La principessa di Clèves

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "La principessa di Clèves"

Transcript

1 Madame de La Fayette La principessa di Clèves Traduzione di Renata Debenedetti PARTE PRIMA La magnificenza e la galanteria non sono mai apparse in Francia con tanto splendore come negli ultimi anni del regno di Enrico II. Questo principe era galante, di bella persona e innamorato; e benché la sua passione per Diana di Poitiers, duchessa del Valentinois, durasse da più di venti anni, non per questo era meno violenta e meno manifesti i segni che egli ne dava. Abile in ogni esercizio fisico, egli ne faceva una delle sue principali occupazioni. Ogni giorno erano partite di caccia, di pallacorda, balletti, corse agli anelli o divertimenti analoghi; i colori e le cifre di madama del Valentinois ricorrevano ovunque, ed ella stessa appariva in pubblico con tutti i vezzi che poteva avere madamigella della Marck, sua nipote, allora in età da marito. La presenza della regina autorizzava la sua; per quanto avesse passato la prima giovinezza, la regina era ancora bella e amava la magnificenza, lo sfarzo, i piaceri. Il re l'aveva sposata quando era ancora duca di Orléans, e aveva per fratello maggiore il delfino, quello che doveva poi morire a Tournon, e che nascita e grandi doti personali destinavano a succedere degnamente a Francesco I, suo padre. L'indole ambiziosa della regina le rendeva dolce il regnare: e pareva sopportare senza soffrire l'attaccamento del re per la duchessa del Valentinois e non se ne mostrava affatto gelosa; ma tale era la sua abitudine a dissimulare che era difficile indovinare i suoi sentimenti, e le necessità politiche la costringevano a non allontanare da sé la duchessa se non voleva allontanare anche il re. Questi amava la compagnia delle donne, anche di quelle di cui non era innamorato. E ogni giorno all'ora della conversazione rimaneva con la regina dove sempre si dava convegno quanto la corte avesse di più leggiadro e di più bello sia dell'uno che dell'altro sesso. Mai corte ebbe tale profusione di splendide donne e di magnifici uomini; si sarebbe detto che la natura si fosse compiaciuta di collocare nelle principesse e nei principi di più alto lignaggio tutto quello che aveva di più bello. Madama Elisabetta di Francia, che fu poi regina di Spagna, già mostrava uno spirito sorprendente e quella incomparabile bellezza che doveva un giorno riuscirle tanto funesta. Maria Stuarda, regina di Scozia, che aveva da poco sposato il delfino e veniva chiamata la regina delfina, creatura perfetta di mente e di corpo, era stata educata alla corte di Francia e ne aveva acquisita tutta la raffinatezza; tanta era la sua inclinazione per tutte le cose belle che, nonostante la sua giovane età, ne godeva e se ne intendeva più di chiunque altro. La regina sua suocera e Madama sorella del re amavano anch'esse i versi, la commedia e la musica. In Francia era ancora vivo l'amore che il re Francesco I aveva avuto per la poesia e per le lettere; e poiché il re suo figlio amava tutti gli esercizi del corpo v'era a corte ogni sorta di divertimento. Ma ciò che veramente dava bellezza e maestà a quella corte era lo stuolo infinito di principi e di grandi signori di straordinario valore. E questi, di cui farò il nome, erano in vari modi l'ammirazione e l'ornamento del loro secolo. Il re di Navarra attirava il rispetto di tutti per l'altissimo suo rango e per la nobiltà della sua persona; egli eccelleva nella guerra e il desiderio di emulazione che il duca di Guisa gli ispirava lo

2 aveva condotto più di una volta ad abbandonare il posto di generale per andare a combattere nei luoghi di maggior pericolo, al suo fianco, come semplice soldato. È anche vero che questo duca aveva dato prove ammirevoli di valore e aveva veduto le sue imprese coronate da così grande successo che non c'era guerriero il quale non guardasse a lui con invidia. Il suo valore era sorretto dalle migliori qualità: spirito vasto e profondo, animo nobile ed eletto, pari abilità sia in guerra che negli affari. Il cardinale di Lorena, suo fratello, aveva sortito da natura, insieme ad uno spirito vivo e ad una straordinaria eloquenza, una smisurata ambizione e aveva acquisito un profondo sapere, di cui si serviva per mettersi in vista col difendere la religione cattolica, che incominciava allora a subire attacchi. Il cavaliere di Guisa, chiamato in seguito il gran priore, era un principe amato da tutti, bello, pieno di spirito e di accortezza e celebre in tutta Europa per il suo valore. Il principe di Condé, in un piccolo corpo poco favorito dalla natura, aveva un'anima grande e altera e uno spirito che lo rendeva gradito alle donne più belle. Il duca di Nevers, illustre per la gloria militare e per le alte cariche ricoperte, benché avanti negli anni, era la delizia della corte. Egli aveva tre figli di perfetta bellezza: di questi il secondo, chiamato principe di Clèves, era ben degno di portare quel suo glorioso nome: splendido, coraggioso e di una prudenza che non si accompagna mai alla giovinezza. Il visdomino di Chartres, disceso dall'antica casata dei Vendôme, della quale principi del sangue non disdegnarono portare il nome, eccelleva in modo uguale nella cortesia e nella guerra. Bello egli era e di gentile aspetto, valoroso, ardito, liberale; qualità tutte che possedeva in modo vivo e splendente. Egli infine era il solo degno di essere paragonato al duca di Nemours, se pure vi era qualcuno che potesse essergli paragonato. Questo principe poi era un capolavoro della natura; e la cosa in lui che meno destava ammirazione era di essere l'uomo più bello e meglio fatto del mondo. Ciò che lo faceva eccellere sugli altri era un incomparabile valore e un fascino nello spirito, nel volto, nei gesti quali nessun altro che lui aveva mai avuto: possedeva una grazia che piaceva ugualmente a uomini e donne, una straordinaria abilità in ogni esercizio fisico, un modo di vestire che tutti cercavano di imitare senza potervi riuscire; infine una tale seduzione emanava da tutta la sua persona che ovunque si mostrasse non si poteva guardare che lui. In tutta la corte non vi era dama che non sarebbe stata orgogliosa di ottenere le sue attenzioni; poche fra quelle che gli erano piaciute potevano vantarsi di avergli saputo resistere e molte alle quali non aveva mostrato amore alcuno avevano avuto per lui delle vere passioni. Tale era la sua dolcezza, la sua inclinazione alla galanteria che non sapeva rifiutare attenzione a quelle che cercavano di piacergli: così aveva parecchie amanti, ma sarebbe stato difficile indovinare quale amasse veramente. Egli si recava spesso dalla regina delfina: la bellezza, la dolcezza di questa principessa, la cura che essa metteva nel piacere ad ognuno, e la stima tutta particolare che gli mostrava avevano dato adito a pensare che egli alzasse gli occhi fino a lei. I principi di Guisa, di cui ella era nipote, avevano accresciuto il loro potere col suo matrimonio: l'ambizione li faceva aspirare a farsi uguali ai principi del sangue e a dividere la potenza del connestabile di Montmorency. Il re affidava a questi la maggior parte delle cure di governo e trattava il duca di Guisa e il maresciallo di Saint-André come suoi favoriti; ma tutti coloro che protezione o affari avvicinavano alla sua persona non potevano mantenere il potere se non si sottomettevano alla duchessa del Valentinois; e, sebbene questa non avesse più né giovinezza né bellezza, pure dominava il re con tale assoluto dispotismo che si poteva dirla padrona della sua persona e dello Stato. Il re aveva sempre avuto caro il connestabile e, appena salito sul trono, l'aveva richiamato dall'esilio dove l'aveva confinato il re Francesco I. La corte era divisa fra i signori di Guisa e il connestabile, sostenuto a sua volta dai principi del sangue. Sia l'uno che l'altro partito avevano sempre sperato di conquistare le simpatie della duchessa del Valentinois. Il duca d'aumale, fratello del duca di Guisa, aveva sposato una figlia di lei; il connestabile aspirava ad uguale parentado: non si accontentava di avere sposato il primogenito a madama Diana, figlia del re e di una dama piemontese che si era fatta monaca subito dopo il parto. Un matrimonio, questo, che aveva incontrato molti ostacoli per le promesse che il principe di Montmorency aveva fatto a madamigella di Piennes, damigella d'onore della regina; e benché il re li avesse superati con una pazienza e una

3 bontà estreme, pure il connestabile non si sentiva sicuro se non si fosse assicurata la protezione di madama del Valentinois e non l'avesse separata dai duchi di Guisa, la cui potenza incominciava ad essere per lei motivo di inquietudine. La duchessa aveva ritardato per quanto aveva potuto il matrimonio del delfino con la regina di Scozia, la cui bellezza e spregiudicata intelligenza le erano odiose; come odioso le era il potere che questo matrimonio avrebbe dato ai Guisa. Ella detestava sopra tutti il cardinale di Lorena, che l'aveva trattata duramente, se non addirittura con disprezzo. Invece vedeva il cardinale allearsi con la regina, sicché il connestabile la trovò disposta a far lega e ad imparentarsi con lui per mezzo del matrimonio di madamigella della Marck, sua nipote, con il signor d'anville, suo secondogenito, che doveva succedergli nella carica sotto il regno di Carlo IX. Il connestabile non pensava di trovare ostacoli al matrimonio nell'animo di questo suo figlio come ne aveva trovati nel signor di Montmorency; invece, sebbene i motivi gli rimanessero ignoti, le difficoltà non furono minori. Il signor d'anville era perdutamente innamorato della regina delfina e, per poca speranza che riponesse in tale passione, non sapeva risolversi a prendere un impegno che l'avrebbe obbligato a dividere le sue attenzioni. Il maresciallo di Saint-André era il solo in tutta la corte che non appartenesse a nessun partito; egli era uno dei favoriti ed il favore di cui godeva era dovuto esclusivamente alle sue qualità. Il re lo aveva prediletto fin dal tempo in cui era delfino; in seguito l'aveva fatto maresciallo di Francia in una età in cui non si suole aspirare neppure alle cariche più modeste. Il favore del re gli dava un lustro che egli sapeva sostenere con i suoi meriti e con il fascino della sua persona, con la raffinatezza della sua tavola e dell'arredamento della sua casa, infine con uno sfarzo che non aveva l'uguale presso alcun altro privato. Era la liberalità del sovrano a consentirgli tale tenore di vita; il re poteva arrivare fino alla prodigalità verso coloro che gli erano cari: non già che avesse avuto in sorte tutte le più grandi virtù, ma ne aveva parecchie e aveva soprattutto quella di amare la guerra e di intendersene: di modo che aveva avuto molti successi e, se si eccettua la battaglia di San Quintino, il suo regno era stato un susseguirsi di vittorie. Aveva vinto personalmente la battaglia di Renty; aveva conquistato il Piemonte; gli Inglesi erano stati cacciati dalla Francia e l'imperatore Carlo V aveva visto oscurarsi la sua buona stella davanti alla città di Metz, da lui inutilmente assediata con tutti gli eserciti della Spagna e dell'impero. Tuttavia, avendo la sconfitta di San Quintino diminuito le nostre speranze di conquista ed essendosi la fortuna divisa fra i due re, questi poco per volta si trovarono inclini alla pace. La duchessa vedova di Lorena aveva cominciato a proporla fin dal tempo del matrimonio del delfino e da allora erano sempre intercorsi negoziati segreti. Alla fine fu scelto come luogo del convegno Cercamp nell'artois. Il cardinale di Lorena, il connestabile di Montmorency e il maresciallo di Saint-André vi si recarono come rappresentanti del re; il duca d'alba ed il principe d'orange come rappresentanti di Filippo II; come intermediari il duca e la duchessa di Lorena. I punti principali erano il matrimonio di Elisabetta di Francia con l'infante don Carlos e quello di Madama, sorella del re, col duca di Savoia. Frattanto il re aveva fatto sosta alla frontiera e qui ricevette l'annunzio della morte di Maria, regina d'inghilterra. Inviò subito il conte di Randan ad Elisabetta per salutare il suo avvento al trono. La regina lo ricevette con gioia: i suoi diritti erano così mal definiti che essere riconosciuta dal re le era di grande vantaggio. Il conte la trovò al corrente degli affari della corte di Francia e dei meriti di coloro che ne facevano parte; ma fu soprattutto colpito dal suo interesse per il duca di Nemours e tante volte ella ebbe a parlargli di questo principe e con tanto interesse che, quando il conte di Randan fu di ritorno e rese conto al re della sua missione, gli disse che non c'era cosa a cui il duca non potesse aspirare presso la regina e aggiunse di non nutrire dubbi che questa sarebbe stata anche disposta a sposarlo. La sera stessa il re ne parlò al duca di Nemours; gli fece riferire dal conte di Randan tutte le conversazioni con Elisabetta e gli consigliò di tentare questa grande fortuna. Il signor di Nemours a tutta prima pensò che il re scherzasse, ma poi, resosi conto del contrario: «Almeno, sire», gli disse, «se mi avventuro in una simile chimerica impresa per consiglio e per servizio della Maestà Vostra, io la supplico di mantenere il segreto fin tanto che il successo non mi sia di giustificazione davanti all'opinione pubblica; e supplico che non mi si faccia apparire così vanitoso da poter immaginare che una regina che non mi ha mai visto voglia sposarmi per amore».

