Nutrimento di Speranza

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1 DIOCESI ALES TERRALBA PASTORALE DELLA SALUTE E PASTORALE FAMILIARE «Eucaristia Famiglia Sofferenza» Nutrimento di Speranza Istituto di formazione per laici San Gavino Monreale

2 Chiesa - Eucaristia Il binomio che da il titolo a questo primo incontro è di natura imprescindibile, sono fortemente legati perché la Chiesa celebra l eucaristia e l eucaristia è «l anima l anima» della Chiesa. Anche se nel vangelo di Matteo, troviamo al cap. 18,20, un primo adombramento della realtà Chiesa: «dove sono due o tre riuniti nel mio nome, Io sono in mezzo a loro», è nella celebrazione dell ultima cena che si forma la dimensione dell essere comunità speciale, perché la Chiesa dice il Codice di diritto canonico, è una società unica nel suo genere, dove l elemento divino si fonde con l elemento umano restando egemonico l elemento divino.

3 Dopo questa prima affermazione, per entrare nel vivo dei temi da trattare ci poniamo subito alcune domande: 1. Se il tema di fondo è la relazione tra eucaristia, famiglia e sofferenza, perché è necessario partire dal concetto di Chiesa? 2. Se rimane vero che la Chiesa è una famiglia di famiglie, come mai queste non si sentono attratte dalla realtà Chiesa? 3. E possibile nella sofferenza fare esperienza di comunione e quindi di Chiesa e quindi di famiglia? Gli interrogativi possono essere tanti, noi ci fermiamo a questi tre, perché altri ne nasceranno nello svilupparsi del tema. A queste domande che risposte diamo: 1. La Chiesa viene definita esperienza di relazione, molto simile alla famiglia che si nutre di un pane speciale che come dice Papa Francesco, non ti leva la sofferenza ma ti da la possibilità di viverla con uno spirito diverso.

4 È fondamentale partire dalla Chiesa perché è li che troviamo la dimensione che supera la visione umana, anche se rimane vero che bisogna capire che tipo di Chiesa siamo. Una realtà ecclesiale che non si apre ma che rimane chiusa nell intimismo, l individualismo, devozionismo e ritualismo, senza avere tra i principi la carità e la consolazione non cambia l esperienza che le persone fanno. 2. È vero che la Chiesa è famiglia di famiglie, come è altrettanto vero che oggi la famiglia non si sente attratta da questa realtà ed i motivi possono essere molteplici ed evidenti: è cambiato il concetto di famiglia, a questo bisogna accostare il fatto che molti all interno della Chiesa ( laici e presbiteri compresi) non accolgono, in maniera grossolana giudicano, non sono aperti al dialogo, si continua a lavorare nel e con il proprio orticello e troppo ancora si vive di autorità senza carità e ci sono pastori che pascolano solo se stessi.

5 D altro canto è anche vero che essendo cambiato il concetto di famiglia, viene modificato l approccio con la Chiesa, infatti prima tutto girava intorno alla realtà ecclesiale, le persone si sentivano appartenenti, poi con il passare del tempo ed avendo assunto un modo di pensare consumistico, la Chiesa è passata da famiglia a ente di servizio. Proviamo solo a pensare alla richiesta dei sacramenti, alla richiesta di svolgere il ruolo di padrini, la formazione catechistica che deve rispettare gli altri impegni presi con altre agenzie educative o ludiche e se rimane tempo giusto per ricevere i sacramenti, mi dedico al catechismo. Ancora troppo spesso si prende la Chiesa come una realtà che deve solo dare, senza che la controparte, avendo maturato l appartenenza a questa realtà con il battesimo, si senta parte in gioco e quindi coinvolta in ciò che chiede. Per spiegarmi meglio: io genitore che chiedo il battesimo per mio figlio, posso poi non accompagnare la sua crescita di fede? Oppure, se ho fatto questa scelta credendoci, posso anteporre tutte le altre cose alla cura spirituale? Dovrebbe preoccuparci da genitori, la crescita globale dei nostri figli.

6 3. L esperienza del dolore e della malattia sono sempre laceranti, può essere un problema fisico, un lutto, una mancanza spirituale, una emarginazione sociale, una patologia etc, e in queste situazioni non è certamente facile cercare l esperienza di Dio se non hai una fede robusta, talvolta Dio viene additato come causa non cercato come consolatore. Se facciamo memoria di un passo biblico dell Antico Testamento, nell esperienza di Elia che scappa dai suoi nemici all interno della grotta e vive nel suo animo uno stato esagitato, il profeta cerca Dio prima nel vento impetuoso che spacca la roccia, nel terremoto e poi nel fuoco, alla fine si rende conto di sentirlo in una brezza leggera. Questo per dire cosa, che anche negli scritti viene evidenziata una certa incapacità a riconoscere Dio in situazioni tumultuose personali tanto da impedirci di vedere e di incontrare quella misericordia e consolazione divina che da la pace interiore.

