Sartorie e lusso nel 900 Omaggio a Emma Bardini 18 dicembre febbraio Vestire. ad Arte

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1 Sartorie e lusso nel 900 Omaggio a Emma Bardini 18 dicembre febbraio 2016 Vestire ad Arte

2 Emma Bardini. Anni Dieci

3 Emma Bardini. Anni Trenta

4 Emma Bardini a Torre del Gallo. Anni Venti

5 O si è un opera d arte o la si indossa (Oscar Wilde) Lo stile dell antiquario Stefano Bardini si esprimeva anche nell accurata scelta di abiti e accessori per la propria immagine pubblica, realizzati presso le più rinomate sartorie. I due figli, Ugo ed Emma, furono introdotti dal padre nel raffinato mondo della moda. Dalle foto del tempo, spesso firmate dal grande fotografo Mario Nunes Vais, Emma ( ) appare nel suo ruolo di elegante signora che interpreta i cambiamenti della moda all aprirsi del XX secolo. Purtroppo il ricco corredo di abiti, cappelli e accessori di Emma è andato perduto ma restano le immagini a raccontare il passaggio repentino dalle crinoline ai morbidi drappeggi, dai rigidi bustini alle ammiccanti scollature degli abiti da sera. Linee ed equilibri in costante evoluzione ma pur sempre sotto la regia di sarte esperte e di tessuti preziosi. Sul ritmo delle immagini di Emma, Beatrice Albrici, antiquario e collezionista, presenta la propria e inedita raccolta di abiti d epoca, frutto di anni di ricerche nel bel mondo dell aristocrazia e dell alta borghesia italiana che permette, nella suggestiva scenografia del Museo Stefano Bardini, di testimoniare i vertici raggiunti dalla produzione sartoriale italiana del 900, con i significativi passaggi della moda dagli anni 20 agli anni 80. Il repertorio dei 43 abiti selezionati è accompagnato da un vasto corredo di accessori, guanti, borse e cappelli. Dr.sa Antonella Nesi Curatrice Museo Stefano Bardini

6 Abito in raso di seta. Milano. Fine Anni Cinquanta

7 Con gli occhi di un antiquaria collezionista: accenni alla storia del costume nel Novecento Se il Vintage è oggi ciò che la moda è stata ieri, linee, tessuti e colori diventano un contenitore culturale all interno del quale si raccontano vite intere che si snodano e si intrecciano con gli avvenimenti del proprio tempo. Così per il periodo a cui rivolgiamo l attenzione, quello in cui visse Emma Bardini, assistiamo alle profonde trasformazioni della moda in parallelo con gli avvenimenti che animano la società dai primi anni del 900 fino alla rivoluzione culturale e sociale cosiddetta del 68. Decenni che cambiano la figura femminile e la rendono libera nei movimenti con abiti che le consentono di vivere appieno un nuovo ruolo lavorativo e sociale. Il XX secolo si apre con il dominio incontrastato della moda francese ma ben presto, oltre Parigi, si impongono nuove idee e forze produttive. Per quanto riguarda la moda italiana si assiste all affermarsi di svariate sartorie, che nulla hanno da temere per capacità, creatività e sapienza dalle rivali francesi. Ancora all inizio del secolo l eleganza impone all alta società un vestiario legato all impostazione ottocentesca ; corsetti e gonne ampie che ben presto devono soccombere alle esigenze di nuovi cambiamenti. Gli avvenimenti politici compaiono, infatti, come ombre minacciose sull Europa e sul mondo. A Parigi la Haute Couture dominata in quel momento da Paul Poiret abbandona le linee curve per passare ad una verticalizzazione della figura e cadono in totale oblio le ampie sottogonne e i rigidi corsetti. L Italia, in quegli anni, pur sensibile ai dettami della moda francese, deve adeguarsi alla crisi economica conseguente alla Grande Guerra e declinare le tante ricercatezze in nome di un vestire adatto a nuove emergenze pratiche. Le donne trovano nuove opportunità in questa grande prova, entrano nel mondo del lavoro e soprattutto si dedicano all assistenza dei soldati e ai lavori di casa, nonché ai figli. C è bisogno di abiti più comodi e più semplici.