4 Il re gli promise di non parlare di questo progetto a nessun altro che al connestabile; e anzi giudicò il segreto necessario al successo. Il conte di Randan consigliò al duca di recarsi in Inghilterra col semplice pretesto di un viaggio, ma questi non seppe risolversi. Mandò invece un tal Lignerolles, giovane gentiluomo di spirito e suo favorito, affinché si rendesse conto dei sentimenti della regina e cercasse di stabilire qualche contatto. In attesa dell'esito del viaggio, egli si recò dal duca di Savoia, che in quel tempo era a Bruxelles col re di Spagna. La morte di Maria d'inghilterra aveva creato gravi ostacoli alla pace; l'assemblea si sciolse alla fine di novembre e il re tornò a Parigi. Fu proprio in quel tempo che fece la sua apparizione a corte una bellezza che attrasse tutti gli sguardi, e bisogna ben credere che fosse una bellezza perfetta se poté suscitare ammirazione in un luogo dove alle belle donne si era abituati. Ella apparteneva alla medesima casata del visdomino di Chartres ed era una delle più grandi ereditiere di Francia. Suo padre era morto in giovane età, lasciandola sotto la tutela della moglie, la principessa di Chartres, donna straordinaria per onestà, virtù e saggezza. Dopo la morte del marito, la principessa era rimasta per parecchi anni lontana dalla corte. In questo periodo di ritiro, tutte le sue cure erano state rivolte all'educazione della figlia; né si era dedicata solo a coltivarne lo spirito e la bellezza, bensì a cercare di renderla virtuosa e a farle amare questa virtù. La maggior parte delle madri credono di poter tenere lontana la galanteria dalle giovinette sorvolando su questo argomento. La principessa era di parere contrario: spesso parlava a sua figlia dell'amore, mostrandole ciò che esso ha di attraente per meglio persuaderla su ciò che andava spiegandole esservi di pericoloso; le parlava della poca sincerità degli uomini, dei loro inganni, delle loro infedeltà e delle infelicità domestiche dovute a certi legami; e d'altra parte le prospettava quanto fosse serena la vita di una donna onesta e quanto splendore e quanta nobiltà la virtù conferisse ad una donna bella e di alto lignaggio. Ma le diceva anche quanto fosse difficile conservare tale virtù se non a patto di una estrema prudenza verso se stesse e di una grande cura nell'aggrapparsi a quella sola cosa che può fare la felicità di una donna: amare il proprio marito ed esserne riamata. Questa ereditiera era allora uno dei migliori partiti di Francia e, sebbene fosse giovanissima, erano già state avanzate per lei varie proposte di matrimonio. La principessa di Chartres, oltremodo orgogliosa di quella sua figlia, non trovava mai nessuno degno di lei; quando fu sui sedici anni, volle portarla a corte. Come ella vi giunse, il visdomino andò ad incontrarla e fu colpito, e non a torto, dalla bellezza di madamigella di Chartres. Il bianco dell'incarnato e l'oro dei capelli le davano uno splendore mai visto; tutti i suoi lineamenti erano perfetti e il volto e la figura erano pieni di grazia e di fascino. Il giorno seguente al suo arrivo, madamigella di Chartres si recò a scegliere delle gemme da un italiano che ne faceva commercio in tutto il mondo. Costui era venuto da Firenze con la regina e si era talmente arricchito con i suoi traffici che la sua casa pareva piuttosto quella di un gran signore che non di un mercante. Mentre madamigella era lì, sopraggiunse il principe di Clèves. Egli rimase talmente colpito da una così grande bellezza, che non seppe celare la propria meraviglia e madamigella di Chartres non poté impedirsi di arrossire vedendo la sorpresa di cui era causa; si riprese tuttavia subito senza mostrare altra attenzione ai movimenti del principe che quella dovuta dalla cortesia ad un uomo di tal rango. Intanto il principe di Clèves continuava a guardarla con ammirazione, senza riuscire a capire chi fosse quella bella persona che non conosceva. Capiva dall'aspetto di lei e da quello del suo seguito che doveva essere persona di alto lignaggio; la sua giovinezza gli faceva pensare che fosse damigella, ma, poiché non era accompagnata dalla madre e l'italiano, che non la conosceva, la chiamava signora, non sapeva cosa pensare e continuava a guardarla con meraviglia. Si rese conto però che i suoi sguardi la imbarazzavano, contrariamente a quanto accade alle giovinette, che vedono sempre con piacere gli effetti della loro bellezza; e si rese anche conto che per causa sua ella mostrava una certa impazienza di andarsene, cosa che fece di lì a poco. Il principe di Clèves si consolò di perderla di vista nella speranza di poter presto sapere chi ella fosse; ma rimase oltremodo stupito quando si rese conto che nessuno la conosceva. Egli era rimasto così colpito dalla bellezza e dalla modestia che la giovinetta mostrava in ogni suo gesto, che

5 possiamo dire che fin da quel primo momento concepì per lei un amore e una stima straordinari. La sera si recò da Madama, sorella del re. Questa principessa era tenuta in grande considerazione per l'ascendente che esercitava sul re suo fratello; ascendente tale che il re, stipulando la pace, aveva acconsentito a restituire il Piemonte per farle sposare il duca di Savoia. Sebbene per tutta la vita Madama avesse desiderato di sposarsi, non voleva sposare altri che un re e per questo aveva rifiutato il re di Navarra quando non era che semplice duca di Vendôme; e aveva continuato a sperare nel duca di Savoia, per il quale sentiva una certa attrazione fin da quando l'aveva veduto a Nizza durante l'incontro fra il re Francesco I e il papa Paolo III. Donna di molto spirito e di gran gusto per le cose belle, attirava le persone migliori e a volte tutta la corte si trovava riunita da lei. Il principe di Clèves vi si recò come era suo costume; era così impressionato dalla bellezza di madamigella di Chartres che non poteva parlare d'altro. Raccontò a tutti quel suo incontro, senza stancarsi di tessere elogi della persona che aveva veduto ma che non sapeva chi fosse. Madama gli rispose che non esisteva una persona come quella che lui andava descrivendo e che, qualora fosse esistita, sarebbe stata nota a tutti. La baronessa di Dampierre, che era sua dama d'onore, e che era amica della signora di Chartres, udita la conversazione, si avvicinò alla principessa e a bassa voce le disse che la persona incontrata dal principe di Clèves doveva essere senza dubbio madamigella di Chartres. Madama allora, volgendosi a lui, gli disse che se fosse tornato all'indomani gli avrebbe mostrato quella bellezza che tanto lo aveva colpito. Madamigella di Chartres comparve infatti a corte il giorno dopo e fu ricevuta con grande affabilità dalle regine e con tanta ammirazione da tutti che non udiva intorno a sé altro che lodi. E quelle lodi ella accoglieva con così nobile modestia, che pareva quasi non le udisse o non ne fosse toccata. Si recò poi da Madama sorella del re; e la principessa, lodata la sua bellezza, le parlò della meraviglia che aveva destato nel principe di Clèves. Un attimo dopo questi comparve: «Venite», gli disse Madama, «e guardate se non mantengo la promessa; e se mostrandovi madamigella di Chartres non vi mostro quella bellezza che andavate cercando; ringraziatemi almeno per aver raccontato a madamigella quanto voi l'ammirate». Il principe di Clèves provò grande gioia vedendo che la persona che trovava così graziosa era di rango pari alla sua bellezza; le si avvicinò e la supplicò di ricordarsi che egli era stato il primo ad ammirarla e che, senza conoscerla, aveva concepito per lei i sentimenti di stima e di rispetto che le erano dovuti. Il cavaliere di Guisa e lui, che erano amici, se ne andarono insieme; e in un primo momento si lasciarono trasportare a fare le lodi di madamigella di Chartres; improvvisamente poi si resero conto di lodarla troppo e smisero di palesare i propri sentimenti; ma nei giorni che seguirono, ovunque si incontrassero, non potevano fare a meno di parlarne. E questa nuova bellezza divenne per lungo tempo l'argomento di tutte le conversazioni. La regina la lodò molto ed ebbe per lei ogni considerazione; la regina delfina ne fece una delle sue favorite e pregò la principessa di Chartres di condurla spesso da lei. Le principesse, figlie del re, la mandavano a chiamare di continuo perché prendesse parte ai loro divertimenti. Infine ella era amata e ammirata da tutta la corte tranne che dalla duchessa del Valentinois. Non che tale bellezza le desse ombra: la sua lunga esperienza le aveva insegnato che nulla poteva temere da parte del re; ma nutriva un odio così profondo per il visdomino di Chartres, che aveva sperato di legare a sé con il matrimonio di una delle sue figlie e che invece era alleato della regina, da non poter guardare con benevolenza una persona che ne portava il nome e per la quale egli mostrava grande amicizia. Il principe di Clèves si innamorò perdutamente di madamigella di Chartres e sperava ardentemente di sposarla; temeva però che l'orgoglio della principessa di Chartres disdegnasse di dare in isposa la figlia ad un uomo che non era il primogenito della propria famiglia. Tuttavia la sua casata era di così grande lignaggio e il conte d'eu, che era il primogenito, aveva da poco sposato una persona così vicina alla casa reale, che i timori del principe di Clèves erano dovuti più alla timidezza causata dall'amore che a ragioni serie. Egli aveva numerosi rivali; e fra questi il più temibile gli pareva il cavaliere di Guisa per la sua nascita, per i suoi meriti e per il lustro che il favore reale accordava alla sua casa. Anche costui, fin dal primo giorno che l'aveva veduta, era stato

