Lectio divina. II domenica di quaresima / C
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- Raffaello Pappalardo
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1 Lectio divina II domenica di quaresima / C Nella Trasfigurazione, Gesù è indicato come la vera speranza dell uomo e come l apogeo dell Antico Testamento. Luca parla dell esodo di Gesù, che contiene allo stesso tempo morte e risurrezione. I tre apostoli, vinti dal sonno, che rappresenta l incapacità dell uomo di penetrare nel Mistero, sono risvegliati da Gesù, cioè dalla grazia, e vedono la sua gloria. La nube, simbolo dell immensità di Dio e della sua presenza, li copre tutti. I tre apostoli ascoltano le parole del Padre che definiscono il Figlio come l eletto: Questi è il Figlio mio, l eletto, ascoltatelo. Non c è altro commento. Essi reagiscono con timore e stupore. Vorrebbero attaccarsi a questo momento, evitare l attimo seguente della discesa dalla montagna e il suo fardello di abitudine, di oscurità, di passione. La Gloria, Mosè ed Elia, scompaiono. Non rimane che Gesù solo, sola verità, sola vita e sola via di salvezza nella trama quotidiana della storia umana. Questa visione non li solleverà dal peso della vita di tutti i giorni, spesso spogliata dello splendore del Tabor, e neanche li dispenserà dall atto di fede al momento della prova, quando i vestiti bianchi e il viso trasfigurato di Gesù saranno strappati e umiliati. Ma il ricordo di questa visione li aiuterà a capire come spiega il Prefazio della Messa di oggi che attraverso la passione possiamo giungere al trionfo della risurrezione. La Parola PRIMA LETTURA Gn 15, Dal libro della Genesi. In quei giorni, Dio condusse fuori Abram e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia. E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per
2 darti in possesso questa terra». Rispose: «Signore Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un colombo». Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all altra; non divise però gli uccelli. Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri, ma Abram li scacciò. Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono. Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il Signore concluse quest alleanza con Abram: «Alla tua discendenza io do questa terra, dal fiume d'egitto al grande fiume, il fiume Eufrate». SALMO RESPONSORIALE Sal 26 Rit.: Il Signore è mia luce e mia salvezza. Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura? Rit. Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me, rispondimi! Il mio cuore ripete il tuo invito: «Cercate il mio volto!». Il tuo volto, Signore, io cerco. Rit. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. Rit. Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore. Rit. 2
3 SECONDA LETTURA Fil 3, 17-4,1 Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi. Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l esempio che avete in noi. Perché molti ve l ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra. La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose. Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi! CANTO AL VANGELO Lode e onore a te, Signore Gesù Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre: «Questi è il mio Figlio, l amato: ascoltatelo!». Lode e onore a te, Signore Gesù VANGELO Lc 9, Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All'entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Que- 3
4 sti è il Figlio mio, l eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. Lectio I. La storia di Abramo si presenta anzitutto come un paradosso. La promessa di una discendenza, ad Abramo ormai vecchio e senza figli, sembra essere persino derisoria o provocatoria quando parla di un numero di discendenti pari al numero delle stelle, anzi maggiore. E Abramo crede nel Signore: rinuncia ad ogni sicurezza umanamente verificabile e fonda la sua esistenza esclusivamente su Dio e la sua parola. Questo gli viene accreditato a giustizia dal Signore, cioè viene trasferito nella dimensione del rapporto personale più che su prestazioni od opere di qualsiasi genere. In altri termini, ciò che davvero conta è la risposta dell uomo alle parole del suo Dio, una risposta che non è prestazione, ma dialogo, coinvolgimento esistenziale, donazione. In questo stesso senso va interpretata la seconda parte della lettura, dove, al tema della discendenza si aggiunge il tema del possesso della terra. Dio si rende garante di un territorio per Abramo e la sua discendenza come base economica della loro esistenza. È importante sottolineare come Dio accetti l uomo