Piano triennale di prevenzione della corruzione
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- Linda Donati
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1 Istituto Pubblico Assistenza Beneficenza IIssttiittuttii Femmiiniillii Riiuniittii Prrovviidenza e S.. Marriia dell Lume Piano triennale di prevenzione della corruzione TRIENNIO (ai sensi dell art.1, comma 8, della Legge 06/11/2012 n.190) Deliberazione n. 56 del 12/04/2014
2 PREMESSA La presente impostazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione assume valore di prime linee guida ed indicazioni operative riguardo alle successive indicazioni che saranno emanate per la concreta implementazione ed elaborazione del documento aziendale, cui l IPAB dovrà nel dettaglio ottemperare e provvedere. 1. INDIVIDUAZIONE DELLE ATTIVITÀ CON RISCHIO DI CORRUZIONE. 1.1 Attività con rischio elevato di corruzione Uffici e Servizi coinvolti Procedure di scelta del contraente per lavori, servizi e forniture con affidamento diretto; Presidenza Ufficio Economato Progressioni di carriera del personale dipendente. Presidenza Ufficio Segreteria Ufficio Ragioneria 1.2 Attività con rischio non elevato di corruzione Uffici e Servizi coinvolti Selezione di personale; Presidenza Procedure comparative selettive Ufficio Segreteria Ufficio Ragioneria La selezione del personale dipendente essendo improntata in atto su criteri di valutazione di soli titoli predeterminati dall Assessorato regionale Enti Locali presenta poco verosimili occasioni di corruttela. Anche la selezione di collaboratori esterni è improntata su criteri predeterminati dall amministrazione. Tuttavia, poiché la procedura comparativa prevede la facoltà dell Ente di effettuare dei colloqui con i soggetti da selezionare, si provvederà a revisionare i criteri di selezione. 2. REVISIONE DEI PROCESSI DECISIONALI CONNESSI ALLE ATTIVITÀ DI CUI AL PUNTO Revisione dei Regolamenti dell IPAB. Il Responsabile della prevenzione della corruzione, in collaborazione con gli uffici, entro il 31 dicembre 2014, provvederà a revisionare i regolamenti dell Ente, proponendo al Consiglio di Amministrazione eventuali modifiche od integrazioni tese a diminuire il rischio di corruzione nei processi decisionali. Il Responsabile della prevenzione della corruzione relazionerà al Consiglio di Amministrazione anche nel caso in cui non rilevasse la necessità di alcuna modifica o integrazione Rappresentazione grafica dei processi decisionali Il Responsabile della prevenzione della corruzione, contestualmente alla revisione dei regolamenti di cui al punto 2.1, in collaborazione con i responsabili degli uffici coinvolti, provvederà a 2
3 elaborare una rappresentazione grafica dei processi decisionali a rischio elevato di corruzione (punto 1.1), onde evidenziare con facilità le fasi maggiormente a rischio. 3. RENDICONTAZIONE AL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE 3.1. Rendicontazione a richiesta Su semplice richiesta del Responsabile della prevenzione della corruzione, il responsabile di ciascun ufficio è tenuto a fornire informazioni su qualunque atto rientrante tra le attività a elevato rischio di corruzione (punto 1.1) Rendicontazione periodica Con cadenza semestrale, il responsabile di ciascun ufficio che gestisce attività a rischio elevato di corruzione (punto 1.1) fornisce le informazioni sui processi decisionali, anche al fine di monitorare il rispetto dei termini previsti per la conclusione dei procedimenti nonché eventuali legami di parentela o affinità con i contraenti o con gli interessati dai procedimenti e, in particolare: Procedure di scelta del contraente per lavori, servizi e forniture con affidamento diretto Per ogni procedura di affidamento diretto: criteri di scelta del contraente, eventuali criteri di rotazione, monitoraggio dei costi dei beni e servizi forniti rispetto ai prezzi Consip, eventuali legami di parentela o affinità con il personale dell ufficio preposto, stato della procedura Progressioni di carriera del personale dipendente Per ogni procedura: cronoprogramma, numero di domande ricevute, eventuali legami di parentela o affinità con il personale dell ufficio preposto, stato della procedura. Il monitoraggio di eventuali legami di parentela o affinità dei contraenti o comunque delle persone interessate ai procedimenti con il personale dell ufficio preposto viene effettuato mediante la raccolta di apposite dichiarazioni scritte del personale medesimo. 4. Meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il rischio di corruzione. Formazione: i provvedimenti conclusivi devono riportare nella parte motiva la puntuale descrizione del procedimento svolto, richiamando tutti gli atti prodotti - anche interni per addivenire alla decisione finale. In tal modo chiunque via abbia interesse potrà in ogni tempo ricostruire l intero procedimento amministrativo, anche avvalendosi dell istituto del diritto di accesso. I provvedimenti conclusivi devono sempre essere motivati con precisione, chiarezza e completezza. La motivazione deve indicare i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione dell'amministrazione, in relazione alle risultanze dell'istruttoria. La motivazione dovrà essere espressa con la massima chiarezza in modo che anche coloro che sono estranei alla pubblica amministrazione possano comprendere appieno la portata di tutti i provvedimenti. La presenza di figure infungibili con incarico a scavalco e/o con incarico co.co.co. rende impossibile la rotazione del personale. 3
