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1 I PIANI DI EMERGENZA COMUNALI E CONDIZIONI LIMITI DI EMERGENZA STRATEGIA DI ATTUAZIONE

2 Piani di Emergenza Comunale Del G.R. n 472 del Individuazione di: rischi naturali e antropici del contesto elementi «strategici» (per la particolare esposizione o perché risorsa utile in caso di emergenza) tra cui le AREE DI EMERGENZA (attesa, mmassamento, ricovero) modello di intervento («Chi fa che cosa») funzioni del metodo Augustus scenari di rischio Flessibilità e semplicità 2

3 Le linee guida hanno, anche, lo scopo di rendere omogenei i piani di emergenza comunali. In tal modo sarà più semplice per gli altri Enti e per le Strutture Operative andare ad operare nella realtà comunale. Scheda 1: Caratteristiche generali del territorio comunale Scheda 2: Cartografia Scheda 3: Scenari degli eventi massimi attesi 1. Rischio idrogeologico 2. Rischio sismico 3. Rischio industriale 4. Rischio incendio boschivo Scheda 4: Sistema di comando e controllo Scheda 5: Unità Tecniche Mobili Comunali (UTMC) Scheda 6: Modello di intervento Scheda 8: Censimento dei Centri di Accoglienza Scheda 9: Breve descrizione aree di emergenza Scheda 10: Schema di deflusso e di ricovero della popolazione Flessibilità e semplicità 1.Scheda Aree di ricovero della popolazione 3

4 PIANI DI EMERGENZA COMUNALI Distribuzione piani di protezione civile per provincia Distribuzione della presenza dei Piani Comunali di Protezione Civile nei comuni calabresi 4

5 PIANI DI EMERGENZA COMUNALI 1. piani di emergenza o di protezione civile e vi sono cartografie allegate; 1. piani di emergenza o di protezione civile senza cartografie allegate; 1. non esistono piani di emergenza o di protezione civile. eliminare dalla casistica il punto "3." tutti i comuni dovranno essere dotati di un Piano di Emergenza, che individuino edifici strategici, aree di emergenza, infrastrutture di accessibilità e connessione, informazioni indispensabili per la gestione ed il superamento delle emergenze 5

6 Cosa sono le Condizioni Limite? Vengono introdotte con l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n.4007 del 29 febbraio 2012 sulla base degli indirizzi espressi dalla Commissione istituita con l'opcm n.3843/2010, istituita dal DPCM del 21 aprile L analisi delle CLE dell'insediamento urbano, consente di integrare le azioni per la mitigazione del rischio sismico, migliorando la gestione delle attività in emergenza 6

7 Piani di Emergenza Comunale Del G.R. n 472 del Condizioni Limiti di Emergenza La redazione delle CLE parte obbligatoriamente dall'esame dei Piani di Emergenza Comunali, diventandone contestualmente verifica della bontà dello stesso, poiché analizza: gli edifici strategici le aree di emergenza i percorsi di collegamento indispensabili per la gestione dell emergenza sismica, mediante l esame delle infrastrutture di connessione ed accessibilità, Identifica gli edifici interferenti secondo criteri geometrici standard. L insediamento urbano dovrà conservare, nel suo complesso, l operatività della maggior parte delle funzioni strategiche per l emergenza, la loro accessibilità e connessione con il contesto territoriale. 7

8 Ambito da considerare durante la redazione di un Piano di Emergenza: sistema di percorsi, spazi, funzioni urbane ed edifici strategici per: - la risposta urbana al sisma in fase di emergenza, -il mantenimento e la ripresa delle attività urbane ordinarie, economico-sociali e di relazione in fase successiva all evento sismico. La vulnerabilità urbana può essere valutata cercando di rispondere alla domanda quali parti di città si danneggiano più di altre. Il concetto di CLE è quello che permette di ripondere a questa domanda: In caso di sisma qual è la condizione minima per emergenza? la condizione che garantisce la funzione minima per la gestione dell'emergenza 8

9 Insediamento urbano dopo un terremoto subisce danni fisici e funzionali: si interrompono le funzioni strategiche interruzione di quasi tutte le funzioni urbane presenti interruzione della funzione residenziale conserva l'operatività della maggior parte delle funzioni per la gestione dell'emergenza la connessione di tali funzioni l'accessibilità con il contesto territoriale 9

10 PIANIFICAZIONE DELL EMERGENZA E PREVENZIONE STRUTTURALE DEL RISCHIO il Piano di Emergenza diventa rilevante nei confronti della Pianificazione del Territorio 10

11 Gli studi di CLE rappresentano dunque l'elemento in grado di mettere in connessione: La pianificazione dell'emergenza che dagli studi stessi viene Verificata La pianificazione urbanistica che invece ne assume orientamenti finalizzati alla riduzione della vulnerabilità del sottosistema urbano finalizzato a supportare la funzione strategica di gestione dell'emergenza Stabilisce e regola le modalità di finanziamento degli interventi di prevenzione del rischio sismico previsti dall art.11 della legge 77 del 24 giugno 2009 (ex Decreto Abruzzo) 11

