IL MERCATO DEL LAVORO IN PROVINCIA DI BERGAMO

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1 Settore Istruzione, Formazione, Lavoro e Attività produttive IL MERCATO DEL LAVORO IN PROVINCIA DI BERGAMO A cura dell Osservatorio provinciale del mercato del lavoro

2 Il rapporto è stato elaborato con la collaborazione del Comitato Tecnico-operativo dell Osservatorio provinciale del mercato del lavoro: Elena Gotti Paolo Longoni Samuele Rota Silvia Spreafico e con il supporto del Servizio Lavoro del Settore Istruzione, Formazione, Lavoro e Attività produttive della Provincia di Bergamo novembre 2007 Ogni parte della presente pubblicazione può essere riprodotta con qualsiasi mezzo, formato o supporto comprese le fotocopie, la scansione, la memorizzazione elettronica, la messa a disposizione del pubblico con qualsiasi mezzo (anche online), la traduzione, l adattamento totale o parziale a condizione che ne sia citata la fonte. Ulteriori informazioni si possono trovare consultando il sito Internet o inviando una all indirizzo segreteria.lavoro@provincia.bergamo.it 2

3 Indice Introduzione Il sistema economico produttivo bergamasco La struttura demografica Il mercato del lavoro in provincia di Bergamo Forze lavoro e occupati Addetti e unità locali d impresa tra 2001 e 2004 nelle circoscrizioni dei Centri per l impiego Le assunzioni in provincia di Bergamo Potenzialità e limiti dei dati dei Centri per l Impiego Avviamenti e lavoratori avviati Tipologie e modalità dei nuovi avviamenti Settori economici e qualifiche professionali degli avviamenti diretti e somministrati La durata dei rapporti di lavoro Le nuove forme contrattuali Le assunzioni nelle diverse aree territoriali della provincia Lavoratori dipendenti e collaboratori a Bergamo, in Lombardia e in Italia Flussi (degli avviamenti) e stock (dei dipendenti) Il lavoro parasubordinato L altro mondo del lavoro: pubblico, domestico, agricolo, autonomo I giovani, la formazione universitaria e lo stage a Bergamo Gli ammortizzatori sociali Gli accordi in deroga Allegati

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5 La comprensione delle dinamiche in atto nel mercato del lavoro locale costituisce il presupposto fondamentale per progettare e sviluppare interventi di politica del lavoro mirati ed efficaci, in grado di rispondere concretamente alle difficoltà che incontrano alcuni soggetti nel percorso di inserimento e reinserimento nel mondo del lavoro. In questo quadro, la Provincia di Bergamo, di concerto con le parti sociali, ha promosso, nell ottobre del 2006, la costituzione dell Osservatorio provinciale del mercato del lavoro, un organo che opera in sinergia con tutti i principali attori del mercato del lavoro locale per supportare la programmazione delle misure di politica del lavoro nei termini di maggiore rispondenza ai fabbisogni del territorio, dei lavoratori e delle imprese. Il presente rapporto rappresenta, in questo senso, il primo prodotto di lettura e analisi dell Osservatorio e si pone come obiettivo primario quello di delineare le tendenze in atto nel sistema socio-economico locale e i tratti caratterizzanti l attuale mercato del lavoro. Nel rapporto si prova a far dialogare banche dati differenti e informazioni di diversa natura al fine di fornire al lettore, sia esso un esperto del mercato del lavoro, un operatore, uno studioso, così come un lavoratore o un imprenditore, un quadro abbastanza completo in grado di favorire la comprensione dei fenomeni in corso. L Assessore all Istruzione, Formazione e Lavoro Giuliano Capetti Il Presidente della Provincia di Bergamo Valerio Bettoni 5

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7 Introduzione Questo rapporto nasce nell ambito delle attività dell Osservatorio provinciale del mercato del lavoro e si pone come strumento, rivolto in particolare agli operatori del settore, di supporto e approfondimento per la comprensione delle dinamiche che caratterizzano il mercato del lavoro locale. L Osservatorio provinciale del mercato del lavoro, costituito nell ottobre 2006, presso l Assessorato all Istruzione, Formazione e Lavoro della Provincia di Bergamo, si propone quale strumento di analisi e monitoraggio del sistema economico-produttivo e occupazionale bergamasco. La sua istituzione è da porre in relazione all esigenza dell Amministrazione pubblica di individuare e comprendere le dinamiche del mercato del lavoro locale per predisporre interventi di politica formativa e del lavoro mirati e efficaci. L Osservatorio ha al proprio interno, organizzati in un Comitato scientifico, tutti i principali attori che operano sul territorio nell ambito delle politiche educative e del lavoro 1 e opera, di concerto con il Servizio lavoro della Provincia, attraverso un Comitato operativo costituto da consulenti esperti del mercato del lavoro locale e delle sue dinamiche. In questa fase di avvio dell Osservatorio provinciale, l attività del Comitato operativo è stata volta prioritariamente a individuare schemi di lettura e analisi dei dati provenienti dai Centri per l impiego della Provincia, anche alla luce del recente passaggio dal sistema di elaborazione Prolabor a Sintesi 2. Questi dati, di tipo amministrativo, consentono di comprendere alcune delle dinamiche del mercato del lavoro locale, in particolare per quanto concerne le assunzioni e le cessazioni di personale nelle imprese del territorio, fornendo informazioni riguardanti le tipologie contrattuali utilizzate, il settore economico, le qualifiche, ecc. Il Comitato operativo ha inoltre promosso un azione di studio e rielaborazione delle principali banche dati fruibili a livello locale, anche attraverso il confronto con i dati resi disponibili dagli enti del territorio. Tra le funzioni dell Osservatorio provinciale rientra anche il monitoraggio delle situazioni di crisi aziendali, settoriali e territoriali, attraverso la lettura dell andamento dell utilizzo degli ammortizzatori sociali (anche in deroga) e degli interventi messi in campo per favorire l occupabilità dei lavoratori a rischio esclusione. Le attività di studio dell Osservatorio provinciale sono principalmente dirette a delineare l andamento della domanda e le sue peculiarità, le caratteristiche dell offerta di lavoro e gli strumenti atti a favorire il loro incontro. In particolare, per quanto concerne il lato della domanda, fino a questo momento poco indagato, si ritiene necessario investire su studi e analisi in grado di far emergere i fabbisogni formativi e professionali delle imprese del territorio, in modo da predisporre azioni di politica attiva maggiormente mirate alle esigenze locali. Il rapporto è organizzato in 7 capitoli. Dopo una breve analisi del sistema economicoproduttivo bergamasco (1 capitolo) e un approfondimento inerente la popolazione e i cambiamenti demografici degli ultimi anni (2 capitolo), saranno presentati i dati relativi al 2006 del mercato del lavoro bergamasco, a partire dai dati sulle forze lavoro e sulla struttura occupazionale provinciale e lombarda (3 capitolo). Saranno poi analizzati i movimenti registrati presso i Centri per l impiego della Provincia, in termini di assunzioni realizzate nel corso degli ultimi anni, (4 capitolo). Nel 5 capitolo la struttura e le caratteristiche 1 Il Comitato scientifico è composto da: organizzazioni sindacali, associazioni di categoria, enti bilaterali, Anmil, Inps, Inail, Direzione provinciale del lavoro, Università di Bergamo, Ufficio scolastico provinciale, Cciaa di Bergamo, Ordine dei consulenti del lavoro della Provincia di Bergamo, Agenzia regionale per l istruzione, la formazione e il lavoro, Consigliera di parità. 2 Sintesi è il Sistema integrato dei servizi per l impiego adottato dalle province lombarde e realizzato in collaborazione con Regione Lombardia, Regione Puglia, province pugliesi, Provincia di Catanzaro, Inail, Unioncamere e Cciaa di Milano, cofinanziato dal Ministero per l Innovazione e le Tecnologie con i fondi dell e-government. Il progetto prevede la realizzazione del livello provinciale del Sistema informativo lavoro (Sil) e dei moduli necessari per l interconnessione con il sistema informativo regionale e nazionale. Per ulteriori informazioni si veda: (sezione Rete province); (Settore Istruzione, Formazione, Lavoro e Att. Produttive). 7

8 dell occupazione dipendente in provincia vengono confrontate con la Lombardia, l Italia e una rappresentazione cartografica delle province italiane. Nel sesto capitolo, sarà proposto un sintetico focus rispetto l utilizzo dello stage tra i giovani universitari e laureati della provincia di Bergamo al fine di evidenziare l utilità dello strumento nei percorsi di inserimento lavorativo. Nel settimo capitolo, infine, sarà presentata una sintetica analisi degli ammortizzatori sociali in deroga utilizzati dalle imprese artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti nel biennio

9 1. Il sistema economico produttivo bergamasco Il 2006 è stato per l economia bergamasca, come per l Italia nel suo complesso, l anno della ripresa. L inversione del ciclo, che si era già manifestata sul finire del 2005, si è progressivamente consolidata. Nel corso del 2006 il Prodotto interno lordo (Pil) nazionale è cresciuto dell 1,9%, in netto progresso dopo la variazione nulla del 2005 e una prolungata stagnazione durata oltre quattro anni. La ripresa si innesta in un quadro di continua espansione della domanda internazionale, trainata dai paesi emergenti, e in un contesto di ritrovato dinamismo dell economia europea. Nel 2006 le esportazioni dell area Euro sono cresciute a ritmi tra i più elevati degli ultimi anni: la buona performance europea, in particolare, è trainata dalla crescita dell industria tedesca grazie ad un miglioramento strutturale di produttività, competitività e investimenti in Germania. Il divario di crescita tra l Italia e i partner europei resta tuttavia ampio: in termini di tasso di crescita del Pil il differenziale negativo con l area Euro è intorno a un punto percentuale. La ripresa italiana è significativa nell industria, con un relativo avvicinamento ai tassi di crescita della produzione dell area Euro, ma ancora insufficiente nei servizi. La ripresa è stata alimentata, in particolare, dai consumi e dagli investimenti, in crescita moderata; il contributo della domanda estera è tornato, se pur di poco, positivo, così come nell area Euro. La ripresa dell export italiano nel corso del 2006 non ha tuttavia risolto i problemi strutturali di competitività del made in Italy e di erosione delle sue quote sul mercato internazionale. Il processo di aggiustamento all interno del settore industriale è destinato a continuare sia sotto l aspetto di una selezione di mercato delle produzioni meno competitive sia sotto quello di un più intenso dinamismo delle strategie di internazionalizzazione delle imprese. In ambito nazionale, la tenuta della ripresa si giocherà soprattutto su consumi privati e investimenti, i primi in funzione di una crescita del reddito disponibile e della spesa delle famiglie, i secondi in connessione con un miglioramento del clima di fiducia del sistema delle imprese e una capacità di intraprendere la strada dell innovazione nell industria e nei servizi. L economia bergamasca ha reagito più rapidamente di quella nazionale al miglioramento del ciclo economico, già nell ultimo scorcio del Nel corso del 2006 la produzione industriale media è cresciuta del +4,3%, recuperando in un solo anno più dell intera perdita accumulata nel quinquennio precedente e le prime indicazioni del 2007 vedono ancora un andamento sostenuto di produzione e domanda. Le esportazioni originate da Bergamo sono state pari nel 2006 a milioni di euro con un aumento dell 11,6% rispetto all anno precedente. Il sistema delle imprese è complessivamente cresciuto nel corso del 2006: a fine anno le imprese registrate in provincia di Bergamo sono oltre 92mila e il saldo tra nuove iscrizioni (7.100) e cessazioni (5.800) nell anno è positivo. Al settembre 2007 le imprese registrate hanno superato le 93mila unità. (tab.1). Nella prima parte del 2007, la fase espansiva del ciclo economico in provincia è continuata pur con un rallentamento della dinamica. In particolare sono cresciute ancora le esportazioni (+13,3% rispetto allo stesso periodo del 2006) e i settori, come la meccanica, agganciati alla ripresa dell area euro e al ritmo ancora sostenuto della domanda internazionale. La tenuta dell economia provinciale e del suo mercato del lavoro, dopo un lungo periodo di stasi del ciclo economico, ha visto un bilanciamento complessivo tra ristrutturazione dell industria che ha accresciuto la propria produttività media al prezzo di una riduzione dell occupazione direttamente manifatturiera -, forte crescita in funzione anticiclica del settore dell edilizia grazie a un prolungato boom del mercato immobiliare e delle nuove costruzioni e sviluppo dell intero arcipelago dei servizi e dell occupazione nel terziario. Su quest ultimo aspetto stiamo assistendo ad un espansione del ruolo direzionale e terziario dell area di Bergamo, intesa non solo come il Comune capoluogo e il suo hinterland ma come un sistema locale integrato dell intero ambito pedemontano, urbano e della pianura, che si caratterizza come piattaforma produttiva e polo logistico, anche aeroportuale, del sistema d impresa lombardo. Sono in corso processi di crescita di dimensioni e di relazioni delle imprese che 9

10 stimolano lo sviluppo di un terziario avanzato, di servizi per la produzione, del marketing e della finanza. Considerando l evoluzione nel periodo più recente ( ) del sistema delle imprese per circoscrizione territoriale, si nota come al forte sviluppo del sistema locale appena citato si contrappone la stazionarietà delle aree delle Valli Seriana e Brembana (e in misura minore, dell Alto Sebino): un saldo di poche decine di unità nello stock di imprese registrate comprese forme giuridiche e d impresa sulla carta, come le immobiliari su beni propri o le società finanziarie significa di fatto una contrazione della base imprenditoriale attiva. È probabile che la crescita continua delle imprese individuali nell edilizia, che in tutte le circoscrizioni ha contribuito positivamente alla tenuta del sistema economico, rifletta anche, in misura difficile da quantificare, un incremento di prestazioni d opera dotate di scarsa autonomia contrattuale e riconducibili a forme di lavoro subalterno con partita IVA. Gli squilibri territoriali nel tessuto economico della provincia si sono tuttavia acuiti nel corso degli ultimi anni. Si conferma un generale rallentamento delle aree montane e un maggior dinamismo della fascia pedemontana e delle aree della pianura, soprattutto sul versante est del territorio bergamasco. Tab. 1 - Registro Imprese di Bergamo per sezioni e divisioni di attività economica SEZIONI E DIVISIONI DI ATTIVITA' A Agricoltura, caccia e silvicoltura B Pesca,piscicoltura e servizi connessi C Attività estrattive DA15 Industrie alimentari e delle bevande DB17 Industrie tessili DB18 Confez.articoli vestiario;prep.pellicce DC19 Prep.e concia cuoio;fabbr.artic.viaggio DD20 Ind.legno,esclusi mobili;fabbr.in paglia DE21 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta DE22 Editoria,stampa e riprod.supp.registrati DF23 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari DG24 Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche DH25 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche DI26 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif DJ27 Produzione di metalli e loro leghe DJ28 Fabbric.e lav.prod.metallo,escl. macchine DK29 Fabbric.macchine ed appar. mecc.,instal DL30 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori DL31 Fabbric.di macchine ed appar.elettr. n.c.a DL32 Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic DL33 Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici DM34 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim DM35 Fabbric.di altri mezzi di trasporto DN36 Fabbric.mobili;altre industrie manifatturiere DN37 Recupero e preparaz.per il riciclaggio D Attività manifatturiere E 40 Produz.energia elettr.,gas,acqua calda E 41 Raccolta,depurazione e distribuzione acqua F Costruzioni G 50 Comm.,manut.e rip.autov.e motocicli G 51 Comm.ingr.e interm.del comm.escl.autov G 52 Comm.dett.escl.autov.;rip.beni pers G Commercio H Alberghi e ristoranti I 60 Trasporti terrestri;trasp.mediante condotta I 63 Attivita' ausiliarie dei trasp.;agenzie viaggio I 64 Poste e telecomunicazioni J 65 Interm.mon.e finanz.(escl.assic.e fondi p.) J 66 Assic.e fondi pens.(escl.ass.soc.obbl.) J 67 Attivita' ausil.intermediazione finanziaria K 70 Attivita' immobiliari K 71 Noleggio macc.e attrezz.senza operat K 72 Informatica e attivita' connesse K 73 Ricerca e sviluppo K 74 Altre attivita' professionali e imprendit M Istruzione N Sanita' e altri servizi sociali O 90 Smaltim.rifiuti solidi,acque di scarico e sim O 92 Attivita' ricreative,culturali e sportive O 93 Altre attivita' dei servizi Nc Imprese non classificate Tot TOTALE Fonte: Unioncamere, Movimprese,

11 Tab. 2 - Imprese registrate a fine anno 2004 e 2006 per Sezioni di attività Economica aggregate (ATECO2002) Imprese registrate 31/12/2006 Pubblici Servizi alle Servizi Servizi Agricoltura Industria Edilizia Commercio esercizi imprese collettivi personali N.C. TOTALE CPI AB CDE F G H IJK LMN OPQ X Albino Bergamo Clusone Grumello Lovere Ponte S.Pietro Romano di L.dia Trescore Treviglio Zogno Tot. Prov. Bg Imprese registrate 31/12/2004 Pubblici Servizi alle Servizi Servizi Agricoltura Industria Edilizia Commercio esercizi imprese collettivi personali N.C. TOTALE CPI AB CDE F G H IJK LMN OPQ X Albino Bergamo Clusone Grumello Lovere Ponte S.Pietro Romano di L.dia Trescore Treviglio Zogno Tot. Prov. Bg Saldo in valori assoluti Pubblici Servizi alle Servizi Servizi Agricoltura Industria Edilizia Commercio esercizi imprese collettivi personali N.C. TOTALE CPI AB CDE F G H IJK LMN OPQ X Albino Bergamo Clusone Grumello Lovere Ponte S.Pietro Romano di L.dia Trescore Treviglio Zogno Tot. Prov. Bg Variazione % 2006/2004 Pubblici Servizi alle Servizi Servizi Agricoltura Industria Edilizia Commercio esercizi imprese collettivi personali N.C. TOTALE CPI AB CDE F G H IJK LMN OPQ X Albino -2,6-4,1 1,2 0,7 2,2 3,6 8,3 1,1 3,8 0,5 Bergamo 0,6 0,3 6,2-1,4 5,2 8,3 10,4 2,3 1,1 3,3 Clusone -0,9-0,3 4,6-1,0-2,5 3,2 16,7-3,7 11,9 1,4 Grumello -1,2 0,5 4,6 1,9 1,8 8,6 39,1 1,1 9,6 3,3 Lovere -0,5 1,9 4,9-2,5 2,3 8,7 0,0 6,2 2,2 2,7 Ponte S.Pietro 3,6 0,4 4,6 2,8 4,0 8,6 20,5 3,0 4,3 4,0 Romano di L.dia -1,3-1,9 7,3-0,7 12,9 11,5 18,8 2,7 1,1 3,8 Trescore 1,7 1,9 8,0 2,2 3,1 9,4 3,7 4,8 5,3 5,0 Treviglio -1,4-0,9 7,7 0,4 0,0 9,1 20,5 4,0 11,3 3,8 Zogno -3,1-1,7 6,3-1,6-0,8 1,7-2,9 3,7-0,5 1,0 Tot. Prov. Bg -0,7-0,5 5,7-0,1 2,7 7,8 12,7 2,5 4,0 3,0 Fonte : elaborazioni su dati Infocamere-Camera di Commercio IAA Bergamo 11

12 2. La struttura demografica Alcuni dei principali fattori di crescita dell economia e del mercato del lavoro in provincia di Bergamo, così come alcune delle sue difficoltà, possono essere lette nell evoluzione recente della demografia della provincia stessa. Il bilancio demografico della popolazione residente al conta in provincia di Bergamo abitanti ( maschi, femmine) con una crescita del +1,06%, un tasso tra i più elevati a livello nazionale. L aumento della popolazione può essere posto in relazione a diversi fattori. I bilanci demografici provinciali consentono di cogliere l evoluzione della demografia degli ultimi 4 anni (1 gennaio gennaio 2006). L influenza dei provvedimenti di regolarizzazione dei lavoratori stranieri, a seguito della Legge Bossi-Fini del 2002, è di tutta evidenza, soprattutto nel 2003 e nel Il confronto tra Bergamo e i corrispondenti dati medi a livello regionale e nazionale evidenzia una dinamica demografica molto più sostenuta a Bergamo sia nella componente del saldo naturale (nati - morti) che in quella migratoria (trasferimenti di residenza all interno della provincia al netto delle uscite). Complessivamente la crescita totale della popolazione a Bergamo tra il 2002 e il 2006 è avvenuta ad un tasso medio annuo (14,2 per mille abitanti), quasi doppio rispetto alla media nazionale (7,7) e sensibilmente e costantemente più elevato della media lombarda (11,7). In specifico, Bergamo ha un tasso di crescita naturale stabilmente e significativamente più elevato rispetto alla Lombardia e all Italia. Il tasso medio annuo tra il 2003 e il 2006 è a Bergamo del +2,45 per mille contro il +0,65 della Lombardia e il -0,17 per mille dell Italia. Il tasso di natalità della provincia di Bergamo al 2006 (10,9 nati per mille abitanti) è tra i più alti a livello nazionale, mentre il tasso di mortalità (8,2 per mille abitanti) è inferiore sia alla media regionale che a quella nazionale (tab. 3 e 4) 3. Tab. 3 Tassi generici di natalità, mortalità e nuzialità, , per abitanti Natalità media annua Bergamo 10,6 10,9 10,6 10,9 10,7 Lombardia 9,5 10 9,8 10 9,8 Italia 9,4 9,7 9,5 9,5 9,5 Mortalità media annua Bergamo 9 7,8 8,2 8,2 8,3 Lombardia 9,8 8,9 9,1 8,9 9,2 Italia 10,2 9,4 9,7 9,5 9,7 Nuzialità media annua Bergamo 4, ,1 4,1 Lombardia 4 3,8 3,7 3,8 3,8 Italia 4,5 4,3 4,3 4,2 4,3 Fonte: Istat 3 Il tasso di natalità è dato dal rapporto tra il numero dei nati vivi dell'anno e l'ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000; il tasso di mortalità è il rapporto tra il numero dei decessi nell'anno e l'ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000; il tasso di nuzialità è la somma dei quozienti specifici di nuzialità degli sposi calcolati rapportando, per ogni età tra i 16 e i 49 anni, il numero di matrimoni all'ammontare medio annuo della popolazione, moltiplicato per Il tasso di crescita naturale è dato dalla differenza tra il tasso di natalità ed il tasso di mortalità; il saldo migratorio totale è dato dalla differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici dei residenti; il tasso di crescita totale è dato dalla somma del tasso di crescita naturale e del tasso migratorio totale 12

13 Tab. 4 Bilanci demografici , per abitanti Crescita Naturale media annua Bergamo 1,6 3,1 2,4 2,7 2,45 Lombardia -0,3 1,1 0,7 1,1 0,65 Italia -0,8 0,3-0,2 0-0,175 Saldo Migratorio totale media annua Bergamo 15,4 15,3 8,5 7,8 11,75 Lombardia 15,3 14,6 8 6,3 11,05 Italia 10,6 9,6 5,2 6,2 7,9 Crescita Totale media annua Bergamo 17 18,4 10,9 10,5 14,2 Lombardia 15 15,7 8,7 7,4 11,7 Italia 9,8 9,9 5 6,2 7,725 Fonte : Istat Il saldo migratorio totale medio negli anni è a Bergamo di 11,75 per mille abitanti, superiore al dato medio lombardo (11) e nazionale (7,9). Scomponendo il saldo migratorio, il saldo netto con l estero è stato nella media dei 4 anni a Bergamo leggermente inferiore al dato lombardo (7,9 contro 8,2 per mille abitanti) e superiore al dato italiano (5,4); il saldo migratorio interno è stato in media molto più elevato a Bergamo (4 per mille) che in Lombardia (1,5), dove il dato regionale è condizionato dal saldo negativo della provincia di Milano (tab. 5) 4. 4 Il saldo migratorio interno rappresenta la differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza da un altro comune italiano ed il numero dei cancellati per trasferimento di residenza in un altro comune italiano; il saldo migratorio con l'estero è dato dalla differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza dall'estero ed il numero dei cancellati per trasferimento di residenza all'estero; il saldo migratorio per altri motivi è la differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici dei residenti dovuto ad altri motivi; il saldo migratorio totale è dato dalla differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici dei residenti. 13

