito di Dio per lei, che trova il suo culmine nel sangue che Cristo ha versato per ciascun uomo. Ma accogliere la persona non equivale ad approvare tutti i suoi comportamenti e confermare tutte le sue decisioni, anche quando queste fossero errate. L accoglienza incondizionata di tutti si basa sulla distinzione tra errore ed errante, a cui si richiamava San Giovanni XXIII. Accogliere la persona, allora, significa mostrarle il valore che essa possiede in virtù del dono di Dio e aiutarla a camminare nel e verso il bene concretamente possibile. Nel Discorso conclusivo, rivolgendosi ai Pastori, il Papa ricorda che il loro primo dovere è nutrire il gregge (.) che il Signore ha loro affidato e cercare di accogliere con paternità e misericordia e senza false paure le pecorelle smarrite. E poi aggiunge, correggendo l espressione usata: Ho sbagliato qui. Ho detto accogliere: andare a trovarle. Troviamo qui sintetizzate due visioni della Chiesa che ci vengono proposte dal Papa e che sono state recepite dai Padri sinodali. La prima -la Chiesa che accoglie- è la Chiesa dalle porte aperte, dalle porte spalancate per ricevere i bisognosi, i pentiti e non solo i giusti o coloro che si credono perfetti. La seconda -la Chiesa che va a trovare le pecorelle smarrite- è la Chiesa in uscita, la quale non si vergogna del fratello caduto e non fa finta di non vederlo, anzi si sente coinvolta e quasi obbligata a rialzarlo e a incoraggiarlo a riprendere il cammino e lo accompagna verso l incontro definitivo, con il suo Sposo, nella Gerusalemme celeste. * Sostenere. E indispensabile che quanti si trovano in difficoltà trovino il sostegno di coloro che nella Chiesa camminano nella via di Cristo. Per coloro che vivono situazioni non facili o attraversano momenti di particolare sofferenza l aiuto e il sostegno degli altri e della comunità diviene possibilità concreta di iniziare o proseguire lo stesso cammino dietro Gesù. La Relatio Synodi al n. 40 ricorda che i primi anni di matrimonio sono un periodo vitale e delicato durante il quale le coppie crescono nella consapevolezza delle sfide e del significato del matrimonio. Di qui

9 9 l esigenza di un accompagnamento pastorale che continui dopo la celebrazione del sacramento (cr. Familiaris Consortio, parte III). Risulta di grande importanza in questa pastorale la presenza di coppie di sposi con esperienza. La parrocchia è considerata come il luogo dove coppie esperte possono essere messe a disposizione di quelle più giovani. La Relatio Synodi estende ad altre situazioni la necessità di esercitare un reale sostegno. Si parla, ad esempio, dei laici che si impegnano, come cristiani, in ambito culturale e socio-politico in favore della famiglia e della vita familiare (vd. n. 38). Di non secondaria importanza è quanto viene affermato circa il sostegno che la Chiesa può e deve offrire ai genitori. Dopo aver sottolineato al n. 60 che una delle sfide fondamentali di fronte alle quali si trovano oggi le famiglie è quella educativa, nel n. 61 si dice che la Chiesa svolge un ruolo prezioso di sostegno alle famiglie, partendo dall iniziazione cristiana, attraverso comunità accoglienti. Ad essa è chiesto ( ) di sostenere i genitori nel loro impegno educativo, accompagnando bambini, ragazzi e giovani nella loro crescita attraverso cammini personalizzati capaci di introdurre al senso pieno della vita e di suscitare scelte e responsabilità, vissute alla luce del Vangelo. *Incoraggiare. Le parole che hanno a che vedere con l incoraggiamento sono con ogni probabilità quelle che ricorrono più frequentemente nella Relatio Synodi. Esse compaiono già al n. 1, dove si dice: Il Sinodo dei Vescovi riunito intorno al Papa rivolge il suo pensiero a tutte le famiglie del mondo con le loro gioie, le loro fatiche, le loro speranze. In particolare sente il dovere di ringraziare il Signore per la generosa fedeltà con cui tante famiglie cristiane rispondono alla loro vocazione e missione. Lo fanno con gioia e con fede anche quando il cammino familiare le pone dinanzi a ostacoli, incomprensioni e sofferenze. A queste famiglie va l apprezzamento, il ringraziamento e l incoraggiamento di tutta la Chiesa e di questo Sinodo. Al n. 26 si esprime la necessità di un attenzione pastorale