Ci sarà una agricoltura in Friuli Venezia Giulia nel 2021?

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1 Ci sarà una agricoltura in Friuli Venezia Giulia nel 2021? Opportunità per il futuro della agricoltura regionale 24 gennaio 2016 AGRIEST Lucia Piani Università di Udine - Di4A

2 La riflessione

3 Il contesto Crisi ambientale non sostenibilità (consumo di risorse) cambiamenti climatici Crisi economica: la crisi è globale non solo guardando al fatto che molti paesi sono interessati ma soprattutto perché ha riguardato il processo stesso di globalizzazione, che significa interdipendenza delle produzioni a livello mondiale governate da una struttura multinazionale della produzione che vede la presenza di filiere produttive organizzate su più Stati Crisi sociale disoccupazione giovanile incremento del numero delle persone sotto il livello di povertà migrazioni, omologazione degli stili di vita e dei modelli di consumo.

4 Il sistema è finito Il consumo di risorse Il 13 agosto 2015 è l'overshoot Day, il giorno in cui la domanda annuale di risorse dell'umanità supera ciò che la Terra può produrre, il picco del petrolio La perdita di biodiversità «La perdita di biodiversità avrà un notevole impatto sulla capacità dell umanità di nutrire i nove miliardi di persone che abiteranno il pianeta per l anno 2050, con i più poveri ad essere i più colpiti. I cambiamenti climatici Il cambiamento climatico e la crescente insicurezza alimentare rappresentano grandi sfide per i sistemi agricoli mondiali, sfide che non possono essere affrontate senza la raccolta, la difesa e l uso sostenibile delle risorse fitogenetiche» (FAO 2010) La FAO stima che tra il 1900 ed il 2000 sia andata perduta il 75 per cento della diversità delle colture.

5 I cambiamenti climatici (da Arpa FVG) Fonte: ARPA FVG

6 Dove stiamo andando? Fonte: ARPA FVG

7 Dove stiamo andando Fonte: ARPA FVG

8 Cosa possiamo fare? Fonte: ARPA FVG

9 Cosa possiamo fare? Fonte: ARPA FVG

10 Gli obiettivi dell Unione Europea al sostegno allo sviluppo rurale Nell'ambito generale della PAC, il sostegno allo sviluppo rurale pone una serie di obiettivi: stimolare la competitività del settore agricolo; garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali e l'azione per il clima; realizzare uno sviluppo territoriale equilibrato delle economie e comunità rurali, compresi la creazione e il mantenimento di posti di lavoro

11 Le priorità promuovere il trasferimento di conoscenze e l'innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali, con particolare riguardo ai seguenti aspetti: stimolare l'innovazione, la cooperazione e lo sviluppo della base di conoscenze nelle zone rurali; rinsaldare i nessi tra agricoltura, produzione alimentare e silvicoltura, da un lato, e ricerca e innovazione, dall'altro, anche al fine di migliorare la gestione e le prestazioni ambientali; incoraggiare l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e la formazione professionale nel settore agricolo e forestale;

12 Le priorità potenziare in tutte le regioni la redditività delle aziende agricole e la competitività dell'agricoltura in tutte le sue forme e promuovere tecnologie innovative per le aziende agricole e la gestione sostenibile delle foreste, con particolare riguardo ai seguenti aspetti: migliorare le prestazioni economiche di tutte le aziende agricole e incoraggiare la ristrutturazione e l'ammodernamento delle aziende agricole, in particolare per aumentare la quota di mercato e l'orientamento al mercato nonché la diversificazione delle attività; favorire l'ingresso di agricoltori adeguatamente qualificati nel settore agricolo e, in particolare, il ricambio generazionale;

13 Le priorità promuovere l'organizzazione della filiera alimentare, comprese la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli, il benessere degli animali e la gestione dei rischi nel settore agricolo, con particolare riguardo ai seguenti aspetti: migliorare la competitività dei produttori primari integrandoli meglio nella filiera agroalimentare attraverso i regimi di qualità, la creazione di un valore aggiunto per i prodotti agricoli, la promozione dei prodotti nei mercati locali, le filiere corte, le associazioni e organizzazioni di produttori e le organizzazioni interprofessionali sostenere la prevenzione e la gestione dei rischi aziendali;

14 Le priorità preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura e alla silvicoltura, con particolare riguardo ai seguenti aspetti: salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversità, compreso nelle zone Natura 2000 e nelle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici, nell'agricoltura ad alto valore naturalistico, nonché dell'assetto paesaggistico dell'europa; migliore gestione delle risorse idriche, compresa la gestione dei fertilizzanti e dei pesticidi; prevenzione dell'erosione dei suoli e migliore gestione degli stessi;

