simone beta lo d.c.), sono comunque molto superiori alle tredici di Eschilo, per non parlare delle vittorie euripidee, che furono solo quattro.

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1 Introduzione Beato Sofocle! Morì felice e saggio dopo aver vissuto a lungo: compose molte belle tragedie e morì bene, senza aver conosciuto nessun male. Con questi versi il poeta comico Frinico celebra, nelle sue Muse rappresentate nel gennaio 405, la figura di Sofocle, morto pochi mesi prima alla veneranda età di novant anni. Elogiare un poeta tragico non era una consuetudine molto frequente nella commedia greca del v secolo, ma può darsi che un simile trattamento di favore Sofocle se lo meritasse davvero. Anche Aristofane, che nelle Rane, messe in scena in quello stesso anno, prende in giro sia Eschilo che Euripide, si mostra generalmente ben disposto nei suoi confronti: ne sottolinea il carattere tranquillo e pacifico; loda la bellezza dei suoi canti corali; paragona la sua bocca a un vaso cosparso di miele. Tutte le fonti antiche insistono sulla grande popolarità goduta da Sofocle fin dal suo esordio sul palcoscenico ateniese, nel 468, con la tetralogia che comprendeva il Trittolemo: la giuria (che quel giorno era eccezionalmente composta dai dieci strateghi) ritenne quella del giovane esordiente la migliore delle tre tetralogie presentate al concorso, superiore perfino a quella scritta da Eschilo. Il numero delle vittorie ottenute da Sofocle nel corso della sua lunga carriera è molto alto: siano esse diciotto (come risulta dalle epigrafi e da Diodoro Siculo), o venti (come afferma una biografia ellenistica), o ventiquattro (come sostiene la Suda, un enciclopedia bizantina del x seco-

2 vi simone beta lo d.c.), sono comunque molto superiori alle tredici di Eschilo, per non parlare delle vittorie euripidee, che furono solo quattro. Anche la notizia secondo la quale Sofocle non sarebbe mai andato oltre il secondo posto nei concorsi tragici è un ulteriore prova della stima che gli Ateniesi ebbero sempre nei suoi confronti. Sofocle ricambiò l affetto della sua città comportandosi per tutta la vita come un perfetto cittadino ateniese del v secolo, a partire da quando, ancora adolescente, guidò come voce solista il coro incaricato di eseguire il peana composto per la celebrazione della vittoria di Salamina, che aveva deciso le sorti della seconda guerra persiana. Ricoprì numerosi incarichi politici, alcuni prestigiosi, altri più scomodi, accettati per spirito di servizio. Nel 443/2 fu presidente del collegio dei dieci ellenotami, i funzionari che amministravano il tesoro della Lega delio-attica; due anni dopo, al tempo della guerra contro Samo, fu stratego insieme a Pericle; probabilmente ricoprì la strategia una seconda volta, insieme a Nicia, nei primi anni della guerra del Peloponneso. Nel 413, dopo la disastrosa spedizione in Sicilia, Sofocle fu uno dei dieci probuli, i magistrati straordinari che, scelti fra i cittadini più anziani per reggere le sorti della città in quel momento drammatico, finirono per spianare la strada al governo oligarchico dei Quattrocento che prese il potere nel 411. Altre notizie biografiche sottolineano la sua profonda religiosità: intorno al 420 custodì per un certo periodo di tempo la statua di Asclepio nella sua casa; fu sacerdote del culto di un eroe locale (Halon); dopo la sua morte fu venerato anch egli come eroe col nome di Dexion («Colui che ha accolto»). Della sua imponente produzione (intorno ai 120 drammi) restano intere solo sette tragedie. Come i suoi colleghi, si dedicò anche al dramma satiresco, un genere teatrale definito dagli antichi «tragedia giocosa»: era lo spettacolo che concludeva ogni tetralogia rasserenando l animo del pubblico, poiché prendeva una storia drammatica e la trasformava in una vicenda scherzosa con l aiuto del coro, che era formato da un gruppo di satiri guida-