misericordiosa e incoraggiante nei confronti dei giovani sfiduciati verso l impegno coniugale e di coloro che in maniera precipitosa prendono la decisione di porre fine al vincolo assunto. Il n. 50 afferma che le persone divorziate ma non risposate, che spesso sono testimoni della fedeltà matrimoniale, vanno incoraggiate a trovare nell Eucaristia il cibo che le sostenga nel loro stato. E prosegue dando qualche indicazione sulle modalità di questo incoraggiamento: La comunità locale e i Pastori devono accompagnare queste persone con sollecitudine, soprattutto quando vi sono figli o è grave la loro situazione di povertà. Nel n. 58, dopo aver parlato della bellezza e della verità di un apertura incondizionata alla vita e di un adeguato insegnamento circa i metodi naturali per la procreazione responsabile ed aver invitato a riscoprire il messaggio dell Humanæ Vitæ del Beato Paolo VI, la Relatio Synodi ricorda che il magistero della Chiesa ha più volte incoraggiato i fedeli all adozione di bambini, orfani e abbandonati, da accogliere come propri figli.

10 10 L incoraggiamento è necessario in particolare in quelle situazioni in cui si individuano come presenti dei germi positivi, i quali possono essere aiutati a svilupparsi per raggiungere la pienezza del bene. Il n. 41 della Relatio Synodi, ad esempio, riferendosi a coloro che, vivendo nel matrimonio civile o in convivenze, non godono della verità e della bellezza del matrimonio cristiano, afferma che è importante entrare in dialogo pastorale con tali persone al fine di evidenziare gli elementi della loro vita che possono condurre a una maggiore apertura al Vangelo del matrimonio nella sua pienezza. I pastori devono identificare elementi che possono favorire l evangelizzazione e la crescita umana e spirituale. L incoraggiamento prende in considerazione quanto affermato dalla Familiaris Consortio al n. 34: la cosiddetta legge della gradualità, o cammino graduale, non può identificarsi con la gradualità della legge, come se ci fossero vari gradi e varie forme di precetto nella legge divina per uomini e situazioni diverse. In alcune situazioni particolari, pur non rinunciando a presentare la verità e la bellezza della pienezza del vivere cristiano, può essere necessario accompagnare le persone in un cammino graduale che ha come fine il raggiungimento di questa pienezza. 5. Alcune sfide da tenere in considerazione Il documento preparatorio del Sinodo metteva in evidenza una serie di problematiche inedite fino a pochi anni e ne fa un lungo elenco. Molti di questi elementi problematici, che sono propri del contesto sociale e culturale del mondo contemporaneo, trovano la loro radice in un cambiamento dell auto-comprensione che la persona umana ha di sé, soprattutto in alcuni settori del mondo occidentale. Essi si presentano comunque come sfide che sollecitano la Chiesa tutta a un confronto serio e ponderato per cercare risposte. L obiettivo di questa ricerca è quello di trovare soluzioni concrete da proporre alle famiglie e agli uomini del mondo contemporaneo, come si è espresso il Santo Padre nel Discorso a conclusione dell Assemblea Straordinaria. I Padri sinodali non si sono sottratti al confronto con le sfide che sono state evidenziate. Nel suo Discorso Conclusivo, il Papa ha presentato una buona sintesi dell andamento dei lavori, affermando che durante il loro svolgimento ha visto e ascoltato discorsi e interventi pieni di fede, di zelo pastorale e dottrinale, di saggezza, di franchezza, di coraggio e parresia. Ha rilevato che in alcune circostanze si sono avute animate discussioni e ha precisato che si sarebbe preoccupato se queste non fossero avvenute. Ha ribadito che il dibattito si è sviluppato senza mai mettere in discussione le verità fondamentali del Sacramento del Matrimonio: l indissolubilità, l unità, la fedeltà e la procreatività, ossia l apertura alla vita (cr. Cann. 1055, 1056 e Gaudium et Spes, 48). In alcuni momenti di questo mio intervento ho già parlato delle sfide che sono state oggetto di riflessione durante l Assemblea Straordinaria. Ho anche citato ciò che, in rapporto ad alcune di esse, viene espresso nella III parte della Relatio Synodi, il cui titolo è Il confronto: prospettive pastorali.