6 preso d'amore per madamigella di Chartres; e non gli era sfuggita la passione del principe di Clèves, come al principe non era sfuggita la sua. E, sebbene fossero amici, il distacco creato dalla rivalità non aveva consentito loro di giungere ad una spiegazione; e l'amicizia si era raffreddata senza che avessero avuto la forza di spiegarsi. Al principe di Clèves il fatto di avere veduto per primo madamigella di Chartres pareva un buon auspicio, quasi un vantaggio nei confronti dei suoi rivali e questo sebbene prevedesse di incontrare grandi difficoltà presso il duca di Nevers suo padre. Questi era strettamente legato alla duchessa del Valentinois; e l'inimicizia di lei per il visdomino era ragione sufficiente per impedire al duca di Nevers di consentire alle nozze di un suo proprio figlio con la nipote del visdomino. La signora di Chartres, che aveva sempre posto ogni cura nell'educare sua figlia alla virtù, non trascurò tale compito in un luogo dove la virtù era tanto necessaria e dove fiorivano esempi tanto pericolosi. L'ambizione e la galanteria erano l'anima stessa di quella corte e dominavano in modo uguale sia uomini che donne. Tale era il groviglio di interessi e di intrighi e tanta parte vi avevano le donne, che l'amore era sempre intrecciato alla politica e la politica all'amore. Nessuno poteva vivere tranquillo o rimanerne fuori: tutti avevano smania di innalzarsi, di piacere, di servire o di nuocere. Non si conosceva noia né ozio, e si era sempre occupati da piaceri o da intrighi. Ogni dama aveva un suo particolare attaccamento o per la regina o per la regina delfina o per la regina di Navarra, o per Madama sorella del re, o per la duchessa del Valentinois. Inclinazioni particolari, ragioni di convenienza, affinità di carattere determinavano questi diversi legami. Le dame che avevano passato la prima giovinezza e che facevano professione della più austera virtù erano legate alla regina. Quelle che erano più giovani e che cercavano gioia e galanteria ruotavano intorno alla regina delfina. La regina di Navarra aveva le proprie favorite, era giovane ed aveva dell'ascendente sul re suo marito; questi era legato al connestabile e ciò gli dava prestigio. Madama sorella del re era ancora bella e attirava attorno a sé molte dame. La duchessa del Valentinois aveva dalla sua tutte quelle su cui si degnasse di posare lo sguardo, sebbene poche fossero le donne che le andavano a genio. E ad eccezione di quelle che godevano della sua familiarità, della sua confidenza e di un carattere congeniale al suo, ella non riceveva che raramente, solo quando le piaceva avere una corte pari a quella della regina. Tutte queste differenti cricche erano rivali fra loro; le dame che ne facevano parte erano gelose le une delle altre: sia per il favore del sovrano, sia per i loro amanti; interessi di supremazia o di ambizione si trovavano spesso mischiati ad altri meno importanti ma non per questo meno profondi. Di modo che vi era in quella corte una continua eccitazione senza disordine che poteva essere piacevole, ma anche molto pericolosa per una giovinetta. La principessa di Chartres si rendeva perfettamente conto dei pericoli e non pensava ad altro che a difenderne la figlia. La pregò quindi, non come madre ma piuttosto come amica, di confidarle tutte le galanterie che le fossero rivolte e le promise il suo aiuto in tutte quelle circostanze nelle quali è facile, quando si è giovani, trovarsi in imbarazzo. Il cavaliere di Guisa lasciò a tal segno trasparire i sentimenti e le speranze che nutriva per madamigella di Chartres, da renderne subito edotta tutta la corte. Tuttavia egli vedeva quanto fosse difficile attuare il suo desiderio; sapeva di non essere un partito conveniente per madamigella di Chartres a causa dei suoi pochi beni di fortuna, inadeguati a sostenere il suo rango; e sapeva anche che i suoi fratelli non avrebbero voluto un suo matrimonio per gli svantaggi che i matrimoni dei cadetti portano sempre nelle grandi famiglie. Il cardinale di Lorena gli confermò che non si stava sbagliando e biasimò con straordinaria violenza il suo attaccamento per madamigella di Chartres, senza svelargliene le vere ragioni. In verità il cardinale nutriva per il visdomino un odio allora segreto, ma che si sarebbe manifestato in seguito. Egli avrebbe preferito per il fratello qualunque altro parentado a quello; e incominciò a manifestare tanto pubblicamente il suo dissenso, che la principessa di Chartres ne rimase non poco offesa. Prese perciò a mostrare che il cardinale non aveva nulla da temere e che non pensava affatto a tal matrimonio. Il visdomino prese lo stesso atteggiamento, e si risentì ancor più della principessa di Chartres per la condotta del cardinale di Lorena perché ne conosceva i motivi. Non meno del cavaliere di Guisa, il principe di Clèves aveva lasciato scorgere il suo amore.

7 Il duca di Nevers ne fu assai scontento, ma pensò che fosse sufficiente parlare al figlio per fargli cambiare atteggiamento; fu dunque non poco stupito nel trovarlo deciso a sposare madamigella di Chartres. Lo biasimò, si arrabbiò e si curò così poco di nascondere la sua ira che la cosa fu subito risaputa a corte e giunse sino agli orecchi della principessa di Chartres. Questa non aveva mai messo in dubbio che il duca di Nevers dovesse considerare questo matrimonio vantaggioso per il figlio e fu oltremodo stupita che sia la casata di Clèves che quella di Guisa temessero più che non desiderassero questo parentado. Ne ebbe tale dispetto che incominciò ad architettare di trovare per sua figlia un partito che la mettesse al disopra di coloro che si credevano superiori a lei. Dopo aver esaminato tutta la situazione, posò gli occhi sul principe delfino, figlio del duca di Montpensier, che era in età di sposarsi e il più gran partito che ci fosse a corte. La principessa era donna abile, era aiutata dal visdomino, che godeva in quel momento di grande prestigio, e sua figlia era un ottimo partito; infine si condusse con tanta abilità e tanto successo che il duca di Montpensier parve desiderare questo matrimonio e sembrò che nessuna difficoltà potesse più sorgere. Il visdomino, che sapeva quanto il signor d'anville fosse devoto alla regina delfina, credé che si dovesse adoperare il potere che questa principessa esercitava su di lui per impegnarlo a servire la causa di madamigella di Chartres davanti al re e davanti al duca di Montpensier, di cui era intimo amico. Ne parlò dunque alla regina delfina e questa si impegnò con gioia in un intrigo che mirava a rendere potente una persona a lei molto cara; lo disse al visdomino e lo assicurò che, benché sapesse di far cosa sgradita al cardinale di Lorena suo zio, si impegnava volentieri; tanto più avendo motivo di lamentarsi del cardinale, che in ogni occasione parteggiava per la regina contro di lei. Le persone galanti per indole accolgono sempre con piacere pretesti per parlare a coloro da cui sono amate. Partito il visdomino, la regina delfina incaricò Chastelart, che era il favorito del signor d'anville e che ne conosceva la passione, di dire a questo principe di recarsi quella stessa sera dalla regina. Chastelart ricevé l'incarico con gioia e rispetto: questo gentiluomo apparteneva ad una buona casata del Delfinato e meriti personali e spirito lo mettevano ben al disopra della sua origine. Egli era ricevuto e trattato con molta affabilità da tutti i grandi signori della corte e la protezione di Montmorency l'aveva avvicinato in modo speciale al signor d'anville. Egli era di bell'aspetto, abile in ogni esercizio fisico; cantava con grazia, componeva versi ed il suo spirito galante ed appassionato era tanto piaciuto al principe d'anville che questi lo mise a parte del suo amore per la delfina. Tale confidenza lo avvicinava alla regina, e fu proprio nel vederla così sovente che concepì quella infelice passione dalla quale fu tratto fuor di senno e che poi gli costò la vita. Il principe d'anville non mancò di trovarsi quella sera dalla regina e si reputò fortunato che la delfina lo avesse scelto per un'impresa che le stava a cuore; promise perciò di obbedire con tutta coscienza a quanto ella gli avrebbe ordinato. Ma la duchessa del Valentinois, avvertita per tempo di questo progetto, l'aveva così fortemente avversato e tanto aveva prevenuto il re che, quando il principe d'anville gliene parlò, il re lasciò chiaramente intendere di non approvarlo e gli ordinò per giunta di farlo sapere al duca di Montpensier. Si può facilmente immaginare quali fossero i sentimenti della principessa di Chartres quando vide spezzarsi le trame di un progetto che le stava tanto a cuore; un insuccesso, poi, che tornava tutto a favore dei suoi nemici e che faceva gran torto a sua figlia. La regina delfina espresse a madamigella di Chartres, con molto affetto, il suo disappunto per non aver potuto esserle utile. «Vedete», le disse, «quanto scarso sia il mio potere; sono talmente odiata dalla regina e dalla duchessa del Valentinois che è ben raro che esse, o direttamente o attraverso i loro accoliti, non ostacolino qualsivoglia mio desiderio. Eppure», continuò, «ho sempre cercato di rendermi ben accetta: ma esse mi odiano a causa del ricordo della regina mia madre, che in altri tempi procurò loro gelosie e inquietudini. Il re l'aveva amata prima di innamorarsi della duchessa del Valentinois; e, nei primi anni del suo matrimonio, quando ancora non aveva figli, parve persino deciso, sebbene amasse la duchessa, a rompere il matrimonio per sposare mia madre. La duchessa del Valentinois, che temeva una donna già amata dal re e la cui bellezza e spirito potevano nuocere al suo favore, si alleò al connestabile, che vedeva pure lui di malocchio che il re sposasse una sorella del duca di Guisa. Trassero dalla loro il defunto re e questi, sebbene odiasse la