nella concretezza del suo ambiente senza chiedergli una dimensione di pura spiritualità. L incontro con Dio avviene sempre nel e attraverso il mondo, non al di fuori di esso. Ma l attenzione è catturata dall arcaico rituale con cui è sancita l alleanza, con Abramo che sembra sprofondare in un clima di torpore e di paura mentre cala la notte e una insidiosa oscurità lo circonda. Secondo questo antico rito di alleanza i contraenti, dopo aver divise in due parti le vittime degli animali, passavano tra queste carni sanguinanti invocando su di sé la sorte toccata a questi animali nel caso essi venissero meno al contratto pattuito. Sotto il simbolo di un forno fumante (fuoco) e di una fiaccola ardente (colonna di fuoco) Dio passa tra le carni degli animali; solo lui vi passa, non Abramo, perché l alleanza che Dio compie è un patto unilaterale un iniziativa presa unicamente da lui. 4
5 II. Nella seconda lettura l apostolo esorta i Filippesi a seguire il suo esempio di fedeltà al dettato evangelico. Egli lamenta che molti cristiani della comunità si comportino come nemici della croce di Cristo e non pemsano che alle cose della terra. Dopo queste espressioni di profonda amarezza, Paolo tratteggia le grandi realtà che attendono i cristiani impegnati a vivere la loro vocazione in un ambiente difficile ed ostile, come era quello delle comunità delle origini. Egli ricorda a loro e a noi che la nostra cittadinanza è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso. Queste prospettive trascendenti e future della vita cristiana possono essere viste e vissute dal credente che trova in Dio la sua luce (salmo responsoriale). III. Rispetto ai racconti della trasfigurazione presenti nei vangeli di Matteo e Marco la narrazione di Luca presenta alcune caratteristiche tutte proprie. Anzitutto la preghiera: mentre Marco dice che Gesù condusse Pietro, Giacomo e Giovanni sopra un monte alto, in un luogo appartato, dove rimasero soli, Luca arricchisce il dato evangelico tradizionale dicendo che il Maestro sali sul monte a pregare e durante la preghiera avvenne la trasfigurazione. Per Luca la preghiera costituisce il momento appropriato e privilegiato per le manifestazioni divine. Infatti con la sua preghiera Gesù si pone alla presenza di Dio e ne riflette la gloria. Il racconto di Luca si caratterizza anche per il fatto di indicare l argomento del colloquio tra Mosè, Elia e Gesù. Mentre Marco si limita a dire: apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù, Luca precisa: Ed ecco due uomini parlavano con lui [Gesù]: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Luca sottolinea l importanza di questo colloquio di Mosè ed Elia con Gesù poiché i due rappresentanti della legge e dei profeti, parlano dell esodo di Gesù, cioè della sua morte e risurrezione. Mosè ed Elia parlano di questo perché essi, quali rappresentanti della legge e dei profeti hanno predetto le sofferenze del Messia. Per Luca la trasfigurazione rappresenta una manifestazione anticipata della gloria che Gesù avrà dopo la sua morte che si sarebbe compiuta a Gerusalemme. 5
6 I tre apostoli Pietro, Giovanni e Giacomo non compresero il significato della trasfigurazione come manifestazione anticipata della gloria di Gesù dopo la sua morte. Essi videro la gloria di cui Gesù era avvolto, ma probabilmente non la collegarono congloria che Gesù avrebbe avuto dopo la sua risurrezione. Il testo evangelico, infatti, lascia intendere che i tre apostoli non udirono la conversazione di Mosè e di Elia con Gesù, la quale verteva sulla morte e risurrezione del Salvatore; di conseguenza non poterono capire il significato del singolare avvenimento. Anche qui, come spesso, Luca sottolinea la mancata intelligenza da parte dei discepoli delle predizioni circa la Passione e la morte di Gesù (cf. dialogo di Gesù con i discepoli di Emmaus, Lc 24,25-27) Con termini delicati erano oppressi dal sonno l evangelista indica l incomprensione degli apostoli sul fatto della trasfigurazione come visione anticipata della gloria di Gesù dopo la sua morte e l incomprensione della testimonianza della legge (Mosè) e dei profeti (Ella) concernente la sua passione, morte e risurrezione (cf. Lc 24,25). Le parole che Pietro rivolge a Gesù quando Mosè ed Elia stavano per allontanarsi confermano la mancata intelligenza del significato dell avvenimento. Pietro dice a Gesù: Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia (v. 33). L apostolo, quindi, propone di poter fissare una dimora sul luogo della trasfigurazione; ritiene che si possa trasferire sulla terra di continuare a godere della presenza di