11 11 Presento adesso ciò che ritroviamo nella stessa Relatio in ordine a tre questioni particolari, che sono state tra le più dibattute dai Padri sinodali. Il testo dei numeri a cui esse si riferiscono ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti, ma non ha raggiunto la maggioranza dei 2/3, necessaria per ottenere l approvazione da parte dell Assemblea. Le prime due questioni riguardano i divorziati risposati. In relazione alle situazioni differenziate che essi si trovano a vivere, il n. 51 della Relatio esprime l esigenza di un attento discernimento e accompagnamento, di grande rispetto, e un linguaggio e un atteggiamento che evitino discriminazione e promuovano invece la loro partecipazione alla vita della comunità. In maniera generica (e vedremo più avanti perché dico in maniera generica ) possiamo dire che la terza questione si riferisce alle persone con tendenze omosessuali. Il testo del n. 52 ha per oggetto la comunione dei divorziati risposati. Recita così: Si è riflettuto sulla possibilità che i divorziati e risposati accedano ai sacramenti della Penitenza e dell Eucaristia. Diversi Padri sinodali hanno insistito a favore della disciplina attuale, in forza del rapporto costitutivo tra partecipazione all Eucaristia e la comunione con la Chiesa e il suo insegnamento sul matrimonio indissolubile. Altri si sono espressi per un accoglienza non generalizzata alla mensa eucaristica, in alcune situazioni particolari ed a condizioni ben precise, soprattutto quando si tratta di casi irreversibili e legati ad obblighi morali verso i figli che verrebbero a subire sofferenze ingiuste. L eventuale accesso ai sacramenti dovrebbe essere preceduto da un cammino penitenziale sotto la responsabilità del Vescovo diocesano. Va ancora approfondita la questione, tenendo ben presente la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti, dato che l imputabilità e la responsabilità di un azione possono essere sminuite o annullate da diversi fattori psichici oppure sociali (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1735). La formulazione del testo presenta un ipotesi in cui verrebbe chiamato in causa il Vescovo diocesano. Questa ipotesi prevede infatti che i divorziati risposati compiano un cammino penitenziale per poter eventualmente accedere ai Sacramenti. Esso dovrebbe svolgersi sotto la responsabilità del Vescovo diocesano. Richiede un ulteriore approfondimento anche la tematica della comunione spirituale per i divorziati e risposati e per i conviventi, di cui si parla al n. 53. Lo leggo: Alcuni padri hanno sostenuto che le persone divorziate e risposate o conviventi possono ricorrere fruttuosamente alla comunione spirituale. Altri si sono domandati perché allora non possono accedere a quella sacramentale. Viene quindi sollecitato un approfondimento della tematica in grado di far emergere la peculiarità delle due forme e la loro connessione con la teologia del matrimonio. Nei Lineamenta per la preparazione all Assemblea Ordinaria vi è una domanda attinente alle tematiche che riguardano le situazioni dei divorziati e risposati. Essa suona così: La pastorale sacramentale nei riguardi dei divorziati risposati necessita di un ulteriore approfondimento, valutando anche la prassi ortodossa e tenendo presente «la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti» (n. 52). Quali le prospettive

