CAMBIAMENTI CLIMATICI IN EMILIA ROMAGNA

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Clementina Leonzia Vecchi
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1 CAMBIAMENTI CLIMATICI IN EMILIA ROMAGNA Relazione del Prof. Massimiliano Fazzini dell'università degli Studi di Ferrara L anno meteorologico che volge rapidamente al termine - è stato caratterizzato da evidenti segnali di estremizzazione climatica, all interno di un sempre più evidente e conclamato periodo di climatic change. Evidentemente, dopo gli episodi alluvionali peraltro irregolarmente distribuiti nel territorio fisico regionale - verificatisi nel precedente autunno SI è VERIFICATO UN LUNGO PERIODO CHE AD ECCEZIONE DEI MESI DI FEBBRAIO e secondariamente MAGGIO HA PRESENTATO UN NETTO DEFICIT METEORICO (figg. 4 e 5) che, associato ad un quadro termico mediamente molto superiore alle medie climatiche, ha determinato valori di evapotraspirazione decisamente elevati ed un bilancio idroclimatico spesso fortemente negativo nell appena terminato trimestre estivo. Tuttavia, ciò che maggiormente ha caratterizzato il periodo oggetto dello studio è stato il contenuto idrico dei suoli incredibilmente limitato, lungamente inferiore al 5 percentile nella pianura estesa dal Piacentino al Modenese, situazione mai verificatasi nel nuovo millennio. Più in particolare, a livello mensile, l inverno meteorologico è stato caratterizzato da un deficit precipitativo - complessivamente prossimo al 50% con valori del 70-80% in dicembre e gennaio - fatta eccezione per la pianura ferrarese, dove le cumulate si sono rivelate prossime alle medie climatiche dell ultimo trentennio. Sono mancante quasi del tutto le precipitazioni nevose in pianura nonostante che le temperature vi siano state prossime alla norma in dicembre e di un paio di gradi inferiori ad esse in gennaio. Alla fine di questo mese, il contenuto idrico dei terreni si è già rivelato molto inferiore alle attese climatiche nelle basse pianure del piacentino e del parmense, dove i valori espressi come percentili vi indicano la presenza di una situazione di siccità invernale già gravissima e localmente eccezionale (figg. 4 e 5). Anche la primavera debutta in condizioni di quasi totale assenza di precipitazioni persistendo un pattern sinottico (fig.1), caratterizzato dalla persistenza di una struttura anticiclonica, spesso di natura dinamica che ha determinato da una parte la migrazione del flusso perturbato atlantico in seno al polar jet verso latitudini europee settentrionali; dall altro fenomeni di subsidenza dinamica con elevati valori dell umidita relativa negli strati atmosferici a diretto contatto con il suolo con

2 temperature mensili tra le più elevate degli ultimi 30 anni, tant è che già da meta del mese di marzo il frumento è in levata. Tale caratterizzazione termo meteorica persiste per la prima metà del mese di aprile quando però si verifica un periodo caratterizzato da seppur deboli gelate tardive. Figura1 pattern sinottico prevalente durante il quadrimestre dicembre 2016 marzo Al termine di un periodo decisamente caldo, con massime che hanno toccato e superato i 25 C (rispetto ai C attesi dal clima nella prima metà del mese), l'arrivo di aria fredda di origine polare marittima ha determinato nei giorni del 15 ed il 16 aprile, due eventi temporaleschi che hanno interessato buona parte della Regione, di particolare intensità e con violente grandinate su Bologna e Provincia - Ozzano, Idice, Castenaso, San Lazzaro -; Bassa Modenese (Mirandola, San Felice e Finale) Centese e porzione sud - orientale della regione (in particolare la costa e la valle del Rubicone, l entroterra cesenate e l Appennino fra Cesena e Forlì ed il Ravennate sino al faentino. La caduta di grandine ha comportato danni ad alberi da frutta che si trovavano in piena fioritura, agli ortaggi e al grano e, in alcuni casi, alle barbabietole.

Il perdurare dell'avvezione fredda in quota e il ristabilirsi di condizioni di stabilità atmosferica con bassa umidità, assenza di nuvolosità, e scarsa ventilazione al suolo, ha favorito, nelle notti

