Camera dei Deputati VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione

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1 Camera dei Deputati VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione Profili attuativi della legge n. 107 del 2015 Audizione 31 gennaio 2017

2 La riforma del sistema di istruzione e formazione, introdotta con la L. 13/7/2015, n. 107, ha previsto importanti novità soprattutto per quanto riguarda il segmento della secondaria superiore. Tra queste novità, si ricorda in particolare il potenziamento dello strumento dell alternanza scuola - lavoro, con l obiettivo di superare la separazione tra mondo produttivo e sistema scolastico, attraverso l acquisizione di competenze maturate sul campo e di incrementare le opportunità di lavoro e la capacità di orientamento degli studenti. La L. 107/2015 prevede, inoltre, la delega al Governo per l adozione di uno o più Decreti Legislativi per il riordino, la semplificazione e la codificazione delle disposizioni legislative in materia di istruzione. Gli schemi di Decreti Legislativi oggetto della presente audizione rientrano in tale previsione e sono finalizzati a dare attuazione ad alcuni importanti ambiti della riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione. R.E TE. Imprese Italia, nel presente documento, focalizza la propria valutazione rispetto ad alcuni ambiti di specifica competenza, che riguardano gli schemi di Decreto aventi ad oggetto l istruzione e la formazione professionale, nonché le disposizioni sulla promozione della cultura umanistica, la valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività. *** Schema di Decreto Legislativo recante revisione dei percorsi dell Istruzione professionale, nel rispetto dell art. 117 della Costituzione, nonché in raccordo con i percorsi dell Istruzione e Formazione Professionale (Atto n. 379) Lo schema di Decreto in esame va ad incidere su un segmento importante della secondaria superiore caratterizzato da due offerte parallele, in parte sovrapposte, che rappresentano uno specifico del tutto peculiare ed unico in Europa. Da una parte, infatti, l Istruzione professionale, di competenza statale (IP), con percorsi quinquennali erogata dagli Istituti Professionali e, dall altra, l Istruzione e 2

3 Formazione Professionale (IeFP), di competenza regionale, con percorsi triennali (qualifica) e quadriennali (diploma) erogata da Centri di Formazione Professionale CFP accreditati a livello regionale e concentrati soprattutto al Centro-Nord del Paese. Si tratta di un segmento che riguarda studenti così ripartiti: nell Istruzione Professionale erogata dagli Istituti professionali nella IeFP con modalità di sussidiarietà integrativa e nella IePF con modalità di sussidiarietà complementare. Nel complesso, sono quindi circa gli alunni che frequentano percorsi IeFP all interno degli Istituti professionali, per lo più concentrati nel Centro-Sud studenti frequentano i percorsi IeFP per conseguire la qualifica regionale presso i Centri di Formazione accreditati dalle Regioni. Si tratta, inoltre, di un segmento che presenta significative criticità rispetto agli abbandoni e alle ripetenze, soprattutto se tali aspetti sono posti in relazione alle caratteristiche specifiche di una utenza debole. I dati sugli abbandoni nell IP sono pari al 38,1% ed anche le ripetenze sono rilevati soprattutto rispetto al primo anno (22%). Nella IeFP gli abbandoni rappresentano, invece, il 29,4% nel triennio. R.E TE. Imprese Italia condivide gli obiettivi proposti con lo schema di Decreto legislativo in esame, attuativo della delega prevista all art. 1, comma 181 lettera d) della L. 107/2015, di revisionare i percorsi dell Istruzione Professionale, prevedendo il potenziamento delle attività pratiche e laboratoriali, in raccordo con quelli dell istruzione e formazione professionale di competenza regionale. Di particolare interesse la previsione secondo cui la finalità dell istruzione professionale è quella di formare lo studente ad arti, mestieri e professioni strategici per l economia del Paese per un saper fare di qualità denominato Made in Italy nonché garantire che le competenze acquisite consentano una facile transizione nel mondo del lavoro. 1 Dati tratti dal Quaderno n. 12 di TreeLLLe e Fondazione per la scuola Accendere i fari sull Istruzione e Formazione Professionale presentato il 23 giugno