15 Le priorità incentivare l'uso efficiente delle risorse e il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale, con particolare riguardo ai seguenti aspetti: rendere più efficiente l'uso dell'acqua nell'agricoltura rendere più efficiente l'uso dell'energia nell'agricoltura e nell'industria alimentare; favorire l'approvvigionamento e l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili, sottoprodotti, materiali di scarto e residui e altre materie grezze non alimentari ai fini della bioeconomia; ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di ammoniaca prodotte dall'agricoltura; promuovere la conservazione e il sequestro del carbonio nel settore agricolo e forestale;

16 Le priorità adoperarsi per l'inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali, con particolare riguardo ai seguenti aspetti: favorire la diversificazione, la creazione e lo sviluppo di piccole imprese nonché dell'occupazione; stimolare lo sviluppo locale nelle zone rurali; promuovere l'accessibilità, l'uso e la qualità delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) nelle zone rurali.

17 Come declinare queste priorità a livello regionale? Il PSR, ovviamente, riprende nella sua struttura gran parte delle indicazioni che sono state date dal regolamento europeo Leggendo le priorità riconosciamo una lettura delle crisi che si stanno vivendo: La crisi sociale che viene affrontata ridando un ruolo rafforzato alle comunità e al lavoro La crisi ambientale viene affrontata sostenendo misure per far fronte ai cambiamenti climatici sia in termini di riduzione dell inquinamento sia in termini di ricerca di forme di adattamento La crisi economica viene affrontata sostenendo processi di innovazione

18 Quale spazio rurale ne esce per il 2020? Dipenderà da noi, dalla capacità di mettere in atto un progetto di regione che metta in rete tutte le pratiche che si stanno portando avanti da parte di una parte residuale del mondo agricolo Questa è la vera questione: quale scenario vogliamo attuare attraverso una progettazione che sia sostenibile da un punto di vista ambientale sociale ed economico e che sia coerente con le politiche che si fanno sul territorio regionale, facendosi carico delle emergenze a livello globale. Il Piano di Sviluppo Rurale è uno strumento indispensabile ma all interno di un progetto entro il quale far confluire le azioni dei singoli, le filiere, le istituzioni, la ricerca, le pratiche compatibili

19 Se la crisi è di sistema allora è necessario pensare ad un cambiamento allargato a tutto il sistema? L agricoltura infatti interseca tutte le politiche che si fanno sul territorio, per esempio la politica sul paesaggio che in questo periodo si sta predisponendo in regione con il piano paesaggistico ma anche le politiche dei trasporti, le politiche sul cibo, sull alimentazione, sulla salute, le politiche sull acqua, le politiche sul consumo di suolo, le politiche sul clima, le politiche sulla coesione sociale e sull immigrazione, i nuovi riassetti istituzionali. Dalle scelte e dalla coerenza con queste politiche si deve partire per riflettere sul ruolo della agricoltura a livello regionale e su quale agricoltura vogliamo dopo il 2020 (perché sicuramente agricoltura ci sarà fino a che ci sarà l uomo). Riflessione che ovviamente molti stanno già facendo

20 Dove andare Una direzione che appare segnata anche dalle politiche comunitarie è quella della rilocalizzazione e della riterritorializzazione, pensare al territorio come laboratorio di sperimentazione di relazioni nuove produttive, ambientali, fruitive. Ci sono alcune parole chiave che derivano da una lettura integrata delle diverse politiche: Comunità Relazione Filiera Ambiente Lavoro Paesaggio Cultura Qualità

21 Quali strumenti Ripensare a un modello in cui le comunità riacquistino un ruolo nello sviluppo del proprio territorio: cittadini produttori, cittadini trasformatori, cittadini consumatori Se questo è un obiettivo condiviso allora è necessario pensare a quali strategie mettere in atto per una transizione E interessante riprendere ragionamenti che si stanno proponendo anche nella nostra regione nella costruzione di pezzi di economia solidale attraverso una proposta di legge che giace in regione da tempo sull economia solidale, un tema sul quale già altre regioni hanno legiferato (come ad esempio Emilia Romagna, Trentino).

22 Quali proposte? L obiettivo è quello di lavorare perché le comunità diventino il più possibile auto-sostenibili, di attrezzare le comunità ad essere resilienti, in grado cioè di fare economia con pari chances di successo a quelle esistenti. La semplice e spontanea formazione e aggregazione di buone pratiche dal basso non basta, salvo disporre di tempi chiaramente incompatibili con la sostenibilità ambientale e sociale. Serve quindi un ruolo attivo di sostegno delle pubbliche Istituzioni, per dotare il movimento dell economia solidale di appositi strumenti, istituzioni che lo sorreggano nella sua crescita.

23 I distretti di economia solidale E la prima Istituzione a cui si pensa, presa a prestito dalla Rete italiana dell economia solidale e ormai adottata in altre analoghe proposte di legge regionale, viene definita distretto di economia solidale.