8 duchessa del Valentinois, siccome amava la regina, pure collaborò con loro per impedire al figlio di rompere il matrimonio; anzi, per togliergli del tutto dalla testa il pensiero di sposare la regina mia madre, sposarono questa al re di Scozia, vedovo di madama Maddalena, sorella del re. E questo per il semplice fatto che un tal matrimonio poteva concludersi più rapidamente, benché sapessero di mancare, in questo modo, agli impegni presi col re di Inghilterra, che ardentemente ambiva a quelle nozze. Per poco ciò non provocò una rottura fra i due re. Enrico VIII era inconsolabile per le sfumate nozze e, qualunque altra principessa francese gli venisse proposta, rispondeva sempre che non gli avrebbe riempito il vuoto lasciato da colei che gli era stata tolta. È anche vero che la regina mia madre era di una perfetta bellezza ed è un fatto unico che, vedova del duca di Longueville, tre re abbiano desiderato impalmarla; il suo triste destino ha fatto sì che andasse sposa al minore dei tre, regina di un regno dove altro non trova che amarezze. Si dice che io le rassomigli; penso di rassomigliarle anche nel destino infelice: qualunque felicità la sorte sembri volermi preparare, non credo che riuscirò giammai a goderne». Madamigella di Chartres rispose alla regina che questi tristi presentimenti erano così poco fondati che essa non li avrebbe conservati a lungo e che non doveva dubitare che la sua felicità avrebbe corrisposto alle apparenze. Nessuno più osava pensare a madamigella di Chartres, sia per timore di dispiacere al re, sia per timore di non riuscire accetto a una persona che aveva aspirato al matrimonio con un principe del sangue. Queste considerazioni non potevano però arrestare il principe di Clèves: la morte del duca di Nevers, avvenuta proprio allora, gli dava intera libertà di seguire le proprie inclinazioni e, appena spirato il periodo di lutto, non pensò più che al modo di sposare madamigella di Chartres. Era per lui una fortuna farsi avanti in un momento in cui tutti gli altri pretendenti si erano dileguati e perciò era quasi certo di non andare incontro ad un rifiuto. Solo il timore di non essere completamente gradito turbava la sua gioia, e avrebbe di gran lunga preferito la felicità di piacerle alla certezza di sposarla senza esserne amato. Qualche gelosia gli aveva ispirato il cavaliere di Guisa; ma era una gelosia fondata piuttosto sul valore di questo principe che non su un qualche atto di madamigella di Chartres: non ebbe dunque altro pensiero che di scoprire se, per la sua felicità, ella approvasse il progetto che nutriva su di lei. Non la incontrava che dalle regine o alle riunioni di corte, dove parlarle era molto difficile. Tuttavia vi riuscì e le parlò del suo disegno e del suo amore col massimo rispetto: la scongiurò di non nascondergli quali fossero i suoi sentimenti per lui e la assicurò che i suoi erano di tal natura da renderlo per sempre infelice se non avesse obbedito altro che per dovere alla volontà della principessa sua madre. Poiché madamigella di Chartres era di animo nobile e buono, fu piena di riconoscenza per il comportamento del principe; una riconoscenza che diede alle sue parole e alle sue risposte una certa dolcezza, quanto bastava per dare speranza ad un uomo perdutamente innamorato come il principe, al quale parve così di potersi rallegrare per avere ottenuto almeno in parte quanto desiderava. Madamigella di Chartres riferì l'intera conversazione a sua madre e la principessa le fece notare che vi era tanta magnanimità e tante belle virtù nel principe di Clèves e che egli per la sua età era così assennato che, qualora lei si fosse sentita portata a sposarlo, per parte sua vi avrebbe acconsentito con gioia. Madamigella di Chartres le rispose di trovargli le medesime buone qualità; che avrebbe anche potuto sposarlo con meno ripugnanza di chiunque altro, ma che non sentiva per lui nessuna particolare attrazione. L'indomani il principe fece parlare alla principessa di Chartres; questa accolse la domanda senza preoccuparsi di dare alla figlia un marito che non avrebbe potuto amare. Il contratto fu concluso; se ne parlò al re ed il fidanzamento fu noto a tutti. Il principe di Clèves era felice, ma la sua felicità non era senz'ombra. Vedeva con pena che i sentimenti di madamigella di Chartres non oltrepassavano la stima e la riconoscenza, né poteva illudersi che altri ne nascondesse di più amorosi, dato che la loro condizione le avrebbe permesso di dimostrarlo senza per questo offendere la sua estrema riservatezza. Non passava giorno senza che egli se ne lamentasse: - È mai possibile - le diceva - che sposandovi io possa non essere felice? Eppure io non lo sono. Voi non avete per me che una sorta di bontà, la quale non può bastarmi: non sentite né

9 impazienza, né inquietudine, né dolore: voi non siete turbata dalla mia passione più che non lo sareste da un legame basato sui vantaggi della vostra posizione invece che sulle grazie della vostra persona. - Siete ingiusto lamentandovi - ella gli rispondeva; - non so cosa possiate desiderare di più e mi pare che le convenienze non permettano altro. - È vero - egli replicò - che mi date alcuni segni di cui sarei contento se al di là di essi vi fosse qualche cosa; ma la convenienza, invece di porvi un freno, è essa sola che vi fa fare quello che fate. Io non commuovo né il vostro istinto né il vostro cuore e la mia presenza non vi dà né piacere né turbamento. - Voi non potete mettere in dubbio la mia gioia nel vedervi; e quando vi vedo arrossisco così sovente, che non so come possiate dubitare che la vostra vista mi provochi turbamento. - Io non mi inganno sul vostro rossore; è un sentimento di modestia e non un moto del cuore; e non ne posso trarre maggior consolazione di quanta ne debba trarre. Madamigella di Chartres non sapeva cosa rispondere; queste distinzioni oltrepassavano la sua esperienza. E il principe di Clèves si accorgeva fin troppo di quanto fosse lontana dall'avere per lui dei sentimenti che potessero soddisfarlo, poiché gli era evidente che ella nemmeno li capiva. Il cavaliere di Guisa ritornò da un viaggio pochi giorni prima delle nozze; aveva visto sorgere tali e tanto insormontabili ostacoli al suo desiderio di sposare madamigella di Chartres, che non aveva più sperato di riuscirvi; e tuttavia il vederla andare sposa ad un altro lo afflisse oltremodo. Né questo dolore diminuì la sua passione e lo lasciò meno innamorato. Madamigella di Chartres non aveva ignorato i sentimenti del duca per lei; inoltre, al suo ritorno, questi le aveva fatto sapere che ella era la causa dell'immensa tristezza dipinta sul suo volto; ed egli era uomo di tale valore e di tale cortesia che non era possibile renderlo infelice senza provarne qualche pietà. Così ella non poteva impedirsi di averne; ma la pietà non l'induceva ad altri sentimenti; ella raccontò a sua madre tutta la pena che quell'amore le dava. La principessa di Chartres ammirava la sincerità di sua figlia e ben a ragione, perché nessuno mai ne ebbe di maggiore né di più spontanea; si stupiva però che il suo cuore non fosse affatto turbato, tanto più che si rendeva ben conto che nemmeno il principe di Clèves era riuscito a turbarlo più degli altri. Per questo ella adoperò tutte le sue arti per farla affezionare al marito e farle comprendere quanto dovesse essergli grata dell'affetto che aveva concepito per lei prima ancora di conoscerla e dell'amore che le aveva dimostrato scegliendola fra tutti gli altri partiti in un momento in cui nessuno osava più pensare a lei. Il matrimonio ebbe luogo. La cerimonia si svolse al Louvre; e la sera il re e le regine e tutta la corte si recarono a pranzo dalla duchessa di Chartres, dove furono ricevuti con splendore e magnificenza. Il principe di Guisa non osò tenersi lontano dalla cerimonia per non farsi notare, ma riuscì così male a dominare la sua tristezza che se ne avvidero tutti. Il principe di Clèves doveva ben presto rendersi conto che madamigella di Chartres non aveva mutato i suoi sentimenti col mutare del nome. La qualità di marito gli concedeva più ampi privilegi, ma non un posto diverso nel cuore della moglie. E per questo egli non cessò di continuare ad essere anche il suo amante perché sempre oltre il possesso gli rimaneva da desiderare qualche altra cosa. E sebbene vivessero in una perfetta armonia, egli non era felice del tutto; continuava ad avere per lei una passione violenta e inquieta che turbava la sua gioia, sebbene in tale turbamento la gelosia non avesse parte: mai marito era stato più lontano dal concepirla, né donna dal darne motivo. Eppure in mezzo alla corte ella era esposta a tutti i pericoli. Ogni giorno si recava dalle regine o da Madama. Uomini giovani e galanti, quanti ve n'erano a corte, la incontravano nella sua casa o in quella del duca di Nevers, suo cognato, che teneva tavola imbandita; ma ella sapeva ispirare un tale rispetto e pareva così lontana da ogni galanteria che persino il maresciallo di Saint- André, uomo audace e sostenuto dal favore del re, era colpito dalla sua bellezza senza peraltro osare dimostrarglielo altrimenti che con atti di premura e di rispetto. Parecchi altri si trovavano nella medesima situazione, e la principessa di Chartres aggiungeva alla saggezza della figlia una condotta tanto irreprensibile sotto tutti i punti di vista che finiva per farla apparire inavvicinabile.

10 La duchessa di Lorena, lavorando per la pace, aveva nello stesso tempo lavorato per il matrimonio di suo figlio, il duca di Lorena: matrimonio combinato con Claudia di Francia, secondogenita del re. Le nozze furono stabilite per il mese di febbraio. Frattanto il duca di Nemours se ne era rimasto a Bruxelles, interamente preso dai suoi progetti sull'inghilterra, da dove in continuazione arrivavano e partivano corrieri. Le sue speranze andavano aumentando; infine Lignerolles gli fece sapere che era tempo per lui di recarsi in Inghilterra per portare a compimento, con la sua presenza, quanto era stato così bene preparato. Egli accolse questa notizia con tutta la gioia che può provare un giovane ambizioso che si veda portato su un trono da nient'altro che dalla propria fama. Poco per volta era andato abituandosi a una così grande fortuna, e, mentre prima l'aveva scartata come cosa irraggiungibile, nella sua mente le difficoltà si erano attenuate e gli ostacoli si erano dissolti. Inviò sollecitamente suoi incaricati a Parigi a dare le disposizioni necessarie per l'allestimento di un magnifico equipaggio, onde poter fare la sua apparizione in Inghilterra con una pompa proporzionata al progetto che ve lo conduceva, e si affrettò a venire lui stesso a corte per assistere al matrimonio del duca di Lorena. Giunse alla vigilia degli sponsali e la sera stessa andò a rendere conto al re del cammino compiuto dal suo progetto ed a ricevere suoi ordini e suoi consigli per quanto gli restava da fare. Poi andò dalle regine. La principessa di Clèves non c'era, di modo che non lo vide e nemmeno seppe che era arrivato. Aveva sentito parlare da tutti indistintamente del duca di Nemours come della persona più bella e più affascinante di tutta la corte, e soprattutto la regina delfina glielo aveva descritto in modo tale da renderla curiosa e anche impaziente di vederlo. La principessa di Clèves rimase per tutta la giornata degli sponsali in casa ad acconciarsi per il ballo ed il banchetto reale che si teneva al Louvre la sera stessa. Quando vi giunse, la sua bellezza e la sua acconciatura furono oltremodo ammirate; poi il ballo incominciò e, mentre ella danzava col duca di Guisa, un fitto brusio si alzò vicino alla porta della sala, come se entrasse qualcuno a cui si dovesse fare prontamente largo. La principessa di Clèves terminò la danza e, mentre con gli occhi cercava il prossimo ballerino, il re le gridò di prendere la persona che stava entrando allora. Ella si volse e subito pensò che colui che stava scavalcando le sedie per giungere dove si ballava non poteva essere altri che il duca di Nemours. Questo principe era fatto in modo tale che era ben difficile non essere sorpresi quando lo si vedeva la prima volta; e specialmente quella sera in cui la cura presa nell'abbigliarsi aveva ancor più accresciuto l'aria ineffabile che spirava da tutta la sua persona. Ma era anche ben difficile vedere per la prima volta la principessa di Clèves senza provare un enorme stupore. Il signor di Nemours fu talmente meravigliato della sua bellezza che, quando le si fu avvicinato ed ella gli fece riverenza, non poté non dar segni della sua ammirazione. Un mormorio di lodi si alzò nella sala quando incominciarono a danzare. Il re e la regina, rammentandosi che non si erano mai veduti prima, trovarono qualche cosa di assai singolare in quel loro danzare insieme senza conoscersi. Finita la danza, li chiamarono e, senza dar loro modo di parlare prima con altri, chiesero ad entrambi se non desiderassero conoscere a vicenda chi fossero e se per caso non lo supponessero. - Per conto mio, signora - disse il duca di Nemours, - non ho dubbio alcuno: ma poiché la principessa di Clèves non ha, per indovinare chi io sia, le stesse ragioni che ho io per riconoscerla, desidererei che la Maestà Vostra le dicesse il mio nome. - Io credo - disse la regina delfina - che alla principessa sia noto il vostro nome come a voi il suo. - Vi assicuro, signora - disse la principessa di Clèves, che pareva un po' imbarazzata, - che non sono così buona indovina quanto pensate. - Voi indovinate benissimo - ribatté la regina delfina - e vi è persino qualche cosa di lusinghiero per il duca di Nemours in questo vostro non voler confessare di averlo riconosciuto senza averlo mai veduto. La regina li interruppe per far continuare il ballo. Il duca di Nemours danzò con la regina

