Il pane della vita. Le opere (della Legge) sono superate dalla fede nel Cristo. Nella risposta di Gesù c è tutta la teologia paolina. Rm 3,28.

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1 Il pane della vita Gli episodi precedenti: la moltiplicazione dei pani (6,1-15) e Gesù che cammina sul mare (6,16-21), - mentre «era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei» (6,4), - rimandano agli eventi dell Esodo. Il discorso sul pane di vita che segue, è un autorivelazione di Gesù. Possiamo dividerlo in due grandi parti: - vv b, Gesù: Parola e Sapienza di Dio. - vv. 51c-58, Il dono dell Eucaristia. In questo brano l evangelista Giovanni fa rivivere a Gesù le tre tentazioni raccontateci dai Sinottici: - Quella del pane (v. 5s) Lc 4, Quella del potere (v. 15) Lc 4, Quella di un segno dal cielo (v. 30) Lc 4,9-12. Gv 6, Il giorno dopo, la folla, rimasta dall altra parte del mare, vide che c era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. La folla è rimasta sull altra riva ; non ha fatto ancora l Esodo. Tuttavia cerca Gesù, o meglio ciò che ha ricevuto da Lui. 23 Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. È un chiaro riferimento all Eucaristia Lc 22, Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. 25 Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: Rabbì, quando sei venuto qua?. Gesù lo si trova all altra riva del mare, dopo aver fatto il suo stesso Esodo. E lo si trova se lo si cerca con amore, come i primi discepoli (Gv 1,38) e la Maddalena (Gv 20,15). 26 Gesù rispose loro: In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. 27 Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo. La folla non ha compreso la differenza tra «il pane» che è Gesù stesso, e «i pani» che l hanno sfamata solo momentaneamente. Come non sa discernere la differenza tra miracolo e segno Gv 2,11. Ed ecco l invito di Gesù/Sapienza a cercare il cibo che non perisce. Is 52,2. Il Padre ha messo il suo sigillo su Gesù al Giordano, quando lo ha riconosciuto come Figlio e ha voluto che lo Spirito rimanesse su di lui (Gv 1,32-33). 28 Gli dissero allora: Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?. 29 Gesù rispose loro: Questa è l opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato. Le opere (della Legge) sono superate dalla fede nel Cristo. Nella risposta di Gesù c è tutta la teologia paolina. Rm 3, Allora gli dissero: Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? (Mc 8,11, par.) 31 I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo (Sal 78, 24.). La folla chiede un segno/miracolo che risolva il problema del cibo materiale, simile a quello che fece Mosè nell Esodo Es 16,4.15

2 32 Rispose loro Gesù: In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. 33 Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo. La manna, cibo materiale, anche se disceso dal cielo, è stato dato, nel passato, da Dio e non da Mosè, adesso il Padre, in Gesù dà, al presente il vero pane per la vita. 34 Allora gli dissero: Signore, dacci sempre questo pane. La miseria fa scaturire una preghiera che va al di là delle stesse intenzioni dei supplicanti. Come successe alla Samaritana (Gv 4,15) e ai discepoli di Emmaus (Lc 24,29). La richiesta fatta a Gesù: Signore, dacci sempre questo pane!, rimanda al Padre nostro (Mt 6,11; Lc 11,3). 35 Gesù rispose loro: Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Dicendo Io-Sono il pane della vita, Gesù afferma di essere quella salvezza che ogni uomo, consapevolmente o inconsapevolmente, va cercando (cfr. Gv 6,48.51). Egli è pane che nutre e acqua che disseta, prima come Parola che rivela il Padre e poi come Eucaristia. 36 Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. 37 Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, 38 perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato (Mc 14,36, par.). 39 E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell ultimo giorno. 40 Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Credere in Gesù è accogliere il Pane (Colui) che è disceso dal cielo per darci la vita. È volontà del Padre e del Figlio salvarci; ma è indispensabile la nostra risposta di fede. Gv 3,16: Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. (cfr. Gv 17,12). La fede ci ottiene la salvezza presente ed è caparra del compimento futuro. 41 Allora i Giudei si misero a mormorare contro di lui perché aveva detto: Io sono il pane disceso dal cielo. 42 E dicevano: Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: Sono disceso dal cielo?. Ed ecco il peccato della mormorazione di chi, come gli Israeliti nel deserto (Es 16,7; 17,3), vuol misurare l operato di Dio con un metro semplicemente umano. I Giudei limitano la persona di Gesù a ciò che vedono e sanno di lui: un Nazaretano, che non può essere certamente il Figlio di Dio! Gv 1,45-46; 7, Gesù rispose loro: Non mormorate tra voi. 44 Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. La fede è dono di Dio ma esige da parte nostra tanta umiltà Mt 11,25-27: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». 45 Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio (Is 54,13; Ger 31,33-34). Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46 Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47 In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.