4 L approccio didattico al saper fare e, soprattutto, al saper fare di qualità che ha reso famoso in tutto il mondo il nostro Made in Italy, l idea di scuole finalizzate a mestieri, anche artistici, strategici per l economia del nostro Paese, rappresenta per R.E TE. Imprese Italia un obiettivo importante, da sostenere, promuovere e tutelare rispetto a tutto il segmento dell istruzione professionale ma anche tecnica (che però non è interessata dal provvedimento in esame). R.E TE. Imprese Italia condivide la previsione di un assetto didattico caratterizzato da: personalizzazione del percorso di apprendimento, definizione di un Progetto Formativo Individuale, individuazione del docente con la funzione di tutor per sostenere gli studenti nell attuazione del proprio Progetto Formativo Individuale, utilizzo delle metodologie didattiche per l apprendimento induttivo, attraverso i laboratori e in contesti operativi, analisi e la soluzione di problemi, lavoro cooperativo per progetti e la gestione di processi in contesti organizzati. Inoltre, particolarmente significativa è la possibilità di attivare i percorsi di alternanza scuola-lavoro già dalla seconda classe del biennio così come i percorsi di apprendistato duale previsti dall art. 43 del D. Lgs. n. 81/2015. Si tratta, infatti, di approcci didattici innovativi rispetto ai quali R.E TE. Imprese Italia ritiene che andrebbe altresì inserita la finalizzazione all autoimprenditorialità che, oltre al lavoro dipendente, rappresenta uno sbocco tipico di tali percorsi, con l acquisizione di competenze economiche - gestionali, da inserire specificatamente nel Percorso Formativo Individuale che è appunto finalizzato ad orientare nella progressiva costruzione del percorso formativo e lavorativo. Si esprimono, invece, perplessità rispetto alla ridefinizione degli indirizzi di studio dell istruzione professionale. Nello schema di Decreto è previsto un passaggio da un sistema che prevedeva 2 settori (Industria e Artigianato; Servizi), 6 indirizzi (2 indirizzi per il settore industria e artigianato e 4 per i servizi), 7 articolazioni (2 per il settore industria e artigianato e 5 per i servizi), 10 opzioni e con la possibilità per le istituzioni scolastiche di presentare anche richiesta di c.d. curvature finalizzate a declinare ulteriormente le specifiche competenze per ambito professionale. 4

5 Nel provvedimento in esame sono, invece, previsti 11 indirizzi la cui definizione è stata peraltro effettuata, a differenza della precedente riforma, senza alcun confronto con le parti sociali interessate che avevano avuto modo in specifici comitati di settore di operare la richiesta razionalizzazione degli indirizzi, tenendo però in considerazione i profili professionali in uscita richiesti dal mercato del lavoro. I nuovi indirizzi sono in parte la conferma dei precedenti, di alcune articolazioni ed alcune opzioni. Sono, inoltre, previsti alcuni nuovi indirizzi. In ogni caso, è stabilito che gli indirizzi, le articolazioni e le opzioni precedenti confluiscono nei nuovi indirizzi secondo una tabella, appunto di confluenza, riportata all All. C al medesimo Decreto. La ridefinizione dei nuovi indirizzi avrebbe dovuto rappresentare, nel confronto con le parti sociali interessate, anche l occasione per una revisione di alcuni istituti professionali come quello, ad esempio, di arti ausiliarie delle professioni di odontotecnico e di ottico che da tempo chiedono una ulteriore qualificazione della professione e l inserimento nelle professioni sanitarie. R.E TE. Imprese Italia rappresenta la propria preoccupazione rispetto ad una revisione che potrebbe portare ad una razionalizzazione degli indirizzi senza tenere conto delle esigenze specifiche dei settori produttivi e dei territorio di riferimento, contraddicendo peraltro la previsione di cui all art. 1, comma 2, dello schema di decreto in esame secondo cui tali istituzioni scolastiche sono scuole territoriali dell innovazione, finalizzate a migliorare l occupabilità degli studenti che le frequentano. La perdita di alcuni elementi di valore in tal senso, si evidenzia nella tabella di confluenza di cui All. C al Decreto che, ad esempio, prevede l inserimento del precedente istituto professionale settore industria ed artigianato - indirizzo economia del mare nel nuovo istituto professionale pesca commerciale e produzioni ittiche, così come la confluenza del precedente istituto professionale settore industria ed artigianato- indirizzo produzioni audiovisive nel nuovo servizi culturali e di spettacolo. 5

