DAMMI DA BERE III DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO A GIOVANNI 4,5-42

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1 DAMMI DA BERE III DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO A GIOVANNI 4,5-42 In quel tempo, Gesù 5. giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: Per l evangelista Giovanni è importante segnalare che Gesù si ferma in un luogo che era stato del patriarca Giacobbe. Sicar probabilmente è l attuale Askar. Aveva sostituito Sichem, distrutta e ricostruita con il nome di Flavia Neapolis, attuale Nablus. Dal pozzo di Sicar si vedeva il monte Garizim sul quale i samaritani andavano ad adorare i loro dei. 6. qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. In un luogo semidesertico l acqua è di vitale importanza, pertanto i luoghi dove essa esce all esterno sono molto privilegiati anche come punto di incontro, di riconciliazione, di conflitto. Nella Bibbia ci sono diversi racconti di eventi importanti accaduti ad un pozzo: ricordiamo le figlie di Reuel che incontrano Mosé (che ne sposerà una); Isacco e Giacobbe fissano le nozze accanto ad un pozzo. Secondo lo storico Giuseppe Flavio, anche Mosè si fermò stanco accanto ad una fonte a mezzogiorno (Antichità Giudaiche II, 254ss) mentre fuggiva dal faraone. A differenza dell incontro con Nicodemo, avvenuto di notte, quello con la samaritana è avvenuto in pieno giorno, all ora sesta, la stessa ora in cui Gesù sarà condannato a morte (Gv 19,14-15). 7. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: "Dammi da bere". Una donna giunge al pozzo in un ora assolutamente inusuale: si andava ad attingere alla mattina presto per evitare il caldo afoso. Probabilmente voleva passare inosservata per non subire oltraggi, vista la sua condizione morale. Gesù si rivolge alla donna e le chiede da bere, come una qualunque persona assetata. In realtà le stesse sue parole si trovano anche nel libro dell Esodo quando il popolo chiede da bere a Mosè (Esodo 17,2 e Numeri 21,16). È sete non solo materiale, ma della parola di Dio (cfr. Am 8,11). Noi cristiani dobbiamo farci compagni di viaggio dei nostri fratelli credenti e non credenti. Per entrare in dialogo con loro dobbiamo scendere nell umiltà, utilizzare un linguaggio mite e semplice, che arrivi al cuore. Non dobbiamo imporre il Vangelo, ma lasciare che gli altri incontrino Cristo attraverso l umile mezzo della nostra persona. 8. I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Il versetto sottolinea la solitudine di Gesù e il fatto che l incontro avviene senza testimoni. 9. Allora la donna samaritana gli dice: "Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?". I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.

2 Gesù infrange la regola che proibiva di parlare con i samaritani, tanto più con una donna samaritana. È questo il motivo per cui la donna rimane stupita. 10. Gesù le risponde: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva". Gesù elude la domanda e aiuta la donna a porre attenzione ad una dimensione più fondamentale, ad un bisogno spirituale molto più profondo. 11. Gli dice la donna: "Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest'acqua viva? 12 Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?". Gesù trarrà l acqua viva non da un pozzo, ma dal suo costato trafitto (Giovanni 19,34). Giovanni già preannuncia il mistero della redenzione e nello stesso tempo sottolinea la superiorità di Gesù rispetto a Giacobbe e, in altro passo, rispetto ad Abramo (cfr. Giovanni 8,56). 13. Gesù le risponde: "Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; 14. ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna". Gesù parla ancora alla donna con l antitesti: avere non avere sete e promette un acqua che disseta per la vita eterna, un modo nuovo di vita. Ezechiele aveva promesso un acqua che avrebbe purificato i cuori (Ez 36,25-27). Gesù realizza la promessa e dona l acqua viva inviando lo Spirito Santo. 15."Signore - gli dice la donna -, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua". La donna risponde parlando ancora di un acqua materiale, ma forse vuole esprimere velatamente una richiesta più profonda che solo Gesù può colmare. Ora non è Gesù che ha sete, ma la donna. Si invertono i ruoli. 16. Le dice: "Va' a chiamare tuo marito e ritorna qui". 17. Gli risponde la donna: "Io non ho marito". Le dice Gesù: "Hai detto bene: "Io non ho marito". 18. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero". Alcuni interpretano in chiave allegorica il fatto che la donna abbia avuto cinque mariti. Infatti potrebbero essere i cinque dèi introdotti in Samaria in conseguenza della conquista da parte degli Assiri nel 721 a.c. Il marito con cui ora la donna vive potrebbe essere l esortazione a riconoscere JHWH come il suo vero Dio. Secondo un altra interpretazione, la donna potrebbe essere veramente un adultera e Gesù si presenta come l unica persona in grado di amarla veramente. Gesù loda la sua sincerità Hai detto bene, non la redarguisce, non la rimprovera. Si pone al suo fianco, non al di sopra di lei. Le permette di instaurare un rapporto di fiducia. Grande è l umanità di Gesù! 19. Gli replica la donna: "Signore, vedo che tu sei un profeta! 20 I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare".