3 La nuova alleanza, sancita con la morte/resurrezione di Cristo, non è scritta su tavole di pietra ma nel cuore dei credenti 2Cor 3,2s; 1Gv 2,27. Credere a Gesù è accogliere la rivelazione ultima e definitiva per divenire partecipi della sua stessa vita divina. 48 Io sono il pane della vita. 49 I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; (Nm 14,21-23; Sal 95,8ss) 50 questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Gesù è la Parola che nutre e dà la vita, contrapposta alla manna che, pur venendo dal cielo, non ha salvato i mormoratori dalla morte. 51 Io Sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo. Ora il discorso di Gesù passa dall identificazione Pane / Parola, al Pane / Carne, con un chiaro rimando ad Eucaristia / Croce. La carne è il corpo di Gesù che poi sarà immolato sulla croce. Quest identificazione viene anticipata ritualmente nell Eucaristia. Tutto è iniziato con l incarnazione Gv 1,14. per (hyper = in favore di) la vita del mondo l istituzione dell Eucaristia: Lc 22,19; 1Cor 11, Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: Come può costui darci la sua carne da mangiare?. Quando un uomo o un popolo non comprende il dono di Dio mormora. 53 Gesù disse loro: In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Gesù non blandisce i suoi uditori, anzi li scandalizza maggiormente chiedendo loro, contro i dettami della Legge, di bere il suo sangue. Cfr. Gen 9,4; Lv 3,17; Dt 12, Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell ultimo giorno. 55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Collegando il mangiare la sua carne e bere il suo sangue alla vita eterna, Gesù ci rimanda, in modo ancora più esplicito all Eucaristia. Mt 26,28; Mc 14, Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57 Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Attraverso l Eucaristia Gesù ci fa dono della sua immanenza, mistero del quale parlerà in modo più approfondito nei discorsi dopo l ultima cena Gv 14,20; 15,4ss; 17,20ss. 58 Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno. Nutriamoci alle due mense che c imbandisce Gesù, e avremo la sua stessa vita.

