LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO
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1 LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO Torino, 29 novembre 2017 Avv. Antonio Fiumara Studio Legale Andreis e Associati Torino Milano
2 Legge 19 agosto 2016 n. 166 Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi 2
3 Legge 155/2003 c.d. Legge del Buon Samaritano Gli enti pubblici nonché gli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche e solidaristiche e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività d'interesse generale anche mediante la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale nonché attraverso forme di mutualità, compresi gli enti del Terzo settore non commerciali, che effettuano, a fini di beneficenza, distribuzione gratuita di prodotti alimentari, di prodotti farmaceutici e di altri prodotti agli indigenti, sono equiparati, nei limiti del servizio prestato, ai consumatori finali, ai fini del corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo degli stessi 3
4 La norma equipara gli enti che, a fini di beneficenza, effettuano la distribuzione gratuita di prodotti alimentari agli indigenti al «consumatore finale». In tal modo, si semplificano gli adempimenti burocratici che, di fatto, complicherebbero lo svolgimento di tale attività di utilità sociale. Si solleva infatti il donatore dal cosiddetto principio della «responsabilità di percorso». Si incoraggiano le donazioni di cibo pronto e non consumato, anche nell ambito della ristorazione collettiva, che altrimenti verrebbe gettato. 4
5 Risoluzione del Parlamento Europeo del 19 gennaio 2012 su come evitare lo spreco di alimenti: strategie per migliorare l efficienza della catena alimentare nell UE. L obiettivo principale è la riduzione degli sprechi alimentari del 50 % entro il
6 Legge di stabilità 2014 Art. 1, commi 236 e 237 legge 147/2013 Gli enti pubblici o privati che effettuano, a fini di beneficenza, distribuzione gratuita agli indigenti di prodotti alimentari, ceduti dagli operatori del settore alimentare, inclusi quelli della ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica, nonché i citati operatori del settore alimentare che cedono gratuitamente prodotti alimentari devono garantire un corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo degli alimenti, ciascuno per la parte di competenza. Tale obiettivo è raggiunto anche attraverso l adozione di specifici Manuali di corretta prassi igienica, validati dal Ministero della Salute, ai sensi del Reg. 852/2004 6
7 Legge 166/2016 Finalità ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari, farmaceutici e di altri prodotti, attraverso al realizzazione di alcuni obiettivi primari: favorire il recupero e la donazione di eccedenze alimentari e prodotti farmaceutici limitare gli impatti negativi sull ambiente, riducendo la produzione di rifiuti e promuovendo il riuso e il riciclo contribuire all attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei consumatori 7
8 Definizioni Operatore del settore alimentare soggetti pubblici o privati, operanti con o senza fini di lucro, che svolgono attività connesse ad una delle fasi di produzione, confezionamento, trasformazione, distribuzione e somministrazione degli alimenti. Reg. CE 178/02 la persona fisica o giuridica responsabile di garantire il rispetto delle disposizioni della legislazione alimentare nell impresa alimentare posta sotto il suo controllo. 8
9 Eccedenze alimentari I prodotti alimentari, agricoli e agro-alimentari che, fermo restando il mantenimento dei requisiti di igiene e sicurezza del prodotto, sono (a titolo esemplificativo): invenduti o non somministrati per carenza di domanda; ritirati dalla vendita in quanto non conformi ai requisiti aziendali di vendita; prossimi al raggiungimento della data di scadenza rimanenze di prove di immissione in commercio di nuovi prodotti; invenduti a causa di danni provocati da eventi meteorologici; invenduti a causa di errori nella programmazione della produzione; non idonei alla commercializzazione per alterazioni dell imballaggio secondario che non inficiano le idonee condizioni di conservazione. 9
10 Soggetti donatari Gli enti pubblici e gli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche e solidaristiche, che promuovono e realizzano attività di interesse generale anche mediante la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale nonché attraverso forme di mutualità 10
11 Spreco alimentare L insieme dei prodotti alimentari scartati dalla catena agroalimentare per ragioni commerciali o estetiche ovvero per prossimità della data di scadenza, ancora commestibili e potenzialmente destinabili al consumo umano o animale e che, in assenza di un possibile uso alternativo, sono destinati a essere smaltiti Donazione Cessione di beni a titolo gratuito 11
12 PERIODO DI CONSERVABILITA Termine minimo di conservazione (TMC) la data fino alla quale un prodotto alimentare conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione. Gli alimenti che hanno superato tale termine possono essere ceduti, garantendo l integrità dell imballaggio primario e le idonee condizioni di conservazione Data di scadenza la data che sostituisce il termine minimo di conservazione nel caso di alimenti molto deperibili dal punto di vista microbiologico oltre la quale essi sono considerati a rischio e non possono essere trasferiti né consumati 12