14 Tab. 5 Tassi generici di migratorietà per provincia (per abitanti) Bergamo 3,9 4,9 3,5 3,9 Lombardia 1,2 2 1,3 1,7 ITALIA 0,6 0,4 0,1 0, Saldo migratorio interno (*) Saldo migratorio con l estero Bergamo 10,8 10,4 6 4,7 Lombardia 9,4 11 6,7 5,6 ITALIA 7,1 6,5 4,4 3,7 Saldo migratorio per altro motivo Bergamo 0, ,8 Lombardia 4,7 1,7-0,1-1 ITALIA 2,9 2,6 0,6 2,2 media annua 2003/2006 4,05 1,55 0,35 media annua 2003/2006 7,975 8,175 5,425 media annua 2003/2006-0,275 1,325 2,075 Saldo migratorio totale media annua 2003/2006 Bergamo 15,4 15,3 8,5 7,8 11,75 Lombardia 15,3 14,6 8 6,3 11,05 ITALIA 10,6 9,6 5,2 6,2 7,9 *: Il fatto che per l Italia il saldo migratorio interno non risulti nullo è dovuto allo sfasamento temporale di uno stesso evento che viene contabilizzato da comuni diversi in momenti diversi. Fonte : Istat. La provincia di Bergamo attrae i lavoratori e i loro familiari dall estero 5 in misura molto sostenuta, su ritmi simili alla media della Lombardia e superiori alla media nazionale. A questo saldo con l estero si aggiunge un saldo interno consistente da altre province che riguarda in buona parte la stessa componente straniera e che, in ambito lombardo, è determinato anche da un effetto di drenaggio della popolazione milanese - che ha saldi migratori interni costantemente negativi, anche nel bilancio demografico dei cittadini stranieri - da parte delle province limitrofe. Lo stesso favorevole tasso di natalità risente di una natalità più alta tra gli stranieri: 26,8 nati per mille stranieri residenti a Bergamo nel 2006 contro un tasso medio regionale del 24,2 e nazionale del 21,6. (demo.istat.it: Cittadini Stranieri. Bilancio demografico anno 2006). Bergamo, in specifico il Sistema Locale del Lavoro di Bergamo che va dalla fascia pedemontana centrale fino all intera bassa bergamasca, fa parte di quelli definiti nell ultimo Rapporto Istat 6 come sistemi fortemente attrattori di popolazione e lavoro, al centro della Lombardia. Nonostante la popolazione della provincia di Bergamo sia mediamente più giovane, rispetto ai dati nazionali e regionali, e gli indici di vecchiaia e di dipendenza (vedasi oltre) siano su valori relativamente più bassi, la riduzione delle classi giovanili cruciali nella fascia d ingresso sul mercato del lavoro è marcata: tra il 2002 e il 2006 i giovani tra i 15 e i 29 anni sono diminuiti di oltre unità e la loro quota sul totale della popolazione è passata dal 18,6% al 16,7%. Ipotizzando un trend demografico futuro simile a quello previsto da Istat 7 per la Lombardia nello scenario alternativo migliore (ipotesi alta in presenza di crescita economica 5 Il recente Rapporto sull immigrazione della Provincia di Bergamo stima che gli stranieri presenti sul territorio a luglio 2006 siano Istat, Rapporto annuale 2006, p Istat, Previsioni regionali della popolazione residente

15 vivace, ripresa della fecondità, forte immigrazione) si giungerebbe comunque già nel 2011, rispetto al 2006, ad un ulteriore riduzione di un punto percentuale della quota dei giovani tra 15 e 29 anni sul totale. Tab. 6 Popolazione residente in provincia di Bergamo a inizio anno per classe d età Classe d età Diff > Totale % Diff ,7 14,8 14,8 14,9 15 0, ,9 10,6 10,3 10,2 10,1-0, ,7 7,4 7,2 7 6,6-1, ,6 17,6 17,6 17,5 17,2-0, ,3 21,5 21,7 21,9 22,2 0, ,9 11,9 11,9 11,9 11,8 0 > 65 15,9 16,2 16,4 16,7 17 1,1 Totale Fonte : elaborazione su dati Istat. L evoluzione demografica presenta caratteristiche diverse negli ambiti territoriali della provincia; le aree montane e delle Valli sono caratterizzate da una dinamica molto più contenuta rispetto alle zone pedecollinari e della pianura. Nei quattro anni tra gennaio 2002 e gennaio 2006 la popolazione residente in provincia è aumentata di oltre 60mila unità (+6,2%), con un contributo positivo di (+1%) del saldo naturale e di oltre 50mila (+5,2%) del saldo migratorio. Le circoscrizioni dei Centri per l impiego vedono una netta divaricazione tra quelle che crescono molto più della media provinciale (Trescore Balneario +10,5% e, tutte con incrementi superiori al 8%, Treviglio, Ponte San Pietro, Grumello del Monte e Romano di Lombardia) e quelle molto al di sotto della media (Zogno +2,2%, Lovere, Albino e Clusone tra il 3,3 e il 3,9%), mentre l area baricentrica di Bergamo cresce del +5,3%. Tab. 7 - Bilancio demografico 1 gennaio gennaio 2006 per Centro per l'impiego. CPI Popolaz.1/ 1/2002 Popolaz. 1/1/2006 Saldo naturale cumulato Saldo migratorio comulato Saldo totale Saldo Saldo naturale in migratorio in % % Variazione totale % Albino ,3 3,4 3,7 Bergamo ,8 4,5 5,3 Clusone ,1 3,4 3,3 Grumello ,2 8,2 Lovere ,2 3,8 3,9 Ponte S.Pietro ,3 6,9 8,3 Romano L.dia ,3 6,8 8,1 Trescore ,4 8,1 10,5 Treviglio ,1 7,3 8,4 Zogno ,6 1,6 2,2 TOTALE ,0 5,2 6,2 Fonte : elaborazione su dati Istat. 15

16 Il contributo del saldo naturale è intorno allo zero nelle circoscrizioni di Clusone (-0,1), Lovere (0,2) e Albino (0,3) e leggermente sopra lo zero a Zogno (0,6) e Bergamo (0,8); è maggiore, invece, laddove è più sostenuto il contributo del saldo migratorio, come a Trescore Balneario (2,4). Gli indici demografici sintetizzano le tendenze evolutive delle subaree della provincia. L indice di vecchiaia che rapporta gli ultrasessantacinquenni ai minori di 14anni aumenta complessivamente in provincia dal gennaio 2002 al gennaio 2006 da 108 a 113,3. A Trescore Balneario è sensibilmente al di sotto della media provinciale e resta abbastanza stabile intorno a quota 84. È al di sotto di 100 anche a Grumello (91,2 a inizio 2006) e in risalita poco oltre il 100 a Ponte San Pietro e Romano. Nell area di Lovere, invece, l indice è più elevato con oltre 139 anziani ogni 100 minori di 14 anni. Seguono Clusone (127,9), Bergamo (126,7) Albino (123,9) e Zogno (122,2). L Indice di dipendenza che rapporta minori e anziani alla popolazione in età di lavoro è massimo all inizio del 2006 a Zogno (50,8) e Lovere (50,7), e minore a Romano (43,8) Grumello (44,1) e Ponte (44,4). La media provinciale cresce dal 44,2 del 2002 al 47,2 del L Indice di ricambio della forza lavoro che rapporta le coorti di età anni e anni cioè le persone ai due estremi della fascia dell età lavorativa è a livello provinciale in miglioramento: dopo essere cresciuto al 121,7 nel 2003 scende al 109,6 nel In particolare, è al di sotto di 100 a Trescore Balneario (92,4), Grumello (94) e Romano (95,3), mentre è elevato a Lovere (144,4) e in netto miglioramento a Bergamo (120,9). Tab. 8 - Indici demografici per circoscrizioni dei Centri per l'impiego della provincia di Bergamo Indice vecchiaia (Pop oltre 65 anni/pop 0-14 anni X 100) 1_1_02 1_1_03 1_1_04 1_1_05 1_1_06 Albino 114,0 116,1 119,0 122,3 123,9 Bergamo 122,1 121,9 123,3 124,4 126,7 Clusone 117,4 119,3 121,8 123,3 127,9 Grumello del monte 89,6 89,7 89,8 89,8 91,2 Lovere 135,5 135,7 136,7 138,4 139,2 Ponte S.Pietro 94,6 95,4 97,8 99,1 100,6 Romano di L.dia 96,5 98,7 100,3 101,4 101,7 Trescore Balneario 84,3 84,5 83,4 83,6 84,9 Treviglio 102,7 103,9 105,6 106,7 107,0 Zogno 111,0 113,1 115,7 118,3 122,2 Provincia di Bergamo 108,0 108,8 110,4 111,7 113,3 Lombardia 138,1 138,9 140,4 141,5 142,5 Italia 131,4 133,8 135,9 137,8 139,9 Indice dipendenza (Pop e oltre)/ Pop X 100 1_1_02 1_1_03 1_1_04 1_1_05 1_1_06 Albino 46,1 46,7 47,3 48,2 49,1 Bergamo 46,0 46,9 47,6 48,3 49,6 Clusone 47,5 47,6 47,6 48,7 49,6 Grumello del monte 41,9 42,2 42,4 43,0 44,1 Lovere 46,9 47,9 48,3 49,6 50,7 Ponte S.Pietro 41,6 42,1 42,7 43,6 44,4 Romano di L.dia 41,1 42,0 42,1 42,9 43,8 Trescore Balneario 44,0 44,3 44,8 45,5 46,3 Treviglio 41,4 42,2 42,7 43,2 44,1 Zogno 47,5 48,0 48,7 49,7 50,8 Provincia di Bergamo 44,2 44,9 45,4 46,2 47,2 Lombardia 45,8 46,7 47,6 48,4 49,4 Italia 49,1 49,8 50,1 50,6 51,1 16

17 Indice di ricambio della popolazione attiva (pop / anni) 1_1_02 1_1_03 1_1_04 1_1_05 1_1_06 Albino 127,4 128,4 124,7 122,0 117,7 Bergamo 137,8 139,7 136,1 131,0 120,9 Clusone 120,4 122,6 119,4 116,9 113,1 Grumello del monte 97,6 101,6 102,6 100,2 94,0 Lovere 141,0 146,9 145,3 147,4 144,4 Ponte S.Pietro 110,6 112,2 109,4 106,8 101,4 Romano di L.dia 102,0 105,3 106,1 103,0 95,3 Trescore Balneario 100,3 101,9 99,5 98,2 92,4 Treviglio 117,7 120,4 116,4 113,7 106,5 Zogno 110,0 113,7 111,0 112,8 107,6 Provincia di Bergamo 119,3 121,7 119,1 116,5 109,6 Lombardia 148,6 144,8 139,0 130,0 Italia 118,7 116,7 113,5 108,6 % popolazione oltre 65 anni su popolazione totale 1_1_02 1_1_03 1_1_04 1_1_05 1_1_06 Albino 16,8 17,1 17,4 17,9 18,2 Bergamo 17,3 17,5 17,8 18,1 18,5 Clusone 17,4 17,5 17,7 18,1 18,6 Grumello del monte 13,9 14,0 14,1 14,2 14,6 Lovere 18,4 18,6 18,8 19,2 19,6 Ponte S.Pietro 14,3 14,5 14,8 15,1 15,4 Romano di L.dia 14,3 14,7 14,8 15,1 15,3 Trescore Balneario 14,0 14,0 14,1 14,2 14,5 Treviglio 14,8 15,1 15,4 15,6 15,8 Zogno 16,9 17,2 17,6 18,0 18,5 Provincia di Bergamo 15,9 16,1 16,4 16,7 17,0 Lombardia 18,2 18,5 18,8 19,1 19,4 Italia 18,7 19,0 19,2 19,5 19,7 Fonte : elaborazioni su dati Istat 17

18 3. Il mercato del lavoro in provincia di Bergamo 3.1 Forze lavoro e occupati Il miglioramento del ciclo economico europeo nel 2006 si è riflesso anche in una crescita sostenuta dell occupazione. Nell area dell Euro, in base a stime di contabilità nazionale, l occupazione è aumentata dell 1,4%, il tasso più elevato degli ultimi cinque anni. In Italia l allargamento della base occupazionale, in termini di unità di lavoro, è stato pari all 1,6%, leggermente al di sopra della media dell Unione Monetaria Europea. Considerando i 15 Paesi di più lunga appartenenza all Unione Europea, il tasso di occupazione è cresciuto in un decennio, tra il 1996 e il 2006, di quasi 6 punti percentuali avvicinandosi al 66%. In Italia il progresso è stato ancora più vistoso, di quasi 7 punti percentuali, ma non in grado di ridurre sensibilmente il divario rispetto al tasso europeo che è rimasto di circa 7 punti percentuali. L aumento della popolazione occupata, di poco più intenso del tasso di partecipazione, ha comunque comportato una riduzione del tasso di disoccupazione che, sempre nell arco del decennio , è diminuito di oltre 4 punti percentuali, portandosi al 6,8%, al di sotto del dato medio dell Unione Europea che è di poco superiore al 7%. I posti di lavoro creati nel 2006 a livello nazionale, in base alla Rilevazione continua delle Forze di Lavoro Istat, sono stati 425mila con una crescita complessiva dell occupazione, in termini di persone, pari al 1,9%. Di questi 381mila sono occupati alle dipendenze, aumentati del 2,3%; gli occupati indipendenti sono aumentati dello 0,7% - dopo la forte contrazione dell anno precedente - con una crescita di 44mila unità. A livello nazionale, i rapporti di lavoro temporanei, cioè l insieme dei contratti a termine con vincolo di subordinazione e delle collaborazioni coordinate e continuative, a progetto o occasionali, hanno contribuito alla crescita dell occupazione per oltre il 45 per cento, mentre un apporto di poco meno del 30% è venuto dagli stranieri assunti a tempo indeterminato 8. Gli occupati stranieri sono cresciuti nel 2006 del 15,3% con un incremento di 178mila unità. Nel 2006 la quota di lavoratori stranieri sul totale è salita al 5,9% a livello nazionale. L aumento dell occupazione nazionale è stato più sostenuto per le donne (+2,5%) rispetto agli uomini (+1,5%). La quota dell occupazione femminile è aumentata portandosi al 39,4% del totale degli occupati in Italia, ma il divario rispetto all Unione Europea (Ue 25) dove l occupazione femminile pesa per il 44,4% resta molto ampio. Se da un punto di vista della tipologia la crescita è trainata dal lavoro a termine, dagli stranieri e dall aumento dell occupazione femminile, dal punto di vista settoriale l occupazione aumenta soprattutto nei servizi (+2,8% corrispondente a 405mila unità in più) e in misura minore in agricoltura (+3,6% pari a 34mila unità). Nell industria in senso stretto l occupazione è invariata, con una compensazione tra diminuzione dei dipendenti e aumento degli indipendenti, mentre nelle costruzioni si è ridotta dopo una crescita ininterrotta dal 1999 dello 0,6% con 12mila occupati in meno. E il mercato del lavoro a Bergamo? In che misura condivide e su quali aspetti si discosta dal quadro nazionale? La Rilevazione continua delle Forze di Lavoro (nuova serie avviata nel 2004) fornisce anche dati medi regionali e provinciali. Mentre il dato regionale è statisticamente abbastanza robusto e dunque comparabile alla serie nazionale, il dato medio annuo provinciale risente di un errore campionario tanto più accentuato quanto più si scende nelle informazioni di dettaglio o si considerino le variazioni in serie storica che spesso presentano oscillazioni ampie da un anno all altro. Per questa ragione nel seguito si commenteranno i valori e i tassi medi relativi alle forze di lavoro in provincia di Bergamo al 2006 ma nel confronto temporale ci si riferirà preferibilmente alla variazione media annua del periodo L offerta di lavoro in provincia di Bergamo è più dinamica rispetto alla media regionale e nazionale: le forze di lavoro passano da 462mila nel 2004, a 474mila nel 2005, a 480mila nel 8 Istat, Rapporto Annuale

19 2006, con una variazione media annua del 2% (1,3% in Lombardia, 0,6% in Italia). Il divario tra i generi è tuttavia nettissimo: le forze lavoro maschili crescono nella media annua del 3% (1,3% in Lombardia, 0,7% in Italia), la componente femminile solo del +0,4% (1,3% in Lombardia, 0,5% in Italia). Tab. 9 - Forze di lavoro e tasso di attività anni (dati in migliaia e in percentuale). Forze di lavoro Tasso di attività anni Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALE Anno 2006 Bergamo ,5 54,2 67,7 Lombardia ,7 59,4 69,1 Italia ,6 50,8 62,7 Anno 2005 Bergamo ,3 54,3 67,7 Lombardia ,1 58,3 68,3 Italia ,4 50,4 62,4 Anno 2004 Bergamo ,7 66,6 Lombardia ,9 58,5 68,3 Italia ,5 50,6 62,5 Var % media annua delle forze di lavoro Maschi Femmine TOTALE Bergamo 3 0,4 2 Lombardia 1,3 1,3 1,3 Italia 0,7 0,5 0,6 Fonte : elaborazioni su dati Istat. I fattori demografici e, in particolare, la dinamica della popolazione di 15 anni e oltre, possono spiegare la variazione complessiva dell offerta di lavoro ma non l aggravarsi del divario di genere in provincia di Bergamo. Soprattutto nel corso dell ultimo anno, l incremento della forza lavoro in Italia come in Lombardia è stato trainato dalla componente femminile, una tendenza che invece non si riscontra affatto sul mercato del lavoro provinciale. Il differenziale tra il tasso di attività maschile e femminile continua ad essere a Bergamo molto ampio e risulterebbe leggermente peggiorato nell ultimo anno. Il tasso di attività maschile in provincia è all 80,5%, mentre quello femminile oscilla intorno al 54,2%: i 26,3 punti di scarto vanno confrontati con un differenziale di 19,3 punti in Lombardia e di 23,8 in Italia. È anche da ricordare il tratto dell evoluzione demografica attuale comune a Bergamo come nel resto del paese che riguarda l assottigliarsi della popolazione giovanile e il parallelo incremento di quella oltre i 55 anni di età (vedi tab.10). Si accentua progressivamente la difficoltà di garantire, dal punto di vista delle potenzialità demografiche, il ricambio della forza di lavoro, anche perché i dati nazionali dimostrano che il graduale slittamento verso età più avanzate dell uscita dalla vita attiva é controbilanciato da uno spostamento in avanti, per varie ragioni oltre a quelle riconducibili al prolungamento della scolarizzazione, dei tempi d ingresso nel mercato del lavoro dei giovani. 19

20 Tab Popolazione di 15 anni e oltre (dati in migliaia) TOTALE (di cui: femmine) e oltre Totale e oltre Totale anno 2006 Bergamo Lombardia Italia anno 2005 Bergamo Lombardia Italia anno 2004 Bergamo Lombardia Italia Var % media annua 2006/2004 Bergamo -0,4 1,6 1,9 1,5 1,6 1,2 1,4 1,3 Lombardia -0,4 0,9 1,9 1,1-0,6 0,7 1,7 1,0 Italia -0,7 0,7 1,6 0,8-0,9 0,6 1,5 0,8 Fonte: Istat Gli occupati medi nel 2006 a Bergamo sono stati 466mila (459mila nel 2005, 445mila nel 2004). La crescita dell occupazione è sostenuta: in un biennio l aumento sarebbe superiore alle 20mila unità, determinato però esclusivamente dalla componente maschile (290mila nel 2006, 284mila nel 2005, 270mila nel 2004). Le donne occupate restano tra il 2004 e il 2006 circa 176mila: questa stazionarietà segnala un ritardo rilevante di Bergamo rispetto al dato medio nazionale e regionale che vede invece, soprattutto nel 2006, un forte aumento dell occupazione femminile, superiore ai due punti e mezzo percentuali. Nella graduatoria nazionale delle province italiane (tab. 11) Bergamo si colloca al quarto posto per tasso di occupazione maschile nella classe di età anni (79,1%) ma scende al 57esimo posto nel corrispondente tasso di occupazione femminile (51,5%). Il differenziale (di 27,6 punti) di genere a Bergamo è il più ampio tra tutte le province del centro nord. 20

21 Tab Tassi di disoccupazione e di occupazione a confronto, 2006, valori% Tasso di disoccupazione per sesso e provincia - media annua 2006 Tasso di occupazione anni per sesso e provincia - media annua 2006 Ordinamento crescente Ordinamento decrescente Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine Maschi e femmine 1 Treviso 1,6 Belluno 2,3 Belluno 2,3 Reggio 80,0 Bologna 66,1 Bologna 72,4 2 Mantova 1,7 Modena 3,2 Reggio 2,6 EBolzano- ili 79,8 Ravenna 65,3 Reggio 70,6 3 Lucca 1,7 Reggio E ili 3,2 Bolzano- 2,6 BLodi 79,8 Modena E ili 62,7 Parma 70,2 4 Bergamo E ili 1,7 Parma B 3,2 Piacenza 2,6 Bergamo 79,1 Parma 61,4 Ravenna 70,1 5 Piacenza 1,7 Bologna 3,5 Cuneo 2,7 Mantova 79,0 Reggio 60,8 Bolzano- 69,6 6 Verona 1,8 Bolzano- 3,6 Parma 2,7 Parma E ili 78,8 Milano B 60,5 Modena 69,3 7 Rovigo B 1,8 Cuneo 3,8 Modena 2,8 Treviso 78,8 Belluno 60,4 Cuneo 68,5 8 Cuneo 1,8 Aosta 3,8 Bologna 2,9 Bologna 78,6 Firenze 60,1 Milano 68,1 9 Trento 1,8 Piacenza 3,9 Bergamo 3,0 Varese 78,1 Cuneo 59,6 Firenze 67,7 10 Bolzano- 1,9 Vercelli 4,0 Aosta 3,0 Verona 78,1 Ferrara 59,5 Lodi 67,7 B 11 Gorizia 1,9 Pesaro- 4,2 Mantova 3,0 Forlì 77,8 Bolzano- 59,1 Varese 67,6 12 Lecco Ubi 2,0 Pisa 4,3 Trento 3,1 Lecco B 77,7 Aosta 58,5 Treviso 67,5 13 Lodi 2,0 Milano 4,4 Lucca 3,2 Rovigo 77,3 Siena 57,7 Belluno 67,1 14 Terni 2,1 Sondrio 4,5 Lecco 3,2 Cuneo 77,1 Ancona 57,5 Mantova 67,1 15 Reggio 2,1 Ravenna 4,6 Lodi 3,2 Macerata 76,8 Biella 57,4 Aosta 67,0 E ili 16 Trieste 2,2 Udine 4,6 Trieste 3,3 Brescia 76,7 Varese 57,0 Forlì 67,0 17 Belluno 2,2 Trieste 4,7 Ravenna 3,4 Vicenza 76,7 Vercelli 56,7 Verona 66,8 18 Parma 2,3 Trento 4,8 Udine 3,4 Padova 76,6 Pordenone 56,3 Lecco 66,6 19 Aosta 2,4 Brescia 4,8 Treviso 3,5 Piacenza 76,5 Novara 56,3 Pordenone 66,4 20 Bologna 2,4 Siena 4,9 Sondrio 3,5 Pordenone 76,2 Pesaro- 56,0 Piacenza 66,4 21 Ravenna 2,4 Lecco 5,0 Pisa 3,6 Rimini Ubi 76,1 Forlì 56,0 Ancona 66,3 22 Modena 2,5 Mantova 5,0 Gorizia 3,6 Grosseto 75,8 Piacenza 55,9 Biella 66,2 23 Livorno 2,5 Bergamo 5,0 Pesaro- 3,7 Novara 75,8 Rimini 55,7 Novara 66,2 24 Prato 2,5 Torino Ubi 5,0 Vicenza 3,7 Trento 75,8 Pistoia 55,7 Ferrara 66,1 25 Udine 2,5 Lodi 5,1 Vercelli 3,7 Modena 75,7 Treviso 55,6 Rimini 65,9 26 Savona 2,5 Como 5,1 Brescia 3,7 Arezzo 75,7 Torino 55,5 Bergamo 65,7 27 Varese 2,6 Lucca 5,1 Varese 3,8 Milano 75,6 Gorizia 55,3 Vicenza 65,6 28 Vicenza 2,7 Vicenza 5,2 Como 3,8 Firenze 75,4 Arezzo 55,2 Siena 65,5 29 Padova 2,8 Alessandria 5,2 Siena 3,9 Pisa 75,3 La Spezia 55,1 Arezzo 65,5 30 Ancona 2,8 Pordenone 5,2 Milano 3,9 Pistoia 75,2 Verona 55,1 Trento 65,4 31 Firenze 2,8 Varese 5,3 Pordenone 3,9 Aosta 75,2 Lodi 55,0 Pistoia 65,4 32 Verbania 2,8 Imperia 5,5 Imperia 4,0 Lucca 75,2 Lecco 55,0 Rovigo 65,3 33 Sondrio 2,8 Asti 5,5 Verona 4,0 Ancona 75,2 Mantova 54,7 Pesaro- 65,3 34 Perugia 2,8 Macerata 5,6 Ancona 4,0 Venezia 75,0 Trento Ubi 54,7 La Spezia 65,0 35 Como 2,8 Ancona 5,6 Macerata 4,0 Biella 75,0 Verbania 54,6 Macerata 64,9 36 Imperia 2,9 Gorizia 5,8 Torino 4,1 La Spezia 74,9 Perugia 54,5 Grosseto 64,7 37 Pavia 2,9 Rimini 6,0 Asti 4,2 Ravenna 74,9 Pavia 54,5 Brescia 64,6 38 Rimini 2,9 Verbania 6,1 Verbania 4,2 Savona 74,8 Como 54,4 Vercelli 64,5 39 Pordenone 2,9 Treviso 6,1 Rimini 4,2 Trieste 74,8 Trieste 54,2 Trieste 64,4 40 Arezzo 3,0 Pavia 6,2 Pavia 4,3 Cremona 74,6 Asti 54,2 Verbania 64,4 41 Macerata 3,0 La Spezia 6,2 Padova 4,3 Pesaro- 74,3 Udine 54,0 Lucca 64,4 42 Siena 3,0 Grosseto 6,3 Firenze 4,4 Sondrio Ubi 74,3 Vicenza 53,9 Perugia 64,3 43 Brescia 3,0 Biella 6,4 Rovigo 4,4 Prato 74,1 Grosseto 53,7 Padova 64,2 44 Cremona 3,0 Firenze 6,4 Cremona 4,5 Udine 74,1 Lucca 53,5 Udine 64,1 45 Pisa 3,1 Novara 6,4 Savona 4,5 Perugia 74,0 Alessandria 53,4 Como 64,1 46 Asti 3,2 Cremona 6,6 Alessandria 4,6 Verbania 74,0 Sondrio 53,2 Pavia 64,1 47 Pesaro- 3,2 Padova 6,6 Novara 4,7 Belluno 73,8 Prato 53,2 Cremona 64,1 Ubi 48 Venezia 3,2 L'Aquila 6,7 La Spezia 4,8 Asti 73,7 Cremona 53,0 Asti 64,0 49 Novara 3,4 Genova 6,7 Biella 4,8 Como 73,6 Rovigo 53,0 Sondrio 63,9 50 Torino 3,4 Ferrara 7,1 Terni 4,8 Pavia 73,5 Macerata 52,9 Gorizia 63,9 51 Milano 3,4 Savona 7,2 Arezzo 4,9 Alessandria 73,5 Savona 52,8 Pisa 63,9 52 Vercelli 3,5 Verona 7,2 Grosseto 5,0 Imperia 73,5 Pisa 52,4 Torino 63,8 53 Biella 3,7 Arezzo 7,4 Genova 5,1 Ascoli 73,3 Genova 52,2 Prato 63,8 54 La Spezia 3,7 Rieti 7,5 Venezia 5,1 Siena Pi 73,3 Brescia 51,8 Savona 63,8 55 Ascoli 3,7 Forlì 7,8 Perugia 5,2 Chieti 73,0 Padova 51,6 Alessandria 63,5 Pi 56 Forlì 3,7 Viterbo 7,8 Forlì 5,4 Ferrara 72,7 Imperia 51,5 Venezia 62,8 57 Genova 3,8 Venezia 7,8 Ferrara 5,5 Roma 72,5 Bergamo 51,5 Imperia 62,5 58 Teramo 4,0 Massa 8,1 L'Aquila 5,8 Teramo 72,5 Roma 51,0 Roma 61,4 59 Chieti 4,0 Rovigo 8,2 Prato 5,9 Torino 72,2 Venezia 50,4 Genova 61,2 60 Grosseto 4,1 Terni 8,3 Livorno 5,9 Gorizia 72,1 Terni 50,3 Ascoli 60,7 61 Alessandria 4,1 Perugia 8,3 Chieti 5,9 Livorno 72,1 Massa Pi 49,2 Massa 60,2 62 Ferrara 4,3 ITALIA 8,8 Rieti 5,9 Vercelli 72,0 L'Aquila 48,3 Livorno 59,9 63 Pistoia 4,4 Chieti 8,9 Teramo 6,5 Ragusa 71,2 Ascoli 48,1 Teramo 59,3 64 Ragusa 4,8 Roma 9,1 Ascoli 6,5 Massa Pi 71,0 Livorno 48,0 Chieti 58,9 65 Rieti 4,9 Pistoia Pi 9,9 Ragusa 6,7 ITALIA 70,5 Rieti 47,9 Terni 58,7 66 L'Aquila 5,1 Ragusa 9,9 ITALIA 6,8 Genova 70,4 ITALIA 46,3 Rieti 58,5 67 ITALIA 5,4 Teramo 10,2 Pistoia 6,8 Latina 70,4 Teramo 46,0 ITALIA 58,4 68 Pescara 5,5 Prato 10,6 Viterbo 6,8 Pescara 69,3 Chieti 44,9 L'Aquila 57,4 69 Roma 5,9 Ascoli 10,6 Roma 7,2 Rieti 69,0 Latina 42,6 Latina 56,4 Pi (. seguono altre 40 province.) Fonte: Istat 21

