GROTTA DEL CORALUPO ER BO 092

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1 PROGETTO LIFE+ 08 NAT/IT/ RELAZIONE Azione A.2: Monitoraggio ex ante ed ex post delle colonie di chirotteri GROTTA DEL CORALUPO ER BO 092 NEL SITO NATURA 2000 IT GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA ESEMPLARE DI FERRO DI CAVALLO MINORE NELLA SALA DELLE RADICI CONCREZIONE DI CALCITE IL SILURO NATURALE S.N.C. DI FABIO SUPPINI & C. Organizzazione per la promozione e la difesa di Animali e Ambiente VIA J. F. KENNEDY ,CASTEL SAN PIETRO TERME (BO)

2 Indice 1. Introduzione Descrizione delle metodologie impiegate nel monitoraggio I Chirotteri della Grotta Coralupi Minacce e indicazioni di gestione Indicazioni specifiche relative alle modalità di chiusura della cavità Conclusioni Bibliografia...14 Realizzazione a cura di: NATURALE snc. di Fabio Suppini & C., via J. F. Kennedy, Castel San Pietro Terme (BO) Collaborazione di: Francesco Grazioli nell acquisizione della documentazione fotografica 1

3 1. INTRODUZIONE In Emilia Romagna le aree carsiche gessose costituiscono circa l 1% del territorio e comprendono un mosaico di habitat di interesse comunitario strettamente interconnessi; custodiscono una flora ed una fauna molto diversificate, in quanto legate a tipici microclimi ed habitat determinati dai fenomeni carsici. Nelle evaporiti triassiche e messiniane della regione sono presenti differenti e caratteristici aspetti del carsismo superficiale e sotterraneo con i maggiori sistemi carsici attualmente noti in Italia. Alle aree carsiche ed in particolare all habitat delle grotte, sono associate molte specie di chirotteri: nei siti interessati dal progetto sono presenti almeno 19 specie, tutte incluse nella Direttiva Habitat (8 sono inserite nell allegato II). I chirotteri sono quindi animali vulnerabili e la ricchezza specifica degli affioramenti gessosi mette in evidenza il significativo contributo che le grotte nei gessi danno alla conservazione della biodiversità regionale ed alla Rete Natura Nell ambito dell Azione A2 del Progetto Life+ 08 NAT/IT/ è stato realizzato il monitoraggio dei chirotteri troglofili in 6 Siti di Interesse Comunitario (Direttiva Habitat), come riportati in tabella 1. L indagine realizzata ha contribuito ad aumentare la conoscenza della chiroterofauna troglofila sotto l aspetto qualitativo e quantitativo, a comprendere nel dettaglio la fenologia circa l uso dei rifugi ipogei ed a progettare gli interventi di protezione di grotte naturali e cavità artificiali. TABELLA 1: Elenco delle aree oggetto di studio SIC IT CA' DEL VENTO, CA' DEL LUPO, GESSI DI BORZANO (Reggio Emilia) SIC IT GESSI TRIASSICI (Reggio Emilia) SIC-ZPS IT GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA (Bologna) SIC IT GESSI DI MONTE ROCCA, MONTE CAPRA E TIZZANO (Bologna) SIC-ZPS IT VENA DEL GESSO ROMAGNOLA (Bologna-Ravenna) SIC IT ONFERNO (Rimini) 2