12 12 in cui muoversi? Quali i passi possibili? Quali suggerimenti per ovviare a forme di impedimenti non dovute o non necessarie? La complessità dei testi evidenzia come le questioni riguardanti le situazioni dei divorziati e risposati sono tra quelle che richiedono un attento approfondimento dottrinale e disciplinare. In questo periodo inter-sinodale sarà di certo necessario che teologi esperti e competenti forniscano il loro contributo. Ma sarà sicuramente altrettanto importante, anzi indispensabile, l aiuto dello Spirito al fine di esercitare un buon discernimento. Occorre quindi che tutte le componenti della Chiesa si sentano coinvolte nella ricerca, nella riflessione e nella preghiera. L attenzione pastorale verso le persone con tendenze omosessuali è l oggetto del n. 55 della Relatio. Per maggiore precisione, occorre dire che il tema viene trattato ponendo l accento sulle famiglie che al loro interno hanno persone con questa tendenza. I Padri sinodali si sono interrogati su quale sia l attenzione pastorale opportuna in queste situazioni, in conformità a quanto insegna la Chiesa, la quale sottolinea chiaramente che non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Hanno poi ricordato che gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza, evitando ogni marchio di ingiusta discriminazione. Ci troviamo qui di fronte a una sfida pastorale che, almeno in certe regioni e in certe diocesi, è ancora tutta da esplorare. Per quanto riguarda questo punto, la formulazione della domanda che accompagna i Lineamenta si articola nelle seguenti tre frasi: Come la comunità cristiana rivolge la sua attenzione pastorale alle famiglie che hanno al loro interno persone con tendenza omosessuale? Evitando ogni ingiusta discriminazione, in che modo prendersi cura delle persone in tali situazioni alla luce del Vangelo? Come proporre loro le esigenze della volontà di Dio sulla loro situazione? A questo punto ritengo interessante soffermarmi brevemente con Voi, in questa assemblea di Vescovi, sulla tematica presentata nel n. 48 della Relatio Synodi. Anche qui viene presentata un ipotesi in cui verrebbe sollecitata la responsabilità del Vescovo diocesano. Oggetto della tematica sono le procedure per il riconoscimento dei casi di nullità. Un gran numero di Padri sinodali ha sottolineato la necessità che esse siano rese più accessibili ed agili, possibilmente del tutto gratuite. Sono state indicate anche delle proposte di come ciò potrebbe avvenire: il superamento della necessità della doppia sentenza conforme; la possibilità di determinare una via amministrativa sotto la responsabilità del Vescovo diocesano; un processo sommario da avviare nei casi di nullità notoria. Il testo continua affermando che alcuni Padri (.) si dicono contrari a queste proposte perché non garantirebbero un giudizio affidabile. E ribadisce che in tutti questi casi si tratta dell accertamento della verità sulla validità del vincolo. Altre proposte suggeriscono che andrebbe considerata la possibilità di dare rilevanza al ruolo della fede dei nubendi in ordine alla validità del

13 13 sacramento del matrimonio, tenendo fermo che tra battezzati tutti i matrimoni validi sono sacramento. La domanda presentata nei Lineamenta ricalca ciò che i Padri hanno espresso nel testo: - Come rendere più accessibili e agili, possibilmente gratuite, le procedure per il riconoscimento dei casi di nullità? 6. L importanza del discernimento spirituale e pastorale Descrivendo l esperienza sinodale, Papa Francesco ha affermato che già il convenire in unum attorno al Vescovo di Roma è evento di grazia, nel quale la collegialità episcopale si manifesta in un cammino di discernimento spirituale e pastorale (vd. Relatio Synodi, 3). In questo periodo di tempo che ci separa dallo svolgimento dell Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi che si terrà in ottobre, la Chiesa è chiamata a percorrere allo stesso modo un cammino di discernimento spirituale e pastorale. Solleciti nella cura dei fedeli che sono loro affidati, i Vescovi sanno di avere un ruolo di primo piano nel percorso che occorrerà compiere. Si tratterà di riflettere su ciò che è stato discusso ed elaborato dall Assemblea Straordinaria, approfondire le questioni, ricercare linee orientative e possibili soluzioni, per arrivare a discernere, alla luce del Signore Gesù, le vie con cui rinnovare la Chiesa e la società nel loro impegno per