4 Per la meditatio l oratio, e la contemplatio, possiamo utilizzare la celebre sequenza Lauda Sion Salvatore, composta da san Tommaso d Aquino. Sion, loda il Salvatore, / la tua guida, il tuo pastore / con inni e cantici. Lauda Sion Salvatorem, / lauda ducem et pastorem, / in hymnis et canticis. Impegna tutto il tuo fervore: / egli supera ogni lode, / non vi è canto che sia degno. Quantum potes, tantum aude: / quia major omni laude, / nec laudare sufficis, Pane vivo, che dà vita: / questo è tema del tuo canto, / oggetto della lode. laudis thema specialis, / panis vivus et vitalis / hodie proponitur. Veramente fu donato / agli apostoli riuniti / in fraterna e sacra cena. Quem in sacræ mensæ coenæ, / turbæ fractrum duodenæ / datum non ambigitur. Lode piena e risonante, / gioia nobile e serena / sgorghi oggi dallo spirito. Sit laus plena, sit sonora, / sit jucunda, sit decora / mentis jubilatio. Questa è la festa solenne / nella quale celebriamo / la prima sacra cena. Dies enim solemnis agitur, / in qua mensæ prima recolitur / Hujus institutio. E il banchetto del nuovo Re, nuova, Pasqua, nuova legge; e l antico è giunto a termine. In hac mensa novi Regis, novum Pascha novæ legis, phase vetus terminat. Cede al nuovo il rito antico, / la realtà disperde l ombra: / luce, non più tenebra. Vetustatem novitas, / umbram fugat veritas, / noctem lux eliminat. Cristo lascia in sua memoria / ciò che ha fatto nella cena: / noi lo rinnoviamo, Quod in coena Christus gessit, / faciendum hoc espressi / in sui memoriam. Obbedienti al suo comando, / consacriamo il pane e il vino, / ostia di salvezza. Docti sacris institutis, / panem, vinum in salutis / consecramus hostiam. È certezza a noi cristiani: / si trasforma il pane in carne, / si fa sangue il vino. Dogma datur christianis, / Quod in carnem transit panis, / Et vinum in sanguinem. Tu non vedi, non comprendi, / ma la fede ti conferma, / oltre la natura. Quod non capis, quod non vides, / animosa firmat fides, / Præter rerum ordinem. È un segno ciò che appare: / nasconde nel mistero / realtà sublimi. Sub diversis speciebus, / signis tantum, et non rebus, / latent res eximiæ. Mangi carne, bevi sangue; / ma rimane Cristo intero / in ciascuna specie. Caro cibus, sanguis potus: / manet tamen Christus totus / sub utraque specie. Chi ne mangia non lo spezza, / né separa, né divide: / intatto lo riceve. A sumente non concisus, / non confractus, non divisus: / integer accipitur. Siano uno, siano mille, / ugualmente lo ricevono: / mai è consumato. Sumit unus, sumunt mille: / quantum isti, tantum ille: / Nec sumptus consumitur. Vanno i buoni, vanno gli empi; / ma diversa ne è la sorte: / vita o morte provoca. Sumunt boni, sumunt mali: / sorte tamen inæquali, vitæ vel interitus.

5 Vita ai buoni, morte agli empi / nella stessa comunione / ben diverso è l esito! Mors est malis, vita bonis: / Vide paris sumptionis / quam sit dispar exitus. Quando spezzi il sacramento / non temere, ma ricorda: / Cristo è tanto in ogni parte, quanto nell intero. Fracto demum sacramento, / ne vacille, sed memento / tantum esse sub fragmento, / quantum tot tegitur. È diviso solo il segno / non si tocca la sostanza; / nulla è diminuito della sua persona. Nulla rei fit scissura: / Signi tantum fit fractura, / qua nec status, nec statura / signati minuitur. Ecco il pane degli angeli, / pane dei pellegrini, / vero pane dei figli: / non dev essere gettato. Ecce Panis Angelorum, / factus cibus viatorum: / vere panis flliorum, / non mittendus canibus. Con i simboli è annunziato, / in Isacco dato a morte, / nell'agnello della Pasqua, / nella manna data ai padri. In figuris præsignatur, / cuni Isaac immolatur, / Agnus Paschæ deputatur, / datur manna patribus. Buon pastore, vero pane, / o Gesù, pietà di noi: / nutrici e difendici, / portaci ai beni eterni / nella terra dei viventi. Bone pastor, panis vere, / Jesu, nostri miserere: / Tu nos pasce, nos tuere, / tu nos bona fac videre / in terra viventium. Tu che tutto sai e puoi, / che ci nutri sulla terra, / conduci i tuoi fratelli / alla tavola del cielo / nella gioia dei tuoi santi. Tu qui cuncta seis et vales, / qui nos pascis hic mortales: / Tuos ibi commensales, / coheredes et sodales / fac sanctorum civium. / Amen. (Alleluia).