22 Tab. 12 Occupati e tasso di occupazione anni (dati in migliaia e in percentuale) Occupati Tasso di occupazione anni Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Anno 2006 Bergamo ,1 51,5 65,7 Lombardia ,4 56,5 66,6 Italia ,5 46,3 58,4 Anno 2005 Bergamo ,9 51,4 65,5 Lombardia ,6 55,1 65,5 Italia ,7 45,3 57,5 Anno 2004 Bergamo ,9 51,9 64,2 Lombardia ,6 55,1 65,5 Italia ,7 45,2 57,4 Var % media annua degli occupati Maschi Femmine Totale Bergamo 3,6 0,4 2,3 Lombardia 1,3 1,7 1,5 Italia 1,2 1,5 1,3 Fonte : elaborazioni su dati Istat. Allargando il confronto alla scala europea, si può notare che il tasso di occupazione complessivo (maschi e femmine) di Bergamo e della Lombardia è allineato a quello medio dei 15 Paesi principali dell Unione Europea, anche se ancora al di sotto dell obiettivo del 70% indicato a Lisbona per il Ben diversa la situazione se si guarda al tasso di occupazione femminile: Bergamo oscilla tra il dato Italia e Lombardia senza alcuna chiara tendenza al recupero e dista circa 7 punti dal tasso di confronto europeo. Graf. 1 Tasso di occupazione anni dal 1996 al 2006, confronto Bergamo, Lombardia, Italia e EU EU (15 countries) Italy Lombardia Bergamo Fonte: Eurostat. 22

23 Graf. 2 Tasso di occupazione femminile anni dal 1996 al 2006, confronto Bergamo, Lombardia, Italia e EU EU (15 countries) Italy Lombardia Bergamo Fonte: Eurostat. Le persone in cerca di occupazione a Bergamo (tab. 13) oscillano intorno alle 14mila unità, con un tasso di disoccupazione in costante diminuzione, attestandosi nel 2006 al 3% (3,2% nel 2005, 3,6% nel 2004). Nella componente maschile, il tasso di disoccupazione all 1,7% segnala l esistenza di una vera e propria strozzatura nell offerta di lavoro. Nella graduatoria delle province per minor tasso di disoccupazione Bergamo è al nono posto, al quarto per la componente maschile, al 23esimo per la disoccupazione femminile (pari al 5%). I dati medi sulla composizione, settoriale e per posizione, dell occupazione sono meno affidabili, per i problemi campionari già ricordati. Nel 2006 Bergamo (tab. 14) conta in media più di 349mila dipendenti e 116mila lavoratori indipendenti. L evoluzione di queste due componenti sembra piuttosto irregolare nell ultimo biennio: i dipendenti crescono moltissimo nel 2005 e si contraggono nel 2006 mentre l esatto inverso avviene nel lavoro indipendente. Queste variazioni possono anche derivare da problemi di classificazione di posizioni professionali ambigue, come i collaboratori o altre figure al confine tra lavoro autonomo e subordinato. A livello settoriale, i 466mila occupati bergamaschi del 2006 si distribuiscono tra agricoltura (6mila), industria (218mila, di cui 162mila nell industria in senso stretto, la parte residua pari a circa 56mila occupati è quasi totalmente attribuibile all edilizia) e servizi (241mila). La quota dell occupazione nell industria sul totale colloca Bergamo, con il 46,9%, al terzo posto nella graduatoria delle province italiane (preceduta da Lecco e Belluno). Per la prima volta, anche a Bergamo, come già in tutte le altre province della Lombardia, l occupazione nei servizi supera la soglia del 50 per cento (51,8% nel 2006, era il 46,4% nel 2005). La crescita occupazionale, a Bergamo come altrove, avviene tutta nei servizi. Nonostante la variabilità nel dato anno su anno, si può stimare nel biennio un aumento di circa 24mila occupati nel terziario e una riduzione di circa 3mila occupati nell industria in senso lato. 23

24 Tab Persone in cerca di occupazione e tasso di disoccupazione (dati in migliaia e in percentuale) Persone in cerca di occupazione Tasso di disoccupazione Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALE Anno 2006 Bergamo ,7 5,0 3,0 Lombardia ,9 4,8 3,7 Italia ,4 8,8 6,8 Anno 2005 Bergamo ,8 5,3 3,2 Lombardia ,1 5,4 4,1 Italia ,2 10,1 7,7 Anno 2004 Bergamo ,7 5,0 3,6 Lombardia ,9 5,6 4,0 Italia ,4 10,5 8,0 Fonte: Istat Tab Occupati per settore di attività economica e posizione (dati in migliaia)* Agricoltura Industria di cui: in senso stretto Dipendenti Indipendenti Totale Dipendenti Indipendenti Totale Dipendenti Indipendenti Totale Anno 2006 Bergamo [3] LOMBARDIA ITALIA Anno 2005 Bergamo [1] LOMBARDIA ITALIA Anno 2004 Bergamo LOMBARDIA ITALIA var assoluta biennio Bergamo LOMBARDIA ITALIA var % media annua biennio Bergamo -17,1 2,9 1,3-5,9-0,3 0,4-6,8-0,8 LOMBARDIA 11,3-8,6-1,8 1,3-6,3-0,2 0,2-7,2-0,8 ITALIA 6,9-6,0-0,4 1,0-1,6 0,4 0,3-2,0-0,1 Servizi Totale Dipendenti Indipendenti Totale Dipendenti Indipend. Totale Anno 2006 Bergamo LOMBARDIA ITALIA Anno 2005 Bergamo LOMBARDIA ITALIA Anno 2004 Bergamo LOMBARDIA ITALIA var assoluta biennio Bergamo LOMBARDIA ITALIA var % media annua biennio Bergamo 4,9 7,7 5,7 2,8 1,4 2,3 LOMBARDIA 4,1-1,0 2,6 3,0-2,9 1,5 ITALIA 3,0-1,1 1,8 2,4-1,7 1,3 * Le stime contrassegnate con [. ] presentano un errore campionario superiore al 25%; se ne sconsiglia pertanto l'utilizzo. Fonte : Istat 24

25 3.2 Addetti e unità locali d impresa tra 2001 e 2004 nelle circoscrizioni dei Centri per l impiego Il rilascio a inizio 2007 di ASIA unità locali (Archivio Statistico delle Imprese Attive) da parte di Istat consente una stima attendibile e dettagliata degli addetti alle unità locali d impresa con l esclusione del settore pubblico e del non profit nella media dell anno Il confronto con il corrispondente dato censuario al 2001, sempre al netto del settore pubblico, va preso con cautela date le differenze di impostazione delle due rilevazioni9. Il 2004 è stato anche un anno difficile, dal punto di vista del ciclo economico, e complicato, per la regolarizzazione del lavoro degli stranieri. Qui si propone una breve analisi delle unità locali e degli addetti, cioè i posti di lavoro nelle subaree provinciali approssimate dai bacini dei Centri per l impiego mentre nel seguito del Rapporto si proporrà un confronto, limitato ai soli dati provinciali del 2003, sulle caratteristiche (età, sesso, tipo di contratto, inquadramento professionale) dei dipendenti. A fine 2004 le unità locali di impresa in provincia di Bergamo sono e occupano addetti (dipendenti o indipendenti). Ben più della metà delle unità locali (il 54,6%) ha un solo addetto ed è, quindi, in linea di massima composta da singoli lavoratori autonomi. La quota di micro-imprese è più alta nella circoscrizione di Bergamo (57,2%), per la concentrazione nel capoluogo di attività professionali e imprenditoriali e di servizi, anche avanzati, svolti da consulenti e figure simili, e minima (49,2) nell area di Grumello. Il peso occupazionale delle micro-imprese è ovviamente ridotto ed equivale a meno del 13% dei posti di lavoro presenti in provincia, ma si avvicina al 16% a Zogno e Clusone. Le unità locali con meno di 10 addetti (il 38,4% sul totale delle imprese) impiegano il 31,5% degli addetti totali. Oltre i 9 addetti, invece, la piramide delle unità locali per classe dimensionale si assottiglia con il 4,2% tra i 10 e i 19 addetti, l 1,8% tra i 20 e i 49 e meno dell 1% oltre i 50 addetti. In termini di quota occupazionale, tuttavia, le classi intermedie equivalgono a più di un quarto (26,5%) dell occupazione complessiva e le imprese maggiori (con 50 addetti e oltre) danno lavoro al 29,2% degli addetti totali. Ponte San Pietro, con il 36,4%, e Bergamo, con il 32,9%, sono le aree con maggiore concentrazione occupazionale nelle unità locali di grande dimensione. La distribuzione settoriale di unità locali e addetti mette in evidenza le differenti specializzazioni e vocazioni dei territori della provincia di Bergamo e, in modo approssimato, l evoluzione complessiva tra il 2001 e il Per quanto concerne le unità locali, la densità imprenditoriale al 2004 è maggiore nei servizi alle imprese - trasporti, servizi finanziari, informatici e professionali - ( unità locali pari al 27,1%) e nel commercio - all ingrosso, al dettaglio, di intermediazione - (poco più di 21mila pari al 23,1%). Seguono l edilizia (oltre 18mila pari 19,8%) e l industria in senso stretto - estrattiva, manifatturiera e nel settore energia, gas e acqua - (14,362 unità locali per il 15,8% sul totale). Rispetto alla distribuzione del Censimento 2001 si verifica un aumento di peso relativo dei servizi alle imprese (ma non del commercio) e una contrazione dell industria (ma non dell edilizia). A questo livello le specificità territoriali si confermano rispetto al 2001: Grumello ha un industria che pesa il 23,9% sul totale delle unità locali; Romano ha una specializzazione relativa nell edilizia, con un terzo delle unità locali; i pubblici esercizi sono relativamente più importanti nelle Valli; i servizi alle imprese si concentrano nel capoluogo e dintorni. 9 La confrontabilità tra ASIA Archivio Statistico delle Imprese Attive e i dati del Censimento Industria e servizi del 2001 è limitata dalle differenze presenti nelle definizioni e classificazioni utilizzate (anche a seguito di variazioni intervenute nei regolamenti dell Ue), riguardanti in particolare: 1) il periodo di riferimento: le informazioni del registro Asia si riferiscono ad un dato medio calcolato nell anno di riferimento, mentre i dati censuari colgono la situazione di un dato giorno (il 22 ottobre). Le unità censite costituiscono quindi un sottoinsieme delle unità attive secondo il registro Asia; 2) la classificazione delle attività economiche: le unità produttive di ASIA-2004 sono ordinate, come stabilito da Eurostat, secondo la nuova classificazione Ateco 2002, quelle censuarie secondo l Ateco 1991; 3) l universo di riferimento: sono escluse dal campo di osservazione di ASIA le attività economiche relative a: agricoltura, caccia e silvicoltura (sezione A della classificazione NACE Rev.1.1); pesca, piscicoltura e servizi annessi (sezione B); istituzioni pubblica (sezione L); attività di organizzazioni associative (divisione 91); attività svolte da famiglie e convivenze (sezione P); organizzazioni ed organismi extraterritoriali (sezione Q); le unità classificate come Amministrazioni pubbliche e istituzioni private non profit. Le unità locali e gli addetti dell Agricoltura e alla Pesca presenti in ASIA sono relativi ad unità locali di imprese che, come attività principale, svolgono altre attività (commerciali, produttive, di servizio, ecc.) 25

26 La distribuzione degli addetti vede ancora prevalere l attività industriale: addetti medi nel corso del 2004 pari al 41,7% del totale. Il peso relativo si riduce però considerevolmente rispetto al Censimento del 2001 (tab. 15) dove l industria pesava il 44,9%. Pur con i limiti di disomogeneità del confronto, si può dire che l industria ha perso nell arco di circa tre anni poco più di addetti (-2,3%), dei quali circa nella sola Valle Seriana, in gran parte nel settore tessile. La contrazione industriale nelle Valli in genere è molto più accentuata (con variazioni percentuali tra i 6 e i 7 punti) che nelle altre aree. L edilizia ha più che compensato lo snellimento occupazionale dell industria: con oltre 54mila addetti (autonomi o dipendenti) valeva al 2004 il 14,2% dell occupazione nelle imprese private contro il 13% del Sono oltre 7mila gli addetti in più rispetto al censimento del I saldi di tutti i settori dei servizi sono in progresso rispetto al 2001 con solo lievi scostamenti nella distribuzione percentuale (il dato degli addetti ai servizi collettivi, in pratica sanità e istruzione private, va considerato col beneficio del dubbio per possibili problemi di classificazione di imprese o istituzioni nonprofit nel settore). Se all insieme dei servizi privati aggiungiamo i servizi pubblici (non compresi in ASIA ma che al 2001 contavano poco meno di 40mila addetti) abbiamo conferma che fin dal 2004 i posti di lavoro nel terziario superavano la metà dell occupazione totale. Una parte significativa della crescita dei servizi alle imprese, in senso proprio (logistica e trasporti, finanza, marketing, ICT, ecc.) e nel settore del commercio all ingrosso, è funzione dei processi di sviluppo e outsourcing delle imprese industriali. Il settore dei pubblici esercizi bar, ristoranti, alberghi testimonia anche il dinamismo dei servizi per l ospitalità e il turismo che contano al 2004 in provincia oltre addetti con un aumento medio sul censimento 2001 del 13,9%, ovunque a due cifre tranne che nella circoscrizione di Bergamo (poco più di 5mila addetti, +3,2% sul 2001). Dal punto di vista territoriale, gli addetti nel 2004 nell industria e manifattura superano il 50% del totale dell occupazione privata nelle circoscrizioni di Grumello, Ponte e Albino mentre nell area del capoluogo sono al 30,9%; l edilizia conferma il suo peso relativo anche in termini di addetti a Romano; il commercio e i servizi alle imprese si avvicinano alla metà dei posti di lavoro nella circoscrizione di Bergamo. Nel complesso, in circa tre anni, gli addetti alle unità locali delle imprese cioè i posti di lavoro presenti sul territorio e occupati sia da lavoratori dipendenti che da lavoratori autonomi - sono aumentati di poco meno di 19mila unità, il che equivale a una crescita del 5,2% verificatasi, va ricordato, in un periodo di relativa stagnazione economica. 26

27 Tab Unità Locali di imprese e relativi addetti (ottobre 2001) Unità locali di imprese (2001) Pubblici Servizi alle Servizi Servizi Industria Edilizia Commercio esercizi imprese collettivi personali CPI CDE F G H IJK LMN OPQ Totale Albino Bergamo Clusone Grumello Lovere Ponte S.Pietro Romano di L.dia Trescore B Treviglio Zogno Tot. Prov.Bg Addetti alle unità locali di imprese (2001) Pubblici Servizi alle Servizi Servizi Industria Edilizia Commercio esercizi imprese collettivi personali CPI CDE F G H IJK LMN OPQ Totale Albino Bergamo Clusone Grumello Lovere Ponte S.Pietro Romano di L.dia Trescore B Treviglio Zogno Tot. Prov.Bg Composizione % unità Locali (2001) Pubblici Servizi alle Servizi Servizi Industria Edilizia Commercio esercizi imprese collettivi personali CPI CDE F G H IJK LMN OPQ Totale (*) Albino 19,0 19,5 26,3 4,8 22,3 3,1 4,9 100,0 Bergamo 12,3 11,7 26,3 4,2 35,7 5,0 4,9 100,0 Clusone 15,7 26,1 22,0 10,1 18,7 2,5 4,9 100,0 Grumello 24,7 20,5 23,1 4,3 20,5 2,6 4,2 100,0 Lovere 16,7 19,2 25,6 6,5 24,1 3,3 4,6 100,0 Ponte S.Pietro 18,6 26,1 21,3 4,4 20,6 3,3 5,7 100,0 Romano di L.dia 14,2 33,2 21,6 4,3 18,6 2,7 5,4 100,0 Trescore B. 18,0 24,1 23,8 5,0 21,4 3,2 4,6 100,0 Treviglio 19,6 21,0 23,5 4,6 22,8 3,6 5,0 100,0 Zogno 14,8 24,1 25,3 8,7 18,7 3,2 5,2 100,0 Tot. Prov.Bg 16,4 19,7 24,4 5,1 25,7 3,7 5,0 100,0 Composizione % addetti alle unità locali (2001) Pubblici Servizi alle Servizi Servizi Industria Edilizia Commercio esercizi imprese collettivi personali CPI CDE F G H IJK LMN OPQ Totale (*) Albino 54,7 12,8 13,8 2,6 12,2 1,3 2,4 100,0 Bergamo 32,9 8,9 20,1 4,1 29,1 2,3 2,6 100,0 Clusone 41,9 21,1 13,6 7,3 12,1 1,1 2,8 100,0 Grumello 58,1 13,9 11,5 2,2 11,6 0,9 1,7 100,0 Lovere 44,1 17,5 14,4 4,2 16,3 1,3 2,1 100,0 Ponte S.Pietro 56,6 14,2 10,6 2,8 11,2 2,5 2,2 100,0 Romano di L.dia 41,3 25,6 12,6 2,8 13,7 1,0 3,0 100,0 Trescore B. 51,1 14,0 12,9 3,1 15,6 0,9 2,3 100,0 Treviglio 49,1 12,1 13,4 3,0 17,8 2,3 2,1 100,0 Zogno 46,9 15,6 13,5 5,6 13,8 2,0 2,6 100,0 Tot. Prov.Bg 44,9 13,0 15,2 3,6 19,0 1,9 2,4 100,0 Addetti alle Istituzioni (settore pubblico e non profit) al Censimento 2001 Addetti alle Istituzioni CPI Pubbliche Private Albino Bergamo Clusone Grumello Lovere Ponte S.Pietro Romano di L.dia Trescore B Treviglio Zogno Tot. Prov.Bg

28 Tab Unità locali e addetti nel 2004 in Provincia di Bergamo per Cpi Unità Locali (2004) per classe di addetti CPI 1 add. 2-9 add add add. oltre 50 add. Totale Albino Bergamo Clusone Grumello Lovere Ponte S.Pietro Romano di L.dia Trescore B Treviglio Zogno Tot. Prov.Bg Addetti alle unità locali (media annua 2004) per classe di addetti CPI 1 add. 2-9 add add add. oltre 50 add. Totale Albino Bergamo Clusone Grumello Lovere Ponte S.Pietro Romano di L.dia Trescore B Treviglio Zogno Tot. Prov.Bg Composizione % unità Locali (2004) CPI 1 add 2-9 add add add. oltre 50 add. Totale Albino 55,7 37,9 3,8 1,7 0,8 100 Bergamo 57,2 36,2 3,9 1, Clusone 51,6 43,2 3,7 1 0,6 100 Grumello 49,2 41,5 5,9 2,3 1,1 100 Lovere 53 40,1 4,5 1,9 0,5 100 Ponte S.Pietro 55 37,3 4,4 2 1,3 100 Romano di L.dia 51,5 41,9 4,2 1,6 0,8 100 Trescore B. 53,3 38,7 4,6 2,6 0,8 100 Treviglio 53,3 38,7 4,8 2, Zogno 55,2 40 3,2 1 0,7 100 Tot. Prov.Bg 54,6 38,4 4,2 1,8 0,9 100 Composizione % addetti alle unità locali (media annua 2004) CPI 1 add. 2-9 add add add. oltre 50 add. Totale Albino 14,1 32,3 12,8 13,4 27,3 100 Bergamo 13,2 29,2 12,1 12,6 32,9 100 Clusone 15,7 43,3 15 8,4 17,7 100 Grumello 10,9 32,7 17,4 15,9 23,1 100 Lovere 13,8 35,1 15,4 14, Ponte S.Pietro 11,4 27,1 12,5 12,5 36,4 100 Romano di L.dia 13,5 38,3 14,5 12,2 21,4 100 Trescore B. 12, ,7 17,9 26,4 100 Treviglio 11,9 30,7 14, ,1 100 Zogno 15,8 37,9 11,9 7,9 26,5 100 Tot. Prov.Bg 12,9 31,5 13,4 13,1 29,2 100 Fonte : elaborazioni dal Registro statistico delle Unità Locali delle Imprese Attive (ASIA, Istat) 28