3 Il perdurare dell'avvezione fredda in quota e il ristabilirsi di condizioni di stabilità atmosferica con bassa umidità, assenza di nuvolosità, e scarsa ventilazione al suolo, ha favorito, nelle notti dal 19 al 22 aprile ed in particolare durante le prime ore del giorno 21, intense diminuzioni delle temperature per irraggiamento; esse sono scese, anche se lievemente, al di sotto dello zero in veste aree di pianura e nelle valli collinari (fig. 2). Particolarmente colpita è risultata essere la vite, che, viste le temperature elevate di marzo e della prima metà di aprile, era in fasi fenologiche molto anticipate rispetto alla norma. Colpite anche le altre colture arboree e erbacee, particolarmente il pomodoro. Figura temperatura minima assoluta registrata dalle stazioni meteo durante dell'intero evento delle gelate tardive dal 19 al 22 aprile. Fonte: ARPAE A fine mese il contenuto idrico dei terreni è stimato in generale inferiore alla norma, in particolare nelle aree occidentali della regione dove la situazione si conferma di siccità estrema; aree con valori ancora prossimi alla norma si stimano nelle aree orientali della regione. Dalla prima decade del mese di giugno - in concomitanza con il debutto dell estate meteorologica, si avvia una fase meteoclimatica caratterizzata da persistenti condizioni anticicloniche di matrice subtropicale continentale (anticiclone africano fig.3) che hanno causato condizioni di clima termico notevolmente sopra le medie climatiche recenti (tra i 2 ed i 3 C) e

foriere di quadri complessivi simili a quelli verificatisi nel 2012 e non molto discostanti da quelli occorsi nel 1982 e nel 2003.

4 foriere di quadri complessivi simili a quelli verificatisi nel 2012 e non molto discostanti da quelli occorsi nel 1982 e nel In particolare, la prima decade di agosto è risultata essere eccezionalmente calda, con valori diffusamente maggiori di 40 C in vaste aree della pianura centro-orientale e dei bassi fondivalle appenninici, con una massima assoluta di 42,5 C registrata il giorno 4 a Brisighella (RA). Figura 3 -campi di pressione al suolo (isolinee bianche) e altezza geopoteziale 500 hpa (colori) riferite alle ore 12 Z del 4 agosto 2017 In gran parte della regione le medie delle temperature massime della prima settimana sono state, in assoluto, le più elevate mai registrate nel mese nel periodo , con scostamenti positivi tra 3 e 4 C, rispetto ai precedenti valori più elevati e generalmente compresi in pianura e nei fondivalle medio bassi tra 26 e 28 C (figg. 6 e 7). Sono stati pertanto diffusamente superati i valori già molto elevati, rilevati nelle roventi estati del 2012, 2007, 2003 e relativamente all ultimo quarantennio 1991, 1982 e Tuttavia, ciò che colpisce maggiormente è la serie di giornate aventi temperatura media superiore a 30 C e localmente prossima ai 33 C comune a tutto il territorio pianeggiante regionale.

5 Non sono mancati trimestre complessivamente molto povero di precipitazioni, alcuni rapidi passaggi temporaleschi accompagnati da forti raffiche di vento sino a 110 km/h nella pedecollinare compresa tra Imola e Cesena (downburst e non trombe d aria); nelle giornate del 6, del 10, e nella notte tra il 19 ed il 20 agosto. Tali fenomenologie di tipo tipicamente convettivo, estremamente mal distribuite nello spazio, confermano la tendenza meteorica ad un estremizzazione generale del segnale pluviometrico derivante dalle enormi quantità di energia termica disponibili nel sistema terra - mare - atmosfera. Complessivamente, le piogge trimestrali si sono mantenute del 50-70% inferiori alle medie climatiche, con condizioni lievemente migliori nel Ferrarese e ancora più critiche tra il parmense ed il modenese, dove i quantitativi si sono mantenuti inferiori ad un decimo delle attese. Alla fine del mese, in gran parte dei terreni della regione si sono stimati contenuti idrici volumetrici prossimi ai minimi assoluti degli ultimi 15 anni, valori lievemente superiori alla norma sono calcolati nella pianura piacentina e limitrofa parmense a seguito delle precipitazioni del mese. Un riepilogo mensile dei caratteri termo - pluviometrici medi relative alla prima parte dell anno meteorologico 2017 è riportata di seguito nelle figg Precipitazioni totali periodo dicembre - agosto; mm somma 17 clima San Cassiano s.l. Bologna Ferrara Mesola Villanova d'arda Figura 4. legenda: somma 17: cumulata relativa al periodo dicembre 2016 agosto 2017; clima: media delle cumulate relative all ultimo quindicennio.

6 200 Scarto percentuale (%) delle precipitazioni dicembre agosto 2017 vs media climatica (%) San Cassiano s.l. Bologna Ferrara Mesola Villanova d'arda -100 D G F M A M G L A Figura 5 16,0 Temperature medie periodo dicembre - agosto; C 15,0 14,0 13,0 12,0 MED CLIM MED 17 11,0 10,0 San Cassiano S.L. Bologna Ferrara Mesola Villanova d'arda

7 Figura 6: legenda: : valori medi dell ultimo quindicennio; MED: valori medi del periodo dicembre 2016 agosto Temperature medie mensili ; C SAN CASSIANO SUL LAMONE BOLOGNA URBANA FERRARA URBANA MESOLA VILLANOVA D'ARDA D G F M A M G L A Figura 7: legenda: med17: media dei mesi dicembre agosto 2017; medclim: media delle temperature mensili relative all ultimo quindicennio.

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