3 La donna elude la risposta e, ammirata per le evidenti doti del suo interlocutore, gli sottopone un quesito che stava a cuore a lei e a tutti i samaritani inerente la validità o meno del loro culto. Infatti i samaritani adoravano il Signore nel luogo dove egli aveva benedetto Israele (Deuteronomio 11,29), cioè sul monte Garizim, (tre chilometri da Sichem). Continuavano a farlo nonostante l unificazione del culto avvenuta a Gerusalemme. I Samaritani avevano costruito cinque templi ai loro dei e il popolo aveva seguito cinque idoli, così come la donna aveva seguito cinque mariti. 21. Gesù le dice: "Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Quando Gesù inizia un discorso con Credimi significa che sta dicendo un affermazione molto importante. La salvezza viene dai Giudei perché Cristo è nato da questo popolo. Il luogo dove adorare non sarà più così importante, perché la vera adorazione avviene attraverso la lode che sgorga dal profondo del cuore dove Dio abita. 23. Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità". Da ora in avanti non ci si deve più fermare all adorazione in un luogo, ma i veri adoratori sapranno adorare alla presenza dello Spirito ricevuto tramite il battesimo. Adorare in verità significa riconoscere e accogliere Gesù come il Verbo di Dio, colui che rivela il Padre. 25. Gli rispose la donna: "So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa". Anche i samaritani attendevano il Messia (cfr. Esodo 20,21b, Deuteronomio 18,15) e speravano che la sua venuta avrebbe portato libertà e salvezza. 26. Le dice Gesù: "Sono io, che parlo con te". Gesù si manifesta alla donna samaritana, unica rivelazione fatta ad una persona, riportata in tutto il Vangelo. 27. In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: "Che cosa cerchi?", o: "Di che cosa parli con lei?". I discepoli, ritornati, sono stupiti dal fatto che Gesù parli con una donna, ma si guardano dal fargli domande. Gesù abbatte le barriere di genere, non c è più né uomo né donna, nessuna distinzione davanti a Lui. 28. La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: La donna corre in città ad avvisare che ha trovato il Messia. Lascia la sua anfora perché non ne ha più bisogno: ha trovato Colui che estingue la sua sete. 29. "Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?". 30. Uscirono dalla città e andavano da lui.

4 La donna racconta quanto le è successo dicendo che ha incontrato qualcuno che conosce tutto il suo passato, ma non dice ai suoi compaesani che ha trovato il Messia. Lo annuncia in modo velato affinché tutti possano incontrarsi direttamente con Lui e credere alla Sua Parola e alla sua Persona. I samaritani le credono e vanno da Gesù. 31. Intanto i discepoli lo pregavano: "Rabbì, mangia". 32 Ma egli rispose loro: "Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete". 33 E i discepoli si domandavano l'un l'altro: "Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?". 34 Gesù disse loro: "Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. I discepoli rivelano preoccupazione per la salute di Gesù. Vogliono che egli mangi e si rinfranchi le forze. Questa loro premura diventa l occasione per Gesù di manifestare la sua unione con il Padre. La volontà di Cristo e la volontà del Padre suo sono un unica cosa, per cui Egli è disposto a dare la vita per portare a compimento la sua missione. 35. Voi non dite forse: "Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura"? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Gesù annuncia che è giunto il momento perché anche i suoi discepoli partecipino alla sua opera, infatti è il momento della mietitura. 36. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. Gesù è il seminatore che ha seminato nel cuore della samaritana la salvezza. Egli ora raccoglie la conversione della samaritana e dei suoi compaesani e i discepoli raccolgono con Gesù quello che loro non hanno seminato. Così la gioia si moltiplica. 37. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l'altro miete. 38. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica". In questo versetto il seminatore e i mietitori sono persone diverse, non coincidono come nel versetto precedente. I discepoli raccoglieranno quello che i profeti, prima, e Gesù, poi, hanno seminato con fatica. Quello che i discepoli semineranno a loro volta, in realtà, non è opera loro, ma di Gesù. 39. Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: "Mi ha detto tutto quello che ho fatto". I samaritani credono alla testimone che spiega quello che è avvenuto. Si arriva alla fede grazie alla testimonianza. La donna diventa missionaria, dona quello che ha ricevuto e trasmette la gioia della salvezza ricevuta, così che anche altri vadano ad attingere alla fonte. 40. E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. L incontro con Gesù è talmente coinvolgente che i Samaritani chiedono che si fermi con loro, addirittura due giorni. 41. Molti di più credettero per la sua parola 42. e alla donna dicevano: "Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo".

5 I samaritani credono ora per esperienza diretta, non più per le parole della samaritana. Il Salvatore del mondo è colui che ha riunito in sé i samaritani e i giudei, cioè tutti i popoli. In Gesù Cristo non c è più distinzione di nazione, di gruppo etnico, di religione, di culto, di genere, di censo! Gesù non ha paura delle nostre fragilità e delle nostre fatiche: si accosta a noi come ha fatto con la samaritana, si rende mendicante di amore, chiede da bere a noi, Lui che è la Sorgente, in modo da non umiliarci, ma di farci scoprire il bisogno di infinito, l anelito all Eterno che è racchiuso nell abisso del nostro niente. Poi, piano piano, ci comunica che ci vuole bene così come siamo, che siamo preziosi ai suoi occhi e, guardandoci negli occhi con misericordia infinita, ci trasforma in araldi del suo amore affinché tutti possano giungere ad estinguere la loro sete alla fonti della Sua acqua viva. E così diverremo fiumi fecondi per il mondo. Suor Emanuela Biasiolo