29 Tab. 17 Unità locali di impresa e addetti distinti per settore e per Centro per l Impiego Unità Locali (2004) Industria Edilizia Commercio Pubb. Serv. Serv. Serv. esercizi imprese collettivi personali Totale (*) CPI CDE F G H IJK LMN OPQ Albino Bergamo Clusone Grumello Lovere Ponte S.Pietro Romano di L.dia Trescore B Treviglio Zogno Tot. Prov.BG Addetti alle unità locali (media annua 2004) Industria Edilizia Commercio Pubb. Serv. Serv. Serv. esercizi imprese collettivi personali Totale (*) CPI CDE F G H IJK LMN OPQ Albino Bergamo Clusone Grumello Lovere Ponte S.Pietro Romano di L.dia Trescore B Treviglio Zogno Tot. Prov.BG Composizione % unità Locali (2004) Industria Edilizia Commercio Pubb. Serv. Serv. Serv. esercizi imprese collettivi personali Totale (*) CPI CDE F G H IJK LMN OPQ Albino 17,6 19,8 24,9 4,9 24,1 3,8 4,9 100 Bergamo 12,1 11,5 24,7 4,4 37 5,7 4,7 100 Clusone 14,8 26,4 21,7 9,9 19,5 2,8 4,9 100 Grumello 23,9 21,3 21,7 4,5 21,8 2,7 4,1 100 Lovere 16,7 19,4 23,1 7 24,8 4, Ponte S.Pietro 17,6 26,3 20,3 4,7 22,3 3,6 5,3 100 Romano di L.dia 14,3 33,2 20,1 4,8 19,3 3, Trescore B. 16,6 24,9 23 4,7 22,7 3,3 4,9 100 Treviglio 18,8 21,2 22,3 4,6 24,2 4,1 4,8 100 Zogno 14,2 24,7 24,1 8,5 19,9 3,8 4,9 100 Tot. Prov.BG 15,8 19,8 23,1 5,2 27,1 4,2 4,8 100 Composizione % addetti alle unità locali (media annua 2004) Industria Edilizia Commercio Pubb. Serv. Serv. Serv. esercizi imprese collettivi personali Totale (*) CPI CDE F G H IJK LMN OPQ Albino 50,4 14,1 13,5 3,5 13,5 2,4 2,6 100 Bergamo 30,9 9,7 20,1 4 28,5 4 2,8 100 Clusone 38,4 21,9 14,3 8,3 12,5 1,7 2,8 100 Grumello 53,3 15,9 11,7 2,5 13,5 1,2 1,7 100 Lovere 42,3 17,9 14,2 4,7 16,6 1,7 2,6 100 Ponte S.Pietro 53 15,6 11 3,1 12,2 2,7 2,4 100 Romano di L.dia 36,4 29,6 12,8 3,1 12,7 2,6 2,8 100 Trescore B. 47,3 16,1 13,1 3,3 15,8 1,8 2,5 100 Treviglio 45,3 12,9 13 3,4 20,2 2,8 2,4 100 Zogno 43,6 16,6 13,9 6,2 14,2 2,6 2,9 100 Tot. Prov.BG 41,7 14,2 15,2 3,9 19,5 2,9 2,6 100 *: comprensivo di att.secondarie in agricoltura (sez. A e B) Fonte : elaborazioni dal Registro statistico delle Unità Locali delle Imprese Attive (ASIA, Istat). 29

30 4. Le assunzioni in provincia di Bergamo 4.1 Potenzialità e limiti dei dati dei Centri per l Impiego Il sistema informativo dei Centri per l impiego (CPI) della provincia di Bergamo è alimentato dalle comunicazioni aziendali sui movimenti di lavoratori e dalle dichiarazioni di disponibilità delle persone in cerca di lavoro. I movimenti assunzioni, cessazioni, trasformazioni e proroghe si riferiscono ai dipendenti delle unità locali di aziende localizzate in provincia di Bergamo. Riguardano, quindi, sia lavoratori residenti, sia lavoratori non residenti in provincia. Il settore pubblico è presente fino al 2006 per le sole comunicazioni di avviamento obbligatorio (dal 1 gennaio 2007 l obbligo di comunicazione è invece più esteso). Sono registrati solo parzialmente i movimenti riguardanti lavoratori residenti in provincia di Bergamo ma occupati in unità locali di altre province: è, infatti, molto carente o irregolare l informazione di ritorno dalle province limitrofe. Vi sono poi le dichiarazioni di quanti sono esplicitamente alla ricerca di lavoro e si vogliono avvalere del servizio pubblico per ricercarlo. L unità di base del sistema informativo è sempre una comunicazione che ha per oggetto l istituzione, la modifica, la proroga o la cessazione di un rapporto di lavoro. Il sistema informativo dei Centri per l impiego si basa, quindi, sull interazione di almeno tre distinti archivi principali (persone, rapporti e aziende) e ne riflette le vicissitudini (nuove forme di assunzione o di classificazione previste dalle normative, modifiche delle forme giuridiche e della caratteristiche delle imprese, ecc). I disallineamenti temporali, le duplicazioni, le sovrapposizioni e le incongruenze tanto più in un sistema che non è di per sé finalizzato al monitoraggio statistico delle sue variabili ma deve gestire flussi massicci di dati e procedimenti amministrativi sono ricorrenti e inevitabili. Inoltre, è un sistema in continua evoluzione che aggiorna e modifica le informazioni già in memoria. La comunicazione di cessazione di un lavoratore non già presente in archivio aggiunge al database un record con una data di avviamento anche remota e una data di cessazione recente. Ad ogni estrazione dell archivio la serie completa di avviamenti, modifiche e cessazioni può essere pertanto diversa dall estrazione precedente. La prima fase di lavoro e di test sul database ha confermato un osservazione presente nei lavori più significativi compiuti in Italia su dati simili: «gli archivi amministrativi dei Cpi si prestano meglio alla ricerca e all approfondimento, che non al monitoraggio. Il monitoraggio è apparentemente più semplice ma implica una tempestività e una completezza/precisione (quando si vogliono misurare variazioni di fenomeni socio-economici in tempo reale) nell attività di data entry che il sistema organizzativo dei Centri per l impiego non ha ancora raggiunto. Queste caratteristiche (tempestività, completezza) sono meno rilevanti per la ricerca sulle trasformazioni strutturali, dato che essa non si pone necessariamente a ridosso dell attualità più stretta» 10. Il Comitato tecnico-operativo dell Osservatorio ha operato sui dati dei Centri per l Impiego in provincia di Bergamo in fasi distinte, avendo a disposizione diversi database originati dal sistema informativo. Il vecchio sistema informativo (ProLabor) è rimasto valido fino all autunno del 2006; negli ultimi mesi del 2006 è stato effettuato il travaso nel nuovo sistema regionale SINTESI, adottato in tutte le province della Lombardia sotto il coordinamento tecnico della Provincia di Milano. Il database fornito al Comitato tecnico-operativo e su cui sono state compiute tutte le elaborazioni è un output secondario, generato da una procedura complessa, gestita a livello regionale dalla Provincia di Milano, che incrocia i molteplici archivi originari e tenta di risolverne alcune strutturali duplicazioni: i records che modificano, chiudono o riaprono dei rapporti di lavoro già registrati devono essere accoppiati e in qualche modo ricostruiti. 10 Giove : il public use database prodotto da Veneto Lavoro a partire dai dati dei Centri per l Impiego Convegno ISTAT-CISIS, I dati amministrativi per le statistiche sui mercati del lavoro locali, giugno

31 I dataset messi a disposizione del Comitato tecncio-operativo a più riprese nel corso del 2007 hanno presentato tuttavia profonde differenze e incoerenze con il database di ProLabor. Per ragioni tecniche, l estrazione dei dati è stata limitata ai records (circa 1 milione) con data di avviamento successiva al 1/1/2000. Questa soglia temporale non inficia i dati sugli Avviamenti successivi al 2000 ma rende impossibile elaborare in modo completo e coerente i dati delle Cessazioni (che possono essere registrate nel record dei rapporti avviati anche in anni antecedenti al 2000) e stimare la consistenza puntuale dello stock dei rapporti attivi. Le informazioni e le codifiche dei campi appaiono inoltre diverse, alcune variabili non risultano utilizzabili e risultano ancora poco affidabili le informazioni su proroghe e trasformazioni. L ultima e più recente elaborazione sul file degli avviamenti di SINTESI, a ottobre 2007, non ha sciolto i dubbi sulla coerenza statistica e sull entità dei problemi tecnici e amministrativi: i dati qui presentati sono parziali e provvisori e destinati ad essere rivisti nel prossimo futuro. Anche le serie storiche precedenti, sia per ragioni di carattere tecnico che per la registrazione continua di nuove informazioni che ampliano o modificano la profondità temporale dei rapporti in memoria, non possono essere considerate definitive. L analisi statistica coglie due rotture evidenti nella continuità della serie dei dati mensili. La prima si verifica nell ultimo trimestre del 2006 ed è determinata dal passaggio avvenuto a ottobre 2006 per la provincia di Bergamo dal vecchio sistema ProLabor al nuovo sistema SINTESI. Nello stesso periodo si è passati anche all inserimento on-line delle comunicazioni da parte delle imprese e delle agenzie interinali. I gestori del programma a Milano stanno verificando la possibile presenza di duplicazioni non risolte o ridondanze nel travaso dei dati. La seconda, di tipo normativo, riguarda il 2007: dal 1 gennaio l obbligo di comunicazione degli avviamenti al lavoro è stato esteso in modo significativo all intero settore pubblico (che prima comunicava solo gli avviamenti delle basse qualifiche), al lavoro parasubordinato (le collaborazioni e i lavoratori a progetto), al lavoro domestico, ai tirocini e ad altre tipologie. Il campo di osservazione dei dati dei Centri per l impiego si amplia e consentirà, man mano si accumulerà informazione sui nuovi rapporti, di analizzare segmenti ancora poco conosciuti del mercato del lavoro, soprattutto al confine tra lavoro subordinato e professioni autonome. Ma nell immediato il confronto con la serie precedente non è proponibile e i dati dei primi sei mesi del 2007 vanno quindi presi con molta cautela. Per queste ragioni, si propone nel seguito un analisi imperniata prioritariamente sulla composizione più che sulla dinamica dei soli avviamenti. Il dettaglio sulle tipologie dei rapporti, la loro distribuzione settoriale e concentrazione territoriale e qualche osservazione sulle forme più recenti sono le griglie di analisi che verranno presentate nel seguito. Gli attributi delle persone (età, genere, livello d istruzione, ecc.) e delle aziende (localizzazione e settore di attività economica) sono elaborati solo in base alla loro associazione con i singoli rapporti di avviamento e quindi con una moltiplicazione implicita nel caso di persone che abbiano avuto nel corso di un anno più di un contratto con più di un azienda; una limitazione imposta dalle caratteristiche del database messo a disposizione del Comitato tecnico-operativo dell Osservatorio ma che potrà essere superata nel prossimo futuro. Gli avviamenti sono dati di flusso che riflettono su una scala temporale continua, giornaliera, i movimenti dei lavoratori, compresi in buona misura anche i passaggi da un posto di lavoro a un altro11, oltre che le interruzioni o le reiterazioni di rapporti che, sempre più negli ultimi anni, hanno una durata predeterminata. Fanno cioè parte, insieme ai movimenti in uscita o di separazione dei lavoratori, del gross worker turnover, concettualmente distinto dal gross job turnover, che somma invece i tassi di creazione e di distruzione dei posti di lavoro. Sono quindi necessariamente complesse (e nel seguito affrontate solo parzialmente) le misure del rapporto tra il turnover elevatissimo di lavoratori, che si muovono dentro e fuori il territorio circoscritto dall ambito provinciale, il processo di nati-mortalità di imprese e relativi posti di lavoro (che si svolge in un campo di osservazione non intercettato dai dati dei Centri per l impiego) e gli stock complessivi sui versanti dell offerta di lavoro (i lavoratori occupati o in grado di presentarsi sul mercato del lavoro) e della domanda di lavoro (i posti di lavoro) da 11 La distinzione tra passaggi da un posto di lavoro ad un altro ed entrate (o uscite) da uno stato di inattività o disoccupazione è cruciale per l analisi, ma l attuale sistema informativo non consente di quantificarla in modo sicuro. 31

32 parte di un sistema economico e imprenditoriale in rapida e spesso tumultuosa trasformazione. Per il futuro si conta di approfondire l analisi, oltre che sulle cessazioni, sulle caratteristiche specifiche delle aziende che assumono (al momento non sempre individuabili con coerenza) e sui percorsi professionali e lavorativi delle persone coinvolte. 4.2 Avviamenti e lavoratori avviati Una prima osservazione riguarda il rapporto complessivo tra avviamenti totali e avviati, cioè tra comunicazioni di nuove assunzioni e lavoratori, tra contratti e teste. Gli avviamenti in provincia di Bergamo, almeno dal 2002, sono stabilmente al di sopra dei 100mila per anno e i lavoratori avviati almeno una volta nell anno sono nell ordine degli 80-90mila medi annui. Le imprese (o soggetti e persone, nel caso ad esempio del lavoro domestico) che comunicano avviamenti sono oltre 20mila. Se prendiamo a riferimento i lavoratori avviati nel 2004 (85.221) e li rapportiamo allo stock di lavoratori dipendenti (al netto del settore pubblico) che risulta per la provincia di Bergamo dalle unità locali Asia-Istat nella media del 2004 (272mila) si ottiene un tasso di associazione del 31,2, del tutto simile alle stime proposte a livello nazionale nei più importanti lavori di ricerca sul tema secondo i quali in base a dati molto stabili nel tempo circa 3 lavoratori ogni 10 si muovono almeno una volta nell anno 12. Non ha ovviamente alcun senso tentare confronti più ampi sulla base di informazioni così parziali, ma si può ipotizzare che, data anche la presenza relativamente minore a Bergamo rispetto ad altre aree del paese di attività stagionali (dall agricoltura al turismo) che generano un forte turnover di lavoratori, la mobilità sul mercato del lavoro in provincia sia molto elevata, e non certo da oggi. Rispetto ai 116mila avviamenti del anno in cui non si erano ancora del tutto esauriti gli effetti diretti e indiretti della regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari -, il 2005 aveva fatto segnare una riduzione intorno ai 114mila. Con il 2006 gli avviamenti tornano a crescere e superano i 131mila Va, tuttavia, rimarcato che nei primi otto mesi dell anno, a parità di sistema informativo (ProLabor), la variazione complessiva sullo stesso periodo dell anno precedente non superava il + 9%, mentre a fine anno, dopo il travaso nel nuovo sistema (Sintesi), la variazione dell intero anno si porta al +15%. Il dato dei primi sei mesi del 2007, con oltre 86mila nuovi avviamenti, è anch esso su dimensioni non comparabili alla serie precedente, pur mettendo in conto l allargamento dell obbligo di comunicazione di rapporti di lavoro prima esclusi. Il ciclo economico è ancora favorevole, l espansione del mercato del lavoro e della struttura dell economia bergamasca è certamente in atto, ma, ripetiamo, è forte il dubbio che il passaggio dal vecchio al nuovo sistema informativo abbia introdotto una distorsione e una discontinuità nella serie statistica. Sono numeri su cui si dovrà tornare con verifiche più accurate che il nuovo sistema dovrebbe rendere possibili dall anno prossimo. 12 Eppur si muove. Dinamiche e persistenze nel mercato del lavoro italiano, Contini e Trivellato,

33 Tab Avviamenti in localizzazioni aziendali in Provincia di Bergamo Comunicazioni di nuovi avviamenti per anno (2007: primi 6 mesi) TOTALE di cui stranieri di cui italiani MF F M MF F M MF F M Avviati almeno una volta nell'anno TOTALE di cui stranieri di cui italiani MF F M MF F M MF F M Fonte: Elaborazioni provvisorie su database dei CPI della provincia di Bergamo Nuova serie dei dati da ottobre 2006 ( : estrazione a fine maggio 2007; : estrazione ottobre 2007) La quota rosa sugli avviamenti (intorno al 38%) è in aumento negli ultimi anni, così come in termini di persone avviate le donne salgono ad oltre il 36% del totale. Il divario tra le due misure è ribadito dai rapporti avviati mediamente nell anno per persona: l indice è maggiore per le donne (nel 2006 oltre l 1,5) rispetto agli uomini (meno di 1,4). Gli avviamenti medi per anno, indizio di maggiore mobilità, flessibilità o precarietà dei rapporti di lavoro, sono in progressivo aumento negli ultimi anni. Gli stranieri coprono circa il 30% degli avviamenti e il 27-28% dei lavoratori avviati, a conferma del contributo stabilmente significativo della componente migratoria nel sostenere l offerta di lavoro. La più elevata mobilità dei lavoratori stranieri è indicata dai rapporti medi per persona: 1,5-1,6 contro valori intorno a 1,3 per i lavoratori italiani. Nonostante la serie storica non sia pienamente affidabile, si può notare l aumento nel 2006 anche degli avviamenti e degli avviati di nazionalità italiana che nel 2005 si erano contratti rispetto all anno precedente. Una prima classificazione di dettaglio per tipo di comunicazione consente di distinguere gli avviamenti diretti da quelli somministrati o interinali. E una distinzione che, anche per conformarsi alla prime tipologie statistiche diffuse con SINTESI, si è cercato di rendere sistematica e che è sicuramente utile per analizzare in modo specifico le missioni, di breve durata e spesso di pochissimi giorni, affidate ai lavoratori interinali o somministrati per rispondere a sostituzioni, picchi di lavoro ed esigenze di flessibilità temporale espresse in grande prevalenza dalle aziende industriali e della distribuzione commerciale. Gli avviamenti somministrati pesano intorno al 20%, degli avviamenti complessivi ma non superano il 17% in termini di persone avviate. Si caratterizzano, inoltre, per una concentrazione femminile e straniera relativamente maggiore rispetto agli avviamenti e agli avviati diretti: le donne superano il 40% degli avviamenti somministrati e delle persone avviate con quei contratti, contro il 37-38% sugli avviamenti diretti e il 36% in termini di teste. Gli stranieri stanno portandosi al 35% dei rapporti e oltre il 31% delle persone avviate come interinali, contro quote corrispondenti del 29 e del 25% sugli avviamenti diretti. Gli indici dei rapporti 33

34 medi annui per persona sono naturalmente diversi per gli avviamenti diretti, intorno a 1,2, e per quelli interinali: 1,8 nel 2006, e oltre 2 per gli stranieri maschi. Tab Comunicazioni di nuovi Avviamenti e Lavoratori Avviati in Provincia di Bergamo, dati per genere e nazionalità (nuova serie provvisoria Giugno 2007) Comunicazioni di nuovi Avviamenti per anno TOTALE % F stranieri italiani % stranieri / TOTALE MF F M su MF MF F M MF F M MF F M , ,0 18,8 35, , ,8 20,6 35, , ,6 21,7 36, , ,7 20,4 35,6 di cui: Avviamenti Diretti per anno TOTALE % F stranieri italiani % stranieri / TOTALE MF F M su MF MF F M MF F M MF F M , ,5 19,2 33, , ,2 21,2 34, , ,8 22,0 34, , ,5 19,8 33,8 di cui: Avviamenti Somministrati per anno TOTALE % F stranieri italiani % stranieri / TOTALE MF F M su MF MF F M MF F M MF F M , ,4 17,0 40, , ,1 18,0 41, , ,6 20,7 42, , ,1 22,6 44,1 Lavoratori Avviati almeno una volta nell'anno TOTALE % F stranieri italiani % stranieri / TOTALE MF F M su MF MF F M MF F M MF F M , ,5 14,8 32, , ,8 15,7 33, , ,5 17,2 33, , ,1 17,8 33,9 di cui: con Avviamenti Diretti TOTALE % F stranieri italiani % stranieri / TOTALE MF F M su MF MF F M MF F M MF F M , ,3 13,3 30, , ,7 14,2 30, , ,3 15,7 30, , ,4 17,3 33,0 di cui con Avviamenti Somministrati TOTALE % F stranieri italiani % stranieri / TOTALE MF F M su MF MF F M MF F M MF F M , ,7 16,9 38, , ,0 17,2 37, , ,1 18,5 36,6 2007* , ,6 20,1 39,6 Rapporti di avviamento medi per persona TOTALE stranieri italiani MF F M MF F M MF F M ,37 1,44 1,33 1,50 1,83 1,42 1,32 1,37 1, ,39 1,48 1,34 1,54 1,94 1,44 1,33 1,39 1, ,43 1,51 1,38 1,59 1,89 1,50 1,37 1,42 1, * 1,29 1,37 1,24 1,37 1,57 1,30 1,26 1,33 1,21 di cui: con Avviamenti Diretti TOTALE stranieri italiani MF F M MF F M MF F M ,22 1,28 1,19 1,42 1,85 1,33 1,15 1,19 1, ,23 1,32 1,18 1,46 1,98 1,32 1,16 1,22 1, ,26 1,33 1,22 1,48 1,86 1,37 1,18 1,23 1, * 1,25 1,33 1,20 1,30 1,53 1,23 1,23 1,29 1,18 di cui con Avviamenti Somministrati TOTALE stranieri italiani MF F M MF F M MF F M ,76 1,73 1,78 1,86 1,74 1,89 1,72 1,72 1, ,75 1,69 1,79 1,94 1,77 1,99 1,68 1,67 1, ,80 1,78 1,82 2,08 1,99 2,12 1,69 1,73 1, * 1,52 1,54 1,51 1,69 1,74 1,68 1,44 1,49 1,39 *: 2007 dati provvisori I semestre Nuova serie dei dati da ottobre

35 4.3 Tipologie e modalità dei nuovi avviamenti Le tipologie di rapporto di lavoro, la cui casistica si riflette nelle innumerevoli codifiche riportate per esteso nelle tavole dell allegato, sono state raggruppate in modo tale da mettere in evidenza nel sottoinsieme dei nuovi 13 avviamenti diretti i rapporti a tempo indeterminato, quelli a tempo determinato e l apprendistato. Si sono poi isolati i rapporti di assunzione diretta di 1 sola giornata, frequenti nel settore alberghiero e della ristorazione, che rischiano di gonfiare la numerosità formale dei rapporti nonostante uno scarso peso in termini di unità equivalenti di lavoro e i parasubordinati, in pratica i collaboratori e i lavoratori a progetto che cominciano a essere registrati dal Le tipologie residue, oltre alle nuove forme (lavoro intermittente, contratto di inserimento lavorativo, ecc.) introdotte di recente e oggetto di uno specifico richiamo nel seguito, comprendono in buona misura gli avviamenti registrati come soci di cooperativa. Gli avviamenti a tempo indeterminato sono intorno al 35% del totale dei nuovi avviamenti complessivi, quelli a tempo determinato superano nel 2006 il 25% e nei primi sei mesi del 2007 si avvicinerebbero al 29%, gli avviamenti con contratti di apprendistato sono intorno alle 11mila unità all anno per una quota al di sotto dell 8%. Gli interinali hanno superato i 28mila rapporti nel 2006 e la loro incidenza sul totale è intorno al 20%. Nei limiti di validità del confronto annuo di cui si è detto, si può dire che i rapporti a termine sia i contratti a tempo determinato che le missioni degli interinali crescono più dei rapporti a tempo indeterminato, anch essi in aumento considerevole, e molto più dei rapporti di apprendistato che, dopo una prolungata contrazione negli ultimi anni, sembrano stabilizzarsi in volume, anche se con un incidenza relativa calante. Il calo dell apprendistato può essere dovuto, oltre che all andamento della demografia e al prolungamento degli studi che hanno ridimensionato l offerta dei giovani sul mercato del lavoro, ad un effetto di sostituzione da parte delle forme di lavoro a termine. Tab Avviamenti in Provincia di Bergamo per anno di avviamento, tipo di comunicazione, tipologia di rapporto e genere (nuova serie provvisoria fino a Giugno 2007) Maschi e femmine Com Tipologia anno di avviamento % (I sem) (I sem) Diretto A tempo det ,2 26,3 28,9 A tempo indet ,5 35,1 34,2 Apprendistato ,5 8,7 7,3 Ass dir 1g ,3 3,1 1,8 Parasubordinati ,0 0,3 3,8 z - Altro ,1 4,9 5,7 Diretto Totale ,7 78,5 81,7 Somministrato Totale ,3 21,5 18,3 Totale complessivo ,0 100,0 100,0 Femmine (I sem) (I sem) Diretto A tempo det ,6 30,3 35,1 A tempo indet ,8 24,6 23,7 Apprendistato ,0 9,1 7,3 Ass dir 1g ,6 6,1 3,1 Parasubordinati ,0 0,4 4,5 z - Altro ,5 6,5 6,4 Diretto Totale ,4 77,0 80,2 Somministrato Totale ,6 23,0 19,8 Totale complessivo ,0 100,0 100,0 Maschi (I sem) (I sem) Diretto A tempo det ,5 23,9 25,0 A tempo indet ,1 41,5 40,7 Apprendistato ,2 8,5 7,4 Ass dir 1g ,6 1,3 0,9 Parasubordinati ,0 0,3 3,4 z - Altro ,3 3,9 5,2 Diretto Totale ,8 79,4 82,7 Somministrato Totale ,2 20,6 17,3 Totale complessivo ,0 100,0 100,0 13 Dai nuovi avviamenti sono esclusi gli avviamenti per proroga, trasformazione, variazione di forma giuridica, passaggi diretti. 35