6 In entrambi i casi sopra riportati si è perso il riferimento alla produzione manifatturiera che è propria sia dell istituto professionale dell economia del mare che di quello delle produzioni audiovisive. Il ruolo delle parti sociali interessate non è peraltro previsto neppure nella costruzione dei profili in uscita degli indirizzi di studio revisionati per i quali è, invece, stabilito una sorta di meccanismo automatico di correlazione alle attività economiche referenziate ai codici ATECO. Per tale motivo, R.E TE. Imprese Italia auspica che sia prevista anche la partecipazione delle parti sociali nella costruzione del Decreto di cui all art. 3, comma 3, con cui saranno definiti i profili in uscita degli indirizzi di studio e la referenziazione ai codici ATECO coerente con le esigenze delle imprese e dei territori. Lo stesso Decreto dovrà anche distinguere i profili in uscita e i risultati di apprendimento dei percorsi degli Istituti Professionali con quelli degli Istituti Tecnici. Infine, si evidenzia l importanza di aver inserito tra gli strumenti per l attuazione dell autonomia la possibilità di stipulare contratti d opera con esperti del mondo del lavoro e delle professioni in possesso di una specifica e documentata esperienza professionale, la possibilità di attivare dei partenariati territoriali, il potenziamento dei laboratori e delle dotazioni strumentali per la realizzazione dei percorsi di alternanza, comprese le esperienze di scuola-impresa e botteghe scuola. Altro elemento qualificante è la previsione del Comitato tecnico scientifico composto da docenti ed anche da esperti del mondo del lavoro, della ricerca scientifica e tecnologica, con funzioni consultive e di proposta. Per quanto riguarda, l ulteriore obiettivo del Decreto in esame, concernente il superamento della sovrapposizione dei percorsi di istruzione professionale statale con quelli della formazione professionale regionale ed un raccordo stabile e strutturato, R.E TE. Imprese Italia condivide la previsione della costituzione della Rete nazionale delle scuole professionali di cui facciano parte le istituzioni 6

7 scolastiche statali dell istruzione professionale (IP) e le istituzioni formative accreditate a livello regionale della Istruzione e Formazione Professionale (IeFP). Al fine di rafforzare gli interventi di supporto alla transizione dalla scuola al lavoro, diffondere e sostenere il sistema duale realizzato nell alternanza scuola lavoro e in apprendistato è inoltre previsto che i soggetti della Rete si raccordino in modo stabile e strutturato con la Rete Nazionale dei servizi per le politiche del lavoro prevista dall art. 1, comma 2 del D. Lgsl. n. 150/2015. La Rete può riportare ad un quadro di maggiore chiarezza una situazione che fino ad oggi è stata caratterizzata da confusione (soprattutto nei confronti delle famiglie e dei ragazzi) tra i percorsi dell istruzione professionale statale di durata quinquennale (Diploma di Maturità) e la formazione professionale regionale di durata triennale (Qualifica) o quadriennale (Diploma Professionale). Il sistema delineato prevede la possibilità di passaggi non automatici tra i due sistemi a domanda dello studente: il passaggio, infatti, deve tenere conto dei risultati di apprendimento e dello specifico profilo di uscita dell ordine di studi e dell indirizzo riferiti al percorso per il quale si chiede di accedere anche nel caso in cui lo studente è già in possesso di ammissione all annualità successiva. Come sopra detto, lo studente conseguita la qualifica triennale può scegliere di proseguire il proprio percorso di studio chiedendo di passare al quarto anno dei percorsi di istruzione professionale, come detto non in modo automatico, oppure di passare al quarto anno dei percorsi di istruzione e formazione professionale ed acquisire un Diploma professionale di tecnico ricompreso nel Repertorio Nazionale delle Qualifiche e dei Diplomi Professionali. Il Decreto in esame si limita, quindi, a fissare le modalità di raccordo tra i due sistemi ed i passaggi dall uno all altro, lasciando in sospeso la riforma completa dell intero segmento che dovrebbe coinvolgere anche l Istruzione e la Formazione Professionale. Solo per citare alcune priorità, il segmento dell istruzione e della formazione professionale dovrebbe, innanzitutto, uscire dalla logica di finanziamento a bando 7

8 per avere, invece, finanziamenti stabili in grado di assicurare l attivazione dei percorsi non solo triennali ma anche quadriennali in tutto il Paese (oggi sono presenti in sole 9 Regioni), rafforzare l accreditamento qualitativo dei centri di formazione professionale, accertare il rispetto dei LEP e rafforzare la filiera verticale della formazione professionale verso gli ITS e gli IFTS. Una esigenza è particolarmente sentita da R.E TE. Imprese Italia: quella di rendere il processo di revisione delle qualifiche e dei diplomi inseriti nel Repertorio Nazionale più rapido per corrispondere alle richieste del mercato del lavoro e definire percorsi congruenti con la domanda delle imprese. Purtroppo il numero delle qualifiche e dei diplomi professionali inseriti nel Repertorio Nazionale non è paragonabile con quello di altri Paesi Europei quali ad es. Francia e Germania. Il Repertorio, infatti, ricomprende 22 qualifiche e 21 diplomi professionali riconosciute a livello nazionale: poche per rispondere ad un mercato in costante evoluzione soprattutto nei settori più aperti alla concorrenza degli altri Paesi Europei. Ed è per questo che si continua ad assistere al fenomeno del riconoscimento a livello regionale di qualifiche che rispondono alle richieste del mercato ma che non avendo parametri di riferimento nazionale creano disallineamento e non favoriscono la creazione di un sistema che sia pure di competenza regionale deve rientrare in un quadro di titoli di studio di valore nazionale. La suddetta problematica riguarda in modo particolare le professioni dell area benessere che rappresentano, secondo i dati contenuti nell ultimo Rapporto di monitoraggio sulla IeFP dell Isfol-Ministero del Lavoro, oltre 34 dei 37 mila iscritti ai centri di formazione accreditati per la formazione professionale. Cosi come altre aree che riguardano anche aziende del comparto del commercio turismo e servizi non trovano una corretta declinazione per ricomprendere la ricchezza e la complessità del mercato del lavoro. A titolo puramente esemplificativo i pubblici esercizi e i negozi alimentari di prossimità si trovano a garantire servizi e prodotti innovativi e adeguati ai nuovi comportamenti dei consumatori e che prevedono 8