la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, come dice la Relatio Synodi al n. 4. E questo un compito ineludibile, che è stato consegnato alla Chiesa dal lavoro fatto dai Padri sinodali e che non può andare deluso. In questo cammino di discernimento pastorale e spirituale saremo guidati dalla Parola di Dio. Essa non solo è una buona novella per la vita privata delle persone, ma anche un criterio di giudizio e una luce per il discernimento delle diverse sfide con cui si confrontano i coniugi e le famiglie (vd. Relatio Synodi 34). E a questa luce che dovremo fare sempre riferimento affinché il nostro discernimento possa raggiungere i risultati sperati. Durante il cammino occorrerà essere attenti ad eventuali tentazioni che potranno presentarsi. Esse metterebbero a rischio l intero processo e ci condurrebbero fuori strada. Infatti, non sono sufficienti le buone intenzioni affinché le soluzioni che si prospetteranno corrispondano realmente alla volontà di Dio. Occorre quindi che il discernimento arrivi anche a svelare le tentazioni che potrebbero essere presenti nel lavoro che si farà. Dico svelare perché sappiamo che le tentazioni spesso non si mostrano apertamente, ma lavorano nell ombra e in maniera nascosta. Non raramente si presentano sotto apparenza di bene e in questo modo riescono più facilmente ad ingannare l uomo. Papa Francesco nel suo Discorso conclusivo ci mette in guardia da questo pericolo e menziona alcune possibili tentazioni: - La tentazione dell irrigidimento ostile, cioè il voler chiudersi dentro lo scritto (la lettera) e non lasciarsi sorprendere da Dio, dal Dio delle sorprese (lo spirito);

14 14 dentro la legge, dentro la certezza di ciò che conosciamo e non di ciò che dobbiamo ancora imparare e raggiungere. Dal tempo di Gesù, è la tentazione degli zelanti, degli scrupolosi, dei premurosi e dei cosiddetti oggi tradizionalisti e anche degli intellettualisti. - La tentazione del buonismo distruttivo, che in nome di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle e medicarle; che tratta i sintomi e non le cause e le radici. È la tentazione dei buonisti, dei timorosi e anche dei cosiddetti progressisti e liberalisti. - La tentazione di trasformare la pietra in pane per rompere un digiuno lungo, pesante e dolente (cf. Lc 4, 1-4) e anche di trasformare il pane in pietra e scagliarla contro i peccatori, i deboli e i malati (cf. Gv 8,7), cioè di trasformarlo in fardelli insopportabili. - La tentazione di scendere dalla croce, per accontentare la gente, e non rimanerci, per compiere la volontà del Padre; di piegarsi allo spirito mondano invece di purificarlo e piegarlo allo Spirito di Dio - La tentazione di trascurare il depositum fidei, considerandosi non custodi ma proprietari e padroni o, dall altra parte, la tentazione di trascurare la realtà utilizzando una lingua minuziosa e un linguaggio di levigatura per dire tante cose e non dire niente! Li chiamavano bizantinismi, credo, queste cose Ma, come dice lo stesso Papa immediatamente dopo, le tentazioni non ci devono né spaventare né sconcertare e nemmeno scoraggiare. Un sano discernimento spirituale e pastorale è quindi condizione imprescindibile per valutare le molteplici situazioni che si verificano nella vita delle persone. Esso aiuterà anche a comprendere se e in che modo i fattori psichici e sociali possono condizionare determinate scelte umane fino a determinare una diminuzione o addirittura un annullamento della responsabilità personale. Solo attraverso un autentico discernimento vissuto nella forza dello Spirito sarà possibile trovare quelle soluzioni che, nella luce che ci viene della Parola di Dio, si mostreranno adeguate a regolare i casi concreti. CONLCUSIONE Ripensando alla ricezione immediata del testo della Relatio Synodi bisogna riconoscere che molto spesso l attenzione, soprattutto -ma non solo- dei media, si è concentrata quasi