8 Nel 1913 Gabrielle Chanel presenta i suoi primi modelli in jersey rendendo possibile un nuovo modo di vivere la femminilità. Vengono disegnate le prime giacche da donna, le tasche sulle gonne e compaiono i pantaloni. A metà degli anni 20 nasce il tubino, le gonne si accorciano sopra al ginocchio, magari mascherate da un gioco di frange. Cambiano le pettinature, con vigorosi e decisi tagli di capelli e le teste di moda divennero quelle a la garçonne. La donna impara a fumare, a indossare collane di perle e a sfoggiare i cappellini che con grande ingegnosità e poco tessuto rendonoparticolare tutto l insieme. Si giunge al 1929 con euforia ma la grande crisi della Borsa di New York decreta il crollo di ogni forma di lusso. Si deve cercare nella moda nuovi stili per poter vestire, risparmiando sui tessuti e sui materiali. Si arriva sempre con più pesanti restrizioni al Secondo Conflitto Mondiale e la moda subisce ulteriori limitazioni; i vestiti diventano più smilzi alla ricerca di una moda sempre più economica. Dopo la Guerra la moda diventa competitiva: New York cavalca la ripresa e lancia i propri stilisti, facendosi portavoce dello stile americano adatto a donne attive ed emancipate. In Francia Dior rinnova l approccio della moda francese con strategie manageriali per un mercato più ampio. In questo rinnovato scenario la moda italiana ha occasione di poter valorizzare la lunga tradizione artigianale di tanti centri manifatturieri nuovi o sopravvissuti nelle grandi città. Torino, Milano, Firenze e Roma si impongono all interesse internazionale, favorite dalla scarsa popolarità della politica culturale francese alla quale vuole opporsi l America che guarda con nuovo interesse alla moda italiana. Per capacità manifatturiere, per esperienza e soprattutto per competitività la sartoria italiana vive il suo primo momento di gloria. Salgono alla ribalta nel 1947 le sartorie romane, in primis si mettono in luce le Sorelle Fontana, che con la creazione dell abito per il matrimonio fra Linda Christian e Tyron Power suscitano un interesse vivissimo sulla produzione internazionale. Nel 1951 Gian Battista Giorgini organizza nella propria residenza fiorentina a Villa Torrigiani una sfilata, cui si fa risalire la nascita della moda italiana. Su quella passerella sfilano creazioni sartoriali, di alcune fra le più importanti case di moda fiorentine, romane, milanesi e riscuotono un successo senza precedenti.

9 Abito sartoriale con tessuto Valentino ricamato a fettuccia. Anni Settanta

10 La Mostra Vestire ad Arte trova nelle suggestive sale del Museo Stefano Bardini il senso delle parole di Rosa Genoni, titolare di una famosa sartoria milanese e docente di storia del costume: l Italia racchiudeva in sé, e nelle radici della sua storia, i germi della propria autonomia creativa, grazie ad una straordinaria ed inesauribile fonte di ispirazione: il patrimonio artistico del nostro Paese, nei capolavori dell arte classica e della pittura risorgimentale, modelli insuperati di bellezza e di nobiltà di stile e, accanto ad essi, i costumi popolari italiani, antichi e moderni, avrebbero potuto alimentare l ispirazione dei nostri stilisti, assicurando alla moda italiana identità e indipendenza. Dr.sa Beatrice Albrici Antiquario e collezionista

11 Emma Bardini a Torre del Gallo. Anni Dieci

12 Cappellino Anni Quaranta Cappellino Anni Trenta

13 Cappellino Anni Venti Cappellino Anni Cinquanta

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15 Il percorso della mostra (testi di Beatrice Albrici)

16 Abito in lamé di seta, a fasce ondulate, bianco argento e oro pallido. Provenienza: Principessa Colonna. Roma. Anni Settanta

17 In biglietteria La moda come vetrina del proprio status sociale. L abito da sera incarna l eleganza nella moda. La ricerca di tessuti preziosi sempre più leggeri, fruscianti e luminosi segue il vestire il corpo divenuto più sinuoso e più slanciato. Si instaura il concetto di un corpo femminile dai contorni sfumati ed eterei. Il nero e l avorio sono i colori che più esprimono l eleganza agli inizi del 900.

18 Abito da cocktail in paillettes multicolor. Provenienza: Pupa Carmine in Serandrei. Milano. Anni Ottanta

19 Nel Lapidario Le sartorie Milanesi: Pupa Carmine Pupa Carmine in Serandrei è un personaggio di spicco della vita Milanese tra gli anni 50 e gli anni 80, periodo in cui la sua vita di Signora bene della Milano del dopoguerra la vede protagonista della moda di quegli anni. Pochi sono gli abiti firmati del suo guardaroba, molti quelli provenienti dalle varie sartorie Milanesi. Pupa Carmine interpretò la moda del suo tempo personalizzando ogni abito con dettagli propri, con una grande predilezione per l uso della paillettes, dei jaisses e delle perle colorate.

20 Abito in crêpe di seta nera con ricami policromi a motivo déco. Anni Venti

21 Nella sala del Porcellino La moda degli Anni Venti Gli anni 20 vedono una donna quasi androgina, nell abito lo scollo diventa mollemente tondo, la linea della vita sparisce, il seno è dissimulato dalla scioltezza dell abito a tunica. Vestiti raffinatissimi e semplici nella linea impreziositi da sapienti decori grafici, arricchiti dall uso di piume, strass e perle. La lunghezza dell abito si accorcia, valorizzando calze e calzature.

22 Emma Bardini. Anni Dieci

23 Sala delle Madonne L arte degli intarsi in pelliccia Nella ricerca di un continuo arricchimento e originalità nel vestire arriva anche l utilizzo della pelliccia come guarnizione per mantelle, colli, cappelli e abiti. Cappello da caccia in pelliccia con piume e stella alpina. Anni Quaranta

24 Un amica di Emma in abito plissè. Anno 1914

25 Sala delle cornici L arte del plissè Il plissè nella moda del 900 è brevettato da Mariano Fortuny nel 1909 che crea i suoi modelli ispirandosi alle tuniche dell antica Grecia: famosa la sua tunica Delphos. Gli anni che seguono sono influenzati da questa innovativa tecnica che veste la figura femminile come una scultura. Negli anni 50 lo stilista Capucci riprende e fa sua la grande arte del plissè. Metri di stoffe per disegnare abiti che fanno del plissè il vestito stesso. Sono gli anni 50 e quest arte influenzerà le creazioni degli anni a venire in Italia e nel mondo.