4 CARTA DEI SITI NATURA 2000 COINVOLTI NEL PROGETTO Il monitoraggio è stato eseguito operando in stretta collaborazione con i gruppi speleologici il cui contributo volontario gratuito è risultato di fondamentale importanza per l individuazione delle cavità che potrebbero costituire potenziali rifugi per i chirotteri. Nel corso del monitoraggio ex-ante e ex-post operam sono state indagate le cavità oggetto dell azione C1 e le grotte ritenute di particolare interesse per la chirotterofauna dei Siti Natura 2000 coinvolti nel progetto. Sulla base della segnalazione del Gruppo Speleologico Bolognese, che conducendo una campagna di ricerca nella dolina dell Inferno, (SIC-ZPS IT GESSI BOLOGNESI, CALANCHI DELL'ABBADESSA) ha recentemente rivelato la presenza di un paleoingresso che introduce direttamente nella Sala delle Radici della Grotta Coralupi, l Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità ha richiesto al gruppo di monitoraggio, una nuova indagine nella cavità (sigla a catasto - ER-BO 092) già ad accesso regolamentato dal giugno del 2001, per verificare il potenziale utilizzo di questo accesso da parte dei pipistrelli che utilizzano la grotta come sito di rifugio. 3

5 ER BO 92 - Grotta del Coralupo SIC di appartenenza: SIC-ZPS IT Gessi Bolognesi, Calanchi dell Abbadessa Comune: San Lazzaro di Savena Località: Buca dell Inferno Proprietà dell ingresso: Proprietà Pubblica. Descrizione della cavità: La Grotta Coralupi è una cavità di massima importanza e di rilevanza generale, è caratterizzata da uno sviluppo reale di 530 m ed un dislivello totale di 44 m. L ingresso si apre alla base di una piccola parete gessosa nella Buca dell Inferno ed è circondato dal bosco (Foto: 1). La cavità presenta una chiusura interna, realizzata dal GSB-USB (Gruppo Speleologico Bolognese - Unione Speleologica Bolognese) in collaborazione con il Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell Abbadessa, nel giugno del L opera presenta un portello in metallo e sopra di esso si apre una feritoia di forma quadrata attraverso la quale avviene il transito della fauna. In prossimità di tale feritoia, in passato era presente un dispositivo per il conteggio dei passaggi della fauna in uscita ed in entrata. Stretti cunicoli ed un ampia sala detta Sala delle Radici caratterizzano questa grotta, in cui svernano da diversi anni, alcuni esemplari di Rinolofidi, specie in allegato II della 92/43 CE (Foto. 2). Foto 1: Ingresso della Grotta Coralupi (ER-BO 92) (Foto di F. Grazioli) 4

6 2. DESCRIZIONE DELLE METODOLOGIE IMPIEGATE NEL MONITORAGGIO La tempistica di realizzazione delle indagini e la metodologia utilizzata hanno tenuto conto delle indicazioni tecniche contenute nelle Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri: indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. (Agnelli et al Quad. Cons. Natura, 19, Min. Ambiente Ist. Naz. Fauna selvatica); una stima della consistenza numerica delle popolazioni di Chirotteri è stata ottenuta mediante rilievo diretto dei chirotteri in grotta (a vista) degli esemplari isolati o in piccoli gruppi e rilevamento fotografico, che consente di ridurre al minimo il disturbo di specie sensibili come Rhinolophus ferrumequinum e R. hipposideros. In prossimità degli ingressi è stata condotta una indagine bioacustica tramite bat-detector con registrazione digitale degli ultrasuoni che permette di valutare l utilizzo del territorio da parte delle varie specie effettuando molte osservazioni senza alcun impatto diretto. Foto 2: Esemplare di Rhinolophus hipposideros, fotografato nella Sala delle Radici della Grotta Coralupi (Foto di F. Grazioli) 5