11 delfina, che era donna di meravigliosa bellezza, o almeno tale gli era apparsa prima del suo viaggio nelle Fiandre; ma quella sera egli non sapeva ammirare altra donna che la principessa di Clèves. Il cavaliere di Guisa, che seguitava ad adorarla, era ai suoi piedi e quanto era accaduto gli aveva dato un dolore cocente. Lo considerò come un presagio che la sorte destinava il duca di Nemours ad amare la principessa di Clèves. Sia che un qualche turbamento fosse realmente apparso su quel volto, sia che la gelosia gli facesse vedere più del vero, sta di fatto che gli parve commossa e non poté fare a meno di dirle che il duca di Nemours era ben fortunato di cominciare la sua conoscenza in circostanze che avevano qualche cosa di galante e di straordinario. La principessa rincasò, l'animo così colmo di tutto quel che era successo al ballo che, malgrado l'ora assai tarda, entrò nella camera della madre per rendergliene conto; e si mise a tessere le lodi del signor di Nemours con un certo qual tono, tanto che il medesimo dubbio del duca di Guisa si insinuò nell'animo della principessa di Chartres. L'indomani ebbe luogo la cerimonia delle nozze; la principessa di Clèves rivide il duca di Nemours, dall'aspetto e dalla grazia così ammirevoli che di nuovo ne fu colpita. I giorni seguenti lo rivide dalla regina delfina; lo vide giocare alla pallacorda col re, correre agli anelli e lo udì conversare; e sempre si rese conto che era tanto superiore a tutti e dominava a tal punto la conversazione in tutti i luoghi in cui si trovava, e per la grazia della persona e per la nobiltà dello spirito, che in un breve giro di tempo egli le si impresse nel cuore. È anche vero che, provando il signor di Nemours per lei una violenta attrazione, che gli dava quella dolcezza e quella vivacità che ispirano il primo desiderio di piacere, egli era ancora più incantevole del solito; di modo che, vedendosi di continuo e trovandosi l'un l'altro quanto a corte vi fosse di più perfetto, sarebbe stato ben difficile che non si piacessero infinitamente. La duchessa del Valentinois prendeva parte a tutti i divertimenti e il re aveva per lei lo stesso ardore e gli stessi riguardi dei primi tempi della sua passione. La principessa di Clèves, che era in quell'età in cui si crede che una donna non possa più essere amata quando ha passato i venticinque anni, guardava con stupore l'infatuazione del re per la duchessa, ormai nonna di una nipotina che era andata sposa proprio in quei giorni. Ella ne parlava spesso a sua madre: - Come è mai possibile, signora, che il re dopo tanto tempo l'ami ancora? Come ha potuto legarsi a una persona tanto più anziana di lui? E che per di più era stata l'amante di suo padre e anche di molti altri, a quanto si sente dire? - È vero - le rispondeva la principessa di Chartres - che non sono stati i meriti e la fedeltà della duchessa del Valentinois a far nascere la passione del re e a renderla tanto tenace; e proprio per questo non è punto scusabile; perché se quella donna, oltre che di grande nascita, fosse stata giovane e bella, ed avesse avuto il merito di non avere mai amato, e avesse amato il re con assoluta fedeltà e per quello che egli è senza calcolo e ambizione, e non si fosse servita del suo potere altro che per cose oneste e a lui gradite, allora sarebbe stato ben difficile negare lode al re per quel suo grande attaccamento. Se non temessi - ella seguitò - di far dire di me quello che si dice di tutte le donne della mia età, che amano raccontare le storie dei loro tempi, io potrei dirvi come nacque la passione del re per la duchessa e molte altre cose ancora della corte del defunto re, che hanno non pochi rapporti con quanto ora accade. - Lungi dall'accusarvi - rispose la principessa di Clèves - di ripetere vecchie storie, mi dolgo, signora, che non mi abbiate resa edotta delle storie di oggi e non mi abbiate istruita sui vari interessi e intrighi della corte. Io li ignoro a tal punto che, fino a poco tempo fa, pensavo che il connestabile fosse in ottimi rapporti con la regina. - Credevate cosa del tutto contraria alla verità - rispose la principessa di Chartres. - La regina odia il connestabile e, se un giorno avrà qualche potere, il connestabile non tarderà ad accorgersene. Sua maestà sa che egli ha insinuato più volte al re che di tutti i suoi figli soltanto quelli naturali gli rassomigliano. - Mai avrei potuto immaginare un simile odio - la interruppe la signora di Clèves, - perché ho visto con quanta premura la regina scrivesse al connestabile, quando questi era prigioniero, e la gioia che dimostrò al suo ritorno sempre chiamandolo compare così come fa anche il re.

Amare il rischio Amare gli altri. Amare l amato. Amare la vita Amare il mondo

Amare il rischio Amare gli altri. Amare l amato. Amare la vita Amare il mondo Amare il rischio Amare gli altri Amare l amato Amare la vita Amare il mondo Amare l amato In ognuno di noi è forte il desiderio di amore: la fame e la sete di amicizia, di intimità, di unione e di comunione

Dettagli

Scopri il piano di Dio: Pace e vita

Scopri il piano di Dio: Pace e vita Scopri il piano di : Pace e vita E intenzione di avere per noi una vita felice qui e adesso. Perché la maggior parte delle persone non conosce questa vita vera? ama la gente e ama te! Vuole che tu sperimenti

Dettagli

Obbiettivo dell incontro: accompagnare i bambini verso la comprensione che per credere in Gesù dobbiamo amarlo e non dubitare mai del suo Amore

Obbiettivo dell incontro: accompagnare i bambini verso la comprensione che per credere in Gesù dobbiamo amarlo e non dubitare mai del suo Amore Traccia: Obbiettivo dell incontro: accompagnare i bambini verso la comprensione che per credere in Gesù dobbiamo amarlo e non dubitare mai del suo Amore Per la preghiera: vedi in allegato. Sviluppo dell

Dettagli

Claudio Bencivenga IL PINGUINO

Claudio Bencivenga IL PINGUINO Claudio Bencivenga IL PINGUINO 1 by Claudio Bencivenga tutti i diritti riservati 2 a mia Madre che mi raccontò la storia del pignuino Nino a Barbara che mi aiuta sempre in tutto 3 4 1. IL PINGUINO C era

Dettagli

Sono stato crocifisso!

Sono stato crocifisso! 12 febbraio 2012 penultima dopo l epifania ore 11.30 con i fidanzati Sono stato crocifisso! Sia lodato Gesù Cristo! Paolo, Paolo apostolo nelle sue lettere racconta la sua storia, la storia delle sue comunità

Dettagli

I tre pesci. (Favola araba)

I tre pesci. (Favola araba) Favolaboratorio I tre pesci I tre pesci. (Favola araba) C'erano una volta tre pesci che vivevano in uno stagno: uno era intelligente, un altro lo era a metà e il terzo era stupido. La loro vita era quella

Dettagli

Maschere a Venezia VERO O FALSO

Maschere a Venezia VERO O FALSO 45 VERO O FALSO CAP I 1) Altiero Ranelli è il direttore de Il Gazzettino di Venezia 2) Altiero Ranelli ha trovato delle lettere su MONDO-NET 3) Colombina è la sorella di Pantalone 4) La sera di carnevale,

Dettagli

Come fare una scelta?

Come fare una scelta? Come fare una scelta? Don Alberto Abreu www.pietrscartata.com COME FARE UNA SCELTA? Osare scegliere Dio ha creato l uomo libero capace di decidere. In molti occasioni, senza renderci conto, effettuiamo

Dettagli

LOCUZIONI AL MONDO. Il mistero di ogni persona (22/4/2013 24/4/2013) Testi tradotti dai messaggi originali pubblicati sul sito Locutions to the World

LOCUZIONI AL MONDO. Il mistero di ogni persona (22/4/2013 24/4/2013) Testi tradotti dai messaggi originali pubblicati sul sito Locutions to the World LOCUZIONI AL MONDO Il mistero di ogni persona (22/4/2013 24/4/2013) Testi tradotti dai messaggi originali pubblicati sul sito Locutions to the World 2 Sommario 1. La decisione della SS. Trinità al tuo

Dettagli

EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ a.s. 2013/2014

EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ a.s. 2013/2014 questionario di gradimento PROGETTO ESSERE&BENESSERE: EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ a.s. 2013/2014 classi prime e seconde - Scuola Secondaria di I grado di Lavagno CLASSI PRIME Mi sono piaciute perché erano

Dettagli

Bartolomea e il basilisco del Duomo C'era una volta, intorno al 1600, dentro le mura di Modena, una bambina di nome Bartolomea, a cui era morto il

Bartolomea e il basilisco del Duomo C'era una volta, intorno al 1600, dentro le mura di Modena, una bambina di nome Bartolomea, a cui era morto il Bartolomea e il basilisco del Duomo C'era una volta, intorno al 1600, dentro le mura di Modena, una bambina di nome Bartolomea, a cui era morto il padre. La bambina viveva con sua madre, Maria, in via

Dettagli

Amore in Paradiso. Capitolo I

Amore in Paradiso. Capitolo I 4 Amore in Paradiso Capitolo I Paradiso. Ufficio dei desideri. Tanti angeli vanno e vengono nella stanza. Arriva un fax. Lo ha mandato qualcuno dalla Terra, un uomo. Quando gli uomini vogliono qualcosa,

Dettagli

APPARIZIONI DELLA REGINA DELLA FAMIGLIA Ghiaie di Bonate, Bergamo (13-31 maggio 1944)

APPARIZIONI DELLA REGINA DELLA FAMIGLIA Ghiaie di Bonate, Bergamo (13-31 maggio 1944) APPARIZIONI DELLA REGINA DELLA FAMIGLIA Ghiaie di Bonate, Bergamo (13-31 maggio 1944) Posizione della Santa Chiesa Queste apparizioni della Madre di Dio non hanno ancora ottenuto il verdetto di autentica

Dettagli

La cenerentola di casa

La cenerentola di casa La cenerentola di casa Audrina Assamoi LA CENERENTOLA DI CASA CABLAN romanzo www.booksprintedizioni.it Copyright 2012 Audrina Assamoi Tutti i diritti riservati Questa storia è dedicata a tutti quelli che

Dettagli

Mario Basile. I Veri valori della vita

Mario Basile. I Veri valori della vita I Veri valori della vita Caro lettore, l intento di questo breve articolo non è quello di portare un insegnamento, ma semplicemente di far riflettere su qualcosa che noi tutti ben sappiamo ma che spesso

Dettagli

La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro

La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro Venerdì 17 aprile, è venuta nella nostra scuola signora Tina Montinaro, vedova di Antonio Montinaro, uno dei tre uomini di scorta che viaggiavano nella

Dettagli

Helsana Assicurazioni SA, Lucerna

Helsana Assicurazioni SA, Lucerna Helsana Assicurazioni SA, Lucerna Il datore di lavoro Sandra Meier La signora F. è impiegata nella nostra azienda al servizio clienti. Lavora alla Helsana da oltre 20 anni. L ho conosciuta nel 2006 al

Dettagli

A cura di Chiesacattolica.it e LaChiesa.it

A cura di Chiesacattolica.it e LaChiesa.it XI DOMENICA PRIMA LETTURA Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai. Dal secondo libro di Samuèle 12, 7-10.13 In quei giorni, Natan disse a Davide: «Così dice il Signore, Dio d Israele: Io ti

Dettagli

ESERCITAZIONE OSSERVARE UN ALBERO

ESERCITAZIONE OSSERVARE UN ALBERO L esercizio richiesto consiste nella scelta di un albero e il suo monitoraggio/racconto al fine di sviluppare l osservazione attenta come mezzo per la conoscenza del materiale vegetale. L esercitazione

Dettagli

La felicità per me è un sinonimo del divertimento quindi io non ho un obiettivo vero e proprio. Spero in futuro di averlo.