24 Che cosa sono i distretti di economia solidale e quali opportunità il PSR offre in questa ottica Il distretto di economia solidale corrisponde a un territorio in cui riscoprire il vincolo essenziale fra comunità e suo territorio di insediamento, di vita, sotto il segno della solidarietà invece che della competizione. L insieme delle risorse di un territorio è considerato come un capitale territoriale, un patrimonio da gestire a favore delle comunità

25 Natura Biodiversità Istituzioni Cultura Storia Strutture Urbanizzazione Il distretto La comunità Acqua Energia Industria Artigianato Popolazione Informazione Educazione Agricoltura Forestazione

26 Quale territorio nella proposta I distretti di economia solidale vengono identificati sovrapponendoli agli ambiti socio-assistenziali. Perché questa scelta? In primo luogo perché si tratta di realtà istituzionali ormai consolidate, dove avviene una convergenza, specie in occasione della formazione dei piani di zona, fra rappresentanze dei Comuni, servizi territoriali impegnati nella promozione di welfare e portatori di interessi: mondo del volontariato, categorie economiche, cooperazione sociale, associazioni ambientaliste, ecc.

27 Alcune proposte per un lavoro distrettuale Quali sono i flussi che interessano il distretto. Quali di questi flussi possono essere spostati (importanza del rapporto tra istituzioni, produttori, consumatori, associazioni, ricercatori). Quali politiche perché il cibo prodotto venga anche consumato non lontano dai luoghi di produzione, rilocalizzazione del circuito del cibo: le filiere, i distretti e patti (alcuni esempi). Riconnettere agricoltura cibo, comunità e territorio. Quali prodotti nel futuro della regione in relazione ai cambiamenti climatici e quali forme di produzione. Quale alimentazione per far fronte ai cambiamenti climatici e al consumo di risorse

28 Il PSR Offre le possibilità per sperimentare e costruire qualcosa di nuovo per il futuro dei cittadini dei distretti e della regione un approccio sistemico che integri l agricoltura nell economia delle comunità delle quali fa parte partendo da che cosa offre l agricoltura regionale

29 L agricoltura nella regione FVG (un po di numeri dagli ultimi censimenti) abitanti aziende (contrazione del 33% rispetto al precedente censimento) 1,8 aziende ogni 100 abitanti relazioni di comunità SAU ha (contrazione del 7,6% rispetto al precedente censimento) 1764 m 2 per abitante sovranità alimentare e/o sovranità energetica 28% della superficie regionale è SAU (7845 Km 2 FVG) paesaggio

30 Quale competizione? Dal PSR FVG : «La dimensione delle aziende, intesa sia in termini di superficie che di dimensione economica, evidenzia come il tessuto produttivo agricolo regionale sia caratterizzato da una forte e persistente quota di attività marginali: esso è costituito per lo più da micro-aziende condotte da piccoli proprietari di terreni che si dedicano all agricoltura con modalità part-time» - il legame tra agricoltura e territorio Dal PSR FVG : «Il 74,3% della SAU regionale è dedicato alla coltivazione di seminativi, mentre la restante quota è dedicata per il 13,8% a prati e pascoli ( ha), per l 11,7% alle legnose agrarie ( ha) e per lo 0,2% alle orticole (480 ha)» - quali flussi possono essere spostati

31 Quale competizione? Dal PSR FVG :«Il 14% delle aziende con coltivazioni ha superfici dedicate alle produzioni di qualità, in particolare vitivinicole (78% della superficie a vite a fronte del 48% dato Italia)» Dal PSR FVG :«Le aziende con allevamenti di bestiame destinato alla vendita sono il 14% circa del totale delle aziende agricole regionali» Dal PSR FVG :«gli allevamenti bovini risultano dimezzati in dieci anni, mentre la loro dimensione media è passata da 27 a 43 capi per allevamento. Nel 2010 le aziende con allevamenti sono bovini 2.050, suini 586, equini 582 e avicoli 392» Dal PSR FVG :«Complessivamente la consistenza di bestiame a livello regionale ammonta a UBA» 16,7 UBA per 100 abitanti

32 Quale competizione? Dal PSR FVG : «il peso dell occupazione in agricoltura rappresenta il 3,3%, il 44% delle aziende sono condotte da un pensionato» il lavoro Dal PSR FVG :«Le aziende a conduzione diretta del coltivatore continuano ad essere prevalenti (92,5% aziende che coltivano l 84% della SAU)» Dal PSR FVG :«La regione presenta 151 prodotti agroalimentari tradizionali iscritti nel registro nazionale istituito presso il Mipaaf e cinque DOP e un IGP» qualità Dal PSR FVG : «La superficie agricola biologica nel 2010 era ha, pari allo 0,92%» Le proprietà collettive delle comunità (7% del territorio regionale)

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