esclusivamente sulle tematiche più controverse. Di sicuro esse coinvolgono un certo numero di fedeli e necessitano di un attento approfondimento. Non va però dimenticato che anche queste tematiche vanno inserite nel contesto dell annuncio della bellezza e della ricchezza di vita rappresentata dal matrimonio cristiano. Possiamo dire che il mostrare la sua significatività e il suo fascino è senz altro prioritario e dà senso anche alla ricerca di soluzioni nei casi difficili. Continuiamo allora il cammino. I Lineamenta sono un ottimo punto di riferimento per la realizzazione del compito che ci attende. Nello svolgimento del lavoro di riflessione e ricerca, occorrerà tenere presente che il testo delle domande per la ricezione e l approfondimento della Relatio Synodi invita ad evitare che le risposte

15 15 siano fornite secondo schemi e prospettive proprie di una pastorale meramente applicativa della dottrina. Se così avvenisse, non si rispetterebbero le conclusioni dell Assemblea Sinodale Straordinaria e ci si allontanerebbe dal cammino ormai tracciato. Siamo consapevoli che il cammino sarà lungo e, a volte, faticoso. Nasconderà delle insidie e potrà accadere che avremo l impressione di non vederci chiaro, di essere in qualche modo avvolti dal buio. In alcuni momenti ci sembrerà di andare troppo lentamente. Altre volte la meta ci apparirà come troppo lontana. Ma ci saranno anche certamente momenti di consolazione. Scopriremo per l ennesima volta che la nostra fiducia nel Signore è ben riposta, perché Lui è nostro compagno di cammino nel percorso intrapreso. Potremo sperimentare il sostegno reciproco derivante dal fatto di camminare insieme come Chiesa e la forza che viene dalla collaborazione, in quello spirito di collegialità e di sinodalità che ha contraddistinto già l Assemblea Straordinaria. Confidando nella presenza e nell aiuto dello Spirito, a conclusione di questo incontro possiamo fare nostra la preghiera del Card. Newman che ben si addice all atteggiamento dell essere in cammino Conducimi, Luce gentile, attraverso il buio che mi circonda, conducimi avanti. La notte è nera ed io sono lontano da casa, conducimi avanti. Guida i miei passi. Io non chiedo di vedere il lontano orizzonte: un passo è abbastanza per me. (Card. Newman)

16 16 SCHEMA * Introduzione 1. Il ruolo e il compito dei Vescovi nella Chiesa - Santificare insegnare governare (LG- Diritto canonico- Catechismo Chiesa Cattolica) - Collegialità cum Petro e sub Petro 2. L impegno dei Vescovi siciliani a favore della famiglia - Documento 1980 Pastorale catechistica in Sicilia - Maggio Visita ad limina - Ottobre 2014 Seminario di studi - Baida - L esodo della famiglia nel tempo della crisi 3. Il Sinodo è in cammino - Un cammino sinodale secondo due tappe fondamentali - Tempo di discernimento per favorire e guidare il passaggio da proposte a linee orientative - Icona di riferimento: Lc 24 I due di Emmaus 4. Il punto di partenza della riflessione Relatio Synodi 11 - accogliere (tutti accogliere la persona non vuol dire approvarne i comportamenti) - sostenere (quanti si trovano in difficoltà importanza della comunità ecclesiale) - incoraggiare (germi di bene possibili percorsi di avvicinamento gradualità di cammino) 5. Alcune sfide da tenere in considerazione - accenni a contesto culturale ed antropologia soggiacente - questioni sensibili e situazioni irregolari (matrimoni civili e convivenze) - divorziati risposati ed ipotesi di una loro possibile ricezione dei sacramenti - procedura per il riconoscimento dei casi di nullità 6. L importanza del discernimento spirituale e pastorale - la Parola di Dio criterio di giudizio e luce per il discernimento - possibili tentazioni a cui fare attenzione - discernimento come condizione imprescindibile per valutare le situazioni * Conclusione ( Guidami, luce gentile Card. Newman)

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