Gesù, di Mosè e di Elia apparsi nella loro gloria. Pietro e i suoi due compagni non capiscono che la scena avvenuta su quel monte non è destinata a durare, poiché ha lo scopo di richiamare la testimonianza della Legge e dei Profeti sulla sorte che attende Gesù. Nella trasfigurazione di Gesù si ebbe anche una teofania come risulta sia dalla presenza della nube che indica la manifestazione di Dio sia dal timore che ebbero gli apostoli quando furono avvolti dalla nube. Dalla nube esce una voce che proclama: Questi è il Figlio mio, l eletto; ascoltatelo. L eletto richiama tutta una tradizione biblica per indicare sia l elezione del popolo ebraico sia l azione con la quale Dio designava alcuni individui a missioni particolari; soprattutto nella seconda parte del libro di Isaia si parla del servo che Jahvè ha eletto per attuare il suo piano di liberazione dalla cattività babilonese: è a questa linea profetica che va ricongiunto l'appellativo l eletto applicato a Gesù. 6
7 La voce divina pone in risalto due importanti dati. Anzitutto la proclamazione di ciò che Gesù è: il Figlio di Dio, l eletto; si tratta, quindi, di un'affermazione che ha una valenza teologale circa la persona di Gesù e la sua missione. Il secondo dato è costituito dall imperativo ascoltatelo. Nella tradizione biblica il verbo ascoltare ha una densità di contenuto che non si riscontra nella nostra lingua; infatti non si tratta soltanto di dare ascolto a quanto dice il Figlio di Dio, ma soprattutto di prestare obbedienza a tutte le sue parole. Ciò che Gesù comanda è voluto da Dio, è espressione della sua volontà; di conseguenza esige piena obbedienza da parte dei discepoli. Meditatio L esperienza di Abramo traccia in modo paradigmatico ciò che caratterizza il rapporto tra Dio e l uomo. Da questa esperienza viene espunta l idea di prestazione e di merito, come acquisizione della giustizia davanti a Dio mediante le opere. In realtà è Dio che si rivolge all uomo e gli offre la sua grazia. È attraverso la grazia che l uomo viene chiamato ad un rapporto dialogico con il suo Dio: il rapporto significa essere eletti ed eleggere, essere accolti ed accogliere. Da qui nasce l esperienza del credere e dello sperare. Il contenuto di questa fede e di questa speranza viene precisato nella seconda lettura, dove Paolo afferma che l esistenza cristiana trova il suo riferimento, la sua logica e la sua sapienza nella croce di Cristo. Il cristiano è crocifisso al mondo, alle sue passioni, ai suoi schemi: cioè a tutto quello che si oppone a Dio e ci rende schiavi degli elementi del mondo. In tal modo la patria celeste perde la sua attrazione e la speranza si svigorisce. Non si tratta di disprezzare il mondo che Dio creatore ci ha donato, ma di liberarci dall antica voluttà di possesso egoistico, negatrice del nostro limite, che generò il fallimento di Adamo. Un ulteriore aspetto della fede è indicato dal racconto evangelico: Questi è il Figlio mio, l eletto; ascoltatelo!. La fede qui è intesa come obbedienza al Figlio, poiché la parola di Gesù è la stessa parola del Padre: Chi ascolta me, ascolta il Padre. Come dovrà essere il nostro ascolto se non obbedienza di fede, se non affidamento e consegna di sé al Cristo, così come Cristo si è affidato e consegnato al Padre. Il nostro andare al Padre passa per la sequela di Gesù il Cristo. 7
8 Oratio La parola Come attraverso le foglie degli alberi il vento attraverso il silenzio la parola. Tu ne risvegli il suono e non sai donde venga e dove va. Ma per un attimo nel suo esile soffio si svela il mistero del mondo. Il Signore non dava tante spiegazioni: diceva la parola e poi...: capirete quando avrete in voi il silenzio. Lo Spirito Santo vi farà capire tutto! Le parole di spiegazione spesso confondono di più: se si tace, si capisce. Soprattutto quando si è un po turbati: tacere, tacere, lasciarsi riempire dello Spirito del Signore: allora tutto si chiarirà. (G. Cristini) (A.M. Canopi) Ti dovrebbe bastare l aver incontrato Lui, Colui che è quello che è. Che cosa serve discutere? Fidati. Parti. Senza provviste. Senza itinerario. Senza scorte armate. Cammina al passo dei bambini (cf Gen 33,14) che porti con te, che non ti consentono fughe né scorciatoie. Comincia. Vai. Lascia ogni garanzia. Deciditi per Lui. Solo per Lui (Una monaca della Visitazione) COLLETTA O Padre, che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio, nutri la nostra fede con la tua parola e purifica gli occhi del nostro spirito perché possiamo godere la visione della tua gloria. per il nostro Signore... 8
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