3 introduzione vii ti dal vecchio Sileno, compagno di bagordi di Dioniso, dio del teatro e del vino. Un papiro egiziano ha conservato quasi cinquecento versi frammentari dei Cercatori di tracce, che raccontavano le prodezze del piccolo Hermes (il furto della mandria di Apollo e l invenzione della lira); altri drammi satireschi narravano l infanzia e l adolescenza di eroi come Achille ed Eracle o di divinità come Efesto e Dioniso. Al centro del teatro di Sofocle c è sempre l eroe tragico, l uomo solo che, trovandosi costretto ad affrontare il suo destino, sceglie di farlo nel modo più nobile possibile, senza indietreggiare nemmeno davanti alla morte. Scorrendo l elenco dei titoli dei drammi perduti si notano molti personaggi mitologici condannati a pagare un prezzo altissimo sia per delitti compiuti volontariamente sia per errori commessi involontariamente: il sacerdote Laocoonte stritolato dai mostruosi serpenti marini inviati da Atena, il re Acrisio ucciso per sbaglio dal nipote Perseo che egli aveva cercato di sopprimere quando era appena nato, il re Enomao sconfitto nella corsa dal suo futuro genero Pelope, il re Tereo trasformato in upupa, il cieco Fineo tormentato dalle Arpie, Odisseo ucciso per errore dal figlio Telegono che non lo aveva riconosciuto, Tieste che mangia senza saperlo le carni dei suoi figli uccisi e cucinati dal fratello Atreo, Fedra che punisce se stessa col suicidio nel tentativo di sottrarsi al disonore per essersi innamorata del figliastro Ippolito Anche il primo eroe sofocleo a noi noto, Aiace figlio di Telamone, il protagonista dell omonima tragedia rappresentata intorno al 450, sceglie il suicidio per uscire dalla situazione priva di sbocchi nella quale è venuto a trovarsi. Ferito nel suo onore di guerriero dagli uomini (Agamennone e Menelao, i capi dell esercito acheo, hanno deciso di affidare a Odisseo, e non a lui, le armi di Achille) e dagli dèi (la dea Atena lo ha fatto uscire di senno e lo ha indotto a massacrare un gregge di pecore nel quale l eroe aveva creduto di vedere i suoi nemici), Aiace decide di suicidarsi trafiggendosi con la spada. Attorno al suo cada-

4 viii simone beta vere scoppia una violenta discussione: da una parte il fratellastro Teucro, che vuole seppellire Aiace; dall altra Agamennone e Menelao, che intendono privarlo degli onori funebri. Tocca a Odisseo risolvere la lite: grazie al suo deciso intervento a favore del suo antico nemico, il cadavere di Aiace viene restituito a Teucro, alla moglie Tecmessa e al figlioletto Eurisace. Analogo destino tocca alla figlia di Edipo, Antigone, che dà il titolo alla tragedia rappresentata forse nel 442 e premiata con il primo posto. Come spesso accade nel teatro greco, la vicenda narrata in questo dramma prende le mosse là dove si era arrestato il dramma di un altro poeta: i Sette a Tebe di Eschilo, messi in scena nel 467, erano terminati con la morte simultanea di Eteocle e Polinice, figli di Edipo e fratelli di Antigone; la tragedia di Sofocle comincia con la reazione di Antigone alle crudeli disposizioni emanate da Creonte, re di Tebe. Poiché Polinice era morto combattendo contro la sua patria, Creonte aveva proibito di seppellirlo; ma l amore per il fratello caduto spinge Antigone a disobbedire alle leggi. Sorpresa da una guardia mentre getta una manciata di terra a mo di simbolica sepoltura sul corpo di Polinice, Antigone viene condotta davanti al re e condannata a essere sepolta viva; non possono salvarla né la sua appassionata difesa delle leggi del sangue e dei vincoli familiari (qui irrimediabilmente contrapposte alle leggi dello stato) né il suo essere fidanzata con Emone, figlio dello stesso Creonte. Come Aiace, anche Antigone si suicida, impiccandosi nella sua buia prigione. Ma la sua morte provoca la rovina del suo antagonista: Emone si uccide sul cadavere della fidanzata; disperata per la morte del figlio, si suicida anche sua madre Euridice; Creonte rimane solo con il suo dolore. Due sono i protagonisti sfortunati delle Trachinie, Eracle e sua moglie Deianira. Nel tentativo di riconquistare l amore del marito, che è tornato a Trachis, una città della Tessaglia, innamorato della giovane Iole, Deianira gli regala una tunica intinta nel sangue del centauro Nesso, convinta che si tratti di un filtro d amore. Ma il veleno contenuto nel sangue provoca, dopo atroci sofferenze,