La felicità per me è un sinonimo del divertimento quindi io non ho un obiettivo vero e proprio. Spero in futuro di averlo. Riflessioni sulla felicità.. Non so se sto raggiungendo la felicità, di certo stanno accadendo cose che mi rendono molto più felice degli anni passati. Per me la felicità consiste nel stare bene con se

Dettagli

Casa di cura e di riposo per anziani di Gundeldingen, Basilea (BS)

Casa di cura e di riposo per anziani di Gundeldingen, Basilea (BS) Casa di cura e di riposo per anziani di Gundeldingen, Basilea (BS) Werner Wassermann, datore di lavoro La signora L. lavora da noi da tanto tempo. È stata capo reparto e noi, ma anche gli altri collaboratori

Dettagli

I colloqui scuola-famiglia: le basi per una comunicazione efficace Dott.ssa Claudia Trombetta Psicologa e psicoterapeuta claudia.trombetta@email.

I colloqui scuola-famiglia: le basi per una comunicazione efficace Dott.ssa Claudia Trombetta Psicologa e psicoterapeuta claudia.trombetta@email. I colloqui scuola-famiglia: le basi per una comunicazione efficace Dott.ssa Claudia Trombetta Psicologa e psicoterapeuta claudia.trombetta@email.it CTI Monza, 20 Novembre 2015 Prima parte: comprendere

Dettagli

Trascrizione completa della lezione Lezione 002

Trascrizione completa della lezione Lezione 002 Trascrizione completa della lezione Lezione 002 Adam: Salve, il mio nome e Adam Kirin: E io sono Kirin. Adam: e noi siano contenti che vi siete sintonizzati su ChineseLearnOnline.com dove noi speriamo

Dettagli

UNA LEZIONE SUI NUMERI PRIMI: NASCE LA RITABELLA

UNA LEZIONE SUI NUMERI PRIMI: NASCE LA RITABELLA UNA LEZIONE SUI NUMERI PRIMI: NASCE LA RITABELLA Tutti gli anni, affrontando l argomento della divisibilità, trovavo utile far lavorare gli alunni sul Crivello di Eratostene. Presentavo ai ragazzi una

Dettagli

Un pensiero per la nostra Maestra Grazie Maestra Carla!

Un pensiero per la nostra Maestra Grazie Maestra Carla! Un pensiero per la nostra Maestra Grazie Maestra Carla! Quarta Primaria - Istituto Santa Teresa di Gesù - Roma a.s. 2010/2011 Con tanto affetto... un grande grazie anche da me! :-) Serena Grazie Maestra

Dettagli

BEATI VOI MI FA#-7 LA MI LA MI FA#-7 LA6 MI LA Beati voi, beati voi, beati voi, beati voi. BEATI VOI

BEATI VOI MI FA#-7 LA MI LA MI FA#-7 LA6 MI LA Beati voi, beati voi, beati voi, beati voi. BEATI VOI BEATI VOI MI FA#-7 LA MI LA MI FA#-7 LA6 MI LA MI FA#-7 Se sarete poveri nel cuore, beati voi: LA6 MI sarà vostro il Regno di Dio Padre. MI FA#-7 Se sarete voi che piangerete, beati voi, LA6 MI perché

Dettagli

Nonni si diventa. Il racconto di tutto quello che non sapete

Nonni si diventa. Il racconto di tutto quello che non sapete Nonni si diventa Il racconto di tutto quello che non sapete Introduzione Cari nipoti miei, quando tra qualche anno potrete leggere e comprendere fino in fondo queste pagine, forse vi chiederete perché

Dettagli

Parco naturale La Mandria

Parco naturale La Mandria Parco naturale La Mandria La favola di Rosa Ciao bambini io sono Turcet, il topolino che vive qui al Castello! Quando ero piccolo mio Nonno Topone mi raccontò la storia del Re Vittorio Emanuele e della

Dettagli

MODULO II CORSO DI RECUPERO PER ALUNNI STRANIERI IN DIRITTO - CLASSE PRIMA

MODULO II CORSO DI RECUPERO PER ALUNNI STRANIERI IN DIRITTO - CLASSE PRIMA CORSO DI RECUPERO PER ALUNNI STRANIERI IN DIRITTO - CLASSE PRIMA MODULO II I destinatari del diritto Materiali prodotti nell ambito del progetto I care dalla prof.ssa Giuseppa Vizzini con la collaborazione

Dettagli

Monica nacque a Tagaste nell odierna Algeria del nord, nell anno 331, da genitori cristiani, ma che non erano eccessivamente preoccupati di dare una

Monica nacque a Tagaste nell odierna Algeria del nord, nell anno 331, da genitori cristiani, ma che non erano eccessivamente preoccupati di dare una Monica nacque a Tagaste nell odierna Algeria del nord, nell anno 331, da genitori cristiani, ma che non erano eccessivamente preoccupati di dare una seria educazione cristiana ai figli. Agostino fu educato

Dettagli

STUDIARE, PERCHE? Trascrizione da parte degli studenti di Capri dell incontro con Marco Bersanelli, docente di astrofisica

STUDIARE, PERCHE? Trascrizione da parte degli studenti di Capri dell incontro con Marco Bersanelli, docente di astrofisica STUDIARE, PERCHE? Trascrizione da parte degli studenti di Capri dell incontro con Marco Bersanelli, docente di astrofisica 1) Com è possibile ridestare la voglia di studiare e cos ha risvegliato in te

Dettagli

Jerome Lejeune: il medico, lo scienziato, l uomo

Jerome Lejeune: il medico, lo scienziato, l uomo Jerome Lejeune: il medico, lo scienziato, l uomo Jerome Lejeuene 1923-199.. Viaggio alla scoperta di un grande genetista e di un grande uomo Jerome Lejeune (Montrouge, 13 giugno 1926 Parigi, 3 aprile 1994)

Dettagli

IL MINIDIZIONARIO. Tutti i diritti sono riservati.

IL MINIDIZIONARIO. Tutti i diritti sono riservati. IL MINIDIZIONARIO Tutti i diritti sono riservati. CIAO A TUTTI, IL MIO NOME È MARCO E PER LAVORO STO TUTTO IL GIORNO SU INTERNET. TEMPO FA HO AIUTATO MIA NONNA A CONNETTERSI CON SUO FIGLIO IN CANADA E

Dettagli

SE IO FOSSI UN ALBERO E INVENTASSI UNA STORIA DAL MIO DISEGNO...TI RACCONTEREI CHE...

SE IO FOSSI UN ALBERO E INVENTASSI UNA STORIA DAL MIO DISEGNO...TI RACCONTEREI CHE... SE IO FOSSI UN ALBERO E INVENTASSI UNA STORIA DAL MIO DISEGNO...TI RACCONTEREI CHE... Una volta si fece la festa degli alberi nel bosco e io e una bimba, che non lo sapevo chi era, giocavamo con gli alberi

Dettagli

Camera dei Deputati 449 Senato della Repubblica. xiv legislatura disegni di legge e relazioni documenti

Camera dei Deputati 449 Senato della Repubblica. xiv legislatura disegni di legge e relazioni documenti Camera dei Deputati 449 Senato della Repubblica Camera dei Deputati 450 Senato della Repubblica Camera dei Deputati 451 Senato della Repubblica Camera dei Deputati 452 Senato della Repubblica Camera dei

Dettagli

Se fossi donna... Se fossi donna... Se fossi donna... Se fossi donna... Se fossi donna...

Se fossi donna... Se fossi donna... Se fossi donna... Se fossi donna... Se fossi donna... Se fossi donna molto probabilmente avrei un comportamento diverso. Il mio andamento scolastico non è dei migliori forse a causa dei miei interessi (calcio,videogiochi, wrestling ) e forse mi applicherei

Dettagli

DOLCI RICORDI - Adattamento e riduzione -

DOLCI RICORDI - Adattamento e riduzione - PROVA DI ITALIANO DOLCI RICORDI - Adattamento e riduzione - Molti anni fa vivevo con la mia famiglia in un paese di montagna. Mio padre faceva il medico, ma guadagnava poco perché i suoi malati erano poveri

Dettagli

La Posta svizzera SecurePost SA, Oensingen

La Posta svizzera SecurePost SA, Oensingen La Posta svizzera SecurePost SA, Oensingen Il datore di lavoro Richard Mann Circa un anno e mezzo fa, nell ambito del progetto Integrazione di persone disabili presso la Posta, abbiamo assunto una nuova

Dettagli

Giovanna Quadri ROCCONTI

Giovanna Quadri ROCCONTI Racconti Giovanna Quadri ROCCONTI Paura e coraggio. Queste donne con il loro coraggio, il loro amore, nella società e nel farsi prossimo, hanno vinto il male con il bene. La giustizia a trionfato. però

Dettagli

Da dove nasce l idea dei video

Da dove nasce l idea dei video Da dove nasce l idea dei video Per anni abbiamo incontrato i potenziali clienti presso le loro sedi, come la tradizione commerciale vuole. L incontro nasce con una telefonata che il consulente fa a chi

Dettagli

Donacibo 2015 Liceo classico statale Nicola Spedalieri di Catania

Donacibo 2015 Liceo classico statale Nicola Spedalieri di Catania Donacibo 2015 Liceo classico statale Nicola Spedalieri di Catania Sono Graziella, insegno al liceo classico e anche quest anno non ho voluto far cadere l occasione del Donacibo come momento educativo per

Dettagli

Cosa ci può stimolare nel lavoro?