7 3. I CHIROTTERI DELLA GROTTA CORALUPI: La chirotterofauna presente in questa cavità è ricca e diversificata. Considerata l importanza del sito, in passato sono state svolte numerose indagini ed è tuttora costantemente monitorata. La tabella seguente riporta l elenco delle specie rilevate durante le attività di monitoraggio all interno e nelle aree limitrofe: Specie della Regione Emilia-Romagna Rhinolophus euryale Blasius,1853 Rhinolophus ferrumequinum (Schreber, 1774) Rhinolophus hipposideros (Bechstein, 1800) Barbastella barbastellus (Schreber, 1774) Eptesicus serotinus (Schreber, 1774) Hypsugo savii (Bonaparte, 1837) Myotis spp. Myotis bechsteinii (Kuhl, 1817) Myotis blythii (Thomes, 1857) Myotis capaccinii (Bonaparte,1837) Myotis daubentonii (Kuhl, 1817) Myotis emarginatus (E.Geoffroy, 1806) Myotis myotis (Borkhausen,1797) Myotis mystacinus (Kuhl, 1817) Myotis nattereri (Kuhl, 1817) Nyctalus lasiopterus (Schreber, 1780) Nyctalus leisleri (Kuhl, 1817) Nyctalus noctula (Schreber, 1774) Pipistrellus kuhlii (Kuhl, 1817) Pipistrellus nathusii (Keyserling et Blasius, 1839) Pipistrellus pipistrellus (Schreber, 1774) Pipistrellus pygmaeus (Leach, 1825) Plecotus auritus (Linnaeus, 1758) Plecotus austriacus (Fischer, 1829) Miniopterus schreibersii (Kuhl, 1817) Tadarida teniotis (Rafinesque, 1814) Grotta Coralupi Il colore azzurro evidenzia le specie in allegato II della Direttiva Habitat L indagine svolta indica che vi sono almeno 13 specie che frequentano la Grotta Coralupi e l area in prossimità dell ingresso, di cui 7 in allegato II della Direttiva Habitat. La presenza di Miniopterus schreibersii è da imputare al solo rilevamento bioacustico tramite bat-detector e probabilmente non 6

8 utilizza la cavità, ma soltanto la zona circostante per le attività di foraggiamento o collegamento fra le aree di caccia. Le specie osservate direttamente all interno della grotta sono Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros ed i grandi Myotis (Myotis blythii e Myotis myotis). Tuttavia, dalle indagini bioacustiche emerge una notevole attività dei piccoli Myotis presso l ingresso; ciò denota che tale gruppo di chirotteri utilizza il sito come roost (Foto 3). Foto 3: Esemplare di Myotis emarginatus, fotografato con macchina fotografica IR, in transito presso la feritoia della Grotta Coralupi (Foto di F. Grazioli) Il mancato rilevamento dei piccoli Myotis durante i sopralluoghi diretti è probabilmente dovuto alla difficile individuazione degli esemplari di tale genere, caratterizzati per lo più da abitudini fessuricole. Inoltre, a conferma dell utilizzo della cavità come rifugio da parte dei piccoli Myotis vi sono le indagini svolte nel 2004/2005, in cui è stata impiegata la tecnica di cattura temporanea dei pipistrelli con mistnet, da cui risulta la presenza di Myotis emarginatus, Myotis bechsteinii, Myotis nattereri e Plecotus auritus. 7

9 I dati raccolti durante le attività di monitoraggio sono oggetto di una cartografia speleologica e tecnica realizzata inserendo gli elementi all interno di un GIS. Per ogni grotta è stato utilizzato come base il rilievo della cartografia speleologica georeferenziato dal Servizio Geologico Sismico e dei Suoli nel sistema UTM fuso 32 nord sul quale è stato posizionato un layer di punti rappresentanti gli individui; per ogni punto sono stati inseriti i seguenti attributi: sito del monitoraggio (area oggetto d indagine), data di rilevamento, specie, numero d individui, presenza di colonie svernanti e/o riproduttive, tipologia della cavità indagata (cavità naturale o artificiale). Nella tabella del layer contenente le grotte indagate sono stati aggiunti i campi relativi a minacce e interferenze specifiche rilevate (Figura 1). Figura 1: Pianta della Grotta Coralupi con indicati i punti di rilevamento, specie e numero esemplari rilevati tramite controllo diretto 8