5 introduzione la morte dell eroe. Anche Deianira, come avevano fatto prima di lei sia Aiace sia Antigone, decide di porre fine alla sua vita con il suicidio: si ritira in silenzio nelle sue stanze e si trafigge con una spada sul talamo nuziale. La tragedia più celebre di Sofocle è l Edipo re, rappresentato intorno al 425 senza successo, però: la giuria assegnò il primo posto a Filocle, un poeta mediocre il cui maggior titolo di merito era l essere nipote di Eschilo. La vicenda mitica viene narrata da Sofocle in modo teatralmente efficace: i personaggi che agiscono sulla scena (Edipo e sua moglie Giocasta) cercano una persona (l assassino di Laio, il precedente sovrano di Tebe) che loro non conoscono; ma gli spettatori sanno benissimo che quella persona è Edipo. In queste condizioni, l interesse del pubblico non è più rivolto, come nel classico mystery inglese alla Agatha Christie, alla ricerca dell assassino: ciò che attrae la sua curiosità è sapere come l investigatore scoprirà il colpevole. Ma questa scoperta porta con sé due conseguenze inattese, perché al termine dell indagine il detective non solo scopre di essere il colpevole del delitto, ma viene soprattutto a sapere che le colpe di cui si è macchiato sono due, e ben più gravi di quanto pensasse. Edipo scopre che la vittima di quell omicidio era suo padre e che il premio ricevuto per aver risolto l enigma della Sfinge erano state le nozze incestuose con sua madre Giocasta e la successiva nascita di quattro figli. L Elettra riprende variandola la medesima storia narrata da Eschilo nelle Coefore (messe in scena nel 458) e da Euripide nella sua Elettra (rappresentata non sappiamo se prima o dopo il dramma sofocleo): la vendetta di Oreste nei confronti della madre Clitemnestra, rea di aver ucciso, con l aiuto dell amante Egisto, il marito Agamennone al ritorno da Troia. Nella versione di Sofocle il protagonista non è più, come in Eschilo, Oreste, ma sua sorella, un personaggio destinato a fornire ispirazione a molti altri autori (Hugo von Hofmannsthal e Richard Strauss su tutti, con la loro Elektra messa in scena nel 1909, senza dimenticare la rivisitazione di Eugene O Neill, che nel 1931 fece rappresentare Il lutto si addice ad Elettra, una ix

6 x simone beta trilogia che trasferiva la vicenda dell Orestea eschilea nell America degli ultimi anni della guerra civile). L eroe Filottete è il protagonista dell omonima tragedia rappresentata nel 409. Tre soli personaggi si affrontano e si sfidano in questo Kammerspiel ambientato nella desolata solitudine di un isola sperduta nel cuore del mar Egeo: Filottete, che dieci anni prima era stato abbandonato a Lemno dai suoi compagni per il terribile fetore che emanava da una ferita al piede; Odisseo, il responsabile dell abbandono di Filottete, che è stato mandato a recuperare il suo arco e le frecce, senza i quali Troia non può cadere; Neottolemo, il giovane figlio di Achille, che Odisseo ha portato con sé per ingannare Filottete e convincerlo a cedergli le armi. Lo scioglimento della vicenda avviene tramite l intervento diretto degli dèi: Eracle, apparso come deus ex machina, persuade l eroe a cedere; Filottete parte per Troia salutando l isola sulla quale ha vissuto da solo per così tanti anni, misteriosamente salvato ora come, altrettanto misteriosamente, era stato condannato prima. L ultima tragedia di Sofocle, l Edipo a Colono, rappresenta la sua definitiva riflessione sulla figura di Edipo, l eroe tragico per eccellenza, l uomo costretto a commettere azioni orribili (uccidere il padre e sposare la madre) senza averle davvero voluto commettere. Nella tragedia, una sorta di testamento spirituale, il re di Tebe, giunto vecchio e cieco ad Atene, viene accolto con grande ospitalità dal re Teseo; la sua morte misteriosa, descritta come una scomparsa priva di gemiti e senza i dolori della malattia, suona come l estremo risarcimento della divinità alle innumerevoli sofferenze patite dall eroe.