Cosa ci può stimolare nel lavoro? a Cosa ci può stimolare nel lavoro? Quello dell insegnante è un ruolo complesso, in cui entrano in gioco diverse caratteristiche della persona che lo esercita e della posizione che l insegnante occupa

Dettagli

Abbi il piacere di leggere fino alla fine...(poi pensa... E scegli l opzione numero 1)

Abbi il piacere di leggere fino alla fine...(poi pensa... E scegli l opzione numero 1) Abbi il piacere di leggere fino alla fine...(poi pensa... E scegli l opzione numero 1) Cos è il virtu@le? Un giorno entrai di fretta e molto affamato in un ristorante. Scelsi un tavolo lontano da tutti,

Dettagli

Riflessioni della classe IV^A dopo l'incontro con Padre Fabrizio

Riflessioni della classe IV^A dopo l'incontro con Padre Fabrizio Riflessioni della classe IV^A dopo l'incontro con Padre Fabrizio L incontro con padre Fabrizio è stato molto importante per capire che noi siamo fortunatissimi rispetto a tante altre persone e l anno prossimo

Dettagli

Flavia Volta SOGNANDO LA FELICITÀ

Flavia Volta SOGNANDO LA FELICITÀ Flavia Volta SOGNANDO LA FELICITÀ Flavia Volta, Sognando la felicità Copyright 2014 Edizioni del Faro Gruppo Editoriale Tangram Srl Via Verdi, 9/A 38122 Trento www.edizionidelfaro.it info@edizionidelfaro.it

Dettagli

Parrocchia Santi Pietro e Paolo. Venite alla festa

Parrocchia Santi Pietro e Paolo. Venite alla festa Parrocchia Santi Pietro e Paolo Venite alla festa Questo libretto e di: Foto di gruppo 2 Occhi, naso, bocca, orecchie, mani... per pregare Occhi: se i miei occhi sono attenti, possono cogliere i gesti

Dettagli

Maggio 2014 San Vito. Laboratorio di narrazione con mamme straniere e italiane

Maggio 2014 San Vito. Laboratorio di narrazione con mamme straniere e italiane Maggio 2014 San Vito Laboratorio di narrazione con mamme straniere e italiane PRIMO INCONTRO In cerchio. Presentazione dell attività e delle regole Presentazione (sedute in cerchio). Mi chiamo.la favola/fiaba

Dettagli

L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide,

L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 1 Entrando

Dettagli

La storia di Victoria Lourdes

La storia di Victoria Lourdes Mauro Ferraro La storia di Victoria Lourdes Diario di un adozione internazionale La storia di Victoria Lourdes Diario di un adozione internazionale Dedicato a Monica e Victoria «La vuoi sentire la storia

Dettagli

Q-RAS Questionario di Rilevazione delle Abilità Sociali

Q-RAS Questionario di Rilevazione delle Abilità Sociali Q-RAS Questionario di Rilevazione delle Abilità Sociali Autore: Fabio Bocci Insegnamento di Pedagogia Speciale, Università degli Studi Roma Tre 1. Quando l insegnante parla alla classe, di solito io :

Dettagli

TELEFONO AZZURRO. dedicato ai bambini COS E IL BULLISMO? IL BULLISMO?

TELEFONO AZZURRO. dedicato ai bambini COS E IL BULLISMO? IL BULLISMO? COS E IL BULLISMO? IL BULLISMO? 1 Ehi, ti e mai capitato di assistere o essere coinvolto in situazioni di prepotenza?... lo sai cos e il bullismo? Prova a leggere queste pagine. Ti potranno essere utili.

Dettagli

Alunni:Mennella Angelica e Yan Xiujing classe 3 sez. A. A. Metodo per l intervista: video intervista con telecamera. video intervista con cellulare

Alunni:Mennella Angelica e Yan Xiujing classe 3 sez. A. A. Metodo per l intervista: video intervista con telecamera. video intervista con cellulare Alunni:Mennella Angelica e Yan Xiujing classe 3 sez. A A. Metodo per l intervista: video intervista con telecamera intervista con solo voce registrata video intervista con cellulare intervista con appunti

Dettagli

domenica 24 febbraio 13 Farra, 24 febbraio 2013

domenica 24 febbraio 13 Farra, 24 febbraio 2013 Farra, 24 febbraio 2013 informare su quelle che sono le reazioni più tipiche dei bambini alla morte di una persona cara dare alcune indicazioni pratiche suggerire alcuni percorsi Quali sono le reazioni

Dettagli

La truffa si sta diffondendo dal Canada con velocità impressionante.

La truffa si sta diffondendo dal Canada con velocità impressionante. Cari colleghi, vi volevo avvisare di questo nuovo metodo che usano i malviventi per cercare di raggirare le persone. Forse è il caso di avvisare pure le chiese di stare attenti e non fidarsi di nessuno

Dettagli

CONSIGLI PER GIOVANI NAVIGANTI (anche già navigati).

CONSIGLI PER GIOVANI NAVIGANTI (anche già navigati). CONSIGLI PER GIOVANI NAVIGANTI (anche già navigati). HEY! SONO QUI! (Ovvero come cerco l attenzione). Farsi notare su internet può essere il tuo modo di esprimerti. Essere apprezzati dagli altri è così

Dettagli

Se io fossi nei vostri panni quale sarebbe la cosa che più mi urgerebbe? Che cosa resta di tutti i vostri tentativi, di tutti i vostri

Se io fossi nei vostri panni quale sarebbe la cosa che più mi urgerebbe? Che cosa resta di tutti i vostri tentativi, di tutti i vostri Se io fossi nei vostri panni quale sarebbe la cosa che più mi urgerebbe? Che cosa resta di tutti i vostri tentativi, di tutti i vostri sforzi?...abbiamo il coraggio di verificare quello che stiamo facendo

Dettagli

Il principe Biancorso

Il principe Biancorso Il principe Biancorso C era una volta un re che aveva tre figlie. Un giorno, stando alla finestra con la maggiore a guardare nel cortile del castello, vide entrare di corsa un grosso orso che rugliava

Dettagli

Proposta di intervento rieducativo con donne operate al seno attraverso il sistema BIODANZA

Proposta di intervento rieducativo con donne operate al seno attraverso il sistema BIODANZA Proposta di intervento rieducativo con donne operate al seno attraverso il sistema BIODANZA Tornare a «danzare la vita» dopo un intervento al seno Micaela Bianco I passaggi Coinvolgimento medici e fisioterapiste

Dettagli

ADE CERCA MOGLIE. Completa. Rispondi

ADE CERCA MOGLIE. Completa. Rispondi IL DIO ADE Il dio Ade è fratello del dio Zeus. Ade è il re dei morti. Per gli antichi greci, dopo la morte, gli uomini vanno negli Inferi. Gli Inferi sono un luogo buio e triste che si trova sotto terra.

Dettagli

MINIGUIDA PER RISORSE SU CLASH OF CLANS

MINIGUIDA PER RISORSE SU CLASH OF CLANS MINIGUIDA PER RISORSE SU CLASH OF CLANS Visto che le richieste in chat sono sempre maggiori ed è difficile riassumere in poche righe il sistema che utilizzo per fare risorse in poco tempo, ho pensato che

Dettagli

Carissimi, desidero ringraziarvi tutti ancora una volta per averci dato l occasione di vivere un esperienza positiva sotto ogni punto di vista.

Carissimi, desidero ringraziarvi tutti ancora una volta per averci dato l occasione di vivere un esperienza positiva sotto ogni punto di vista. Al Comitato organizzatore Robocup Jr 2010 ITIS A.ROSSI VICENZA Carissimi, desidero ringraziarvi tutti ancora una volta per averci dato l occasione di vivere un esperienza positiva sotto ogni punto di vista.

Dettagli

"#$"%&' (%&#((%! &#)'!*'"!+'$%(),!

#$%&' (%&#((%! &#)'!*'!+'$%(),! L Archivio liquido dell Identità arriva in Brasile, incontrando la comunità pugliese di San Paolo. Il cuore della città è l Edificio Italia, un altissimo palazzo che domina su l enorme estensione di questa

Dettagli

OSSERVA LA LOCANDINA, RIESCI A INTUIRE DI CHE COSA TRATTA IL FILM?

OSSERVA LA LOCANDINA, RIESCI A INTUIRE DI CHE COSA TRATTA IL FILM? OSSERVA LA LOCANDINA, RIESCI A INTUIRE DI CHE COSA TRATTA IL FILM? Attività 1 1) Leggi la breve trama del film e vedi se le tue ipotesi sono confermate Cosa vuol dire avere una mamma bellissima, vitale,

Dettagli

SOCRATE E LE LEGGI DELLA CITTA. L esempio di un cittadino nell antichità

SOCRATE E LE LEGGI DELLA CITTA. L esempio di un cittadino nell antichità SOCRATE E LE LEGGI DELLA CITTA L esempio di un cittadino nell antichità Poiché Socrate non ha lasciato testi scritti, conosciamo la sua vita e il suo pensiero attraverso le opere di Platone, famoso filosofo,

Dettagli

TANDEM Köln www.tandem-koeln.de info@tandem-koeln.de

TANDEM Köln www.tandem-koeln.de info@tandem-koeln.de Nome: Telefono: Data: Kurs- und Zeitwunsch: 1. Ugo è a. italiano b. da Italia c. di Italia d. della Italia 3. Finiamo esercizio. a. il b. lo c. gli d. l 5. Ugo e Pia molto. a. non parlano b. non parlare

Dettagli

CORSO VENDITE LIVELLO BASE ESERCIZIO PER L ACQUISIZIONE DEI DATI

CORSO VENDITE LIVELLO BASE ESERCIZIO PER L ACQUISIZIONE DEI DATI CORSO VENDITE LIVELLO BASE ESERCIZIO PER L ACQUISIZIONE DEI DATI 1. Vai a visitare un cliente ma non lo chiudi nonostante tu gli abbia fatto una buona offerta. Che cosa fai? Ti consideri causa e guardi

Dettagli

POESIE SULLA FAMIGLIA

POESIE SULLA FAMIGLIA I S T I T U T O S. T E R E S A D I G E S Ù Scuola Primaria POESIE SULLA FAMIGLIA A CURA DEI BAMBINI DELLA QUARTA PRIMARIA a.s. 2010/2011 via Ardea, 16-00183 Roma www.stjroma.it La gratitudine va a mamma

Dettagli

L albero di cachi padre e figli

L albero di cachi padre e figli L albero di cachi padre e figli 1 Da qualche parte a Nagasaki vi era un bell albero di cachi che faceva frutti buonissimi. Per quest albero il maggior piacere era vedere i bambini felici. Era il 9 agosto

Dettagli

Occhi, naso, bocca, orecchie, mani... per pregare

Occhi, naso, bocca, orecchie, mani... per pregare Il Signore ci fa suoi messaggeri Abbiamo incontrato Gesù, ascoltato la sua Parola, ci siamo nutriti del suo Pane, ora portiamo Gesù con noi e viviamo nel suo amore. La gioia del Signore sia la vostra forza!

Dettagli

IL TESTAMENTO: COME E PERCHÉ FARLO?

IL TESTAMENTO: COME E PERCHÉ FARLO? IL TESTAMENTO: COME E PERCHÉ FARLO? La maggior parte di noi non si pone neppure la domanda. In Italia, quella di fare testamento è una pratica poco utilizzata. Spesso ci rifiutiamo per paura, per incertezza

Dettagli

SENZA PAROLE. Illustrazione di Matteo Pericoli 2001

SENZA PAROLE. Illustrazione di Matteo Pericoli 2001 SENZA PAROLE Illustrazione di Matteo Pericoli 2001 Agente di viaggio. Vedo che ha deciso per la Transiberiana. Ottima scelta. Un viaggio difficile, ma che le darà enormi soddisfazioni. Cliente. Mi preoccupa

Dettagli

Sean e le na Storia per la Buona Notte Scarpe Luccicose

Sean e le na Storia per la Buona Notte Scarpe Luccicose Sean e le Una Storia per la Buona Notte Scarpe Luccicose da Drynites Sean e le Scarpe Luccicose Sean era così timido che quando arrivava il postino a consegnargli una lettera, era troppo timido per salutare.