36 Nelle tipologie di rapporto sono molto nette le differenze di genere. L avviamento a tempo indeterminato pesa per oltre il 40% sul totale degli avviamenti maschili e pressoché nella stessa misura sugli avviamenti dei lavoratori stranieri, in grande prevalenza maschi, ma è intorno al 24% per le donne. Conseguentemente, i rapporti a tempo determinato sono al 30% (nel 2006) del totale degli avviamenti femminili contro una quota maschile corrispondente del 24%, e intorno al 20% per i lavoratori stranieri. Anche le assunzioni dirette di una giornata, nelle attività alberghiere e della ristorazione, riguardano prevalentemente personale femminile. Se si limita l analisi ai soli Avviamenti Diretti, escludendo quindi le missioni degli interinali, dell anno 2006 in base alle classi di età, la quota del tempo determinato sul totale degli avviamenti femminili è di 7-8 punti superiore all analogo dato maschile in tutte le classi di età e con una accentuazione (oltre 10 punti di differenza: 39,7 per le donne, 29,5 per i maschi) nella classe tra i 25 e i 29 anni. Il corrispondente dato del lavoro a tempo indeterminato registra invece un gap a favore degli uomini di circa 17 punti, che diventano oltre 20 nelle classi tra i 25 e i 39 anni di età. Tab Avviamenti diretti in Provincia di Bergamo per tipo, genere e classe d'età (nuova serie provvisoria) Anno di avviamento = 2006 FEMMINE Tipo Classi di età Totale A tempo det A tempo indet Apprendistato Ass dir 1g Parasubordinati z - Altro Totale complessivo % Totale A tempo det 33,1 44,3 41,2 40,6 39,3 A tempo indet 18,1 34,5 37,5 40,7 32,0 Apprendistato 38,3 3,7 0,0 0,0 11,8 Ass dir 1g 5,1 9,5 10,8 6,3 7,9 Parasubordinati 0,5 0,6 0,5 0,5 0,5 z - Altro 4,9 7,4 10,1 11,8 8,5 Totale complessivo 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 MASCHI Totale A tempo det A tempo indet Apprendistato Ass dir 1g Parasubordinati z - Altro Totale complessivo % Totale A tempo det 25,7 31,4 31,0 32,7 30,1 A tempo indet 29,6 58,5 61,6 59,7 52,3 Apprendistato 39,2 2,7 0,0 0,0 10,7 Ass dir 1g 1,7 1,8 1,5 1,8 1,7 Parasubordinati 0,2 0,3 0,2 0,7 0,4 z - Altro 3,7 5,2 5,6 5,0 4,9 Totale complessivo 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 36

37 Se si considera che nei soli avviamenti full time il divario di genere non cambia e che tra i minori di 24 anni l apprendistato gioca un ruolo considerevole ma senza grandissime differenze tra maschi e femmine, si può concludere che l ingresso o il reingresso sul mercato del lavoro delle donne avviene più frequentemente che per i maschi con contratti a termine e sembra denotare caratteristiche di maggiore precarietà che permangono dalla fascia d età giovanile post scolare a quella della maturità. Sembrano suggerirlo anche i dati sulla durata media dei rapporti a tempo determinato: prendendo in esame i rapporti avviati nel 2005 a circa due anni di distanza, quelli a tempo determinato si sono conclusi prima di un anno per il 72% del totale per le donne contro il 69,4% per gli uomini. Come si vedrà in seguito, la durata dei rapporti a tempo indeterminato è invece mediamente inferiore per gli uomini. Tende a crescere il peso delle classi di età più adulte al momento dell avviamento: i giovani con meno di 30 anni erano pari al 60% delle assunzioni nel 2000 ma scendono al 46% nel E di conseguenza è maggiore la quota delle assunzioni di lavoratori oltre i 30 e anche oltre i 40 anni di età. Molti sono i fattori alla base dell invecchiamento degli ingressi: il calo demografico delle nuove leve giovanili, la tendenza a proseguire gli studi e quindi a ritardare l entrata nel mercato del lavoro, l immigrazione di lavoratori stranieri nelle fasce di età professionalmente più attive, l aumento dei contratti a termine mediante i quali lavoratori con anzianità o esperienza di lavoro tentano o ritentano l ingresso sul mercato del lavoro. Grafico 3 Nuovi avviamenti per classi di età 100% 75% 50% 25% 0% Fonte: elaborazioni provvisori su banca dati Cpi della Provincia di Bergamo. L analisi dell ultimo breve periodo ( ), sul quale l effetto demografico è trascurabile e che vede un invarianza delle classi d età degli stranieri, sembra indicare un accentuazione del fenomeno tra i lavoratori italiani con un calo della quota dei minori di 30 anni e un aumento di quella di persone oltre i 30 anni. 37

38 Tab Avviamenti in Provincia di Bergamo per classi di età (nell'anno di assunzione) (nuova serie provvisoria fino a Giugno 2007) MF Totale % (I sem) (I sem) ,1 27,6 25, ,2 18,5 18, ,2 30,9 31, ,5 23,0 24,5 Totale ,0 100,0 100,0 Femmine ,8 29,0 27, ,7 19,7 19, ,1 29,9 30, ,4 21,4 22,7 Totale ,0 100,0 100,0 MF Nazionalità italiana ,6 31,5 27, ,0 17,1 17, ,2 27,2 28, ,3 24,2 26,1 Totale ,0 100,0 100,0 MF Nazionalità straniera ,5 18,9 19, ,1 21,7 20, ,4 39,4 38, ,9 20,1 20,7 Totale ,0 100,0 100,0 I livelli d istruzione, associati ai rapporti di avviamento e, dunque, impropriamente moltiplicati per la stessa persona, scontano allo stato attuale dell analisi anche un ulteriore margine di imprecisione e una quota non piccola di informazione non rilevata. Al netto dei titoli mancanti, la quota complessiva degli avviamenti di laureati (dal diploma universitario in su) nel 2006 è del 3,8%, (15,8% nei servizi collettivi, 5,2% nei servizi alle imprese, 4,4% nel commercio, 4% nell industria), i diplomati sono il 14,6%. Il divario di genere è ampio: la quota di laureate tra gli avviamenti femminili è del 5,7% contro un valore corrispondente per i maschi del 2,6%. 38

39 Tab Avviamenti in Provincia di Bergamo per titolo di studio (nuova serie provvisoria fino a Giugno 2007) % (su Avviamenti con indicazione del titolo di studio) MF (I sem) (I sem) n.r non diplomati ,0 81,6 77,9 2 diplomati ,4 14,6 16,6 3 laureati ,6 3,8 5,5 Totale Femmine n.r non diplomate ,0 73,9 68,9 2 diplomate ,7 20,6 23,3 3 laureate ,4 5,5 7,8 Totale Maschi n.r non diplomati ,5 86,8 84,6 2 diplomati ,1 10,6 11,6 3 laureati ,4 2,6 3,8 Totale Tra gli avviamenti a tempo determinato la quota dei laureati è nel 2006 al 5,3% (ma al 7,7% per le donne) mentre nel tempo indeterminato scende al 3,2% (5,4% per le donne). Tab Avviamenti diretti in Provincia di Bergamo per tipologie e titolo di studio Avviamenti diretti a tempo determinato % (su Avviamenti con indicazione del titolo di studio) MF (I sem) (I sem) n.r non diplomati ,6 77,4 72,3 2 diplomati ,0 17,2 20,3 3 laureati ,4 5,3 7,4 Totale Femmine n.r non diplomate ,2 69,5 63,3 2 diplomate ,0 22,8 26,9 3 laureate ,8 7,7 9,8 Totale Maschi n.r non diplomati ,4 84,4 82,0 2 diplomati ,4 12,3 13,1 3 laureati ,2 3,3 4,9 Totale

40 Avviamenti diretti a tempo indeterminato % (su Avviamenti con indicazione del titolo di studio) MF (I sem) (I sem) n.r non diplomati ,4 84,9 82,4 2 diplomati ,4 11,9 13,6 3 laureati ,2 3,2 4,0 Totale Femmine n.r non diplomate ,4 72,8 72,1 2 diplomate ,3 21,7 22,0 3 laureate ,3 5,4 5,9 Totale Maschi n.r non diplomati ,1 89,7 86,8 2 diplomati ,5 8,0 10,1 3 laureati ,4 2,3 3,1 Totale Il part time, modalità dell orario di lavoro che può sovrapporsi alle diverse tipologie dei rapporti di lavoro, è in aumento tra gli avviamenti totali. Nel 2006 ha superato le 23mila comunicazioni di avviamento, il 17,7% del totale, che riguardano per oltre il 70% la componente femminile. L ingresso sul mercato del lavoro da parte delle donne avviene in un terzo dei casi con il part time. Nel 2006, ad esempio, i part time sono stati il 33,3% del totale degli avviamenti femminili (8,1% la corrispondente quota tra i maschi), 29,7% al di sotto dei 24 anni, 28,4% nella classe di età 25-29, 33,7% tra i 30 e i 39 anni, fino a raggiungere il 42% tra le donne oltre i 40 anni. Tab Avviamenti part-time in Provincia di Bergamo per genere e classe d'età (nuova serie provvisoria fino a Giugno 2007) % su totale avviamenti (I sem) (I sem) MF ,3 17,9 16, ,5 16,3 13, ,3 16,4 14, ,0 20,1 16,7 Totale ,9 17,7 15,4 Femmine ,6 29,7 26, ,5 28,4 24, ,9 33,7 28, ,9 42,0 34,4 Totale ,5 33,3 28,4 Maschi ,6 10,1 10, ,5 8,1 6, ,0 6,4 5, ,2 8,0 6,9 Totale ,3 8,1 7,3 40

41 La sovrapposizione tra rapporto a termine e orario part time è molto diffusa tra le donne e riguarda il 40% dei rapporti a tempo determinato del 2006; la corrispondente incidenza del part time nei rapporti a tempo indeterminato femminili è al di sopra del 45%. Tab Avviamenti part-time in Provincia di Bergamo per tipologia di rapporto (nuova serie provvisoria fino a Giugno 2007) Femmine % su totale avviamenti (I sem) (I sem) A tempo det ,5 40,2 29,7 A tempo indet ,1 45,9 40,3 Apprendistato ,8 22,4 21,8 Ass dir 1g ,6 2,0 Parasubordinati ,5 4,0 z - Altro ,7 17,9 27,1 Totale Avv Diretti ,6 34,8 29,3 Somministrati ,4 28,2 24,6 TOTALE ,5 33,3 28,4 Maschi (I sem) (I sem) A tempo det ,6 10,2 8,5 A tempo indet ,8 7,9 7,4 Apprendistato ,9 4,8 4,9 Ass dir 1g ,3 2,1 Parasubordinati ,2 1,6 z - Altro ,4 9,6 9,0 Totale Avv Diretti ,5 8,2 7,2 Somministrati ,6 7,4 7,4 TOTALE ,3 8,1 7,3 4.4 Settori economici e qualifiche professionali degli avviamenti diretti e somministrati Le comunicazioni ai Centri per l impiego contengono classificazioni riferibili, con diverso grado di completezza, di coerenza e di affidabilità, sia all attività economica svolta nella localizzazione (sul territorio della provincia di Bergamo) dell impresa (ovunque sia la sua sede legale centrale), sia al contratto collettivo nazionale di lavoro adottato e all inquadramento professionale del lavoratore, sia alla distinzione codificata in modo non sempre univoco ed uniforme nel tempo tra impresa utilizzatrice dei lavoratori interinali e agenzia di somministrazione da cui quegli stessi lavoratori continuano a dipendere. Si è cercato di valorizzare l insieme di queste variabili con classificazioni ad hoc, utili anche a distinguere e trattare in modo specifico alcuni incroci problematici di variabili, soprattutto quello relativo ai lavoratori interinali che sono attribuiti per attività dell impresa alle agenzie di somministrazione (codice Ateco K 745) ma lavorano con i contratti e le finalità produttive delle aziende utilizzatrici. Per quanto riguarda i settori e i contratti aggregati nella categoria dei servizi collettivi (comprendenti le sezioni Ateco L - Pubblica amministrazione, M - istruzione e N - sanità) bisogna ricordare che, almeno fino al 2006, gli avviamenti di enti pubblici venivano registrati solo per le fasce obbligatorie, corrispondenti in genere alle basse qualifiche professionali. L incrocio poi di ulteriori variabili (tipo di rapporto, attività economica, qualifica, contratto, ecc.) porta alla luce (anche se in misura non drammatica o tale da impedire un analisi statistica coerente) le codifiche errate, incomplete o mancanti, insomma i buchi e le smagliature tipiche di 41

42 ogni archivio amministrativo che i gestori del nuovo sistema informativo stanno pazientemente cercando di rammendare. Dal punto di vista del metodo ma anche del merito dell analisi del mercato del lavoro, ha senso distinguere gli avviamenti diretti da quelli somministrati. Questi ultimi nel database sono classificati in un modo fino al 2005 e in un altro a partire dal Gli avviamenti interinali sono rapidamente cresciuti, dopo la loro comparsa effettiva tra 1999 e 2000, oltre le 20mila unità nel 2003 e si sono poi stabilizzati intorno a 23mila circa, fino al Il 2006 vede un incremento significativo e come già detto, da verificare - delle missioni, che superano le 28mila, e il dato parziale e provvisorio a metà 2007 sembra confermare questo trend. Tab Avviamenti somministrati (o interinali) in Provincia di Bergamo per contratto applicato sul luogo di missione (nuova serie provvisoria fino a Giugno 2007) (informazione incompleta nel 2005) % % F su MF A Agricoltura ,5 20,3 CDE Industria ,9 32,2 Contratti Coop ,2 59,4 F Edilizia ,5 19,5 G Commercio ,1 59,5 H Bar alb rist ,4 83,7 I Trasporti ,1 47,5 JK Servizi a imprese ,8 51,3 K745 Ag interinali ,6 47,1 K750 Imp. pulizia ,1 77,3 LMN Servizi collettivi ,1 80,7 OP Servizi a persone ,3 41,7 Altri ,4 60,0 TOTALE ,0 40,7 Limitando l analisi al 2006, anno per cui si dispone di informazioni abbastanza complete sui contratti utilizzati, si conferma che le missioni degli interinali si concentrano nell industria (69%) e nel commercio (13-15%), nella distribuzione organizzata, e interessano solo in misura marginale gli altri settori. Nell industria vengono utilizzati prevalentemente uomini (67%), spesso stranieri, nel commercio prevalgono (60%) le donne. Più del 70% degli avviamenti interinali riguarda mansioni o qualifiche operaie, di conduttori di impianti o di personale non qualificato, in grande prevalenza maschi. 42

43 Tab Avviamenti somministrati (o interinali) in Provincia di Bergamo per qualifica professionale (nuova serie provvisoria fino a Giugno 2007) % % F su MF _dirigenti, alta spec ,3 36,0 3_tecnici ,3 58,3 4_impiegati ,1 60,6 5_prof comm.li ,2 73,5 5_prof. intermedie ,1 66,7 6_operai ,6 24,6 7_conduttori impianti ,2 34,6 8_pers non qualificato ,2 33,3 8 6 Totale complessivo ,0 40,7 di cui stranieri % su totale 32,1 33,6 35,1 La durata delle missioni è generalmente molto breve. Prendendo in esame gli avviamenti interinali del 2005, il 10% delle missioni non supera i due giorni, un ulteriore 34,2% si chiude entro il mese. Cumulativamente, il 73% degli avviamenti interinali si conclude entro 3 mesi, poco meno del 90% entro il semestre. Tab Durata degli Avviamenti Somministrati (o interinali) dell'anno 2005 Durata Totale % % cumulata A <2 giorni ,0 10,0 B <1 Mese ,2 44,2 C 1-3 Mesi ,7 72,8 D 3-6 Mesi ,7 88,5 E 6-12 Mesi ,7 97,2 F > 1 Anno 609 2,6 99,8 39 0,2 100,0 Totale complessivo ,0 Gli avviamenti diretti complessivi si distribuiscono in modo più equilibrato tra i settori. Nel 2006, così come nel 2005, uno su quattro avviene nell industria e una quota superiore al 22% nell edilizia. Segue poi, intorno al 12%, il settore dei servizi alle imprese, per poco meno di un terzo rappresentato dalle imprese di pulizia, e il commercio per una quota, leggermente declinante, intorno al 10%. Il settore turistico ricettivo (bar, ristoranti e alberghi) pesa in termini di avviamenti poco più del commercio (10% circa) ma le assunzioni a giornata possono valere fino alla metà delle comunicazioni. La quota dei trasporti scende al di sotto del 7% del totale avviamenti. L aumento relativo dei servizi collettivi risente dei nuovi obblighi di comunicazione dal 2007 mentre per i servizi alle persone si nota un più costante trend di crescita, anch esso forse influenzato dall allargamento della platea di riferimento. Gli stranieri sono oltre il 40% degli avviamenti dell edilizia; le assunzioni femminili sono preponderanti nei servizi collettivi e turistici. 43

44 Tab Avviamenti Diretti per settore di attività economica % (I sem) (I sem) A Agricoltura ,8 1,7 1,7 CDE Industria ,3 25,1 23,4 F Edilizia ,4 22,7 22,3 G Commercio ,1 9,2 8,4 H Bar alb rist ,3 10,1 8,7 I Trasporti ,0 6,7 6,6 JK Servizi a imprese ,1 12,1 12,7 LMN Servizi collettivi ,6 6,3 9,1 OP Servizi a persone ,3 6,0 7,1 Altri ,0 0,0 0,1 TOTALE ,0 100,0 100,0 Stranieri A Agricoltura ,5 % su Totali 40,6 42,3 CDE Industria ,9 23,7 23,6 F Edilizia ,1 43,4 45,0 G Commercio ,8 7,1 6,9 H Bar alb rist ,0 35,1 34,8 I Trasporti ,9 35,2 35,4 JK Servizi a imprese ,4 32,9 29,8 LMN Servizi collettivi ,1 10,1 7,3 OP Servizi a persone ,8 34,2 26,5 Altri ,0 47,8 14,0 TOTALE ,2 29,8 28,5 Femmine % su Totali A Agricoltura ,6 21,0 18,2 CDE Industria ,6 29,8 29,5 F Edilizia ,6 3,3 3,9 G Commercio ,2 55,5 51,8 H Bar alb rist ,6 68,6 68,0 I Trasporti ,4 26,6 24,0 JK Servizi a imprese ,2 53,6 53,3 LMN Servizi collettivi ,5 77,7 78,0 OP Servizi a persone ,0 58,4 58,2 Altri ,0 47,8 39,5 TOTALE ,1 37,4 37,9 44

45 È da rimarcare la diversa distribuzione settoriale delle tipologie di rapporto. Se consideriamo i rapporti a tempo indeterminato, la quota principale, sia in termini assoluti che relativi, è appannaggio dell edilizia dove, nonostante la (o a causa della?) forte stagionalità e mobilità del settore, è questa la forma di assunzione prevalente (tra il 66 e il 68%) dei dipendenti. I rapporti a tempo determinato vedono invece una concentrazione relativa maggiore, oltre che negli avviamenti tipicamente stagionali dell agricoltura, nei servizi collettivi (sanità, istruzione, pubblica amministrazione), dove sono quasi pari alla metà delle assunzioni (fermandosi ai dati 2005 e 2006), nel commercio (43-45% delle assunzioni) e nell industria (38-40%). L apprendistato è diffuso nelle attività manifatturiere ed edili ma anche in varie tipologie dei servizi. Tab Avviamenti Diretti per settore di attività economica e tipologia di rapporto % su Tot avv diretti (I sem) (I sem) A tempo determinato A Agricoltura ,1 75,6 76,8 CDE Industria ,2 40,4 37,0 F Edilizia ,9 20,6 20,9 G Commercio ,8 45,0 40,1 H Bar alb rist ,2 30,3 41,5 I Trasporti ,8 30,3 29,2 JK Servizi a imprese ,9 24,9 24,6 LMN Servizi collettivi ,0 49,5 63,0 OP Servizi a persone ,4 34,6 42,0 Altri TOTALE ,7 33,6 35,4 A tempo indeterminato A Agricoltura ,9 21,1 19,1 CDE Industria ,7 39,1 42,4 F Edilizia ,8 68,3 65,9 G Commercio ,2 34,4 36,1 H Bar alb rist ,6 22,4 29,1 I Trasporti ,2 51,7 41,0 JK Servizi a imprese ,0 45,8 37,3 LMN Servizi collettivi ,9 27,6 14,9 OP Servizi a persone ,9 46,8 35,3 Altri TOTALE ,5 44,7 41,8 Apprendistato A Agricoltura ,2 2,7 1,8 CDE Industria ,1 15,5 12,8 F Edilizia ,2 10,4 10,3 G Commercio ,2 18,0 14,8 H Bar alb rist ,1 12,0 9,0 I Trasporti ,4 3,4 2,8 JK Servizi a imprese ,9 8,2 7,2 LMN Servizi collettivi ,6 1,9 1,3 OP Servizi a persone ,0 9,6 6,0 Altri TOTALE ,0 11,1 9,0 Tra le qualifiche professionali degli avviamenti, prevalgono le figure di personale non qualificato (nel 2006 pari al 32,5% degli avviamenti diretti totali), gli operai (19,7%) a cui vanno aggiunti i conduttori di macchine e impianti (7,7%). L insieme del lavoro manuale riguarda il 60% degli avviamenti. 45

46 Gli impiegati (8,2%), le professioni commerciali e gli addetti alle vendite (14,8%) e le professioni intermedie (5,3%) pesano complessivamente per il 28%. Le professionalità più tecniche, diffuse maggiormente nei servizi collettivi, della sanità, dell istruzione, sono poco meno del 10% e le professioni dirigenziali o di alta specializzazione sono al 2,1%. Gli stranieri superano la metà degli avviamenti di personale non qualificato, la presenza femminile è massima nelle professioni commerciali e intermedie ma è maggioritaria, oltre che tra gli impiegati, anche tra i tecnici. Tab Avviamenti diretti in Provincia di Bergamo per qualifica professionale (nuova serie provvisoria fino a Giugno 2007) % (I sem) (I sem) 2_dirigenti, alta spec ,2 2,1 4,3 3_tecnici ,8 9,6 10,1 4_impiegati ,3 8,2 11,0 5_prof comm.li ,1 14,8 11,9 5_prof. intermedie ,4 5,3 4,6 6_operai ,4 19,7 17,5 7_conduttori impianti ,5 7,7 7,0 8_pers non qualificato ,0 32,5 33, Totale ,0 100,0 100,0 Stranieri % su Totali 2_dirigenti, alta spec ,3 3,9 3,9 3_tecnici ,4 4,0 3,3 4_impiegati ,5 5,7 8,5 5_prof comm.li ,0 22,5 21,0 5_prof. intermedie ,5 29,0 29,8 6_operai ,6 27,3 31,4 7_conduttori impianti ,5 22,8 25,7 8_pers non qualificato ,1 51,7 47, ,7 8,3 Totale ,2 29,8 28,5 Femmine % su Totali 2_dirigenti, alta spec ,8 39,7 42,4 3_tecnici ,0 56,6 56,3 4_impiegati ,2 59,7 55,5 5_prof comm.li ,9 72,7 70,2 5_prof. intermedie ,0 79,2 79,3 6_operai ,8 8,0 7,8 7_conduttori impianti ,8 19,2 18,9 8_pers non qualificato ,4 24,9 28, ,3 30,1 Totale ,1 37,4 37,9 46