10 Conferme più recenti derivano dall indagine fotografica svolta presso la Grotta che, con un sistema automatico, dotato di sensori e collegato ad una macchina fotografica modificata per IR (Foto 3), ha rilevato numerosi esemplari di Myotis emarginatus Myotis daubentonii, Myotis bechsteinii, Myotis nattereri, Myotis myotis / M. blythii, Plecotus auritus/ P. austriacus, oltre a Rhinolophus ferrumequinum e Rhinolophus hipposideros, entrare ed uscire dalla feritoia indagata (F. Grazioli e S. Magagnoli, 2014). Foto 3: installazione fotocellule e macchina fotografica modificata per IR all ingresso della cavità (Foto di F. Grazioli). 9

11 4. MINACCE E INDICAZIONI DI GESTIONE I dati ottenuti tramite una serie di rilevamenti mostrano che la cavità è utilizzata durante tutto l anno da diverse specie, sei delle quali sono in allegato II della Direttiva Habitat; in particolare la Grotta Coralupi costituisce un sito di rifugio durante la fase di svernamento per Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros e Myotis myotis/myotis blythi. Nella tabella seguente vengono riportate le minacce specifiche rilevate e le indicazioni di gestione riferite alla cavità ed alle specie che frequentano la grotta Minacce specifiche rilevate: Visite speleologiche (per tutte le specie; in particolare Rinolofidi e Grandi Myotis introduzione di malattie (per specie animali) (per tutte le specie) fotografie e riprese nei siti di rifugio o lungo i corridoi di volo dei chirotteri (per tutte le specie) Intrusione disturbo antropico (per tutte le specie; in particolare Rinolofidi e Grandi Myotis) distruzione e perturbazione habitat per specie troglofile (per tutte le specie) Afflusso antropico presso l ingresso (per tutte le specie) Occlusione naturale (per tutte le specie) catastrofi naturali (generico) (per tutte le specie) evoluzione della biocenosi (processi naturali) (per tutte le specie) "clima culturale" sfavorevole alla conservazione dei chirotteri (scarsa conoscenza naturalistica, pregiudizi, (per tutte le specie) controllo degli accessi con griglie e cancelli (per tutte le specie, in particolare per Rinolofidi e Grandi Myotis) 10

12 La grotta si trova in zona di massima tutela del Parco (Zona A) (vedi allegato cartografico _qui riportato in Fig. 2) e l accesso è regolamentato dal 2001 tramite una chiusura che consente il passaggio della fauna. Il pozzo verticale rinvenuto durante la campagna esplorativa del USB che costituisce una via d accesso diretto alla Sala delle Radici (zona in cui sono stati rilevati alcuni Rinolofidi in svernamento), rappresenta un potenziale passaggio per i pipistrelli ma allo stesso tempo è una via d ingresso non regolamentata. Figura. 2 11

13 5. INDICAZIONI SPECIFICHE PER LA CHIUSURA DELLA CAVITÀ Considerando che la chirotterofauna troglofila presente nel Sito, utilizza questa cavità da molti anni come roost, occorre evitare una frequentazione impropria della grotta che potrebbe essere causa di disturbo diretto: perturbazione delle colonie o singoli individui durante le attività speleologiche, impatto diretto, riprese fotografiche, uso di flash e lampade, (soprattutto nei periodi di maggiore vulnerabilità), o vettore di patologie infettive quali ad esempio la WNS. La realizzazione di un cancello che oltre a garantire una migliore tutala dell ambiente ipogeo, costituisca anche un passaggio sicuro per i pipistrelli (evitando impatti diretti con la struttura, abbandono del roost, ). costituisce una necessità per evitare una serie di minacce specifiche alla chirotterofauna e scongiura l accesso accidentale di altri animali come caprioli e istrici che alcune volte vengo rinvenuti all interno delle cavità. La chiusura deve fare riferimento, come negli altri cancelli realizzati dall USB, ai seguenti documenti: Protecting and managing underground sites for bats Mitchell-Jones et al., 2007, Eurobats Publication Series 2; Catalogues des protections physiques - Conservation de 3 Chiropteres cavernicoles dans le Sud de la France» Life-Nature ; Le strutture utilizzate per la protezione della grotta e l area in prossimità degli ingressi dovranno essere oggetto d indagini successive per verificarne l eventuale impatto sulla fauna troglofila ed in particolare sui chirotteri valutando le condizioni microclimatiche del sito ipogeo (temperatura, umidità,..), la frequenza di entrata/uscita, l abbandono o il cambiamento nell utilizzo della cavità soprattutto da parte delle seguenti specie Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros, Myotis myotis/myotis blythii. 12