4 Visto l art. 1 c.17 L.190/12 si stabilisce che negli avvisi, bandi di gara o lettere di invito, emessi dall ufficio economato e tecnico sia previsto che il mancato rispetto delle clausole contenute nei protocolli di legalità o nei patti di integrità costituisce causa di esclusione dalla gara. L Ufficio Personale dovrà inserire nei contratti individuali di lavoro la presa d atto, da parte dei dipendenti al momento dell assunzione, del Piano Triennale della Prevenzione e far sottoscrivere annualmente a quelli in servizio un documento con il medesimo contenuto. Attuazione: si ribadisce, anche per i profili di responsabilità disciplinare, che è il criterio cronologico che regola sia la trattazione dei procedimenti a istanza di parte che le liquidazioni e i pagamenti, fatte salve le eccezioni stabilite da leggi e regolamenti. Controllo: ai fini della massima trasparenza dell azione amministrativa e dell accessibilità totale agli atti dell amministrazione, per le attività a più elevato rischio, i provvedimenti conclusivi il procedimento amministrativo devono essere assunti in forma di determinazione e/o di deliberazione. A seguito della pubblicazione del già approvato decreto legislativo in materia, verranno adottati dall amministrazione specifici protocolli operativi relativi alla pubblicazione di atti sul sito web istituzionale dell Ente. 5. TRASPARENZA Per questa parte del Piano saranno osservate le disposizioni emanate con il D. Lgs. 14 marzo 2013 n. 33 di Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza,e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni. 6. ROTAZIONE DEGLI INCARICHI Valutata la struttura dell Ente, risulta impossibile coniugare il principio della rotazione degli incarichi ai fini della prevenzione della corruzione con l efficienza degli uffici, visto il numero non elevato di addetti e la complessità gestionale dei procedimenti trattati da ciascun ufficio, tale per cui la specializzazione risulta elevata e l interscambio risulta compromettere la funzionalità della gestione amministrativa; per tali motivi si provvederà a rotazione solamente secondo contingenze. 7. FORMAZIONE DEL PERSONALE Per l anno 2014 si stabilisce il seguente piano formativo per il personale addetto alle attività individuate sopra individuate: 1. almeno una giornata di presentazione generale della normativa e del piano anticorruzione, con la discussione delle modalità pratiche di attuazione; 2. attività formative specifiche, in forma seminariale per il personale più direttamente addetto alle procedure di scelta del contraente, (almeno 1 giornata entro il 2014); 3. corso di approfondimento in materia di reati contro la pubblica amministrazione; 4. corso di aggiornamento sul codice di comportamento dei pubblici dipendenti di cui al DPR n.62 del 16 aprile La individuazione dei docenti deve essere effettuata con personale preferibilmente non in servizio presso l Ipab e che abbia svolto attività in pubbliche amministrazioni nelle materie/attività a rischio di corruzione. Deve essere garantito un monitoraggio sistematico della formazione e dei risultati acquisiti. Le attività formative devono essere distinte in processi di formazione base e di formazione continua per aggiornamenti, azioni di controllo durante l espletamento delle attività a rischio di corruzione. 4
5 Il bilancio di previsione annuale deve prevedere, in sede di previsione oppure in sede di variazione o mediante appositi stanziamenti gli opportuni interventi di spesa finalizzati a garantire la formazione. Il personale docente viene individuato con procedura ad evidenza pubblica finalizzata a valutare il miglior progetto di formazione triennale. Il Piano annuale di formazione dovrà prevedere le attività formative sopra individuate. 8. AGGIORNAMENTO DEL PIANO Il Presente piano viene aggiornato annualmente entro il 31 gennaio di ogni anno. Ulteriori aggiornamenti potranno avere cadenza più ravvicinata in occasione di integrazioni normative sulla materia. 5
PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
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