47 4.5 La durata dei rapporti di lavoro Poiché il dato delle cessazioni non è ancora utilizzabile, l informazione sulla durata può gettare un po di luce sulla fase di uscita per lo meno da quei rapporti avviati nelle date intercettate dal database. Come anno di riferimento si è scelto il 2005: la durata, comprensiva di eventuali proroghe e trasformazioni, è calcolata in automatico dal sistema informativo in base alle date e ai codici di cessazione e, se assente, indica la persistenza del rapporto, avviato nel corso del 2005, alla data dell estrazione (ottobre 2007). Non mancano anche qui dei problemi tecnici che in un caso specifico (quelle delle assunzioni di 1 sola giornata che nel database fornito non risultavano chiuse automaticamente) hanno imposto una ragionevole correzione in fase di elaborazione statistica. Anche i dati sulla durata vanno intesi come stime parziali e provvisorie. Degli oltre 114mila rapporti avviati nel corso del 2005, meno di un terzo risulterebbero ancora attivi a circa due anni di distanza (con discrepanze della misura a seconda del mese effettivo di avviamento). Tra i rapporti attivi, è nulla la quota dei contratti somministrati e delle assunzioni di 1 giornata e, all opposto, vicina alla totalità nei rapporti di apprendistato che hanno una durata minima (in genere due anni) definita per legge. Tab Durata degli Avviamenti del 2005 per tipo comunicazione e tipologia rapporto (calcolo durata a ottobre 2007) A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno Totale Diretti A tempo det A tempo indet Apprendistato Ass dir 1g z - Altro Diretti Totale Somministrati Totale TOTALE % A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno Totale < 1 anno Diretti A tempo det 2,8 11,0 18,1 16,9 21,8 11,6 17,9 100,0 70,6 A tempo indet 0,9 8,9 14,1 12,7 15,8 14,4 33,2 100,0 52,4 Apprendistato 0,9 10,1 88,9 100,0 0,9 Ass dir 1g 100,0 100,0 100,0 z - Altro 1,9 8,2 89,5 100,0 1,9 Diretti Totale 6,7 7,4 12,0 11,0 14,2 11,8 36,9 100,0 51,3 Somministrati Totale 10,0 34,2 28,7 15,7 8,7 2,6 0,2 100,0 97,2 TOTALE 7,4 12,9 15,4 12,0 13,0 9,9 29,4 100,0 60,6 Il dato sulla durata ha dunque significato analitico solo per i rapporti a tempo indeterminato e determinato. Le differenze sono marcate ma molto meno di quanto ci si aspetterebbe dalla promessa temporale implicita nell avviamento: il 70% dei rapporti a tempo determinato si chiude entro un anno ma anche la metà circa (52%) dei contratti a tempo indeterminato dura meno di 12 mesi. Quest ultimo dato - non inaspettato: un valore non diversissimo emerge anche da una recente ricerca14 effettuata sui dati dei Centri per l impiego del Veneto -, dimostra che la mobilità o il turnover è elevato anche in presenza di garanzie contrattuali di stabilità. Poco sappiamo sulle ragioni di questo turnover, se cioè dipenda maggiormente dall uscita volontaria del lavoratore, dalla frequenza dei cambi di posto di lavoro, da scelte aziendali o licenziamenti; le causali di cessazione non sembrano molto affidabili. Più istruttiva è la distribuzione settoriale dei contratti per settore, in specifico di quelli a tempo indeterminato, nel momento in cui segnala che nell edilizia il 70% dei contratti a tempo indeterminato non supera l anno e che quote superiore al 54% riguardano anche il settore alberghiero e i trasporti. All opposto, 14 4 contratti a tempo indeterminato su 10 si concludono entro un anno, in particolare l 8% non supera il mese e un altro 10% non supera i tre mesi (Quanto è precaria la stabilità, Veneto Lavoro, Misure, agosto 2007) 47

48 nell industria e nel commercio i rapporti a tempo indeterminato inferiori a un anno sono all incirca il 35% di quelli avviati nel 2005 e quasi la metà quelli che ad ottobre 2007 risultano ancora attivi. Tab Durata degli Avviamenti Diretti del 2005 per settore di attività economica A < 2 giorni B <1 Mese C 1-3 Mesi D 3-6 Mesi E 6-12 Mesi F > 1 Anno attivi Totale A Agricoltura CDE Industria F Edilizia G Commercio H Bar alb rist I Trasporti JK Servizi a imprese LMN Servizi collettivi OP Servizi a persone Altri TOTALE % A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno attivi Totale < 1 anno A Agricoltura 0,6 3,7 15,1 16,1 39,1 6,3 19,0 100,0 74,6 CDE Industria 5,4 5,7 8,9 8,9 12,3 12,6 46,2 100,0 41,3 F Edilizia 0,8 11,9 18,3 15,5 15,7 11,8 25,9 100,0 62,3 G Commercio 0,9 6,7 12,3 10,0 12,7 12,6 44,8 100,0 42,6 H Bar alb rist 43,7 4,8 9,1 8,1 7,9 6,4 19,9 100,0 73,7 I Trasporti 0,6 8,4 16,1 11,8 12,4 14,0 36,6 100,0 49,4 JK Servizi a imprese 2,6 6,4 8,8 9,4 13,1 14,1 45,6 100,0 40,3 LMN Servizi collettivi 0,8 6,3 8,4 10,1 23,5 9,7 41,2 100,0 49,1 OP Servizi a persone 2,2 6,6 10,3 11,5 16,5 14,3 38,5 100,0 47,2 Altri TOTALE 6,7 7,4 12,0 11,0 14,2 11,8 36,9 100,0 51,3 48

49 Tab Durata degli Avviamenti Diretti del 2005 di cui Avviamenti Diretti a tempo indeterminato A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno attivi Totale A Agricoltura CDE Industria F Edilizia G Commercio H Bar alb rist I Trasporti JK Servizi a imprese LMN Servizi collettivi OP Servizi a persone TOTALE A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno attivi Totale < 1 anno A Agricoltura 1,1 1,4 8,8 11,0 16,7 13,3 47,7 100,0 39,0 CDE Industria 0,8 5,6 8,9 8,4 12,2 14,3 49,7 100,0 35,9 F Edilizia 0,9 13,2 19,9 17,8 18,3 12,6 17,3 100,0 70,1 G Commercio 0,8 4,8 9,4 7,8 12,3 15,2 49,8 100,0 35,0 H Bar alb rist 1,0 6,5 14,9 14,8 17,2 15,4 30,1 100,0 54,4 I Trasporti 0,7 10,0 16,2 12,5 15,3 18,6 26,6 100,0 54,8 JK Servizi a imprese 1,3 7,7 11,4 10,7 16,5 16,0 36,4 100,0 47,6 LMN Servizi collettivi 1,1 7,3 9,7 8,9 15,8 11,7 45,4 100,0 42,9 OP Servizi a persone 1,0 6,1 12,5 12,3 19,0 15,8 33,2 100,0 50,9 TOTALE 0,9 8,9 14,1 12,7 15,8 14,4 33,2 100,0 52,4 di cui Avviamenti Diretti a tempo determinato A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno attivi Totale A Agricoltura CDE Industria F Edilizia G Commercio H Bar alb rist I Trasporti JK Servizi a imprese LMN Servizi collettivi OP Servizi a persone TOTALE A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno attivi Totale A Agricoltura 0,5 4,8 18,5 19,3 49,7 3,7 3,4 100,0 CDE Industria 3,8 9,1 13,9 14,6 19,0 13,2 26,3 100,0 F Edilizia 1,0 15,6 25,1 18,0 17,2 10,7 12,4 100,0 G Commercio 1,5 11,7 21,1 16,8 19,2 12,0 17,7 100,0 H Bar alb rist 8,2 13,5 23,7 20,0 16,7 9,0 8,9 100,0 I Trasporti 1,0 10,7 27,3 18,5 14,1 9,1 19,2 100,0 JK Servizi a imprese 2,6 11,4 14,4 18,1 19,3 12,6 21,5 100,0 LMN Servizi collettivi 0,9 8,8 11,9 15,8 39,3 11,7 11,5 100,0 OP Servizi a persone 4,4 11,9 14,2 18,2 23,6 14,7 13,0 100,0 TOTALE 2,8 11,0 18,1 16,9 21,8 11,6 17,9 100,0 Per i contratti a tempo determinato si noti la quota dei rapporti privi di durata, quindi presumibilmente attivi al momento dell estrazione, che nel complesso sono poco meno del 18% dei rapporti avviati nel Anche in questo caso le differenze settoriali sono ampie: la quota più elevata di rapporti ancora attivi si trova nell industria (26,3%), nei servizi alle imprese (21,4%), al di sotto del 20% negli altri servizi con quote molto basse nei servizi turistici ma anche in quelli collettivi. L analisi per qualifiche professionali evidenzia una correlazione nei contratti a tempo indeterminato tra durata del rapporto e livello professionale: più elevata la professionalità e più alta è la quota dei rapporti ancora attivi a distanza di tempo, con un eccezione che conferma la regola se si ipotizza un valore in più riconosciuto alla specializzazione tecnica e all esperienza - per i conduttori di macchine e impianti. 49

50 Tab Durata degli Avviamenti Diretti del 2005 per qualifica professionale A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno attivi Totale 2_dirigenti, alta spec _tecnici _impiegati _prof comm.li _prof. intermedie _operai _conduttori impianti _pers non qualificato Totale A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno attivi Totale < 1 anno 2_dirigenti, alta spec. 5,4 6,7 6,2 6,5 16,1 10,6 48,4 100,0 41,0 3_tecnici 0,9 3,7 6,7 8,4 18,1 13,7 48,4 100,0 37,9 4_impiegati 0,6 3,9 7,9 9,5 12,5 14,0 51,6 100,0 34,5 5_prof comm.li 31,0 6,5 10,3 8,6 9,0 8,1 26,5 100,0 65,4 5_prof. intermedie 0,7 8,3 11,7 11,3 17,3 14,4 36,3 100,0 49,4 6_operai 0,8 8,2 12,4 11,1 13,6 12,2 41,8 100,0 45,9 7_conduttori impianti 0,8 5,8 10,8 11,4 14,8 13,7 42,7 100,0 43,6 8_pers non qualificato 4,7 9,8 15,9 13,3 15,3 11,3 29,7 100,0 59,0 Totale 6,7 7,4 12,0 11,0 14,2 11,8 36,9 100,0 51,3 di cui Aviamenti diretti a tempo indeterminato A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno attivi Totale 2_dirigenti, alta spec _tecnici _impiegati _prof comm.li _prof. intermedie _operai _conduttori impianti _pers non qualificato Totale A <2gg B <1 M C 1-3 M D 3-6 M E 6-12 M F > 1 Anno attivi Totale < 1 anno 2_dirigenti, alta spec. 0,2 2,1 5,7 6,2 11,4 14,0 60,4 100,0 25,6 3_tecnici 0,7 3,0 6,1 6,8 12,6 14,9 55,8 100,0 29,3 4_impiegati 0,5 3,9 6,6 7,1 11,6 14,6 55,8 100,0 29,6 5_prof comm.li 0,8 6,8 13,2 12,3 15,5 15,2 36,2 100,0 48,6 5_prof. intermedie 0,8 6,3 10,1 10,2 16,5 16,4 39,6 100,0 44,0 6_operai 1,0 10,1 14,1 13,8 16,7 14,5 29,7 100,0 55,8 7_conduttori impianti 1,2 6,9 11,4 10,3 14,2 15,2 40,7 100,0 44,1 8_pers non qualificato 1,1 12,4 19,5 16,2 17,6 13,7 19,6 100,0 66,8 Totale 0,9 8,9 14,1 12,7 15,8 14,4 33,2 100,0 52,4 Su proroghe e trasformazioni non sono ancora disponibili dati compiutamente attendibili. Una prima provvisoria elaborazione delinea un incremento delle proroghe, che coinvolgono in prevalenza i contratti di somministrazione, sia nel 2005 sia, con valori anche in questo caso dubbi, nel 2006 e nella prima parte del Le trasformazioni comprendono eventi tra loro diversi che riguardano i cambi della modalità di lavoro (da full time a part time o viceversa) o del tipo di rapporto. Il loro numero sembra relativamente più stabile, in particolare quello dei contratti a termine trasformati in tempo indeterminato che si mantengono intorno a circa all anno. Una trasformazione simile (nel tempo indeterminato) riguarda anche la quasi totalità delle trasformazioni dell apprendistato. È possibile peraltro che molte trasformazioni di fatto dei rapporti siano rimaste, nel file originario, associate a cessazioni e nuovi avviamenti. 50

51 Tab Proroghe e trasfromazioni N di rapporti prorogati per anno di proroga (dati parziali e provvisori) (I sem) Tempo determinato Somministrati (interinali) Totale N di rapporti trasformati per anno di trasformazione (dati parziali e provvisori) per tipo di rapporto all'avviamento (I sem) A tempo indeterminato Apprendistato A tempo determinato di cui trasformati in rapporti a tempo indeterminato Altro Totale complessivo Le nuove forme contrattuali Il dettaglio delle tipologie dei nuovi avviamenti, pur con i limiti più volte ricordati, può dare una prima evidenza numerica alle nuove forme contrattuali previste nei decreti attuativi della Legge Biagi. Per i lavoratori a progetto si tratta in parte di una trasformazione delle preesistenti collaborazioni coordinate e continuative che non venivano comunicate ai Centri per l impiego. La loro incidenza (oltre le comunicazioni di avviamento) è già significativa nel primo semestre del 2007 (3,8%) ed è destinata a crescere (vedasi oltre i dati INPS). I collaboratori o lavoratori a progetto sono avviati per il 22% nell industria, per il 20,4% nel commercio, per il 16,9% nei servizi collettivi, per il 15,7% nei servizi alle imprese. Il 45,7% di questi sono donne. L apprendistato professionalizzante comincia a registrare una discreta consistenza: le quasi comunicazioni dei primi mesi del 2007 sono distribuite nell industria (28,7%), nell edilizia (28,6%), nel commercio (24,8%) e nei servizi alle imprese (12,6%). Il lavoro intermittente o a chiamata (job on call; di cui il recente accordo tra governo e parti sociali a luglio prevede l abolizione) ha visto una crescita nei primi mesi del 2007, superando il migliaio di comunicazioni (in termini di contratto, nulla si sa delle chiamate effettive), con leggera prevalenza del tempo indeterminato e portandosi complessivamente all 1,4% del totale degli avviamenti. Il 78% degli avviamenti intermittenti del 2007 riguarda imprese della sezione H, alberghiere o della ristorazione. Il contratto di inserimento lavorativo pesa per lo 0,3% sugli avviamenti del Poco meno della metà (al 2007) sono nell industria, un quarto nel commercio. I tirocini sono inseriti solo parzialmente, il 51% di essi comunque è segnalato nell industria. Pochissimi gli avviamenti riconducibili al lavoro accessorio. 51

52 Tab AVVIAMENTI in Provincia di Bergamo per tipologia di dettaglio (nuova serie provvisoria fino a Giugno 2007) Avviamenti diretti (giu) % giu 07 A.1 Lavoro a tempo indeterminato ,3 A.2 Lavoro a tempo determinato ,7 A.2.1 Lavoro stagionale ,1 A Apprendistato ex art.16 L. 196/ ,5 A Apprendistato espletamento diritto dovere di istruz.formaz ,0 A Apprendistato Professionalizzante ,7 A Apprendistato acquisiz.diploma o percorsi alta formaz ,1 A.3.3 Contratto di inserimento lavorativo ,3 A.5.1 Lavoro intermittente a tempo determinato ,6 A.5.2 Lavoro intermittente a tempo indeterminato ,8 A.7 Lavoro accessorio ,0 AD5 ASS.DIR. 1 GIORNATA PUBB.ESER.(ORD) ,8 B Lavoro a progetto / Collaboraz. coordinata e continuativa ,8 C.1 Tirocinio ,3 C.4 Piano di Inserimento Professionale (PIP) 2 7 0,0 D Lavoro svolto senza retribuzione (volontariato) 4 0,0 E Lavoro autonomo ,1 IN1 SOCI COOPERATIVA ,2 NOC MOBILITA' TEMPO INDETERMINATO (ORD) ,1 NOD MOBILITA' TEMPO DETERMINATO (ORD.) ,7 NOG LAVORO A DOMICILIO ,1 NOH COLLOCAMENTO MIRATO ,0 NO_ NOMINATIVA (ORD.) ,1 NU2 COLLOCAMENTO MIRATO ,0 AD_N_ PUBBLICO IMPIEGO ,5 Altro ,0 Totale avviamenti diretti ,7 Avviamenti somministrati (interinali) ,3 TOTALE AVVIAMENTI ,0 4.7 Le assunzioni nelle diverse aree territoriali della provincia La distribuzione degli avviamenti nelle dieci aree dei Centri per l Impiego (la localizzazione degli avviamenti somministrati è riferita al luogo dell agenzia interinale e non a quello dell azienda utilizzatrice) evidenzia il ruolo predominante dell area urbana intorno al capoluogo con oltre il 38% delle assunzioni totali, seguita da quella di Treviglio (15%). 52

53 Tab Avviamenti in provincia di Bergamo per Centro per l'impiego (per luogo di localizzazione dell'impresa) (nuova serie provvisoria fino a giugno 2007) Avviamenti CPI (I sem) (I sem) Diretti ALBINO ,1 4,9 5,0 BERGAMO ,0 38,5 37,6 CLUSONE ,9 3,0 2,9 GRUMELLO DEL MONTE ,3 8,6 8,7 LOVERE ,8 3,7 3,5 PONTE SAN PIETRO ,2 9,4 9,6 ROMANO DI LOMBARDIA ,1 8,2 8,3 TRESCORE BALNEARIO ,9 4,7 5,5 TREVIGLIO ,8 14,6 14,1 ZOGNO ,9 4,6 4,7 Diretti Totale ,0 100,0 100,0 Somministrati ALBINO ,4 5,7 5,8 BERGAMO ,1 44,2 40,2 CLUSONE ,0 0,0 0,7 GRUMELLO DEL MONTE ,3 10,4 11,9 LOVERE ,6 3,2 4,5 PONTE SAN PIETRO ,1 9,2 8,0 ROMANO DI LOMBARDIA ,8 4,9 4,0 TRESCORE BALNEARIO ,3 2,1 3,4 TREVIGLIO ,5 19,4 19,5 ZOGNO ,9 0,9 1,9 Somministrati Totale ,0 100,0 100,0 TOTALI ALBINO ,2 5,1 5,2 BERGAMO ,9 39,7 38,1 CLUSONE ,3 2,3 2,5 GRUMELLO DEL MONTE ,5 9,0 9,3 LOVERE ,8 3,5 3,7 PONTE SAN PIETRO ,6 9,4 9,3 ROMANO DI LOMBARDIA ,4 7,5 7,5 TRESCORE BALNEARIO ,3 4,1 5,1 TREVIGLIO ,0 15,6 15,1 ZOGNO ,1 3,8 4,2 TOTALI ,0 100,0 100,0 La distribuzione territoriale degli avviamenti femminili mostra una ancor più accentuata concentrazione sull area urbana: poco meno della metà delle assunzioni femminili avvengono nel capoluogo e nei suoi dintorni, dove è maggiore rispetto al resto della provincia la presenza di attività terziarie e di servizi. Gli stranieri si distribuiscono invece anche nelle circoscrizioni extra urbane, con addensamento degno di nota nell area di Grumello. 53

54 Tab Avviamenti in provincia di Bergamo per Centro per l'impiego (per luogo di localizzazione dell'impresa) (nuova serie provvisoria fino a giugno 2007) Femmine Avviamento CPI (I sem) (I sem) Diretto ALBINO ,2 5,0 5,5 BERGAMO ,4 48,4 44,5 CLUSONE ,2 3,5 3,6 GRUMELLO DEL MONTE ,8 6,1 6,7 LOVERE ,1 2,1 2,6 PONTE SAN PIETRO ,8 7,9 8,1 ROMANO DI LOMBARDIA ,5 4,9 5,0 TRESCORE BALNEARIO ,8 3,8 4,3 TREVIGLIO ,9 13,6 14,6 ZOGNO ,4 4,8 5,0 Diretto Totale ,0 100,0 100,0 Somministrato ALBINO ,5 5,0 5,6 BERGAMO ,1 45,3 45,1 CLUSONE 34 0,0 0,0 0,5 GRUMELLO DEL MONTE ,8 11,6 12,2 LOVERE ,2 2,4 3,9 PONTE SAN PIETRO ,8 9,0 7,7 ROMANO DI LOMBARDIA ,2 2,7 2,7 TRESCORE BALNEARIO ,6 2,5 3,7 TREVIGLIO ,8 20,6 16,5 ZOGNO ,0 0,9 2,2 Somministrato Totale ,0 100,0 100,0 TOTALI ALBINO ,2 5,0 5,5 BERGAMO ,5 47,7 44,6 CLUSONE ,5 2,7 3,0 GRUMELLO DEL MONTE ,6 7,3 7,8 LOVERE ,3 2,1 2,9 PONTE SAN PIETRO ,6 8,1 8,0 ROMANO DI LOMBARDIA ,8 4,4 4,6 TRESCORE BALNEARIO ,6 3,5 4,2 TREVIGLIO ,3 15,2 15,0 ZOGNO ,4 3,9 4,4 TOTALI ,0 100,0 100,0 Tab Avviamenti in provincia di Bergamo per Centro per l'impiego (nuova serie provvisoria fino a giugno 2007) Stranieri % CPI (I sem) (I sem) ALBINO ,5 3,3 3,4 BERGAMO ,9 41,3 34,5 CLUSONE ,0 1,0 1,2 GRUMELLO DEL MONTE ,5 12,3 13,4 LOVERE ,9 3,5 4,5 PONTE SAN PIETRO ,0 7,1 8,1 ROMANO DI LOMBARDIA ,7 9,8 9,8 TRESCORE BALNEARIO ,1 4,8 7,0 TREVIGLIO ,5 14,8 15,3 ZOGNO ,9 2,0 2,7 Totale complessivo ,0 100,0 100,0 La composizione settoriale degli avviamenti dell anno 2006 nelle dieci circoscrizioni evidenzia il peso relativo dei servizi alle imprese a Treviglio, oltre che a Bergamo, dell edilizia a Romano di Lombardia, dell industria a Ponte San Pietro. 54

55 Tab Avviamenti Diretti in provincia di Bergamo per Centro per l'impiego (per luogo di localizzazione dell'impresa) Anno 2006 Per attività economica GRUMELLO DEL MONTE PONTE SAN PIETRO ROMANO DI LOMBARDIA TRESCORE BALNEARIO TREVIGLIO ZOGNO Totale ALBINO BERGAMO CLUSONE LOVERE A Agricoltura CDE Industria F Edilizia G Commercio H Bar alb rist I Trasporti JK Servizi a imprese LMN Servizi collettivi OP Servizi a persone Altri TOTALE % di colonna GRUMELLO DEL MONTE PONTE SAN PIETRO ROMANO DI LOMBARDIA TRESCORE BALNEARIO TREVIGLIO ZOGNO Totale ALBINO BERGAMO CLUSONE LOVERE A Agricoltura 1,4 0,9 1,5 1,9 1,0 0,9 1,4 10,6 1,4 2,5 1,7 CDE Industria 31,7 17,9 31,1 28,8 35,7 40,2 14,6 31,1 27,0 35,4 25,1 F Edilizia 25,9 13,9 16,8 35,5 33,9 21,7 58,4 21,4 18,8 16,4 22,7 G Commercio 7,9 13,1 8,5 5,4 6,4 6,9 6,8 5,8 7,1 6,2 9,2 H Bar alb rist 8,7 16,8 18,3 4,6 6,3 4,4 3,0 4,4 3,5 14,7 10,1 I Trasporti 3,6 7,5 3,6 5,5 4,1 7,5 1,8 9,4 9,8 4,4 6,7 JK Servizi a imprese 6,9 14,7 4,3 9,9 3,9 9,0 4,7 4,5 22,4 6,5 12,1 LMN Servizi collettivi 8,5 6,5 11,4 3,9 5,6 5,9 6,1 8,7 5,4 7,0 6,3 OP Servizi a persone 5,4 8,8 4,4 4,4 2,9 3,5 3,2 3,9 4,7 6,9 6,0 Altri 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,0 0,0 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Si è esplorato anche il grado di significatività dei dati ad una scala territoriale più dettagliata rapportando il numero medio annuo dei nuovi avviamenti per Comune allo stock dei dipendenti delle unità locali comunali di imprese secondo l archivio ASIA di Istat (che ha un campo di osservazione leggermente diverso ma comparabile a quello delle comunicazioni ai Cpi). Senza enfatizzare la significatività dell indice comunale soprattutto nei Comuni che hanno consistenze assolute molto limitate si nota un rapporto più basso in alcune aree delle medie valli (Valle Brembilla, media Valle Seriana) e mediamente più alto nell area ad est della provincia, oltre che nei centri urbani maggiori o nelle aree turistiche. 55

56 Fig. 1 - Rapporto % tra nuovi avviamenti medi annui e stock medio (Istat-Asia, 2004) dei dipendenti delle Unità Locali per Comune. CentriImpiego 0,0-16,3 16,4-23,8 23,9-34,1 34,2-54,1 54,2-94,9 95,0-176,2 Fonte: elaborazione su dati provvisori dal database SINTESI (2007) 56

