«La vita non ha alcun senso. La felicità non esiste!», brontolava tra sé e sé masticando pensieri sempre più cupi. Finché prese una decisione

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3 «La vita non ha alcun senso. La felicità non esiste!», brontolava tra sé e sé masticando pensieri sempre più cupi. Finché prese una decisione disperata. Sarebbe andato a gettarsi sotto un treno. Più che mai risoluto a buttare quella vita che non gli dava la felicità, andò alla stazione per trovare un treno che andasse bene per il suo proposito.

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6 Francesco era stufo di condurre una vita fatta solo di divertimento e di evasione. Non ne poteva più di festine, di canti, di amici chiassosi e arraffoni. Tutto questo gli stava diventando stretto, non ci trovava più gusto: si sentiva soffocare. I "Tre compagni" scrissero che «una sera, dopo una cena sontuosa Francesco e gli amici uscirono fuori; lui teneva in mano una specie di scettro, veniva per ultimo, ma invece di cantare era assorto nelle sue riflessioni» (FF 1402). Entriamo per un attimo nel suo mondo, in quelle sue riflessioni: «Cosa sto combinando?... Che senso sto dando alla mia vita?... Perché non sono felice?... Che cosa mi manca? Ho tutto eppure non mi sento realizzato. Ho tanti amici eppure mi sento "solo"». Francesco cominciava a capire che la vita non poteva essere buttata via così e sprecata. S'accorgeva che non gli manca "qualcosa" ma "qualcuno"! Incominciava a sentire fame di... Dio! Avverte dentro di sé un Dio che lo "disturbava"... che lo inquietava... che lo spingeva ad uscire da sé...

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10 Giunto a Spoleto, Francesco si ammalò nuovamente ed ebbe una specie di visione che scompaginò per sempre i suoi sogni. L ammonimento ricevuto dal Signore riguardava la vita che conduceva e gli ideali, a cui si era finora ispirato. Francesco! - Disse la voce misteriosa della visione - chi può giovarti di più: il padrone o il servo? II padrone - rispose decisamente il giovane. Perché, allora, abbandoni il padrone per seguire il servo? - Signore - chiese Francesco con una certa impazienza che cosa vuoi che faccia? - Torna ad Assisi. Là ti dirò quello che dovrai fare fu la risposta. Rientrato ad Assisi continuò a frequentare le allegre brigate degli amici, distinguendosi per la sua giovialità e spensieratezza. Ma Dio continuava a parlare al suo cuore finché un giorno cominciò a distaccarsi dagli amici e a dedicare parte tempo libero ai poveri e cominciò a pregare. In occasione d'un pellegrinaggio a Roma. incontrò nell atrio della basilica di san Pietro un povero, al quale propose lo scambio dei vestiti per esprimere in maniera concreta il suo desiderio ad avvicinarsi alla sua futura sposa. Madonna Povertà.

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13 Quella sera, mentre i suoi amici erano avanti, spensierati ed allegroni, lui rimase ultimo e si tirò fuori dal mucchio. Preferì starsene da solo, lungo la via principale di Assisi. I "Tre compagni" dichiararono: «E il Signore d'improvviso lo visitò» (FF 1402). Francesco si sentì riempito di una dolcezza incredibile... ebbe la percezione di essere invaso da Dio... Rimase in mezzo alla strada, quasi paralizzato, con il volto trasfigurato, completamente assente, insensibile a quanto gli stava accadendo attorno. Doveva dare l'impressione di aver ricevuto una "botta" in testa. Ma la botta, Francesco, la deve aver avuta nel cuore. Il suo cuore incominciava ad aprirsi sempre di più a Dio: si stava innamorando nientemeno che di Lui. Tant'è vero che gli amici gli chiesero: «Ma Francesco ti stai innamorando? Stai pensando a qualche ragazza?» (FF 1402). Francesco disse di sì: «È vero stavo sognando di prendermi in sposa la ragazza più nobile, ricca e bella che abbiate mai visto». Francesco si stava prendendo una "cotta" nientemeno che per Dio e per "Madonna Povertà".

14 Non sapeva di essere atteso. In quella chiesetta, Francesco ha incontrato Lui. L'ha sentito incredibilmente vicino. Un Signore amorevolmente pietoso e crocifisso... Con due occhi spalancati, braccia aperte, cuore trafitto: il crocifisso di S. Damiano. Davanti a quel crocifisso, Francesco si è sentito amato, perdonato e chiamato davvero. Leggiamo le Fonti: «Mentre passava vicino alla Chiesa di S. Damiano, fu ispirato a entrarvi. Andateci prese a fare orazione fervidamente davanti all'immagine del crocifisso, che gli parlò con commovente bontà...» (FF1411).

15 Mai avrebbe immaginato di incontrarsi con Dio in una maniera così semplice, quasi per caso, in quella piccola chiesa bisognosa di restauro, abbandonata nel silenzio di quel verde bosco. Si è sentito chiamare per nome. «Francesco, non vedi che la mia casa sta crollando? Va' dunque e restauramela» (FF1411). Le Fonti aggiungono: «Tremante e stupefatto, il giovane rispose: "Lo farò volentieri, Signore"» (FF 1411). «Tremante e stupefatto»: qui si dice "tutto" di Francesco di fronte a Dio: la grandezza di Dio e la piccolezza dell'uomo Francesco si è lasciato afferrare da Lui e si e messo a disposizione di Dio con tutto il cuore.

16 Il Natale è far nascere Gesù in noi