26 Abito in seta avorio lavorato a plissè. Anni Cinquanta

27 Emma Bardini in abito plissè. Anni Dieci

28 Abito in pizzo di San Gallo. Firenze. Anni Cinquanta

29 Sala dei Bronzetti L ora del thè come rito sociale: gli abiti Anni Cinquanta Questi sono gli anni dove il bon ton si distingue dall emergente moda delle pin-up e del rock and roll. Bustini stretti e gonnelloni ampi disegnano la nuova figura femminile che vive i nuovi impulsi economici e sociali con protagonismo e voglia di vivere.

30 Abito in raso di seta e tulle, con strass. Anni Trenta

31 Abito in raso di seta nero con applicazioni di pizzo avorio. Anni Cinquanta

32 Emma Bardini a Villa Bardini. Anni Cinquanta

33 Emma Bardini nel giardino di Villa Bardini. Anni Quaranta

34 Emma Bardini al mare. Anni Cinquanta

35 Emma Bardini al lago. Anni Quaranta

36 Completo scarpe e borsa in raso di seta rossa. Anni Cinquanta

37 Completo scarpa e borsa in seta beige e ricami. Anni Sessanta

38 Abito in cotone stampato sui toni del verde. Bordura in paillettes multicolor. Anni Sessanta

39 Sala dei dipinti La moda degli Anni Sessanta In questi anni il rifiuto della tradizione segna il desiderio di cambiare le regole. I vecchi canoni devono essere rivoluzionati. La moda crea abiti che escono da qualsiasi logica di seguire il corpo, diventando essi stessi puri oggetti di design. Si scelgono tessuti stampati in grado di creare effetti particolari, tessuti rigidi che da soli possano sostenere linee azzardate.

40 Abito in cotone traforato optical. Anni Sessanta

41 Abito bianco e nero con motivi optical. Provenienza: Italia Bernardini, Firenze-Viareggio. Anni Sessanta

42 Nina Ricci. Cappa in pesante seta color salmone. Anni Sessanta

43 Sala del Guercino Le novità pastello degli Anni Sessanta Un esplosione di tenui colori pastello fa da base all ideazione di foggie sapienti, gli abiti sono spezzati da parti completamente rivestite di paillettes, di strass e dall utilizzo delle prime plastiche nel vestire. Lunghi tubini da cocktail, in colori che vanno dall albicocca al verde acqua, dal salmone all azzurro. Questa tavolozza di colori rallegra gli armadi degli Anni Sessanta.

44 Abito da cerimonia in tulle color avorio con applicazioni di paillettes argentate. Inizi del Novecento

45 Scalone dei Tappeti In bianco per sognare L abito da sposa è da sempre protagonista nella vita di ogni donna come tappa fondamentale sia per il coronamento del sogno d amore, sia per l affermazione dello status sociale della famiglia che l abito stesso rappresenta. Per tradizione è di colore bianco e segue la moda del suo tempo. Le linee cambiano pur mantenendo la sontuosità dell abito da cerimonia. Nel periodo di tempo da noi considerato, questo capo trova la massima popolarità nell abito realizzato in Italia, a Roma, dalle sorelle Fontana per il matrimonio di Linda Christian e Tyrone Power nel 1949, che domina le pagine patinate del tempo. Da quel momento le ragazze sognano non solo l abito che rappresenti la famiglia ma che valorizzi al massimo la femminilità e l allure della giovane sposa.

46 Thierry Mugler abito color carta da zucchero. Anni Ottanta

47 Sala d Armi La rivoluzione del ruolo della donna negli Anni Ottanta E il decennio della tecnologia, degli eccessi, dello stile punk e rock e degli abiti icona indossati dalle grandi star. I colori fluo, le spalline esagerate, i jeans a vita alta. La donna in carriera di questi anni sceglie la giacca, ma non perde la femminilità interpretandola con linee del tutto differenti da quelle maschili. I colori sono decisi, spesso intrecciati tra loro, la vita sottolineata da alte cinture.

48 Abito in seta e paillettes. Anni Ottanta

49 Completo scarpe e borsa in seta azzurra. Anni Ottanta

50 Emma Bardini al mare. Anno 1922

51 Sala delle Robbiane La moda mare dagli Anni Venti agli Anni Settanta Che cosa c è di più rivoluzionario di una donna che con disinvoltura si mette in costume da bagno, disegnato come una guepiere? Quali grandi passi hanno fatto le donne per affrontare questa disinibita esibizione! Signore che dagli Anni Venti coperte di castigati costumi e di altrettanto coprenti copricostumi passano a denudarsi vestendosi di una libertà a loro da sempre negata.