12 Nell ambito dll art.11 della legge 77 del 24 giugno 2009, Art.2 comma 1, sono previsti finanziamenti per : a) studi di microzonazione sismica b) interventi di rafforzamento locale o miglioramento sismico o, eventualmente, demolizione e ricostruzione di edifici ed opere pubbliche d interesse strategico per finalità di protezione civile. Sono esclusi dai contributi gli edifici scolastici, ad eccezione di quelli che ospitano funzioni strategiche nei piani di emergenza di protezione civile. E possibile delocalizzare gli edifici demoliti e ricostruiti se viene garantito, ad invarianza di spesa, un maggiore livello di sicurezza sismica e una maggiore efficienza del sistema di gestione dell emergenza, sottoposto all analisi della CLE c) interventi strutturali di rafforzamento locale o miglioramento sismico o di demolizione e ricostruzione di edifici Privati d) altri interventi urgenti e indifferibili per la mitigazione del rischio sismico, con particolare riferimento a situazioni di elevata vulnerabilità ed esposizione 12

13 MICROZONAZIONE SISMICA (MS) E' la valutazione della pericolosità sismica locale attraverso l'individuazione di zone del territorio caratterizzate da comportamento sismico omogeneo. La MS individua e caratterizza le zone stabili, le zone stabili suscettibili di amplificazione locale del moto sismico e le zone suscettibili di instabilità. Gli studi i microzonazione hanno l'obiettivo di razionalizzare la conoscenza sulle alterazioni che lo scuotimento sismico può subire in superficie, fornendo informazioni utili per il governo del territorio, per la progettazione, per la pianificazione in fase di emergenza e per la ricostruzione post sisma 13

14 MICROZONAZIONE SISMICA (MS) Conoscere dove gli effetti di un terremoto possono essere «amplificati» dalle condizioni geologiche è fondamentale per la prevenzione e riduzione del rischio sismico, poiché consente di: Indirizzare le scelte urbanistiche e progettuali verso le aree a minore pericolosità Progettare in modo più efficace in termini di riduzione della vulnerabilità delle costruzioni 14

15 MICROZONAZIONE SISMICA (MS) La microzonazione sismica porta alla suddivisione cartografica del territorio in base alla risposta sismica Tale strumento di riduzione del rischio risulta particolarmente efficace solo se applicato fin dalle prime fasi della pianificazione urbanistica, pochè. gli interventi urbanistici devono essere compatibili con la pericolosità sismica locale e commisurati al livello di rischio atteso Esempio di distribuzione dei punti di intensità nella crisi sismica dell Aquila (Galli et Alii 2009) 15

16 MICROZONAZIONE SISMICA (MS) Fasi di Approfondimento 16

17 MICROZONAZIONE SISMICA (MS) NOTA: Individuazione zone sismiche (I.N.G.V) mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale (aprile 2004), espressa in termini di accelerazione di picco orizzontale del suolo (amax) - nuova zonazione sismogenetica del territorio italiano, denominata ZS9, che rappresenta un aggiornamento/integrazione della zonazione sismogenetica ZS4, utilizzata sino al 2002 pericolosità sismica locale (PSL) 17

18 (MS) Elaborati per Fasi di Approfondimento I fase/i livello - Individuazione gli scenari di pericolosità sismica locale reperimento e interpretazione di dati esistenti; in caso di dati insufficienti, eventuali indagini per definire spessori e geometrie delle coperture (carta delle indagini) definizione delle condizioni geologiche e morfologiche locali (carta geologico-tecnica); Carte delle zone suscettibili di effetti di sito (carta delle MOPS - MS di livello 1) II fase: Microzonazione Sismica II livello - MS semplificata analisi più dettagliata delle condizioni locali e determinazione dei parametri necessari per la definizione della RSL tramite indagini (geofisiche e geotecniche) di tipo corrente; valutazione del fattore di amplificazione tramite l utilizzo di tabelle e formule sulla base dei parametri geologici, geomorfologici e geofisici individuati; carte di MS livello 2 III livello - MS di dettaglio Caratterizzazione e migliore determinazione delle aree instabili (pendii in frana, aree liquefacibili, zone di faglia attive e capaci, ), con quantificazione degli indici di rischio, sulla base di risultati di prove sperimentali, geofisiche e geotecniche, sia in sito che in laboratorio, di elevata affidabilità RSL mediante specifici codici di calcolo riconosciuti nella letteratura scientifica; carte di MS livello 3 18