57 Tab Avviamenti Diretti per Divisione di Attività economica DESCRIZIONE AGRICOLTURA, SILVICOLTURA INDUSTRIE ESTRATTIVE INDUSTRIE ALIMENTARI E DELLE BEVANDE INDUSTRIE TESSILI CONFEZIONE DI ARTICOLI DI VESTIARIO; PREPARAZIONE E TINTURA DI PELLICCE PREPARAZIONE E CONCIA CUOIO; FABBRICAZIONE ART. DA VIAGGIO, BORSE, CALZATURE INDUSTRIA DEL LEGNO E PRODOTTI IN LEGNO, SUGHERO, PAGLIA, ESCLUSI I MOBILI FABBRICAZIONE DELLA PASTA-CARTA, DELLA CARTA E DEI PRODOTTI DI CARTA EDITORIA, STAMPA E RIPRODUZIONE DI SUPPORTI REGISTRATI FABBRICAZIONE DI COKE, RAFFINERIE DI PETROLIO, TRATTAMENTO COMBUST. NUCLEARI FABBRICAZIONE DI PRODOTTI CHIMICI E DI FIBRE SINTETICHE E ARTIFICIALI FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE FABBRICAZIONE DI PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI PRODUZIONE DI METALLI E LORO LEGHE FABBRICAZIONE E LAVORAZ. DEI PRODOTTI IN METALLO, ESCLUSE MACCHINE E IMPIANTI FABBRICAZIONE MACCHINE ED APPARECCHI MECCANICI; INSTALLAZIONE E RIPARAZIONE FABBRICAZIONE DI MACCHINE PER UFFICIO, DI ELABORATORI E SISTEMI INFORMATICI FABBRICAZIONE DI MACCHINE ED APPARECCHI ELETTRICI N.C.A FABBRICAZIONE APPARECCHI RADIOTELEVISIVI E PER LE COMUNICAZIONI FABBRICAZIONE APPARECCHI MEDICALI, PRECISIONE, STRUMENTI OTTICI E OROLOGI FABBRICAZIONE DI AUTOVEICOLI, RIMORCHI E SEMIRIMORCHI FABBRICAZIONE DI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO FABBRICAZIONE DI MOBILI; ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE RECUPERO E PREPARAZIONE PER IL RICICLAGGIO PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA, DI GAS, DI VAPORE E ACQUA CALDA RACCOLTA, DEPURAZIONE E DISTRIBUZIONE D'ACQUA COSTRUZIONI COMMERCIO, MANUTENZ. E RIPARAZ. AUTOVEICOLI E MOTO; VENDITA DETT. CARBURANTE COMMERCIO ALL'INGROSSO E INTERMEDIARI DEL COMM., AUTOVEICOLI E MOTO ESCLUSI COMMERCIO AL DETTAGLIO, ESCLUSO AUTO E MOTO; RIPARAZ. BENI PERSONALI E CASA ALBERGHI E RISTORANTI TRASPORTI TERRESTRI; TRASPORTI MEDIANTE CONDOTTE TRASPORTI MARITTIMI E PER VIE D'ACQUA TRASPORTI AEREI ATTIVITA' DI SUPPORTO ED AUSILIARIE DEI TRASPORTI; ATTIV. AGENZIE DI VIAGGIO POSTE E TELECOMUNICAZIONI INTERMEDIAZIONE MONETARIA E FINANZIARIA (ESCLUSE ASSICURAZ. E FONDI PENSIONE) ASSICURAZIONI E FONDI PENSIONE, ESCLUSE LE ASSICUR. SOCIALI OBBLIGATORIE ATTIVITA' AUSILIARIE DELLA INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA ATTIVITA' IMMOBILIARI NOLEGGIO MACCHINARI, ATTREZZ. SENZA OPERATORE, BENI PER USO PERS. E DOMESTICO INFORMATICA E ATTIVITA' CONNESSE RICERCA E SVILUPPO ALTRE ATTIVITA' PROFESSIONALI ED IMPRENDITORIALI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E DIFESA; ASSICURAZIONE SOCIALE OBBLIGATORIA ISTRUZIONE SANITA' E ALTRI SERVIZI SOCIALI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI SOLIDI, DELLE ACQUE DI SCARICO E SIMILI ATTIVITA'DI ORGANIZZAZIONI ASSOCIATIVE N.C.A ATTIVITA' RICREATIVE, CULTURALI E SPORTIVE ALTRE ATTIVITA' DEI SERVIZI SERVIZI DOMESTICI PRESSO FAMIGLIE E CONVIVENZE Totale complessivo

58 5. Lavoratori dipendenti e collaboratori a Bergamo, in Lombardia e in Italia 5.1 Flussi (degli avviamenti) e stock (dei dipendenti) L analisi si è dilungata sui nuovi avviamenti, cioè sui flussi di entrata o transizione nel mercato del lavoro dipendente, ma per valutare l entità di questi movimenti, è utile ricordare le dimensioni degli stock degli occupati in provincia di Bergamo che, a differenza dei dati dei Centri per l Impiego, sono comparabili ad altri territori dell Italia. Per omogeneità del confronto e dettaglio dell informazione (età, genere, tipologia di contratto, settore, ecc.), si sono scelti i dati INPS. Riguardano, infatti, un universo (i dipendenti medi annui di imprese private extragricole per luogo di lavoro) abbastanza simile a quello degli avviamenti, anche se aggiornato al 2003 e privo di serie storica. Altri dati INPS verranno proposti sui Collaboratori Parasubordinati, una categoria importante e ancora poco indagata: in questo caso i dati sono più recenti (al 2005) ma sono disponibili a livello provinciale solo per luogo di residenza (e non di lavoro) del Collaboratore. Bergamo, che conta al 2003 oltre 305mila dipendenti, evidenzia una quota maggiore delle classi di età più giovani (fino a 29 anni) e una incidenza nettamente minore del lavoro femminile sia rispetto alla Lombardia che all Italia. I dipendenti con meno di 24 anni hanno un peso relativo (16,6%) di 4 punti superiore alla media regionale e di 3 sul dato nazionale. Il divario tra la quota di donne sul totale dei dipendenti a Bergamo (37,5%) rispetto alla Lombardia (39,9%) sfiora i due punti percentuali e mezzo ed è significativo anche in confronto al dato medio nazionale. Per le giovani donne (fino a 24 anni) la quota sul totale a Bergamo è vicina alle medie regionale e nazionale, ma il divario si allarga poi al crescere dell età. Tab Dipendenti nell'anno 2003 per genere e classe d'età PER LUOGO DI LAVORO IN PROVINCIA DI BERGAMO IN REGIONE LOMBARDIA IN ITALIA classe età Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALE <= >= TOTALE Composizione % classi d'età Composizione % classi d'età Composizione % classi d'età classe età Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALE BG LOM ITA <=24 15,7 18,0 16,6 12,3 13,1 12,6 13,1 14,2 13, ,2 19,6 16,9 15,0 18,2 16,3 15,0 18,3 16, ,7 35,0 33,5 33,9 36,5 34,9 32,4 35,4 33,6 >=40 36,4 27,4 33,0 38,8 32,2 36,2 39,4 32,1 36,6 TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 % Femmine su Maschi e Femmine Bergamo Lombardia Italia <=24 40,8 41,5 40, ,6 44,6 43, ,1 41,7 40,4 >=40 31,1 35,6 33,6 TOTALE 37,5 39,9 38,4 Fonte: elaborazione su dati INPS, Osservatorio sui Lavoratori dipendenti (settore privato, extragricolo) La minor presenza di donne sul mercato del lavoro non è dovuta ad una minore diffusione relativa del part time, che anzi a Bergamo coinvolge il 33,7% delle dipendenti, quasi 3 punti e mezzo in più del valore medio regionale e leggermente al di sopra anche della media nazionale. 58

59 Tab Dipendenti part-time nell'anno 2003 per genere e classe d'età PER LUOGO DI LAVORO IN PROVINCIA DI BERGAMO IN REGIONE LOMBARDIA IN ITALIA classe età Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALE <= >= TOTALE % Part time sul Totale dipendenti % Part time sul Totale dipendenti % Part time sul Totale dipendenti classe età Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALE Maschi Femmine TOTALE BG LOM ITA <=24 7,4 22,4 13,5 11,9 26,6 18,0 11,1 27,3 17, ,2 23,6 13,2 8,6 23,6 15,3 9,3 28,3 17, ,3 38,3 17,0 5,2 32,0 16,4 6,3 35,3 18,1 >=40 2,8 42,6 15,2 3,6 33,7 14,3 4,7 35,6 15,1 TOTALE 4,1 33,7 15,2 5,9 30,3 15,7 6,8 33,0 16,8 Elaborazione su dati INPS, Osservatorio sui Lavoratori dipendenti (settore privato, extragricolo) L incidenza del part time tra le donne è correlata all età, e alle esigenze di conciliazione tra lavoro e carichi familiari; anche in questo caso Bergamo registra differenziali significativi dalle medie di riferimento: se al di sotto dei 24 e dei 29 anni la quota di donne bergamasche a tempo parziale è minore o vicina alle medie di regione e Italia, oltre i 40 anni raggiunge il 42,6% contro il 33,7% in Lombardia e il 35,6% in Italia. Graf. 4 - % part-time su dipendenti donne per classi di età 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 <= >=40 BG LOM ITA Fonte: Inps A Bergamo la maggior incidenza del part time tra le lavoratrici va di pari passo con una minore partecipazione femminile al mercato del lavoro che si accentua visibilmente a partire da quella che è ormai diventata l età media alla nascita del primo figlio le donne che hanno un figlio hanno una probabilità di uscire dal mercato del lavoro del 46 per cento, oltre sei volte superiore a quella delle donne senza figli. E delle donne che escono, solo metà rientra nel mercato del lavoro dopo un certo periodo (CNEL, Rapporto sul mercato del lavoro 2006, pag. 28) 59

60 Un ulteriore confronto reso possibile dai dati INPS riguarda la composizione professionale e le tipologie contrattuali dei dipendenti che lavorano in provincia. L incidenza complessiva delle figure operaie (59,7% a Bergamo) è di quasi nove punti superiore al dato medio regionale e sensibilmente più alta anche della media nazionale, senza contare che gli apprendisti (più di 23mila) a Bergamo sono più numerosi che altrove. Per quanto riguarda invece le tipologie contrattuali, i lavoratori a tempo determinato (oltre 26mila) e le poche centinaia di stagionali a Bergamo hanno un peso complessivo (8,9% sul totale dei dipendenti) minore rispetto alla Lombardia (10,5%) e all Italia (12,9%), e questo nonostante la sottocategoria dei lavoratori interinali (che confluiscono insieme ad altri nella categoria dei servizi alle imprese ma svolgono missioni prevalentemente nel settore industriale) abbia a Bergamo anche secondo i dati INPS 16 un peso relativamente maggiore. Tab Dipendenti (2003) per qualifica e tipo di rapporto PER LUOGO DI LAVORO MASCHI E FEMMINE TOTALE a tempo indeterminato a tempo determinato e stagionali Bergamo Lombardia ITALIA Bergamo Lombardia Italia Bergamo Lombardia Italia Operai Impiegati Quadri Dirigenti Apprendisti Altro TOTALE % di colonna % sul Totale % sul Totale Bergamo Lombardia ITALIA Bergamo Lombardia ITALIA Bergamo Lombardia ITALIA Operai 59,7 50,9 57,4 90,2 87,9 84,8 9,8 12,1 15,2 Impiegati 29,7 38,5 32,9 90,1 88,9 87,8 9,9 11,1 12,2 Quadri 1,9 3,8 2,4 99,4 99,5 99,5 0,6 0,5 0,5 Dirigenti 0,9 1,7 0,9 98,6 99,1 98,7 1,4 0,9 1,3 Apprendisti 7,6 4,8 6,2 99,8 99,7 97,8 0,2 0,3 2,2 Altro 0,1 0,3 0,2 75,6 82,0 84,0 24,4 18,0 16,0 TOTALE 100,0 100,0 100,0 91,1 89,5 87,1 8,9 10,5 12,9 FEMMINE TOTALE a tempo indeterminato a tempo determinato e stagionali Bergamo Lombardia ITALIA Bergamo Lombardia Italia Bergamo Lombardia Italia Operai Impiegati Quadri Dirigenti Apprendisti Altro TOTALE % di colonna % sul Totale % sul Totale Bergamo Lombardia ITALIA Bergamo Lombardia ITALIA Bergamo Lombardia ITALIA Operai 46,3 37,9 44,6 87,9 85,0 80,0 12,1 15,0 20,0 Impiegati 44,0 53,7 46,7 88,3 87,7 86,4 11,7 12,3 13,6 Quadri 0,8 2,1 1,2 99,4 99,7 99,5 0,6 0,3 0,5 Dirigenti 0,1 0,5 0,2 99,4 99,3 98,9 0,6 0,7 1,1 Apprendisti 8,6 5,5 6,9 99,7 99,6 97,5 0,3 0,4 2,5 Altro 0,1 0,3 0,2 59,7 77,4 75,7 40,3 22,6 24,3 TOTALE 100,0 100,0 100,0 89,1 87,6 84,5 10,9 12,4 15,5 Fonte: Elaborazione su dati INPS, Osservatorio sui Lavoratori dipendenti (settore privato, extragricolo) La specializzazione industriale e edile della provincia di Bergamo spiega almeno in parte la minore estensione del lavoro a termine. A Bergamo il lavoro a tempo determinato coinvolge poco più del 6% dei dipendenti dell industria, il 4% dell edilizia e il 14,5% dei servizi. Anche le cartografie relative all insieme delle province italiane suggeriscono una maggiore diffusione del tempo determinato o del lavoro stagionale in aree a più spiccata vocazione turistica e agricola. Al contempo si conferma una incidenza maggiore del tempo determinato tra le dipendenti donne, sia nell industria che nei servizi. 16 Nella classificazione INPS dei servizi immobiliari e alle imprese il lavoro a tempo determinato ha a Bergamo (con dipendenti) una quota del 31,7%, del 28,5% in Lombardia e del 24,7% in Italia. 60

61 Tab Numero di dipendenti nell'anno 2003 per qualifica e tipo di contratto PER LUOGO DI LAVORO IN PROVINCIA DI BERGAMO Operai % di cui a operai tempo det. a td Impiegati % impieg di cui a ati a tempo det. td Apprend isti Tempo determin ato Tempo indeterm Stagi inato onali Quadri Dirigenti Altri Maschi Industria , , , ,8 Edilizia , , , ,0 Servizi , , , ,0 TOTALE , , , ,7 Femmine Industria , , , ,6 Edilizia , , , ,4 Servizi , , , ,8 TOTALE , , , ,9 TOTALE Industria , , , ,1 Edilizia , , , ,0 Servizi , , , ,4 TOTALE , , , ,9 Fonte: Elaborazione su dati INPS, Osservatorio sui Lavoratori dipendenti (settore privato, extragricolo) % Appren d su Tot dip TOTALE DIPEND ENTI % Tem po det 5.2 Il lavoro parasubordinato Gli ultimi dati diffusi da INPS sul lavoro parasubordinato (al 2005) e il maggior dettaglio sulle aliquote contributive versate e quindi sul carattere di esclusività o meno dell attività svolta consentono una stima più precisa della consistenza di questo segmento del mercato del lavoro, anche se la provincia è riferita alla residenza e non al luogo di lavoro del collaboratore. Per Bergamo, sono conteggiati poco meno di 30mila collaboratori contribuenti e poco più di collaboratori professionisti. Dei 30mila collaboratori contribuenti, solo non sono titolari di altra assicurazione (pensione o stipendio) e di questi i Collaboratori a progetto sono, al 2005, (in Lombardia , in Italia ). In rapporto agli occupati residenti medi dell indagine sulle Forze Lavoro del 2005, i collaboratori a progetto sono l 1,9% a Bergamo, il 3,9% in Lombardia e il 2,9% in Italia. Pare dunque, anche dall osservazione delle cartografie provinciali, che il peso relativo di questa figura professionale sia minore a Bergamo non solo rispetto all area milanese (a forte presenza di figure professionali e del terziario) ma anche nei confronti di molte altre province della Lombardia. La maggioranza dei lavoratori a progetto sono donne, ma la loro quota a Bergamo è più bassa di circa 6 punti rispetto a regione e Italia. Il reddito medio (inferiore ai 10mila euro annui) risulterebbe invece più elevato a Bergamo non solo rispetto al dato nazionale ma anche, di poco, a quello medio regionale. Da notare però il divario, a Bergamo più accentuato, del reddito femminile rispetto a quello totale. Nell insieme dei collaboratori spicca anche il maggior peso relativo a Bergamo (oltre il 40% sul totale) degli amministratori o sindaci di società che spiega il differenziale nel reddito medio complessivo a favore di Bergamo. 61

62 Tab Collaboratori esclusivi con aliquota contributiva del 18% per area di residenza ANNO 2005 (INPS) Numero Contribuenti Reddito medio Bergamo Lombardia Italia Bergamo Lombardia Italia Amministratore, sindaco di società, ecc Collaboratore di giornali, riviste, ecc Partecipante a collegi e commissioni Enti locali (D.M ) Dottorato di ricerca, assegno, borsa studio da MUIR Collaboratore a progetto Venditore porta a porta Collaboratore occasionale Autonomo occasionale Collaboratore presso la P.A Altre collaborazioni Associato in partecipazione TOTALE Collaboratrici a progetto (F) % coll a prog F su MF 53,4 56,8 57,0 73,9 79,3 79,0 (*) Per i collaboratori la distinzione tra attivita esclusiva e concorrente e, nell'ambito di quest'ultima, tra quanti hanno un'altra attivita o sono pensionati, si ricava dall'aliquota utilizzata per il versamento dei contributi (nel 2005: 15% per i pensionati titolari di un trattamento diretto, 10% per gli iscritti ad altra gestione previdenziale e per i pensionati titolari di trattamento indiretto, 17,5% per gli associati in partecipazione iscritti ad altra gestione previdenziale o titolari di pensione indiretta, 18% per tutti i collaboratori, compresi gli associati in partecipazione, privi di altra tutela previdenziale) Fonte: elaborazione su dati INPS 5.3 L altro mondo del lavoro: pubblico, domestico, agricolo, autonomo Il mercato del lavoro provinciale comprende anche altri settori e professioni che non figurano del tutto o sono presenti solo parzialmente nel campo di osservazione, peraltro in fase di allargamento, dei Centri per l impiego o nell Osservatorio sui Lavoratori Dipendenti dell INPS. Il comparto pubblico in senso lato, dalle amministrazioni locali, agli enti periferici dei ministeri con relativi dipendenti, alle istituzioni della sanità pubblica, ecc., è paradossalmente (ma non tanto) quello dove manca spesso un informazione dettagliata territorialmente. Eppure si vede come, ad esempio, l utilizzo del lavoro a tempo determinato sia praticato ampiamente nei servizi pubblici e, per superare il blocco di nuove assunzioni, dalle stesse amministrazioni locali. Al Censimento del 2001 erano poco meno di 40 mila i dipendenti pubblici in provincia. Qualche incertezza c è anche nelle misure dell arcipelago del non profit (anche se le assunzioni rientrano di fatto nelle comunicazioni ai Centri per l impiego) che al Censimento del 2001 contava in provincia poco meno di 9mila dipendenti. Per quanto riguarda il lavoro domestico, che è in espansione, comprende diffuse e delicate attività di cura degli anziani o di servizi alle famiglie e vede una forte presenza di lavoratori stranieri e di lavoro irregolare, il dato INPS al 2005 che conta lavoratori in provincia di Bergamo con pagamento dei contributi e quindi in posizione regolare - vale probabilmente come soglia minima di riferimento. Il settore dell agricoltura che riguarda anche più le estese filiere di attività agroalimentare, agri turistiche e di manutenzione ambientale - genera un volume di lavoro che è rappresentato solo in parte dal numero relativamente esiguo dei dipendenti (all incirca 3mila secondo le forze di lavoro medie del 2006) e conta anche un numero non trascurabile di lavoratori indipendenti (almeno 3mila) e di prestazioni svolte da familiari o a titolo di attività accessoria. Al Censimento erano poco meno di 10mila le persone coinvolte in attività agricole o forestali. Un capitolo a sé richiederebbe il lavoro autonomo che nel complesso delle Forze Lavoro in provincia conta 116mila persone cioè un quarto degli occupati residenti. Le recenti revisioni della serie delle Forze Lavoro hanno peraltro dimostrato che c è o c è stata una notevole incertezza nel classificare come lavoro indipendente alcune categorie di lavoro (i familiari, i coadiuvanti, i collaboratori,..) associate ad attività di imprese, spesso familiari. 62

63 Oltre al lavoro imprenditoriale vero e proprio, svolto da amministratori, industriali, commercianti, artigiani, ecc. e alle libere professioni, esistono al margine del lavoro autonomo figure formalmente indipendenti, perché fornite di partita IVA, ma dotate di poca o nulla autonomia o di fatto subordinate ad un solo committente, che in alcuni settori ad esempio l edilizia o alcune attività di servizio sono molto diffuse. Esistono anche professioni, con più spiccata autonomia e competenza tecnica, che, prive delle protezioni di Albi o Ordini, assumono vesti giuridiche incerte perché incerta, ma spesso nondimeno altamente qualificata o specialistica, è la loro collocazione nel mercato dei lavori. Per non parlare di quelle attività di impresa individuale, dall agente di vendita al rappresentante, dal consulente all intermediario, dal trasportatore al promotore, che sono a volte in stretto rapporto con la rete organizzativa di una società o di un gruppo. Tutte queste tipologie di lavoro indipendente seguono l andamento e l ampliamento del mercato delle attività e dei lavori affidati in outsourcing dalle imprese locali e i loro movimenti, sotto forma di ingressi e di uscite dal mercato e di nati-mortalità imprenditoriale, si sovrappongono, in qualche misura, agli stessi flussi del lavoro alle dipendenze. Tab DIPENDENTI NELL'ANNO (2003) per tipo di rapporto provincia di Bergamo / regione Lombardia Tempo BERGAMO Tempo det. % tempo Tempo LOMBARDIA Tempo det. % tempo indeterminato o stagionale TOTALE det/ Totale indeterminato o stagionale TOTALE det/ Totale Industria dell'estrazione e agglomerazione di combustibili solidi 7 7 0, ,8 Cokerie (comprese quelle annesse a stabilimenti siderurgici) , ,4 Industria dell'estrazione di petrolio e gas naturali 1 1 0, ,6 Industria petrolifera , ,8 Industria della produzione e distribuzione di energia elettrica, gas, va , ,2 Industria della raccolta, depurazione e distribuzione d'acqua , ,3 Industria dell'estrazione e preparazione di minerali metalliferi ,2 Industria della produzione e prima trasformazione dei metalli , ,7 Industria dell'estrazione di minerali non metalliferi e non energetici to , ,2 Industria della lavorazione dei minerali non metalliferi , ,9 Industrie chimiche , ,2 Industria della produzione di fibre artificiali e sintetiche , ,8 Industria della costruzione di prodotti in metallo (escluse le macchin , ,0 Industria della costruzione e dell'installazione di macchi-ne e di mate , ,0 Industria della costruzione, installazione di impianti e riparazione di , ,2 Industria della costruzione, installazione di impianti e riparazione di , ,5 Industria della costruzione e montaggio di autoveicoli, carrozzerie, p , ,3 Industria della costruzione di altri mezzi di trasporto , ,6 Industria della costruzione di strumenti e di apparecchi di precisione , ,9 Industrie alimentari di base (escluse le attività di trasformazione di p , ,2 Industrie dello zucchero,delle bevande,di altri prodotti alimentari e d , ,4 Industrie tessili , ,5 Industrie delle pelli e del cuoio , ,3 Industrie delle calzature, di articoli d'abbigliamento e biancheria per , ,3 Industrie del legno e del mobile in legno , ,6 Industria della carta; stampa ed editoria , ,2 Industria della gomma e dei manufatti di materie plastiche , ,7 Industrie manifatturiere diverse , ,3 Edilizia e genio civile , ,3 Commercio all'ingrosso (escluso il recupero) , ,1 Commercio all'ingrosso di materiali vari da recupero , ,9 Intermediari del commercio (agenti rappresentanti e agenzie di med , ,9 Commercio al minuto di prodotti alimentari, di articoli di abbigliamen , ,1 Commercio al minuto di veicoli, natanti, carburanti, libri ed articoli va , ,9 Pubblici esercizi ed esercizi alberghieri , ,2 Riparazioni di beni di consumo e di veicoli , ,8 Altri Trasporti terrestri , ,5 Trasporti fluviali, lacuali e lagunari , ,4 Trasporti marittimi e cabotaggio , ,9 Trasporti aerei , ,5 Attività connesse ai trasporti , ,2 Agenzie di viaggio,intermediari dei trasporti,magazzini di custodia e , ,3 Comunicazioni , ,7 Istituti di credito , ,7 Assicurazione (escluse le assicurazioni sociali obbligatorie) , ,4 Ausiliari finanziari e delle assicurazioni, affari immobiliari, servizi pre , ,7 Servizi d'igiene pubblica ed amministrazione di cimiteri , ,4 Istruzione , ,1 Sanità e servizi veterinari , ,7 Altri servizi sociali , ,3 Servizi ricreativi ed altri servizi culturali , ,4 Servizi personali , ,0 TOTALE , ,5 Fonte: elaborazione su dati INPS, Osservatorio sui Lavoratori dipendenti (settore privato, extragricolo) 63