14 Nella tabella seguente vengono riportate le indicazioni di gestione riferita alla cavità Valutazione dell eventuale impatto delle strutture utilizzate per la protezione della grotta sulla chirotterofauna del sito: impatti, frequenza di entrata/uscita, abbandono, modifica dell utilizzo della cavità Valutazione delle condizioni microclimatiche del sito ipogeo (temperatura, umidità,..) Valutare attentamente i percorsi ipogei per evitare la perturbazione delle colonie durante le attività speleologiche Seguire il protocollo per la prevenzione della WNS ed in generale adottare le principali misure per la prevenzione delle patologie infettive a carico dei chirotteri Evitare il disturbo diretto con riprese fotografiche, uso di flash e lampade e altri dispositivi d illuminazione utilizzando dispositivi con luce IR Controllo della fruizione nell area in prossimità degli ingressi alla cavità Evitare interventi che facilitano l accesso al sito: creazione di sentieri e piste nei pressi della cavità Evitare la distruzione/occlusione dei corridoi di volo utilizzati dai chirotteri in uscita dalla cavità e/o come area di foraggiamento (creazione di barriere, taglio della vegetazione, ) Evitare l occlusione dell ingresso da materiali di trasporto solido (detriti di frana dovuta alla naturale instabilità della roccia, materiale fangoso, massi, ciottoli e detriti vegetali: tronchi d albero, rami, ) Monitoraggio della stabilità e sicurezza del roost. Sensibilizzazione del mondo speleologico sui temi della conservazione e tutela dei chirotteri (potrebbe essere utile posizionare cartelli/pannelli che illustrino lo scopo di una misura di protezione che prevede un autorizzazione per l ingresso) 13

15 6. CONCLUSIONI Con l Azione A2 del Progetto Life+ 08 NAT/IT/ è stato realizzato un monitoraggio sulla fauna dei chirotteri troglofili inedito per l Emilia-Romagna poiché basato sul rilievo simultaneo dei rifugi invernali su larga scala del territorio regionale. Questo lavoro contribuisce all aumento delle conoscenze sulla distribuzione e consistenza delle popolazioni dei chirotteri troglofili, aggiornando i dati e colmando lacune per aree poco esplorate in passato. Valorizza la ricchezza delle risorse carsiche del territorio regionale, con particolare riferimento alle formazioni gessose. L Emilia Romagna appare chiaramente come una regione strategica per la conservazione della chirottero fauna troglofila con delle popolazioni di pipistrelli dell Annesso II della Direttiva Habitat estremamente importanti, soprattutto se riferite all Italia settentrionale. La protezione con cancelli bat-compatibili delle cavità ipogee, oggetto dell Azione C1 (chiusura di grotte naturali e cavità artificiali) è pertanto un azione da considerare prioritaria nella strategia della conservazione della biodiversità regionale. 7. BIBLIOGRAFIA Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Scaravelli D. e Genovesi P., (a cura di) Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quad. Cons. Natura, 19, Min. Ambiente Ist. Naz. Fauna Selvatica. Pp Patriarca E., Debernardi P., Toffoli R., Piano d azione per i chirotteri del Piemonte. Regione Piemonte. Bozza pubblicata on line su e Schober, W. & Grimmberger, E., The bats of Europe and North America. Neptune. T.F.H. publications. 14

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