9 professionalità e profili più articolati e puntualmente declinati. La ricchezza dei profili non solo è utile alle imprese, ma anche ai giovani per orientarsi nell offerta formativa. L area del benessere e dell estetica è fortemente esposta alla concorrenza del mercato estero europeo e da alcuni anni si assiste al proliferare di figure professionali che, pur non essendo ricomprese in qualifiche nazionali, svolgono liberamente professioni come piercer-tatuatore, onicotenico, make up artist o, la recentissima professione di lash e eyebrow maker che afferiscono alle professioni dell estetista e che, quindi, andrebbero opportunamente regolamentate in tale ambito. R.E TE. Imprese Italia, dunque, ritiene debba essere prevista la costituzione di Comitati nazionali di settore con le parti sociali per dotare il sistema di un processo costante di revisione delle qualifiche e dei diplomi inseriti nel Repertorio Nazionale al fine di corrispondere alle richieste del mercato del lavoro e definire percorsi congruenti con la domanda delle imprese. Debbono inoltre essere previsti gli Uffici di Placement anche presso le istituzioni scolastiche per assicurare una relazione stabile con il mondo del lavoro. Infatti soltanto agevolando l incontro fra le aziende e i giovani può essere garantita una efficace transizione fra scuola e lavoro. *** Schema di Decreto del Presidente della Repubblica concernente integrazioni al Regolamento di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010 n. 88 recante norme per il riordino degli istituti tecnici (Atto n. 376). Schema di Decreto del Presidente della Repubblica concernente integrazioni al Regolamento di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 9

10 2010 n. 87 recante norme per il riordino degli istituti professionali (Atto n. 375). Entrambi gli Schemi di Decreto contengono integrazioni, rispettivamente, al DPR n. 87 relativo al riordino degli istituti professionali e al n. 88 relativo al riordino degli istituti tecnici, necessarie per dare esecuzione alla sentenza n. 6438/2015 del TAR del Lazio che imponeva al MIUR di esplicitare i criteri con cui erano stati elaborati gli orari complessivi annuali per gli istituti professionali e per i tecnici, a seguito del precedente riordino che aveva previsto il passaggio da 36 a 32 ore settimanali dell orario scolastico di tali istituti. Le riduzioni avevano riguardato il nucleo caratterizzante i percorsi di istruzione tecnica e professionale: le attività di laboratorio e quelle discipline per le quali l ordinamento prevedeva insegnamenti in compresenza. Le integrazioni ora proposte individuano i criteri con cui motivare la riduzione di orario già effettuata e attualmente in vigore. R.E TE. Imprese Italia ritiene molto importanti per la filiera tecnica e professionale le attività di laboratorio e le attività professionalizzanti. Per tale motivo, esprime apprezzamento circa la la previsione del potenziamento delle attività di laboratorio e professionalizzanti contenuta nello Schema di Decreto attuativo della delega prevista dall art. 1 comma 181, lettera c) della L. 107/2015 (Atto n. 379). *** Schema di Decreto Legislativo recante norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività (Atto n. 382). R.E TE. Imprese Italia condivide gli obiettivi proposti con il Decreto legislativo in esame, attuativo della delega prevista all art. 1, commi 180 e 181, lettera g) della L. 10