7 Nella cultura e nei modi di fare odierno, dove regna la politica dello scarto a vantaggio della produzione, chi vive determinate situazioni non trova molto spazio sia nella società ma quello più grave è cogliere che sono discriminati anche in casa e nella Chiesa. Facciamo alcuni esempi: il malato psichiatrico, incontrandolo il primo sentimento che ci assale è la paura, di conseguenza lo si tiene a distanza non gli viene data alcuna possibilità di integrazione perché tutto ciò che potrebbe fare o dire non serve, lo consideriamo «matto matto». Altra categoria, i malati di Haltzimer, visto che questa patologia provoca un annullamento della persona colpita, meglio tenerli nascosti in casa, anche perché con tale patologia, cosa potrebbero fare nella comunità o in Chiesa? Secondo noi «normali», DANNI. Se questo tipo di ragionamento o atteggiamento trova un qualche «senso», non ha motivo di esistere in una realtà come la Chiesa, dove i fratelli con difficoltà i così detti ultimi sono messi al primo posto.

8 È veramente triste notare che i malati per esempio con le sedie a rotelle vengono incastonati in tutte le cappelle laterali anziché permettere loro di stare davanti all altare, oppure porci tante domande se è lecito o no dare la comunione a persone di cui si dubita possano capire il mistero eucaristico, ci sarebbe da chiederci se noi capiamo realmente tale mistero. È accettabile che i malati non ricevano la visita a casa per una qualche cura spirituale? Ci piaccia o no anche loro fanno parte della comunità e forse, anzi senza forse, sono la parte più importante non perché hanno un disagio ma perché ci ricordano che noi siamo persone fragili, deboli e quindi non possiamo pensare di essere, vista la nostra assenza di imperfezione fino a questo momento, di avere più diritti di altri. Vi è mai capitato di salire su un mezzo pubblico e notare se qualcuno lascia il posto ad una persona anziana? I casi sono rari ma esistono.

9 Riepilogando 1. La Chiesa e l Eucaristia hanno fra loro un legame vitale, non si tratta solo di una realtà che vive una celebrazione ma un unico modo di essere e vivere, una fede che è condivisa. 2. Senza una testimonianza che sia reale, la Chiesa diventa un ente freddo e muto e l eucaristia rischia di essere un insieme di formule e gesti che non cambia la vita delle persone. 3. Quando Gesù dice «fate questo in memoria di me» non sta invitando ad un semplice ricordo oppure a ripetere gesti e formule ma sta invitando a rendere presente quel dono che è linfa di vita per una realtà particolare che è la Chiesa.

10 4. La famiglia ha nella sua natura cristiana il compito di essere piccola Chiesa domestica, quindi incarnare tutti quegli atteggiamenti che ripercorrono il rapporto di Cristo per la Chiesa e per l uomo. 5. La differenza tra le due realtà è che nella famiglia umana, quella che comunemente intendiamo, si vive a parti invertite, cioè se nella Chiesa la parte dominante è l elemento spirituale, nella situazione familiare, purtroppo è l elemento umano, anche se ad onor del vero, ogni tanto tendiamo a portare anche dentro l istituzione Chiesa molti elementi umano e poco spazio a quelli divini. 6. Diventa necessario quindi che chi appartiene alla Chiesa e crea famiglia nutra il suo spirito di pane eucaristico onde evitare che emerga in maniera predominante l atteggiamento umano e ci si perda strada facendo. 7. Nessuna eucaristia può rimanere senza realizzarsi nella testimonianza della carità.

11 8. La Chiesa e l Eucaristia sono un ottimo viatico per chi vive situazioni di sofferenza, però in questi casi come spesso ci è capitato di sottolineare, devono essere banditi quegli atteggiamenti di pietas umana che sono fuori luogo. 9. Anche quando si porta la comunione ai malati, non è un semplice donare un sacramento ma è portare la comunione della comunità cristiana e la consolazione della Chiesa a questi fratelli che vivono la dimensione della croce dentro la loro «pelle pelle». 10. Chiaramente, che questo gesto sia compiuto da religiosi o laici, questo non esime il parroco in cura d anime dall assistere personalmente le persone anziane e malate, infatti il pastore è chiamato a seguire tutte le pecorelle, quello che vengono nel recinto e quelle che purtroppo non possono venire.

12 Alcuni interrogativi per il dialogo Qual è la nostra esperienza di relazione fra questi tre elementi? Secondo voi si respira all interno della Chiesa una premurosa attenzione verso le famiglie e i sofferenti? Cosa concretamente si può fare perché le cose migliorino e quella celebrazione non sia solo un rito ma un impegno concreto di vita?

13 GRAZIE