Dettagli

============================================ II DOMENICA DOPO NATALE (ANNO C) ======================================================================

============================================ II DOMENICA DOPO NATALE (ANNO C) ====================================================================== -------------------------------------------------- LA LITURGIA DEL GIORNO 03.01.2016 Grado della Celebrazione: DOMENICA Colore liturgico: Bianco ============================================ II DOMENICA

Dettagli

Emergency Lunedì io e la mia classe siamo andati nell'aula Magna della nostra scuola. C'erano due persone; la prima persona che abbiamo incontrato si

Emergency Lunedì io e la mia classe siamo andati nell'aula Magna della nostra scuola. C'erano due persone; la prima persona che abbiamo incontrato si Emergency Lunedì io e la mia classe siamo andati nell'aula Magna della nostra scuola. C'erano due persone; la prima persona che abbiamo incontrato si chiama Francesca, era molto simpatica; la seconda invece

Dettagli

PARROCCHIA DELLA B.V. DEL CARMINE UDINE AVVENTO 2015 ANIMAZIONE DELLE MESSE DA PARTE DEI BAMBINI DELLE ELEMENTARI

PARROCCHIA DELLA B.V. DEL CARMINE UDINE AVVENTO 2015 ANIMAZIONE DELLE MESSE DA PARTE DEI BAMBINI DELLE ELEMENTARI PARROCCHIA DELLA B.V. DEL CARMINE UDINE AVVENTO 2015 ANIMAZIONE DELLE MESSE DA PARTE DEI BAMBINI DELLE ELEMENTARI Quarta Domenica di Avvento 20 dicembre 2015 Accensione della Candela della Corona dell

Dettagli

VENGO ANCH IO CONDIVIDERE LA MALATTIA E LE CURE CON I FIGLI. Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta U.O. Oncologia Area Vasta 3, Macerata

VENGO ANCH IO CONDIVIDERE LA MALATTIA E LE CURE CON I FIGLI. Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta U.O. Oncologia Area Vasta 3, Macerata VENGO ANCH IO CONDIVIDERE LA MALATTIA E LE CURE CON I FIGLI I BENEFICI DELLA COMUNICAZIONE IN FAMIGLIA Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta U.O. Oncologia Area Vasta 3, Macerata FORMATO FAMIGLIA

Dettagli

Büchler & Partner AG Ingegneria elettronica, Zurigo

Büchler & Partner AG Ingegneria elettronica, Zurigo Büchler & Partner AG Ingegneria elettronica, Zurigo Datore di lavoro Carlo Büchler Il signor S. ha fatto domanda di apprendistato presso la mia azienda tramite il centro paraplegici di Nottwil, mentre

Dettagli

Estate_. - Se fosse per te giocheremmo solo a pallamuso. - aggiunse Morbidoso, ridendo.

Estate_. - Se fosse per te giocheremmo solo a pallamuso. - aggiunse Morbidoso, ridendo. Estate_ Era una giornata soleggiata e piacevole. Né troppo calda, né troppo fresca, di quelle che ti fanno venire voglia di giocare e correre e stare tra gli alberi e nei prati. Bonton, Ricciolo e Morbidoso,

Dettagli

Intervista a Gabriela Stellutti, studentessa di italiano presso la Facoltà di Lettere dell Università di São Paulo (FFLCH USP).

Intervista a Gabriela Stellutti, studentessa di italiano presso la Facoltà di Lettere dell Università di São Paulo (FFLCH USP). In questa lezione abbiamo ricevuto Gabriella Stellutti che ci ha parlato delle difficoltà di uno studente brasiliano che studia l italiano in Brasile. Vi consiglio di seguire l intervista senza le didascalie

Dettagli

Nina Cinque. Guida pratica per organizzarla perfettamente in una sola settimana! Edizioni Lefestevere

Nina Cinque. Guida pratica per organizzarla perfettamente in una sola settimana! Edizioni Lefestevere Nina Cinque Guida pratica per organizzarla perfettamente in una sola settimana! Edizioni Lefestevere TITOLO: FESTA DI COMPLEANNO PER BAMBINI: Guida pratica per organizzarla perfettamente in una sola settimana!

Dettagli

Colori e pensieri per i. bambini emiliani 04/06/2012. Colori e pensieri per i bambini emiliani 04/06/2012

Colori e pensieri per i. bambini emiliani 04/06/2012. Colori e pensieri per i bambini emiliani 04/06/2012 Colori e pensieri per i Colori e pensieri per i bambini emiliani bambini emiliani 04/06/2012 04/06/2012 Ass. Culturale B-Side in Spazio Luce, Milano. Da una idea di: Dott.ssa Anna La Guzza, Psicologa Noi

Dettagli

4 - Se (lui prendere) questa decisione, in futuro ne (pagare) le. 5 - Se (voi) non (avere) niente in contrario, (noi partire) subito.

4 - Se (lui prendere) questa decisione, in futuro ne (pagare) le. 5 - Se (voi) non (avere) niente in contrario, (noi partire) subito. PERIODO IPOTETICO ESERCIZI Completare le seguenti frasi nel periodo ipotetico della realtà. 1 - (io divertirsi) di più se (essere) in compagnia. 2 - Se (tu agire) in questo modo, (sbagliare). 3 - Il grano,

Dettagli

6 gennaio 1936 6 gennaio 2006: 70 anniversario della Prima idea. E il testamento spirituale che Germana ha preparato alle missionarie e per l Istitu-

6 gennaio 1936 6 gennaio 2006: 70 anniversario della Prima idea. E il testamento spirituale che Germana ha preparato alle missionarie e per l Istitu- Vincent Van Gogh, Il Seminatore al tramonto, 1888 6 gennaio 1936 6 gennaio 2006: 70 anniversario della Prima idea E il testamento spirituale che Germana ha preparato alle missionarie e per l Istitu- to.

Dettagli

INCONTRO CON L AUTORE JACOPO OLIVIERI

INCONTRO CON L AUTORE JACOPO OLIVIERI INCONTRO CON L AUTORE JACOPO OLIVIERI Lo scrittore Jacopo Olivieri ha incontrato gli alunni delle classi quarte e quinte della scuola A. Aleardi del plesso di Quinto nelle giornate del 18 e 19 febbraio

Dettagli

EDUCARE ALLA SESSUALITA E ALL AFFETTIVITA

EDUCARE ALLA SESSUALITA E ALL AFFETTIVITA EDUCARE ALLA SESSUALITA E ALL AFFETTIVITA Accompagnare i nostri figli nel cammino dell amore di Rosangela Carù QUALE EDUCAZIONE IN FAMIGLIA? Adolescenti Genitori- Educatori Educazione 1. CHI E L ADOLESCENTE?

Dettagli

Voci dall infinito. richiami per l Anima

Voci dall infinito. richiami per l Anima Voci dall infinito richiami per l Anima Copertina di Rocco Vassallo. Disegni di Mario G. Galleano. Mario Giovanni Galleano VOCI DALL INFINITO richiami per l Anima www.booksprintedizioni.it Copyright 2013

Dettagli

SOS GIOCO! ARTICOLO 31

SOS GIOCO! ARTICOLO 31 ARTICOLO 31 1. Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo ed allo svago, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età, ed a partecipare liberamente alla vita culturale

Dettagli

PLIDA Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri Certificazione di competenza in lingua italiana

PLIDA Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri Certificazione di competenza in lingua italiana PLIDA Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri Certificazione di competenza in lingua italiana giugno 2011 PARLARE Livello MATERIALE PER L INTERVISTATORE 2 PLIDA Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri

Dettagli

I frutti dell Amore. Sentiamo il delizioso profumo dei fiori d arancio

I frutti dell Amore. Sentiamo il delizioso profumo dei fiori d arancio I frutti dell Amore Sentiamo il delizioso profumo dei fiori d arancio La nostra cultura non ci educa all Amore, ma per quanto possa essere difficile amare incondizionatamente, non esiste altra forma d

Dettagli

Giovani (sempre più) previdenti, a raccolta. Il mio fondo pensione è prima di tutto un salvadanaio

Giovani (sempre più) previdenti, a raccolta. Il mio fondo pensione è prima di tutto un salvadanaio Conoscenza e consapevolezza per un migliore vivere sociale Giovani (sempre più) previdenti, a raccolta Il mio fondo pensione è prima di tutto un salvadanaio Convegno giovani Palazzo Mezzanotte, Milano

Dettagli

I Quaresima B. Padre, tu che ci doni il tuo Figlio come Vangelo vivente, fa che torniamo a te attraverso un ascolto rinnovato della tua Parola, pr.

I Quaresima B. Padre, tu che ci doni il tuo Figlio come Vangelo vivente, fa che torniamo a te attraverso un ascolto rinnovato della tua Parola, pr. I Quaresima B Padre buono, ti ringraziamo per aver nuovamente condotto la tua Chiesa nel deserto di questa Quaresima: donale di poterla vivere come un tempo privilegiato di conversione e di incontro con

Dettagli

Una vita a tappe...ricominciare

Una vita a tappe...ricominciare Una vita a tappe...ricominciare Ciao io sono AN DONG, in italiano ANTONIO, sono un ragazzo cinese di 12 anni abito a Terzigno, e frequento la 2 media. Sono nato a Sarno 12 anni fa, ma all'età di quattro

Dettagli

3] PRINCIPATI E STATI REGIONALI

3] PRINCIPATI E STATI REGIONALI 3] PRINCIPATI E STATI REGIONALI SIGNORI E PRINCIPI Fra la metà del Duecento e il Quattrocento, nell'italia settentrionale e centrale > numerose signorie. Molti signori, dopo avere preso il potere con la

Dettagli

La depressione maggiore è un disturbo mentale che si manifesta con: uno stato d animo di profondo dolore o tristezza

La depressione maggiore è un disturbo mentale che si manifesta con: uno stato d animo di profondo dolore o tristezza La depressione maggiore è un disturbo mentale che si manifesta con: uno stato d animo di profondo dolore o tristezza mancanza di energia e di voglia di fare le cose Materiale a cura di: L. Magliano, A.

Dettagli

PROMUOVERSI MEDIANTE INTERNET di Riccardo Polesel. 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15

PROMUOVERSI MEDIANTE INTERNET di Riccardo Polesel. 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15 Indice Introduzione pag. 9 Ringraziamenti» 13 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15 1. I contenuti curati, interessanti e utili aiutano il business» 15 2. Le aziende

Dettagli

Corso d italiano L2 a cura di Paola Sguazza

Corso d italiano L2 a cura di Paola Sguazza intermmedio 2 La famiglia Ciao! Mi chiamo John e sono senegalese. Il mio Paese è il Senegal. Il Senegal è uno Stato dell Africa. Ho 17 anni e vivo in Italia, a Milano, con la mia famiglia. Nella mia famiglia

Dettagli

Mia nonna si chiamava Sonia ed era una bella cilena che a ottant anni ancora non sapeva parlare l italiano come si deve. Le sue frasi erano costruite

Mia nonna si chiamava Sonia ed era una bella cilena che a ottant anni ancora non sapeva parlare l italiano come si deve. Le sue frasi erano costruite Mia nonna si chiamava Sonia ed era una bella cilena che a ottant anni ancora non sapeva parlare l italiano come si deve. Le sue frasi erano costruite secondo il ritmo e la logica di un altra lingua, quella

Dettagli