11 107/2015 che fa rientrare il sapere artistico degli alunni e degli studenti nella espressione della cultura umanistica, finalizzata a riconoscere la centralità dell uomo affermandone la dignità, le esigenze, i diritti ed i valori e, quindi, fa rientrare tra i compiti del sistema nazionale di istruzione e formazione la promozione della studio, la conoscenza e la pratica delle arti, con particolare riferimento alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Per assicurare l acquisizione delle competenze relative alla conoscenza del patrimonio culturale e del valore del Made in Italy, le Istituzioni sostengono la creatività degli alunni e degli studenti rispetto alla sfera estetica e di conoscenza storica tramite la varietà di forme artistiche tra cui la musica, le arti dello spettacolo le arti visive sia nelle forme tradizionali che innovative. Si tratta di valorizzare il patrimonio culturale del nostro Paese, contribuire alla riscoperta delle radici culturali dell Italia e del nostro Made in Italy e individuare le eccellenze, già a partire dalla prima infanzia. Il nostro è un Paese che possiede un inestimabile patrimonio artistico-culturale che si esplica in ogni campo (artigianato, beni culturali, enogastronomia etc.) di cui spesso, purtroppo, non si è pianamente consapevoli e, altrettanto spesso, non è pienamente valorizzato in prospettiva di sviluppo economico. R.E TE. Imprese Italia ritiene che, partire dall infanzia per far conoscere il nostro patrimonio, significa per le future generazioni avere una base comune di conoscenza da sviluppare verso la sensibilità alla cura, alla conservazione, alla valorizzazione, alla promozione di un patrimonio inestimabile che può favorire lo sviluppo di attività economiche e produttive legate a tale sapere di tradizione e di innovazione e accrescere le possibilità di lavoro, imprenditoriale e dipendente, in tali ambiti. Purtroppo, per la realizzazione di tali importanti ed ambiziosi obiettivi, non sono previsti investimenti. Infatti, lo schema di Decreto in esame stabilisce che il tutto dovrà essere attuato nell ambito delle risorse finanziare e strumentali e con l organico disponibile a legislazione vigente. 11

12 R.E TE. Imprese Italia apprezza in modo particolare l individuazione tra i temi della creatività di cui all art. 3 la previsione della lett. c) che nell area artistico visivo fa riferimento alla conoscenza della storia dell arte, della pratica della pittura della scultura della grafica, delle arti decorative, del design o altre forme artistiche, anche connesse con l artigianato artistico e le produzioni del Made in Italy. Così come, nel piano delle arti di cui all art. 5, la previsione della lett. e) relativa alla promozione della partecipazione ai percorsi di conoscenza del patrimonio culturale e ambientale dell Italia e delle opere dell ingegno del Made in Italy, materiale ed immateriale. Si tratta di un Piano di valenza strategica finalizzato, da un lato, ad assicurare a tutti gli alunni e studenti una conoscenza artistica di base e, dall altro, ad individuare e valorizzare le eccellenze mediante una didattica orientativa, già dalla prima infanzia e tramite la possibilità per i giovani talenti di partecipare a stage all estero tramite gemellaggi con Istituzioni formative artistiche italiane e straniere. Infine, si apprezza la disposizione che prevede, quale possibilità da parte delle Reti di scuole, di promuovere iniziative volte a valorizzare le radici culturali del proprio territorio, con particolare riguardo al patrimonio culturale e ai luoghi delle produzioni artistiche ed artigianali e del Made in Italy. E prevista la costituzione, da parte del Ministero dell Istruzione, del Ministero dei Beni Culturali, dell INDIRE, dell AFAM, degli ITS e degli Istituti di cultura italiana all estero, di un sistema coordinato per la progettazione e la promozione della conoscenza e della pratica delle arti quale requisito fondamentale del curriculo di ciascun grado di istruzione del sistema nazionale di istruzione e formazione. La norma demanda ad un successivo provvedimento del MIUR e del Ministero dei Beni Culturali l indicazione dei requisiti che i soggetti pubblici e privati devono possedere per ottenere l accreditamento ed essere inseriti nel suddetto sistema coordinato. L importanza dei temi e la loro valenza strategica meriterebbero la previsione di forme di accredito che siano in grado di coinvolgere soggetti altamente qualificati, 12

13 espressione dell artigianato e dei settori economici e produttivi dell eccellenza del made in Italy, nonché prevedere la possibilità di sottoscrivere con tali soggetti accordi di partenariato per lo svolgimento dei temi della creatività (art. 7, comma 1, lett. d) ed il loro coinvolgimento nella formazione in servizio dei docenti che - prevede il Decreto - può essere realizzata anche in collaborazione con i soggetti facenti parte del sistema coordinato. Infine, si evidenzia che le numerose innovazioni inserite nel provvedimento non sono ad oggi previste anche per gli allievi della IeFP che in questo modo vengono esclusi dai possibili benefici dell evoluzione dei sistemi oggetto del riordino. 13

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