64 6. I giovani, la formazione universitaria e lo stage a Bergamo 17 L esperienza dello stage costituisce un opportunità significativa per chi ha concluso, o sta per concludere, il proprio percorso di studio, in grado di favorire un contatto diretto con il mondo del lavoro e l acquisizione degli elementi applicativi di una specifica attività professionale. La possibilità di interagire con le realtà aziendali e di poterne valutare le effettive e variabili esigenze è, peraltro, occasione preziosa anche per l Università, ai fini di un continuo e coerente adeguamento dei piani di studio ai mutamenti in atto. Il "pacchetto Treu" (Legge 196/97, art. 18) ed il successivo D.M. 25 marzo 1998, n. 142, hanno previsto la riforma ed il rilancio dell istituto dello stage, inserendolo come attività formativa curriculare nei piani di studio dei Corsi di Laurea e come momento di formazione imprescindibile nei Corsi di Perfezionamento e nei Master sia di I che di II livello. Inoltre, sempre più spesso, lo stage (soprattutto quello post lauream) è utilizzato dalle aziende come momento di prova reciproca, rispetto alle aspettative ed alla compatibilità tra il laureato e le mansioni che si troverà a svolgere in caso di inserimento definitivo. Un ottimo osservatorio per questo fenomeno è costituito dalla sede INAIL locale, la quale, a norma di legge, deve ricevere comunicazione di tutti gli stage effettuati, sia durante il corso di studi (sia esso di scuola secondaria, universitario, master o corso di perfezionamento) sia a valle dello stesso. Per quanto riguarda il 2006, i dati INAIL ci indicano che sono stati rilevati stages (Graf. 5), attivati quasi esclusivamente dall Università di Bergamo, numero composto in assoluta prevalenza (1.535) dai tirocini curriculari, ossia quelli previsti tra le attività formative obbligatorie di ogni corso di studio. Di una simile natura sono i 170 tirocinanti SILSIS (Scuola interuniversitaria lombarda di specializzazione per l insegnamento secondario), per i quali il tirocinio presso una struttura scolastica è ugualmente previsto in maniera obbligatoria rispetto al percorso di studi e i 62 stage facenti parte dei percorsi di Master (di 1 e 2 livello) e degli altri corsi di perfezionamento. Di particolare interesse, inoltre, sono i 149 stages post lauream, che non nascono da vincoli di percorsi di studio bensì dalla volontà di un neolaureato (entro 18 mesi dal conseguimento del titolo di studio) di sperimentarsi in un attività lavorativa ad alto tasso di formazione on the job. Graf. 5 Le tipologie di stagisti nel 2006 Studente Unversitario Laureato Studente di Master o Corso di Perfezionamento SILSIS 0 Fonte: Inail. 17 Per i dati utili alla stesura del presente capitolo si ringraziano l Area Premi della sede INAIL di Bergamo, il Servizio Stage & Placement dell Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l Ufficio Formazione Permanente e Stage dell Università Statale degli Studi di Milano e il Servizio Orientamento, Stage & Placement dell Università di Bergamo. 64

65 È interessante anche osservare il trend di crescita di questi ultimi rispetto al 2005 (Graf. 6), che vedeva soltanto 83 soggetti coinvolti, un aumento che è in parte motivabile con le maggiori partnership instaurate dall Ateneo sul territorio e dalla più diffusa conoscenza dello strumento stesso. Infatti, da una partnership tra Università e Pro Universitate Bergomensi, da metà 2005 è andato a pieno regime il Market Place degli Stages, che ha permesso una maggiore familiarizzazione, sia da parte degli studenti che delle aziende, con il tirocinio e le opportunità presenti e proponibili sul territorio. Graf. 6 Stages post lauream attivati dall Università di Bergamo Fonte: Università degli studi di Bergamo Se osserviamo le sedi dei soggetti ospitanti nel 2006 (Graf. 7), possiamo notare la fortissima prevalenza locale di questa esperienza, affiancata da un interesse per l estero: questo fenomeno (che si riscontra peraltro anche nel 2005, con 43 tirocini svolti in sedi diverse dall Italia) può essere letto come un effetto congiunto sia dell impostazione dei corsi di studio che, in qualche modo, spingono lo studente a confrontarsi con tematiche internazionali sia di un esigenza che viene espressa in modo forte anche dai ragazzi che desiderano, tramite esperienze all estero, valorizzare il proprio curriculum. Graf. 7 Aree territoriali di svolgimento dello stage, anno % 1% 3% 14% 68% Bergamo Milano Altre province Lombardia Altre province Italiane Cina Fonte: Inail 65

66 Infine, è interessante notare come la durata temporale degli stages (Graf. 8), ad eccezione dei tirocini SILSIS del biennio propedeutico all insegnamento, per cui sono previsti 12 mesi di permanenza negli istituti, sia prevalentemente attestata tra i 3 ed i 6 mesi: infatti, in media nei progetti formativi dei tirocini curriculari vengono articolate attività da svolgersi in almeno 3 mesi e parimenti accade per gli stages post lauream. In quest ultimo caso, poi, spesso interviene una proroga per la finalizzazione del progetto, oppure per un approfondimento della conoscenza reciproca prima del passaggio all assunzione. Graf. 8 Durata degli stages Inferiore a 3 mesi 3 mesi 800 Compreso tra 3 e 6 mesi mesi Compreso tra 6 e 12 mesi mesi Fonte: Inail. Per poter fornire una fotografia completa della realtà bergamasca, è necessario intercettare anche quella fascia di popolazione giovanile che intraprende uno stage nel nostro territorio a seguito di un corso di studi effettuato, però, in un altra sede universitaria. Per questo motivo, abbiamo chiesto supporto ai principali Atenei Milanesi e, in particolare, al servizio Stage & Placement dell Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e all Ufficio Formazione Permanente e Stage dell Università Statale degli Studi di Milano. I dati che emergono sono in linea rispetto a quelli già precedentemente delineati: su tirocini attivati nel 2006 dall Università Cattolica, sono stati 93 quelli svolti nella bergamasca. Di questi, 91 (pari al 98%) sono stati tirocini curriculari, mentre 2 laureati in Filosofia hanno attivato uno stages post lauream; la durata media dei 93 tirocini è stata di 5 mesi (similmente a quanto precedentemente riscontrato). L Università Statale ha attivato 32 stages post lauream, di durata media di 4,8 mesi; i laureati coinvolti sono stati per la maggior parte provenienti dai Corsi di Laurea in materie scientifiche (Graf. 9). 66

67 Graf. 9 Laureati presso l Università Statale di Milano in stage a Bergamo nel % 6% 3% 3% 3% 3%3% 39% 9% 3% 3% 13% 3% 3% Biotecnologie Veterinarie Comunicazione e società Lettere Moderne Matematica Scienze Agrarie Scienze e Tecnologie Alimentari Scienze Umanistiche per la comunicazione Chimica e Tecnologia Farmaceutiche Giurisprudenza Lingue e Letterature Straniere Medicina Veterinaria Scienze Alimentari Scienze Politiche Tecnologie per la società dell'informazione Fonte: Inail Se andiamo a confrontare questi dati con le tipologie di laureati dell Università di Bergamo che hanno effettuato uno stage post lauream nello stesso periodo, troviamo una situazione in qualche modo complementare (Graf. 10): infatti, a fronte di un 21% di laureati in Ingegneria, abbiamo un 19% di laureati in Economia e un 58% in facoltà umanistiche. Graf. 10 Andamento degli stages post lauream, Università di Bergamo Giurisprudenza 70 Scienze della Formazione 60 Scienze Umanistiche Stage Attivati 3 5 Stage attivati conclusi o interrotti Non ancora conclusi Stage Conclusi Regolarmente Assunzioni dopo conclusione regolare 39 Stage Interrotti non per assunzione Lingue e Letterature Straniere Ingegneria Economia Scienze Umanistiche Scienze della Formazione 0 1 Giurisprudenza Stage interrotti per assunzione nella stessa azienda Stage interrotti per assunzione in altra azienda Economia Ingegneria Lingue e Letterature Straniere Fonte: Università degli Studi di Bergamo 67

68 Tra le considerazioni che è possibile evidenziare dai dati degli stages, rientra il forte legame che sembra esistere tra Università e mondo aziendale, tanto da generare una sorta di corsia preferenziale per i laureati dell Ateneo bergamasco rispetto ai colleghi dei medesimi corsi di laurea degli altri atenei lombardi. Qualora, invece, il corso di laurea non sia presente, il territorio è assolutamente ricettivo rispetto ai laureati provenienti da altre sedi. Per completare la presente analisi è opportuno analizzare l efficacia degli stages post lauream rispetto all ingresso dei laureati nel mondo del lavoro. Secondo i dati del 2006, il 52% degli stages attivati viene portato regolarmente a termine ed il 64% di questi si trasforma subito dopo in un assunzione. Un altro dato confortante emerge anche dall analisi degli stage interrotti: il 19% delle interruzioni viene richiesto per permettere l assunzione da parte dell azienda stessa, mentre il 40% viene richiesto dallo stagista perché ha ricevuto una proposta di assunzione da parte di un altra azienda. In totale, quindi, il 58% degli stages attivati nel 2006 si è trasformato in un assunzione. Questo trend viene confermato dai dati provvisori del 2007 che mostrano come il 54% degli stages attivati e conclusi o interrotti entro agosto si siano trasformati in assunzioni. Altro dato importante da rilevare è che la percentuale di assunzione a valle dello stage varia in maniera lieve rispetto al corso di Laurea: infatti, ad eccezione del Corso di Laurea in Giurisprudenza, i cui numeri sono troppo ridotti per poter essere significativi, le percentuali oscillano dal 53% dei laureati in Lingue e Letterature Straniere al 72% dei laureati in Ingegneria, garantendo, quindi, anche alle cosiddette lauree deboli una buona percentuale di inserimenti lavorativi. L importanza dello stage come strumento di ingresso all interno del mondo del lavoro, risulta essere in linea anche con i più importanti studi nazionali sui laureati: dall indagine Almalaurea, condotta su laureati, provenienti da università di tutta Italia, risulta che la partecipazione ad uno stage è positivamente correlata all inserimento lavorativo. Infatti, a un anno dalla laurea, lavora il 64% dei laureati che ha effettuato uno stage a fronte del 52% che non lo ha fatto. Concludendo, possiamo affermare che, se, da un lato, è un traguardo vedere trasformati il 100% degli stages post lauream in assunzioni, dall altro è altrettanto importante non trascurare l alto valore orientativo che l esperienza in azienda costituisce in quanto cartina tornasole rispetto alle aspettative che il laureato matura durante il suo corso di studi e che, talvolta, non sono totalmente in linea con la realtà. Una percentuale, se minoritaria, di esiti diversi, pertanto, non deve allarmare: l importante è che vi sia un costante monitoraggio da parte degli enti istitutori (in questo caso l Università) della qualità e dell efficacia delle attività formative realmente svolte durante la permanenza in azienda. Alla luce del cambio di vocazione produttiva del nostro territorio, sarebbe auspicabile un ipotesi a livello istituzione di utilizzo dello stage come uno degli strumenti di placement, da un lato, e di ulteriore rinforzo dei legami tra territorio e enti di formazione. Addirittura, lo stage potrebbe essere utilizzato, all interno delle politiche attive del lavoro, come strumento di programmazione di eventuali interventi formativi specifici, con contributi economici specificamente dedicati. 68

69 7. Gli ammortizzatori sociali Le difficoltà registrate negli ultimi anni dal sistema economico-produttivo nazionale e locale, ora in fase di superamento, e i diffusi processi di delocalizzazione verso est hanno determinato situazioni di difficoltà, talvolta di crisi, per le aziende del territorio e per i loro lavoratori. L analisi dei dati relativi al ricorso agli ammortizzatori sociali, cioè agli strumenti di sostegno al reddito previsti in caso di difficoltà temporanee o strutturali delle aziende, mostra un sensibile aumento soprattutto in alcuni ambiti del comparto manifatturiero più tradizionale (nel settore tessile-abbigliamento in primis). Tab. 50 Le ore di CIGO autorizzate negli anni per settore produttivo. Valori assoluti. Classe di attività Legno Metallurgiche Meccaniche Tessili Vest.abb.arredamento Chimiche Pelli e cuoio Trasf.minerali Carta e poligrafici (3N) edilizia Edilizia in senso stretto Altri settori Totale Fonte: elaborazione da dati Inps Bergamo. Graf. 11 Le ore di CIGO autorizzate in alcuni settori produttivi. Valori assoluti Meccaniche Tessili Vest.abb.arredamento Chimiche Edilizia in senso stretto Fonte: elaborazione da dati Inps Bergamo. 69

70 Tab. 51 Le ore di CIGS autorizzate negli anni per settore produttivo. Valori assoluti. Fonte: elaborazione da dati Inps Bergamo. Classe di attività Meccaniche Tessili Vest.abb.arredamento Chimiche Pelli e cuoio Carta e poligrafici (3N) edilizia Trasf.minerali Trasp.comunicaz Industria edile Commercio Altri settori Totale Graf. 12 Le ore di CIGS autorizzate in alcuni settori produttivi. Valori assoluti Meccaniche Tessili Vest.abb.arredamento Chimiche Pelli e cuoio Carta e poligrafici (3N) edilizia Fonte: elaborazione da dati Inps Bergamo. Di seguito i dati al 30 giugno 2007 dei lavoratori iscritti nelle liste di mobilità (legge 223/91 e legge 236/93) della Provincia di Bergamo, per genere, per centro per l impiego di appartenenza, per fascia d età e per settore di provenienza (tab. 52, 53, 54). 70

71 Tab. 52 Gli iscritti alle liste di mobilità al 30 giugno 2007 per genere e per Cpi di appartenenza. CPI Femmine Maschi Totale Albino Bergamo Clusone Grumello del Monte Lovere Ponte S. Pietro Romano di L.dia Trescore B Treviglio Zogno Totale Fonte: elaborazione da dati Cpi Sintesi. Tab. 53 Gli iscritti alle liste di mobilità al 30 giugno 2007 per fascia d età. Fonte: elaborazione da dati Cpi Sintesi. Fascia d'età Femmine Maschi Totale anni anni anni anni Oltre 50 anni Totale Tab. 54 Gli iscritti alle liste di mobilità al 30 giugno 2007 per settore di provenienza. Codice Ateco 2002 Femmine Maschi Totale A Agricoltura C Estrazioni di minerali D Attività manifatturiere F Costruzioni G Commercio ingrosso, dettaglio, riparaz H Alberghi e ristoranti I Trasporti, magazz. e comunicaz J Intermediaz. monetaria e finanziaria K Attività immob., noleggio, informatica, ricerca M Istruzione N Sanità e altri servizi sociali O Altri servizi pubblici, sociali e personali Altri iscritti non classificati per codice Ateco Totale Fonte: elaborazione da dati Cpi Sintesi. 71

72 7.1 Gli accordi in deroga La Provincia di Bergamo ha avviato sin dal 2004 un proficuo confronto con i principali rappresentanti dei lavoratori e del mondo imprenditoriale al fine di comprendere la situazione di difficoltà attraversata da un comparto storico per il territorio quale il settore tessileabbigliamento-moda. Questo confronto è stato fin dall inizio orientato all individuazione concreta di adeguati strumenti atti a supportare le imprese e i lavoratori in una fase particolarmente difficile dal punto di vista economico e competitivo. Attraverso un Tavolo istituzionale appositamente costituito, denominato Osservatorio provinciale del settore tessile (ora Osservatorio provinciale degli ammortizzatori in deroga), si è definito un piano di intervento finalizzato a mettere in campo misure passive di sostegno al reddito e strumenti di politica attiva del lavoro volti a favorire l occupabilità e l inclusione socio-lavorativa dei soggetti coinvolti dalla situazioni di crisi. In relazione alla specificità territoriale del comparto tessile, composto per lo più da azienda di piccole e piccolissime dimensioni, e all opportunità offerta dalla legge finanziaria del 2004 (art. 3, comma 137, legge 350/2003), l Osservatorio provinciale del settore tessile ha sottoscritto un accordo con il Ministero del Lavoro per la concessione, in deroga alla normativa vigente, della Cassa integrazione guadagni straordinaria ai lavoratori delle imprese artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti del settore tessile-abbigliamento-moda ubicate in provincia di Bergamo 18. In relazione al perdurare della situazione di difficoltà del settore tessile, nel marzo del 2005, è stato sottoscritto un ulteriore accordo che ha previsto, accanto alla Cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga, anche la concessione dell indennità di mobilità ai lavoratori licenziati per cessazione di attività o riduzione di personale dalle aziende artigiane e dalle aziende industriali fino a 15 dipendenti 19. Con tale accordo sono stati stanziati dal Ministero del Lavoro ulteriori 15 milioni di euro, il cui utilizzo è stato poi allargato a tutto il comparto manifatturiero e destinato per una quota pari a 5 milioni di euro a interventi di politica attiva del lavoro 20. Di seguito sono presentati i dati di sintesi relativi all utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga relativi al finanziamento di 15 milioni di euro stanziati con l accordo 21 marzo 2005 (diventati circa 10 milioni di euro a seguito dell accordo 10 luglio 2006) 21. I dati sono aggiornati al 30 aprile Le imprese artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti coinvolte nei processi di Cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga sono state 164. Dal punto di vista territoriale si riscontra una forte concentrazione nei territori di Albino (42 imprese), Grumello (26) e Bergamo (24). Le imprese che hanno richiesto la Cigs in deroga sono di piccole e piccolissime dimensioni: quasi la metà, infatti, ha meno di 5 dipendenti (il 44%) e il 33,5% hanno tra i 6 e i 10 dipendenti (grafico 13). Dal punto di vista settoriale, le aziende che hanno usufruito in misura maggiore della possibilità offerta dagli accordi ministeriali appartengono al settore tessile: 117 delle aziende 18 Si tratta dell accordo sottoscritto in data 28 giugno 2004 da: Regione Lombardia; Agenzia Regionale per il lavoro; Provincia di Bergamo; Cciaa di Bergamo; Unione industriali della provincia di Bergamo; Apindustria Bergamo; Unione Artigiani; Associazione Artigiani; Cna; Cgil; Cisl; Uil; Femca Cisl; Filtea Cgil; Uilta Uil. L accordo prevedeva la concessione del trattamento di integrazione salariale straordinaria a favore dei dipendenti delle imprese artigiane o delle imprese industriali fino a 15 dipendenti del comparto tessile, ubicate nella Provincia di Bergamo, per un periodo medio anche non continuativo pari a tre mesi nell arco del 2004 e per un numero di lavoratori paria unità. A tal fine il Ministero ha stanziato di euro, a cui si sono aggiunti euro per i dipendenti delle imprese industriali con più di 15 dipendenti. 19 Nell accordo del 21 marzo 2005, reso operativo con decreto dell 8 giugno 2005, era prevista anche la proroga della mobilità ai lavoratori licenziati dalle imprese industriali con più di 15 dipendenti nel caso di scadenza della mobilità ai sensi della Legge 223/1991 tra il 1 maggio 2005 al 31 dicembre L estensione degli ammortizzatori sociali in deroga a tutto il comparto manifatturiero e la destinazione di parte delle risorse ad iniziative di politica attiva del lavoro sono state definiti con l accordo del 10 luglio Con l accordo del 10 luglio 2006 la Provincia di Bergamo, di concerto con tutti i rappresentanti dell Osservatorio provinciale del settore tessile (ora Osservatorio provinciale degli ammortizzatori sociali) ha destinato parte delle risorse stanziate per gli ammortizzatori sociali in deroga a favore del finanziamento di iniziative di politica attiva del lavoro. 72

73 coinvolte da Cassa integrazione in deroga rientrano nelle codifiche Ateco 17 e 18, rispettivamente Industrie tessili e Confezioni articoli vestiario, preparazione e tintura pellicce. Questa concentrazione è da porre in relazione ai contenuti dell accordo del 21 marzo 2005 che ha previsto lo stanziamento da parte del Ministero del Lavoro di risorse per la concessione degli ammortizzatori in deroga solo ed esclusivamente per il settore tessile. Con l accordo siglato il 10 luglio 2006, poi, è stata prevista l estensione di questa sperimentazione a tutto il comparto manifatturiero del territorio provinciale. Nella tabella 56 è presentata una sintesi dei settori di appartenenza delle aziende che hanno richiesto la Cigs nel periodo Tab. 55 Le imprese artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti che hanno richiesto la Cigs in deroga per Cpi di riferimento. Valori assoluti. CPI n. imprese Albino 42 Bergamo 24 Clusone 5 Grumello del Monte 26 Lovere 2 Ponte San Pietro 11 Romano di Lombardia 19 Trescore Balneario 9 Treviglio 19 Zogno 7 Totale 164 Fonte: elaborazione su dati Osservatorio provinciale degli ammortizzatori in deroga Provincia di Bergamo. Graf. 13 Le imprese artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti che hanno richiesto la Cigs in deroga per classe dimensionale. Valori assoluti dipendenti: dipendenti: 11 oltre 21 dipendenti: dipendenti: dipendenti: 55 Fonte: elaborazione su dati Osservatorio provinciale degli ammortizzatori in deroga Provincia di Bergamo. 73

74 Tab. 56 Le imprese artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti che hanno richiesto la Cigs in deroga per Codice Ateco. Valori assoluti. Cod. Ateco 91 Descrizione N. Imprese 17 Industrie tessili Confezioni art. vestiario, preparaz. tintura pellicce Preparaz. concia cuoio; fabbricaz. art. viaggio; calzature 3 20 Industria del legno (escluso i mobili) 2 21 Fabbricaz. pasta-carta, carta e prodotti della carta 2 22 Editoria, stampa e riproduz. supporti registrati 4 25 Fabbricaz. articoli in gomma e materie plastiche 2 26 Fabbricaz. prodotti della lavoraz. minierali non metall Fabbricaz. lavoraz. prodotti in metallo, escl.macchine 7 29 Fabbricaz. macchine apparecchi meccanici, inclusa installazione, manutenzione, riparazione 4 31 Fabbricaz. macchine apparecchi elettrici NCA 4 33 Fabbricaz. apparecchi medicali, strumenti ottici e orologi 5 36 Fabbricaz. mobili; altre industrie manifatturiere 4 45 Costruzioni 4 74 Altre attività professionali ed imprenditoriali 1 93 Altre attività di servizi 4 Fonte: elaborazione su dati Osservatorio provinciale degli ammortizzatori in deroga Provincia di Bergamo. La richiesta di Cigs in deroga ha interessato 969 lavoratori 22, di cui 803 donne, appartenenti alle imprese artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti. Le aziende hanno richiesto, in totale, settimane di Cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga, con una media per azienda pari a 29,45 settimane. In realtà, la metà delle aziende (82) hanno richiesto più di un periodo di Cigs in deroga (tab. 57). Tab. 57 Le richieste di Cigs in deroga delle imprese artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti. Valori assoluti. N. imprese 1 richiesta 82 1 proroga 42 2 proroghe 29 3 proroghe 8 4 proroghe 2 6 proroghe 1 Fonte: elaborazione su dati Osservatorio provinciale degli ammortizzatori in deroga Provincia di Bergamo. L accordo del 21 marzo 2005 ha previsto anche la possibilità di usufruire della Cigs in deroga alle imprese industriali con più di 15 dipendenti del settore tessile, qualora avessero terminato il diritto a richiedere la Cassa integrazione guadagni straordinaria prevista dalla 22 È il numero di beneficiari massimo per cui è stata presentata dall azienda la richiesta di Cigs in deroga. Per le aziende che hanno richiesto per più di una volta la Cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga è stato calcolato tra le diverse procedure il numero massimo di lavoratori coinvolti. In tal modo ogni singolo lavoratore è conteggiato una sola volta e si hanno i beneficiari che potenzialmente possono aver usufruito della Cigs in deroga. Non è stato possibile, invece, risalire ai lavoratori che effettivamente hanno usufruito della Cigs in deroga. 74

75 normativa (L. 222/1991). In virtù di tale possibilità, sono state 13 le imprese industriali che hanno richiesto la Cigs in deroga, per 772 lavoratori coinvolti in Cigs (di cui 466 donne). Per quanto concerne la mobilità in deroga, invece, i lavoratori coinvolti (al 30 aprile 2007), in quanto licenziati da imprese artigiane e industriali fino a 15 dipendenti, sono stati 653 (di cui 538 sono donne). Questi lavoratori hanno beneficiato dell indennità di mobilità per sette o dieci mesi, a seconda dell età al momento del licenziamento (10 mesi solo per gli ultra cinquantenni). Tra i beneficiari prevale la fascia d età intermedia, compresa tra i 26 e i 44 anni (444). Gli stranieri coinvolti sono stati 42. Dal punto di vista territoriale, come per la Cigs in deroga, le aree maggiormente coinvolte sono quelle di Albino (121 lavoratori), Ponte San Pietro (92) e Trescore Balneario (87). Graf. 14 I lavoratori beneficiari della mobilità in deroga per genere. Maschi 18% Femmine 82% Fonte: elaborazione su dati Osservatorio provinciale degli ammortizzatori in deroga Provincia di Bergamo. Tab. 58 I lavoratori beneficiari della mobilità in deroga distinti per fascia d età. Valori assoluti al 30 aprile Fasce d'età N. lavoratori anni anni anni anni anni anni 18 Totale 653 Fonte: elaborazione su dati Osservatorio provinciale degli ammortizzatori in deroga Provincia di Bergamo. 75

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