19 MS e Pianificazione di Emergenza Gli studi di MS consentono una migliore e consapevole individuazione degli elementi strategici (edifici strategici, aree di emergenza, infrastrutture di accessibilità e connessione) di un piano di emergenza e in generale delle risorse di protezione civile. La conoscenza dei possibili effetti locali indotti da un evento sismico su un territorio contribuisce a: Scegliere aree e strutture di emergenza ed edifici strategici in zone stabili Individuare i tratti critici delle infrastrutture viarie per le quali, in caso di collasso degli edifici prospicienti, potrebbero essere necessarie specifiche valutazioni di sicurezza 19

20 La Microzonazione sismica deve essere recepita nella pianificazione comunale al fine di orientare la scelta di aree sia per nuove insediamenti che strutture di emergenza La CLE costituisce la verifica a posteriori della Pianificazione di Emergenza Operata a scala Comunale Art.18 comma 3 ( legge 77 del 24 giugno 2009) Le Regioni individuano i territori nei quali effettuare le analisi della Condizione Limite dell'emergenza (CLE) dell'insediamento urbano e determinano le modalità di recepimento di tali analisi negli strumenti urbanistici e di pianificazione dell'emergenza vigenti 20

21 Cartografia dello stato di avanzamento degli studi di MS e CLE aggiornata al 15 Dicembre

22 STRUTTURAZIONE ANALISI DELLE CONDIZIONI LIMITI DI EMERGENZA Ogni elemento analizzato nelle CLE è identificato da una scheda specifica, strutturata secondo un architettuta GIS 22

23 Le Schede da compilare fanno riferimento a 5 elementi, così ripartite : - scheda ES, sugli edifici strategici - scheda AE, sulle aree di emergenza - scheda AC, sulle infrastrutture di accessibilità/connessione - scheda AS, sugli aggregati strutturali interferenti - scheda US, sulle unità strutturali Ogni scheda contiene informazioni generali, dati di esposizione, di vulnerabilità, rapporto con la morfologia del terreno e con la microzonazione sismica, questo consente di ottenere un primo approccio valutativo in termini di rischio del singolo elemento analizzato 23

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25 Caso 1 Funzione strategica contenuta in una sola unità strutturale isolata Caso 2 Funzione strategica contenuta in più unità strutturali separate tra loro 25

26 Caso 3 a Funzione strategica contenuta in più unità strutturali che costituiscono un intero aggregato Caso 3 b Funzione strategica contenuta in più unità strutturali che comprende anche altre unità strutturali Caso 4 Funzione strategica contenuta in più aggregati separati tra loro 26

27 Aggregato interferente Un piano di emergenza individua le infrastrutture di connessione (AC) tra funzione strategica ed area di emergenza, i percorsi dovranno essere scelti in base a: Percorribilità carrabile in fase di emergenza, Rapidità di connessione, Minima lunghezza del percorso, Minor numero di tratti di percorso 27

28 La Connessione, per assicurare piena funzionalità in caso di evento, dovrebbe possibilmente essere selezionata in funzione delle assenze di criticità per elementi interferenti (es: tratti possibilmente non interessati da potenziali crolli di edifici che vadano ad ostruire la sede stradale Aggregati strutturali ed unità strutturali interferenti con infrastrutture ed aree di emergenza 28

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30 Attori CLE Aggregati strutturali 30

31 OBIETTIVO = MITIGAZIONE DEL RISCHIO SISMICO 31

32 CONFRONTO PIANIFICAZIONE COMUNALE DI EMERGENZA STUDI DI MICROZONAZIONE E CLE STATO DI ATTUAZIONE PIANIFICAZIONE COMUNALE DI EMERGENZA

33 PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA Regione Calabria obiettivo Avere un quadro generale del funzionamento dell'insediamento urbano per la gestione dell'emergenza sismica, in relazione al contesto territoriale Cosa Strutture finalizzate alla gestione dell emergenza: Edifici Strategici Aree di Emergenza Infrastrutture di Accessibilità Individuazione Aggregati interferenti Come Individuazione su CTR Sopralluoghi Compilazione Schede Software CLE Verifica Verifica di coerenza tra piano Urbanistico e Piano di Protezione Civile in particolare nel caso di individuazione di nuovi edifici strategici e/o nuove aree di emergenza Aggiornamento del Piano nel caso in cui si rinvengano criticità 33

34 Riflessioni e Proposte Occorre sempre valutare la compatibilità delle previsioni urbanistiche con il contesto territoriale ai fini della riduzione del rischio. In contesti specifici o in caso di trasformazioni urbane è necessario programmare indagini e valutazioni più approfondite Per l individuazione di ambiti prioritari d intervento è necessario effettuare valutazioni di rischio a scala urbana Come sempre la principale criticità è rappresentata dal fatto che il livello di conoscenza è elevato ma difetta la condivisione. Per la reale mitigazione del rischio è necessario in via prioritaria preoccuparsi dell esistente e non solo del nuovo. La pianificazione di emergenza ci consente anche di orientare la programmazione di interventi finalizzati alla riduzione della vulnerabilità. Analisi effettuabile in qualsiasi contesto urbano 34

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