13 Modalità di cessione delle eccedenze alimentari Art. 4 Le cessioni sono consentite anche oltre il termine minimo di conservazione, purché siano garantite l integrità dell imballaggio primario e le idonee condizioni di conservazione. Le eccedenze alimentari, nel rispetto dei requisiti di igiene e sicurezza e della data di scadenza, possono essere ulteriormente trasformate in prodotti destinati in via prioritaria all alimentazione umana o al sostegno vitale di animali. 13
14 I prodotti finiti della panificazione e i derivati degli impasti di farina prodotti negli impianti di panificazione che non necessitano di condizionamento termico, che, non essendo stati venduti o somministrati entro le ventiquattro ore successive alla produzione, risultano eccedenti presso le rivendite di negozi, anche della grande distribuzione, i produttori artigianali o industriali, la ristorazione organizzata, inclusi gli agriturismi, e la ristorazione collettiva, possono essere donati a soggetti donatari. 14
15 Superamento del TMC Corte di Giustizia EU sentenza 229/01 Il prodotto alimentare con termine minimo di conservazione scaduto può essere legittimamente in commercio. Gli Stati membri decidono come disciplinare sul punto. Italia: Corte di Cassazione, SS.UU. 1/1996 Il superamento del TMC non è sanzionato penalmente 15
16 Eccedenze alimentari a soggetti donatari i quali possono ritirarle direttamente o incaricandone altro soggetto donatario. I donatari devono destinare, in forma gratuita, le eccedenze alimentari ricevute, idonee al consumo umano, prioritariamente a favore di persone indigenti. Le eccedenze alimentari non idonee al consumo umano possono essere cedute per il sostegno vitale di animali e per la destinazione ad autocompostaggio o a compostaggio di comunità con metodo aerobico. Eccedenze di prodotti agricoli in campo o di prodotti di allevamento. 16
17 Promozione di interventi finalizzati alla riduzione dei rifiuti alimentari, comprese le iniziative volte a promuovere l utilizzo, da parte degli operatori del settore della ristorazione, di contenitori riutilizzabili idonei a consentire ai clienti l asporto degli avanzi di cibo. 17
18 RESPONSABILITA DELL OSA SOTTO IL PROFILO DELLA SICUREZZA DEI PRODOTTI IN OGNI CASO E NECESSARIO GARANTIRE LA CORRETTA CONSERVAZIONE DEL PRODOTTO. 18
19 Requisiti e conservazione delle eccedenze alimentari Gli operatori del settore alimentare che effettuano le cessioni devono prevedere corrette prassi operative al fine di garantire la sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti, in conformità a quanto stabilito dal Reg. CE 852/2004, e dall art. 1, c. 236, legge 147/2013 (garantire un corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo degli alimenti, ciascuno per la parte di competenza). Essi sono responsabili del mantenimento dei requisiti igienicosanitari dei prodotti alimentari fino al momento della cessione, a partire dal quale si applicano le disposizioni di cui alla legge 155/2003 (Disciplina della distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale). 19
20 Ai fini della cessione, gli operatori del settore alimentare operano una selezione degli alimenti in base ai requisiti di qualità e igienico-sanitari, nel rispetto delle norme vigenti. Gli operatori del settore alimentare adottano le misure necessarie per evitare rischi di commistione o di scambio tra i prodotti destinati ai diversi impieghi previsti dagli articoli 3 e 4 della normativa in oggetto. 20
21 Sotto il profilo della presentazione degli alimenti: Gli alimenti che presentano irregolarità di etichettatura che non siano riconducibili alle informazioni relative alla data di scadenza o alle sostanze o prodotti che provocano allergie e intolleranze, possono essere ceduti ai soggetti donatari. Attenzione allergeni 21
22 Qualora siano stati confiscati alimenti idonei al consumo umano o animale, l autorità competente ne dispone la cessione gratuita a soggetti donatari (v. riforma reati alimentari). Tavolo di coordinamento (proposte gestione Fondo, iniziative di informazione e di sensibilizzazione, incentivi, monitoraggio delle eccedenze, etc.). Settore della ristorazione: Regioni - accordi o protocolli d intesa. Promozione e formazione. 22
23 Articolo 14 Distribuzione di articoli e accessori di abbigliamento usati a fini di solidarietà sociale. Il conferimento deve essere effettuato direttamente dal privato direttamente presso le sedi operative dei soggetti donatari. 23
24 Il recupero dei prodotti alimentari invenduti a fini di solidarietà sociale è tra le misure specifiche previste dal Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti (PNPR) per la riduzione dei rifiuti biodegradabili. In tale contesto, il Ministero dell Ambiente nel 2014 ha presentato il PINPAS (Piano nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare) che prevede misure per combattere lo spreco: dalle vendite con ribasso del cibo prossimo alla scadenza, alla donazione dei prodotti invenduti, agli accordi volontari con imprese di ristorazione/distribuzione. 24
25 Il Ministero dell Ambiente, ha istituito la Giornata nazionale contro lo spreco alimentare che si celebra il 5 febbraio di ogni anno 25
26 Lettera d intenti del 29 settembre 2017 tra FAO e UE Impegno ad intensificare la collaborazione per dimezzare gli sprechi alimentari pro capite entro il 2030 e intensificare la cooperazione contro la resistenza antimicrobica nel settore agroalimentare 26
27 Francia I punti vendita dovranno donare cibi ancora adatti al consumo umano ad associazioni caritative, oppure destinare i prodotti non più vendibili al consumo animale, al compostaggio o alla valorizzazione energetica. I supermercati con una superficie di oltre 400 metri quadri, saranno inoltre obbligati a sottoscrivere convenzioni formali con associazioni caritative. 27
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